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Questo blog è stato aperto da Mario Ardigò per consentire il dialogo fra gli associati dell'associazione parrocchiale di Azione Cattolica della Parrocchia di San Clemente Papa, a Roma, quartiere Roma - Montesacro - Valli, un gruppo cattolico, e fra essi e altre persone interessate a capire il senso dell'associarsi in Azione Cattolica, palestra di libertà e democrazia nello sforzo di proporre alla società del nostro tempo i principi di fede, secondo lo Statuto approvato nel 1969, sotto la presidenza nazionale di Vittorio Bachelet, e aggiornato nel 2003.

This blog was opened by Mario Ardigò to allow dialogue between the members of the parish association of Catholic Action of the Parish of San Clemente Papa, in Rome, the Roma - Montesacro - Valli district, a Catholic group, and between them and other interested persons to understand the meaning of joining in Catholic Action, a center of freedom and democracy in the effort to propose the principles of faith to the society of our time, according to the Statute approved in 1969, under the national presidency of Vittorio Bachelet, and updated in 2003.

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L’Azione Cattolica Italiana è un’associazione di laici nella chiesa cattolica che si impegnano liberamente per realizzare, nella comunità cristiana e nella società civile, una specifica esperienza, ecclesiale e laicale, comunitaria e organica, popolare e democratica. (dallo Statuto)

Italian Catholic Action is an association of lay people in the Catholic Church who are freely committed to creating a specific ecclesial and lay, community and organic, popular and democratic experience in the Christian community and in civil society. (from the Statute)

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Scrivo per dare motivazioni ragionevoli all’impegno sociale. Lo faccio secondo l’ideologia corrente dell’Azione Cattolica, che opera principalmente in quel campo, e secondo la mia ormai lunga esperienza di vita sociale. Quindi nell’ordine di idee di una fede religiosa, dalla quale l’Azione Cattolica trae i suoi più importanti principi sociali, ma senza fare un discorso teologico, non sono un teologo, e nemmeno catechistico, di introduzione a quella fede. Secondo il metodo dell’Azione Cattolica cerco di dare argomenti per una migliore consapevolezza storica e sociale, perché per agire in società occorre conoscerla in maniera affidabile. Penso ai miei interlocutori come a persone che hanno finito le scuole superiori, o hanno raggiunto un livello di cultura corrispondente a quel livello scolastico, e che hanno il tempo e l’esigenza di ragionare su quei temi. Non do per scontato che intendano il senso della terminologia religiosa, per cui ne adotto una neutra, non esplicitamente religiosa, e, se mi capita di usare le parole della religione, ne spiego il senso. Tengo fuori la spiritualità, perché essa richiede relazioni personali molto più forti di quelle che si possono sviluppare sul WEB, cresce nella preghiera e nella liturgia: chi sente il desiderio di esservi introdotto deve raggiungere una comunità di fede. Può essere studiata nelle sue manifestazioni esteriori e sociali, come fanno gli antropologi, ma così si rimane al suo esterno e non la si conosce veramente.

Cerco di sviluppare un discorso colto, non superficiale, fatto di ragionamenti compiuti e con precisi riferimenti culturali, sui quali chi vuole può discutere. Il mio però non è un discorso scientifico, perché di quei temi non tratto da specialista, come sono i teologi, gli storici, i sociologi, gli antropologi e gli psicologi: non ne conosco abbastanza e, soprattutto, non so tutto quello che è necessario sapere per essere un specialista. Del resto questa è la condizione di ogni specialista riguardo alle altre specializzazioni. Le scienze evolvono anche nelle relazioni tra varie specializzazioni, in un rapporto interdisciplinare, e allora il discorso colto costituisce la base per una comune comprensione. E, comunque, per gli scopi del mio discorso, non occorre una precisione specialistica, ma semmai una certa affidabilità nei riferimento, ad esempio nella ricostruzione sommaria dei fenomeni storici. Per raggiungerla, nelle relazioni intellettuali, ci si aiuta a vicenda, formulando obiezioni e proposte di correzioni: in questo consiste il dialogo intellettuale. Anch’io mi valgo di questo lavoro, ma non appare qui, è fatto nei miei ambienti sociali di riferimento.

Un cordiale benvenuto a tutti e un vivo ringraziamento a tutti coloro che vorranno interloquire.

Dall’anno associativo 2020/2021 il gruppo di AC di San Clemente Papa si riunisce abitualmente il secondo, il terzo e il quarto sabato del mese alle 17 e anima la Messa domenicale delle 9. Durante la pandemia da Covid 19 ci siamo riuniti in videoconferenza Google Meet. Anche dopo che la situazione sanitaria sarà tornata alla normalità, organizzeremo riunioni dedicate a temi specifici e aperte ai non soci con questa modalità.

Per partecipare alle riunioni del gruppo on line con Google Meet, inviare, dopo la convocazione della riunione di cui verrà data notizia sul blog, una email a mario.ardigo@acsanclemente.net comunicando come ci si chiama, la email con cui si vuole partecipare, il nome e la città della propria parrocchia e i temi di interesse. Via email vi saranno confermati la data e l’ora della riunione e vi verrà inviato il codice di accesso. Dopo ogni riunione, i dati delle persone non iscritte verranno cancellati e dovranno essere inviati nuovamente per partecipare alla riunione successiva.

La riunione Meet sarà attivata cinque minuti prima dell’orario fissato per il suo inizio.

Mario Ardigò, dell'associazione di AC S. Clemente Papa - Roma

NOTA IMPORTANTE / IMPORTANT NOTE

SUL SITO www.bibbiaedu.it POSSONO ESSERE CONSULTATI LE TRADUZIONI IN ITALIANO DELLA BIBBIA CEI2008, CEI1974, INTERCONFESSIONALE IN LINGUA CORRENTE, E I TESTI BIBLICI IN GRECO ANTICO ED EBRAICO ANTICO. CON UNA FUNZIONALITA’ DEL SITO POSSONO ESSERE MESSI A CONFRONTO I VARI TESTI.

ON THE WEBSITE www.bibbiaedu.it THE ITALIAN TRANSLATIONS OF THE BIBLE CEI2008, CEI1974, INTERCONFESSIONAL IN CURRENT LANGUAGE AND THE BIBLICAL TEXTS IN ANCIENT GREEK AND ANCIENT JEWISH MAY BE CONSULTED. WITH A FUNCTIONALITY OF THE WEBSITE THE VARIOUS TEXTS MAY BE COMPARED.

Il sito della parrocchia:

https://www.parrocchiasanclementepaparoma.com/

mercoledì 6 marzo 2019

Razzisti del nuovo Millennio - Racists of the new Millennium


Razzisti del nuovo millennio






Luigi Ciotti ha pubblicato il libretto Lettera a un razzista del nuovo Milennio, edito da Edizioni Gruppo Abele,  disponibile anche in e-book.

Luigi Ciotti has published the booklet Letter to a racist of the new Milennium, published by Edizioni Gruppo Abele, also available in e-books.

Note: after the Italian text there is the translation in English, done with the help of Google Translator. I tried to correct, within the limits of my knowledge of English, some inaccuracies that automatic translation still inevitably entails. I have experimented that even with these inaccuracies the translation allows us to be understood by those who speak English, in the many national versions of the world, or who use it as a second or third language. It is the function that in ancient times carried out the Greek. Trying to be understood by other peoples corresponds to an ancient vocation of the Church of Rome, which is still current.
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Il 12 marzo 2000, durante il Grande Giubileo dell’Anno 2000, pregammo così, guidati dal papa Giovanni Paolo 2°:

V. CONFESSIONE DELLE COLPE COMMESSE CON COMPORTAMENTI CONTRO L'AMORE, LA PACE, I DIRITTI DEI POPOLI, IL RISPETTO DELLE CULTURE E DELLE RELIGIONI 
Un Rappresentante della Curia Romana: 
Preghiamo perché nella contemplazione di Gesù,
nostro Signore e nostra Pace,
i cristiani sappiano pentirsi delle parole e dei comportamenti
che a volte sono stati loro suggeriti dall'orgoglio, dall'odio,
dalla volontà di dominio sugli altri,
dall'inimicizia verso gli aderenti ad altre religioni
e verso gruppi sociali più deboli,
come quelli degli immigrati e degli zingari. 

Preghiera in silenzio. 
Il Santo Padre: 
Signore del mondo, Padre di tutti gli uomini,
attraverso tuo Figlio
tu ci hai chiesto di amare il nemico,
di fare del bene a quelli che ci odiano
e di pregare per i nostri persecutori.
Molte volte, però, i cristiani hanno sconfessato il Vangelo
e, cedendo alla logica della forza,
hanno violato i diritti di etnie e di popoli,
disprezzando le loro culture e le loro tradizioni religiose:
mostrati paziente e misericordioso con noi e perdonaci!
Per Cristo nostro Signore. 

R. Amen. 
R. Kyrie, eleison; Kyrie, eleison; Kyrie, eleison. 
Viene accesa una lampada davanti al Crocifisso 



Nell’indire l’Anno Santo, con la Bolla Il Mistero dell’Incarnazione - The Mistery of Incarnations -  Incarnationis Mysterium  (29 novembre 1998), quel Papa ci chiamò a «un atto di coraggio e di umiltà nel riconoscere le mancanze compiute da quanti hanno portato e portano il nome di cristiani».
 Scrisse:

«L'Anno Santo è per sua natura un momento di chiamata alla conversione. E' questa la prima parola della predicazione di Gesù, che significativamente si coniuga con la disponibilità a credere: « Convertitevi e credete al Vangelo » (Mc 1, 15). L'imperativo che Cristo pone è conseguenza della presa di coscienza del fatto che « il tempo è compiuto » (Mc1, 15). Il compiersi del tempo di Dio si traduce in appello alla conversione. Questa, peraltro, è in primo luogo frutto della grazia. E' lo Spirito che spinge ognuno a « rientrare in se stesso » e a percepire il bisogno di ritornare alla casa del Padre (cfr Lc 15, 17-20). L'esame di coscienza, quindi, è uno dei momenti più qualificanti dell'esistenza personale. Con esso, infatti, ogni uomo è posto dinanzi alla verità della propria vita. Egli scopre, così, la distanza che separa le sue azioni dall'ideale che si è prefisso.
La storia della Chiesa è una storia di santità. Il Nuovo Testamento afferma con forza questa caratteristica dei battezzati: essi sono « santi » nella misura in cui, separati dal mondo in quanto soggetto al Maligno, si consacrano a rendere il culto all'unico e vero Dio. Di fatto, questa santità si manifesta nelle vicende di tanti Santi e Beati, riconosciuti dalla Chiesa, come anche in quelle di un'immensa moltitudine di uomini e donne sconosciuti il cui numero è impossibile calcolare (cfr Ap 7, 9). La loro vita attesta la verità del Vangelo e offre al mondo il segno visibile della possibilità della perfezione. E' doveroso riconoscere, tuttavia, che la storia registra anche non poche vicende che costituiscono una contro-testimonianza nei confronti del cristianesimo. Per quel legame che, nel Corpo mistico, ci unisce gli uni agli altri, tutti noi, pur non avendone responsabilità personale e senza sostituirci al giudizio di Dio che solo conosce i cuori, portiamo il peso degli errori e delle colpe di chi ci ha preceduto. Ma anche noi, figli della Chiesa, abbiamo peccato e alla Sposa di Cristo è stato impedito di risplendere in tutta la bellezza del suo volto. Il nostro peccato ha ostacolato l'azione dello Spirito nel cuore di tante persone. La nostra poca fede ha fatto cadere nell'indifferenza e allontanato molti da un autentico incontro con Cristo.
Come Successore di Pietro, chiedo che in questo anno di misericordia la Chiesa, forte della santità che riceve dal suo Signore, si inginocchi dinanzi a Dio ed implori il perdono per i peccati passati e presenti dei suoi figli. Tutti hanno peccato e nessuno può dirsi giusto dinanzi a Dio (cfr 1 Re 8, 46). Si ripeta senza timore: « Abbiamo peccato » (Ger 3, 25), ma sia mantenuta viva la certezza che « laddove ha abbondato il peccato ha sovrabbondato la grazia » (Rm 5, 20).
L'abbraccio che il Padre riserva a chi, pentito, gli va incontro sarà la giusta ricompensa per l'umile riconoscimento delle colpe proprie ed altrui, fondato nella consapevolezza del profondo vincolo che unisce tra loro tutti i membri del Corpo mistico di Cristo. I cristiani sono invitati a farsi carico, davanti a Dio e agli uomini offesi dai loro comportamenti, delle mancanze da loro commesse. Lo facciano senza nulla chiedere in cambio, forti solo dell'« amore di Dio che è stato riversato nei nostri cuori » (Rm 5, 5). Non mancheranno persone equanimi capaci di riconoscere che la storia del passato e del presente ha registrato e registra spesso nei confronti dei figli della Chiesa vicende di emarginazione, di ingiustizie e di persecuzioni.»

  Quella preghiera che ho sopra riportato fu uno di quegli atti di coraggio che il Papa ci chiamò a compiere. Nella loro storia i cristiani sono stati sicuramente anche razzisti, ma a noi Italiani, quando il Papa pregò in quel modo, sembrò che si rivolgesse ad altri e questo nonostante che gli italiani fossero stati di recente razzisti, in particolare dagli anni ’30 del Novecento, sotto il regime fascista. Pensavamo però che quello fosse stato un episodio ormai sepolto nel passato. Pensavamo a noi stessi come vittime del razzismo altrui più che come razzisti. E’ passata una generazione ed ecco che ci troviamo di fronte a un razzismo di massa in Italia, radicato nelle paure della gente e, come durante il fascismo mussoliniano, incoraggiato da capi politici. C’è, come durante il fascismo, la paura della degradazione per contaminazione, presupponendo di essere razza superiore, ma anche, e questa è una paure nuova, quella della degradazione per concorrenza, nel senso che la gente nuova che arriva in Italia da altri parti del mondo farebbe concorrenza agli italiani  ruberebbe loro il lavoro e le prestazioni sociali per gli strati meno ricchi della popolazione, per cui non ce ne sarebbe più per tutti. Questa paura contrasta con l’idea di superiorità della nostra etnia, perché, se fosse veramente superiore, non dovrebbe temere la concorrenza di persona che sono svantaggiate sotto tanti punti di vista, innanzi tutto perché non conosce ancora bene la nostra lingua, ma anche per l’istruzione e per le risorse di cui dispone. Gli italiani di oggi, in fondo, vogliono essere preferiti ai nuovi arrivati perché c’erano prima, non perché superiori in qualche cosa. Questo, sostanzialmente, il senso dello slogan “Prima gli italiani”, che non è originale, perché è semplicemente l’adattamento di quello “America First” - L’America al primo posto, che è stato nuovamente messo in uso nella polemica politica dal presidente statunitense Donald Trump. Con quello slogan non siamo arrivati per primi, ma nemmeno Trump, il quale lo ha recuperato dal suo predecessore Woodrow Wilson, che lo coniò per la campagna elettorale del 1916. Entrambi gli argomenti, quello della superiorità etnica e dell’America First furono storicamente utilizzati dagli statunitensi contro gli italiani. Luigi Ciotti, nel libro che ho sopra citato, riporta un brano di un articolo apparso nel maggio 1922 su un giornale scientifico statunitense, la North American Review:
«Non abbiamo spazio in questo Paese  per “l’uomo con la zappa”, sporco della terra che scava e guidato da una mente minimamente superiore  a quella del bue, di cui è fratello. La percentuale degli stranieri con un’età mentale inferiore a quella di un undicenne  è del 45,6 per cento. Dobbiamo opporci agli arrivi dall’Italia, con il 63,4 per cento di immigrati catalogabili al gradino più basso della scala.»
 «Attenzione» scrive Luigi Ciotti, «Il razzismo e la mancanza di compassione e sensibilità per la sofferenza e il destino delle altre persone preparano esiti bui.” Riporta un intervento di Igiaba Scego, scrittrice italiana di origine somala:
«Negli anni Sessanta i somali, belli, eleganti, facevano belle feste davanti al m are con aragoste e branzini; se qualcuno allora avesse detto loro che i figli e i nipoti avrebbero preso un barcone (e non l’aereo come loro) per andare in Europa, facendosi ricattare, stuprare, imprigionare, non ci avrebbero creduto. Avrebbero scosso la testa dicendo “a noi mai”, avrebbero riso probabilmente. E invece è successo. Il futuro è sempre incerto, amici miei. Preoccuparsi per i diritti degli altri non è buonismo, ma significa anche (oltre ad essere segno di umanità) preoccuparsi dei propri. Perché non si sa a chi toccherà la prossima volta il fato avverso. Almeno affrontiamolo tutti quanti con dei diritti in tasca. Datemi retta, lo so per esperienza, e meglio.»
  Siamo parte del mondo animale, ma la cultura e la civiltà ci rendono umani. Gli animali sono sottomessi alla dura legge della forza, secondo la quale pesce grosso mangia pesce piccolo e quando le forze non bastano si soccombe. Abbandonando cultura e civiltà ci sottomettiamo di nuovo a quella legge. In questa prospettiva l’Italia  è uno dei pesci piccoli del mondo destinati ad essere mangiati dai grossi. E’ appunto per essere più forti che abbiamo costruito l’Unione Europea, dalla quale ora ci sentiamo sfruttati, e per questo motivo pensiamo anche di lasciarla. Un pesce ancora più piccolo come l’Ungheria, con appena dieci milioni di abitanti, mentre l’Italia ne ha sei volte di più, invece non pensa di staccarsi dall’Unione Europa, dalla quale ha avuto contributi essenziali per la sua rinascita nazionale, contributi ai quali ha partecipato anche l’Italia, che è uno stato molto più ricco e sviluppato dal punto di vista economico e industriale. Ci sono alcuni in  Italia che vogliono prendere esempio dall’Ungheria: tengano conto di quello che ho scritto.
 Scrive Luigi Ciotti:
«Il razzismo, dopo essere stato per decenni un tabù, incombe oggi sul nostro Paese. Parlo del razzismo nella sua accezione più cruda, cioè della pulsione ostile, aggressiva nei confronti di chi è percepito come diverso: per il colore della pelle o per abitudini di vita, lingua, religione”. Il razzismo è un peccato molto grave, di cui siamo chiamati a pentirci. Lo ricordò papa Giovanni Paolo 2°, come anche i suoi successori. Ma, sostengono alcuni politici, gli italiani, anche quelli che vanno ancora in chiesa, non stanno con il Papa e i vescovi. E’ veramente così?
Mario Ardigò - Azione Cattolica in San Clemente papa - Roma, Monte Sacro, Valli

Translation in English made with the help of Google Translator

 Racists of the new millennium

On March 12, 2000, during the Great Jubilee of the Year 2000, we prayed like this, led by Pope John Paul II:

V. CONFESSION OF SINS COMMITTED IN ACTIONS AGAINST LOVE, PEACE, THE RIGHTS OF PEOPLES, AND RESPECT FOR CULTURES AND RELIGIONS
A representative of the Roman Curia:
Let us pray that contemplating Jesus,
our Lord and our Peace,
Christians will be able to repent of the words and attitudes
caused by pride, by hatred,
by the desire to dominate others,
by enmity towards members of other religions
and towards the weakest groups in society,
such as immigrants and itinerantes
Silent prayer.
The Holy Father:
Lord of the world, Father of all,
through your Son
you asked us to love our enemies,
to do good to those who hate us
and to pray for those who persecute us.
Yet Christians have often denied the Gospel;
yielding to a mentalíty of power,
they have violated the rights of ethnic groups and peoples,
and shown contempt for their cultures and religious traditions:
be patient and merciful towards us, and grant us your forgiveness!
We ask this through Christ our Lord.
R. Amen.
R. Kyrie, eleison; Kyrie, eleison; Kyrie, eleison.
A lamp is lit before the Crucifix.

In announcing the Holy Year, with the Bull The Mystery of Incarnation - The Mystery of Incarnations - Incarnationis Mysterium (November 29, 1998), that Pope called us to "an act of courage and humility in recognizing the wrongs done by those who have borne or bear the name of Christian. "
  He wrote:

«By its nature, the Holy Year is a time when we are called to conversion. This is the first word of the preaching of Jesus, which significantly enough is linked with readiness to believe: “Repent and believe the Good News” (Mk 1:15). The imperative put by Christ flows from realization of the fact that “the time is fulfilled” (Mk 1:15). The fulfilment of God's time becomes a summons to conversion, which is in the first place an effect of grace. It is the Spirit who impels each of us to “return into ourselves” and to see the need to go back to the Father's house (cf. Lk 15:17-20). Examination of conscience is therefore one of the most decisive moments of life. It places each individual before the truth of his own life. Thus he discovers the distance which separates his deeds from the ideal which he had set himself.
  The history of the Church is a history of holiness. The New Testament strongly states this mark of the baptized: they are “saints” to the extent that, being separate from the world insofar as the latter is subject to the Evil One, they consecrate themselves to worshipping the one true God. In fact, this holiness is evident not only in the lives of the many Saints and Beati recognized by the Church, but also in the lives of the immense host of unknown men and women whose number it is impossible to calculate (cf. Rev 7:9). Their lives attest to the truth of the Gospel and offer the world a visible sign that perfection is possible. Yet it must be acknowledged that history also records events which constitute a counter-testimony to Christianity. Because of the bond which unites us to one another in the Mystical Body, all of us, though not personally responsible and without encroaching on the judgement of God who alone knows every heart, bear the burden of the errors and faults of those who have gone before us. Yet we too, sons and daughters of the Church, have sinned and have hindered the Bride of Christ from shining forth in all her beauty. Our sin has impeded the Spirit's working in the hearts of many people. Our meagre faith has meant that many have lapsed into apathy and been driven away from a true encounter with Christ.
  As the Successor of Peter, I ask that in this year of mercy the Church, strong in the holiness which she receives from her Lord, should kneel before God and implore forgiveness for the past and present sins of her sons and daughters. All have sinned and none can claim righteousness before God (cf. 1 Kgs 8:46). Let it be said once more without fear: “We have sinned” (Jer 3:25), but let us keep alive the certainty that “where sin increased, grace abounded even more” (Rom 5:20).
The embrace which the Father reserves for repentant sinners who go to him will be our just reward for the humble recognition of our own faults and the faults of others, a recognition based upon awareness of the profound bond which unites all the members of the Mystical Body of Christ. Christians are invited to acknowledge, before God and before those offended by their actions, the faults which they have committed. Let them do so without seeking anything in return, but strengthened only by “the love of God which has been poured into our hearts” (Rom 5:5). At the same time, there will be no lack of fair-minded people able to recognize that past and present history also records incidents of exclusion, injustice and persecution directed against the sons and daughters of the Church.»

That prayer I mentioned above was one of those acts of courage that the Pope called us to do. In their history the Christians were certainly also racist, but to us Italians, when the Pope prayed that way, it seemed that he was addressing to others and this despite the fact that the Italians had recently been racist, particularly since the 1930s , under the fascist regime. But we thought that this was an episode now buried in the past. We thought of ourselves as victims of the racism of others rather than racists. A generation has passed and here we are faced with a mass racism in Italy, rooted in people's fears and, as during Mussolini's fascism, encouraged by political leaders. There is, as during fascism, the fear of degradation by contamination, assuming to be a superior race, but also, and this is a new fear, that of degradation by competition, in the sense that new people who arrive in Italy from others parts of the world would compete with the Italians would steal their work and social benefits for the less rich sections of the population, so there would be no more for everyone. This fear contrasts with the idea of ​​superiority of our ethnicity, because, if it were truly superior, it should not fear the competition of a person who is disadvantaged under many points of view, first of all because he does not yet know our language well, but also for education and for the resources at its disposal. The Italians of today, after all, want to be preferred to newcomers because they were there before, not because they were superior in something. This, basically, the meaning of the slogan "First the Italians", which is not original, because it is simply the adaptation of the "America First" - America at first place, which was again put into use in the political controversy from US president Donald Trump. With that slogan we did not arrive first, but not even Trump, who recovered it from his predecessor Woodrow Wilson, who coined him for the election campaign of 1916. Both arguments, that of ethnic superiority and America First were historically used from the Americans against the Italians. Luigi Ciotti, in the book I quoted above, reports a passage from an article that appeared in May 1922 in a US scientific journal, the North American Review:
«We have no room in this country for "the man with the hoe", dirty of the earth that he digs and guided by a mind that is in no way superior to that of the ox, of which it is a brother. The percentage of foreigners with a mental age lower than that of an eleven year old is 45.6 percent. We must oppose arrivals from Italy, with 63.4 percent of immigrants cataloged on the lowest step of the scale.»
 "Be careful!!" writes Luigi Ciotti, "Racism and the lack of compassion and sensitivity for the suffering and the fate of other people prepare dark outcomes." Report of an intervention by Igiaba Scego, Italian writer of Somali origin:
«In the Sixties, the Somalis, beautiful and elegant, made beautiful parties before the sea with lobsters and sea bass; if someone then told them that their children and grandchildren would take a boat (and not the plane like them) to go to Europe, being blackmailed, raped, imprisoned, they would not have believed it. They would have shaken their heads saying "never to us", they would probably have laughed. Instead it happened. The future is always uncertain, my friends. Worrying about the rights of others is not goodness, but it also means (as well as being a sign of humanity) to worry about one's own. Because you do not know who will touch the fate of the next time. At least let's face it all with rights in your pocket. Listen to me, I know from experience, and better.»
  We are part of the animal world, but culture and civilization make us human. The animals are subjected to the harsh law of force, according to which big fish eats small fish and when forces are not enough, it succumbs. Abandoning culture and civilization we submit ourselves to that law again. In this perspective Italy is one of the smallest fish in the world destined to be eaten by the big ones. It is precisely to be stronger that we have built the European Union, from which we now feel exploited, and for this reason we also think to leave it. An even smaller fish like Hungary, with just ten million inhabitants, while Italy has six times more, but does not think to detach itself from the European Union, from which it has had essential contributions for its national rebirth, contributions to which Italy also took part, which is a much richer and economically and industrially developed state. There are some in Italy who want to take an example from Hungary: take into account what I wrote.
 Luigi Ciotti writes:
"Racism, after having been a taboo for decades, is looming today on our country. I speak of racism in its crudest meaning, that is, of the hostile drive, aggressive towards those who are perceived as different: for the color of the skin or for the habits of life, language, religion ". Racism is a very serious sin, of which we are called to repent. Pope John Paul II remembered him, as did his successors. But, some politicians claim, Italians, even those still going to church, are not with the Pope and the bishops. Is it really like that?
Mario Ardigò - Catholic Action in San Clemente pope - Rome, Monte Sacro, Valli district