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Questo blog è stato aperto da Mario Ardigò per consentire il dialogo fra gli associati dell'associazione parrocchiale di Azione Cattolica della Parrocchia di San Clemente Papa, a Roma, quartiere Roma - Montesacro - Valli, un gruppo cattolico, e fra essi e altre persone interessate a capire il senso dell'associarsi in Azione Cattolica, palestra di libertà e democrazia nello sforzo di proporre alla società del nostro tempo i principi di fede, secondo lo Statuto approvato nel 1969, sotto la presidenza nazionale di Vittorio Bachelet, e aggiornato nel 2003.

This blog was opened by Mario Ardigò to allow dialogue between the members of the parish association of Catholic Action of the Parish of San Clemente Papa, in Rome, the Roma - Montesacro - Valli district, a Catholic group, and between them and other interested persons to understand the meaning of joining in Catholic Action, a center of freedom and democracy in the effort to propose the principles of faith to the society of our time, according to the Statute approved in 1969, under the national presidency of Vittorio Bachelet, and updated in 2003.

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L’Azione Cattolica Italiana è un’associazione di laici nella chiesa cattolica che si impegnano liberamente per realizzare, nella comunità cristiana e nella società civile, una specifica esperienza, ecclesiale e laicale, comunitaria e organica, popolare e democratica. (dallo Statuto)

Italian Catholic Action is an association of lay people in the Catholic Church who are freely committed to creating a specific ecclesial and lay, community and organic, popular and democratic experience in the Christian community and in civil society. (from the Statute)

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Scrivo per dare motivazioni ragionevoli all’impegno sociale. Lo faccio secondo l’ideologia corrente dell’Azione Cattolica, che opera principalmente in quel campo, e secondo la mia ormai lunga esperienza di vita sociale. Quindi nell’ordine di idee di una fede religiosa, dalla quale l’Azione Cattolica trae i suoi più importanti principi sociali, ma senza fare un discorso teologico, non sono un teologo, e nemmeno catechistico, di introduzione a quella fede. Secondo il metodo dell’Azione Cattolica cerco di dare argomenti per una migliore consapevolezza storica e sociale, perché per agire in società occorre conoscerla in maniera affidabile. Penso ai miei interlocutori come a persone che hanno finito le scuole superiori, o hanno raggiunto un livello di cultura corrispondente a quel livello scolastico, e che hanno il tempo e l’esigenza di ragionare su quei temi. Non do per scontato che intendano il senso della terminologia religiosa, per cui ne adotto una neutra, non esplicitamente religiosa, e, se mi capita di usare le parole della religione, ne spiego il senso. Tengo fuori la spiritualità, perché essa richiede relazioni personali molto più forti di quelle che si possono sviluppare sul WEB, cresce nella preghiera e nella liturgia: chi sente il desiderio di esservi introdotto deve raggiungere una comunità di fede. Può essere studiata nelle sue manifestazioni esteriori e sociali, come fanno gli antropologi, ma così si rimane al suo esterno e non la si conosce veramente.

Cerco di sviluppare un discorso colto, non superficiale, fatto di ragionamenti compiuti e con precisi riferimenti culturali, sui quali chi vuole può discutere. Il mio però non è un discorso scientifico, perché di quei temi non tratto da specialista, come sono i teologi, gli storici, i sociologi, gli antropologi e gli psicologi: non ne conosco abbastanza e, soprattutto, non so tutto quello che è necessario sapere per essere un specialista. Del resto questa è la condizione di ogni specialista riguardo alle altre specializzazioni. Le scienze evolvono anche nelle relazioni tra varie specializzazioni, in un rapporto interdisciplinare, e allora il discorso colto costituisce la base per una comune comprensione. E, comunque, per gli scopi del mio discorso, non occorre una precisione specialistica, ma semmai una certa affidabilità nei riferimento, ad esempio nella ricostruzione sommaria dei fenomeni storici. Per raggiungerla, nelle relazioni intellettuali, ci si aiuta a vicenda, formulando obiezioni e proposte di correzioni: in questo consiste il dialogo intellettuale. Anch’io mi valgo di questo lavoro, ma non appare qui, è fatto nei miei ambienti sociali di riferimento.

Un cordiale benvenuto a tutti e un vivo ringraziamento a tutti coloro che vorranno interloquire.

Dall’anno associativo 2020/2021 il gruppo di AC di San Clemente Papa si riunisce abitualmente il secondo, il terzo e il quarto sabato del mese alle 17 e anima la Messa domenicale delle 9. Durante la pandemia da Covid 19 ci siamo riuniti in videoconferenza Google Meet. Anche dopo che la situazione sanitaria sarà tornata alla normalità, organizzeremo riunioni dedicate a temi specifici e aperte ai non soci con questa modalità.

Per partecipare alle riunioni del gruppo on line con Google Meet, inviare, dopo la convocazione della riunione di cui verrà data notizia sul blog, una email a mario.ardigo@acsanclemente.net comunicando come ci si chiama, la email con cui si vuole partecipare, il nome e la città della propria parrocchia e i temi di interesse. Via email vi saranno confermati la data e l’ora della riunione e vi verrà inviato il codice di accesso. Dopo ogni riunione, i dati delle persone non iscritte verranno cancellati e dovranno essere inviati nuovamente per partecipare alla riunione successiva.

La riunione Meet sarà attivata cinque minuti prima dell’orario fissato per il suo inizio.

Mario Ardigò, dell'associazione di AC S. Clemente Papa - Roma

NOTA IMPORTANTE / IMPORTANT NOTE

SUL SITO www.bibbiaedu.it POSSONO ESSERE CONSULTATI LE TRADUZIONI IN ITALIANO DELLA BIBBIA CEI2008, CEI1974, INTERCONFESSIONALE IN LINGUA CORRENTE, E I TESTI BIBLICI IN GRECO ANTICO ED EBRAICO ANTICO. CON UNA FUNZIONALITA’ DEL SITO POSSONO ESSERE MESSI A CONFRONTO I VARI TESTI.

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Il sito della parrocchia:

https://www.parrocchiasanclementepaparoma.com/

domenica 28 aprile 2013

Domenica 28-4-13 - 5° Domenica di Pasqua - - Lezionario dell’anno C per le domeniche e le solennità – salterio: 1° settimana – colore liturgico: bianco – Letture della Messa - avvisi parrocchiali e di A.C.


Domenica 28-4-13 -  5° Domenica di Pasqua - -   Lezionario dell’anno C per le domeniche e le solennità – salterio: 1° settimana – colore liturgico: bianco – Letture della Messa -  avvisi parrocchiali e  di A.C.

Osservazioni ambientali: temperatura 18° C. . Cielo: sereno: è un splendida giornata di primavera romana. Canti: ingresso, Alzo gli occhi verso i monti; Offertorio, Sei grande Dio; Comunione, Fratello sole, sorella luna. Eravamo quanti sono bastati per una bella Messa. Il gruppo di AC era a destra dell'altare, guardando l'abside.

Buona Domenica a tutti!

Prima lettura
Dagli  Atti degli apostoli (At 14,21b-27)

 In quei giorni, Paolo e Bàrnaba ritornarono a Listra, Iconio e Antiochia, confermando i discepoli ed esortandoli a restare saldi ella fede "perché -dicevano- dobbiamo entrare nel regno di Dio attraverso molte tribolazioni". Designarono quindi per loro in ogni  Chiesa alcuni anziani e, dopo avere pregato e digiunato, li affidarono al Signore, nel quale avevano creduto. Attraversata poi la Pisìdia, raggiunsero la Panfilia e, dopo avere proclamato la Parola a Perge, scesero ad Attàlia; di qui feceero vela per Antiochia, là dove erano stati affidati alla grazia di Dio per l'opera che avevano compiuto. Appena arrivati, riunirono la Chiesa e riferirono tutto quello che Dio aveva fatto per mezzo loro e come avesse aperto ai pagani la porta della fede.

Salmo responsoriale
Dal salmo 144

Ritornello:
Benedirò il tuo nome per sempre, Signore.

Misericordioso e pietoso è il Signore,
lento all'ira e grande nell'aore.
Buono è il Signore verso tutti,
la sua tenerezza si espande su tutte le creature.

Ti lodino, Signore, tutte le tue opere
e ti benedicano i tuoi fedeli.
Dicano la gloria del tuo regno
e parlino della tua potenza.

Per far conoscere agli uomini le tue imprese
e la splendida gloria del tuo regno.
Il tuo regno è un regno etero,
il tuo dominio si estende per tutte le generazioni.

Seconda lettura
Dal libro dell'Apocalisse di san Giovanni apostolo (Ap 21,1-5a)

 Io, Giovanni, vidi un cielo nuovo e una terra nuova: il cielo e la terra di prima infatti erano scomparsi e il mare non c'era più. E vidi anche la città santa, la Gerusalemme nuova, scendere dal cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo. Udii allora una voce potente che veniva dal trono e diceva: "Ecco la tenda di Dio con gli uomini! Egli abiterà con loro ed essi saranno suoi popoli ed egli sarà il Dio con loro, il loro Dio. E asciugherà ogni lacrima dai loro occhi e non vi sarà più la morte né lutto né lamento né affanno, perché le cose di prima sono passate". E Colui che sedeva sul trono disse: "Ecco io faccio nuove tutte le cose"


Vangelo
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 13,31-33a.34-35)

 Quando Giuda fu uscito [dal cenacolo], Gesù disse: "Ora il Figlio dell'uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi. Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli un per gli altri.

Sintesi dell'omelia della Messa delle nove

Il periodo liturgico che stiamo vivendo ci invita alla gioia, all'esultanza, all'alleluia al Signore. Facciamo memoria della Resurrezione del Signore. La religione non risolve tutti i nostri problemi, anzi la Croce è sempre presente nella vita dei cristiani, ma ci consente di affrontarli con uno spirito nuovo.
 Nella prima lettura san Luca ci presenta Paolo e Barnaba impegnati nell'annuncio cristiano a popolazioni pagane. Le differenze nelle nostre comunità a volte creano problemi, ma dobbiamo ricordare che le differenze tra noi sono anche una ricchezza. La gioia dell'annuncio pasquale ci spinge verso gli altri, a non chiuderci tra chi la pensa come noi, anche a costo della vita.
 La seconda lettura ci presenta il compimento delle nostre attese religiose, quando morte, lutto e sofferenze non saranno più. Tutte le cose saranno fatte nuove e Dio sarà glorificato.
 Nell'ultima lettura troviamo il comandamento dell'amore. Il brano evangelico segue la narrazione dell'uscita di Giuda dal cenacolo. Giuda andò a tradire Gesù. Ma Gesù continuò ad amarlo: il suo comandamento di amore riguarda anche l'amore per i nemici. Ci invita ad amare come lui ama. L'amore, anche per i nemici, è ciò che ci rende riconoscibili come suoi seguaci.  E' l'amore che fa nuove tutte le cose, ma quell'amore che rischia anche la vita per gli altri e rimane nella sofferenza, fino alla fine. E' questo amore il compimento della nostra fede religiose, ciò che fa nuove tutte le cose.
Il messaggio di Dio ci lascia tre cose: un'eredità, un dono e un compito. L'eredità e il dono si risolvono nell'amore donato da Cristo. Il compito è quello di amarci come Gesù ci ha  amato.
 La vita di fede si regge su tre gambe: liturgia, Parola di Dio e Comunione.
 La Comunione, che significa amore tra di noi e verso gli altri, è particolarmente importante perché è da essa che si riconoscono i cristiani.
 Se una di quelle tre gambe viene a mancare, prima o poi cade tutta la vita di fede.
 Nel film del regista Mel Gibson sulla passione di Cristo, c'è una sequenza in cui Gesù, andando verso il Golgota sanguinante in volto per la flagellazione subita, cade. Maria sua madre accorre per soccorrerlo e lui, a qual punto, rivolgendosi verso di lei, le dice "Faccio nuove tutte le cose".


Sintesi di Mario Ardigò, per come ha inteso le parole del celebrante – Azione Cattolica in San Clemente Papa – Roma, Monte Sacro Valli

Un volontario di Volontariato Sclerosi Multipla onlus, associazione di volontariato che si occupa di varie iniziative per emergenze sociali, ha chiesto contributi. Sul sagrato vi è un banchetto con materiale che illustra le iniziative dell'associazione e si offrono vari gadget a chi intenda versare un'offerta.


Avvisi parrocchiali:
-oggi alle ore 17, nel Pratone delle Valli, nei pressi del mercatino, si svolgerà il secondo incontro della Grande Missione Cittadina organizzata dalla Diocesi di Roma, con la collaborazione del Cammino Neocatecumenale, nell'ambito delle iniziative dell'Anno della Fede. Verrà proclamato l'annuncio evangelico (Cristo è morto e risorto per la nostra salvezza, perché Dio ci ama) e ci sarà una chiamata alla conversione. Saranno presentate esperienze di vita dalle quali emergeranno i frutti della conversione. Tutti sono invitati a partecipare, possibilmente portando con sé altre persone. Gli incontri proseguiranno nella giornata 5 maggio. La fede religiosa può cambiare in meglio il nostro modo di affrontare i problemi e le difficoltà della nostra vita, donando pace interiore e un senso alla nostra vita, con le sue gioie e le sue sofferenze, ciò anche se la religione non promette di farci conseguire magicamente la soluzione di tutti i nostri guai.
-lunedì 290 aprile è la festa di S. Caterina da Siena, patrona d'Italia e d'Europa;
-da mercoledì 1 maggio all'ultima domenica di settembre, la Messa della sera inizierà alle ore 19:00;
-nel mese di maggio, mese mariano, alle 18:30 verrà recitato il Santo Rosario e durante la Messa vespertina ci sarà un pensiero mariano;
-il 2 maggio è il primo giovedì del mese: il Santissimo sarà esposto all'adorazione nella Chiesa parrocchiale dalle ore 10:00 alle ore 19:00. Prima della Messa Vespertina si pregherà per le vocazioni sacerdotali;
-il  3 maggio è il primo venerdì del Mese: verrà portata la Comunione agli ammalati;
-domenica 5 maggio sarà presente in parrocchia, dalle ore 8:30 alle 11:00, l'emoteca per la raccolta del sangue. Chi intende donarlo, venga digiuno.

Avvisi di A.C.:
- martedì 30 aprile. alle ore 17:00, nella sala nel corridoio davanti al Centro di ascolto), si terrà la riunione del gruppo parrocchiale dell’Azione Cattolica. Gli associati sono invitati a preparare una meditazione  sulle lettura di domenica 5 maggio 2012   - 6° del Tempo di Pasqua (At 15,1-2.22-20;; Ap 21,10-14.22-23;  Gv 14,23-29). Saranno trattati temi relativi all’Anno della Fede,  nello stesso spirito che anima la Grande Missione Cittadina di cui sopra, ma con il metodo che è proprio dell'Azione Cattolica. La parrocchia è un realtà pluralistica, anche se si agisce sempre con unità di propositi, secondo le indicazioni del vescovo e del parroco che lo rappresenta qui tra noi;
- si segnala il sito WEB  www.parolealtre.it , il nuovo portale di Azione Cattolica sulla formazione;
- si segnala il sito WEB  Viva il Concilio http://www.vivailconcilio.it/
iniziativa attuata per conoscere la storia, lo spirito e i documenti del Concilio Vaticano 2° (1962-1965) e per   scoprirne e promuoverne nella società di oggi tutte le potenzialità.
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

sabato 27 aprile 2013

Appunti di lettura da "Il Cielo e la Terra" di Bergoglio/Skorka, Mondadori 2013 - 3° parte "ONG"


Appunti di lettura da Il Cielo e la Terra di Bergoglio-Skorka,  Mondadori, 2013
3° parte 
"ONG"

 Nei discorsi di Papa Francesco si è fatto qualche volta riferimento alle ONG, per dire che la Chiesa "non è una ONG". Questa espressione, che risulta chiara in un contesto non europeo, in particolare in paesi  poco sviluppati o ex poco sviluppati, quelli che venivano compresi nell'espressione Terzo Mondo, richiede qualche spiegazione da noi in Italia.
 ONG  significa "organizzazione non governativa" e designa  un tipo di associazione privata, quindi non emanazione di un'organizzazione statale o delle Nazioni Unite o di altre organizzazione internazionali pubbliche,   che opera con finalità caritative e assistenziali all'estero, in zone del mondo sottosviluppate. La diversità rispetto ad una organizzazione privata caritativa come la Caritas sta nel fatto che una ONG  lavora all'estero e cura particolarmente l'aspetto dell'assistenza allo sviluppo delle società a favore delle quale opera. E' chiaro quindi perché in Italia non abbiamo esperienza diretta del lavoro di una ONG (di solito le attività di questo tipo di organizzazioni ci vengono presentate per richiedere contributi). L'Italia non è una parte del mondo sottosviluppata. Ha fatto impressione quando, qualche settimana fa, una  vera e propria ONG, Emergency, ha annunciato che inizierà a lavorare in alcune zone del nostro Meridione, dove vive popolazione immigrata in condizioni pessime, quasi totalmente priva di assistenza sanitaria.
 In Il Cielo e la Terra la questione della diversità della Chiesa cattolica da una ONG viene trattata nel capitolo 5°, sui leader religiosi e questo manifesta con chiarezza il discorso che si vuole sviluppare.
 In Italia è sempre latente una polemica reazionaria contro i preti che operano nel sociale, a favore dei senza casa, dei tossicodipendenti, degli ex detenuti, degli immigrati poveri e via dicendo. Li si accusa di trascurare i doveri propriamente religiosi di insegnamento e propaganda religiosa. Non è questa la prospettiva del Papa.
 Nel capitolo i discorsi che si fanno sono intrecciati tra gli interventi di Bergoglio e Skorka, che però si trovano sulla stessa linea.
 Poiché la Chiesa non  è una ONG i suoi capi devono avere particolari caratteristiche, in particolare quella della santità: "La parola -santità- non ha nulla a che vedere con una ONG. Certo, ci deve essere un comportamento sociale adeguato, l'onestà, un'idea su come portare avanti la propria missione, una politica interna. Può funzionare nell'ambito della sua laicità. Ma nella religione la santità è ineludibile nei suoi leader" (pag.44).
 Santità, in un capo religioso, è dunque qualcosa di più che organizzare i propri sottoposti  per operare per il bene degli altri. Riassumendo quello che si spiega nel capitolo citato: bisogna avere una forte interiorità, la consapevolezza che la missione inizia sempre con una chiamata; ci vuole discernimento spirituale, per respingere motivazioni che inconsapevolmente possono evolvere in fanatismo e altre deformazioni; non bisogna, attraverso il potere psichico e il linguaggio religioso, pretendere di dominare il cuore degli altri e tenerli in pugno; ci vuole umiltà che consente anche di lasciare spazio al dubbio (l'umiltà lascia spazio al Signore); non bisogna essere ostinati, troppo prescrittivi e troppo sicuri di sé.
  A pag.40 c'è un brano di Bergoglio che è stato molto citato dopo la sua elezione a Papa:
"…l'umiltà è ciò che garantisce che lì si trova Dio. Quando qualcuno è autosufficiente, quando ha tute le risposte a tutte le domande, questa è la prova che Dio non è con lui. La sufficienza si avverte in ogni falso profeta, nei cattivi leader religiosi che usano la religione a favore del proprio ego. E' la posizione dei religiosi ipocriti, perché parlano di Dio, che è sopra ogni cosa, ma non mettono in pratica i suoi mandati".
  Una delle accuse che spesso vengono mosse alle ONG è di agire da colonizzatrici delle popolazioni in cui operano, proponendo i  propri valori e le proprie idee su che fare senza tenere sufficientemente conto della cultura locale. Esse ribattono elencando i loro risultati, la loro efficienza. Ma questa difesa non è valida per chi agisce come Chiesa. E' l'interiorità che fa la differenza in un'azione ecclesiale, specialmente nei suoi capi.
 In Italia non abbiamo esperienza diretta di ONG, ma di posizioni religiose eccessivamente assertive sì.
Mario Ardigò - Azione Cattolica in San Clemente papa - Roma, Monte Sacro, Valli
 

mercoledì 24 aprile 2013

Appunti di lettura da Il Cielo e la Terra di Bergoglio-Skorka, Mondadori, 2013 - 2° parte


Appunti di lettura da Il Cielo e la Terra di Bergoglio-Skorka,  Mondadori, 2013

2 parte

 La persona che decide di essere religiosa si trova a vivere in mezzo a molte altre persone che non lo sono e a dover entrare in relazione e a collaborare con loro in molte attività sociali. Negli insegnamenti religiosi che vengono impartiti oggi spesso, come reazione ad eccessi del passato, la religiosità di una persona non è vista di buon occhio e si preferisce porre l'accento sulla fede in Gesù e, in particolare, sul proprio rapporto emotivo con la persona di Gesù e l'affidarsi emotivo a Gesù. Di fatto poi un fedele è giudicato dalla comunità da come si comporta, quindi in base alla sua etica, e alla sua etica religiosa, insegnata come esigenza religiosa, anche se poi ci si dichiara disposti a passare sopra molte sue mancanze, purché in certe cose si conformi a quello la comunità pretende da lui considerandolo irrinunciabile.
 Nel libro Bergoglio dichiara che il dialogo con altri che non condividono la nostra fede religiosa deve avere alla base un atteggiamento di rispetto, presuppone che si faccia spazio ai punti di vista e alle opinioni degli altri, senza alcuna condanna preventiva. E' necessario anche disporsi ad un'accoglienza cordiale, abbassare le difese e offrire calore umano (pag.32).
 Questo è necessario anche confrontandosi con gli atei.  Non bisogna affrontarli con spirito di proselitismo, ma fare reciproca conoscenza, perché da questo affiorano l'apprezzamento, l'affetto e l'amicizia (pag.22).
 Come molte persone religiose, Bergoglio è più disposto a riconoscere in chi la pensa diversamente l'agnosticismo, la posizione di chi si dichiara non convinto del soprannaturale, che l'ateismo, l'escludere decisamente il soprannaturale. Conformemente alla dottrina millenaria della Chiesa egli ritiene che  ogni uomo sia fatto a immagine di Dio, che sia o non sia credente e che questo crei una certa affinità tra gil esseri umani, ad esempio in tema di virtù, qualità, grandezze, come anche in tema di meschinità (pag.23). Lo spirito religioso è sempre in ricerca: nell'esperienza di Dio c'è sempre un punto interrogativo. Definisce arroganti quelle teologie che hanno avuto la pretesa di dire esattamente com'era Dio, invece di imitarsi a definirne gli attributi. Dio lo si trova e lo si cerca di continuo (pag.24).
 Osservo che l'esperienza europea è caratterizzata da un franco ed esplicito ateismo di massa, in cui la religione e i problemi di fede interessano poco. Non si tratta di semplice agnosticismo. Prevale una concezione utilitaristica e materialistica dei problemi della vita. Che cosa si ricava dal credere in Dio? Nell'opera missionaria allora può accadere di eccedere, di fare promesse che non potranno essere mantenute, come quelle secondo le quali se uno si affida a Dio vedrà magicamente risolversi tutti i problemi della vita, sul lavoro, nella salute, negli affetti. Salvo poi ripiegare in una spiegazione psicologica del benessere spirituale che si ricava: in religione ci si fa una ragione del male che ci accade. In realtà molte volte la soddisfazione religiosa deriva dal sentirsi accolti in una comunità di eletti, ma ogni esperienza comunitaria alla lunga delude, se non sorretta da altre motivazioni più profonde.
 L'atteggiamento di cordialità umana verso gli altri che non la pensano come noi prescinde dal proselitismo attuato verso piccole comunità di eletti, che poi diventano molto esigenti verso i propri membri. E' cordialità disinteressata, senza secondi fini. Non si va verso gli altri per catturarli, per farli propri. L'assenza di questa finalità ha reso possibile ad una arcivescovo cattolico, Bergoglio, e a un rabbino, Skorka, di dialogare insieme nel libro di cui tratto. Nessuno dei due tenta di convertire l'altro e nessuno dei due prende nemmeno in considerazione l'idea di conversione alla fede dell'altro. Eppure i dialoganti individuano molte esperienze umane in cui mettono in pratica principi etici analoghi.


Mario Ardigò - Azione Cattolica in San Clemente papa - Roma, Monte Sacro, Valli

 

domenica 21 aprile 2013

Appunti di lettura da Il Cielo e la Terra di Bergoglio-Skorka, Mondadori, 2013


Appunti di lettura da Il Cielo e la Terra di Bergoglio-Skorka,  Mondadori, 2013

1 parte
  Dopo l'elezione del nuovo Papa molti stanno cercando di capirne il pensiero. Sono stati quindi posti in commercio molto velocemente suoi scritti di quando non era ancora papa. Uno dei primi, che ha avuto grande diffusione perché è stato distribuito con il quotidiano La Repubblica,  è Il cielo e la terra, pubblicato due anni fa e scritto con il rabbino Abraham Skorka.  Anche se è stato scritto da due persone che esercitano il ministero religioso nelle rispettive comunità, non è un libro di religione e nemmeno sulla religione.  Il dialogo tra i due autori è centrato sull'Argentina del loro tempo e su vari problemi che storicamente quella nazione ha avuto. Ma non è nemmeno un libro di politica, perché non dà indirizzi operativi né si schiera. Piuttosto riflette su come da persona animate da un forte senso etico si può agire di fronte ai problemi del proprio tempo.
  L'Europa e la sua storia sono molto lontane dagli interessi degli autori. Nel libro si fanno rapidi cenni alla storia argentina, che è in genere poco conosciuta in Italia.
 L'indipendenza nazionale argentina dalla monarchia spagnola si compì tra il 1810 e il 1816 ed ebbe le caratteristiche di un processo di decolonizzazione da una potenza europea. Esso ebbe caratteristiche molto diverse da quello italiano il quale, oltre all'indipendenza dalla potenza austriaca, che tuttavia considerava le regioni italiane sotto il suo dominio non territori coloniali ma parte integrante del suo impero, comportò l'abbattimento di diverse monarchie indipendenti italiane, tra le quali quella del Papa. L'indipendentismo argentino non ebbe, in particolare, l'accentuazione anticlericale che caratterizzò quello italiano, per la presenza, tra i principi che si opponevano all'unità nazionale, del papa.
 Alcuni dei temi del libro sono stati recentemente riproposti dal Papa nella sua predicazione. Ad esempio quello della lotta contro le passioni che generano narcisismo, consumismo, relativismo, edonismo (pag.31;61). E il tema dell'umiltà. E, ancora, la necessità di accompagnare l'elemosina con un gesto che stabilisca una relazione più profonda con il bisognoso.
 Possiamo anche immaginare che parlando di certi problemi di spiritualità, il Papa abbia inteso riferirsi ad esempi negativi concretamente esistenti nella società argentina di oggi. Tutto il libro  è centrato sul dialogo,  ma può pensarsi che in Argentina questo con sia la normalità. A proposito di una sua partecipazione a un'assemblea di protestanti, nel corso della quale ricevette la benedizione dei fedeli di quella confessione, il Papa riferisce che poi su una rivista apparve un titolo del seguente tenore Buenos Aires, seggio vacante. L'arcivescovo è incorso nel reato di apostasia  (pag.197).
 Mario Ardigò - Azione Cattolica in San Clemente Papa - Roma - Monte Sacro - Valli

Domenica 21-4-13 -  4° Domenica di Pasqua - -   Lezionario dell’anno C per le domeniche e le solennità – salterio: 4° settimana – colore liturgico: bianco – Letture della Messa -  avvisi parrocchiali e  di A.C.
Osservazioni ambientali: temperatura 16°V. Cielo: poco nuvoloso. Canti: ingresso, Vocazione; Offertorio,Le tue mani; Comunione, Il Signore è il mio pastore. Partecipazione numerosa. Il gruppo di AC era a destra dell'altare, guardando l'abside.
Buona Domenica a tutti!
Prima lettura
Dagli Atti degli apostoli (At 13,14.43-52)
 In quei giorni, Paolo e Barnaba, proseguendo da Perge, arrivarono ad Antiochia di Pisidia, e, entrati nella sinagoga nel giorno di sabato, sedettero. Molti Giudei e prosèliti credenti in Dio seguirono Paolo e Barnaba ed essi intrattenendosi con loro, cercavano di persuaderli a perseverare nella grazia di Dio. Il sabato seguente quasi tutta la città si radunò per ascoltare la parola del Signore. Quando videro quella moltitudine, i Giudei furono ricolmi di gelosia e con parole ingiuriose contrastavano le affermazioni di Paolo. Allora Paolo e Barnaba con franchezza dichiararono: "Era necessario che fosse proclamata prima di tutto a voi la parola di Dio, ma poiché la respingete e non vi giudicate degni della vita eterna, ecco: noi ci rivolgiamo ai pagani. Così infatti ci ha ordinato il Signore: 'Io ti ho posto per essere luce delle genti, perché tu porti la salvezza sino all'estremità della terra'". Nell'udire ciò, i pagani si rallegravano e glorificavano la parola del Signore, e tutti quelli che erano destinati alla vita eterna credettero. La parola del Signore si diffondeva per tutta la regione. Ma i Giudei sobillarono le pie donne della nobiltà e i notabili della città e suscitarono  una persecuzione contro Paolo e Barnaba e li cacciarono  dal loro territorio. Allora essi, scossa contro di loro la polvere dei piedi, andarono a Icònio. I discepoli erano pieni di gioia e di Spirito Santo.
Salmo responsoriale
Dal salmo 99
Ritornello:
Noi siamo suo popolo, gregge che egli guida.
Acclamate il Signore voi tutti della terra,
servite il Signore nella gioia,
presentate via lui con esultanza.
Riconoscete che solo il Signore à Dio:
egli ci ha fatti e noi siamo suoi,
suo popolo e gregge del suo pascolo.
 
Perché buono è il Signore,
il suo amore è per sempre,
la sua fedeltà di generazione in generazione.
Seconda lettura
Dal libro dell'Apocalisse di san Giovanni apostolo (Ap 7,9.14b-17)
 Io, Giovanni, vidi: ecco, una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, tribù, popolo e lingua. Tutti stavano in piedi davanti al trono e davanti all'Agnello, avvolti in vesti candide, e tenevano rami di palma nelle loro mani. E uno degli anziani disse: "Sono quelli che vengono dalla grande tribolazione e che hanno lavato le loro vesti rendendole candide col sangue dell'Agnello. Per questo stanno davanti al trono di Dio e gli prestano servizio giorno e notte nel suo tempo;  e Colui che siede sul trono stenderà la sua tenda sopra di loro. Non avranno più fame né avranno più sete, non li colpirà il sole né arsura alcuna, perché l'Agnello che sta in mezzo al trono, sarà  il loro pastore e li guiderà alle fonti delle acque della vita. E dio asciugherà ogni lacrima dai loro occhi.
Vangelo
Dal Vangelo secondo Giovanni(Gv 10,27-30)
 In quel tempo, Gesù disse: "Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola.
Sintesi dell'omelia della Messa delle nove
   Nella prima lettura ci vengono presentati  i discepoli di Cristo seguono Cristo anche nella evangelizzazione.
 Cristo all'inizio disse di essere venuto per il popolo di Israele. Nell'episodio evangelico della donna cananea che gli chiedeva aiuto per sua figlia. le ripose che non era giusto prendere il cibo dei figli per darlo ai cagnolini. Ma poi anche i pagani iniziarono a seguire Gesù ed egli iniziò a parlare anche per loro.  La missione verso i pagani venne dopo il rifiuto dei Giudei.
 Paolo va quindi ad evangelizzare i pagani. Dobbiamo seguire Cristo dovunque ci vuole portare, anche nelle difficoltà, nelle sofferenze, nella morte, non solo in ciàò che ci piace.
 Nella seconda lettura incontriamo questo Agnello di fronte a una grande moltitudine. Il Vangelo è offerto a tutti, non solo al popolo d'Israele. Sono accolti dall'Agnello coloro che hanno lavato le proprie vesti nel sangue dell'Agnello, vale a dire coloro che hanno accettato la misericordia, il perdono e l'amore di Dio, coloro che hanno accettato la vita eterna, non coloro che sono stati costanti in certe pratiche liturgiche.
  Il Vangelo è breve, ma profondo. Viene in rilievo innanzi tutto l'importanza dell'ascolto. Se siamo sordi, è difficile il rapporto con l'altro, la parola non arriva. La fede viene attraverso l'ascolto. Spesso vogliamo "vedere", miracoli, cose strane. Ma non si entra in rapporto con Dio attraverso la visione. E' attraverso l'ascolto che la Parola può entrare in noi e germinare.
 "Le mie pecore ascoltano la mia voce": capiamo che non stiamo ascoltando un estraneo. Dobbiamo imparare a distinguere la voce del Signore, la voce del pastore. "Io le conosco ed esse mi seguono". Non è un conoscere intellettuale quello di cui si parla nella Scrittura: conoscere è molto più profondo di questo. Conoscere, nella Scrittura, significa entrare in un rapporto intimo, in cui si diventa una cosa sola con l'altro.
 Gesù, in Buon Pastore, dice "io le conosco". Il pastore entra in un rapporto di intimità con le sue pecore ed anche esse entrano in questo rapporto di amore e di conoscenza. Abitano in lui e lui in loro. Per questo rapporto conoscono la voce del pastore.
 Chi di noi può dire  veramente di conoscere sé stesso? Non ci conosciamo. Ma Lui ci conosce fino in fondo, e ci ama, e ci chiama a seguirlo. Non seguendolo ci si perde e si muore. Ci si ritrova da soli, senza Dio, senza la Chiesa, senza nessuno. Perché si ha deciso di fare di testa propria, di non ascoltare la voce del pastore.
 Dio ci porta alla vita, la vita eterna, attraverso questa intimità.
 Le pecore che rimangono in relazione con il pastore non andranno perdute, perché hanno in loro stesse la vita eterna.
 Non siamo salvati per conto nostro, per le nostre opere e i nostri meriti, ma perché abbiamo conosciuto il pastore, siamo entrati in un rapporto di intimità con lui. Abbiamo conosciuto il suo cuore, il suo perdono, la sua misericordia. Ci  siamo fidati di lui. Lo seguiamo perché ci porta al riposo, al nutrimento, alla vita. E ciò anche attraverso le difficoltà della vita, le malattie. Perché il pastore ci difende anche in questo. Non siamo in grado di difenderci da soli. Il demonio avrà la meglio su di noi se ci separa dal pastore, da Cristo.
 Anche oggi, attraverso la Parola che abbiamo ascoltato, attraverso il  sacramento dell'altare, possiamo seguire il pastore in un rapporto di conoscenza e di intimità.
Sintesi di Mario Ardigò, per come ha inteso le parole del celebrante – Azione Cattolica in San Clemente Papa – Roma, Monte Sacro Valli
 Un volontario dell'associazione San Vincenzo de Paoli  ci ha informato che su sagrato della chiesa erano in vendita dei vasetti di miele. Il ricavato sarà destinato a finanziare una mensa popolare gratuita alla parrocchia del Redentore.
Avvisi parrocchiali:
-oggi alle ore 17, nel Pratone delle Valli, nei pressi del mercatino, si svolgerà il secondo incontro della Grande Missione Cittadina organizzata dalla Diocesi di Roma, con la collaborazione del Cammino Neocatecumenale, nell'ambito delle iniziative dell'Anno della Fede. Verrà proclamato l'annuncio evangelico (Cristo è morto e risorto per la nostra salvezza, perché Dio ci ama) e ci sarà una chiamata alla conversione. Tutti sono invitati a partecipare, possibilmente portando con sé altre persone. Gli incontri proseguiranno nelle giornata del   28 aprile e 5° maggio. La fede religiosa può cambiare in meglio il nostro modo di affrontare i problemi e le difficoltà della nostra vita, donando pace interiore e un senso alla nostra vita, con le sue gioie e le sue sofferenze, ciò anche se la religione non promette di farci conseguire magicamente la soluzione di tutti i nostri guai.
Avvisi di A.C.:
- martedì 23 aprile. alle ore 17:00, nella sala nel corridoio davanti al Centro di ascolto), si terrà la riunione del gruppo parrocchiale dell’Azione Cattolica. Gli associati sono invitati a preparare una meditazione  sulle lettura di domenica 28 aprile 2013   - 5° del Tempo di Pasqua (At 14,21b-27; Ap21,1-5a;  Gv 13,31-33a.34-35). Saranno trattati temi relativi all’Anno della Fede,  nello stesso spirito che anima la Grande Missione Cittadina di cui sopra, ma con il metodo che è proprio dell'Azione Cattolica. La parrocchia è un realtà pluralistica, anche se si agisce sempre con unità di propositi, secondo le indicazioni del vescovo e del parroco che lo rappresenta qui tra noi.
- si segnala il sito WEB  www.parolealtre.it , il nuovo portale di Azione Cattolica sulla formazione;
- si segnala il sito WEB  Viva il Concilio http://www.vivailconcilio.it/
iniziativa attuata per conoscere la storia, lo spirito e i documenti del Concilio Vaticano 2° (1962-1965) e per   scoprirne e promuoverne nella società di oggi tutte le potenzialità.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

giovedì 18 aprile 2013

La via della riconciliazione


La via della riconciliazione
  Può sembrare strano che ci si debba riconciliare tra persone di fede che vivono così vicine come in una parrocchia. Ma è proprio  con coloro che ci sono più prossimi che spesso sorgono i maggiori problemi, come a volta accade in un condominio.
 Su certi argomenti si preferisce solitamente sorvolare. Lo sappiamo infatti che non vanno bene le divisioni che ci sono tra noi, ma non sappiamo come rimediare. Siamo piuttosto attaccati a costumi che lentamente hanno scavato frontiere insormontabili. Qualche volta non siamo più bene consapevoli di come si sia arrivati a tanto. Siamo convinti della bontà di un certo metodo, di una certa formazione, di una certa organizzazione e non siamo disposti  a rinunciare a nulla di tutto ciò.
 Per scendere nei particolari, la differenza tra il modo di pensare che c'è nel Cammino Neocatecumenale e quello dell'Azione Cattolica è molto evidente, sensibile ed effettiva. Non ce lo possiamo nascondere. Gli aderenti al Cammino Neocatecumenale  si chiamano tra loro fratelli, ma quando lo fanno noi dell'Azione Cattolica ci sentiamo esclusi da quella fraternità, ma in realtà non sentiamo questo come un problema, perché in realtà non ambiamo a farne parte.
  Ci viene replicato che la nostra esperienza associativa è molto legata al passato, non va più bene per i tempi nuovi che stiamo vivendo. Infatti le famiglie e i giovani sono quasi tutti dall'altra parte. E noi replichiamo sottolineando quanti se ne sono persi di giovani e di famiglie, formulando proposte troppo rigide. E' così ci rattristiamo a vicenda, perché sappiamo bene che l'una e l'altra cosa sono vere.
 Una volta l'Azione Cattolica  era la prima e la più seguita delle forme associative parrocchiali, ora  il Cammino Neocatecumenale ambisce a prenderne il posto. In qualche modo anche un altro grande movimento come Comunione e Liberazione ha questo proposito. Entrambi sono in forte polemica con ciò che l'Azione Cattolica  ha deciso di essere dagli anni '70. E' tuttavia una controversia su cui pochi oggi mantengono una memoria informata. In generale si avverte solo una sorta di imbarazzo reciproco, se non addirittura di fastidio, quando ci si trova troppo vicini.
 Nel anni '70/'71 la professoressa di religione del ginnasio ci parlava della nuova esperienza religiosa che si stava facendo nella parrocchia del "Martiri Canadesi", qui a Roma. Diceva che i fedeli stavano in piedi durante la Consacrazione. Questo è l'unica particolarità che ricordo dei discorsi di allora. Ci invitava ad andare a vedere. Io non ne sentii il bisogno: ero tutto impegnato nello scoutismo, nella parrocchia degli Angeli Custodi, a piazza Sempione. Solo più tardi capii il senso dei quella nuova iniziativa e il senso di quello che stava accadendo proprio in quegli anni in Azione Cattolica. Agli Angeli Custodi scout e aspiranti di Azione Cattolica occupavano due ali ai lati della scalinata di accesso alla chiesa, una da una parte e una dall'altra, simili in tutto. Si detestavano a vicenda e non so nemmeno il perché, è una situazione che trovai già in essere. Noi scout ci ritenevamo migliori degli aspiranti, per i nostri costumi paramilitari e la relativa organizzazione. Noi indossavamo una divisa e loro no. Facevamo campi all'aperto nei boschi e loro se ne andavano invece per conventi. All'epoca non sentivo alcun bisogno di approfondimento religioso. La religione del catechismo della Prima Comunione mi soddisfaceva pienamente. Poi c'era la legge  di Baden Powell. Lo scoutismo ha una forte impronta etica.
 Il rinnovamento dell'Azione Cattolica e il  Cammino Neocatecumentale  furono espressione della medesima insoddisfazione verso la religiosità che si era consolidata ed espressa nel corso del pontificato del papa Pio 12°. Le soluzioni escogitate furono però, fin dall'inizio, fortemente divergenti. L'Azione Cattolica volle farsi lievito nella società del suo tempo, il Cammino Neocatecumenale volle ricostituire comunità più coese e animate da spirito fraterno, al modo dei primi tempi del cristianesimo. L'Azione Cattolica si diede un'organizzazione democratica, non così il Cammino Neocatecumenale la cui organizzazione appare, ad un osservatore esterno, basate sulla cooptazione dei capi, ai vari livelli della gerarchia. L'Azione Cattolica  vuole suscitare un moto di rinnovamento interiore dalla base, il Cammino Neocatecumenale vuole formare la base sul modello di direttive superiori, su orientamenti catechetici che scendono da organi collegiali di vertice.
 L'affermazione del Cammino Neocatecumenale presso la gerarchia cattolica non fu facile, in particolare per certe questioni teologiche e certe innovazioni liturgiche che furono a lungo materia di attenzione. L'Azione Cattolica, in forza del suo forte legame con la liturgia, ebbe sempre un accesso privilegiato ai vescovi e al Papa. La situazione cambiò sotto il lungo pontificato di Giovanni Paolo 2°, la cui esperienza di Chiesa era più vicina a quella del Cammino Neocatecumenale, mentre l'orientamento dell'Azione Cattolica si era avvicinato abbastanza alle idee della teologia della liberazione. Ma la questione delle particolari liturgie praticate dal Cammino Neocatecumenale  rimase ancora aperta sotto il pontificato di Benedetto 16°, il quale ne diffidava.
 Indubbiamente l'avvento al Papato di Jorge Mario Bergoglio porta al vertice della Chiesa cattolica una persona che, in molte questioni, è più vicina all'ordine di idee dell'Azione Cattolica. E questo nonostante che l'esperienza umana e civile del nuovo Papa sia  molto distante da quella italiana. Il cambiamento di prospettiva si coglie in particolare nel modo in cui il nuovo Papa affronta la questione del fondamentalismo  religioso nel libro Il cielo e la Terra, scritto due anni fa con il rabbino Abraham Skorka e pubblicato da Mondadori. Nel libro c'è appunto un capitolo sul fondamentalismo, dove è scritto:
 "…sono proliferati gruppuscoli restaurazionisti; io li chiamo fondamentalisti. Come ha sottolineato lei, nell'accumularsi delle incertezze dicono ai giovani: 'Fai questo e fai quello". E allora un ragazzo o una ragazza di diciassette, diciotto anni si infervora, gli vengono imposte regole molto rigide da seguire, in verità gli ipotecano la vita, e quando ha trent'anni scoppia. Perché non lo preparano a superare le mille e una crisi della vita, o anche i mille e uno errori che si fanno, le mille e una ingiustizie che si commettono. Non ha elementi per conoscere o comprendere la misericordia di Dio, ad esempio. Questo tipo di religiosità, estremamente rigida, si maschera con dottrine che pretendono di dare giustificazioni, ma che in realtà privano le persone della loro libertà e non le fanno crescere. E molte di loro finiscono per condurre una doppia vita".
 E' chiaro ce l'Azione Cattolica in nessun senso può essere definita un gruppo fondamentalista, con quelle caratteristiche che sopra Bergoglio elencò.  E il nuovo Papa ebbe un legame particolare con l'Azione Cattolica argentina.
 Ma sarebbe sbagliato attendersi dal nuovo Papa una sorta di regolamento di conti tra noi dell'Azione Cattolica e quelli del Cammino Neocatecumentale. Piuttosto dobbiamo prendere molto sul serio l'invito al dialogo che fin dal primo giorno ci è venuto da lui, che significa anche tendere la mano e abbassare gli scudi verso i nostri amici che percorrono altre strade di spiritualità ma che condividono con noi l'unico pane che salva.
 In un discorso dell'altro giorno Papa Francesco ha riecheggiato quanto disse il papa Giovanni Paolo 2° nello storica omelia pronunciata il 13 aprile 1997 nello stadio Kosevo di Sarajevo, in Bosnia, città teatro di crudeli scontri a base etnica e religiosi, tra filo-bosniaci e filo-serbi, tra musulmani e cristiani:
"Abbiamo un avvocato che parla a nome nostro. Chi è questo avvocato che si fa nostro portavoce? L'odierna liturgia offre una risposta esauriente: 'Abbiamo  un avvocato presso il Padre: Gesù Cristo  giusto' (1 Gv,2,1).
Aggiunge san Giovanni: 'Abbiamo un avvocato presso il Padre: Gesù Cristo giusto. Egli infatti è vittima di espiazione per i nostri peccati, non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo' (1 Gv 2,1-2). Questa verità viene oggi a ripetervi il Successore di  Pietro, giunto finalmente in mezzo a voi. Popolo di Sarajevo e di tutta la Bosnia ed Erzegovina, io vengo oggi a dirti: Tu hai un avvoato presso Dio. Il suo nome è: Gesù Cristo giusto!
  Il suo è il linguaggio della redenzione, cioè della liberazione dalla schiavità del peccato. Gesù si rivolge al Padre come Figlio consustanziale, ed insieme come vero uomo, parlando il linguaggio di tutte le generazioni umane e di tutta la storia umana: delle vittorie e delle sconfitte, di tutte le sofferenze e di tutti i dolori dei singoli uomini ed insieme dei singoli popoli e nazioni di tutta la terra.
Carissimi Fratelli e Sorelle! Quando nel 1994 desideravo intensamente venire qui tra voi, facevo riferimento ad un pensiero che s'era rivelato straordinariamente significativo in un momento cruciale della storia europea: 'Perdoniamo e domandiamo perdono?. Si disse allora che non era quello il tempo. Forse che quel tempo non è ormai giunto?
 Ritorno oggi dunque a questo pensiero e a queste parole, che voglio qui ripetere, affinché possano discendere nella coscienza di quanti sono uniti nella dolorosa esperienza della vostra città e della vostra terra, di tutti i popoli  e le nazioni dilaniate dalla guerra: 'Perdoniamo e domandiamo perdono'. Se Cristo deve esser il nostro avvocato presso il Padre, non possiamo non pronunciare queste parole. Non possiamo non intraprendere il difficile, ma necessario pellegrinaggio del perdono, che porta ad una profonda riconciliazione.
Mentre oggi mi appare chiaramente la luce di questa verità, i miei pensieri si rivolgono a Te, Madre di Cristo crocifisso e risorto,
a Te che sei venerata e amata in tanti santuari di questa terra provata.
Impetra per tutti i credenti il dono di un cuore nuovo!
Fa' che il perdono, parola centrale del Vangelo, divenga qui realtà.
Saldamente aggrappata alla croce di Cristo,
la Chiesa riunita oggi a Sarajevo,
Ti chiede questo,
o Clemente, o Pia,
Madre di Dio e Madre nostra,
o dolce Vergine Maria!
Amen"
[da L'Osservatore Romano 14-15 aprile 1997].
 Da un Papa all'altro ci arriva il pressante invito alla riconciliazione collettiva, perché abbiamo un unico avvocato presso il Padre. A che servirebbe poi proclamare ideologicamente la nostra propensione al dialogo, se poi non ci impegnassimo a dialogare con chi, benché ospite della casa comune, ci è un po' più distante? Le differenze rimarranno, ma torni la pace fra noi. Seguendo l'insegnamenti dei Papi abbiamo la forza, il coraggio di dichiarare "Perdoniamo e domandiamo perdono".
Mario Ardigò - Azione Cattolica in San Clemente Papa - Roma - Monte Sacro - Valli
 

mercoledì 17 aprile 2013

Riunione del 16-4-13 - vivace dibattito su problemi di vita parrocchiale


Riunione del gruppo di A.C. del 16-4-13

 

  Nella riunione del 16-4-13, dopo la visione di due interessanti filmati, il primo su un evento di animazione di strada in Spagna centrato sull'Inno alla gioia di Beethoven suonato in piazza e il secondo sull'esperienza di un gruppo di Azione Cattolica nel quartiere Barca di Bologna, abbiamo discusso, abbastanza vivacemente, su problemi di vita parrocchiale e di come migliorare la nostra presenza in parrocchia e nel quartiere. Sono emerse alcune ferite, meno recenti  ma anche recenti.
 Alcuni hanno lamentato che il clima della parrocchia può apparire poco accogliente, perché i fedeli (noi compresi) stanno molto sulle proprie, non si conoscono e non si salutano e perché in alcuni casi non c'è abbastanza disponibilità all'ascolto e al dialogo.  Ognuno se ne sta con quelli del proprio gruppo e tra i gruppi non c'è comunicazione. La vita della parrocchia è molto centrata sui gruppi del Cammino Neocatecumenale e chi non ha ritenuto di aderire a quella spiritualità, come noi dell'Azione Cattolica che del tutto legittimamente agiamo secondo una diversa ispirazione, si sente un po' escluso.
 Certe consuetudini paraliturgiche del passato sono state abbandonate e gli anziani talvolta se ne risentono. E' stato però osservato che proprio l'aumentare della popolazione anziana nel quartiere, con i conseguenti problemi di salute e via dicendo, rende impossibile mantenere quelle consuetudini, perché i sacerdoti, che sono pochi, sono sempre più impegnati nell'assistenza spirituale ai malati e agli agonizzanti e nelle liturgie funebri, oltre che nell'ordinaria attività per le altre fasce della popolazione. In alcune parrocchie si distribuisce un kit per la benedizione pasquale, con cui i laici possono organizzare una paraliturgia invocando la benedizione sulla propria casa, rinnovando gli impegni religiosi e facendo buoni propositi per il futuro. Se non vietato dalle disposizioni liturgiche, la paraliturgia potrebbe forse comprendere anche una spruzzatina d'acqua benedetta qua e là per la casa.
 E' in corso una missione cittadina, animata dal Cammino Neocatecumenale, e anche la nostra parrocchia vi partecipa, invitando le persone del quartiere a recarsi al pratone, alle 17 di ogni domenica, nel pressi del mercatino, per ricevere un annuncio cristiano e per fare il punto sulla propria vita. Un socio del gruppo ha detto di essere andato e, visto che stavano facendo delle interviste alla gente, di aver chiesto di parlare, ma che non gli è stato concesso perché il suo intervento non rientrava nel programma delle attività. Ha quindi pensato che anche le interviste fossero un'attività programmata, nel senso che venissero intervistate solo persone con le quali l'intervista  era stata precedentemente concordata. "E' vero dialogo questo?", si è chiesto.
  E' stato allora proposto che anche il nostro gruppo di A.C. progetti un'iniziativa al pratone, per avvicinare la gente con il nostro metodo. E' stato obiettato che siamo troppo pochi e, in genere, troppo anziani per sostenere un impegno del genere. Animare la Messa delle nove, la domenica, e prepararsi coscientemente sugli argomenti programmati per le riunioni è già un'attività importante. Senz'altro la nostra è una proposta di spiritualità di qualità non inferiore alle altre, caratterizzata da una maggiore attenzione alla libertà delle persone e alla riflessione sulle verità di fede, nonché sulla disponibilità al dialogo. Ma essa, si è osservato, storicamente si esprime con modalità diverse da quelle che caratterizzano alcuni altri movimenti di massa. Essa, ad esempio, in genere non parte da un annuncio di strada, ma dalla condivisione della vita con altre persone nei vari ambienti in cui ci si trova ad operare.
 E' successo che, prendendo la parola in altre occasioni di spiritualità, ci si sia poi sentiti dire che quello che si era detto era sbagliato e che, anzi, era proprio tutta la propria vita che era sbagliata, da rifondare dalle radici. A volte però questo atteggiamento di tagliare corto con il dialogo può essere un sintomo della propria insicurezza nel motivare la propria fede agli altri. E' stato osservato in Azione Cattolica non si agisce così.

Mia opinione

Noi non ci proponiamo di rovesciare la vita dei nostri interlocutori, compresa quella di coloro che in un certo senso ci fanno concorrenza nel ramo religione, ma di cogliervi il bene che c'è. Non abbiamo una ricetta di vita valida per tutti, pensiamo che ciascuno debba faticosamente cercare quella propria, adatta alla propria vita, cercando di ispirarla a buoni principi, anche a quelli religiosi se si arriva ad essere persone di fede religiosa, e non siamo soliti promettere che la fede cambierà magicamente la vita del credente (lavoro, affetti, salute ecc.), risolvendogli tutti i problemi, anche se indubbiamente la fede talvolta può essere come una luce che rischiara il cammino, anche se difficoltoso, impervio.
 Un esempio di dialogo vero è quello contenuto in   uno dei primi libri del nuovo Papa pubblicato in Italia, Il cielo e la terra, scritto due anni fa, quando Jorge Mario Bergoglio era arcivescovo di Buenos Aires - Argentina. Per quanto credenti, siamo sempre in ricerca della verità per le vie del mondo, come disse Giovanni Battista Montini rivolgendosi agli universitari cattolici della FUCI: "“La religione ha per cardine la fede, cioè il possesso implicito della verità, e per secondo cardine la ricerca, cioè la ricerca di quella verità”.
 Nella vita parrocchiale bisogna evitare le mormorazioni  reciproche, che fanno solo male. Piuttosto cerchiamo di sperimentare nuovi modi di proporci agli altri, senza però pretendere troppo dalle nostre forze, per evitare di assumere impegni per poi rinnegarli a breve. Del resto non è l'andare per prati (che pure può essere una modalità efficace di raggiungere le persone) che caratterizza l'Azione Cattolica, ma l'agire nei luoghi dove si fa ordinariamente i cittadini, sul lavoro, in famiglia, negli altri ambienti in cui si è insieme agli altri: l'esperienza di Azione Cattolica è civica e religiosa insieme. Noi non vediamo solo male oltre il sagrato delle nostre chiese. E una certa continuità e costanza sono preferibili a fuochi di paglia. Motivi per dividersi e litigare ce ne saranno sempre, in qualsiasi comunità, nonostante i migliori propositi: cerchiamo però di portare sempre il fuoco della fede e dell'amicizia e non quello, distruttivo, che inasprisce le differenze, le trasforma in incompatibilità reciproche e accende le liti.

Mario Ardigò - Azione Cattolica in San Clemente Papa - Roma - Montesacro -Valli