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Questo blog è stato aperto da Mario Ardigò per consentire il dialogo fra gli associati dell'associazione parrocchiale di Azione Cattolica della Parrocchia di San Clemente Papa, a Roma, quartiere Roma - Montesacro - Valli, un gruppo cattolico, e fra essi e altre persone interessate a capire il senso dell'associarsi in Azione Cattolica, palestra di libertà e democrazia nello sforzo di proporre alla società del nostro tempo i principi di fede, secondo lo Statuto approvato nel 1969, sotto la presidenza nazionale di Vittorio Bachelet, e aggiornato nel 2003.

This blog was opened by Mario Ardigò to allow dialogue between the members of the parish association of Catholic Action of the Parish of San Clemente Papa, in Rome, the Roma - Montesacro - Valli district, a Catholic group, and between them and other interested persons to understand the meaning of joining in Catholic Action, a center of freedom and democracy in the effort to propose the principles of faith to the society of our time, according to the Statute approved in 1969, under the national presidency of Vittorio Bachelet, and updated in 2003.

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L’Azione Cattolica Italiana è un’associazione di laici nella chiesa cattolica che si impegnano liberamente per realizzare, nella comunità cristiana e nella società civile, una specifica esperienza, ecclesiale e laicale, comunitaria e organica, popolare e democratica. (dallo Statuto)

Italian Catholic Action is an association of lay people in the Catholic Church who are freely committed to creating a specific ecclesial and lay, community and organic, popular and democratic experience in the Christian community and in civil society. (from the Statute)

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Scrivo per dare motivazioni ragionevoli all’impegno sociale. Lo faccio secondo l’ideologia corrente dell’Azione Cattolica, che opera principalmente in quel campo, e secondo la mia ormai lunga esperienza di vita sociale. Quindi nell’ordine di idee di una fede religiosa, dalla quale l’Azione Cattolica trae i suoi più importanti principi sociali, ma senza fare un discorso teologico, non sono un teologo, e nemmeno catechistico, di introduzione a quella fede. Secondo il metodo dell’Azione Cattolica cerco di dare argomenti per una migliore consapevolezza storica e sociale, perché per agire in società occorre conoscerla in maniera affidabile. Penso ai miei interlocutori come a persone che hanno finito le scuole superiori, o hanno raggiunto un livello di cultura corrispondente a quel livello scolastico, e che hanno il tempo e l’esigenza di ragionare su quei temi. Non do per scontato che intendano il senso della terminologia religiosa, per cui ne adotto una neutra, non esplicitamente religiosa, e, se mi capita di usare le parole della religione, ne spiego il senso. Tengo fuori la spiritualità, perché essa richiede relazioni personali molto più forti di quelle che si possono sviluppare sul WEB, cresce nella preghiera e nella liturgia: chi sente il desiderio di esservi introdotto deve raggiungere una comunità di fede. Può essere studiata nelle sue manifestazioni esteriori e sociali, come fanno gli antropologi, ma così si rimane al suo esterno e non la si conosce veramente.

Cerco di sviluppare un discorso colto, non superficiale, fatto di ragionamenti compiuti e con precisi riferimenti culturali, sui quali chi vuole può discutere. Il mio però non è un discorso scientifico, perché di quei temi non tratto da specialista, come sono i teologi, gli storici, i sociologi, gli antropologi e gli psicologi: non ne conosco abbastanza e, soprattutto, non so tutto quello che è necessario sapere per essere un specialista. Del resto questa è la condizione di ogni specialista riguardo alle altre specializzazioni. Le scienze evolvono anche nelle relazioni tra varie specializzazioni, in un rapporto interdisciplinare, e allora il discorso colto costituisce la base per una comune comprensione. E, comunque, per gli scopi del mio discorso, non occorre una precisione specialistica, ma semmai una certa affidabilità nei riferimento, ad esempio nella ricostruzione sommaria dei fenomeni storici. Per raggiungerla, nelle relazioni intellettuali, ci si aiuta a vicenda, formulando obiezioni e proposte di correzioni: in questo consiste il dialogo intellettuale. Anch’io mi valgo di questo lavoro, ma non appare qui, è fatto nei miei ambienti sociali di riferimento.

Un cordiale benvenuto a tutti e un vivo ringraziamento a tutti coloro che vorranno interloquire.

Dall’anno associativo 2020/2021 il gruppo di AC di San Clemente Papa si riunisce abitualmente il secondo, il terzo e il quarto sabato del mese alle 17 e anima la Messa domenicale delle 9. Durante la pandemia da Covid 19 ci siamo riuniti in videoconferenza Google Meet. Anche dopo che la situazione sanitaria sarà tornata alla normalità, organizzeremo riunioni dedicate a temi specifici e aperte ai non soci con questa modalità.

Per partecipare alle riunioni del gruppo on line con Google Meet, inviare, dopo la convocazione della riunione di cui verrà data notizia sul blog, una email a mario.ardigo@acsanclemente.net comunicando come ci si chiama, la email con cui si vuole partecipare, il nome e la città della propria parrocchia e i temi di interesse. Via email vi saranno confermati la data e l’ora della riunione e vi verrà inviato il codice di accesso. Dopo ogni riunione, i dati delle persone non iscritte verranno cancellati e dovranno essere inviati nuovamente per partecipare alla riunione successiva.

La riunione Meet sarà attivata cinque minuti prima dell’orario fissato per il suo inizio.

Mario Ardigò, dell'associazione di AC S. Clemente Papa - Roma

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lunedì 31 maggio 2021

Verso il processo sinodale

 

Verso il processo sinodale

 

   I nostri vescovi non  credono nel Sinodo come processo di riforma ecclesiale. Lo si capisce perché vi mettono al centro la  riconciliazione mediante  ricomposizione  basata su un nucleo di principi comuni, che in definitiva richiamano i valori non negoziabili  sui quali si basò la strategia politica della C.E.I. sotto la presidenza di Camillo Ruini (1991-2007).

  L’idea che papa Francesco ha del Sinodo mi pare diversa. Innanzi tutto è centrata sulla riforma e poi non sulla ricomposizione  mediante riduzione ideologica delle diversità, ma sul mantenimento delle diversità all’interno di un nuovo schema di politica ecclesiale che è quello del popolo - comunità.

  Negli anni ’70 la teologia del popolo fu connotata dalla convinzione che l’affidamento personale alla religione dovesse essere sorretto in un contesto di comunità coesa, non solo dalla soggezione alle istituzioni e alla dottrina. E’ stato osservato che la gente crede anche alle stranezze più inverosimili in una situazione collettiva in cui molti altri intorno manifestano di credere nelle stesse cose. Questo orientamento fu portato agli estremi nei movimenti neo-tradizionalisti, che sotto quell’aspetto innovarono molto pur all’interno di una mitologia che faceva riferimento alla tradizione, essenzialmente vista in opposizione specificamente alla teologia del laicato del Concilio Vaticano 2°. La loro strategia estrema è fallita: la nostra parrocchia, sotto questo aspetto, ne può essere considerata l’esempio. Ma fallì anche quella più blandamente comunitaria che fu alla base del rinnovamento della catechesi dagli anni ’70.

   Il problema è questo: una comunità molto coesa, costruita sul modello della famiglia, satura la capacità di relazioni interpersonali dei suoi componenti, che per la fisiologia della nostra mente è limitata, e appare quindi chiusa verso l’esterno. Non è adatta per l’azione missionaria.

  E’ stato osservato che i  neo-tradizionalisti si sono manifestati capaci di costruire una loro tradizione, a differenza dei conciliari. Quindi abbiamo abbondanza di giovani preti neo-tradizionalisti. Patrocinando vescovi provenienti dai ranghi del proprio clero i neotradizionalisti cercano di influire sugli orientamenti degli episcopati nazionali e di contare anche nella scelta dei Papi. Finora la gerontocrazia che controlla quelle nomine non ha lasciato loro molto spazio, ma la situazione potrebbe cambiare. Ad eccezione di parte dell’America Latina, l’episcopato extraeuropeo appare di orientamento neotradizionalista.

2. Le questioni principali che dovrebbero essere affrontate in una riforma di tipo sinodale, quindi non imposta da una qualche autocrazia, sono quelle della libertà personale, in tutti gli aspetti, del ruolo delle persone laiche e, in particolare, delle donne, e della democrazia, l’unica alternativa all’autocrazia. Quella relativa al laicato si riflette necessariamente sul clero. Non è possibile, infatti, istituire sedi di co-decisione senza riformare l’autocrazia del clero.

  Non credo che si possa arrivare a una vera riconciliazione  tra gli orientamenti  conciliari  e neotradizionalisti, secondo l’auspicio del nostro episcopato, ma è senz’altro possibile risolvere i contrasti secondo principi democratici, nel senso inteso dalle democrazie contemporanee, il che comporta innanzi tutto la rinuncia a demolire ed estromettere chi la pensa in modo diverso. La democrazia, come oggi la si intende, e la si intende anche secondo l’influsso notevolissimo che vi hanno avuto i cristiani dagli anni Cinquanta, è un sistema di limiti secondo valori, essendo questi ultimi sottratti alla legge della maggioranza. I principi fondamentali limitano anche il popolo e le maggioranza.  Uno di essi è che nessun potere sociale deve essere  illimitato: significa ripudiare qualsiasi autocrazia. Un altro è quello dell’uguaglianza in dignità che comporta la libertà della persona: di coscienza, di pensiero, di parola, di azione sociale. Un altro ancora è il rispetto della socialità della persona e quindi delle formazioni sociali  da essa espresse. C’è naturalmente anche la libertà religiosa, nei due aspetti di libertà della  religione e dalla  religione. L’accettazione di quest’ultima è ancora piuttosto ostica al nostro episcopato nazionale. La nega sulla base del principio maggioritario che in altri campi rifiuta: gli italiani sarebbero in maggioranza cattolici. La statistica lo smentisce e allora le si ribadisce che, a fini di imporre costumi religiosi, non bisogna considerare la pratica liturgica e l’adesione ai valori non negoziabili (che sarebbero negazione dell’aborto, della procreazione assistita, dell’eutanasia, delle unioni civili omosessuali e i finanziamenti e privilegi fiscali per le istituzioni cattoliche, un campionario piuttosto ristretto all’apparenza) ma un generico e blando riferimento alla spiritualità dei miracoli e delle persone e santuari miracolanti e al culto della persona dal papa. Naturalmente quanto conta i fedeli per attribuire qualche limitata corresponsabilità la nostra gerarchia è molto più esigente e sembra che non le vada mai bene come i laici si presentano. Cerca laici remissivi, emarginando duramente quelli che non lo sono, ma poi si lamenta della loro remissività. Cerca di inculcare nei laici la docilità e poi si duole del loro clericalismo.

  Nell’Introduzione  del card. Bassetti alla recente Assemblea generale della C.E.I, conclusasi lo scorso 27 maggio, c’è una dura critica della democrazia, concepita essenzialmente come metodo decisionale basato sulla maggioranza, il che metterebbe in pericolo i valori evangelici. Storicamente questi ultimi però sono stati lesi ben più gravemente dall’autocrazia clericale. Le democrazie, al contrario di quell’autocrazia, si sono dimostrate capaci di rapide ed effettive riforme e hanno anche molto attenuato certe asprezze antireligiose che si manifestarono nella Francia rivoluzionaria nel Settecento. La più spettacolare di queste riforme, una cosa mai vista nella storia dell’umanità, è costituita dal processo di unificazione europea, che si è fatto prendendo molto come riferimento la dottrina sociale e, in particolare, il principio di sussidiarietà caratteristico della dottrina sociale pontificia dagli anni ’30. In quel processo hanno avuto infatti una parte essenziale i democratici cristiani, che ancora ne hanno la direzione.

domenica 30 maggio 2021

Domenica 30 maggio 2021 – Solennità della Santissima Trinità - Sintesi dell’omelia svolta durante la Messa celebrata in parrocchia alle nove - Avvisi del parroco e di Azione cattolica - Sunday May 30, 2021 - Solemnity of the Most Holy Trinity -Mass readings - Summary of the homily given during the Mass celebrated in the parish at nine - Notices of the parson and of Catholic Action

  

Domenica 30 maggio 2021 –  Solennità della Santissima Trinità -    Lezionario dell’anno B per le domeniche e le solennità – colore liturgico:  bianco – salterio: Liturgia propria -Letture della Messa - Sintesi dell’omelia svolta durante la Messa celebrata in parrocchia alle nove - Avvisi del parroco e di  Azione cattolica

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Sunday 30 May 2021 - Solemnity of the Most Holy Trinity - Lectionary of year B for Sundays and solemnities - liturgical color: white - psalter: proper Liturgy - Mass readings - Summary of the homily given during the Mass celebrated in the parish at nine - Notices of the parson and of Catholic Action

 

 

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Prepariamoci tutti a celebrare il Sinodo della Chiesa italiana dall’ottobre 2021 all’ottobre 2023!

 

Card. Bassetti: Roma- Assemblea generale della CEI - 25 Maggio 2021

Sintesi dal testo dell’Introduzione svolta dal card. Bassetti “Ascolto riconciliato per un cammino insieme” - a cura di Mario Ardigò, con sue osservazioni

 

 

[testi dal sito Web della Conferenza Episcopale italiana 25-5-21]

 

 

Sintesi

1.  Il programma del Sinodo della Chiesa italiana è stato reso più stringente, rispetto all’anticipazione che ne era stata data dopo l’incontro del vertice della C.E.I. con il Papa del 27 febbraio scorso.  Non più tre anni di preparazione e la celebrazione durante l’Anno santo del 2025. Si inizia nell’ottobre prossimo e si finirà nell’ottobre 2023, passando dal livello diocesano a quello nazionale.

  Dall’Introduzione  del cardinal Gualtiero Bassetti, presidente della C.E.I., ai lavori della recente 74° Assemblea generale della C.E.I., svoltasi dal 24 al 27 maggio scorsi a Roma sul temaAnnunciare il Vangelo in un tempo di rinascita – Per avviare un cammino sinodalericavo quanto segue.

 I vescovi non sentivano la necessità di un Sinodo della Chiesa italiana. Lo organizzano perché pressati da papa Francesco. Lo si capisce decrittando dal gergo curiale queste frasi:

La Chiesa che è in Italia – la nostra Chiesa, le nostre Chiese – non è mai stata e mai sarà in contrapposizione a Pietro, al Suo Magistero, alla Sua Parola. Per questo, oggi, come è sempre avvenuto nella nostra storia, ci sentiamo chiamati a vivere la sinodalità, a disegnare un “cammino sinodale”.

 Non era mai stato organizzato un Sinodo perché i vescovi italiani avevano preferito altri strumenti e, in particolare, i Documenti di orientamento pastorale deliberati dalla C.E.I. e i Convegni ecclesiali nazionali.

 Il card. Bassetti ha tenuto a ricordare le tappe di questo processo. Anche senza aver organizzato un Sinodo, sembra voler dire, non si è rimasti inerti.

  La prima Assemblea generale dei vescovi italiani si svolse 14 ottobre 1962. Era stata preceduta dieci anni prima (8 gennaio 1952) da una riunione, svolta con riservatezza, alle quali avevano partecipato i presidenti delle Conferenze regionali delle regioni conciliari italiane, seguita da periodici incontri tra i vescovi, senza carattere di sistematicità. Nel 1972  venne il riconoscimento vero e proprio della identità della C.E.I. come istituzione, riformata dopo il Concilio.

  Nel 1973 fu deliberato il primo Documento pastorale “Evangelizzazione e Sacramenti” e nel 1976, a Roma,  si tenne il primo Convegno ecclesiale nazionale “Evangelizzazione e promozione umana”. Furono caratterizzati dalla scelta della pastorale dell’evangelizzazione, intesa non solo come trasformazione ad intra della Chiesa, per passare da comunità di praticanti a comunità di credenti evangelizzati, ma anche come impegno di servizio e di trasformazione della società italiana. La cifra della “promozione umana”, strettamente collegata all’evangelizzazione, esprime bene questa intenzione pastorale-missionaria.

  Nel 1981 fu deliberato il Documento pastorale  “Comunione e comunità”  con  una precisa visione ecclesiologica che fece propria l’idea della Chiesa come comunità di credenti evangelizzati. Negli anni ’80 si sviluppò la vivacissima e dura polemica tra l’Azione Cattolica e il movimento Comunione e Liberazione  su come dovesse farsi la comunità di credenti. Il papa Karol Wojtyla - Giovanni Paolo 2° impose di sospendere le polemiche, ponendo al centro l’esigenza di riconciliazione a fini di ricomposizione comunitaria della Chiesa. Il tema fu al centro del secondo Convegno ecclesiale nazionale tenutosi a Loreto nel 1985 sul tema “Riconciliazione cristiana e comunità degli uomini”. La riconciliazione doveva farsi riscoprendo l’identità cristiana  a partire dal ricchissimo patrimonio di verità  della Chiesa.

  Nel 1990 fu deliberato il Documento di orientamenti pastorali “Evangelizzazione e testimonianza di carità”, ancora centrato su  identità  e  verità.

  Nel 1995, a Palermo, si tenne il terzo Convegno ecclesiale nazionale  sul tema Il vangelo della carità per una nuova società italiana, che segnò una ripresa dei tempi del Convegno ecclesiale  Evangelizzazione e promozione umana” e che, sulla scia del Concilio Vaticano 2°, propose la necessità di un discernimento comunitario-ecclesiale  come vero e proprio metodo pastorale. Questo può considerarsi l’embrione di un processo sinodale.

  Nel 2001 la C.E.I deliberò gli Orientamenti pastorali  “Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia (per il decennio dal 2001 al 2010) e nel 201 quelli denominati “Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia”,  che misero al centro la vita comunitaria buona e bella incentrata sul Vangelo connotata da un volto missionario, in particolare a partire dalla parrocchie.

  Nel 2006, a Verona si tenne il quarto Convegno ecclesiale nazionale  “Testimoni del risorto, speranza del mondo”, in cui venne richiamata l’importanza di un’effettiva sinodalità nella vita delle Chiese e venne raccomandata l’azione pastorale-missionaria delle Chiese italiane in cinque ambiti di vita personale e sociale: la vita affettiva, il lavoro e la festa, la fragilità umana, la tradizione, la cittadinanza.

 Il quinto Convegno ecclesiale nazionale  sul tema “In Gesù Cristo il nuovo umanesimo” si tenne a Firenze nel 2015. Vi vennero proposti per la riflessione i cinque verbi tratti dall’Esortazione apostolica Evangelii Gaudium - La gioia del Vangelo  (2013):  uscire, annunciare, abitare, educare, trasfigurare. Durante quel Convegno, papa Francesco sollecitò la Chiesa italiana a promuovere un processo sinodale, inascoltato.

  Il Papa tornò sul tema nel discorso all’incontro promosso dall’Ufficio catechistico nazionale, 30 gennaio 2021. Ne seguì l’incontro con i vertici della C.E.I. del 27 febbraio 2021, a cui seguì l’impostazione sul Sinodo della Chiesa italiana  della 74° Assemblea Nazionale della C.E.I..

2.   Al centro del primo Sinodo della Chiesa italiana ci sarà il santo popolo fedele di Dio [viene detto con espressione tratta dal magistero e dai testi di papa Francesco].

  Si tratta di un concetto, quello di popolo di Dio,  che fu messo al centro della riforma deliberata nel corso del Concilio Vaticano 2° tra il 1962 e il 1965 e che ha oppositori nella Chiesa italiana. Bassetti, però, ricorda le parole pronunciate dal Papa il 30 gennaio 2021 nel discorso ai  partecipanti all’incontro promosso dall’Ufficio catechistico nazionale:

«Il Concilio è magistero della Chiesa. O tu stai con la Chiesa e pertanto segui il Concilio, e se tu non segui il Concilio o tu l’interpreti a modo tuo, come vuoi tu, tu non stai con la Chiesa».

   E’, osservo,  in qualche modo, un netto cambio di rotta, dopo che fino all’inizio del regno di papa Francesco si era sviluppata una dottrina di contenimento per via interpretativa dei principi innovatori di quel Concilio.

  Bisognerà anche essere fedeli al Vangelo  e alla Tradizione. A questo proposito il card. Bassetti ha inserito una critica alla democrazia  vista come soggetta alla legge della maggioranza. Osservo però che, in realtà, al centro dell’ideologia delle democrazie avanzate occidentali è il limite ad ogni potere, anche a quello del popolo e delle maggioranze, secondo valori umani fondamentali. Ciò naturalmente comporta il ripudio dell’autocrazia, che è ancora la legge costituzionale della nostra Chiesa. Purtroppo c’è da temere che non si voglia costruire il processo sinodale secondo criteri democratici avanzati, almeno per quanto riguarda la generalità dei fedeli (l’Assemblea generale della C.E.I delibera a maggioranza), che però è l’unico modo per far loro spazio nella soffocante autocrazia clericale. Non si dovrebbe mettere in contrapposizione democrazia e Vangelo, secondo l’impostazione reazionaria che causò tanti danni in Italia durante il processo di unificazione nazionale, nell’Ottocento. E la Tradizione andrebbe riferita al modo di vivere il Vangelo, non alle strutture politiche delle Chiese: l’attuale autocrazia ecclesiale non risale sicuramente né al Maestro né a suoi primi discepoli. Nelle sue forme attuali risale all’Undicesimo secolo. Certo la democrazia come oggi la intendiamo è di molto successiva, ma già i primi cristiani democratici italiani, all’inizio dell’Ottocento, ne mostrarono il chiarissimo nesso con i principi di vita buona del Vangelo.

  Il “cammino sinodale” rappresenta, per il card. Bassetti,  quel processo necessario che permetterà alle nostre Chiese che sono in Italia di fare proprio, sempre meglio, uno stile di presenza nella storia che sia credibile e affidabile, perché attento ai complessi cambiamenti in atto e desideroso di dire la verità del Vangelo nelle mutate condizioni di vita degli uomini e delle donne del nostro tempo. Poiché siamo tutti chiamati ad acquisire questo stile, occorre che assumiamo con responsabilità la decisione di coinvolgerci in questo “cammino” che, come comprendiamo bene, non può risolversi in adempimenti formali, né soltanto nell’organizzazione di eventi che, a lungo andare, rischiano di diventare, come ebbe a dire San Giovanni Paolo II, “apparati senz’anima, maschere di comunione”.

   Il processo sinodale dovrà essere caratterizzato dall’ascolto delle comunità ecclesiali per dare voce ai loro vissuti e alle loro peculiarità.

  Occorrerà anche fare delle scelte,  in particolare per suscitare corresponsabilità  di tutti i soggetti ecclesiali e per  valorizzare  e armonizzare  le risorse della comunità, rifiutando il condizionamento del “si è fatto sempre così”.

  Le nostra Chiese sono caratterizzata da un certo pluralismo: popolate da donne e uomini che interpretano figure plurali di esperienza credente, tutte degne di essere riconosciute nell’appartenenza all’unica tessitura della rete ecclesiale, la cui bellezza è data anche da questa multiformità. Da tale prospettiva il “cammino sinodale” può essere davvero garanzia di un Noi ecclesiale allargato, inclusivo, capace di favorire un reciproco riconoscimento tra i credenti, all’altezza di dare forma storica alla figura conciliare di una Chiesa “popolo di Dio”.

   Bisognerà ripudiare l’arroccamento ecclesiale e clericale.

  C’è necessità, dice Bassetti, di  riconciliazione ecclesiale.

   Osservo però che quella imposta negli anni ’80 portò  a un lungo inverno della Chiesa italiana, alla difficile situazione a cui ora ci si propone tardivamente di rimediare. Non si tratta tuttavia, per Bassetti,  di dimenticare sospetti o inimicizie, ma di vincerli con un amore più grande, costruendo la possibilità di una convivenza nella diversità.

 « O la nostra Chiesa di domani sarà mistica o non sarà; o sarà aperta al dialogo o non sarà; o sarà maestra di vita spirituale o non sarà; o sarà formatrice di coscienze o non sarà. Non si tratta dunque di elaborare e poi offrire un pensiero unico. Papa Francesco ci sprona a guardare in faccia la realtà e a trovare soluzioni praticabili insieme, suggerendo il modello del poliedro, che «riflette la confluenza di tutte le parzialità che in esso mantengono la loro originalità» (Evangelii Gaudium - La gioia del Vangelo - Esortazione apostolica 2013,  n. 236).» scrive Bassetti.

  Il problema è che non c’è solo diversità ma anche viva contrapposizione in cui si cerca di silenziarsi e di estromettersi a vicenda, facendo forza sugli appoggi che si hanno nell’autocrazia clericale.

 Ma poi c’è l’esigenza, dice Bassetti, di farsi promotori di riconciliazione sociale anche nel mondo esterno alla Chiesa. La comunità ecclesiale, tutta intera, deve portare il contributo costruttivo della mediazione e della pace, della razionalità e della carità, costruendo ponti di comprensione con tutti e prendendo sul serio le domande antropologiche fondamentali.

  Bassetti a questo proposito segnala alcune urgenze sociali, quali la denatalità, la sicurezza sul lavoro, l’immigrazione verso l’Europa, la pace nel Mediterraneo.

  Cita il Concilio di Gerusalemme  come modello di riconciliazione, ma sappiamo che, in realtà, fu sede della manifestazione di conflitti che, non definitivamente risolti in quell’assemblea,  non diedero tregua nei secoli successivi. Speriamo di essere più efficaci nel nostro cammino sinodale.

  Pensare la Chiesa in termini di riconciliazione, dice Bassetti,  significa saper convergere su alcuni punti essenziali, valorizzando nel frattempo anche la creatività e le nuove proposte. Una Chiesa in “cammino sinodale” sa dare e fare tempo e spazio alle domande degli uomini e delle donne di oggi. Una Chiesa in “cammino sinodale” genera uno sguardo positivo e accogliente.

 Manca nel discorso del card. Bassetti, l’individuazione precisa dei punti di frattura ecclesiale da riconciliare, piuttosto evidenti anche a uno sguardo superficiale,  anche se uno di essi è evocato parlando della necessità di fedeltà al Concilio Vaticano 2°.

  Certamente la prima dura frattura è tra le componenti ecclesiali che vogliono proseguire nel processo avviato da quel Concilio e quelle reazionarie. La questione riguarda anche di riflesso la posizione da prendere verso  ordinamenti sociali classisti in danno degli strati sociali subalterni (espressa nel gergo ecclesiale come opzione preferenziale per i poveri).

  Un'altra consiste nell’umiliazione dei fedeli laici, la larga maggioranza delle persone di fede,  imposta dall’ordinamento autocratico e clericale della nostra Chiesa, che sostanzialmente rifiuta ogni forma di democrazia, e quindi di vera corresponsabilità, come contraria al Vangelo.

  Una terza è quella della sproporzione a favore dei primi tra clero e laici nella corresponsabilità ecclesiale, con i secondi relegati al ruolo di coadiutori esecutivi o al più di consiglieri.

  La quarta riguarda la pesantissima e ingiustificata umiliazione inflitta alle donne nella nostra Chiesa, in conseguenza del suo inveterato maschilismo e patriarcalismo, che ormai risulta intollerabile anche a larghi strati di fedeli uomini.

  La quinta riguarda il triste risorgere del clericofascismo a livello europeo e quindi la strumentalizzazione della nostra fede per politiche di oppressione e potenza.

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Card. Bassetti: Rome - General Assembly of the CEI Italian Episcopal Conference- 25 May 2021

Summary from the text of the Introduction by card. Bassetti “Reconciled listening for a journey together” - by Mario Ardigò, with his observations

 

 

[texts from the website of the Italian Episcopal Conference 25-5-21]

 

 

Synthesis

1. The program of the Synod of the Italian Church has been made more stringent, compared to the anticipation that had been given after the meeting of the top of the C.E.I. with the Pope on February 27 last. No more three years of preparation and celebration during the Holy Year of 2025. It begins next October and will end in October 2023, passing from the diocesan to the national level.

  From the Introduction by Cardinal Gualtiero Bassetti, president of the CEI, to the work of the recent 74th General Assembly of the CEI, held from 24 to 27 May last in Rome on the theme "Proclaiming the Gospel in a time of rebirth - To start a synodal journey" I get the following.

 The bishops did not feel the need for a Synod of the Italian Church. They organize it because they are pressed by Pope Francis. This can be understood by decrypting these sentences from the curial jargon:

The Church that is in Italy - our Church, our Churches - has never been and never will be in opposition to Peter, to his Magisterium, to his Word. For this reason, today, as has always happened in our history, we feel called to live synodality, to design a "synodal path".

 A Synod had never been organized because the Italian bishops had preferred other instruments and, in particular, the Pastoral Orientation Documents approved by the C.E.I. and national ecclesial conferences.

 Card. Bassetti was keen to recall the stages of this process. Even without having organized a Synod, he seems to want to say, we have not remained inert.

  The first General Assembly of Italian Bishops took place on October 14, 1962. It was preceded ten years earlier (January 8, 1952) by a meeting, held in confidence, in which the presidents of the regional conferences of the Italian conciliar regions participated, followed by periodic meetings among the bishops, without a systematic character. In 1972 came the real recognition of the identity of the C.E.I. as an institution, reformed after the Council.

  In 1973 the first pastoral document "Evangelization and Sacraments" was approved and in 1976, in Rome, the first national ecclesial convention "Evangelization and human promotion" was held. They were characterized by the choice of the pastoral care of evangelization, understood not only as an ad intra transformation of the Church, to pass from a community of practitioners to a community of evangelized believers, but also as a commitment to service and transformation of Italian society. The figure of "human promotion", closely linked to evangelization, expresses this pastoral-missionary intention well.

  In 1981 the pastoral document "Communion and community" was approved with a precise ecclesiological vision that made the idea of ​​the Church as a community of evangelized believers its own. In the 1980s, the lively and harsh controversy between Catholic Action and the Communion and Liberation movement developed over how the community of believers should be made. Pope Karol Wojtyla - John Paul 2nd ordered the controversy to be suspended, placing the need for reconciliation at the center for the purpose of community recomposition of the Church. The theme was at the center of the second national ecclesial convention held in Loreto in 1985 on the theme “Christian reconciliation and the community of men”. Reconciliation had to be done by rediscovering the Christian identity starting from the Church's very rich patrimony of truth.

  In 1990 the Document of pastoral guidelines "Evangelization and witness of charity" was approved, still centered on identity and truth.

  In 1995, in Palermo, the third national ecclesial conference was held on the theme The Gospel of charity for a new Italian society, which marked a revival of the times of the ecclesial conference "Evangelization and human promotion" and which, in the wake of the 2nd Vatican Council , proposed the need for community-ecclesial discernment as a real pastoral method. This can be considered the embryo of a synodal process.

 In 2001 the CEI approved the pastoral guidelines "Communicating the Gospel in a changing world (for the decade from 2001 to 2010) and in 201 those called" Communicating the Gospel in a changing world ", which put good community life at the center and beautiful centered on the Gospel connoted by a missionary face, in particular starting from the parishes.

  In 2006, the fourth national ecclesial convention "Witnesses of the risen, hope of the world" was held in Verona, in which the importance of effective synodality in the life of the Churches was recalled and the pastoral-missionary action of the Italian Churches was recommended. in five spheres of personal and social life: love life, work and party, human frailty, tradition, citizenship.

 The fifth national ecclesial conference on the theme "In Jesus Christ the new humanism" was held in Florence in 2015. The five verbs taken from the Apostolic Exhortation Evangelii Gaudium - The joy of the Gospel (2013): go out, announce , to live, to educate, to transfigure. During that convention, Pope Francis urged the Italian Church to promote a synodal process, which was not listened to.

  The Pope returned to the topic in his speech at the meeting sponsored by the National Catechetical Office, January 30, 2021. The meeting with the leaders of the C.E.I. of 27 February 2021, which was followed by the setting on the Synod of the Italian Church of the 74th National Assembly of the C.E.I ..

  2. At the center of the first Synod of the Italian Church will be the holy faithful people of God [it is said with an expression taken from the magisterium and from the texts of Pope Francis].

  It is a concept, that of the People of God, which was placed at the center of the reform deliberated during the Second Vatican Council between 1962 and 1965 and which has opponents in the Italian Church. Bassetti, however, recalls the words spoken by the Pope on January 30, 2021 in the address to the participants in the meeting sponsored by the National Catechetical Office:

«The Council is the Magisterium of the Church. Either you are with the Church and therefore follow the Council, and if you do not follow the Council or you interpret it in your own way, as you want, you are not with the Church ".

   It is, I observe, in some way, a clear change of course, after a doctrine of containment had been developed through the interpretation of the innovative principles of that Council until the beginning of the reign of Pope Francis.

  It will also be necessary to be faithful to the Gospel and to Tradition. In this regard, card. Bassetti added a critique of democracy seen as subject to the law of the majority. However, I observe that, in reality, at the heart of the ideology of advanced Western democracies is the limit to any power, including that of the people and majorities, according to fundamental human values. This naturally involves the repudiation of autocracy, which is still the constitutional law of our Church. Unfortunately, it is to be feared that we do not want to build the synodal process according to advanced democratic criteria, at least as regards the generality of the faithful (the General Assembly of the CEI decides by majority), which however is the only way to make room for them in the suffocating clerical autocracy. Democracy and the Gospel should not be juxtaposed, according to the reactionary approach that caused so much damage in Italy during the process of national unification in the nineteenth century. And Tradition should refer to the way of living the Gospel, not to the political structures of the Churches: the current ecclesial autocracy certainly does not go back to either the Master or his first disciples. In its current form, it dates back to the eleventh century. Certainly democracy as we understand it today is much later, but already the first Italian Christian Democrats, at the beginning of the nineteenth century, showed its very clear connection with the principles of the good life of the Gospel.

  The "synodal journey" represents, for card. Bassetti, that necessary process that will allow our Churches in Italy to make their own, ever better, a style of presence in history that is credible and reliable, because it is attentive to the complex changes taking place and eager to speak the truth of the Gospel in the changed living conditions of the men and women of our time. Since we are all called to acquire this style, we need to take responsibility for the decision to involve ourselves in this "journey" which, as we understand well, cannot result in formal obligations, nor only in the organization of events that, in the long run, risk to become, as Saint John Paul II put it, "soulless apparatuses, masks of communion".

   The synodal process must be characterized by listening to the ecclesial communities to give voice to their experiences and their peculiarities.

  It will also be necessary to make choices, in particular to arouse co-responsibility of all ecclesial subjects and to enhance and harmonize the resources of the community, rejecting the conditioning of "it has always been done this way".

  Our Churches are characterized by a certain pluralism: populated by women and men who interpret plural figures of believing experience, all worthy of being recognized in belonging to the only structure of the ecclesial network, whose beauty is also given by this multiformity. From this perspective, the "synodal journey" can truly be a guarantee of an enlarged, inclusive ecclesial We, capable of fostering mutual recognition among believers, capable of giving historical form to the conciliar figure of a Church "people of God".

   It will be necessary to repudiate ecclesial and clerical fortification.

  But then there is the need, says Bassetti, to become promoters of social reconciliation also in the world outside the Church. The entire ecclesial community must make the constructive contribution of mediation and peace, rationality and charity, building bridges of understanding with everyone and taking the fundamental anthropological questions seriously.

  In this regard, Bassetti points out some social urgencies, such as denatality, safety at work, immigration to Europe, peace in the Mediterranean.

  He cites the Council of Jerusalem as a model of reconciliation, but we know that, in reality, it was the site of the manifestation of conflicts which, not definitively resolved in that assembly, did not give respite in the following centuries. We hope to be more effective in our synodal journey.

  Thinking of the Church in terms of reconciliation, says Bassetti, means knowing how to converge on some essential points, while also enhancing creativity and new proposals. A Church on a "synodal journey" knows how to give and make time and space for the questions of today's men and women. A Church on a "synodal journey" generates a positive and welcoming gaze.

 It is missing in the speech of card. Bassetti, the precise identification of the ecclesial points of fracture to be reconciled, quite evident even at a superficial glance, even if one of them is evoked when speaking of the need for fidelity to the Second Vatican Council.

  Certainly the first severe rift is between the ecclesial components that want to continue in the process started by that Council and the reactionary ones. The question also relates to the position to be taken towards classist social systems to the detriment of subordinate social strata (expressed in ecclesial jargon as a preferential option for the poor).

  Another consists in the humiliation of the lay faithful, the vast majority of people of faith, imposed by the autocratic and clerical order of our Church, which essentially rejects any form of democracy, and therefore of true co-responsibility, as contrary to the Gospel.

  A third is that of the disproportion in favor of the former between clergy and laity in ecclesial co-responsibility, with the latter relegated to the role of executive coadjutors or at most of coadjutors.

  The fourth concerns the very heavy and unjustified humiliation inflicted on women in our Church, as a consequence of its inveterate machismo and patriarchalism, which is now intolerable even to large layers of faithful men.

  The fifth concerns the sad resurgence of clerical-fascism at the European level and therefore the exploitation of our faith for policies of oppression and power.

 

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Osservazioni ambientali: cielo nuvoloso; temperatura ambientale  23°C.

 Roma e Lazio sono  in zona gialla, con minori restrizioni ai movimenti delle persone. Le statistiche sull’evoluzione della pandemia da Covid 19 stanno progressivamente migliorando, ma ancora non siamo fuori pericolo. Ci sono ancora molti e molti malati nei reparti di terapia intensiva e di rianimazione. Non è stata ancora completata la vaccinazione delle persone più anziane e di quella fragili per condizioni cliniche particolari.

 Chi ha sintomi di patologie respiratorie, come affanno recentemente insorto, tosse,  sternuti, catarro, febbre oltre i 37,5 °C, senso di spossatezza o una sintomatologia caratteristica di Covid 19, come la perdita del senso del gusto e dell’olfatto, rimanga a casa, contatti il proprio medico di medicina generale e ne segua scrupolosamente le raccomandazioni e prescrizioni, per non diffondere il contagio.

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Environmental observations: cloudy sky; ambient temperature 23° C.

  Rome and Lazio are in the yellow zone, with fewer restrictions on the movement of people. Statistics on the evolution of the Covid 19 pandemic are progressively improving, but we are not out of danger yet. There are still many, many patients in intensive care and resuscitation wards. Vaccination of elderly and frail people for particular clinical conditions has not yet been completed.

 Those who have symptoms of respiratory diseases, such as recently onset breathlessness, cough, sneezing, phlegm, fever over 37.5 ° C, a sense of exhaustion or a characteristic symptomatology of Covid 19, such as loss of the sense of taste and smell, stay at home, contact your general practitioner and strictly follow the recommendations and prescriptions, so as not to spread the infection.

 

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Canti: Introduzione, Te lodiamo Trinità!; Offertorio, Se m’accogli; Comunione, Pane del cielo; Finale, Dell’aurora tu sorgi più bella.

Chants: Introduction, We Praise You Trinity !; Offertory, If you welcome me; Communion, Bread of Heaven; Final, you rise more beautiful from the dawn.

 

 

Un augurio di pace a tutti i lettori!  

 A wish for peace to all readers! 

 

  Durante la messa delle nove il gruppo parrocchiale di AC era sui banchi sulla sinistra dell’altare, guardando l’abside.

During the nine o'clock mass, the parish group of AC was on the pews to the left of the altar, looking at the apse.

 

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  L'anno scorso abbiamo iniziato con la prima riunione in parrocchia e poi abbiamo proseguito con 21 riunioni in videoconferenza Google Meet,  dialogando secondo il percorso formativo "Da corpo a corpo" dell'AC ed esaminando da vicino tutta l'enciclica Fratelli tutti di Papa Francesco. Ieri ci siamo incontrati per l’ultima riunione dell’anno 2020/2021, per fare un bilancio dell’esperienza associativa in tempi di pandemia. Abbiamo sperimentato una riunione con alcuni soci in presenza e altri collegati in Google Meet  e pensiamo di proseguire con questa modalità anche alla riprese, nell’anno associativo 2021/2022.

  Una parte dei soci, un po' meno della metà, sono riusciti a collegarsi in videoconferenza. Abbiamo raggiunto gli altri con una Lettera ai soci mensile, che continueremo a inviare, in particolare inserendo i resoconti delle riunioni di quest'anno, che ancora non sono stati tutti diffusi. 

    Riprenderemo in parrocchia, in sala rossa, sabato 9 ottobre, alle ore 17:30.

    Tuttavia la piattaforma in Google Meet  del gruppo ci potrebbe consentire anche incontri estivi dedicati a temi specifici, ad esempio a letture interessanti. Ci terremo in contatto via email e WA e con la Lettera ai soci.

  L'esperienza in videoconferenza è stata molto interessante e potrebbe essere proseguita nel lavoro sinodale che sta per iniziare nella Chiesa italiana, in particolare per cercare di coinvolgervi persone nuove del quartiere. In fondo, non si è trattato solo di sostituire  le riunioni in presenza, ma di inaugurare un modo nuovo di avere relazioni sociali.  E' stato qualcosa di molto diverso da ciò che si manifesta di solito nelle reti sociali. Infatti i legami tra noi non solo solo virtuali e non possono essere annullati cliccando su sul tasto ABBANDONA. AC San Clemente non è solo una rete virtuale, è parte viva della nostra Chiesa.

  La videoconferenza annulla le distanze consentendo però di trasmettere l'immagine  dei volti delle persone. I volti trasmettono una grande quantità di informazioni, rispetto a quando ci si limita a scriversi o a telefonarsi. Umanizzano i rapporti.

 E' stato importante parlarsi avendo come riferimenti dei testi. Questa è la via giusta per crescere insieme. 

  Un gruppo di lettura potrebbe svilupparsi utilmente in videoconferenza. 

  Il modo di celebrare il sinodo proposto da papa Francesco è nuovo. C'è più di quello che è scritto nelle norme giuridiche canoniche. Ci sarà molto da imparare. Lo stile caratteristico di imparare dell'AC è quello dell'autoformazione. Ed è particolarmente importante quando fare tirocinio è parte dell'apprendere, come quando si tratta di imparare a lavorare e a decidere insieme. 

  Abbiamo anche pregato in videoconferenza, abbiamo partecipato a un mini-ritiro e celebrato una Via Crucis. 

   E' vero che alcuni non sono riusciti a collegarsi, anche se per diversi dei più grandi tra noi il tablet è diventato ormai uno strumento familiare, ma è anche vero che hanno partecipato soci che, per motivi familiari e di lavoro, non potevano presenziare sempre alle nostre riunioni.  Si è collegato con noi, dando un interessantissimo apporto, un amico di una parrocchia di Bologna: nel processo sinodale sarà utilissimo poter varcare le frontiere parrocchiali.

  Possiamo riconoscerlo: abbiamo resistito alla pandemia, ma non solo, abbiamo costruito qualcosa di nuovo che ci potrà venire utile anche in tempi normali. Siamo stati bravi. Ma si può fare di più, per la parrocchia, per la nostra Diocesi, per la Chiesa italiana.

AC è anzitutto azione!

 

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Prova anche tu a partecipare!  Inviaci un tuo indirizzo email per poter rimanere in contatto facilmente con il gruppo mediante Google Meet! Non darla vita al virus!

 

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Last year we started with the first meeting in the parish and then we continued with 21 meetings by videoconference Google Meet, talking according to the CA's "From melee" training course and closely examining the entire encyclical Fratelli tutti di Papa. Francis. Yesterday we met for the last meeting of the year 2020/2021, to take stock of the associative experience in times of pandemic. We have experimented with a meeting with some members in presence and others connected in Google Meet and we plan to continue in this way also for filming, in the 2021/2022 membership year.

   Some of the members, a little less than half, managed to connect via videoconference. We reached out to the others with a monthly Letter to Members, which we will continue to send, in particular by including the reports of this year's meetings, which have not yet all been released.

     We will resume in the parish, in the red room, Saturday 9 October, at 17:30.

  However, the group's Google Meet platform could also allow us summer meetings dedicated to specific topics, for example to interesting readings. We will keep in touch via email and WA and with the Letter to Members.

  The videoconference experience was very interesting and could be continued in the synodal work that is about to begin in the Italian Church, in particular to try to involve new people from the neighborhood. After all, it was not just a matter of replacing face-to-face meetings, but of inaugurating a new way of having social relations. It was something very different from what usually manifests itself in social networks. In fact, the ties between us are not only virtual and cannot be canceled by clicking on the ABANDON button. AC San Clemente is not just a virtual network, it is a living part of our Church.

  Videoconferencing cancels distances but allows you to transmit the image of people's faces. Faces convey a great deal of information, compared to just writing or phoning. They humanize relationships.

 It was important to talk to each other using texts as references. This is the right way to grow together.

  A reading group could usefully develop into videoconferencing.

  The way of celebrating the synod proposed by Pope Francis is new. There is more than what is written in the canonical juridical norms. There will be a lot to learn. The characteristic style of learning of CA is that of self-training. And it is especially important when internship is part of learning, such as when it comes to learning to work and decide together.

  We also prayed via videoconference, attended a mini-retreat and celebrated a Via Crucis.

   It is true that some have not been able to connect, even if for several of the largest among us the tablet has now become a familiar tool, but it is also true that members have participated who, for family and work reasons, could not always attend. at our meetings. A friend from a parish in Bologna connected with us, giving a very interesting contribution: in the synodal process it will be very useful to be able to cross parish borders.

  We can recognize it: we have resisted the pandemic, but not only that, we have built something new that will come in handy even in normal times. We have been good. But more can be done, for the parish, for our Diocese, for the Italian Church.

AC is above all action!

 

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Try to participate too! Send us your email address so we can easily stay in touch with the group via Google Meet! Don't give the virus life!

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 RACCOMANDIAMO DI OSSERVARE LE PRESCRIZIONI DELL’AUTORITA’ SANITARIA:

1) indossare la maschera facciale anche all’aperto, coprendo anche il naso;

2) mantenere una distanza non inferiori a m 2 dagli altri;

3) evitare gli assembramenti di persone, anche al momento di ricevere la Comunione.

4) ricevere la Comunione sulla mano, aspettando che il sacerdote vi posi l’ostia consacrata, senza cercare di afferrarla prima.

 

 

 WE RECOMMEND TO FOLLOW THE REQUIREMENTS OF THE HEALTH AUTHORITY:

1) wearing the face mask even outdoors, also covering the nose;

2) keeping a distance of no less than m 2 from the others;

3) avoiding gatherings of people, even at the moment of receiving Communion.

4) receiving Communion on the hand, waiting for the priest to place the consecrated host there, without trying to grab it first.

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L’Azione Cattolica Italiana è un’associazione di laici nella chiesa cattolica che si impegnano liberamente per  realizzare, nella comunità cristiana e nella società civile, una specifica esperienza, ecclesiale e laicale, comunitaria e organica, popolare e democratica. (dallo Statuto)

 

Italian Catholic Action is an association of lay people in the Catholic Church who are freely committed to creating a specific ecclesial and lay, community and organic, popular and democratic experience in the Christian community and in civil society. (from the Statute)

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Note: after the Italian text there is the translation in English, done with the help of Google Translator. I tried to correct, within the limits of my knowledge of English, some inaccuracies that automatic translation still inevitably entails. I have experimented that even with these inaccuracies the translation allows us to be understood by those who speak English, in the many national versions of the world, or who use it as a second or third language. It is the function that in ancient times carried out the Greek. Trying to be understood by other peoples corresponds to an ancient vocation of the Church of Rome, which is still current. The biblical texts in English are taken from https://www.associationofcatholicpriests.ie and from other Catholic sites in English and from http://www.vatican.va/archive/ENG0839/_INDEX.HTM (The New American Bible);  the texts in english  of the documents of the Second Vatican Council, are taken from sites of Holy See.

 

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Pillole di Concilio / Council pills

 Dal decreto sull’apostolato dei laici L’apostolato - Apostolicam actuositatem del Concilio Vaticano 2° (1962-1965)

From the decree on the apostolate of the laity The apostolate - Apostolicam actuositatem of the 2nd Vatican Council (1962-1965)

 

7. […] I laici devono assumere il rinnovamento dell'ordine temporale come compito proprio e in esso, guidati dalla luce del Vangelo e dal pensiero della Chiesa e mossi dalla carità cristiana, operare direttamente e in modo concreto; come cittadini devono cooperare con gli altri cittadini secondo la specifica competenza e sotto la propria responsabilità; dappertutto e in ogni cosa devono cercare la giustizia del regno di Dio.

  L'ordine temporale deve essere rinnovato in modo che, nel rispetto integrale delle leggi sue proprie, sia reso più conforme ai principi superiori della vita. cristiana e adattato alle svariate condizioni di luogo di tempo e di popoli. Tra le opere di simile apostolato si distingue eminentemente l'azione sociale dei cristiani. Il Concilio desidera oggi che essa si estenda a tutto l'ambito dell'ordine temporale, anche a quello della cultura.

 

The laity must take up the renewal of the temporal order as their own special obligation. Led by the light of the Gospel and the mind of the Church and motivated by Christian charity, they must act directly and in a definite way in the temporal sphere. As citizens they must cooperate with other citizens with their own particular skill and on their own responsibility. Everywhere and in all things they must seek the justice of God's kingdom. The temporal order must be renewed in such a way that, without detriment to its own proper laws, it may be brought into conformity with the higher principles of the Christian life and adapted to the shifting circumstances of time, place, and peoples. Preeminent among the works of this type of apostolate is that of Christian social action which the sacred synod desires to see extended to the whole temporal sphere, including culture.

 

 

 

 

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Letture bibliche della Messa -  Biblical readings of the Mass

 

Prima lettura -1st Reading

Dal libro del Deuteronomio (Dt 4,32-34.39-40)

From the book of Deuteronomy (Dt 4: 32-34.39-40)

 

Mosè parlò al popolo dicendo:

«Interroga pure i tempi antichi, che furono prima di te: dal giorno in cui Dio creò l'uomo sulla terra e da un'estremità all'altra dei cieli, vi fu mai cosa grande come questa e si udì mai cosa simile a questa? Che cioè un popolo abbia udito la voce di Dio parlare dal fuoco, come l'hai udita tu, e che rimanesse vivo?
O ha mai tentato un dio di andare a scegliersi una nazione in mezzo a un'altra con prove, segni, prodigi e battaglie, con mano potente e braccio teso e grandi terrori, come fece per voi il Signore, vostro Dio, in Egitto, sotto i tuoi occhi?
Sappi dunque oggi e medita bene nel tuo cuore che il Signore è Dio lassù nei cieli e quaggiù sulla terra: non ve n'è altro.
Osserva dunque le sue leggi e i suoi comandi che oggi ti do, perché sia felice tu e i tuoi figli dopo di te e perché tu resti a lungo nel paese che il Signore, tuo Dio, ti dà per sempre».

 

Moses said to the people: ‘Put this question to the ages that are past, that went before you, from the time God created man on earth: Was there ever a word so majestic, from one end of heaven to the other? Was anything ever heard? Did ever a people hear the voice of the living God speaking from the heart of the fire, as you heard it, and remain alive? Has any god ventured to take to himself one nation from the midst of another by ordeals, signs, wonders, war with mighty hand and outstretched arm, by fearsome terrors — all this that the Lord your God did for you before your eyes in Egypt? ‘Understand this today, therefore, and take it to heart: The Lord is God indeed, in heaven above as on earth beneath, he and no other. Keep his laws and commandments as I give them to you today so that you and your children may prosper and live long in the land that the Lord your God gives you for ever.’

 

 

Salmo responsoriale

dal  salmo  32 (33)

Responsorial psalm

From psalm   32 (33)

 

Ritornello / Response:

Beato il popolo scelto dal Signore.

Happy the people the Lord has chosen to be his own

 

 

 

Retta è la parola del Signore
e fedele ogni sua opera.
Egli ama la giustizia e il diritto;
dell'amore del Signore è piena la terra. 

Dalla parola del Signore furono fatti i cieli,
dal soffio della sua bocca ogni loro schiera.
Perché egli parlò e tutto fu creato,
comandò e tutto fu compiuto. 

Ecco, l'occhio del Signore è su chi lo teme,
su chi spera nel suo amore,
per liberarlo dalla morte
e nutrirlo in tempo di fame. 

L'anima nostra attende il Signore:
egli è nostro aiuto e nostro scudo.
Su di noi sia il tuo amore, Signore,
come da te noi speriamo. 

 

The word of the Lord is faithful
and all his works to be trusted.
The Lord loves justice and right
and fills the earth with his love.

By his word the heavens were made,
by the breath of his mouth all the stars.
He spoke: and they came to be.
He commanded; they sprang into being.

The Lord looks on those who revere him,
on those who hope in his love,
to rescue their souls from death,
to keep them alive in famine.

Our soul is waiting for the Lord.
The Lord is our help and our shield.
May your love be upon us, O Lord,
as we place all our hope in you.

 

 

 

 

 

Seconda lettura / Second reading

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Romani [Rm 8,14-17]

From the letter of St Paul the apostle to the Romans [Rm 8:14-17]

 



Fratelli, tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, questi sono figli di Dio. E voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo: «Abbà! Padre!».
Lo Spirito stesso, insieme al nostro spirito, attesta che siamo figli di Dio. E se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo, se davvero prendiamo parte alle sue sofferenze per partecipare anche alla sua gloria.

 

 

  You have received the Spirit that makes you God’s own children, and in that Spirit we call God: Father, our Father!
Everyone moved by the Spirit is a son of God. The spirit you received is not the spirit of slaves bringing fear into your lives again; it is the spirit of sons, and it makes us cry out, ‘Abba, Father!’
  The Spirit himself and our spirit bear united witness that we are children of God. And if we are children we are heirs as well: heirs of God and coheirs with Christ, sharing his sufferings so as to share his glory.

 

Acclamazione al Vangelo

Acclamation to the Gospel

 

 

Alleluia, alleluia.

 

Gloria al Padre, al Figlio, allo Spirito Santo,
a Dio, che è, che era e che viene. (Cfr. Ap 1,8)

 

Glory to the Father, to the Son, to the Holy Spirit,

to God, who is, who was and who is to come. (Cf. Ap 1:8)

 

Alleluia.

 

Vangelo - Gospel

Dal Vangelo secondo Matteo  [Mt 28,16-20]

From the Gospel according to Matthew [Mt 28:16-20]

   In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato.

  Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono.

  Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».

 

The eleven disciples set out for Galilee, to the mountain where Jesus had arranged to meet them. When they saw him they fell down before him, though some hesitated. Jesus came up and spoke to them. He said, ‘All authority in heaven and on earth has been given to me. Go, therefore, make disciples of all the nations; baptise them in the name of the Father and of the Son and of the Holy Spirit, and teach them to observe all the commands I gave you. And know that I am with you always; yes, to the end of time.’

 

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Sintesi dell’omelia svolta durante la Messa celebrata in parrocchia alle nove

Summary of the homily given during the Mass celebrated in the parish at nine o’clock

 

    Oggi celebriamo la solennità della Santissimo Trinità: un solo Dio, in tre Persone. E difficile da spiegare e anche da capire.

  Le Scritture ci parlano di un Dio  Padre Creatore.

  Nel Figlio, la Seconda Persona della Santissima Trinità, ci parlano di un Dio buono.

  Lo Spirito Santo ci viene presentato come dono e come forza che ci viene infusa. E’ Dio dentro di noi, un po’ come il marchio di Dio in noi e ci sorregge.

   Gesù non rimproverò i discepoli che dubitavano, ma li rassicurò dicendo che sarebbe rimasto con loro fino alla fine del mondo. Questo continua a dirci lo Spirito santo che è in noi e ci fa belli, della bellezza di Dio.

  Se guardiamo i quadri di grandi artisti come Picasso, Dalì o van Gogh li riconosciamo facilmente dalle altre opere, anche se non siamo specialisti nel settore. Essi ci parlano dei loro autori. Così è per noi.

  Siamo creature di un Dio buono, che nello Spirito Santo è in noi,  e siamo capaci di manifestarlo agli altri.

  Rendiamo grazie a Dio di questo e facciamolo.

 

Today we celebrate the solemnity of the Most Holy Trinity: one God, in three Persons. It is difficult to explain and even to understand.

  The Scriptures tell us of a Creator Father God.

  In the Son, the Second Person of the Holy Trinity, they speak to us of a good God.

  The Holy Spirit is presented to us as a gift and as a strength that is infused into us. It is God within us, a bit like the mark of God in us and it supports us.

   Jesus did not rebuke the disciples who doubted, but reassured them that he would stay with them until the end of the world. This continues to tell us the Holy Spirit who is in us and makes us beautiful, of the beauty of God.

  If we look at the paintings of great artists such as Picasso, Dali or van Gogh we easily recognize them from other works, even if we are not specialists in the sector. They tell us about their authors. So it is for us.

  We are creatures of a good God, who is in us in the Holy Spirit, and we are capable of manifesting him to others.

  Let's thank God for this and let's do it.

 

Avvisi del parroco / Notices from the parson

/

Notices from the parson

 /

 

Avvisi di Azione Cattolica: /  Catholic Action Notices:

 

 Riprenderemo a incontrarci sabato 9 ottobre, in parrocchia, in sala rossa, se le condizioni sanitarie lo consentiranno, ma anche in Google Meet, in modo da consentire di unirsi a noi anche a coloro che non potranno venire in parrocchia.

 

We will resume meeting on Saturday  October 9, in the parish, in the red room, if the health conditions allow it, but also in Google Meet, in order to allow even those who cannot come to the parish to join us.