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Questo blog è stato aperto da Mario Ardigò per consentire il dialogo fra gli associati dell'associazione parrocchiale di Azione Cattolica della Parrocchia di San Clemente Papa, a Roma, quartiere Roma - Montesacro - Valli, un gruppo cattolico, e fra essi e altre persone interessate a capire il senso dell'associarsi in Azione Cattolica, palestra di libertà e democrazia nello sforzo di proporre alla società del nostro tempo i principi di fede, secondo lo Statuto approvato nel 1969, sotto la presidenza nazionale di Vittorio Bachelet, e aggiornato nel 2003.

This blog was opened by Mario Ardigò to allow dialogue between the members of the parish association of Catholic Action of the Parish of San Clemente Papa, in Rome, the Roma - Montesacro - Valli district, a Catholic group, and between them and other interested persons to understand the meaning of joining in Catholic Action, a center of freedom and democracy in the effort to propose the principles of faith to the society of our time, according to the Statute approved in 1969, under the national presidency of Vittorio Bachelet, and updated in 2003.

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L’Azione Cattolica Italiana è un’associazione di laici nella chiesa cattolica che si impegnano liberamente per realizzare, nella comunità cristiana e nella società civile, una specifica esperienza, ecclesiale e laicale, comunitaria e organica, popolare e democratica. (dallo Statuto)

Italian Catholic Action is an association of lay people in the Catholic Church who are freely committed to creating a specific ecclesial and lay, community and organic, popular and democratic experience in the Christian community and in civil society. (from the Statute)

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Questo blog è un'iniziativa di laici aderenti all'Azione Cattolica della parrocchia di San Clemente papa e manifesta idee ed opinioni espresse sotto la personale responsabilità di chi scrive. Esso non è un organo informativo della parrocchia né dell'Azione Cattolica e, in particolare, non è espressione delle opinioni del parroco e dei sacerdoti suoi collaboratori, anche se i laici di Azione Cattolica che lo animano le tengono in grande considerazione.

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Scrivo per dare motivazioni ragionevoli all’impegno sociale. Lo faccio secondo l’ideologia corrente dell’Azione Cattolica, che opera principalmente in quel campo, e secondo la mia ormai lunga esperienza di vita sociale. Quindi nell’ordine di idee di una fede religiosa, dalla quale l’Azione Cattolica trae i suoi più importanti principi sociali, ma senza fare un discorso teologico, non sono un teologo, e nemmeno catechistico, di introduzione a quella fede. Secondo il metodo dell’Azione Cattolica cerco di dare argomenti per una migliore consapevolezza storica e sociale, perché per agire in società occorre conoscerla in maniera affidabile. Penso ai miei interlocutori come a persone che hanno finito le scuole superiori, o hanno raggiunto un livello di cultura corrispondente a quel livello scolastico, e che hanno il tempo e l’esigenza di ragionare su quei temi. Non do per scontato che intendano il senso della terminologia religiosa, per cui ne adotto una neutra, non esplicitamente religiosa, e, se mi capita di usare le parole della religione, ne spiego il senso. Tengo fuori la spiritualità, perché essa richiede relazioni personali molto più forti di quelle che si possono sviluppare sul WEB, cresce nella preghiera e nella liturgia: chi sente il desiderio di esservi introdotto deve raggiungere una comunità di fede. Può essere studiata nelle sue manifestazioni esteriori e sociali, come fanno gli antropologi, ma così si rimane al suo esterno e non la si conosce veramente.

Cerco di sviluppare un discorso colto, non superficiale, fatto di ragionamenti compiuti e con precisi riferimenti culturali, sui quali chi vuole può discutere. Il mio però non è un discorso scientifico, perché di quei temi non tratto da specialista, come sono i teologi, gli storici, i sociologi, gli antropologi e gli psicologi: non ne conosco abbastanza e, soprattutto, non so tutto quello che è necessario sapere per essere un specialista. Del resto questa è la condizione di ogni specialista riguardo alle altre specializzazioni. Le scienze evolvono anche nelle relazioni tra varie specializzazioni, in un rapporto interdisciplinare, e allora il discorso colto costituisce la base per una comune comprensione. E, comunque, per gli scopi del mio discorso, non occorre una precisione specialistica, ma semmai una certa affidabilità nei riferimento, ad esempio nella ricostruzione sommaria dei fenomeni storici. Per raggiungerla, nelle relazioni intellettuali, ci si aiuta a vicenda, formulando obiezioni e proposte di correzioni: in questo consiste il dialogo intellettuale. Anch’io mi valgo di questo lavoro, ma non appare qui, è fatto nei miei ambienti sociali di riferimento.

Un cordiale benvenuto a tutti e un vivo ringraziamento a tutti coloro che vorranno interloquire.

Dall’anno associativo 2020/2021 il gruppo di AC di San Clemente Papa si riunisce abitualmente il secondo, il terzo e il quarto sabato del mese alle 17 e anima la Messa domenicale delle 9. Durante la pandemia da Covid 19 ci siamo riuniti in videoconferenza Google Meet. Anche dopo che la situazione sanitaria sarà tornata alla normalità, organizzeremo riunioni dedicate a temi specifici e aperte ai non soci con questa modalità.

Per partecipare alle riunioni del gruppo on line con Google Meet, inviare, dopo la convocazione della riunione di cui verrà data notizia sul blog, una email a mario.ardigo@acsanclemente.net comunicando come ci si chiama, la email con cui si vuole partecipare, il nome e la città della propria parrocchia e i temi di interesse. Via email vi saranno confermati la data e l’ora della riunione e vi verrà inviato il codice di accesso. Dopo ogni riunione, i dati delle persone non iscritte verranno cancellati e dovranno essere inviati nuovamente per partecipare alla riunione successiva.

La riunione Meet sarà attivata cinque minuti prima dell’orario fissato per il suo inizio.

Mario Ardigò, dell'associazione di AC S. Clemente Papa - Roma

NOTA IMPORTANTE / IMPORTANT NOTE

SUL SITO www.bibbiaedu.it POSSONO ESSERE CONSULTATI LE TRADUZIONI IN ITALIANO DELLA BIBBIA CEI2008, CEI1974, INTERCONFESSIONALE IN LINGUA CORRENTE, E I TESTI BIBLICI IN GRECO ANTICO ED EBRAICO ANTICO. CON UNA FUNZIONALITA’ DEL SITO POSSONO ESSERE MESSI A CONFRONTO I VARI TESTI.

ON THE WEBSITE www.bibbiaedu.it THE ITALIAN TRANSLATIONS OF THE BIBLE CEI2008, CEI1974, INTERCONFESSIONAL IN CURRENT LANGUAGE AND THE BIBLICAL TEXTS IN ANCIENT GREEK AND ANCIENT JEWISH MAY BE CONSULTED. WITH A FUNCTIONALITY OF THE WEBSITE THE VARIOUS TEXTS MAY BE COMPARED.

Il sito della parrocchia:

https://www.parrocchiasanclementepaparoma.com/

domenica 29 luglio 2012

Messa di suffragio in ricordo di Lucia Caturano in Daniele

Messa di suffragio in ricordo di Lucia Caturano in Daniele

A un  anno dalla morte,
Lucia Caturano in Daniele
continua a vivere nel ricordo incancellabile
e nel rimpianto del marito Lorenzo,
dei figli, dei nipoti
e di tutti coloro che le vollero bene.

Sabato 4 agosto 2012 alle ore 19:00
nella chiesa parrocchiale di S. Clemente Papa
a largo Val Santerno
verrà celebrata per lei una messa di suffragio.
La famiglia sarà grata a coloro
che vorranno unirsi in preghiera.

Domenica 29 luglio 2012: letture, sintesi dell'omelia della Messa delle nove e avvisi del parroco

Domenica 29-7-12 –  Lezionario dell’anno B per le domeniche e le solennità – 17° domenica del Tempo Ordinario  – 1° settimana del salterio – colore liturgico: verde – Letture e sintesi dell’omelia della Messa delle nove – avvisi del parroco

Buona domenica a tutti i lettori!

Prima lettura
Dal secondo libro dei Re  (2Re 4,42-44)

 In quei giorni, da Baal Salisà venne un uomo, che portò pane di primizie all’uomo di Dio: venti pani d’orzo e grano novello che aveva nella bisaccia. Eliseo disse: “Dallo da mangiare alla gente”. Ma il suo servitore disse: “Come posso mettere questo davanti a cento persone?”. Egli replicò: “Dallo da mangiare ala gente. Perché così dice il Signore: ‘Ne mangeranno e ne faranno avanzare’”. Lo pose davanti a quelli, che mangiarono e ne fecero avanzare, secondo la parola del Signore.

Salmo responsoriale
Dal salmo 145

Ti lodino, Signore, tutte le tue opere
e ti benedicano i tuoi fedeli.
Dicano la gloria del tuo regno
e parlino della tua potenza.

Gli occhi di tutti a te sono rivolti in attesa
e tu dai loro cibo a tempo opportuno.
Tu apri la tua mano
e sazi il desiderio di ogni vivente.

Giusto è il Signore in tutte le sue vie
e buono in tutte le sue opere.
Il Signore è vicino a chiunque lo invoca,
a quanti lo invocano con sincerità.

Seconda lettura
Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesini   (Ef 4,1-6)

 Fratelli, io, prigioniero a motivo del Signore, vi esorto: comportatevi in maniera degna della chiamata che avete ricevuto, con ogni umiltà, dolcezza e magnanimità, sopportandovi a vicenda nell’amore, avendo a cuore di conservare l’unità dello spirito per mezzo del vincolo della pace. Un solo corpo e un solo spirito, come una sola  è la speranza alla quale siete stati chiamati, quella della vostra vocazione; un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. Un solo Dio e Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, opera per mezzo di tutti ed è presente in tutti.


Vangelo
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 6,1-15)

 In quel tempo, Gesù passò all’altra riva del mare di  Galilea, cioè di Tiberiade, e lo seguiva una grande folla, perché vedeva i segni che compiva sugli infermi. Gesù salì sul monte e là si pose a sedere  con i suoi discepoli. Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei. Allora Gesù, alzati gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: “Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?”. Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per compiere. Gli rispose Filippo: “Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo”. Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: “C’è qui  un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?”. Rispose Gesù: “Fateli sedere”. C’era molta erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini. Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano. E quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: “Raccogliete i  pezzi avanzati, perché nulla vada perduto”. Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d’orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato. Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, diceva: “Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo”. Ma Gesù, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui solo.

Sintesi dell’omelia della Messa delle nove

 Nell’anno liturgico in corso  i brani del Vangelo letti durante le Messe domenicali sono tratti dal Vangelo secondo Marco. Poiché però questo Vangelo è più breve degli altri, la Chiesa, nella sua sapienza,  nella Messa di questa domenica e in quelle del mese di agosto ci fa leggere, ad integrazione, brani tratti dal capitolo sesto del Vangelo secondo Giovanni.
 Nel  Vangelo secondo Giovanni non troviamo la narrazione dell’istituzione dell’Eucaristia nell’Ultima Cena. Tuttavia nel brano che leggiamo in questa domenica, in cui è raccontato un prodigio di moltiplicazione di pani e di pesci. troviamo molti elementi che richiamano il mistero eucaristico.  Un episodio analogo è narrato nel Vangelo secondo Marco, ma nel Vangelo secondo Giovanni è raccontato in modo più esteso e profondo.
 Nel brano evangelico che abbiamo letto si dice che “era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei”.  La precisazione che si trattava della “festa dei Giudei” si spiega perché, al tempo in cui fu scritto il Vangelo secondo Marco le celebrazioni degli ebrei e dei cristiani si erano ormai differenziate. In occasione della Pasqua ebraica ci si recava in Gerusalemme, mentre la folla, “circa cinquemila persone”, di cui si parla nel brano evangelico aveva seguito Gesù.
 Gesù si preoccupa di dare da mangiare a  tutta quella gente, senza attendere che gli venga richiesto. Questo a differenza di ciò che accadde nell’episodio biblico delle mormorazioni del popolo nel deserto di Sin dopo l’uscita dall’Egitto, quando solo dopo che si protestò per fame   fu donato il pane piovuto dal cielo [Esodo 16].
 La gente fu fatta sedere. Il mangiare sdraiati era, all’epoca, cosa da signori. Si può quindi intendere che Gesù volesse far capire a coloro che erano convenuti intorno a lui che voleva elevarli alla condizione di signori.
  Nel Vangelo si parla di circa cinquemila persone presenti quel giorno. Possiamo chiederci se li si fosse contati uno a uno. Ricordiamo però che il numero cinquanta, e i suoi multipli, erano  collegati, nella concezione del tempo, alla presenza dello Spirito (ad esempio nel caso della Pentecoste, che significa cinquanta giorni dopo la Pasqua). Inoltre possiamo ritenere che si sia tenuto presente l’episodio narrato nella prima lettura della Messa, tratta dal secondo libro dei Re, in cui Eliseo con venti pani d’orzo e grano novello  riuscì a far sfamare cento persone, mentre nell’episodio evangelico ben cinquemila persone vennero sfamate con soli cinque pani d’orzo e due pesci.  Può quindi ritenersi che si sia voluto richiamare l’attenzione su un intervento divino particolarmente significativo.
 Nel brano evangelico si narra che “Gesù prese i pani e,  dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano”. Si tratta sostanzialmente della stessa azione raccontata dagli altri evangelisti nel racconto dell’istituzione dell’Eucaristia e che ancora oggi viene ripetuta nel rito della Messa, durante la Preghiera Eucaristica. E’ anche scritto che, dopo che i convenuti ebbero mangiato, su ordine di Gesù vennero raccolti gli avanzi e che con i pezzi dei cinque pani d’orzo furono riempite dodici canestri, perché nulla andasse perduto. Di nuovo, il numero di dodici può essere considerato non il risultato di un preciso computo, ma un richiamo alle antiche dodici tribù israelitiche, a significare l’abbondanza dell’ausilio divino  per tutti coloro che si fossero messi al seguito di Gesù. Il monito a che nulla vada perduto giunge fino a noi e ci interpella: infatti possiamo constatare quanti sono coloro i quali, ai tempi nostri, ancora non beneficiano del dono divino dell’Eucaristia.
 Nel brano evangelico si narra che l’autentico significato del prodigio compiuto da Gesù non viene rettamente inteso, infatti è scritto che la gente voleva farlo re. Gesù allora ci viene presentato mentre, lui solo, si ritira di nuovo sul monte. Anche Mosè fece un’azione simile, quando, sceso dall’Oreb con le tavole della legge, trovò che il popolo aveva deciso di adorare un idolo (Esodo 32).

Sintesi di Mario Ardigò – Azione Cattolica in San Clemente papa – Roma, Monte Sacro, Valli.

Avvisi del parroco:
 Nel mese di agosto non sarà celebrata la Messa delle ore nove dei giorni feriali e quella di mezzogiorno della domenica.

venerdì 27 luglio 2012

Eucaristia e città - impressioni di lettura

Sto leggendo un libriccino dell'editrice AVE con una relazione che Giuseppe Dossetti tenne al Congresso Eucaristico bolognese del 1987. Si intitola "Eucaristia e città".
Non avevo mai preso veramente in considerazione in tema del genere. Infatti ho vissuto il mistero eucaristico prevalentemente sotto il profilo della spiritualità individuale. Questo anche se il nostro parroco ritorna spesso nei suoi insegnamenti sulla natura comunitaria di questo Sacramento. Prima di ricevere la Comunione ci fa recitare la preghiera "Poiché c'è un solo pane per noi tutti, uno solo è il corpo formato da noi che partecipiamo al pane unico".
Per Dossetti anche nelle città pluralistiche contemporanee l'Eucaristia può essere fonte di promozione dell'unità delle genti intorno a grandi ideali di bene e di salvezza.
Mario Ardigo - Azione Cattolica in San Clemente papà - Roma Monte Sacro,Valli.








domenica 22 luglio 2012

Domenica 22-7-12 Letture e sintesi dell'omelia della Messa delle nove

Domenica 22-7-12 –  Lezionario dell’anno B per le domeniche e le solennità – 16° domenica del Tempo Ordinario  – 4° settimana del salterio – colore liturgico: verde – Vangelo e sintesi dell’omelia della Messa delle nove

Buona domenica a tutti i lettori!

Prima lettura
Dal libro del profeta Geremia (Ger 23, 1-6)

  Dice il Signore: “Guai ai pastori che fanno perire e disperdono il gregge del mio pascolo. Oracolo del Signore. Perciò dice il Signore, Dio d’Israele, contro i pastori che devono pascere il mio popolo: Voi avete disperso le mie pecore, le avete scacciate e non ve ne siete preoccupati; ecco io vi punirò per le malvagità delle vostre opere. Oracolo del Signore. Radunerò io stesso il resto delle mie pecore da tutte le regioni dove le ho scacciate e le farò tornare  ai loro pascoli; saranno feconde si moltiplicheranno. Costituirò sopra di esse pastori che le faranno pascolare così che non dovranno più temere né sgomentarsi; non ne mancherà neppure una. Oracolo del Signore. Ecco, verranno giorni – oracolo del Signore – nei quali susciterò a Davide un germoglio giusto, che regnerà da vero re e sarà saggio ed eserciterà il diritto e la giustizia sulla terra. Nei suoi giorni Giuda sarà salvato e Israele vivrà tranquillo, e lo chiameremo con questo nome: Signore-nostra-giustizia”.

Salmo responsoriale (Sal 23)

R.Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla.

Il Signore è il mio pastore:
non manco di nulla.
Su pascoli erbosi mi fa riposare,
ad acque tranquille mi conduce.
Rinfranca l’anima mia.

Mi guida per il giusto cammino
a motivo del suo nome.
Anche se vado per una valle oscura,
non temo alcun male, perché tu sei con me.
Il tuo bastone e il tuo vincastro
mi danno sicurezza.

Davanti a me tu prepari una mensa
sotto gli occhi dei miei nemici.
Ungi di olio il mio capo;
il mio calice trabocca.

Sì, bontà e fedeltà mi saranno compagne
tutti i giorni della mia vita,
abiterò ancora nella casa del Signore
per lunghissimi giorni.

Seconda lettura
Dalla lettera di san Paolo Apostolo agli Efesini (Ef 2,13-18)

 Fratelli, ora, in Cristo Gesù, voi che un tempo eravate lontani, siete diventati vicini, grazie al  sangue di Cristo. Egli infatti è la nostra pace, colui che di due ha fatto una cosa sola abbattendo il muro di separazione che li divideva, cioè l’inimicizia, per merito della sua carne. Così egli ha abolito la Legge, fatta di prescrizioni e di decreti, per creare in se stesso, dei due, un solo uomo nuovo, facendo la pace, e per riconciliare tutti e due con Dio in un solo corpo, per mezzo della croce, eliminando in se stesso l’inimicizia. Egli è venuto ad annunciare pace a voi che eravate lontani, e pace a coloro che erano vicini. Per mezzo di lui infatti possiamo presentarci, gli uni e gli altri, al Padre in un solo spirito.

Vangelo
Dal Vangelo secondo Marco (Mc 6,30-34)

 In quel tempo, gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. Ed egli disse loro: “Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’ ”. Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare. Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte. Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero. Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.

Omelia della Messa delle nove

 Il Vangelo di domenica scorsa  ci ha presentato i Dodici che venivano mandati in missione, quello di questa settimana ci racconta dei frutti di questa azione. Coloro che vi avevano partecipato vengano definiti apostoli, parola che in greco significa inviati. E’ scritto che, radunatisi intorno al primo maestro, gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. Può osservarsi però che non avevano avuto il compito di insegnare: nel Vangelo di domenica scorsa si parlava di un potere dato loro sugli spiriti impuri. La missione però aveva evidentemente avuto successo. Infatti è scritto che “erano molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare”.  Ci si può chiedere il perché di questo buon esito, tenuto conto invece della reazione negativa suscitata dal loro maestro quando aveva preso la parola nella sinagoga di Cafarnao. Forse avevano assecondato troppo gli ideali di salvazione diffusi tra gli ebrei del tempo? Nel brano evangelico si racconta poi che furono condotti in disparte: questa espressione viene usata nel lessico evangelico in altri passi in cui si presentano situazioni di opposizione, discordia e controversia. Uno di questi è quando si racconta che, a fronte della reazione negativa di Pietro all’annuncio della morte e resurrezione di Gesù, egli viene chiamato Satana e invitato a seguire il maestro. Un altro è  nella narrazione della Trasfigurazione, quando Pietro viene corretto dopo che aveva proposto di stabilirsi lì dove era avvenuto l’episodio prodigioso, erigendo tre tende. Può quindi pensarsi che il primo maestro si sia appartato con i discepoli che gli erano più vicini per chiarire loro il messaggio che voleva fosse annunciato.
 Più avanti è scritto che il primo maestro scese dalla barca, ma deve osservarsi che non è detta la stessa cosa degli apostoli. Egli ci viene quindi  presentato mentre da solo si avvicina alla grande folla che era accorsa per incontrarlo. Ebbe compassione di loro: è un sentimento che in altri brani biblici viene considerato manifestazione della divinità. Viene precisato che li compatì perché erano come pecore che non hanno un pastore. E’ scritto che, allora, si mise a insegnare loro molte cose, proponendo evidentemente se stesso come loro pastore.

Sintesi di Mario Ardigò – Azione Cattolica in San Clemente Papa – Roma, Monte Sacro, Valli

sabato 21 luglio 2012

Vento d'Africa

Vento d’Africa

 Sono ormai quasi venti giorni che nel nostro quartiere, come in tutta Roma e in gran parte d’Italia, spira il vento dell’Africa. Sulle automobili si deposita la sabbia del deserto, del Sahara. E’ un po’ più faticoso vivere, soprattutto per i più anziani e per chi ha qualche problema di salute. Ed anche per i molti che sono accampati precariamente in rifugi di fortuna lungo le sponde del fiume Aniene, negli stessi luoghi dove nel Dopoguerra bivaccarono gli sfollati e poi tanti Meridionali venuti in cerca di lavoro, fino a quando, verso la metà degli anni ’70, si riuscì a trovare ai più un’altra sistemazione.
 A confronto con certi posti dell’Africa più prossima a noi  e del Vicino Oriente, l’Italia può apparire un posto paradisiaco. Guardo, ad esempio, le foto di Gerusalemme e dintorni, la città che benediciamo nelle nostre preghiere, e non riesco veramente ad amarla. Sta in un luogo arido, con scarsa vegetazione. Da noi è molto diverso, le piante crescono rigogliose dappertutto. Ad esempio nel nostro pratone, il grande parco tra il fiume e via Conca d’Oro  che l’azione civica del nostro quartiere è riuscita a preservare dall’edificazione. Ma anche altrove, lungo le strade, appena l’asfalto è rotto e c’è un minimo di spazio. Ciuffi di verde sbucano dai binari della Stazione Termini e lungo le rotaie del tram.
 Quand’ero ragazzo faceva meno caldo d’estate? Le statistiche meteorologiche dicono di no. Eppure da cinquantenne mi pare di sì.
 Tanti anni fa c’erano tanti bambini in giro per il quartiere a giocare, ora non più. Da bambino vivevo intensamente nel quartiere, ma non sentivo la fatica di vivere. O forse non ci facevo caso, preso com’ero in quello stavo facendo con gli altri. C’erano molte meno automobili e si cominciava ad andare in giro da soli da molto piccoli. Oggi è diverso.
 Non  si va in giro volentieri tra i nostri palazzoni quando fa più caldo. Vedo più gente la sera. Ma, a parte la parrocchia, non ci sono punti di aggregazione, bisogna andare in centro per trovarli. Chiusi i negozi, la vita sociale declina. E al confine del quartiere iniziano i sordidi traffici della prostituzione, gente che travaglia se stessa e gli altri in una dimensione infera che appare incontenibile.
 Camminare è più piacevole la mattina presto, col fresco, quando mi muovo per andare in ufficio, prima di molti altri. Sembra che il nuovo giorno doni un mondo rigenerato, assecondando i propri buoni propositi.
  E chi ricorda la tanta neve dello scorso febbraio?

Mario Ardigò – Azione Cattolica in San Clemente Papa – Roma, Monte Sacro, Valli



giovedì 19 luglio 2012

Amore e verità s’incontreranno,giustizia e pace si baceranno

Dal salmo 85  (tra le letture della Messa domenicale della 15° domenica del Tempo ordinario – 15 luglio 2012)

Amore e verità s’incontreranno,
giustizia e pace si baceranno.
Verità germoglierà dalla terra
e giustizia si affaccerà dal cielo

Una citazione del brano biblico

Dal testo italiano del parlato del film “Il pranzo di Babette” del regista Gabriel Axel, tratto da un racconto della scrittrice danese Karen Blixen: discorso del generale al termine del pranzo  cucinato da Babette:

“Misericordia e verità si sono incontrate, amici miei, rettitudine e felicità  debbono baciarsi.
 Nella nostra umana debolezza e miopia crediamo di dover scegliere la nostra strada in vita e tremiamo per il rischio che corriamo. Abbiamo paura…
 Ma no! La nostra scelta non è importante.
  Viene il giorno in cui apriamo i nostri occhi e vediamo e capiamo… che la grazia di Dio è infinita. Dobbiamo solo attendere con fiducia e accoglierla con riconoscenza. Dio non pone condizioni, non preferisce uno di noi piuttosto di un altro e ciò che abbiamo scelto ci viene dato e, allo stesso tempo, ciò che abbiamo rifiutato ci viene accordato.
 Perché misericordia e verità si sono incontrate, rettitudine e felicità si sono baciate”

domenica 15 luglio 2012

Domenica 15-7-12: Vangelo e sintesi dell'omelia della Messa delle nove

Domenica 15-7-12 –  Lezionario dell’anno B per le domeniche e le solennità – 15° domenica del Tempo Ordinario  – 3° settimana del salterio – colore liturgico: verde – Vangelo e sintesi dell’omelia della Messa delle nove

Buona domenica a tutti i lettori!

Dal Vangelo secondo Marco  (Mc 6,7-13)

 In quel tempo, Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca,  né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche. E diceva loro: “Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro”. Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano.
  
Sintesi dell’omelia della Messa delle  nove

 Il Vangelo di questa domenica ci presenta gli apostoli inviati in missione.
 E’ scritto che vennero mandati a due a due.
 In altre religioni ci si concentra molto sulla purificazione individuale e sul raggiungimento di una pace interiore del singolo. La nostra fede invece va vissuta e proclamata necessariamente in una comunità e va verso gli altri. E non si diffondono le proprie particolari idee personali, ma un messaggio comune ricevuto.
  Gli apostoli vennero inviati verso gli altri. L’uso a quei tempi era invece che la gente si recasse dove insegnavano i maestri. Venne loro ordinato, segno della particolare importanza che veniva data a questa prescrizione, di non portare nel viaggio altro che un bastone, nel quale può vedersi simboleggiata la parola di Dio. Infatti nelle Scritture si narra che Mosè accompagnò con movimenti di un bastone certi prodigi da lui compiuti. Non si tratta di un elogio della povertà, ma della prescrizione di uno determinato stile per accostare gli altri. Gli inviati dovevano portare con sé solo il messaggio che dovevano annunciare e confidare in esso per il successo della loro opera.
 Nel potere sugli spiriti impuri dato agli inviati non bisogna immaginare chissà che  cosa. Significava solo poter vincere ciò che si opponeva a Dio, quello che non era secondo  il suo spirito.
 Nell’invito a scuotere la polvere sotto i piedi, nel caso che gli altri non accogliessero e non ascoltassero gli inviati, non deve vedersi un gesto minaccioso. E’ un’antica usanza ebraica. Manifesta visivamente, con un gesto, il proprio distacco da ciò che è sbagliato.
 Nell’unzione degli infermi, che facevano gli inviati, narrata nel brano evangelico, si deve riconoscere l’origine del Sacramento praticato oggi. Spesso vi sono delle resistenze a far accostare il prete ai malati, quasi come se ciò indicasse una prognosi infausta o un cattivo presagio. Invece è solo la manifestazione di una missione che i cristiani hanno ricevuto fin dai primi tempi.
 Dobbiamo sentirci tutti inviati verso gli altri. E’ così che da un piccolo gruppo di persone che nell’antichità furono radunate intorno al primo maestro la nostra fede si è diffusa radunando moltitudini in tutta la Terra.

Sintesi effettuata da Mario Ardigò – Azione Cattolica in San Clemente Papa – Roma, Monte Sacro, Valli.

domenica 1 luglio 2012

Vangelo della 13° domenica del tempo ordinario e sintesi dell’omelia della Messa delle 9, “Un quadro a molti colori”

Vangelo della 13° domenica del tempo ordinario e sintesi dell’omelia della Messa delle 9, “Un quadro a molti colori”

Dal Vangelo secondo Marco
  In quel tempo, essendo Gesù passato di nuovo in barca sull’altra riva, gli si radunò intorno molta folla ed egli stava lungo il mare. E venne  uno dei capi della sinagoga di nome Giàiro, il quale, come lo vide, gli si gettò ai piedi e lo supplicò con insistenza: “La mia figlioletta sta morendo: vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva”. Andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno. Ora una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza alcun vantaggio, anzi piuttosto peggiorando, udito parlare di Gesù, venne tra la folla e da dietro toccò il suo mantello. Diceva infatti: “Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata”. E subito le si fermò il flusso di sangue e sentì nel suo corpo che era guarita dal male. E subito Gesù, essendosi reso conto della forza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: “Chi ha toccato le mie vesti?”. I suoi discepoli gli dissero: “Tu vedi la folla che si stringe intorno a e dici ‘Chi mi ha toccato?’”. Egli si guardava attorno, per vedere colei che aveva fatto questo. E la donna, impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. Ed egli le disse: “Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male”, Stava ancora parlando, quando dalla casa del capo della sinagoga vennero a dire: “Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?”. Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: “Non temere, soltanto abbi fede!”. E non permise a nessuno di seguirlo, fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo. Giunsero alla casa del capo della Sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava forte. Entrato, disse loro: “Perché vi agitate e piangete? La bambina non è morta, ma dorme”. E lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della bambina e quelli che erano con lui ed entrò dove era la bambina. Prese la mano della bambina e le disse: “Talità Kum”, che significa “Fanciulla, io ti dico: alzati!”. E subito la fanciulla si alzò e camminava; aveva infatti dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. E raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e disse di darle da mangiare.

Sintesi dell’omelia della Messa delle 9

  La malattia della donna che toccò Gesù, una perdita di sangue, causava, nella concezione ebraica del tempo, anche una impurità rituale che impediva la partecipazione alle liturgie pubbliche.
 Il brano evangelico, narrando di quella donna, di Giàiro e della figlia di questi, ci mostra due forme di manifestazione di religiosità verso Gesù: una più plateale e l’altra meno. La donna, cercando il contatto con le vesti di Gesù, lo avvicina “con tatto”. Gesù ama entrambi i modi di esprimere la fede: guarisce la donna e riporta alla vita la figlia di Giàiro.
 Anche tra i fedeli di oggi ci sono vari modi di esprimere la religiosità in modo giusto: tutti sono amati da Dio. Egli ci ama anche nelle nostre diversità, nelle nostre differenze, non pretende l’uniformità. La Chiesa quindi ci si presenta come un quadro a molti colori.

Sintesi di Mario Ardigò – Azione Cattolica in San Clemente Papa – Roma, Monte Sacro, Valli