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Questo blog è stato aperto da Mario Ardigò per consentire il dialogo fra gli associati dell'associazione parrocchiale di Azione Cattolica della Parrocchia di San Clemente Papa, a Roma, quartiere Roma - Montesacro - Valli, un gruppo cattolico, e fra essi e altre persone interessate a capire il senso dell'associarsi in Azione Cattolica, palestra di libertà e democrazia nello sforzo di proporre alla società del nostro tempo i principi di fede, secondo lo Statuto approvato nel 1969, sotto la presidenza nazionale di Vittorio Bachelet, e aggiornato nel 2003.

This blog was opened by Mario Ardigò to allow dialogue between the members of the parish association of Catholic Action of the Parish of San Clemente Papa, in Rome, the Roma - Montesacro - Valli district, a Catholic group, and between them and other interested persons to understand the meaning of joining in Catholic Action, a center of freedom and democracy in the effort to propose the principles of faith to the society of our time, according to the Statute approved in 1969, under the national presidency of Vittorio Bachelet, and updated in 2003.

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L’Azione Cattolica Italiana è un’associazione di laici nella chiesa cattolica che si impegnano liberamente per realizzare, nella comunità cristiana e nella società civile, una specifica esperienza, ecclesiale e laicale, comunitaria e organica, popolare e democratica. (dallo Statuto)

Italian Catholic Action is an association of lay people in the Catholic Church who are freely committed to creating a specific ecclesial and lay, community and organic, popular and democratic experience in the Christian community and in civil society. (from the Statute)

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Questo blog è un'iniziativa di laici aderenti all'Azione Cattolica della parrocchia di San Clemente papa e manifesta idee ed opinioni espresse sotto la personale responsabilità di chi scrive. Esso non è un organo informativo della parrocchia né dell'Azione Cattolica e, in particolare, non è espressione delle opinioni del parroco e dei sacerdoti suoi collaboratori, anche se i laici di Azione Cattolica che lo animano le tengono in grande considerazione.

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Dal gennaio del 2012, su questo blog sono stati pubblicati oltre 2000 interventi (post) su vari argomenti. Per ricercare quelli su un determinato tema, impostare su GOOGLE una ricerca inserendo "acvivearomavalli.blogspot.it" + una parola chiave che riguarda il tema di interesse (ad esempio "democrazia").

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Scrivo per dare motivazioni ragionevoli all’impegno sociale. Lo faccio secondo l’ideologia corrente dell’Azione Cattolica, che opera principalmente in quel campo, e secondo la mia ormai lunga esperienza di vita sociale. Quindi nell’ordine di idee di una fede religiosa, dalla quale l’Azione Cattolica trae i suoi più importanti principi sociali, ma senza fare un discorso teologico, non sono un teologo, e nemmeno catechistico, di introduzione a quella fede. Secondo il metodo dell’Azione Cattolica cerco di dare argomenti per una migliore consapevolezza storica e sociale, perché per agire in società occorre conoscerla in maniera affidabile. Penso ai miei interlocutori come a persone che hanno finito le scuole superiori, o hanno raggiunto un livello di cultura corrispondente a quel livello scolastico, e che hanno il tempo e l’esigenza di ragionare su quei temi. Non do per scontato che intendano il senso della terminologia religiosa, per cui ne adotto una neutra, non esplicitamente religiosa, e, se mi capita di usare le parole della religione, ne spiego il senso. Tengo fuori la spiritualità, perché essa richiede relazioni personali molto più forti di quelle che si possono sviluppare sul WEB, cresce nella preghiera e nella liturgia: chi sente il desiderio di esservi introdotto deve raggiungere una comunità di fede. Può essere studiata nelle sue manifestazioni esteriori e sociali, come fanno gli antropologi, ma così si rimane al suo esterno e non la si conosce veramente.

Cerco di sviluppare un discorso colto, non superficiale, fatto di ragionamenti compiuti e con precisi riferimenti culturali, sui quali chi vuole può discutere. Il mio però non è un discorso scientifico, perché di quei temi non tratto da specialista, come sono i teologi, gli storici, i sociologi, gli antropologi e gli psicologi: non ne conosco abbastanza e, soprattutto, non so tutto quello che è necessario sapere per essere un specialista. Del resto questa è la condizione di ogni specialista riguardo alle altre specializzazioni. Le scienze evolvono anche nelle relazioni tra varie specializzazioni, in un rapporto interdisciplinare, e allora il discorso colto costituisce la base per una comune comprensione. E, comunque, per gli scopi del mio discorso, non occorre una precisione specialistica, ma semmai una certa affidabilità nei riferimento, ad esempio nella ricostruzione sommaria dei fenomeni storici. Per raggiungerla, nelle relazioni intellettuali, ci si aiuta a vicenda, formulando obiezioni e proposte di correzioni: in questo consiste il dialogo intellettuale. Anch’io mi valgo di questo lavoro, ma non appare qui, è fatto nei miei ambienti sociali di riferimento.

Un cordiale benvenuto a tutti e un vivo ringraziamento a tutti coloro che vorranno interloquire.

Dall’anno associativo 2020/2021 il gruppo di AC di San Clemente Papa si riunisce abitualmente il secondo, il terzo e il quarto sabato del mese alle 17 e anima la Messa domenicale delle 9. Durante la pandemia da Covid 19 ci siamo riuniti in videoconferenza Google Meet. Anche dopo che la situazione sanitaria sarà tornata alla normalità, organizzeremo riunioni dedicate a temi specifici e aperte ai non soci con questa modalità.

Per partecipare alle riunioni del gruppo on line con Google Meet, inviare, dopo la convocazione della riunione di cui verrà data notizia sul blog, una email a mario.ardigo@acsanclemente.net comunicando come ci si chiama, la email con cui si vuole partecipare, il nome e la città della propria parrocchia e i temi di interesse. Via email vi saranno confermati la data e l’ora della riunione e vi verrà inviato il codice di accesso. Dopo ogni riunione, i dati delle persone non iscritte verranno cancellati e dovranno essere inviati nuovamente per partecipare alla riunione successiva.

La riunione Meet sarà attivata cinque minuti prima dell’orario fissato per il suo inizio.

Mario Ardigò, dell'associazione di AC S. Clemente Papa - Roma

NOTA IMPORTANTE / IMPORTANT NOTE

SUL SITO www.bibbiaedu.it POSSONO ESSERE CONSULTATI LE TRADUZIONI IN ITALIANO DELLA BIBBIA CEI2008, CEI1974, INTERCONFESSIONALE IN LINGUA CORRENTE, E I TESTI BIBLICI IN GRECO ANTICO ED EBRAICO ANTICO. CON UNA FUNZIONALITA’ DEL SITO POSSONO ESSERE MESSI A CONFRONTO I VARI TESTI.

ON THE WEBSITE www.bibbiaedu.it THE ITALIAN TRANSLATIONS OF THE BIBLE CEI2008, CEI1974, INTERCONFESSIONAL IN CURRENT LANGUAGE AND THE BIBLICAL TEXTS IN ANCIENT GREEK AND ANCIENT JEWISH MAY BE CONSULTED. WITH A FUNCTIONALITY OF THE WEBSITE THE VARIOUS TEXTS MAY BE COMPARED.

Il sito della parrocchia:

https://www.parrocchiasanclementepaparoma.com/

mercoledì 31 gennaio 2024

Impegno politico

 

Impegno politico

 

   L’Azione cattolica fu organizzata dal Papato in Italia nel 1906 per influire sullo scenario politico, in un contesto di suffragio universale maschile e di una democrazia liberale in precedenza profondamente avversata. In genere di questo non vedo consapevolezza storica.

  La riforma dell’associazione promossa e attuata negli anni Sessanta sotto la presidenza di Vittorio Bachelet, ricordata come quella della scelta religiosa, significò il tentativo di sganciare la sua azione politica dall’egemonia del Papato, promuovendo il principio dell’autonomia del laicato in questo settore che era stato enunciato durante il Concilio Vaticano 2° (1962-1965). Nonostante quel nome, fuorviante, con cui la si cerca di sintetizzare, non fu assolutamente uno sganciamento dalla politica.

  Bisogna ricordare che, almeno fino a all’inizio degli anni ’80, l’Azione cattolica fu la  principale scuola di formazione e di elaborazione strategica della Democrazia cristiana, il partito cristiano, come fu definita scrivendone la storia negli anni Settanta (i suoi due libri sul Partito cristiano al potere furono pubblicati nel 1974  e nel 1977). Quel partito controllò il governo nazionale dal 1946 al 1994 e fu determinante, con le forze socialiste e repubblicane, nell’approvare ed attuare la nuova Costituzione  repubblicana post-fascista. Con quelle altre forze, dette laiche, in quanto non soggette all’egemonia del Papato, fu in fecondo dialogo almeno fino all’inizio degli anni ’90, quando tutto in Europa prese a cambiare molto velocemente.

  Il triste e lungo declino della Democrazia cristiana  può ricondursi a quattro  fattori: 1) il rapido mutamento delle dinamiche degli strati sociali espressi dalle popolazioni italiane, 2) il contemporaneo mutamento dell’economia dei capitalismi occidentali con il progressivo abbandono del principio, caratterizzante in particolare la dottrina sociale cattolica, dell’intervento pubblico per proteggere e incrementare il benessere sociale, 3) il rapido crollo del consenso sociale dei socialismi europei e quello delle istituzioni statali dei comunismi dell’Europa occidentale (complessivamente da considerare un unico fenomeno), 4) la politica ecclesiastica del papa Karol Wojtyla, a lungo regnante, dal 1978 al 2005, con il nome di Giovanni Paolo 2°. Quest’ultimo fattore colpì duramente l’Azione cattolica italiana nel suo ruolo politico, a favore di altri movimenti politico-religiosi, a prevalente orientamento reazionario.

  Tra il 1991 e il 2007 la Conferenza episcopale italiana, sotto la presidenza di Camillo Ruini, seguendo gli orientamenti del papato wojtyliano fu di fatto una componente della neo-destra italiana, senza più la mediazione del partito cristiano, pur mantenendo anche una notevole capacità di influenza sulle residue componenti politiche espresse dai cattolici italiani, in particolare nel campo dei cosiddetti valori non negoziabili (espressione diffusa principalmente dall’ideologia politico-religiosa riconducibile a Joseph Ratzinger, dal 1981 al 2005 tra i principali collaboratori del papa Wojtyla, e poi suo successore fino alla sua rinuncia al Papato del 2013): matrimonio e questioni riproduttive, normazione riguardante il fine vita,  finanziamenti alla scuola cattolica, privilegi tributari e finanziamento pubblica dell’apparato ecclesiastico (essenziale per le strutture ecclesiastiche italiane, che ne dipendono quasi totalmente, con un trasferimento di risorse pubbliche, per il solo meccanismo automatico cosiddetto dell’8 per mille, di oltre un miliardo di euro, incomprimibile).

  Dal 2005 la Conferenza episcopale italiana  ha iniziato a chiamare in modo sempre più pressante i cattolici italiani ad un rinnovato impegno politico, ma ormai il filone del cattolicesimo democratico, che lo aveva sostenuto fino agli anni Novanta e che poteva vedersi rappresentato nelle politiche dei democristiani Alcide De Gasperi, Amintore Fanfani, Aldo Moro, Giulio Andreotti e dal movimento politico influenzato dal pensiero di Giuseppe Dossetti, fino agli anni Cinquanta politico democristiano di primo piano e poi prete e monaco, si era inaridito e, finora, i tentativi di rivitalizzarlo sono stati vani. E questo anche se i politici cattolici, presenti in vari schieramenti, sono ancora molto influenti, tanto da poter esercitare un’azione valida di interdizione nel campo di quelli che ho indicato come valori non negoziabili.

 Il Meic – Movimento ecclesiastico di impegno culturale (si veda sul WEB alla pagina https://meic.net/ ) del Lazio ha programmato, per l’anno associativo 2024-2025, un ciclo di incontri sull’impegno politico, in vista della partecipazione attiva alla Settimana sociale Al cuore della democrazia  che si terrà a Trieste da 3 al 7 luglio 2023.

  Compatibilmente con i miei aumentati impegni di lavoro, cercherò di tenervi informati dei lavori, che prevedono la partecipazione in videoconferenza Zoom di importanti figure del panorama culturale cattolico. Cercherò anche di proporre, sinteticamente, ciò che in quella materia ho imparato dalle mie letture in materia storica e dalla mia personale esperienza ecclesiale. Dalla metà degli anni Settanta sono stato partecipe consapevole della storia ecclesiale italiana. Posso fissare la data iniziale di questo aspetto della mia vita: la sera del 16 ottobre 1978, quando, in piazza S. Pietro, a Roma – Città del Vaticano, assistetti alla fumata bianca che annunciava l’elezione a Papa di Karol Wojtyla  e al primo discorso alla folla lì convenuta del nuovo Papa.

Mario Ardigò – Azione Cattolica in San Clemente papa – Roma, Monte Sacro, Valli


mercoledì 3 gennaio 2024

Modelli formativi

 

Modelli formativi

 

 Fino agli scorsi anni Sessanta la formazione religiosa di base della gente consisteva nella memorizzazione di un sistema semplificato di definizioni (il catechismo a domande  e risposte), nell’acculturazione alle liturgie della Messa e del sacramento della Penitenza  e nell’interiorizzazione dell’obbedienza all’autorità pubblica, in particolare a quella religiosa, e di una serie di divieti nelle materie della sessualità e della procreazione.

 Con il Documento di base “Il rinnovamento della catechesi” , diffuso il 2 febbraio 1970 dalla Presidenza della Conferenza episcopale italiana

https://www.qumran2.net/materiale/anteprima.php?id=20151&anchor=documento_37&ritorna=%2Findice.php%3Fid%3D58&width=1920&height=911

l’impostazione della catechesi fu profondamente modificata, centrandola sulle idee di comunione – comunità – comunicazione. La comunicazione  doveva avvenire all’interno di comunità  rese coese dalla comunione. Questa nuova strategia, non basata più (solo) sull’obbedienza all’autorità religiosa come fonte della disciplina personale ma soprattutto sulla forza della vita comunitaria come esempio di vita e veicolo di comunicazione, venne progressivamente interpretata nel senso che ciò che non si riusciva più ad ottenere dall’esterno per la pressione sociale  di un ambiente di  cristianità diffusa  si doveva cercare di produrre per la pressione comunitaria  all’interno di comunità religiose molto più intensamente partecipate e consapevoli. Tuttavia sorsero problemi molto seri nella costruzione di questi nuovi tipi di comunità, fondamentalmente per la scarsa fiducia che si aveva in ciò che oggi definiamo sinodalità e che comporta la tolleranza di una certa misura di libertà nei giudizi e nelle prassi, per cui furono preferiti come fattori di coesione elementi culturali tradizionali, indicati come culture popolari o neo-teologie fondate sull’idea della comunità come organismo  sociale, in cui il compito  fondamentale di ogni persona era il rimanere al posto che gli era stato assegnato e di fare ciò che le veniva detto. Queste vie, praticate ampiamente nella nostra parrocchia molto  a lungo, fondamentalmente dal 1983 al 2015, l’epoca in cui sostanzialmente fu affidata a un movimento di impostazione fondamentalista, si rilevarono, a conti fatti, un clamoroso insuccesso. Il principale problema è che contrastavano con le prassi sociali e politiche, più liberali, alle quali la gente in Italia si era acculturata nell’ambiente della nuova democrazia repubblicana succeduta al regime fascista mussoliniano. Il disagio fu profondo ad ogni età della vita, dall’adolescenza fino alle soglie dell’età anziana, e divenne sempre più marcato tra i giovani e le donne. Tuttavia si insistette pervicacemente su quella strada, addirittura con il tentativo di tornare al primitivo catechismo basato sulle definizioni, con il Compendio del Catechismo della Chiesa cattolica promulgato nel 2005 dal papa Benedetto 15°, grande fautore di quella via. Da questo processo derivò l’attuale Chiesa italiana, praticata in prevalenza da anziani, che funziona ancora da agenzia di formazione etica per i più piccoli, i quali però  giunti all’età dell’adolescenza si allontanano e che, per il resto, è impegnata prevalentemente a inscenare suggestive liturgie per celebrare i passaggi di fase della vita, nascita, matrimonio, morte e del calendario. Naturalmente la forza sociale dei cattolici italiani fu ridotta ai minimi termini, mentre rimane ancora di rilievo quella della gerarchia ecclesiastica, la quale trova ancora amplissimi spazi sul mezzi di comunicazione di massa favorita dal fenomeno del cosiddetto  ateismo devoto, delle persone che, agnostiche quanto alla fede religiosa, sono tuttavia affascinate dallo spettacolo liturgico del potere ecclesiastico (analogamente a ciò che si realizza intorno alla corte reale britannica) e anche dal paranormale che fluttua intorno agli eventi religiosi.  

  La sinodalità vorrebbe porre rimedio a questa difficile situazione, ma incontro la difficoltà dei paurosi vuoti formativi tra la gente, che in passato si è cercato di tenere riunita e devota praticando un ingenuo papismo e con la politica dei grandi eventi di massa, con risultati discutibili dovuti alla superficialità dei legami sociali che in quel modo si sono creati. Mancano poi le persone in grado di espandere l’evangelizzazione, mediante relazioni di qualità e forza alte,  nelle fasce d’età che si sono più allontanate.

  Naturalmente il credente si sente impegnato a non gettare la spugna, ma deve acquisire consapevolezza che c’è veramente molto da fare e che, quindi, occorrono determinazione e costanza, evitando la tentazione di ricorrere alle scorciatoie del passato. E deve essere consapevole che l’allontanamento massivo delle fasce d’età tra i venti e i quarant’anni rende difficilissimo, al limite dell’impossibile, evangelizzare in quelle fasce d’età, perché le persone più giovani o più anziane non sono in grado di crearvi relazioni sociali di qualità e forza sufficienti.

Mario Ardigò – Azione Cattolica in San Clemente papa – Roma, Monte Sacro, Valli

lunedì 1 gennaio 2024

Pensiero di Capodanno 2024

 

Pensiero di Capodanno 2024

 

  Annunciato da una incredibile quantità di “botti” anche quest’anno a Roma si è prodotto il Capodanno, uno dei molti del mondo. Le esplosioni inscenate dalla gente sono una specie di liturgia e in genere sono collegate all’idea che servano a influire in qualche modo sugli spiriti. “Spiriti”?! E già, sostanzialmente sembra  trattarsi  di questo, stando all’antropologia,  pur nella nostra civiltà di europei occidentali, che si dà per altamente secolarizzata. Secolarizzazione  non significa infatti che non si creda più negli spiriti, ma semplicemente che non li si ritenga più coinvolti nella legittimazione delle strutture di governo.

  Il Capodanno che va più in voga da  noi è stato storicamente inserito nelle liturgie del Natale cristiano, affermatosi progressivamente nelle cristianità antiche tra il Terzo e il Quarto secolo, ed è in uso dal Sedicesimo secolo, quando fu imposto il calendario gregoriano, che tuttavia mantenne in gran parte il nome dei mesi del precedente calendario giuliano, introdotto nel Primo secolo dell’era antica.  Ma i nomi mesi di Settembre, Ottobre, Novembre e Dicembre fanno riferimento alla numerazione di più antichi calendari in uso tra i romani,  nei quali l’anno aveva dieci mesi. Nel nostro calendario troviamo ancora in nomi degli antichi dei pre-cristiani: Giano (gennaio), Marte (marzo), Afrodite (aprile, dall’etrusco apru), Maia (maggio), Giunone (giugno). E anche quelli di due personaggi politici molto importanti nella rifondazione del sistema politico degli antichi Romani, a cavallo tra il Primo secolo dell’era antica e il Primo secolo della nostra era: Giulio Cesare (luglio) e Gaio Giulio Cesare Ottaviano che ebbe il titolo di Augusto (agosto). I calendari dei romani  facevano iniziare il computo da una mitica data di fondazione della città di Roma, che non si sa con precisione quando sia avvenuta, mentre il calendario che è in uso tra noi oggi parte dalla mitica data di nascita di Gesù il Nazareno, nel quale fu riconosciuto il Cristo  dei cristiani. La fondazione di Roma è un fatto ritenuto storico, nel senso che di esso ci parlano fonti affidabili. E’ mitica la data in cui avvenne. Anche la nascita di Gesù il Nazareno è ritenuta un fatto storico, ma  è sicuramente mitica la sua data nel nostro calendario, sia come anno che come mese e giorno. Quanto al primo, in base alle fonti disponibili ritenute affidabili, si ritiene che possa essere individuato tra il sesto e il quarto anno dell’era antica.  Quanto al mese e giorno, la fissazione del giorno natale  dei Gesù il Nazareno  al 25 dicembre si affermò progressivamente perché in quello stesso giorno i romani  festeggiavano un altro giorno natale, quello del dio Sole mai sconfitto. Si tratta di questioni, queste di calendario, che non hanno rilevanza teologica per la nostra fede, per la quale è invece fondamentale che Gesù il Nazareno sia esistito come uomo, e quindi nato da una donna, e Dio. Nella liturgia cattolica, dal 1969, a Capodanno si celebra la solennità di Maria Santissima Madre di Dio, mentre prima di allora si celebrava quella della Circoncisione del Signore,  che ancora si celebra quel giorno nel rito ambrosiano. La solennità della Circoncisione del Signore cadeva, e ancora cade nel rito ambrosiano, nell’ottavo giorno dal Natale, in memoria del fatto che quel rito liturgico cruento venne praticato otto giorni dopo la nascita, secondo la prassi liturgica dell’antico giudaismo, come narrato nel brano del Vangelo secondo Luca che abbiamo letto nella messa di oggi (Lc 2,21).

 Dunque il nostro calendario è solo un elemento culturale e nella natura non accade nulla di reale  nel passaggio dal 31 dicembre al successivo Primo gennaio e da un anno ad un altro. Il nostro calendario si affermò universalmente nel corso dell’Ottocento, quando quasi tutto il mondo intero cadde sotto il dominio delle armi e delle culture europee. Oggi segna ancora il nostro dominio culturale globale.

  E’ invece reale il progredire dei processi antropologici, sociologici, storici: l’umanità cambia ed ha iniziato a cambiare a velocità vertiginosa rispetto al passato sia per la sua espansione demografica, sia ormai otto miliardi, sia per i rilevantissimi sviluppi tecnologici. A quest’ultimo proposito si parla, a proposito della nostra epoca, di Quarta rivoluzione industriale, prodottasi solo pochi decenni dopo la Terza.

  Il calendario ci dà l’illusione di riuscire a dominare questi processi grandiosi. In realtà possiamo cercare di influirvi, ma solo attivando delle masse critiche di popolazioni coinvolte, cosa che esige anche una rivoluzione nelle mitologie di riferimento, per guidare in tal modo le rivoluzioni giuridiche che consentano di dare stabilità alle trasformazioni sociali. Nonostante quello che spesso comunemente si crede, non è più  vero che il mondo va com’è sempre andato.

  Da bambino, sulla linea ferroviaria  Rimini-Ravenna sono salito su un treno tirato da una locomotiva a vapore e ora ho tra le mani uno smart-phone  collegato a sistemi di intelligenza artificiale: questo può dare il senso della rapidità dell’evoluzione sociale.

 Nelle cristianità si acquisì progressivamente consapevolezza dell’importanza della rivoluzione religiosa, sociale e politica prodottasi in base alla figura e all’insegnamento del Nazareno. Questo fondamentalmente il senso del Natale  dei cristiani, del quale tra i cattolici si fa memoria per otto giorni, appunto l’Ottava di Natale.  Nato come evoluzione del messianesimo dell’antico giudaismo (Χριστός - Cristo  è la traduzione in greco antico della parola  dell’ebraico Mašīaḥ - Messia), il cristianesimo ebbe la sua fondamentale sistemazione teologica tra il Quarto secolo e il Settimo secolo proprio sulle questioni cristologiche: i cristiani,  infatti, concepirono se stessi come seguaci del Cristo.

  La valenza religiosa del Natale, e quindi anche del nostro Capodanno, si va rapidamente perdendo nell’Europa occidentale per vari motivi: nelle liturgie sociali di queste festività stanno prendendo sempre più piede la mitologie di Santa Claus – Babbo Natale – Babbo gelo, legate all’aspirazione verso la primavera nel cuore dell’inverno (nell’emisfero boreale naturalmente), integrate nei costumi consumistici dei capitalismi avanzati. Si si concentra sui rituali di bontà sociale di un solo giorno, così come il mito del Capodanno  si concentra nel solo Primo gennaio, perdendo la connessione tra le due feste. Si tratta di feste nei quali sono sempre meno marcati i connotati specificamente cristiani e che, per questo, sono transitate senza problemi anche in popolazioni nei quali sono diffuse altre culture religiose.

  Il Natale – Capodanno  rimane però una solennità che le persone cristiane dovrebbero sentire particolarmente loro, perché i cristianesimi si sono affermati alle origini, e si sono anche mantenuti vivi nonostante la violenza stragista che ha sicuramente cooperato a diffonderli tra i popoli sottomessi dagli europei, proprio per rilevantissimi moti di popolo: da qui poi la consapevolezza del carattere epocale della rivoluzione cristiana, quindi di un passaggio di fase alla nascita del Fondatore.

 Il mio augurio a tutti voi è quello di riuscire ancora ad approfondire ed interiorizzare sempre meglio il senso religioso delle solennità natalizie e quindi dell'importanza per il mondo del nostro rimanere persone cristiane.

Mario Ardigò – Azione Cattolica in San Clemente papa – Roma, Monte Sacro, Valli