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Questo blog è stato aperto da Mario Ardigò per consentire il dialogo fra gli associati dell'associazione parrocchiale di Azione Cattolica della Parrocchia di San Clemente Papa, a Roma, quartiere Roma - Montesacro - Valli, un gruppo cattolico, e fra essi e altre persone interessate a capire il senso dell'associarsi in Azione Cattolica, palestra di libertà e democrazia nello sforzo di proporre alla società del nostro tempo i principi di fede, secondo lo Statuto approvato nel 1969, sotto la presidenza nazionale di Vittorio Bachelet, e aggiornato nel 2003.

This blog was opened by Mario Ardigò to allow dialogue between the members of the parish association of Catholic Action of the Parish of San Clemente Papa, in Rome, the Roma - Montesacro - Valli district, a Catholic group, and between them and other interested persons to understand the meaning of joining in Catholic Action, a center of freedom and democracy in the effort to propose the principles of faith to the society of our time, according to the Statute approved in 1969, under the national presidency of Vittorio Bachelet, and updated in 2003.

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L’Azione Cattolica Italiana è un’associazione di laici nella chiesa cattolica che si impegnano liberamente per realizzare, nella comunità cristiana e nella società civile, una specifica esperienza, ecclesiale e laicale, comunitaria e organica, popolare e democratica. (dallo Statuto)

Italian Catholic Action is an association of lay people in the Catholic Church who are freely committed to creating a specific ecclesial and lay, community and organic, popular and democratic experience in the Christian community and in civil society. (from the Statute)

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Questo blog è un'iniziativa di laici aderenti all'Azione Cattolica della parrocchia di San Clemente papa e manifesta idee ed opinioni espresse sotto la personale responsabilità di chi scrive. Esso non è un organo informativo della parrocchia né dell'Azione Cattolica e, in particolare, non è espressione delle opinioni del parroco e dei sacerdoti suoi collaboratori, anche se i laici di Azione Cattolica che lo animano le tengono in grande considerazione.

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Dal gennaio del 2012, su questo blog sono stati pubblicati oltre 2000 interventi (post) su vari argomenti. Per ricercare quelli su un determinato tema, impostare su GOOGLE una ricerca inserendo "acvivearomavalli.blogspot.it" + una parola chiave che riguarda il tema di interesse (ad esempio "democrazia").

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Scrivo per dare motivazioni ragionevoli all’impegno sociale. Lo faccio secondo l’ideologia corrente dell’Azione Cattolica, che opera principalmente in quel campo, e secondo la mia ormai lunga esperienza di vita sociale. Quindi nell’ordine di idee di una fede religiosa, dalla quale l’Azione Cattolica trae i suoi più importanti principi sociali, ma senza fare un discorso teologico, non sono un teologo, e nemmeno catechistico, di introduzione a quella fede. Secondo il metodo dell’Azione Cattolica cerco di dare argomenti per una migliore consapevolezza storica e sociale, perché per agire in società occorre conoscerla in maniera affidabile. Penso ai miei interlocutori come a persone che hanno finito le scuole superiori, o hanno raggiunto un livello di cultura corrispondente a quel livello scolastico, e che hanno il tempo e l’esigenza di ragionare su quei temi. Non do per scontato che intendano il senso della terminologia religiosa, per cui ne adotto una neutra, non esplicitamente religiosa, e, se mi capita di usare le parole della religione, ne spiego il senso. Tengo fuori la spiritualità, perché essa richiede relazioni personali molto più forti di quelle che si possono sviluppare sul WEB, cresce nella preghiera e nella liturgia: chi sente il desiderio di esservi introdotto deve raggiungere una comunità di fede. Può essere studiata nelle sue manifestazioni esteriori e sociali, come fanno gli antropologi, ma così si rimane al suo esterno e non la si conosce veramente.

Cerco di sviluppare un discorso colto, non superficiale, fatto di ragionamenti compiuti e con precisi riferimenti culturali, sui quali chi vuole può discutere. Il mio però non è un discorso scientifico, perché di quei temi non tratto da specialista, come sono i teologi, gli storici, i sociologi, gli antropologi e gli psicologi: non ne conosco abbastanza e, soprattutto, non so tutto quello che è necessario sapere per essere un specialista. Del resto questa è la condizione di ogni specialista riguardo alle altre specializzazioni. Le scienze evolvono anche nelle relazioni tra varie specializzazioni, in un rapporto interdisciplinare, e allora il discorso colto costituisce la base per una comune comprensione. E, comunque, per gli scopi del mio discorso, non occorre una precisione specialistica, ma semmai una certa affidabilità nei riferimento, ad esempio nella ricostruzione sommaria dei fenomeni storici. Per raggiungerla, nelle relazioni intellettuali, ci si aiuta a vicenda, formulando obiezioni e proposte di correzioni: in questo consiste il dialogo intellettuale. Anch’io mi valgo di questo lavoro, ma non appare qui, è fatto nei miei ambienti sociali di riferimento.

Un cordiale benvenuto a tutti e un vivo ringraziamento a tutti coloro che vorranno interloquire.

Dall’anno associativo 2020/2021 il gruppo di AC di San Clemente Papa si riunisce abitualmente il secondo, il terzo e il quarto sabato del mese alle 17 e anima la Messa domenicale delle 9. Durante la pandemia da Covid 19 ci siamo riuniti in videoconferenza Google Meet. Anche dopo che la situazione sanitaria sarà tornata alla normalità, organizzeremo riunioni dedicate a temi specifici e aperte ai non soci con questa modalità.

Per partecipare alle riunioni del gruppo on line con Google Meet, inviare, dopo la convocazione della riunione di cui verrà data notizia sul blog, una email a mario.ardigo@acsanclemente.net comunicando come ci si chiama, la email con cui si vuole partecipare, il nome e la città della propria parrocchia e i temi di interesse. Via email vi saranno confermati la data e l’ora della riunione e vi verrà inviato il codice di accesso. Dopo ogni riunione, i dati delle persone non iscritte verranno cancellati e dovranno essere inviati nuovamente per partecipare alla riunione successiva.

La riunione Meet sarà attivata cinque minuti prima dell’orario fissato per il suo inizio.

Mario Ardigò, dell'associazione di AC S. Clemente Papa - Roma

NOTA IMPORTANTE / IMPORTANT NOTE

SUL SITO www.bibbiaedu.it POSSONO ESSERE CONSULTATI LE TRADUZIONI IN ITALIANO DELLA BIBBIA CEI2008, CEI1974, INTERCONFESSIONALE IN LINGUA CORRENTE, E I TESTI BIBLICI IN GRECO ANTICO ED EBRAICO ANTICO. CON UNA FUNZIONALITA’ DEL SITO POSSONO ESSERE MESSI A CONFRONTO I VARI TESTI.

ON THE WEBSITE www.bibbiaedu.it THE ITALIAN TRANSLATIONS OF THE BIBLE CEI2008, CEI1974, INTERCONFESSIONAL IN CURRENT LANGUAGE AND THE BIBLICAL TEXTS IN ANCIENT GREEK AND ANCIENT JEWISH MAY BE CONSULTED. WITH A FUNCTIONALITY OF THE WEBSITE THE VARIOUS TEXTS MAY BE COMPARED.

Il sito della parrocchia:

https://www.parrocchiasanclementepaparoma.com/

martedì 15 settembre 2020

Azione Cattolica – F.A.Q. (domande più frequenti) - edizione 2020

 

Azione Cattolica – F.A.Q. (domande più frequenti)

(le risposte alle F.A.Q. che seguono sono frutto di una elaborazione fatta da Mario Ardigò, sulla base di quello che pensa di aver capito dell’Azione Cattolica. Non esprimono necessariamente il pensiero dei vertici associativi, né rappresentano un’interpretazione autentica dell’ideologia associativa – I lettori sono quindi invitati a verificarne personalmente  la correttezza e fedeltà e a far pervenire eventuali rettifiche o integrazioni all’account <marioardigo@yahoo.com>; di esse si darà atto nel blog)

 

 

  L’Azione Cattolica è fatta per persone di ogni età, fin dai piccolissimi (3-5 anni). Sono state elaborate proposte di impegno per tutti. Il centro nazionale e quelli diocesani supportano il lavoro dei gruppi parrocchiali. La struttura dell’Azione Cattolica è democratica e la sua azione si avvale del contributo di tutti.

   L’Azione Cattolica ha fatto dell’attuazione dei principi del Concilio Vaticano 2° il suo principale settore di lavoro collettivo. Ora è anche fortemente impegnata nella presa di coscienza, nello sviluppo e nell’attuazione pratica dei nuovi principi della dottrina sociale contenuti nel magistero del papa Francesco e, in particolare, nell’esortazione apostolica La gioia del Vangelo  e nell’enciclica Laudato si’.

    Nella  nostra parrocchia sono in corso importanti innovazioni in AC. Ci  si propone, in particolare, di iniziare le attività di un gruppo ACR, l’Azione Cattolica Ragazzi. Le riunioni infrasettimanali del gruppo adulti/adultissimi  riprenderanno a ottobre. Il gruppo parrocchiale di AC anima la messa domenicale delle ore nove.

  Propongo di seguito alcune risposte alle domande che più frequentemente vengono poste in materia di Azione Cattolica.

 Ulteriori informazioni sulla struttura, finalità, metodo e progetti dell’Azione Cattolica possono trovarsi sul sito dell’Azione Cattolica nazionale  e diocesana

http://azionecattolica.it/

http://www.acroma.it/

   L’impegno dei laici di fede in Azione Cattolica è corale, dalla vita di tutti si impara e tutti possono contribuire a renderlo più efficace e bello. Con le parole del motto di un jamboree, il grande raduno annuale degli scout, di tanti anni fa: “Di più saremo insieme, più gioia ci sarà”.

 L’impegno in Azione Cattolica è vita sociale di fede nella libertà.

  Chi decidesse di avvicinarci per aderire, non pensi di trovare le cose già fatte, di salire su un treno in corsa e di sedersi da passeggero facendosi trasportare. Di potersi limitare a seguire un qualche metodo per il quale esista un manuale dettagliato di istruzioni. Si tratta, di anno in anno,  di costruire una nuova casa, di ideare e attuare nuovi progetti di impegno. In particolare nel clima di rinnovamento che si vive nella Chiesa italiana, si tratta sempre, in fondo, di ripartire.

  Del resto quella della rifondazione dovrebbe caratterizzare la nostra esperienza religiosa, nella quale ci è anticipato che tutte le cose saranno fatte nuove. Non viviamo in un museo, che ci si possa limitare a spolverare di tanto in tanto. L’Azione Cattolica vive  nel quartiere Valli di Roma, come dice il titolo di questo blog: AC-VIVE-A-ROMA-VALLI!

 

1. L’Azione Cattolica è  Chiesa cattolica?

  L’Azione Cattolica è una delle associazioni di laici inserite nell’organizzazione della Chiesa cattolica italiana. Il suo statuto è approvato dal Consiglio Episcopale Permanente della Conferenza Episcopale Italiana. Vi sono diverse altre associazioni che hanno analoghe caratteristiche di particolare legame con l’organizzazione della Chiesa cattolica italiana.

2. Chi è il laico?

 Il laico è il fedele cattolico che non è né diacono, né prete, né vescovo (vale a dire membro dell’ordine sacro) e che non appartiene a un ordine religioso o a una congregazione religiosa (che non è, ad esempio, frate o suora; monaco o monaca) (si veda la definizione che del termine laico si dà nella Costituzione dogmatica del Concilio Vaticano II Lumen Gentium, al n. 31).

3. Per essere un fedele cattolico laico è indispensabile aderire all’Azione Cattolica?

No.

4. Se un fedele cattolico laico ha già aderito ad un altro gruppo religioso laicale o ha il proposito di farlo, può associarsi all’Azione Cattolica?

Sì.  L’adesione all’Azione Cattolica non è esclusiva. Si può far parte di altri gruppi laicali.

5. L’Azione Cattolica è un gruppo di spiritualità?

 No. Ciò che caratterizza l’Azione Cattolica non è un  particolare tipo di spiritualità, anche se i gruppi locali e le altre articolazioni associative esprimono anche una vita spirituale. Ciascun associato manifesta poi la propria, liberamente scelta. Alla vita associativa partecipano i Sacerdoti Assistenti per contribuire ad alimentare la vita spirituale e il senso apostolico.

6. L’Azione Cattolica è un gruppo di preghiera?

No, anche se nelle riunioni associative vi sono momenti di preghiera.

7.L’Azione Cattolica è un gruppo di approfondimento biblico?

No, anche se associandosi ci si impegna ad approfondire le tematiche bibliche.

8. L’Azione Cattolica è un gruppo di approfondimento culturale?

No, anche se associandosi ci si impegna a conoscere e capire di più del mondo in cui si vive.

9. L’Azione Cattolica è un gruppo per il catecumenato?

No. La conversione, il catechismo per il Battesimo   e il Battesimo sono dati per presupposti. In ogni parrocchia dovrebbe essere costituita un’organizzazione specifica per queste esigenze.

10. L’Azione Cattolica è un gruppo per il catechismo?

No, anche se associandosi ci si impegna ad approfondire le verità di fede. In ogni parrocchia dovrebbe essere costituita un’organizzazione che si occupa specificamente del catechismo, per i fedeli di tutte le età.

11. L’Azione Cattolica è un gruppo di propaganda religiosa?

No. Essa infatti vuole stabilire con i propri interlocutori una relazione molto più profonda.

12. L’Azione Cattolica è un gruppo che lavora per il proselitismo religioso o associativo?

 L’Azione Cattolica è certamente impegnata, in diretta collaborazione con il Papa e i vescovi, a far conoscere il Vangelo, ad esporre le verità di fede, a far comprendere gli ideali religiosi cristiani, a presentare correttamente il fine e l’azione della Chiesa nel mondo e il significato della sua liturgia, a raggiungere gli altri nel loro bisogno di religiosità, ad aiutare tutti a migliorarsi  secondo la fede professata e, in particolare, a capire come fare per meglio favorire l’accettazione nel mondo di quegli ideali. Ma il proselitismo religioso o associativo, l’obiettivo di “far numero”, di “distribuire tessere”, non è  tra le sue finalità dirette, anche se il riavvicinamento alla vita della parrocchia e adesioni associative possono effettivamente conseguire dalle sue attività.

13.L’impegno degli associati all’Azione Cattolica parrocchiale è principalmente in parrocchia?

 L’Azione Cattolica ha come primo impegno la presenza e il servizio nella Chiesa locale, quindi anche nella parrocchia. Tuttavia, in quanto associazione di laici, in essa è fondamentale l’impegno nella società civile, luogo privilegiato dell’azione laicale, per favorire l’affermazione dei valori religiosi.

14. Associandosi all’Azione Cattolica si è sottoposti ad un giudizio sulla propria vita?

No.

15. L’adesione all’Azione Cattolica richiede un cambiamento di vita?

No. L’associazione si ritiene arricchita dai doni che le provengono dalle diverse condizioni ed esperienze di quanti partecipano alla sua vita.

16. L’adesione all’Azione Cattolica comporta particolari pratiche religiose?

No.

17. L’adesione all’Azione Cattolica comporta particolari  pratiche di vita, oltre quelle raccomandate a tutti i fedeli laici?

No.

18. L’adesione all’Azione Cattolica richiede un particolare livello culturale o scolastico?

No.

19. L’adesione all’Azione Cattolica si sviluppa per gradi iniziatici, vale a dire da livelli inferiori a livelli superiori di perfezione?

No. Si è membri a pieno titolo fin dal primo giorno e fin quando si vuole.

20. Per chi è l’Azione Cattolica?

L’Azione Cattolica  è per tutti i fedeli laici cattolici e di tutti i fedeli laici cattolici.

21. L’Azione Cattolica risolve i problemi personali degli associati?

 Gli associati si impegnano anche a favorire la comunione fra di loro, quindi anche all’aiuto reciproco, ma non è detto che dall’associarsi in Azione Cattolica derivi la soluzione dei propri problemi personali. Non  farei quindi molto affidamento su questo aspetto.

22. L’Azione Cattolica risolve, in particolare, i problemi affettivi o di socialità?

 Può accadere. Ma non è scontato che accada. Non vi farei molto affidamento.

23. Le persone che, associandosi, si spendono per le finalità dell’Azione Cattolica devono aspettarsi riconoscimenti o corrispettivi, anche solo morali o affettivi?

No. Ci si associa perché si sente bisogno di agire in gruppo in relazione a certi obiettivi che si pensa di non poter raggiungere individualmente. Ma, come tutte le esperienze sociali umane, anche  quella nei gruppi di Azione Cattolica finisce in genere  per deludere certe alte aspettative, almeno sotto il profilo umano. Solo alla lunga e considerandola complessivamente, specialmente verso la fine di una vita, se ne può essere in fondo soddisfatti, soprattutto se la  si considera con sguardo soprannaturale, andando contro le apparenze, in spirito evangelico.

24. Chi comanda in Azione Cattolica?

L’Azione Cattolica è retta su basi democratiche. Tuttavia i  suoi presidenti, a tutti i livelli (nazionale, diocesano, locale) sono nominati dall’autorità ecclesiastica, su proposta dei rispettivi consigli. A livello della parrocchia, l’Azione Cattolica è presente con un’associazione parrocchiale, che è un’articolazione di quella diocesana. Gli organi dell’associazione parrocchiale di Azione Cattolica  sono: l’assemblea parrocchiale (programma la vita associativa e verifica l’attuazione del programma; elegge il consiglio parrocchiale); il consiglio parrocchiale (promuove lo sviluppo della vita associativa secondo le linee del programma approvato dall’assemblea; assicura la presenza dell’associazione nelle strutture di partecipazione ecclesiale; mantiene i rapporti di amichevole collaborazione con le gli altri gruppi della parrocchia; propone al parroco la nomina del presidente parrocchiale); il/la presidente parrocchiale (nominato/a dal parroco, sentito il vescovo ausiliare territorialmente competente  - promuove e coordina l’attività del consiglio parrocchiale; convoca e presiede l’assemblea parrocchiale; insieme al consiglio tiene costanti rapporti con il parroco; si fa garante degli amichevoli rapporti con l’associazione diocesana; rappresenta l’associazione parrocchiale).

25. Ma, insomma, quali sono le caratteristiche per le quali l’Azione Cattolica si differenzia da altri gruppi laicali?

 Non è né facile né semplice rispondere a questa domanda. Bisogna considerare non solo gli statuti associativi, ma anche la storia dell’Azione Cattolica italiana. E, per quanto riguarda gli statuti associativi, bisogna saper intendere bene il sofisticato  gergo teologico con cui sono stati scritti.

 Nello statuto nazionale (articoli 1 e 2) è scritto che l’Azione Cattolica è fatta di laici che si impegnano liberamente, per impregnare dello spirito evangelico le varie comunità e i vari ambienti. Più avanti (art.3) è scritto che gli associati si impegnano in particolare anche ad informare dello spirito cristiano le scelte da loro compiute con propria responsabilità personale, nell’ambito delle realtà temporali (cioè, traducendo dal gergo teologico, nella società civile). E, ancora, (art.11) che quella in Azione Cattolica  è un’esperienza popolare e democratica.  Essa poi è presentata come rivolta alla crescita della comunità cristiana  e si dice animata dalla tensione verso l’unità, da costruire partendo da diverse esperienze e condizioni di vita. Nell’Atto Normativo Diocesano della Diocesi di Roma è scritto che l’esperienza in Azione Cattolica  è una palestra di democrazia e di responsabilità civile.

 La storia. Dalla fine del Settecento cominciano a diffondersi e ad essere attuati, a partire dall’Europa, ideali democratici di organizzazione sociale. Si produce una profonda e tragica frattura tra l’organizzazione di vertice della Chiesa cattolica, espressa dal clero, e i movimenti democratici. Essa attraversa i popoli evangelizzati. In Italia si complica per l’interferenza del potere temporale dei Papi con la questione dell’unità nazionale. L’esperienza storica dell’Azione Cattolica  è stata la manifestazione di vari tentativi di  realizzare, senza rompere l’unità ecclesiale,  una partecipazione di popolo alla missione della Chiesa attuata con maggiore responsabilità laicale e secondo criteri di non esclusiva soggezione gerarchica, sia ideale e programmatica che pratica, almeno nelle cose che riguardano l’organizzazione della società civile. In ciò consiste appunto la sua tendenziale democraticità. L’impegno nel sociale è venuto poi assumendo anche il  significato di un tentativo di comporre la plurisecolare diffidenza dei vertici ecclesiali, e quindi anche della teologia ritenuta ortodossa dall’autorità, verso le acquisizioni delle scienze contemporanee, sia naturali che umane. Infine, dal punto di vista politico, quello di mediare per giungere al superamento del risentimento storico del papato per la perdita del potere temporale in Italia e della storica indifferenza dei vertici ecclesiali verso i regimi politici democratici rispetto a quelli non democratici o addirittura antidemocratici (venuta meno solo nel 1944 con il radiomessaggio natalizio del Papa Pio XII, mentre ancora agli inizi del secolo il Papa allora regnante aveva condannato l’idea di una democrazia cristiana). Con ciò è chiaro che si è trattato di un’azione che ha riguardato non solo la società civile, ma anche la stessa Chiesa. Essa si inquadra in un movimento storico di pensiero e di azione i cui ideali hanno trovato ampia espressione nei documenti del Concilio Vaticano II (svoltosi a Roma, nella Città del Vaticano, dal 1962 al 1965).   A partire da tale evento l’Azione Cattolica, sotto la presidenza di Vittorio Bachelet, ha fatto della piena attuazione, nella Chiesa e nel mondo, dei principi stabiliti da Concilio Vaticano II  uno dei suoi principali obiettivi.

26. Vediamo che attualmente nel gruppo di Azione Cattolica in San Clemente Papa prevalgono numericamente gli elementi più anziani. Perché?

 Il gruppo si trova in una fase di passaggio. In realtà è composto da persone di diverse età, dai vent'anni ai novanta. E' portatore di una tradizione culturale importante che deve passare da una generazione all'altra: questo è il lavoro che attualmente è in corso. Nei decenni passati l'attenzione del laicato si è forse concentrata su altri temi, ritenuti più urgenti, e su altre esperienze religiose. Oggi dai vescovi italiani viene un rinnovato appello ai laici cattolici per un impegno che corrisponde a quello tipico di Azione Cattolica.

 La partecipazione alla riunione del martedì alle cinque del pomeriggio può risultare difficoltosa a chi lavora e si deve occupare di figli ancora bambini o molto giovani. Ci sono altre modalità per tenersi in contatto. I più giovani possono pensare a incontri a loro specificamente dedicati. E' importante tuttavia mantenere un'occasione periodica di incontro per tutti gli associati, appunto per favorire il passare di una tradizione di generazione in generazione. Nell'organizzazione nazionale e diocesana dell'Azione Cattolica vi sono settori distinti per le varie età e condizioni della vita. Tuttavia il lavoro che si fa parte dall'idea che c'è un unico popolo che attraversa la storia dell'umanità.

 L’emergenza sanitaria della pandemia da Covid 19 ci costringerà  a ristrutturare le riunioni del gruppo, perché la presenza dei più anziani nelle sale parrocchiali costituisce un  serio rischio, pur cercando di adottare misure di prevenzione e di distanziamento.

  Bisognerà utilizzare gli strumenti telematici che già nei primi mesi della pandemia ci hanno aiutato. Questa può essere anche una buona occasione per cercare di costituire, in modalità  virtuale, una sezione di adulti che si affianchi a quella storica degli attuali adultissimi. Potrebbe essere organizzata come gruppo di lettura e di discussione al fine di orientamento sociale. Sarebbe soprattutto un’occasione per frequentarci e conoscerci meglio.  Chi lavora, e deve occuparsi anche dei figli, sperimenta di avere poco tempo per questo, ma la modalità virtuale potrebbe agevolare l’impegno. I programmi di video conferenza in commercio in genere consentono collegamenti fino a 60 minuti, con ciò imponendo la sintesi.

27.  Che fa l’Azione Cattolica per la parrocchia?

   L’Azione Cattolica opera principalmente nella società del suo tempo, come un fermento, come il lievito in un impasto. Di questa società fa parte anche la parrocchia.

  Due sono i campi in cui un gruppo di Azione Cattolica parrocchiale può dare un proprio caratteristico contributo: l’approfondimento dei temi del Concilio Vaticano 2° e la pratica della democrazia nella vita di fede. Questo può servire per fare spazio agli altri, per aprirsi agli altri, per convivere serenamente con il pluralismo della società del nostro tempo, che si riflette anche nelle nostre collettività religiose. L’esperienza dell’Azione Cattolica nacque nell’Ottocento proprio con queste finalità, scegliendo una strada diversa da quella dell’intransigentismo  dell’epoca, della dura opposizione contro ogni moto di progresso sociale: oggi si direbbe del fondamentalismo. Essa si propose di far uscire le collettività religiose da una condizione di arretratezza culturale, sociale e politica e di separatezza dal contesto nazionale. Un impegno che appare sempre attuale. Infatti è sempre viva in religione la tentazione di bastare a se stessi, la paura di perdersi in un contesto in cui ogni opzione di vita ha lo stesso valore e vengono a mancare solide fondamenta. In realtà si tratta di ricostruire pazientemente, di epoca in epoca, le città degli esseri umani, secondo l’auspico di Giuseppe Lazzati, dove essi possano vivere liberi e felici. Senza una visione di fede è arduo riuscirci, anche se storicamente le religioni sono state anche fonte di oppressione e di infelicità. Eppure l’era delle democrazie contemporanee si apre, nel nord America di fine Settecento, con rivoluzionari che affermano solennemente che  tutti gli uomini sono “creati” uguali  e per questo hanno diritto alla ricerca della felicità: ecco la fede religiosa che libera. Lo ricordò papa Francesco nel suo viaggio negli Stati Uniti  d’America del 2015.

28. In vista dalla ripresa delle attività del gruppo di AC per la sessione Ottobre 2020/Giugno 2021

   Nell’ottobre prossimo abbiamo previsto la ripresa delle attività del nostro gruppo di AC. La data precisa dovrà essere concordata con il parroco, perché dipende dalla disponibilità di una sala sufficiente a garantire le prescritte misure di distanziazione interpersonale.

  Le riunioni a cui partecipino persone anziane presentano un maggior rischio in tempi di epidemia di Covid-19. Questo potrebbe anche rendere necessario incontrarci qualche volta utilizzando un programma di video conferenze come Meet. Bisogna prepararsi.  Pur non rinunciando agli incontri in presenza in parrocchia, la cui cadenza sarà comunque condizionata dall’evoluzione della situazione sanitaria, è bene quindi che ci prepariamo alla possibilità di doverci incontrare anche telematicamente, via internet, per prevenire pericoli di contagio. Impratichendoci nell’organizzare e partecipare a riunioni in teleconferenza renderà possibile anche organizzare riunioni in presenza, con la partecipazione in parrocchia per chi potrà esserci, e, contemporaneamente, in videoconferenza, per quelli che non potranno esserci, ad esempio perché costretti a casa per un periodo di quarantena  o di malattia. Basterà portare un computer portatile nella sala della riunione.

   Ad una videoconferenza Meet si può partecipare mediante un personal computer fisso, un computer portatile, un tablet,  ma anche solo uno smartphone, cioè un telefono cellulare del tipo di quelli che vi ho visto nelle mani. Il tablet  è una soluzione molto pratica, perché non ingombra, ma ha uno schermo abbastanza grande (ce ne sono in vendita al di sotto dei 100,00 euro). E’ essenziale avere una connessione ad internet: gli smartphone l’hanno sempre.  Poi: impratichirsi nell’avviare il dispositivo scelto per connettersi a Meet, nello spegnerlo e nell’accedere al programma di videoconferenza scelto per incontrarci e ad una casella di posta elettronica. Il minimo per partecipare a una videoconferenza. Si tratta di abilità pratiche sicuramente accessibili anche a persone anziane, come a persone molto giovani, addirittura ai bambini prima delle elementari. Le persone anziane  possono farsi aiutare in questo dalle più giovani.

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Istruzioni per partecipare a una riunione in teleconferenza con l’applicativo MEET.

 

  Vi serve un computer fisso, o un portatile, o un tablet o uno smartphone connesso alla rete internet.  Se per l’età avete poca dimestichezza con questi strumenti, potreste farvi aiutare da una persona di famiglia che ce l’abbia.

  Se già non l’avete fatto, scaricate il programma Google Chrome  sul dispositivo che intendete utilizzare. Se utilizzate uno smartphone, scaricate da GOOGLE STORE la app MEET.

  Se non avete un account (=identità) Google createlo dal programma Google Chrome. E’ indispensabile. Da pc fisso o portatile o tablet, in  GOOGLE CHROME, cliccate sul riquadro blu ACCEDI in alto a destra e seguite le istruzioni. Vi sarà richiesto di indicare un indirizzo email e una password. Annotatevi l’uno  e l’altra su una rubrica.

  Comunicate l’indirizzo email che avete usato per la creazione dell’identità Google con una email diretta a Mario all’indirizzo marioardigo@yahoo.com .

 Con l’indirizzo email che avrete comunicato, sarete inseriti in un gruppo di invio di posta elettronica denominato

ac-gruppo-sanclementepapa-roma@googlegroups.com

  Da questo indirizzo , riservato agli iscritti al nostro gruppo di AC, riceverete informazioni e ad esso potrete inviare richieste e altre comunicazioni..

 Da questo stesso indirizzo, qualche giorno prima di quello fissato per la riunione via internet, riceverete via email l’avviso del giorno e dell’ora fissati per la riunione.

  Il giorno della riunione, quindici minuti prima dell’orario fissato per il suo inizio, vi  sarà inviato,  con l’email del gruppo di Ac sopra indicata,  al vostro indirizzo utilizzato per la registrazione dell’identità Google, il codice di accesso per partecipare alla riunione, ad esempio:

                         https://meet.google.com/abc-defg-hil 

Se utilizzate un PC o un computer portatile o un tablet, aprite Google Chrome, cliccate sul quadratino con puntini  in alto a destra  e poi su  Meet. Poi Copiate/incollate  solo l’ultima parte di quel codice, sopra evidenziata in neretto nel rettangolo  INSERISCI UN CODICE O UN LINK, e poi  cliccate sulla scritta  PARTECIPA sulla destra, e poi ancora su PARTECIPA. Vi troverete subito trasportati nella videoconferenza della riunione.

Se utilizzate uno smartphone, aprite l’app MEET e  fate clic sul riquadro CODICE RUNIONE; poi copiate solo  l’ultima parte del codice , quella sopra evidenziata in neretto, nel riquadro  CODICE RIUNIONE e poi cliccate su PARTECIPA ALLA RIUNIONE e poi ancora su  PARTECIPA.

 Se, nel corso di una riunione, vi capita di essere disconnessi, ripetete la procedura di accesso sopra descritta.

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  Proporrò di affiancare alle attività consuete un impegno più mirato alla mediazione tra l’attualità del nostro tempo e la fede personale. Questo in vista di una rigenerazione del nostro gruppo coinvolgendo in particolare le fasce d’età che sono ancora poco rappresentate.

  Nel complesso, la profonda modifica della vita sociale a seguito dell’epidemia ci ha sorpreso e più che altro siamo rimasti in attesa che tutto tornasse come prima, il che però non potrà avvenire tanto presto, almeno secondo ciò che si sa.

   Nella migliore delle ipotesi, una campagna vaccinale su larga scala per il Covid-19 non potrà iniziare prima della primavera inoltrata del prossimo anno, e prima che abbia raggiunto un numero di persone sufficienti a produrre effetti sul corso dell’epidemia se ne sarà andato tutto il prossimo anno di attività associative.

  Mettiamo in conto, dunque, di dover lavorare ancora in emergenza da ottobre fino alla fine delle attività associative prima della sospensione estiva del prossimo anno.

  Non avremo più tra noi il caro Ciccio, che ci ha lasciati a luglio. La fede ci insegna a contare i nostri giorni. C’è un tempo per ogni cosa e anche per ogni vivente. Le persone anziane vorrebbero lasciare qualcuno che proseguisse il loro lavoro, ma, nella religione, oggi vi sono tante difficoltà. E tuttavia non ci rassegniamo ad essere un gruppo ad esaurimento, come ci volevano in una passata stagione della vita parrocchiale. Ma se non ci diamo da fare, questo potremmo diventare, dando così ragione ai nostri critici di una volta.

   L’organizzazione ecclesiastica, d’altra parte,  è quella che è e certamente non incoraggia la partecipazione dei laici. Questi ultimi, in genere,  non vengono formati a partecipare attivamente e quindi non partecipano. Questo tema non è  compreso nella formazione di primo livello, che per molti è l’unica per una intera vita di fede.  Il clero si lamenta di laici piuttosto clericalizzati, ma dai laici si ribatte che spesso solo per i clericalizzati c’è vero spazio. Il lavoro dell’Azione Cattolica dovrebbe contribuire a superare questi problemi e, innanzi tutto, a imparare, facendone tirocinio, i metodi democratici di partecipazione. Il nostro statuto definisce l’associazione una palestra di democrazia. Il metodo democratico ha a che fare con i valori, non solo con le procedure, le votazioni,  per l’attribuzione degli incarichi. Tra quei valori è molto importante quello della formazione, anche mediante auto-formazione. La formazione rende capaci di pensiero autonomo  e quindi creativi. La formazione alla democrazia, che deve comprendere un vero tirocinio ad essa, rende possibile l’azione collettiva, superando, integrandole, le differenze caratteriali e di punti di vista, in modo da non dover sempre dipendere da un superiore istituito dall’alto per pacificare.  C’è, in definitiva, qualcosa di molto importante che ci accomuna ed è la nostra fede religiosa. D’altra parte ogni persona la vive in modo creativo, non si tratta semplicemente di adeguarsi a modelli della tradizione validi universalmente, per la donna e per l’uomo, per il bambino, il giovane o l’anziano, per chi vive nel mondo e per chi vorrebbe vivere fuori del  mondo (tuttavia legiferando sul mondo), per la persona sana e per quella malata, per l’oppresso come per l’oppressore e via dicendo. Leggo che a volte i laici di fede sono accusati di volersi costruire una fede a modo loro, secondo le rispettive esigenze personali, come quando si va al supermercato e qualcosa si sceglie e qualcos’altra la si scarta. E’ un addebito ingiusto e che largamente dipende da una visione clericalizzata del popolo dei credenti. Non c’è un modello di fede che vada bene per tutti. Ci sono del resto moltissime questioni aperte a livello teologico, che non conviene superare come nel nostro triste passato con delle specie di scomuniche. Ma anche nella pratica quotidiana, bisogna prendere consapevolezza che una parte dell’etica religiosa che ancora viene insegnata non è sostenibile. E certe volte sono proprio i metodi di insegnamento che non vanno, troppo centrati sulla forza dell’autorità, quando poi la storia ci dimostra chiaramente che l’autorità raramente ci piglia  nelle questioni che travagliano in particolare la vita dei laici. Del resto è effettivamente così che va nelle questioni di fede: finché ci si mantiene sulle generali, certi problemi sono avvertiti quasi solo dai teologi, quando invece si passa alle questioni pratiche e si osservano da vicino tutto si complica. Certo, abbiamo una teologia dogmatica spietata ma una pastorale piuttosto comprensiva, però questa non è una soluzione che soddisfi veramente. Un laicato consapevole potrebbe contribuire a superare questo stato di cose. Inutile cercare soluzioni nelle teologie correnti: la teologia ragiona sempre su ciò che è stato già acquisito per altra via, è un riflessione a posteriori. Bisogna cambiare, o almeno provare a cambiare, poi i teologi seguiranno. Una certa familiarizzazione con i ragionamenti teologici serve, perché i nostri vescovi e i nostri preti hanno fondamentalmente una cultura teologica,  parlano  teologico,  e se se ne è completamente digiuni non ci si intende, ma senza eccedere, perché il metodo della teologia porta  in genere a creare ostacoli insuperabili da parte della teologia stessa, ma superabilissimi nella pratica delle relazioni umane.

  Il contadino esce, guarda il cielo, e capisce se farà brutto tempo o non, e se è tempo di seminare o di mietere: è scritto. Ma di questi tempi questo non è più tanto vero per la questione dell’epidemia in corso. Finirà? Quando? Ne sappiamo ancora troppo poco per rispondere.  I ritmi della nostra vita ne risultano molto alterati. La stessa incertezza colpisce. Non si riescono più a are previsioni affidabili.  Rimane certo lo scorrere del tempo, per cui inesorabilmente ci si fa più anziani, così come rimangono le stagioni, perché il cosmo è indifferente al nostro problema biologico,  e ruota, ruota, ruota, ma la fede è un fatto sociale e se la vita sociale è colpita, addirittura certe volte interdetta, la fede ne risente.

  Mi pare che nei mesi scorsi si sia data troppa importanza alla sospensione delle attività liturgiche con la partecipazione effettiva della gente. Si è visto che si poteva ovviare con le riprese televisive. La pratica della fede non è solo liturgia, che spesso appare come la recita di certi copioni in una serie di rappresentazioni clericali che si succedono senza fine. E’ la nostra fede che riempie di senso vitale le liturgie a cui partecipiamo, ed è in questo che effettivamente essere realmente presenti è differente dall’assistere in televisione. Allora, però, occorre esercitarsi in quella nostra fede, svilupparla, praticarla attivamente, farla reagire con ciò che ci accade intorno. In modo, ad esempio, da essere capaci di liturgia anche quando non siano praticabili quelle consuete, dirette dal clero. Non  è possibile concludere che o la messa o nulla. Naturalmente anche a questo si è poco o nulla formati. Ed è un problema serio.

  Dunque,  per tutti noi l’anno di attività associativa che ci attende sarà molto impegnativo, richiederà di imparare e praticare cose nuove, perché stiamo vivendo tempi nuovi, terribili anche, ma essenzialmente nuovi. Ci sarà una fatica da affrontare, resistenze anche interiori da superare. Perché in genere ci hanno insegnato ad essere piuttosto conservatori e, facendoci anziani, lo diveniamo naturalmente. Ma i tempi nuovi scompaginano la tradizione, anche solo intesa come l’insieme delle nostre care consuetudini. Del reato non ci sono stati promessi così, tutti nuovi, i tempi che ci hanno insegnato ad attendere?

 

 Per chi vi volesse approfondire segnalo i seguenti link:

Statuto AC Nazionale:

http://www0.azionecattolica.it/aci/chi/statuto/statuto.pdf

Atto normativo diocesano:

http://sacricuoriroma.altervista.org/joomla/images/Azione_Cattolica/ac_roma.pdf