Costruire la democrazia
Come ogni altro ordinamento politico di una
società, quello democratico è una costruzione sociale e comprende vari tipi di sistemi
politici che vengono riconosciuti come democratici, anche molto diversi tra
loro. Non è male, prima di affrontare la
costruzione o la riforma della nostra democrazia, averne consapevolezza. E questo
il modo in cui procedette l’antico filosofo
greco Aristotele, vissuto nel Quarto secolo dell’era antica, che ha ancora un
influsso molto rilevante nelle filosofie politiche di tipo europeo, comprese quelle
ecclesiastiche. Passò in rassegna i principali sistemi politici della sua epoca,
per poi ragionarci sopra.
Facciamoci aiutare dall’A.I. ChatGPT nell’acquisire maggiori informazioni su questo
e chiediamo all’altra A.I. Gemini di revisionare i risultati della prima.
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Aristotele esaminò i sistemi politici della sua epoca
principalmente in due opere:
ChatGPT
1. Πολιτικά (Politica)
o È l’opera fondamentale nella quale Aristotele analizza
criticamente le varie forme di governo (monarchia, aristocrazia, politeia,
oligarchia, democrazia e tirannide).
o Nei primi libri, in particolare nel libro II, passa in rassegna
e discute criticamente:
§ Il sistema di Platone, sia nella Repubblica sia nelle Leggi;
§ Il progetto politico degli
Spartani;
§ Il sistema cretese;
§ Le leggi di Solone e altri
sistemi ateniesi;
§ Le costituzioni di alcuni legislatori minori.
o Nei libri successivi (soprattutto III–VI) classifica e
analizza i diversi regimi effettivamente esistenti, discutendone i pregi e i
difetti con grande attenzione empirica.
2. Ἀθηναίων πολιτεία (Costituzione
degli Ateniesi)
o È un trattato scoperto nel 1890 su papiro, attribuito
con grande probabilità ad Aristotele o alla sua scuola (il “Liceo”).
o Fa parte di un progetto più vasto, menzionato da
antiche fonti, in cui Aristotele e i suoi collaboratori avrebbero redatto circa
158 costituzioni (πολιτεῖαι)
di diverse città greche.
o La Costituzione degli Ateniesi è l’unica di
queste che ci sia giunta quasi completa. Descrive in modo dettagliato
l’evoluzione storica e l’assetto istituzionale di Atene.
👉 Queste
“costituzioni” erano materiali empirici che Aristotele usava come base per
l’analisi teorica nella Politica. Si può dire quindi che:
·
La raccolta delle costituzioni rappresenta la ricerca storica e sociopolitica.
·
La Politica rappresenta l’elaborazione teorica e la valutazione critica dei
diversi sistemi.
Revisione di Gemini
Il brano che hai fornito è una sintesi efficace e concisa
di due opere fondamentali di Aristotele, la Politica e la Costituzione degli Ateniesi, e del loro rapporto metodologico.
Giudizio Critico e Revisione
Il testo è accurato nei contenuti e ben strutturato in punti. Lo stile è informativo e
diretto.
Punti di
Forza:
- Chiarezza: Distingue bene le due opere.
- Contenuto: Riassume i temi principali di ciascuna
(analisi critica delle forme di governo e delle costituzioni storiche per
la Politica; descrizione dettagliata dell'assetto
ateniese per la Costituzione degli Ateniesi).
- Connessione Metodologica (Punto 👉): Spiega in modo eccellente il legame tra
le due, evidenziando il metodo empirico-induttivo di Aristotele (raccolta
dei dati storici/empirici elaborazione teorica/valutazione).
Punti da
Integrare/Revisionare (Lievi Miglioramenti di Stile/Dettaglio):
Revisione Proposta
Ho
apportato piccole modifiche per rendere il linguaggio più incisivo e ho espanso
leggermente alcuni concetti chiave per maggiore completezza.
Testo
Revisionato:
Opere Politiche di Aristotele
1. (Politica)
- È l'opera fondamentale di Aristotele dedicata alla filosofia
politica.
- Analizza in modo critico e sistematico le diverse forme di governo
(costituzioni o politeiai), classificandole in
sei tipologie principali: le tre "giuste" (monarchia,
aristocrazia, politeia - intesa come
"costituzione" o forma mista) e le tre "degenerate" o
devianti (tirannide, oligarchia, democrazia).
- Nei primi libri, in particolare nel Libro II,
l'autore passa in rassegna e discute criticamente i principali modelli politici esistenti
o proposti teoricamente:
- Il sistema di Platone (Repubblica e Leggi);
- Il progetto politico degli Spartani;
- Il sistema cretese e quello cartaginese (un'integrazione consigliata);
- Le leggi di Solone e altri sistemi ateniesi;
- Le costituzioni di alcuni legislatori
minori.
- Nei libri successivi (soprattutto III-VI)
l'analisi si concentra sulla classificazione e l'analisi dettagliata dei
diversi regimi effettivamente esistenti, discutendone i pregi e i difetti
con grande attenzione
empirica e pragmatismo.
2. (Costituzione degli Ateniesi)
- È un trattato riscoperto nel 1890 su papiro (oggi al British
Museum) e attribuito con grande probabilità ad Aristotele o alla sua scuola
(Liceo).
- Fa parte di un progetto enciclopedico più vasto, in cui
Aristotele e i suoi collaboratori avrebbero raccolto e redatto circa 158 costituzioni
(politeiai) di diverse città greche (e forse
barbare).
- La Costituzione degli
Ateniesi è l'unica di questa vasta raccolta a esserci giunta quasi completa.
Descrive in modo dettagliato sia l'evoluzione storica sia l'assetto istituzionale della democrazia ateniese.
Rapporto Metodologico: Empirismo e Teoria
👉 Queste
raccolte di costituzioni
rappresentavano la base empirica e storica (i dati) che Aristotele
utilizzava per la sua analisi teorica nella Politica.
Opera/Attività |
Ruolo Metodologico |
Descrizione |
Raccolta
delle Costituzioni Costituzione degli Ateniesi |
Ricerca
Empirica/Induttiva |
Forniva il materiale fattuale
e l'analisi storico-sociopolitica. |
(Politica) |
Elaborazione
Teorica/Valutativa |
Rappresentava l'analisi
teorica, la classificazione e la valutazione critica del miglior sistema politico
possibile. |
Proposte di Integrazione
Per
arricchire ulteriormente il brano, si potrebbero aggiungere i seguenti
elementi, che contestualizzano l'opera e ne evidenziano l'importanza:
- Dettaglio nel Libro II della Politica: Aggiungere il riferimento a Cartagine come
costituzione che Aristotele analizza nel Libro II, insieme a Sparta e
Creta.
- L'Obiettivo della Politica:
Specificare che l'obiettivo finale dell'opera non è solo analizzare, ma
definire la migliore
forma di governo (eudaemonia
della polis) in termini assoluti e, soprattutto, in
termini pratici (il migliore tra quelli possibili).
- Il Concetto di Politeia: Chiarire che
il termine greco (spesso tradotto con costituzione) ha in Aristotele un doppio
significato:
- Generale: La forma di governo, l'ordinamento della
polis.
- Specifico: Una delle forme di governo
"giuste" (spesso intesa come governo del ceto medio o forma
mista tra oligarchia e democrazia).
Integrazione |
Motivo |
Dove Inserirla |
Riferimento
a Cartagine |
Aumenta la completezza
dell'analisi sulle costituzioni storiche nel Libro II della Politica. |
Punto 1, sezione
"Nei primi libri...". |
Obiettivo
Etico-Politico |
Sottolinea la
connessione tra Etica Nicomachea e Politica: la politica è il "coronamento"
dell'etica e ha come scopo il bene comune. |
Come punto di chiusura
dopo la sezione 1. |
Doppio senso
di Politeia: |
Chiarisce una potenziale
ambiguità terminologica per chi legge. |
In una nota a margine o
all'inizio della sezione 1. |
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Ricordiamoci che ciò che caratterizza un
sistema politico democratico è l’esistenza di un effettivo sistema di limiti,
mediante procedure, principi e diritto, ad ogni potere e non solo a quelli
detti pubblici perché si
impongono alla gente a prescindere da una sua adesione ad un certo ordinamento
sociale. Essere consapevoli di questo è molto importante nella politica dell’Occidente,
nella quale è compresa anche quella della nostra Unione Europea, perché siamo
in un’epoca in cui le più grandi organizzazioni private hanno acquisto il
potere economico di condizionare come non mai la politica pubblica e, a
differenza di ciò che accadde in genere in passato, ne rivendicano l’esercizio
integrandosi talvolta con i vertici degli stati.
In un ordinamento democratico, anche i poteri
privati sono regolati in modo che trovino sempre dei limiti efficaci, da un
lato nelle altre posizioni private, dall’altro lato dai poteri pubblici. E si
tratta di limiti che vengono posti a protezione di tutte le persone per il solo fatto che esistano: alcuni
di essi sono anche inderogabili e riconosciuti in pari misura senza considerare
le differenze sociali; in questo consiste il principio di uguaglianza. Esso
è il limite principale che caratterizza un sistema politico democratico.
Quel sistema di limiti democratici è
essenziale e indispensabile per consentire la più ampia partecipazione alla
istituzioni di governo, ma non solo: serve anche per quell’esercizio della
politica che si fa nella società al di fuori di esse e in ogni relazione
sociale. Sotto questo aspetto viene in rilievo come istituzione di libertà
sociali.
Agli inizi i critici della democrazie, e tra
essi tra i più acerrimi vi fu il Papato romano, osservavano che un sistema
simile di libertà non avrebbe potuto garantire l’ordine sociale e la
società su di esso costruita si sarebbe inevitabilmente disgregata e, prima di
disgregarsi, sarebbe degenerata, rinnegando l’etica tradizionale. Lo
sviluppo storico sembra dimostrare che questa previsione era errata: oggi è difficile
trovare un sistema politico che non si richiami ai principi democratici, anche
se poi non li applica veramente o a fondo.
L’opposto di un sistema democratico è un
sistema autocratico, che non
riconosce limiti dal basso e quindi si legittima da sé stesso. Per sostenere una
autocrazia occorre un regime autoritario, vale a dire non partecipato dal basso.
Un regime autoritario finisce sempre per sostenersi esercitando la violenza
politica, anche se in certi momenti può riscuotere un certo consenso popolare.
Questa è l’esperienza storica. Ed è anche ciò che accaduto negli ordinamenti
politici organizzati dalla nostra Chiesa. Essa è attualmente (ancora) una autocrazia
autoritaria. I processi democratici, destituendola come potere pubblico, l’ha
privata del potere di esercitare violenza nella società, ma nei secoli passati fece
un intensissimo uso della violenza politica, cosa della quale ci si dichiarati
(sbrigativamente) pentiti nel corso dell’Grande Giubileo dell’Anno 2000, in
particolare nelle liturgie della cosiddetta Giornata del Perdono.
Facciamoci aiutare dall’A.I.
ChatGPT (prompt del 5-10-25) per richiamare alla memoria quel grande
evento.
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La “Giornata
del Perdono” dell’Anno Santo 2000 fu una celebrazione di portata storica
nella vita della Chiesa cattolica.
Si tenne il 12 marzo 2000, nella I domenica di Quaresima, nella Basilica
di San Pietro, e fu una delle
liturgie più significative del Giubileo indetto da San Giovanni Paolo II.
👉 Il suo obiettivo
principale fu quello di compiere un atto
solenne di richiesta di perdono a Dio per i peccati commessi dai figli
della Chiesa nel corso dei secoli.
Vediamo nel dettaglio 👇
📌 1. Contesto
teologico e storico
L’idea della Giornata del Perdono fu
annunciata da Giovanni Paolo II nella lettera apostolica Tertio Millennio Adveniente (1994), in preparazione al Grande
Giubileo.
Il Papa auspicava che la Chiesa entrasse nel nuovo millennio con un
atteggiamento di:
·
purificazione della memoria,
·
riconoscimento delle colpe storiche,
·
richiesta di perdono a Dio e agli uomini,
·
rinnovamento spirituale.
Questa prospettiva era in sintonia con la
teologia conciliare (soprattutto Lumen Gentium e Gaudium et Spes)
e con un approccio più maturo alla storia, che riconosceva la responsabilità
ecclesiale senza rinnegare la santità della Chiesa nel suo mistero.
📌 2. Luogo e
data
·
📅 12
marzo 2000
·
📍 Basilica
di San Pietro, Roma
·
🪔 I domenica di Quaresima (data simbolica: tempo
penitenziale per eccellenza)
La celebrazione fu una solenne liturgia penitenziale presieduta da Giovanni Paolo II.
Erano presenti cardinali, vescovi, rappresentanti di ordini religiosi e
movimenti ecclesiali, e una grande folla di fedeli provenienti da tutto il
mondo.
📌 3. Struttura
liturgica
La liturgia fu articolata in due grandi momenti:
✝️ a) Celebrazione penitenziale
della Parola
·
Comprendeva
letture bibliche, salmi, canti e un’omelia pronunciata dal Papa.
·
L’omelia
sottolineò il tema della conversione, della verità storica e della misericordia
di Dio.
·
Giovanni
Paolo II ricordò che “la Chiesa non può attraversare la soglia del nuovo
millennio senza invitare i suoi figli a purificarsi, nel pentimento, delle
infedeltà, delle incoerenze e delle lentezze”.
👉 Fu chiaramente affermato
che la Chiesa, pur santa nel suo fondatore e nella sua missione, è composta da
uomini peccatori che possono sbagliare nella storia.
🙏 b) Solenne
“Preghiera universale di perdono”
Questo fu il cuore della celebrazione.
Sette rappresentanti della Curia romana e della Chiesa universale lessero
pubblicamente sette richieste di perdono,
corrispondenti a diverse categorie di colpe storiche.
Dopo ogni richiesta, il Papa rispose con una
formula di invocazione misericordiosa e con un gesto liturgico penitenziale.
Le sette
aree di peccato erano:
1. Pecati
generali dei figli della Chiesa: mancanza di amore, incoerenze di vita,
divisioni.
2. Divisioni tra
cristiani:
colpe contro l’unità della Chiesa (scismi, ostilità, incomprensioni
reciproche).
3. Pecati contro
il popolo d’Israele:
atti e atteggiamenti di antisemitismo e antigiudaismo.
4. Pecati contro
l’amore, la pace, i diritti dei popoli e il rispetto delle culture e religioni: crociate, colonialismi,
imposizioni religiose violente.
5. Colpe contro
la dignità della donna e l’unità del genere umano.
6. Pecati nelle
relazioni sociali:
ingiustizie, esclusioni, violenze commesse nel nome della Chiesa.
7. Peccati legati
ai fondamenti etici della vita: colpe contro la vita umana, i poveri, i
deboli, la giustizia.
👉 Ogni richiesta era
accompagnata da un gesto di inchino e da un momento di silenzio.
📌 4.
Significato e ricezione
Questa liturgia ebbe un enorme impatto:
·
📖 Storico
→ fu la prima volta che la Chiesa cattolica, in modo ufficiale e liturgico,
riconobbe e chiese perdono per le proprie colpe storiche davanti al mondo.
·
✝️ Teologico
→ mostrò una Chiesa capace di verità e di pentimento, senza rinnegare la
propria identità;
·
🌍 Ecumenico
e interreligioso → l’atto ebbe grande risonanza tra le altre confessioni
cristiane e nelle comunità ebraiche, contribuendo a migliorare i rapporti.
·
🕊 Pastorale
→ favorì un clima di riconciliazione e di conversione personale nel contesto
giubilare.
Molti storici e teologi considerano la Giornata
del Perdono come uno dei momenti più profetici e significativi del
pontificato di Giovanni Paolo II.
📚 Riferimenti
principali
·
Giovanni Paolo II, Tertio Millennio Adveniente (1994),
nn. 33–36.
·
Omelia del 12 marzo 2000, Basilica di San Pietro.
·
Testi
della “Preghiera universale” pubblicati sull’Osservatore Romano e sugli
Atti della Santa Sede.
·
Documenti
della Commissione Teologica Internazionale (1999): Memoria e
riconciliazione: la Chiesa e le colpe del passato.
✅ In sintesi:
La Giornata del Perdono del 12 marzo 2000 fu una celebrazione liturgica penitenziale senza precedenti, con la quale
la Chiesa, guidata da Giovanni Paolo II, volle purificare la memoria storica,
riconoscere le proprie colpe e chiedere perdono a Dio, per entrare nel nuovo
millennio con spirito rinnovato e riconciliato.
Perfetto 👌
Ecco il testo integrale delle sette
richieste di perdono proclamate nella “Giornata
del Perdono” del 12 marzo 2000, durante la solenne liturgia penitenziale
presieduta da San Giovanni Paolo II
nella Basilica di San Pietro.
👉 Dopo ciascuna
invocazione, seguiva un momento di silenzio e il Papa recitava una formula di
intercessione e perdono.
✝️ 1. Per i peccati commessi dai
cristiani in generale
«Preghiamo per tutti i peccati commessi dai
cristiani nei confronti dell’amore, della pace, dei diritti dei popoli, del
rispetto delle culture e delle religioni.
Preghiamo per le divisioni che si sono verificate tra i cristiani, per l’uso
della violenza che alcuni di loro hanno fatto nel servizio della verità e per
gli atteggiamenti di sfiducia e di ostilità assunti nei confronti dei seguaci
di altre religioni.»
🕊 Risposta del Papa:
«Dio di infinita misericordia, ti ringraziamo
per averci rivelato nel tuo Figlio l’ampiezza del tuo amore; guarda con pietà
coloro che riconoscono i propri peccati e concedi a tutti di vivere nella
verità e nella libertà. Per Cristo nostro Signore.»
✝️ 2. Per le divisioni tra i
cristiani
«Preghiamo per il peccato della divisione tra i
cristiani, per le offese reciproche, per le colpe contro l’unità della Chiesa,
per l’orgoglio e la diffidenza che hanno alimentato le divisioni.»
🕊 Risposta del Papa:
«Signore, perdonaci e donaci un cuore nuovo,
affinché tutti i cristiani possano ritrovarsi nell’abbraccio della
riconciliazione.»
👉 Questa invocazione si
riferiva a scismi e conflitti tra cattolici, ortodossi e riformati nel corso
dei secoli.
✝️ 3. Per le colpe contro il
popolo d’Israele
«Preghiamo per il comportamento di quanti nel
corso della storia hanno fatto soffrire i figli del popolo d’Israele e ti
chiediamo perdono per le offese arrecate.»
🕊 Risposta del Papa:
«Dio dei nostri padri, tu hai scelto Abramo e
la sua discendenza per portare il tuo nome alle genti; siamo profondamente
addolorati per il comportamento di coloro che nel corso della storia li hanno
fatti soffrire, e chiediamo il tuo perdono, volendo impegnarci per un’autentica
fraternità con il popolo dell’Alleanza.»
👉 Questa parte fu
particolarmente significativa: era la prima volta che una liturgia papale
includeva esplicitamente il riconoscimento delle colpe storiche dei cristiani
nei confronti degli ebrei (antisemitismo e antigiudaismo).
✝️ 4. Per i peccati commessi
contro l’amore, la pace, i diritti dei popoli, il rispetto delle culture e
delle religioni
«Preghiamo per i peccati commessi nella
gestione dei popoli e delle nazioni, per gli atteggiamenti di violenza e
intolleranza di cui i cristiani si sono resi responsabili, per aver ricorso
alla forza nella difesa della verità e per gli atteggiamenti di disprezzo verso
culture e religioni diverse.»
🕊 Risposta del Papa:
«Signore Dio, Padre di tutti gli uomini e di
tutte le nazioni, tu ci chiami a vivere insieme come fratelli; guarda con pietà
ai peccati commessi contro la dignità dei popoli e concedi che nel futuro
cresca la volontà di comprensione e di riconciliazione.»
👉 Qui il riferimento
storico è a crociate, colonizzazioni, guerre di religione, imposizioni
culturali e missioni violente.
✝️ 5. Per i peccati contro la
dignità della donna e l’unità del genere umano
«Preghiamo per tutte le offese commesse contro
la dignità della donna e per le discriminazioni e le violenze subite nel corso
della storia.»
🕊 Risposta del Papa:
«Signore, tu hai creato l’uomo e la donna a tua
immagine e somiglianza; concedi che nel rispetto reciproco e nella
collaborazione risplenda sempre più la tua volontà di amore e di giustizia.»
👉 Questa richiesta fu una
delle più nuove e importanti, perché riconosceva errori storici profondi nella
prassi ecclesiale e culturale nei confronti delle donne.
✝️ 6. Per i peccati commessi
nelle relazioni sociali
«Preghiamo per i peccati commessi nei confronti
dei più deboli, dei poveri, degli emarginati; per le ingiustizie sociali, per
la violenza e lo sfruttamento che hanno causato sofferenze e morte.»
🕊 Risposta del Papa:
«Signore Gesù, che hai proclamato beati i
poveri e ti sei identificato con i più piccoli, guarda con bontà a quanti
soffrono per l’ingiustizia e muovi i cuori dei potenti e dei ricchi a
conversione.»
👉 Qui il riferimento è alle
complicità o silenzi ecclesiastici di fronte a ingiustizie economiche,
schiavitù, colonizzazione, guerre civili, ecc.
✝️ 7. Per i peccati contro i
fondamenti etici della vita
«Preghiamo per i comportamenti che hanno offeso
i valori fondamentali della vita umana: il rispetto per la vita, per la
famiglia, per l’onestà, per la giustizia. Preghiamo per le infedeltà al Vangelo
e per la condotta contraria alla dignità dell’uomo e alla libertà della
coscienza.»
🕊 Risposta del Papa:
«Padre misericordioso, accogli il nostro
pentimento per le infedeltà dei tuoi figli e concedici la grazia di camminare
sempre nella verità del Vangelo.»
👉 Questa ultima invocazione
aveva un carattere più “generale” e spirituale: guardava alle mancanze etiche
nella vita personale e comunitaria dei cristiani.
📌 Gesto
simbolico finale
Al termine della preghiera universale, Giovanni Paolo II si inginocchiò davanti al
Crocifisso posto accanto all’altare della Confessione di San Pietro.
Fu un gesto di grande forza simbolica, paragonato da molti a un “esame di
coscienza ecclesiale” davanti a Dio e al mondo.
📝 Importanza
storica e teologica
Questa preghiera universale rappresenta un
punto di svolta:
·
🕊 Teologicamente,
perché distingue la santità della Chiesa nel suo mistero dalla peccaminosità
dei suoi membri nella storia;
·
📖 Storicamente,
perché riconosce apertamente colpe spesso rimosse o giustificate;
·
🌍 Ecumenicamente,
perché ha aperto strade di dialogo e riconciliazione con altre confessioni e
religioni;
·
🙏 Pastoralmente,
perché ha offerto ai fedeli un modello di umiltà e verità.
👉 Molti storici e teologi
considerano questa liturgia come uno dei
momenti più profetici e coraggiosi del pontificato di Giovanni Paolo II, e
una delle tappe più significative del Grande Giubileo del 2000.
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L’altro giorno, durante le grandi
manifestazioni pubbliche per cercare di ottenere dalle istituzioni di governo
nazionali ed europee un’azione incisiva per porre fine al genocidio che le
truppe israeliane stanno perpetrando in Palestina, nella Striscia di Gaza,
alcuni teppisti hanno imbrattato la statua dedicata al Papa Giovanni Paolo 2° collocata
alla Stazione Termini, scrivendoci sopra “Fascista di merda”. Un fascista
avrebbe guidato quella grande celebrazione
di pentimento e impegno per il futuro a non ripetere gli orrori del passato? Per
quanto la nostra Chiesa sia ancora una autocrazia e anche i regimi fascisti lo
siano, il fascismo è radicalmente estraneo al vangelo cristiano, su cui anche
la nostra Chiesa è fondata. Ciò che purtroppo storicamente le istituzioni di governo
della nostra Chiesa non sempre di ritenere. E tuttavia dal 1942 la nostra
Chiesa, sotto la guida del papa Pio 12°, ripudiò il compromesso che purtroppo
aveva concluso nel 1929 con il fascismo mussoliniano. Fu un fatto di popolo,
non solo dei vertici. Che si manifestò, ad esempio, nella protezione che parte
della gente cattolica italiana offrì a oppositori politici del fascismo e,
soprattutto, alla gente di fede ebraica perseguitata dal 1938 dal regime
fascista mussoliniano. Questo valse a riscattare il disonore della precedente conciliazione?
Ci sono pareri discordanti in merito. Di fatto il clericofascismo, l’orientamento
politico che conciliava fascismo e appartenenza cattolica, rimase sempre
vivo in Italia. Ma, quando si ragiona di
politica, è importante saper fare distinzioni, esercitare la ragione,
argomentare, conoscere. Non sempre viene naturale: occorre farne tirocinio,
esercitarsi. E’ importante farlo anche negli ambiti ecclesiali. E’ ciò che si
propone l’Azione Cattolica.
Va sottolineato
che l’Azione Cattolica svolse un ruolo importantissimo nella costruzione della
nostra democrazia, che è significativamente ancora improntata a principi della
dottrina sociale, ed è attualmente tra le principali scuole di formazione alla politica. Di questo purtroppo i nostri preti
non sono più del tutto consapevoli e non di rado la scambiano per una
organizzazione di spiritualità devozionale o di approfondimento catechistico,
specialmente quelli che ci vengono da altre parti del mondo, dove l’Azione
cattolica non è presente o ha avuto connotati molto diversi.
Mario Ardigò – Azione Cattolica
in San Clemente papa – Roma, Monte Sacro, Valli