INFORMAZIONI UTILI SU QUESTO BLOG

  Questo blog è stato aperto da Mario Ardigò per consentire il dialogo fra gli associati dell'associazione parrocchiale di Azione Cattolica della Parrocchia di San Clemente Papa, a Roma, quartiere Roma - Montesacro - Valli, un gruppo cattolico, e fra essi e altre persone interessate a capire il senso dell'associarsi in Azione Cattolica, palestra di libertà e democrazia nello sforzo di proporre alla società del nostro tempo i principi di fede, secondo lo Statuto approvato nel 1969, sotto la presidenza nazionale di Vittorio Bachelet, e aggiornato nel 2003.

  This blog was opened by Mario Ardigò to allow dialogue between the members of the parish association of Catholic Action of the Parish of San Clemente Papa, in Rome, the Roma - Montesacro - Valli district, a Catholic group, and between them and other interested persons to understand the meaning of joining in Catholic Action, a center of freedom and democracy in the effort to propose the principles of faith to the society of our time, according to the Statute approved in 1969, under the national presidency of Vittorio Bachelet, and updated in 2003.

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L’Azione Cattolica Italiana è un’associazione di laici nella chiesa cattolica che si impegnano liberamente per realizzare, nella comunità cristiana e nella società civile, una specifica esperienza, ecclesiale e laicale, comunitaria e organica, popolare e democratica. (dallo Statuto)

Italian Catholic Action is an association of lay people in the Catholic Church who are freely committed to creating a specific ecclesial and lay, community and organic, popular and democratic experience in the Christian community and in civil society. (from the Statute)

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  Questo blog è un'iniziativa di laici aderenti all'Azione Cattolica della parrocchia di San Clemente papa e manifesta idee ed opinioni espresse sotto la personale responsabilità di chi scrive. Esso non è un organo informativo della parrocchia né dell'Azione Cattolica e, in particolare, non è espressione delle opinioni del parroco e dei sacerdoti suoi collaboratori, anche se i laici di Azione Cattolica che lo animano le tengono in grande considerazione.

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  Scrivo per dare motivazioni ragionevoli all’impegno sociale. Lo faccio secondo l’ideologia corrente dell’Azione Cattolica, che opera principalmente in quel campo, e secondo la mia ormai lunga esperienza di vita sociale. Quindi nell’ordine di idee di una fede religiosa, dalla quale l’Azione Cattolica trae i suoi più importanti principi sociali, ma senza fare un discorso teologico, non sono un teologo, e nemmeno catechistico, di introduzione a quella fede. Secondo il metodo dell’Azione Cattolica cerco di dare argomenti per una migliore consapevolezza storica e sociale, perché per agire in società occorre conoscerla in maniera affidabile. Penso ai miei interlocutori come a persone che hanno finito le scuole superiori, o hanno raggiunto un livello di cultura corrispondente a quel livello scolastico, e che hanno il tempo e l’esigenza di ragionare su quei temi. Non do per scontato che intendano il senso della terminologia religiosa, per cui ne adotto una neutra, non esplicitamente religiosa, e, se mi capita di usare le parole della religione, ne spiego il senso. Tengo fuori la spiritualità, perché essa richiede relazioni personali molto più forti di quelle che si possono sviluppare sul WEB, cresce nella preghiera e nella liturgia: chi sente il desiderio di esservi introdotto deve raggiungere una comunità di fede. Può essere studiata nelle sue manifestazioni esteriori e sociali, come fanno gli antropologi, ma così si rimane al suo esterno e non la si conosce veramente.

  Cerco di sviluppare un discorso colto, non superficiale, fatto di ragionamenti compiuti e con precisi riferimenti culturali, sui quali chi vuole può discutere. Il mio però non è un discorso scientifico, perché di quei temi non tratto da specialista, come sono i teologi, gli storici, i sociologi, gli antropologi e gli psicologi: non ne conosco abbastanza e, soprattutto, non so tutto quello che è necessario sapere per essere un specialista. Del resto questa è la condizione di ogni specialista riguardo alle altre specializzazioni. Le scienze evolvono anche nelle relazioni tra varie specializzazioni, in un rapporto interdisciplinare, e allora il discorso colto costituisce la base per una comune comprensione. E, comunque, per gli scopi del mio discorso, non occorre una precisione specialistica, ma semmai una certa affidabilità nei riferimento, ad esempio nella ricostruzione sommaria dei fenomeni storici. Per raggiungerla, nelle relazioni intellettuali, ci si aiuta a vicenda, formulando obiezioni e proposte di correzioni: in questo consiste il dialogo intellettuale. Anch’io mi valgo di questo lavoro, ma non appare qui, è fatto nei miei ambienti sociali di riferimento.

  Un cordiale benvenuto a tutti e un vivo ringraziamento a tutti coloro che vorranno interloquire.

  Dall’anno associativo 2020/2021 il gruppo di AC di San Clemente Papa si riunisce abitualmente due martedì e due sabati al mese, alle 17, e anima la Messa domenicale delle 9. Durante la pandemia da Covid 19 ci siamo riuniti in videoconferenza Google Meet. Anche dopo che la situazione sanitaria sarà tornata alla normalità, organizzeremo riunioni dedicate a temi specifici e aperte ai non soci con questa modalità.

 Per partecipare alle riunioni del gruppo on line con Google Meet, inviare, dopo la convocazione della riunione di cui verrà data notizia sul blog, una email a mario.ardigo@acsanclemente.net comunicando come ci si chiama, la email con cui si vuole partecipare, il nome e la città della propria parrocchia e i temi di interesse. Via email vi saranno confermati la data e l’ora della riunione e vi verrà inviato il codice di accesso. Dopo ogni riunione, i dati delle persone non iscritte verranno cancellati e dovranno essere inviati nuovamente per partecipare alla riunione successiva.

 La riunione Meet sarà attivata cinque minuti prima dell’orario fissato per il suo inizio.

Mario Ardigò, dell'associazione di AC S. Clemente Papa - Roma

NOTA IMPORTANTE / IMPORTANT NOTE

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domenica 5 ottobre 2025

Costruire la democrazia

 

Costruire la democrazia

 

  Come ogni altro ordinamento politico di una società, quello democratico è una costruzione sociale e comprende vari tipi di sistemi politici che vengono riconosciuti come democratici, anche molto diversi tra loro. Non  è male, prima di affrontare la costruzione o la riforma della nostra  democrazia, averne consapevolezza. E questo il  modo in cui procedette l’antico filosofo greco Aristotele, vissuto nel Quarto secolo dell’era antica, che ha ancora un influsso molto rilevante nelle filosofie politiche di tipo europeo, comprese quelle ecclesiastiche. Passò in rassegna i principali sistemi politici della sua epoca, per poi ragionarci sopra.

 Facciamoci aiutare dall’A.I. ChatGPT  nell’acquisire maggiori informazioni su questo e chiediamo all’altra A.I. Gemini  di revisionare i risultati della prima.

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Aristotele esaminò i sistemi politici della sua epoca principalmente in due opere:

ChatGPT

1.    Πολιτικά (Politica)

o    È l’opera fondamentale nella quale Aristotele analizza criticamente le varie forme di governo (monarchia, aristocrazia, politeia, oligarchia, democrazia e tirannide).

o    Nei primi libri, in particolare nel libro II, passa in rassegna e discute criticamente:

§  Il sistema di Platone, sia nella Repubblica sia nelle Leggi;

§  Il progetto politico degli Spartani;

§  Il sistema cretese;

§  Le leggi di Solone e altri sistemi ateniesi;

§  Le costituzioni di alcuni legislatori minori.

o    Nei libri successivi (soprattutto III–VI) classifica e analizza i diversi regimi effettivamente esistenti, discutendone i pregi e i difetti con grande attenzione empirica.

2.    Ἀθηναίων πολιτεία (Costituzione degli Ateniesi)

o    È un trattato scoperto nel 1890 su papiro, attribuito con grande probabilità ad Aristotele o alla sua scuola (il “Liceo”).

o    Fa parte di un progetto più vasto, menzionato da antiche fonti, in cui Aristotele e i suoi collaboratori avrebbero redatto circa 158 costituzioni (πολιτεῖαι) di diverse città greche.

o    La Costituzione degli Ateniesi è l’unica di queste che ci sia giunta quasi completa. Descrive in modo dettagliato l’evoluzione storica e l’assetto istituzionale di Atene.

👉 Queste “costituzioni” erano materiali empirici che Aristotele usava come base per l’analisi teorica nella Politica. Si può dire quindi che:

·         La raccolta delle costituzioni rappresenta la ricerca storica e sociopolitica.

·         La Politica rappresenta l’elaborazione teorica e la valutazione critica dei diversi sistemi.

Revisione di Gemini

Il brano che hai fornito è una sintesi efficace e concisa di due opere fondamentali di Aristotele, la Politica e la Costituzione degli Ateniesi, e del loro rapporto metodologico.

Giudizio Critico e Revisione

Il testo è accurato nei contenuti e ben strutturato in punti. Lo stile è informativo e diretto.

Punti di Forza:

  • Chiarezza: Distingue bene le due opere.
  • Contenuto: Riassume i temi principali di ciascuna (analisi critica delle forme di governo e delle costituzioni storiche per la Politica; descrizione dettagliata dell'assetto ateniese per la Costituzione degli Ateniesi).
  • Connessione Metodologica (Punto 👉): Spiega in modo eccellente il legame tra le due, evidenziando il metodo empirico-induttivo di Aristotele (raccolta dei dati storici/empirici elaborazione teorica/valutazione).

Punti da Integrare/Revisionare (Lievi Miglioramenti di Stile/Dettaglio):

Revisione Proposta

Ho apportato piccole modifiche per rendere il linguaggio più incisivo e ho espanso leggermente alcuni concetti chiave per maggiore completezza.

Testo Revisionato:


Opere Politiche di Aristotele

1. (Politica)

  • È l'opera fondamentale di Aristotele dedicata alla filosofia politica.
  • Analizza in modo critico e sistematico le diverse forme di governo (costituzioni o politeiai), classificandole in sei tipologie principali: le tre "giuste" (monarchia, aristocrazia, politeia - intesa come "costituzione" o forma mista) e le tre "degenerate" o devianti (tirannide, oligarchia, democrazia).
  • Nei primi libri, in particolare nel Libro II, l'autore passa in rassegna e discute criticamente i principali modelli politici esistenti o proposti teoricamente:
    • Il sistema di Platone (Repubblica e Leggi);
    • Il progetto politico degli Spartani;
    • Il sistema cretese e quello cartaginese (un'integrazione consigliata);
    • Le leggi di Solone e altri sistemi ateniesi;
    • Le costituzioni di alcuni legislatori minori.
  • Nei libri successivi (soprattutto III-VI) l'analisi si concentra sulla classificazione e l'analisi dettagliata dei diversi regimi effettivamente esistenti, discutendone i pregi e i difetti con grande attenzione empirica e pragmatismo.

2. (Costituzione degli Ateniesi)

  • È un trattato riscoperto nel 1890 su papiro (oggi al British Museum) e attribuito con grande probabilità ad Aristotele o alla sua scuola (Liceo).
  • Fa parte di un progetto enciclopedico più vasto, in cui Aristotele e i suoi collaboratori avrebbero raccolto e redatto circa 158 costituzioni (politeiai) di diverse città greche (e forse barbare).
  • La Costituzione degli Ateniesi è l'unica di questa vasta raccolta a esserci giunta quasi completa. Descrive in modo dettagliato sia l'evoluzione storica sia l'assetto istituzionale della democrazia ateniese.

Rapporto Metodologico: Empirismo e Teoria

👉 Queste raccolte di costituzioni rappresentavano la base empirica e storica (i dati) che Aristotele utilizzava per la sua analisi teorica nella Politica.

Opera/Attività

Ruolo Metodologico

Descrizione

Raccolta delle Costituzioni Costituzione degli Ateniesi

Ricerca Empirica/Induttiva

Forniva il materiale fattuale e l'analisi storico-sociopolitica.

(Politica)

Elaborazione Teorica/Valutativa

Rappresentava l'analisi teorica, la classificazione e la valutazione critica del miglior sistema politico possibile.


Proposte di Integrazione

Per arricchire ulteriormente il brano, si potrebbero aggiungere i seguenti elementi, che contestualizzano l'opera e ne evidenziano l'importanza:

  1. Dettaglio nel Libro II della Politica: Aggiungere il riferimento a Cartagine come costituzione che Aristotele analizza nel Libro II, insieme a Sparta e Creta.
  2. L'Obiettivo della Politica: Specificare che l'obiettivo finale dell'opera non è solo analizzare, ma definire la migliore forma di governo (eudaemonia della polis) in termini assoluti e, soprattutto, in termini pratici (il migliore tra quelli possibili).
  3. Il Concetto di Politeia: Chiarire che il termine greco (spesso tradotto con costituzione) ha in Aristotele un doppio significato:
    • Generale: La forma di governo, l'ordinamento della polis.
    • Specifico: Una delle forme di governo "giuste" (spesso intesa come governo del ceto medio o forma mista tra oligarchia e democrazia).

Integrazione

Motivo

Dove Inserirla

Riferimento a Cartagine

Aumenta la completezza dell'analisi sulle costituzioni storiche nel Libro II della Politica.

Punto 1, sezione "Nei primi libri...".

Obiettivo Etico-Politico

Sottolinea la connessione tra Etica Nicomachea e Politica: la politica è il "coronamento" dell'etica e ha come scopo il bene comune.

Come punto di chiusura dopo la sezione 1.

Doppio senso di Politeia:

Chiarisce una potenziale ambiguità terminologica per chi legge.

In una nota a margine o all'inizio della sezione 1.

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  Ricordiamoci che ciò che caratterizza un sistema politico democratico è l’esistenza di un effettivo sistema di limiti, mediante procedure, principi e diritto, ad ogni potere e non solo a quelli detti pubblici  perché si impongono alla gente a prescindere da una sua adesione ad un certo ordinamento sociale. Essere consapevoli di questo è molto importante nella politica dell’Occidente, nella quale è compresa anche quella della nostra Unione Europea, perché siamo in un’epoca in cui le più grandi organizzazioni private hanno acquisto il potere economico di condizionare come non mai la politica pubblica e, a differenza di ciò che accadde in genere in passato, ne rivendicano l’esercizio integrandosi talvolta con i vertici degli stati.

  In un ordinamento democratico, anche i poteri privati sono regolati in modo che trovino sempre dei limiti efficaci, da un lato nelle altre posizioni private, dall’altro lato dai poteri pubblici. E si tratta di limiti che vengono posti a protezione di tutte  le persone per il solo fatto che esistano: alcuni di essi sono anche  inderogabili  e riconosciuti in pari misura senza considerare le differenze sociali; in questo consiste il principio di uguaglianza. Esso è il limite principale che caratterizza un sistema politico democratico.  

 Quel sistema di limiti democratici è essenziale e indispensabile per consentire la più ampia partecipazione alla istituzioni di governo, ma non solo: serve anche per quell’esercizio della politica che si fa nella società al di fuori di esse e in ogni relazione sociale. Sotto questo aspetto viene in rilievo come istituzione di libertà sociali.

  Agli inizi i critici della democrazie, e tra essi tra i più acerrimi vi fu il Papato romano, osservavano che un sistema simile di libertà non avrebbe potuto garantire l’ordine sociale e la società su di esso costruita si sarebbe inevitabilmente disgregata e, prima di disgregarsi, sarebbe degenerata, rinnegando l’etica tradizionale. Lo sviluppo storico sembra dimostrare che questa previsione era errata: oggi è difficile trovare un sistema politico che non si richiami ai principi democratici, anche se poi non li applica veramente o a fondo.

  L’opposto di un sistema democratico è un sistema autocratico,  che non riconosce limiti dal basso e quindi si legittima da sé stesso. Per sostenere una autocrazia occorre un regime autoritario, vale a dire non partecipato dal basso. Un regime autoritario finisce sempre per sostenersi esercitando la violenza politica, anche se in certi momenti può riscuotere un certo consenso popolare. Questa è l’esperienza storica. Ed è anche ciò che accaduto negli ordinamenti politici organizzati dalla nostra Chiesa. Essa è attualmente (ancora) una autocrazia autoritaria. I processi democratici, destituendola come potere pubblico, l’ha privata del potere di esercitare violenza nella società, ma nei secoli passati fece un intensissimo uso della violenza politica, cosa della quale ci si dichiarati (sbrigativamente) pentiti nel corso dell’Grande Giubileo dell’Anno 2000, in particolare nelle liturgie della cosiddetta Giornata del Perdono.

Facciamoci aiutare dall’A.I. ChatGPT (prompt del 5-10-25) per richiamare alla memoria quel grande evento.

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La “Giornata del Perdono” dell’Anno Santo 2000 fu una celebrazione di portata storica nella vita della Chiesa cattolica.
Si tenne il 12 marzo 2000, nella I domenica di Quaresima, nella Basilica di San Pietro, e fu una delle liturgie più significative del Giubileo indetto da San Giovanni Paolo II.

👉 Il suo obiettivo principale fu quello di compiere un atto solenne di richiesta di perdono a Dio per i peccati commessi dai figli della Chiesa nel corso dei secoli.

Vediamo nel dettaglio 👇


📌 1. Contesto teologico e storico

L’idea della Giornata del Perdono fu annunciata da Giovanni Paolo II nella lettera apostolica Tertio Millennio Adveniente (1994), in preparazione al Grande Giubileo.
Il Papa auspicava che la Chiesa entrasse nel nuovo millennio con un atteggiamento di:

·         purificazione della memoria,

·         riconoscimento delle colpe storiche,

·         richiesta di perdono a Dio e agli uomini,

·         rinnovamento spirituale.

Questa prospettiva era in sintonia con la teologia conciliare (soprattutto Lumen Gentium e Gaudium et Spes) e con un approccio più maturo alla storia, che riconosceva la responsabilità ecclesiale senza rinnegare la santità della Chiesa nel suo mistero.


📌 2. Luogo e data

·         📅 12 marzo 2000

·         📍 Basilica di San Pietro, Roma

·         🪔 I domenica di Quaresima (data simbolica: tempo penitenziale per eccellenza)

La celebrazione fu una solenne liturgia penitenziale presieduta da Giovanni Paolo II.
Erano presenti cardinali, vescovi, rappresentanti di ordini religiosi e movimenti ecclesiali, e una grande folla di fedeli provenienti da tutto il mondo.


📌 3. Struttura liturgica

La liturgia fu articolata in due grandi momenti:

✝️ a) Celebrazione penitenziale della Parola

·         Comprendeva letture bibliche, salmi, canti e un’omelia pronunciata dal Papa.

·         L’omelia sottolineò il tema della conversione, della verità storica e della misericordia di Dio.

·         Giovanni Paolo II ricordò che “la Chiesa non può attraversare la soglia del nuovo millennio senza invitare i suoi figli a purificarsi, nel pentimento, delle infedeltà, delle incoerenze e delle lentezze”.

👉 Fu chiaramente affermato che la Chiesa, pur santa nel suo fondatore e nella sua missione, è composta da uomini peccatori che possono sbagliare nella storia.


🙏 b) Solenne “Preghiera universale di perdono”

Questo fu il cuore della celebrazione.
Sette rappresentanti della Curia romana e della Chiesa universale lessero pubblicamente sette richieste di perdono, corrispondenti a diverse categorie di colpe storiche.

Dopo ogni richiesta, il Papa rispose con una formula di invocazione misericordiosa e con un gesto liturgico penitenziale.

Le sette aree di peccato erano:

1.    Pecati generali dei figli della Chiesa: mancanza di amore, incoerenze di vita, divisioni.

2.    Divisioni tra cristiani: colpe contro l’unità della Chiesa (scismi, ostilità, incomprensioni reciproche).

3.    Pecati contro il popolo d’Israele: atti e atteggiamenti di antisemitismo e antigiudaismo.

4.    Pecati contro l’amore, la pace, i diritti dei popoli e il rispetto delle culture e religioni: crociate, colonialismi, imposizioni religiose violente.

5.    Colpe contro la dignità della donna e l’unità del genere umano.

6.    Pecati nelle relazioni sociali: ingiustizie, esclusioni, violenze commesse nel nome della Chiesa.

7.    Peccati legati ai fondamenti etici della vita: colpe contro la vita umana, i poveri, i deboli, la giustizia.

👉 Ogni richiesta era accompagnata da un gesto di inchino e da un momento di silenzio.


📌 4. Significato e ricezione

Questa liturgia ebbe un enorme impatto:

·         📖 Storico → fu la prima volta che la Chiesa cattolica, in modo ufficiale e liturgico, riconobbe e chiese perdono per le proprie colpe storiche davanti al mondo.

·         ✝️ Teologico → mostrò una Chiesa capace di verità e di pentimento, senza rinnegare la propria identità;

·         🌍 Ecumenico e interreligioso → l’atto ebbe grande risonanza tra le altre confessioni cristiane e nelle comunità ebraiche, contribuendo a migliorare i rapporti.

·         🕊 Pastorale → favorì un clima di riconciliazione e di conversione personale nel contesto giubilare.

Molti storici e teologi considerano la Giornata del Perdono come uno dei momenti più profetici e significativi del pontificato di Giovanni Paolo II.


📚 Riferimenti principali

·         Giovanni Paolo II, Tertio Millennio Adveniente (1994), nn. 33–36.

·         Omelia del 12 marzo 2000, Basilica di San Pietro.

·         Testi della “Preghiera universale” pubblicati sull’Osservatore Romano e sugli Atti della Santa Sede.

·         Documenti della Commissione Teologica Internazionale (1999): Memoria e riconciliazione: la Chiesa e le colpe del passato.


In sintesi:
La Giornata del Perdono del 12 marzo 2000 fu una celebrazione liturgica penitenziale senza precedenti, con la quale la Chiesa, guidata da Giovanni Paolo II, volle purificare la memoria storica, riconoscere le proprie colpe e chiedere perdono a Dio, per entrare nel nuovo millennio con spirito rinnovato e riconciliato.

Perfetto 👌
Ecco il testo integrale delle sette richieste di perdono proclamate nella “Giornata del Perdono” del 12 marzo 2000, durante la solenne liturgia penitenziale presieduta da San Giovanni Paolo II nella Basilica di San Pietro.

👉 Dopo ciascuna invocazione, seguiva un momento di silenzio e il Papa recitava una formula di intercessione e perdono.


✝️ 1. Per i peccati commessi dai cristiani in generale

«Preghiamo per tutti i peccati commessi dai cristiani nei confronti dell’amore, della pace, dei diritti dei popoli, del rispetto delle culture e delle religioni.
Preghiamo per le divisioni che si sono verificate tra i cristiani, per l’uso della violenza che alcuni di loro hanno fatto nel servizio della verità e per gli atteggiamenti di sfiducia e di ostilità assunti nei confronti dei seguaci di altre religioni.»

🕊 Risposta del Papa:

«Dio di infinita misericordia, ti ringraziamo per averci rivelato nel tuo Figlio l’ampiezza del tuo amore; guarda con pietà coloro che riconoscono i propri peccati e concedi a tutti di vivere nella verità e nella libertà. Per Cristo nostro Signore.»


✝️ 2. Per le divisioni tra i cristiani

«Preghiamo per il peccato della divisione tra i cristiani, per le offese reciproche, per le colpe contro l’unità della Chiesa, per l’orgoglio e la diffidenza che hanno alimentato le divisioni.»

🕊 Risposta del Papa:

«Signore, perdonaci e donaci un cuore nuovo, affinché tutti i cristiani possano ritrovarsi nell’abbraccio della riconciliazione.»

👉 Questa invocazione si riferiva a scismi e conflitti tra cattolici, ortodossi e riformati nel corso dei secoli.


✝️ 3. Per le colpe contro il popolo d’Israele

«Preghiamo per il comportamento di quanti nel corso della storia hanno fatto soffrire i figli del popolo d’Israele e ti chiediamo perdono per le offese arrecate.»

🕊 Risposta del Papa:

«Dio dei nostri padri, tu hai scelto Abramo e la sua discendenza per portare il tuo nome alle genti; siamo profondamente addolorati per il comportamento di coloro che nel corso della storia li hanno fatti soffrire, e chiediamo il tuo perdono, volendo impegnarci per un’autentica fraternità con il popolo dell’Alleanza.»

👉 Questa parte fu particolarmente significativa: era la prima volta che una liturgia papale includeva esplicitamente il riconoscimento delle colpe storiche dei cristiani nei confronti degli ebrei (antisemitismo e antigiudaismo).


✝️ 4. Per i peccati commessi contro l’amore, la pace, i diritti dei popoli, il rispetto delle culture e delle religioni

«Preghiamo per i peccati commessi nella gestione dei popoli e delle nazioni, per gli atteggiamenti di violenza e intolleranza di cui i cristiani si sono resi responsabili, per aver ricorso alla forza nella difesa della verità e per gli atteggiamenti di disprezzo verso culture e religioni diverse.»

🕊 Risposta del Papa:

«Signore Dio, Padre di tutti gli uomini e di tutte le nazioni, tu ci chiami a vivere insieme come fratelli; guarda con pietà ai peccati commessi contro la dignità dei popoli e concedi che nel futuro cresca la volontà di comprensione e di riconciliazione.»

👉 Qui il riferimento storico è a crociate, colonizzazioni, guerre di religione, imposizioni culturali e missioni violente.


✝️ 5. Per i peccati contro la dignità della donna e l’unità del genere umano

«Preghiamo per tutte le offese commesse contro la dignità della donna e per le discriminazioni e le violenze subite nel corso della storia.»

🕊 Risposta del Papa:

«Signore, tu hai creato l’uomo e la donna a tua immagine e somiglianza; concedi che nel rispetto reciproco e nella collaborazione risplenda sempre più la tua volontà di amore e di giustizia.»

👉 Questa richiesta fu una delle più nuove e importanti, perché riconosceva errori storici profondi nella prassi ecclesiale e culturale nei confronti delle donne.


✝️ 6. Per i peccati commessi nelle relazioni sociali

«Preghiamo per i peccati commessi nei confronti dei più deboli, dei poveri, degli emarginati; per le ingiustizie sociali, per la violenza e lo sfruttamento che hanno causato sofferenze e morte.»

🕊 Risposta del Papa:

«Signore Gesù, che hai proclamato beati i poveri e ti sei identificato con i più piccoli, guarda con bontà a quanti soffrono per l’ingiustizia e muovi i cuori dei potenti e dei ricchi a conversione.»

👉 Qui il riferimento è alle complicità o silenzi ecclesiastici di fronte a ingiustizie economiche, schiavitù, colonizzazione, guerre civili, ecc.


✝️ 7. Per i peccati contro i fondamenti etici della vita

«Preghiamo per i comportamenti che hanno offeso i valori fondamentali della vita umana: il rispetto per la vita, per la famiglia, per l’onestà, per la giustizia. Preghiamo per le infedeltà al Vangelo e per la condotta contraria alla dignità dell’uomo e alla libertà della coscienza.»

🕊 Risposta del Papa:

«Padre misericordioso, accogli il nostro pentimento per le infedeltà dei tuoi figli e concedici la grazia di camminare sempre nella verità del Vangelo.»

👉 Questa ultima invocazione aveva un carattere più “generale” e spirituale: guardava alle mancanze etiche nella vita personale e comunitaria dei cristiani.


📌 Gesto simbolico finale

Al termine della preghiera universale, Giovanni Paolo II si inginocchiò davanti al Crocifisso posto accanto all’altare della Confessione di San Pietro.
Fu un gesto di grande forza simbolica, paragonato da molti a un “esame di coscienza ecclesiale” davanti a Dio e al mondo.


📝 Importanza storica e teologica

Questa preghiera universale rappresenta un punto di svolta:

·         🕊 Teologicamente, perché distingue la santità della Chiesa nel suo mistero dalla peccaminosità dei suoi membri nella storia;

·         📖 Storicamente, perché riconosce apertamente colpe spesso rimosse o giustificate;

·         🌍 Ecumenicamente, perché ha aperto strade di dialogo e riconciliazione con altre confessioni e religioni;

·         🙏 Pastoralmente, perché ha offerto ai fedeli un modello di umiltà e verità.


👉 Molti storici e teologi considerano questa liturgia come uno dei momenti più profetici e coraggiosi del pontificato di Giovanni Paolo II, e una delle tappe più significative del Grande Giubileo del 2000.

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  L’altro giorno, durante le grandi manifestazioni pubbliche per cercare di ottenere dalle istituzioni di governo nazionali ed europee un’azione incisiva per porre fine al genocidio che le truppe israeliane stanno perpetrando in Palestina, nella Striscia di Gaza, alcuni teppisti hanno imbrattato la statua dedicata al Papa Giovanni Paolo 2° collocata alla Stazione Termini, scrivendoci sopra “Fascista di merda”. Un fascista  avrebbe guidato quella grande celebrazione di pentimento e impegno per il futuro a non ripetere gli orrori del passato? Per quanto la nostra Chiesa sia ancora una autocrazia e anche i regimi fascisti lo siano, il fascismo è radicalmente estraneo al vangelo cristiano, su cui anche la nostra Chiesa è fondata. Ciò che purtroppo storicamente le istituzioni di governo della nostra Chiesa non sempre di ritenere. E tuttavia dal 1942 la nostra Chiesa, sotto la guida del papa Pio 12°, ripudiò il compromesso che purtroppo aveva concluso nel 1929 con il fascismo mussoliniano. Fu un fatto di popolo, non solo dei vertici. Che si manifestò, ad esempio, nella protezione che parte della gente cattolica italiana offrì a oppositori politici del fascismo e, soprattutto, alla gente di fede ebraica perseguitata dal 1938 dal regime fascista mussoliniano. Questo valse a riscattare il disonore della precedente conciliazione? Ci sono pareri discordanti in merito. Di fatto il clericofascismo, l’orientamento politico che conciliava fascismo e appartenenza cattolica, rimase sempre vivo in Italia.  Ma, quando si ragiona di politica, è importante saper fare distinzioni, esercitare la ragione, argomentare, conoscere. Non sempre viene naturale: occorre farne tirocinio, esercitarsi. E’ importante farlo anche negli ambiti ecclesiali. E’ ciò che si propone l’Azione Cattolica.

   Va sottolineato che l’Azione Cattolica svolse un ruolo importantissimo nella costruzione della nostra democrazia, che è significativamente ancora improntata a principi della dottrina sociale, ed è attualmente tra le principali scuole  di formazione alla  politica. Di questo purtroppo i nostri preti non sono più del tutto consapevoli e non di rado la scambiano per una organizzazione di spiritualità devozionale o di approfondimento catechistico, specialmente quelli che ci vengono da altre parti del mondo, dove l’Azione cattolica non è presente o ha avuto connotati molto diversi.

Mario Ardigò – Azione Cattolica in San Clemente papa – Roma, Monte Sacro, Valli