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Questo blog è stato aperto da Mario Ardigò per consentire il dialogo fra gli associati dell'associazione parrocchiale di Azione Cattolica della Parrocchia di San Clemente Papa, a Roma, quartiere Roma - Montesacro - Valli, un gruppo cattolico, e fra essi e altre persone interessate a capire il senso dell'associarsi in Azione Cattolica, palestra di libertà e democrazia nello sforzo di proporre alla società del nostro tempo i principi di fede, secondo lo Statuto approvato nel 1969, sotto la presidenza nazionale di Vittorio Bachelet, e aggiornato nel 2003.

This blog was opened by Mario Ardigò to allow dialogue between the members of the parish association of Catholic Action of the Parish of San Clemente Papa, in Rome, the Roma - Montesacro - Valli district, a Catholic group, and between them and other interested persons to understand the meaning of joining in Catholic Action, a center of freedom and democracy in the effort to propose the principles of faith to the society of our time, according to the Statute approved in 1969, under the national presidency of Vittorio Bachelet, and updated in 2003.

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L’Azione Cattolica Italiana è un’associazione di laici nella chiesa cattolica che si impegnano liberamente per realizzare, nella comunità cristiana e nella società civile, una specifica esperienza, ecclesiale e laicale, comunitaria e organica, popolare e democratica. (dallo Statuto)

Italian Catholic Action is an association of lay people in the Catholic Church who are freely committed to creating a specific ecclesial and lay, community and organic, popular and democratic experience in the Christian community and in civil society. (from the Statute)

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Questo blog è un'iniziativa di laici aderenti all'Azione Cattolica della parrocchia di San Clemente papa e manifesta idee ed opinioni espresse sotto la personale responsabilità di chi scrive. Esso non è un organo informativo della parrocchia né dell'Azione Cattolica e, in particolare, non è espressione delle opinioni del parroco e dei sacerdoti suoi collaboratori, anche se i laici di Azione Cattolica che lo animano le tengono in grande considerazione.

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Scrivo per dare motivazioni ragionevoli all’impegno sociale. Lo faccio secondo l’ideologia corrente dell’Azione Cattolica, che opera principalmente in quel campo, e secondo la mia ormai lunga esperienza di vita sociale. Quindi nell’ordine di idee di una fede religiosa, dalla quale l’Azione Cattolica trae i suoi più importanti principi sociali, ma senza fare un discorso teologico, non sono un teologo, e nemmeno catechistico, di introduzione a quella fede. Secondo il metodo dell’Azione Cattolica cerco di dare argomenti per una migliore consapevolezza storica e sociale, perché per agire in società occorre conoscerla in maniera affidabile. Penso ai miei interlocutori come a persone che hanno finito le scuole superiori, o hanno raggiunto un livello di cultura corrispondente a quel livello scolastico, e che hanno il tempo e l’esigenza di ragionare su quei temi. Non do per scontato che intendano il senso della terminologia religiosa, per cui ne adotto una neutra, non esplicitamente religiosa, e, se mi capita di usare le parole della religione, ne spiego il senso. Tengo fuori la spiritualità, perché essa richiede relazioni personali molto più forti di quelle che si possono sviluppare sul WEB, cresce nella preghiera e nella liturgia: chi sente il desiderio di esservi introdotto deve raggiungere una comunità di fede. Può essere studiata nelle sue manifestazioni esteriori e sociali, come fanno gli antropologi, ma così si rimane al suo esterno e non la si conosce veramente.

Cerco di sviluppare un discorso colto, non superficiale, fatto di ragionamenti compiuti e con precisi riferimenti culturali, sui quali chi vuole può discutere. Il mio però non è un discorso scientifico, perché di quei temi non tratto da specialista, come sono i teologi, gli storici, i sociologi, gli antropologi e gli psicologi: non ne conosco abbastanza e, soprattutto, non so tutto quello che è necessario sapere per essere un specialista. Del resto questa è la condizione di ogni specialista riguardo alle altre specializzazioni. Le scienze evolvono anche nelle relazioni tra varie specializzazioni, in un rapporto interdisciplinare, e allora il discorso colto costituisce la base per una comune comprensione. E, comunque, per gli scopi del mio discorso, non occorre una precisione specialistica, ma semmai una certa affidabilità nei riferimento, ad esempio nella ricostruzione sommaria dei fenomeni storici. Per raggiungerla, nelle relazioni intellettuali, ci si aiuta a vicenda, formulando obiezioni e proposte di correzioni: in questo consiste il dialogo intellettuale. Anch’io mi valgo di questo lavoro, ma non appare qui, è fatto nei miei ambienti sociali di riferimento.

Un cordiale benvenuto a tutti e un vivo ringraziamento a tutti coloro che vorranno interloquire.

Dall’anno associativo 2020/2021 il gruppo di AC di San Clemente Papa si riunisce abitualmente il secondo, il terzo e il quarto sabato del mese alle 17 e anima la Messa domenicale delle 9. Durante la pandemia da Covid 19 ci siamo riuniti in videoconferenza Google Meet. Anche dopo che la situazione sanitaria sarà tornata alla normalità, organizzeremo riunioni dedicate a temi specifici e aperte ai non soci con questa modalità.

Per partecipare alle riunioni del gruppo on line con Google Meet, inviare, dopo la convocazione della riunione di cui verrà data notizia sul blog, una email a mario.ardigo@acsanclemente.net comunicando come ci si chiama, la email con cui si vuole partecipare, il nome e la città della propria parrocchia e i temi di interesse. Via email vi saranno confermati la data e l’ora della riunione e vi verrà inviato il codice di accesso. Dopo ogni riunione, i dati delle persone non iscritte verranno cancellati e dovranno essere inviati nuovamente per partecipare alla riunione successiva.

La riunione Meet sarà attivata cinque minuti prima dell’orario fissato per il suo inizio.

Mario Ardigò, dell'associazione di AC S. Clemente Papa - Roma

NOTA IMPORTANTE / IMPORTANT NOTE

SUL SITO www.bibbiaedu.it POSSONO ESSERE CONSULTATI LE TRADUZIONI IN ITALIANO DELLA BIBBIA CEI2008, CEI1974, INTERCONFESSIONALE IN LINGUA CORRENTE, E I TESTI BIBLICI IN GRECO ANTICO ED EBRAICO ANTICO. CON UNA FUNZIONALITA’ DEL SITO POSSONO ESSERE MESSI A CONFRONTO I VARI TESTI.

ON THE WEBSITE www.bibbiaedu.it THE ITALIAN TRANSLATIONS OF THE BIBLE CEI2008, CEI1974, INTERCONFESSIONAL IN CURRENT LANGUAGE AND THE BIBLICAL TEXTS IN ANCIENT GREEK AND ANCIENT JEWISH MAY BE CONSULTED. WITH A FUNCTIONALITY OF THE WEBSITE THE VARIOUS TEXTS MAY BE COMPARED.

Il sito della parrocchia:

https://www.parrocchiasanclementepaparoma.com/

sabato 13 novembre 2021

RIUNIONE IN PARROCCHIA - SALA ROSSA E VIDEOCONFERENZA MEET - DI AC SANCLEMENTE! 13 NOVEMBRE 2021 ORE 17

 

RIUNIONE IN PARROCCHIA - SALA ROSSA E VIDEOCONFERENZA MEET - DI AC SANCLEMENTE!

13 NOVEMBRE 2021 ORE 17





OGGI, SABATO 13 NOVEMBRE 2021, ALLE ORE 17:00, CI RIUNIREMO IN PARROCCHIA, IN SALA ROSSA E IN VIDEOCONFERENZA MEET, PER CONTINUARE IL PERCORSO FORMATIVO DELL’AZIONE CATTOLICA QUESTIONE DI SGUARDI E, IN PARTICOLARE, LA SUA 1° TAPPA SGUARDI CHE RILEGGONO.

 LINK E CODICE PER PARTECIPARE IN VIDEOCONFERENZA MEET SONO GIA' STATI COMUNICATI AI SOCI VIA EMAIL E WA E, PER I SOCI CHE ANCORA NON CI HANNO INDICATO UN LOR RECAPITO EMAIL, ANCHE PER POSTA ORDINARIA. 

  POSSONO ESSERE RICHIESTI ANCHE DA CHI NON E' SOCIO, CON UNA EMAIL A

mario.ardigo@acsanclemente.net

INDICANDO NOME, PARROCCHIA DI RESIDENZA, TEMI DI INTERESSE. I DATI COMUNICATI SERVIRANNO SOLO PER PARTECIPARE A QUELLA SPECIFICA RIUNIONE, VERRANNO CANCELLATI DOPO DI ESSA E DOVRANNO ESSERE NUOVAMENTE COMUNICATI PER PARTECIPARE A UNA RIUNIONE SUCCESSIVA.


Ora è più semplice accedere in Meet.

Fare clic o tap  sul link. Oppure: andare su  https://apps.google.com/meet/ , inserire il codice della riunione  e cliccare su Partecipa; nella schermata successiva,  inserire il proprio nome a destra e cliccare su  Chiedi di partecipare.  Attendere di essere ammessi alla riunione.

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Centro Aletti Atelier d’arte, Lo sguardo di Gesù su Pietro, 2014 -Santuario di San Giovanni Paolo II a Cracovia


Proprio nel Santuario di San Giovanni Paolo II a Cracovia si trova l’opera “Lo sguardo di Gesù su Pietro”. Nell’angolo sinistro della Cappella del Battistero è rappresentato Pietro, disperato, mentre ascolta il canto del gallo che gli ricorda ciò che gli aveva detto Cristo a proposito del suo rinnegamento. Sin dai tempi dell’arte paleocristiana, il gallo appare insieme alla figura Pietro, rammentando che il potere della Chiesa è fondato su una radicale fragilità. La fede, infatti, ha il suo inizio proprio là dove crolla la nostra capacità puramente umana. Il crollo di Pietro è pienamente accolto dallo sguardo di Cristo. La riconciliazione, chiamata anche “sorella del battesimo”, sgorga proprio da questo sguardo misericordioso di Cristo che suscita in noi le lacrime del pentimento. Questo sguardo tra Cristo e Pietro grazie al quale quest’ultimo “rilegge” una più profonda verità su di se e su Gesù stesso.

 

Questione di sguardi

Percorso formativo di AC

1º tappa

Sguardi che rileggono

Spunti per la discussione




In preghiera

Con i tuoi occhi, Signore,

guarderò dentro di me,

perché tu mi conosci meglio di me

e non ti sono nascosti i miei pensieri.

 

E mi stupisci

perché sotto il tuo sguardo

imparo a mettere insieme

i cocci della mia vita

e alla luce dei tuoi occhi

vedo spazi infiniti e terre senza confini,

vedo mani tese e volti che implorano

bene, pace, giustizia, fraternità…

 

 

 

Per la meditazione evangelica viene proposto il brano del Vangelo secondo Luca di Gesù e dei due di Emmaus, al capitolo 24, versetti da 13 a 35 – Lc 24, 13-35.

 

  La sera di Pasqua, accompagnando i due verso Emmaus, Gesú con il suo sguardo, la sua capacità di ascolto, le sue parole profonde che scaldano il cuore, permette loro di rileggere l’esperienza di morte e di dolore che li ha duramente coinvolti negli ultimi giorni. Questo sguardo capace di rilettura dá la capacità a ogni adulto di stare in profonditá nella propria vita, di comprenderne i significati, di dare senso e ragione a ogni tempo e luogo in cui esiste personalmente  e nei contesti comunitari e sociali.


 
Ed ecco, in quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, econversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo. Ed egli disse loro: "Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?". Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: "Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?". Domandò loro: "Che cosa?". Gli risposero: "Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo;come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l'hanno visto". Disse loro: "Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?". E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui.  Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma  essi insistettero: "Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto". Egli entrò per rimanere con loro. Quando  fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora  si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. Ed essi dissero l'un l'altro: "Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?". Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: "Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!". Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l'avevano riconosciuto nello spezzare il pane.

 

 

Preghiera

 

La sera di Pasqua, accompagnando i due verso Emmaus, Gesù con il suo sguardo, la sua capacità di ascolto, le sue parole profonde che scaldano il cuore, permette loro di rileggere l’esperienza di morte e dolore che li ha duramente coinvolti negli ultimi giorni. Questo sguardo capace di rilettura dà la capacità a ogni adulto di stare in profondità nella propria vita, di comprenderne i significati, di dare senso e ragione a ogni tempo e luogo in cui esiste personalmente e nei contesti comunitari e sociali.

 

Ogni giorno esercitiamo il senso della vista in maniera massiccia; i nostri sguardi sulla realtà sono talvolta attenti, talaltra distratti, non sempre capaci di entrare in essa, oppure penetranti seppur non invadenti. Eppure, soprattutto quando la realtà ci pone appelli forti, ci rendiamo conto che il nostro sguardo sulle cose è parziale e che occorre confrontarlo con quello altrui, con i punti di vista e le prospettive che gli altri hanno.

 

CATECHISMO: in questa tappa sono proposti i numeri 633 e 635 del Catechismo degli adulti, per sottolineare che, come per i discepoli di Emmaus l'ascolto della parola di Dio e lo spezzare del pane hanno consentito di riconoscere la presenza di Gesù accanto a loro e di rileggere gli avvenimenti che avevano vissuto, così per noi la partecipazione alla S. Messa, attraverso la liturgia della Parola e l’eucaristia, possono essere un’occasione per illuminare con una luce nuova la nostra vita quotidiana e gli avvenimenti che la attraversano.

 

633] Essere cristiani non è aderire a un’idea, ma a una persona. Mediante le celebrazioni liturgiche della Chiesa, il Signore Gesù, crocifisso e risorto, ci viene incontro personalmente in modo conforme alla nostra condizione storica. Ci comunica il dono pasquale del suo Spirito e della vita nuova, che santifica la nostra esistenza nelle molteplici situazioni, a lode di Dio Padre.

635]  L’uomo, essere spirituale e corporeo, percepisce ed esprime le realtà spirituali mediante segni materiali o simboli. La sua vita quotidiana è intessuta di azioni simboliche: sorrisi, lacrime, strette di mano, baci, abbracci. Basta pensare ai rapporti tra amici, fidanzati, sposi, genitori e figli. Le parole da sole sarebbero del tutto inadeguate, specialmente nei momenti intensi di amore, di gioia e di dolore. I gesti rafforzano le parole; danno corpo alle intuizioni, ai valori e ai sentimenti; toccano il cuore e plasmano la personalità.

Il linguaggio simbolico è un modo di essere e di comunicare. Coinvolge tutta la persona: intelligenza, volontà, affettività e corporeità. Non solo rappresenta le realtà spirituali invisibili, ma le contiene e le comunica effettivamente.

L’esperienza religiosa si serve del linguaggio simbolico come mediazione dell’incontro con la divinità. Il mondo è come un grande simbolo della grandezza di Dio e della sua vicinanza. La luce, il fuoco, l’aria, l’acqua, l’avvicendarsi delle stagioni, i frutti della terra, ogni realtà visibile rimanda al di là di se stessa, verso il Mistero. I gesti della vita sociale si caricano spontaneamente di senso religioso. Partecipare a un convito non è solo prendere cibo, ma è un modo di interpretare la realtà, un modo di essere con le cose, con gli altri e in definitiva con Dio. La relazione con Dio viene vissuta con più intensità nei passaggi critici della vita - nascita, crescita, matrimonio, morte - o negli avvenimenti storici in cui si riconoscono importanti valori e motivi di speranza.

Tutte le religioni fanno largo uso di gesti simbolici, organizzandoli in sistemi più o meno complessi, cioè in riti. I simboli presentano analogie e convergenze sorprendenti; ma i significati sono per lo più molto diversi da una religione all’altra

 

 

 

PROGETTO FORMATIVO AC: in questa tappa è proposto un breve brano tratta dal capitolo 4 del testo “Perché sia formato Cristo in voi”, che sottolinea l’impegno ad una testimonianza del Vangelo incarnata nella cultura di oggi, a partire dalla centralità del mistero di cristo, passando attraverso un attento discernimento sulla vita e sulla storia.

 

4. Con il linguaggio dei laici

Vivere il Battesimo significa essere testimoni e missionari nella vita di ogni giorno. Oggi siamo consapevoli che la missione costituisce una nuova urgenza, per la Chiesa e per la coscienza credente. Per i laici si tratta di riportare il Vangelo a contatto con la vita, affinché esplichi tutta la sua dirompente potenza salvifica. La comunicazione del Vangelo che avviene nei luoghi comuni della vita di ogni giorno può raggiungere tutti e arrivare dove le persone oggi vivono: con un linguaggio che solo i laici possono uti- lizzare; una “grammatica umana” che svela l’uomo all’uomo e, mostrando l’uomo, parla di Dio. Ciò che parla di Vangelo nei luoghi ordinari è la vita; è la propria umanità la capacità di attenzione agli altri; è la parola che ha la pazienza dell’ascolto e del dialogo: quello sulla vita, che può approdare al dialogo della fede se la vita sa interpellare, provocare, far pensare.

  La sfida della missione è quella di parlare della vita da cristiani; saper parlare di amore, di coppia, di dolore, di lavoro, di morte, di affari, di denaro... con il linguaggio comune, ponendo la fede in maniera nuova in dialogo con l’esistenza di oggi. Ci è chiesto di trovare nel nostro cuore di persone credenti le parole di un nuovo annuncio, come ci chiedono i nostri vescovi. Credere al valore missionario della fede dei laici dilata indefinitamente i confini della missione e assolve al compito che il Signore ha affidato alla Chiesa di raggiungere “gli estremi confini della terra”.

Anche questa coscienza missionaria legata alla vita di ogni giorno ha bisogno di grande cura sul piano formativo: tanti cristiani sono ancora convinti che gli impegni della vita cristiana si giocano nel chiuso delle “cose di Chiesa” oppure che la fede serve a rispondere ai bisogni personali senza porsi mai in rapporto con la vita degli altri e con le loro domande. Occorre dunque la formazione ad una vita cristiana missionaria nel mondo e missionaria attraverso le parole della vita.

 

 

Esercizio di laicità

In testo proposto offre lo spunto per riprendere ciò che è stato espresso nel taccuino, mettendo in relazione i diversi ruoli che ricopriamo nei vari ambiti di vita con la presenza del Signore accanto a noi per orientarci e leggere con occhi nuovi le vicende personali e dell’attualità.

 Cerco fatti di vangelo

Si propone la testimonianza della “Cittadella dei giovani” promossa a Tarquinia dall’Associazione “Semi di Pace” La Cittadella è un complesso demaniale di circa due ettari situato nella periferia della città. Il terreno, un ex centro consorziale per la sperimentazione idroponica, è stato utilizzato per circa quarant’anni come discarica abusiva di materiale di risulta, manufatti di cemento e macchine usurate. Nel corso del tempo, l’area è stata oggetto di numerosi interventi di riqualificazione ad opera dei volontari dell’Associazione. Gli interventi di recupero sono stati avviati nell’anno 1999, con la bonifica del terreno e il livellamento delle superfici, con l’ausilio di alcuni mezzi messi a disposizione dal Comune di Tarquinia e dagli Enti locali, Successivamente, sono state posizionate delle strutture provvisorie adibite ad uffici, magazzini per lo stoccaggio delle risorse materiali destinate alla ridistribuzione, due parchi giochi per bambini, una micro fattoria didattica e una serra per la coltivazione di prodotti biologici. Nel corso degli anni, sono stati  inoltre  piantati  circa  cento  alberi  da  frutto e  ornamentali. La Cittadella rappresenta oggi un importante punto di riferimento, formazione e impegno per i giovani del territorio nonché polo di inclusione sociale per i cittadini di Tarquinia e dei Comuni limitrofi, un laboratorio permanente di cittadinanza attiva e di dialogo interculturale. In questo luogo, aperto tutto l’anno alle famiglie, agli anziani, ai disabili, ai migranti, è possibile usufruire di una serie di servizi socio-assistenziali, trascorrere il proprio tempo libero con attività ricreative e partecipare a manifestazioni di carattere culturale. Un’area della Cittadella è stata recentemente dedicata alla memoria dei drammatici avvenimenti che hanno segnato la storia del XX secolo, con la realizzazione di un Memoriale della Shoah e l’allestimento di una mostra permanente che attraverso quaranta pannelli organizzati in sezioni tematiche ripercorre la storia della persecuzione dei diritti e delle vite degli ebrei in Italia dal 1938 al 1945. Nel 2017 l’Agenzia Nazionale del Demanio ha deciso di premiare l’impegno e i risultati raggiunti da Semi di Pace con una concessione  di  valorizzazione  dell’intera  area  per una  durata  di  diciotto  anni.

L’esperienza della “Cittadella” ha conosciuto nel tempo diverse difficoltà, ha dovuto fermarsi e ripartire più volte prima di trovare una soluzione “provvidenziale” nella sede attuale. In questi anni è stata una opportunità di costruzione di relazioni nel territorio, segno di speranza e luogo dove sperimentare la fraternità  e  il  servizio.

http://www.semidipace.it/la-cittadella/

 

 http://www.semidipace.it/

 

PREGHIERA FINALE Nel Salmo 122 si canta la gioia del ritorno alla casa di Dio e alla comunità riunita intorno all’altare

 

Salmo 122

Saluto a Gerusalemme

1Canto dei pellegrini. Salmo di Davide. 

Che gioia quando mi dissero: 
«Andremo alla casa del Signore!». 
2E ora i nostri passi si fermano alle tue 
porte, Gerusalemme. 

3Gerusalemme, città ben costruita, 
raccolta entro le tue mura! 

4A te salgono le tribù, 
le tribù del Signore. 
Qui Israele deve lodare 
il nome del Signore. 
5Qui, nel palazzo di Davide, 
siedono i re a rendere giustizia. 

 

siedono i re a rendere giustizia. 

6Pregate per la pace di Gerusalemme. 
Dite: «Sicurezza per chi ti ama, 
7pace entro le tue mura, 
prosperità nei tuoi palazzi!». 

8Per amore dei miei parenti e amici 
io dico: «Pace su di te!». 
9Per amore della casa del Signore, nostro Dio, 
voglio chiedere per te ogni bene.

 

 

ALTRI RIFLESSI DELLA CULTURA CANZONI:

La vita all’incontrario di Simone Cristicchi, nell’album Grand Hotel Cristicchi, 2010

 

https://youtu.be/YvxZn-nWcJc

 

Come  sarebbe  bello  vivere  la  vita  all'incontrario

 Invertire  il  senso  di  marcia  del  viaggio

diventare  forse  un  po'  più  saggio

hai  mai  pensato  a  come  sarebbe  meglio

sfogliare  indietro  i  giorni  del  calendario

con  l'esperienza  di  un  vecchio  e  il  corpo  di  un  giovanotto cancellare  ogni  mio  sbaglio

Comincio  la  mia  vita  sul  punto  di  morte

rinchiuso  nella  fredda  stanza  di  un  ospedale

circondato  da  un  gruppetto  di  perfetti  sconosciuti che  piangono  a  dirotto  lì  davanti  al  mio  capezzale

 Il  medico  mi  controlla, 

mi  dice "Lei  sta  bene  Ha  la  pressione  a  posto  ed  il  battito è  normale non  ha  proprio  alcun  motivo  per  cui  debba  stare  qui gentilmente, 

ceda  il  posto  a  chi  sta  veramente  male

Così  ritorno  a  casa  dove  scopro  che  ho  una  figlia usciamo  a  fare  un  giro  le  mie  gambe

  vanno  che  è  una meraviglia

Mi  faccio  la  barba  davanti  allo  specchio

mi  accorgo  d'un  tratto  che  non  sono  poi  così  vecchio Così  giorno  dopo  giorno, 

passano  i  mesi, 

corrono  gli anni

divento  sempre  più  giovane, 

sempre  di  meno  sono  gli affanni

spariscono  le  rughe  che  solcavano  il  mio  viso

sono  nato  con  un  ghigno,

  morirò  con  un  sorriso

Come  sarebbe  bello  vivere  la  vita  all'incontrario

Invertire  il  senso  di  marcia  del  viaggio

diventare  forse  un  po'  più  saggio

 hai  mai  pensato  a  come  sarebbe  meglio

 sfogliare  indietro  i  giorni  del  calendario

con  l'esperienza  di  un  vecchio 

e  il  corpo  di  un  giovanotto

cancellare  ogni  mio  sbaglio

Oggi  ho  compiuto  settant'anni, 

ma  sembro  nato  ieri

ho  pure  il  conto  in  banca  e  una  cifra  a  cinque  zeri

 Per  la  felicità  sputtano  tutto  il  mio  tesoro

 tanto  domani 

inizia  il  primo  giorno  di  lavoro e  il  primo  giorno

  i  miei  colleghi  già  mi  abbracciano

 mi  regalano  un  bel  diploma 

ed  una  targa  al  merito

il  Capo  mi  stringe  la  mano  e  ringrazia  in  anticipo

 "Che  sacrificio  passare  quarant'anni 

chiuso  in  un ufficio

Divorzio,  poi  mi  sposo 

ed  infine  mi  fidanzo

vivo  il  primo  grande  amore  come  fossi  in  un  romanzo fatto  di  passione  e  baci 

da  mozzare  il  fiato

che  diventerà  il  preludio  ad  un  periodo  spensierato in  cui frequento  locali  notturni, 

viaggio,  fumo,  faccio  sesso

diminuisce  pure  la  mia  smania  di  successo

Mi  godo  della  giovinezza  persino  i  minuti e  intanto  mi  preparo  alla  scelta  degli  studi

Come  sarebbe  bello  vivere  la  vita  all'incontrario

Invertire  il  senso  di  marcia  del  viaggio

diventare  forse  un  po'  più  saggio

hai  mai  pensato  a  come  sarebbe  meglio sfogliare  indietro  i  giorni  del  calendario

con  l'esperienza  di  un  vecchio  e  il  corpo  di  un  giovanotto cancellare  ogni  mio  sbaglio

Ed  eccoci  arrivati  alla  fine  della  mia  storia

comincio  gradualmente  a  perdere  le  inibizioni

 i  Dogmi  della  Religione, 

l'educazione

e  fortunatamente  inizio  a  perdere  la  mia  memoria

Quando  divento  piccolo talmente  piccolo

  da  aver  dimenticato 

proprio  tutto quanto entro

  in  un  luogo  comodo,  accogliente, 

tiepido esattamente  il  contrario 

di  quel  che  fuori  è  il 

 E  dopo  nove  mesi  di  villeggiatura

mi  domando  dove  si  nasconda  al  fregatura

 La  mia  esistenza  umana, 

con  un  moto  di  entusiasmo si  conclude 

con  un  orgasmo!!

 

Scheda del Brano

inserito nell’Album “Grand Hotel Cristicchi” del  2010. La vita all’incontrario esibisce una delle cifre distintive con cui l’artista romano si esprime: il paradosso. Cristicchi ama molto giocare, divertirsi e divertire, nelle sue canzoni, senza mai però perdere di profondità; mai banale e sempre in grado di cogliere un punto di vista differente. Riesce ad avere sempre uno sguardo inconsueto sulle cose e sulla vita, a rileggerla. La canzone ritmata e divertente, ispirata ad una celeberrima citazione di Woody Allen, descrive come potrebbe essere la vita se iniziasse dalla morte e finisse all’atto del concepimento. Magari un divertissement, ma non solo. La prospettiva inusuale della  finitezza del tempo e l’ironia, per acquisire una consapevolezza diversa di vivere il presente, il Kairos di ogni giorno, citando la canzone “invertire il senso di marcia del viaggio, diventare forse un pò più saggio”, ridendoci su!

 

LIBRI:

Toshikazu Kawaguchi, “Finché  il  caffè  è  caldo” (Garzanti,  Milano 2020,  pp.  177)

 

INTRODUZIONE: “Finché il caffè è caldo” (Garzanti, Milano 2020, pp. 177, €16,00) è il romanzo d’esordio dello sceneggiatore e regista giapponese Toshikazu Kawaguchi, col quale vince il Suginami Drama Festival. Pubblicato all’inizio della pandemia (nel mese di marzo), in poco meno di un anno raggiunge la diciottesima ristampa grazie al tam-tam  dei  lettori  che  lo  incoronano  nuovo  caso  letterario.

 

INTERPRETAZIONE: Quanto ci mette uno sguardo a cogliere l’essenziale? Di quanto tempo abbiamo bisogno per guardare le vicende della nostra vita sotto una luce nuova? Basta il tempo di un caffè?! il tempo che ci impiega a diventare freddo? Un caffetteria anonima, nascosta in un seminterrato fresco anche nella calura estiva, pochi posti a sedere e una leggenda metropolitana: lì si può tornare indietro nel tempo! Alcune regole da rispettare, la possibilità di tornare a rivivere un incontro, una seconda occasione per dare una direzione nuova al presente. I diversi protagonisti del romanzo hanno un rimpianto, un ricordo doloroso che riaffiora, ma tutti scoprono che il passato non è importante, perché non si può cambiare. Quello che conta è il presente che abbiamo tra le mani: “Be’, visto che il futuro non è ancora successo, credo proprio che dipenda da te...”. Un percorso di nuova comprensione dell’oggi, la capacità di rileggere la propria vita e le relazioni fondamentali, in un vero processo  di  conversione  interiore.

 

VALUTAZIONE: Un romanzo che pagina dopo pagina accompagna a riflettere sul mistero delle occasioni perdute e sull’importanza di quelle da vivere ancora, in un contesto di familiarità: i personaggi diventano sempre più “intimi” del lettore, che di volta in volta li ritrova e li scopre da una prospettiva diversa. Affascinante e capace ci catturare l’attenzione pur nell’ordinarietà delle vicende raccontate, che potrebbero essere quelle di ciascuno. Una narrazione leggera, ma non superficiale di temi come quello della malattia o della morte, capace  di  toccare  in  modo  delicato  le  corde  dell’animo. Emozionante.

 

G. Borsato, Dio è onnipotente? Una riflessione teologica e pastorale. Prefazione di Paolo Ricca, Edizioni Dehoniane Bologna, 2019 – disponibile in eBook e Kindle

 

Scrive Ricca nella prefazione:

 

Ma vale la pena […] vedere come l’autore risponde all’interrogativo che costituisce il titolo del libro: Dio è onnipotente? È importante, credo, notare che si tratta di una domanda, non di un’affermazione o negazione. Anche questo dimostra che il libro  vuole aprire un dialogo, una riflessione più corale possibile, e non seminare verità precostituite. La risposta offerta alla domanda del titolo è dialettica, e cioè: “No”, Dio non è onnipotente, se per “onnipotenza” intendiamo quella del “Dio tappabuchi”, secondo l’espressione coniata da Bonhoeffer è diventata corrente, cioè il Dio che entra in azione dove l’uomo esaurisce le sue facoltà e possibilità. “Si”, Dio è onnipotente, se per “onnipotenza” intendiamo “l’onnipotenza d’amore” che, contrariamente a quello che afferma l’autore, non sembra neppure, secondo la testimonianza evangelica, essere “condizionata dalla nostra accoglienza”; è piuttosto lei, l’onnipotenza d’amore, a condizionare la nostra accoglienza.

 

FILM:

Viva la libertà, di Roberto Andò, Italia, 2013 Genere: Commedia Regia: Roberto Andò

 Interpreti: Toni Servillo (Enrico Olivieri/Giovanni Ernani), Valerio Mastrandrea (Andrea Bottini), Valeria Bruni Tedeschi (Danielle), Michela Cescon (Anna), Anna Bonaiuto (Evelina Pileggi), Eric Trung Nguyen (Mung), Judith Davis (Mara), Andrea Renzi (De Bellis), Gianrico Tedeschi (Furlan), Massimo De Francovich (Presidente della Repubblica),  Renato  Scarpa  (Arrighi),  Lucia  Mascino (contestatrice),  Giulia  Andò  (Hostess),  Stella  Kent (Helene)  . Nazionalità: Italia

Anno di uscita: 2013

Durata: 94’

Quando anche l'ennesimo sondaggio lo indica come sicuro perdente, Enrico Oliveri, segretario del principale partito di opposizione prende la decisione di sparire, lasciando solo un generico biglietto. Nè il suo segretario particolare Andrea né la moglie Anna sono in grado di capire dove possa essersi rifugiato: così, per fronteggiare le inevitabili difficoltà di gestione della situazione, Andrea decide di incontrare il fratello gemello di Enrico, Giovanni, un filosofo di grande intelligenza ma affetto da depressione bipolare e per qualche tempo ricoverato in casa di cura. Giovanni prende il posto di Enrico, all'inizio con qualche incertezza ma via via con maggiore sicurezza e autorità. Il suo modo di affrontare incontri, gruppi, comizi è del tutto nuovo e diverso. Con opportuni pensieri e frasi efficaci, conquista gli elettori e riscalda gli animi. Quando da Parigi, dove era andato a casa di un'amica degli anni giovanili oggi sposata con un famoso regista di cinema, Enrico torna a Roma, i sondaggi si sono del tutto ribaltati. Tutti sono convinti che l'opposizione vincerà le elezioni. Andrea entra nello studio di Enrico, parlano e poi, nel congedarsi, lo osserva con tono incerto. Di fronte a lui c'è Enrico o Giovanni?

Tratto dal premio Campiello Opera Prima “Il trono vuoto” scritto dallo stesso regista, Viva la libertà è un film appassionato, godibile, a tratti divertente.

Sebbene calato nel pieno della campagna elettorale del partito dell’opposizione italiano, ed i suoi riferimenti alla situazione politica italiana siano palesi, il film non vuole essere né una narrazione storica, né una lente d’ingrandimento sulla sola classe politica.

Gli avvenimenti sono un pretesto per una riflessione che prova a farsi più alta e che riguarda la politica in sé, la sua missione, la passione civile.

Il punto di vista dell’autore è affidato spesso ai dialoghi o ai monologhi dei protagonisti, tutti assolutamente convincenti.

Partendo dalla constatazione che “la paura è la musica della democrazia” e che spesso la politica diventa “un’invenzione costante della realtà, un’impostura”, dunque una finzione, dove la comunicazione gioca un ruolo fondamentale, Andò ci richiama alla verità come atto etico e dal quale non si può prescindere per la costruzione di senso e di comunità. Dirà Giovanni, in una delle sue prime apparizioni pubbliche in sostituzione di Enrico, in cui commenta come la paura sia l’esito ineluttabile di una narrazione della vita quale susseguirsi di continue catastrofi: “Noi che dovevamo essere i primi ad opporci a questo andazzo siamo stati troppo morbidi, incerti, indecisi, vacui, disponibili; in una parola: complici. [...]. Io sono qui qui per far si che domani non si dica “i tempi erano oscuri perché loro hanno taciuto!”

Ma chi tace? chi è responsabile?

La risposta sembra arrivare dai versi conclusivi della poesia di Brecht “A chi esita”, recitata da Giovanni durante il comizio conclusivo della campagna elettorale: “Non aspettarti nessuna risposta oltre la tua”. Tutti siamo chiamati a squarciare il velo della mistificazione, attraverso una rilettura della realtà e del tempo presente, delle urgenze che prepotentemente emergono; ed ugualmente tutti noi siamo responsabili della costruzione delle comunità, politica e non, a cui apparteniamo.

Dal punto di vista pastorale la CEI lo ha valutato come consigliabile, problematico e adatto per i dibattiti.


 In una sequenza del film, il protagonista (Tony Servillo) recita una poesia di Bertolt Brecht

A chi esita

Dici:
per noi va male. Il buio
cresce. Le forze scemano.
Dopo che si è lavorato tanti anni
noi siamo ora in una condizione
più difficile di quando
si era appena cominciato.

E il nemico ci sta innanzi
più potente che mai.
Sembra gli siano cresciute le forze. Ha preso
una apparenza invincibile.
E noi abbiamo commesso degli errori,
non si può negarlo.
Siamo sempre di meno. Le nostre
parole d’ordine sono confuse. Una parte
delle nostre parole
le ha stravolte il nemico fino a renderle
irriconoscibili.

Che cosa è errato ora, falso, di quel che abbiamo detto?
Qualcosa o tutto? Su chi
contiamo ancora? Siamo dei sopravvissuti, respinti
via dalla corrente? Resteremo indietro, senza
comprendere più nessuno e da nessuno compresi?

O contare sulla buona sorte?

Questo tu chiedi. Non aspettarti
nessuna risposta
oltre la tua.

 

Poesie (Einaudi, 2014), a cura di G. D. Bonino

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Tutto quello che vuoi, di Francesco Bruni, Italia, 2017 Genere: Commedia Regia: Francesco Bruni Interpreti e ruoli: Giuliano Montaldo (Giorgio), Andrea Carpenzano (Alessandro), Arturo Bruni (Riccardo), Emanuele Propizio (Tommi), Donatella Finocchiaro (Claudia), Antonio Gerardi (Stefano), Raffaella  Lebboroni  (Laura),  Andrea  Lehotska  (Regina), Ricardo  Vitiello  (Leo),  Carolina  Pavone  (Zoe). Nazionalità: Italia Anno di uscita: 2017 Durata: 106’

Nella Roma caotica e dispersiva di oggi, dove il nervo scoperto di un irrisolto rapporto padre/figlio genera mostri e il dialogo appare una scommessa persa in partenza. Il ventiduenne Alessandro, ignorante e turbolento, senza entusiasmo e prospettive, trascorre le sue giornata al bar del quartiere insieme ad altri tre amici. Dopo essersi messo nei guai con la giustizia e l’ennesimo scontro violento con il padre, da questo viene obbligato ad accettare controvoglia di fare da accompagnatore a Giorgio, un anziano poeta 85enne, con sospetti di Alzhaimer. Giorgio ha pubblicato raccolte di versi, ed in una stanza della sua casa sono conservati i diversi premi vinti durante la sua vita. Ma sempre nella stessa stanza si trovano incisi su un muro  versi  che  rimandano  a  segreti  e  a  episodi  del passato. La lettura di quei versi e la curiosità di Alessandro recuperano squarci di vita passata: un tesoro nascosto in montagna,  durante  la  guerra,  e  l’amicizia  con  tre  soldati  americani;  un  amore  della  sua  giovinezza. Sarà  la  molla  che  spingerà  Giorgio,  insieme  ad  Alessandro ed  i  suoi  amici,  a  mettersi  in  viaggio. Tutto quello che vuoi propone un classico espediente narrativo del cinema: il confronto generazionale, a cui si unisce il meccanismo della coppia del malato con la persona che lo accudisce (Quasi amici). L’espediente narrativo è giocato sui toni della commedia allegra (con situazioni comiche e battute anche esilaranti), senza però disdegnare momenti toccanti, generati soprattutto da Giorgio, uomo dai modi d’altri tempi, che pensa e agisce secondo le “regole” della bellezza, della poesia, della gentilezza (l'interpretazione  di  Giuliano  Montaldo  è  riuscitissima). Sarà questa nuova prospettiva, confusa di primo acchito dai giovani quale frutto di ingenuità, a farsi spazio lentamente  in  Alessandro,  che  si  affezionerà  al  vecchio poeta. Questo poeta anziano, stralunato, dai modi gentili diventa così per Alessandro un adulto di riferimento e il loro  incontro  l’avvenimento  che  lo  cambierà,  grazie al  quale,  probabilmente,  potrà  diventare  un  uomo. Dal  punto  di  vista  pastorale,  il  film  è  da  valutare come  consigliabile,  problematico  e  adatto  ai  dibattiti. (www.cnfv.it)