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Questo blog è stato aperto da Mario Ardigò per consentire il dialogo fra gli associati dell'associazione parrocchiale di Azione Cattolica della Parrocchia di San Clemente Papa, a Roma, quartiere Roma - Montesacro - Valli, un gruppo cattolico, e fra essi e altre persone interessate a capire il senso dell'associarsi in Azione Cattolica, palestra di libertà e democrazia nello sforzo di proporre alla società del nostro tempo i principi di fede, secondo lo Statuto approvato nel 1969, sotto la presidenza nazionale di Vittorio Bachelet, e aggiornato nel 2003.

This blog was opened by Mario Ardigò to allow dialogue between the members of the parish association of Catholic Action of the Parish of San Clemente Papa, in Rome, the Roma - Montesacro - Valli district, a Catholic group, and between them and other interested persons to understand the meaning of joining in Catholic Action, a center of freedom and democracy in the effort to propose the principles of faith to the society of our time, according to the Statute approved in 1969, under the national presidency of Vittorio Bachelet, and updated in 2003.

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Scrivo per dare motivazioni ragionevoli all’impegno sociale. Lo faccio secondo l’ideologia corrente dell’Azione Cattolica, che opera principalmente in quel campo, e secondo la mia ormai lunga esperienza di vita sociale. Quindi nell’ordine di idee di una fede religiosa, dalla quale l’Azione Cattolica trae i suoi più importanti principi sociali, ma senza fare un discorso teologico, non sono un teologo, e nemmeno catechistico, di introduzione a quella fede. Secondo il metodo dell’Azione Cattolica cerco di dare argomenti per una migliore consapevolezza storica e sociale, perché per agire in società occorre conoscerla in maniera affidabile. Penso ai miei interlocutori come a persone che hanno finito le scuole superiori, o hanno raggiunto un livello di cultura corrispondente a quel livello scolastico, e che hanno il tempo e l’esigenza di ragionare su quei temi. Non do per scontato che intendano il senso della terminologia religiosa, per cui ne adotto una neutra, non esplicitamente religiosa, e, se mi capita di usare le parole della religione, ne spiego il senso. Tengo fuori la spiritualità, perché essa richiede relazioni personali molto più forti di quelle che si possono sviluppare sul WEB, cresce nella preghiera e nella liturgia: chi sente il desiderio di esservi introdotto deve raggiungere una comunità di fede. Può essere studiata nelle sue manifestazioni esteriori e sociali, come fanno gli antropologi, ma così si rimane al suo esterno e non la si conosce veramente.

Cerco di sviluppare un discorso colto, non superficiale, fatto di ragionamenti compiuti e con precisi riferimenti culturali, sui quali chi vuole può discutere. Il mio però non è un discorso scientifico, perché di quei temi non tratto da specialista, come sono i teologi, gli storici, i sociologi, gli antropologi e gli psicologi: non ne conosco abbastanza e, soprattutto, non so tutto quello che è necessario sapere per essere un specialista. Del resto questa è la condizione di ogni specialista riguardo alle altre specializzazioni. Le scienze evolvono anche nelle relazioni tra varie specializzazioni, in un rapporto interdisciplinare, e allora il discorso colto costituisce la base per una comune comprensione. E, comunque, per gli scopi del mio discorso, non occorre una precisione specialistica, ma semmai una certa affidabilità nei riferimento, ad esempio nella ricostruzione sommaria dei fenomeni storici. Per raggiungerla, nelle relazioni intellettuali, ci si aiuta a vicenda, formulando obiezioni e proposte di correzioni: in questo consiste il dialogo intellettuale. Anch’io mi valgo di questo lavoro, ma non appare qui, è fatto nei miei ambienti sociali di riferimento.

Un cordiale benvenuto a tutti e un vivo ringraziamento a tutti coloro che vorranno interloquire.

Dall’anno associativo 2020/2021 il gruppo di AC di San Clemente Papa si riunisce abitualmente il secondo, il terzo e il quarto sabato del mese alle 17 e anima la Messa domenicale delle 9. Durante la pandemia da Covid 19 ci siamo riuniti in videoconferenza Google Meet. Anche dopo che la situazione sanitaria sarà tornata alla normalità, organizzeremo riunioni dedicate a temi specifici e aperte ai non soci con questa modalità.

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La riunione Meet sarà attivata cinque minuti prima dell’orario fissato per il suo inizio.

Mario Ardigò, dell'associazione di AC S. Clemente Papa - Roma

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giovedì 26 dicembre 2019

La Riforma teologica dei neo-comunisti secondo Xi Jinping .- The theological Reform of the neo-communists according to Xi Jinping

La Riforma teologica dei neo-comunisti secondo Xi Jinping
The theological Reform of the neo-communists according to Xi Jinping

Note: after the text in Italian, I insert the translation in English, made with the help of Google Translate

Dall’articolo di Guido Santevecchi, “Il Vangelo secondo Xi Jinping - Pechino ordina la «revisione» dei testi sacri di tutte le religioni perché le fedi siano armonizzate al verbo del Partito comunista”, pubblicato sul  Corriere della Sera del 24 dicembre 2019.

  Durante la rivoluzione culturale di Mao il governo cinese  pensò di sradicare la religione, ora l’obiettivo è diverso  e più sottile: «Bisogna creare una teologia con caratteristiche cinesi», ha detto Wang Yang, membro del Comitato permanente del Poltiburo e responsabile per la supervisione sulle fedi riconosciute dal Partito-Stato. Come? «Dopo una valutazione completa dei classici religiosi, si dovranno individuare i contenuti non conformi e procedere alle necessarie modifiche e aggiustamenti nella traduzione cinese», ha detto il compagno Wang in una riunione di leader confessionali e politici riassunta dall’agenzia ufficiale Xinhua.  Si tratta in pratica di correggere le parti «non conformi» di Bibbia, Vangeli, Corano, testi buddisti e taoisti. Il Partito, che impone l’ateismo ai suoi membri riconosce infatti cinque culti religiosi: Buddismo, Taoismo, Cristianesimo protestante e cattolico e Islam. Ma vuole essere sicuro che i valori portati dalle fedi non illudano le masse: «la Cina è sotto il controllo del Partito comunista, che è più grande di Dio», predicano i funzionari delle province dell’impero.
 Riscrivere le sacre scritture si inquadra nella campagna di “sinizzazione” dei movimenti religiosi lanciata nel 2015 da Xi Jinping: il piano prevede di allineare le fedi alla cultura cinese e all’autorità assoluta del Partito. Xi ha messo in guardia dai «valori e dall’ideologia occidentale» (cristianesimo) e dall’«estremismo» (Islam) e ha ordinato a tutti i fedeli di essere anzitutto «patriottici».
  Nel simposio diretto dal membro del Politburo  è stato convenuto di «reinterpretare i testi che non sono adeguati alle esigenze della nuova epoca, correggere, cambiare le traduzioni», ha riassunto la Xinhua. La nuova epoca è quella di Xi Jinping, che nel 2018 ha fatto inscrivere nella Costituzione il suo «Pensiero su socialismo con caratteristiche cinesi per una nuova era». E il presidente, nonché segretario generale del Partito ora spinge gli esperti a emendare Bibbia e Corano, di fatto ispirando la scrittura di un Vangelo secondo Xi.

**************il mio commento - my comment*****************

   Il Partito comunista cinese, guidato dal Pensiero  della sua principale figura di riferimento, Xi Jinping, progetta una nuova rivoluzione culturale, mai tentata finora ed enormemente più complessa di quella avviata negli scorsi anni ’60 dal  predecessore di Xi, Mao Zedong: nientedimeno che revisionare le teologie di quattro delle  principali religioni mondiali inserendovi valori-guida del comunismo cinese e, in tal modo, sostanzialmente un potente fattore di unità.
  Ai capi comunisti che si stanno impegnando in quell’opera gigantesca potrebbe essere utile meditare sull’esortazione biblica di imparare a contare i loro giorni: nella loro vita non vedranno la fine di quel lavoro. Non ci riuscì l’imperatore romano Costantino 1°, il quale, nel Quarto secolo, avviò un processo analogo.
  Per quanto riguarda i cristianesimi, riforme per adeguare la fede religiosa, e quindi la religione praticata dalle masse, agli orientamenti politici di volta in volta egemoni furono attuate con successo più volte, anche mediante una revisione dei testi sacri. Naturalmente agli inizi del Primo secolo il risultato, pure niente affatto semplice da conseguire a causa delle divisioni culturali di quell’epoca, era più alla portata del sovrano. Procedendo le storie delle cristianità, tutto si complicò molto. Non c’è infatti, per i riformatori, da tener conto solo dei testi sacri, ma anche di una enorme tradizione culturale (fatta anche di centinaia di migliaia di libri fondamentali) che guida nell'interpretazione di quei testi. Un patrimonio culturale ormai assolutamente non padroneggiabile da nessuna singola persona fisica, da una singola vita individuale, e ciò anche per i più sapienti. Come si è visto chiaramente nell’ultima grande Riforma attuata nella Cristianità, quella prodottasi  nella Chiesa cattolica  a partire dagli scorsi anni ’60, sì proprio gli stessi della prima rivoluzione culturale nella Cina comunista!, a seguito del Concilio  Vaticano 2°, per riformare occorre essere in molti, e sapienti. Se non si procede in questo modo, l’esito potrebbe essere non soddisfacente, e addirittura ridicolo. Come quando si dichiara «Il Partito comunista, che è più grande di Dio». Solo persone, come credo siano i capi cinesi, poco familiarizzate con le religioni (praticarle era controproducente per la carriera politica), possono produrre un’affermazione come quella, ridicola appunto. Dal punto di vista dei  marxismi classici, dei quali il comunismo cinese pretende di essere ancora una manifestazione, è sbagliato, infatti, comparare il Partito  a Dio, per  la ragione che, in genere, per i marxismi Dio non esiste. Dichiarando che il Partito  “è più grande” di Dio, lo si divinizza e, in realtà, lo si annulla e se ne nega la vera realtà, di forza sociale costruita  su basi culturali per rivoluzionare la società su basi razionali. In questo modo il Partito, però, diventa inutile per il lavoro che i marxismi vorrebbero produrre in società, la rivoluzione, cioè un vasto e coordinato complesso di riforme, per sconfiggere la povertà e le altre sofferenze sociali  causate dalla prepotenza dei ceti privilegiati e dal sistema sociale da essi creato per continuare ad esserlo.
 L’obiettivo che i capi comunisti cinesi si propongono di raggiungere richiede, per quanto riguarda i cristianesimi (sulle altre religioni non ne so abbastanza per esprimere un’opinione), di istituire facoltà teologiche dove formare un ceto di sapienti che sappiano confrontarsi con le complesse teologie cristiane e con i testi biblici, i quali  comprendono le scritture provenienti dall’antico ebraismo, che la teologia biblica cristiana ha denominato  Antico Testamento, e quelle che scaturirono dall’esperienza religiosa delle prime comunità cristiane, denominate  Nuovo Testamento. Quando ci si confronta con la teologia cristiana, occorre tenere presente che essa ingloba importanti ed estesi elementi dell’antico ebraismo, come anche delle antiche filosofie greche.  Le specializzazioni richieste per quel lavoro di revisione culturale sono molte e la Cina attualmente non dispone delle scuole che possano formare gli specialisti che servono. Finora infatti essa ha rifiutato e disprezzato le religioni, tutte, del resto secondo l’orientamento dei marxismi classici. Che cosa cerca, ora, in esse? I sovrani fin dall’antichità vi cercavano la sacralizzazione dei loro poteri politici, per sostenerli come voluti da un dio e quindi indiscutibile. E, indubbiamente, in genere conseguirono questo risultato. Costantino !, l’imperatore romano di cui ho scritto prima è venerato come santo dalle Chiese cristiane ortodosse. Se riuscisse a produrre una grande teologia  sino-comunista  unificante, anche Xi Jinping potrebbe avere un tale onore in ambito religioso.
   Certo, una volta allineate  all’obbedienza ai sovrani comunisti cinesi, non vi sarebbe più motivo di discriminare le religioni ammesse in Cina. Questo aprirebbe la Cina continentale a sviluppi religiosi inconcepibili prima d’ora, e senz’altro, va detto, non in linea con i marxismi classici.
  Approfondendo, i  neo-teologi cinesi arriverebbero a scoprire gli elementi di cristianesimo che sono nascosti nel socialismo di impostazione marxista, in particolare nel rifiuto del dominio della ricchezza materiale, nell’esigenza di una profonda solidarietà, nell’attesa di esiti rivoluzionari, in particolare il rovesciamento dei potenti superbi dai troni. Come osservò il teologo protestante Karl Barth, il cristianesimo si presenta alle origini, dal punto di vista sociale,  come un movimento di riforma sociale dal basso.
«[…] chiunque legga senza pregiudizi il Nuovo Testamento, dovrebbe restare colpito dal fatto che ciò  Gesù è stato, ha voluto e ha ottenuto, era esattamente un movimento dal basso. Egli stesso proveniva da uno dei ceti più umili del popolo ebraico di allora. Vi ricorderete  certamente del racconto di Natale e della mangiatoia di Betlemme. Suo padre faceva il carpentiere in un angolo sperduto della Galilea, e lo stesso mestiere ha fatto anche Gesù stesso, tranne che nei suoi ultimi anni di vita. Gesù non era un pastore, non era un parroco, era un operaio. Giunto al trentesimo anno di età, ha appeso al chiodo i suoi arnesi, e ha cominciato a girovagare da una località all’altra perché aveva qualcosa da dire agli uomini. Ma anche allora la sua posizione è stata completamente diversa da quella  di un pastore dei nostri giorni. Noi pastori dobbiamo essere a disposizione di tutti, di chi sta in alto e di chi sta in basso, dei ricchi e dei poveri, e la nostra personalità spesso soffre di questa duplice faccia della nostra professione. Gesù si  sentiva inviato ai poveri, agli umili: questo è uno dei dati più indiscutibili che ricaviamo dalla storia del vangelo. Il senso della sua attività si riassume in una frase, nella quale sentiamo ancora oggi ardere il fuoco  di una autentica sensibilità sociale: “Vedendo il suo popolo, si commosse, perché erano pecore senza pastore” (Vangelo secondo Marco 6,34). […] Quello di cui era portatore  era un lieto annuncio ai poveri, al popolo dei dipendenti e degli incolti: “Beati voi poveri, perché vostro è il regno dei cieli” (Vangelo secondo Luca 6,20). […] Per lui, nessuno si trovava troppo in basso o contava troppo poco. Lo ripeto non si trattava di una sussiegosa compassione dall’altro al basso, ma dell’esplosione di un vulcano  dal basso verso l’alto. Non sono i poveri ad aver bisogno di compassione, ma i ricchi, non i cosiddetti “senza Dio”, ma gli uomini pii. Queste inaudite parole: “I pubblicani e le prostituite vi passano avanti nel regno di Dio” (Dal Vangelo secondo Matteo 21,31), e: “Guai a voi, ricchi, perché avete già la vostra consolazione” (dal Vangelo secondo Luca 6,24), Gesù le ha pronunciate rivolgendosi verso l’alto, mentre rivolgendosi verso il basso ha detto: “Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò” (dal Vangelo secondo Matteo 11,28).
  Il Regno di Dio è venuto per i poveri.»
[da una conferenza tenuta a Safenwil, in Argovia (Svizzera), il 17 dicembre 1911, ad un circolo operaio. Ora pubblicata in traduzione italiana dall’editrice Marietti 1820  con il titolo Poveri diavoli - Cristianesimo e socialismo, €7,50]
   Ma come è potuto accadere, allora, che il cristianesimo sia divenuto la religione degli imperialismi Occidentali, che si cercò di imporre anche con le armi ai popoli colonizzati, e sia considerato ancora anche la religione civile  nei capitalismi dell’Occidente, centrati sul culto dell’arricchimento? E’ accaduto perché alcuni cristianesimi sono stati oggetto di un lavoro di revisione analogo a quello che ora i comunisti cinesi vorrebbero attuare nel loro sistema politico, per  adattare  una fede rivolta ai poveri alle esigenze dei ricchi signori che dominavano tra gli Europei e nelle parti del mondo colonizzate dagli Europei. Tuttavia, nonostante questa revisione, ciclicamente nei cristianesimi risorgono i movimenti e gli orientamenti delle origini e questo potrebbe poi rivelarsi un bel problema nella Cina di oggi che ha pensato ciò che nei marxismi classici era considerato inconcepibile, vale a dire di conciliare comunismo e capitalismo. In particolare, quando nelle ideologie marxiste-leniniste si parlava di  dittatura del proletariato, si voleva indicare che la rivoluzione sociale attuata dal comunismo sarebbe stata  irreversibile, mentre nella Cina di Xi Jinping si è rivelata reversibile, anzi reversibilissima, e infatti le zone più industrializzate della Cina continentale lavorano secondo i principi del più duro capitalismo, molto lontano, ad esempio, da quello europeo, molto temperato da politiche sociali.
  La vera religione degli Occidentali del nostro tempo è il capitalismo liberistico, ed è una religione atea e disumana, profondamente anti-cristiana. Ad essa sono state spalancate le porte nella Cina neo-comunista di oggi, prendendola così com'è senza minimamente riformarla,  e addirittura laggiù ci si vanta dei risultati raggiunti da quel  capitalismo alla cinese, in sostanza cercando di emulare ciò che c’è negli Stati Uniti d’America di oggi, a cominciare dal loro tremendo modo di costruire le città. Vediamo nella Cina comunista un nuovo ceto di grandi ricchi che pensano, progettano agiscono negli affari  come gli statunitensi e cercano di vivere da ricchi  come gli Europei, in particolare come gli inglesi. Che c’è di cinese  in questo?  L’imperativo che divenne esortazione pubblica per i militanti tanti anni fa in Cina, nel nuovo corso del quale oggi si vedono gli sviluppi, fu “Arricchitevi!”.  Ecco, verso di esso, anche un cristianesimo riformato secondo il Xi Jinping pensiero potrebbe rivelarsi forza critica. Un problema, quello di avere forze critiche  in società? Ma, a ben ragionare, nessun pensiero sociale che non sappia mantenersi forza critica può essere realmente definito  marxista, perché i marxismi  sono prima di tutto forze critiche.
Mario Ardigò  - Azione Cattolica in San Clemente papa - Roma, Monte Sacro, Valli

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The theological Reform of the neo-communists according to Xi Jinping

From the article by Guido Santevecchi, "The Gospel according to Xi Jinping - Beijing orders the  «revision of the sacred texts of all religions so that the faiths are harmonized with the verb of the Communist Party», published in Corriere della Sera on December 24, 2019.

  During Mao's cultural revolution, the Chinese government thought of eradicating religion, now the goal is different and more subtle: "We need to create a theology with Chinese characteristics," said Wang Yang, a member of the Standing Committee of the Poltiburo and responsible for supervision on the faiths recognized by the Party-State. Like? "After a complete evaluation of the religious classics, the non-conforming content will have to be identified and the necessary changes and adjustments in the Chinese translation will be made," Comrade Wang said in a meeting of confessional and political leaders summarized by the official Xinhua agency. In practice it is a question of correcting the "non-conforming" parts of the Bible, Gospels, Koran, Buddhist and Taoist texts. The Party, which imposes atheism on its members, recognizes five religious cults: Buddhism, Taoism, Protestant and Catholic Christianity and Islam. But he wants to be sure that the values ​​brought by the faiths do not deceive the masses: "China is under the control of the Communist Party, which is bigger than God," officials of the provinces of the empire preach.
 Rewriting the sacred scriptures is part of the "sinization" campaign of religious movements launched in 2015 by Xi Jinping: the plan envisages aligning the faiths with Chinese culture and with the absolute authority of the Party. Xi warned of "Western values ​​and ideology" (Christianity) and "extremism" (Islam) and ordered all the faithful to be "patriotic" in the first place.
  In the symposium directed by the member of the Politburo it was agreed to "reinterpret the texts that are not adequate for the needs of the new era, correct, change the translations", summarized Xinhua. The new era is that of Xi Jinping, who in 2018 had his "Thought on socialism with Chinese characteristics for a new era" inscribed in the Constitution. And the president and party secretary general now urges experts to amend the Bible and the Koran, effectively inspiring the writing of a gospel according to Xi.

                ******************my comment****************

The Chinese Communist Party, led by the Thought of its main reference figure, Xi Jinping, plans a new cultural revolution, never attempted so far and enormously more complex than that started in the last 60s by Xi's predecessor, Mao Zedong: none the less than reviewing theologies of  four of main world religions by inserting the guiding values of Chinese communism and, in this way, substantially a powerful factor of unity.
   Communist leaders who are engaging in that gigantic work might find it helpful to meditate on the biblical exhortation to learn to count their days: in their lives they will not see the end of that work. The Roman emperor Constantine 1st did not succeed, who, in the fourth century, started a similar process.
  Communist leaders who are engaging in that gigantic work might find it helpful to meditate on the biblical exhortation to learn to count their days: in their lives they will not see the end of that work. The Roman emperor Constantine 1st did not succeed, who, in the fourth century, started a similar process.
 As for Christianity, reforms to adapt the religious faith, and therefore the religion practiced by the masses, to the hegemonic political orientations from time to time were successfully implemented several times, also through a revision of the sacred texts. Of course, at the beginning of the First century, the result, although not at all simple due to  the cultural divisions of that time, was more within the reach of the sovereign. As the stories of Christianity proceeded, everything became very complicated. In fact, the reformers haven't only have to take into account the sacred texts, but also an enormous cultural tradition (also made up of hundreds of thousands of fondamental books) that guides  interpretation of those texts. A cultural heritage now absolutely unmanageable by any single natural person, by a single individual life, and this even for the most wise. As was clearly seen in the last great Reformation implemented in Christianity, the one produced in the Catholic Church since the last 60s, yes exactly the same as the first cultural revolution in Communist China !, following the 2nd Vatican Council, to reform there must be many, and wise. If this is not done, the outcome may be unsatisfactory, and even ridiculous. As when declaring "the Communist Party, which is bigger than God". Only people, as I think the Chinese leaders are, not very familiar with religions (practicing them was counterproductive for the political career), can produce a statement like that, ridiculous indeed. In effect, from the point of view of classical Marxisms, of which Chinese communism claims to be still a manifestation, it is wrong to compare the Party to God, for the reason that, in general, for Marxisms God does not exist. By declaring that the Party "is bigger" than God, one divinizes it and, in this way, nullifies it and denies its true reality, of social strength built on cultural bases to revolutionize society on rational basis. In this way, however, the Party becomes useless for the work that Marxisms would like to produce in society, the revolution, namely a vast and coordinated complex of reforms, to defeat poverty and other social sufferings caused by the arrogance of the privileged classes and by the social system created by them to continue to be so.
  The goal that the Chinese communist leaders intend to achieve requires, as regards Christianity (on other religions I don't know enough to express an opinion), to establish theological university faculties where to form a class of scholars who know how to deal with complex Christian theologies and with biblical texts, which include the scriptures from ancient Judaism, which Christian biblical theology called the Old Testament, and those that arose from the religious experience of the first Christian communities, called the New Testament. When dealing with Christian theology, it should be borne in mind that it incorporates important and extensive elements of ancient Judaism, as well as of ancient Greek philosophies. The specializations required for that cultural review work are many and China currently does not have the schools that can train the specialists they serve. Until now, in fact, it has rejected and despised religions, all of them, moreover according to the orientation of classical Marxisms. What are you looking for in them now? Since ancient times, sovereigns sought there the sacralization of their political powers, to support them as wanted by a god and therefore unquestionable. And, undoubtedly, they generally achieved this result. Constantine !, the Roman emperor of whom I wrote earlier is revered as a saint by the Orthodox Christian Churches. If he succeeds in producing a great unifying Sino-Communist theology, Xi Jinping could also have such an honor in the religious sphere.
  Of course, once aligned with obedience to Chinese communist rulers, there would no longer be any reason to discriminate against the religions admitted to China. This would open up mainland China to inconceivable religious developments before, and certainly, it must be said, not in line with classical Marxisms.
   Deepening, Chinese neo-theologians may come to discover the elements of Christianity that are hidden in Marxist socialism, in particular in the refusal of the dominion of material wealth, in the need for deep solidarity, in the expectation of revolutionary outcomes, in particular the overthrow of the mighty superbs from thrones. As the Protestant theologian Karl Barth observed, Christianity presents itself at the origins, from the social point of view, as a movement of social reform from below.
«[...] anyone who reads the New Testament without prejudice, should be struck by the fact that what Jesus was, wanted and obtained, was exactly a movement from below. He himself came from one of the most humble classes of the Jewish people at the time. You will certainly remember the Christmas story and the manger in Bethlehem. His father was a carpenter in a remote corner of Galilee, and Jesus himself did the same job, except in his last years of life. Jesus was not a pastor, he was not a parish priest, he was a worker. Now in his thirtieth year of age, he hung up his tools, and began to wander from one place to another because he had something to say to men. But even then his position was completely different from that of a modern-day pastor. We pastors must be available to everyone, to those who are above and below, to the rich and poor, and our personality often suffers from this double face of our profession. Jesus felt sent to the poor, to the humble: this is one of the most indisputable data we get from the history of the gospel. The meaning of his activity is summed up in a phrase, in which we still feel the fire of an authentic social sensitivity still burning: "Seeing his people, he was moved, because they were sheep without a shepherd" (Gospel according to Mark 6.34). [...] What he was carrying was a happy announcement to the poor, to the people of the dependent and uncultivated: "Blessed are you poor, because yours is the kingdom of heaven" (Gospel according to Luke 6:20). [...] For him, nobody was too low or counted too little. I repeat, it was not a subtle compassion from the other to the bottom, but the explosion of a volcano from the bottom to the top. It is not the poor who need compassion, but the rich, not the so-called "without God", but pious men. These unheard-of words: "Tax collectors and prostitutes pass you by in the kingdom of God" (From the Gospel according to Matthew 21:31), and: "Woe to you, rich, because you already have your consolation" (from the Gospel according to Luke 6 , 24), Jesus pronounced them turning upwards, while turning down he said: "Come to me, all of you, who are tired and oppressed, and I will refresh you" (from the Gospel according to Matthew 11,28) .
  The Kingdom of God has come for the poor. "
[from a conference held in Safenwil, Aargau (Switzerland), on December 17, 1911, to a workers' club. Now published in Italian translation by the publisher Marietti 1820 with the title Poor devils - Christianity and socialism, € 7.50]
  But how did it happen, then, that Christianity became the religion of Western imperialisms, which they tried to impose even with weapons on the colonized populations, and civil religion is still considered in the capitalisms of the West, centered on the cult of the enrichment? It happened because some Christianities have undergone a revision work similar to what the Chinese communists would now like to implement in their political system, to adapt a faith aimed at the poors to the needs of the rich lords who dominated among the Europeans and in parts of the world colonized by Europeans. However, despite this revision, the movements and orientations of the origins cyclically rise again in Christianity and this could then prove to be a nice problem in today's China which thought what in classical Marxisms was considered inconceivable, that is to reconcile communism and capitalism. In particular, when in the Marxist-Leninist ideologies there was talk of the dictatorship of the proletariat, we wanted to indicate that the social revolution implemented by communism would be irreversible, while in Xi Jinping's China it proved to be reversible, indeed very reversible, and in fact the most industrialized areas of mainland China work according to the principles of the toughest capitalism, very far, for example, from the European one, very tempered by social policies.
  The real religion of the Westerners of our time is liberistic capitalism, and it is an atheist and inhuman religion, deeply anti-Christian. The doors to today's neo-communist China have been opened wide  to it, taking it as brutal as it is without minimally reforming it, and  down there they even boast of the results achieved by that Chinese capitalism, in essence trying to emulate what is in the United States of America today, starting with their horrible way of building cities. In communist China we see a new class of large rich people who think, plan and act in business like Americans and try to live as rich people as Europeans do, especially like the British. What's Chinese about this? The imperative that became a public exhortation for militants many years ago in China, in the new course of which developments are being seen today, was "Get rich!". Now, towards it, even a Christianity reformed according to Xi Jinping thought could prove to be critical force. A problem, that of having critical forces in society? But,  reasoning well, no social thought that does not know how to maintain itself as a critical force can really be called Marxist, because Marxisms are first of all critical forces.
by Mario Ardigò - Catholic Action group in the Catholic parish named  "Saint Clemente pope" - Rome, Monte Sacro - Valli  district