Santə giovanə
Don Milani e la santità giovanile: dal mosaico di Barbiana sul “santo scolaro” alle scelte del Vaticano
Per il ramo della burocrazia vaticana che se ne occupa, la persona giovane da fare santa è quella che è morta giovane. Deve poi essere stata perfettamente in linea con il profilo di religiosità che il clero propone per quell’età, dal quale però quasi tutta la gente che rimane religiosa cerca in un modo o nell’altro di affrancarsi perché umiliante oltre che insostenibile. Così la proclamazione di santi o di sante giovani appare sempre un po’ in polemica con la gioventù com’è realmente.
Ci avviciniamo ad un evento del genere, il prossimo 7 settembre, quando si cercherà di ripetere un raduni di massa simile alla cosiddetta Giornata mondiale della gioventù, quando si è riusciti a concentrare circa un milione di infratrentenni a fare da comparse plaudenti alla glorificazione del nuovo Papa di Roma, rosolandosi e soffrendo nel nulla di Tor Vergata.
Sembra che non ci si possa fare nulla. Tutto procede come deve andare, come vuole il clero, arbitro di decidere chi fare santo. La decisione finale è politica ed è del Papa: la santificazione è uni strumento di governo ecclesiastico. Per questo non credo che, nel residuo tempo della mia vita, si avvierà mai un processo per la beatificazione di Lorenzo Milani, una figura di prete di eccezionale valore pedagogico, etico, politico e religioso, quindi secondo la tradizione di sempre perseguitato dalla gerarchia cattolica da vivo e da morto. Il 20 giugno 2017 papa Francesco andò in pellegrinaggio nella chiesetta di Barbiana dove Milani era stato confinato per il delitto di lesa maestà ecclesiastica. Ma, secondo le cronache di allora, l’arcivescovo di Firenze Giuseppe Betori, interpellato da un giornalista sulla possibilità di un processo di beatificazione di Milani, tenne a precisare «non ci sarà alcun processo canonico. Assolutamente no, almeno fino a quando ci sarò io», e non mi pare che quel Papa, con le parole o con i fatti abbia corretto quell’impostazione.
Milani fu un grande formatore di giovani, che si proponeva di seguire con continuità dall’età delle medie e per tutta l’adolescenza e anche oltre. Idealizzò la figura del “santo scolaro”, ritratta nel dipinto qui sopra, collocato nella chiesetta della parrocchia rurale di Sant’Andrea a Barbiana, dove Milani fu comandato nel dicembre 1954.
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[notizie mediante ChatGpt 5 di OpenAi – ricerca dell’11SETT25]
Ecco un’immagine del celebre mosaico “Il Santo Scolaro”, realizzato nella chiesa parrocchiale di Sant’Andrea a Barbiana.
Il Santo Scolaro: storia e significato
- Origine e tecnica: Nel 1961, i ragazzi della scuola di Barbiana, guidati dall’impegno creativo di don Lorenzo Milani, realizzarono un mosaico decorativo utilizzando pezzetti di vetro. L’idea e la tecnica vennero loro illustrate durante un viaggio studio in Germania, dopo il quale misero in pratica quanto imparato applicandolo alla loro chiesa locale.
- Il soggetto e il contesto: Il mosaico raffigura una figura di un “monaco scolaro”, simbolo dei giovani allievi silenziosi ma tenaci della sua scuola. L’immagine fu scelta per sostituire un precedente dipinto (il Sacro Cuore di Gesù), che incuteva timore nei ragazzi. Così, quel volto diventò una presenza amica e rassicurante nell’ambiente sacro.
- Il ruolo educativo e simbolico: Il “Santo Scolaro” rappresenta l’omaggio di don Milani ai suoi “piccoli monaci” — i ragazzi che, con dedizione e senza lamentarsi, affrontavano quotidianamente lunghe ore di studio, festivi inclusi. Come racconta Valentina Alberici: era il suo ultimo lavoro artistico e testimonia l’unione tra arte, pedagogia e pietà, raccontata anche come il riconoscimento dei ragazzi che condividevano l’impegno della scuola.
In sintesi
Il “Santo Scolaro” non è soltanto una decorazione visiva, ma un simbolo potente della pedagogia e della fede di don Lorenzo Milani: un gesto concreto che unisce bellezza artistica, spiritualità e diritto alla dignità educativa. È oggi una delle testimonianze più intense e visibili del legame tra arte e scuola nella memoria di Barbiana.
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Sono stati pubblicati molti bei libri su Lorenzo Milani e sulla sua scuola e anche raccolte dei suoi scritti, in particolare di quelli sull’obiezione di coscienza al servizio militare, scaturiti da una iniziale polemica con i cappellani militari, che gli valsero un processo penale. Il pensiero, l’esempio e la metodologia pedagogica di Lorenzo Milani ebbero una eccezionale eco negli anni ’60 e ’70, nell’effervescente clima ecclesiale del tentativo di attuazione dei nuovi principi del Concilio Vaticano 2º concluso a Roma nel 1965, fermenti stroncati dagli anni ’90 per volontà del Papa Giovanni Paolo 2º.
Ricordo, per accostare questo grande cristiano, Esperienze pastorali, costantemente ripubblicato dalla Libreria Editrice Fiorentina.
Da pochi giorni è uscito postumo un libro con scritti di Adele Corradi, la principale collaboratrice di Milani nella scuola di Barbiana, Don Lorenzo, qualcosa da ridire, Edizioni Clichy 2025, anche in eBook e Kindle.
Con l’ausilio di ChatGPT 5 riporto di seguito gli indirizzi di alcuni siti Web dedicati a Lorenzo Milani, al suo pensiero, al suo metodo pedagogico:
Ecco gli indirizzi web dei siti principali dedicati a don Lorenzo Milani:
1. Fondazione don Lorenzo Milani
🌐 https://www.donlorenzomilani.it
2. Istituzione culturale “Centro documentazione don Lorenzo Milani e Scuola di Barbiana”
🌐 https://www.istituzionedonmilani.org
3. Voce Wikipedia – Scuola di Barbiana
🌐 https://it.wikipedia.org/wiki/Scuola_di_Barbiana
4. Articolo su Intoscana.it – Centro di Documentazione Generativa “Don Milani e Scuola di Barbiana”
🌐 https://www.intoscana.it/it/centro-documentazione-online-don-milani
5. Percorso Rai Scuola – 100 anni di educazione all’accoglienza
🌐 https://www.raiscuola.rai.it/percorsi/donlorenzomilani100annidieducazioneallaccoglienza
Accostando la figura di Milani da persone cristiane prende un peso sul cuore perché ne emerge la concreta possibilità e al contempo la difficoltà di vivere un cristianesimo evangelico e non meramente clericale. Egli vedeva lo sviluppo della santità giovanile nel percorso di vita volto a sviluppare uno spirito critico che valesse ad essere attivi in società da adulti, in modo da cambiarla in senso evangelico. Farsi massa plaudente agli ordini di una clericocrazia è l’esatto contrario.
Milani raccomandò di farlo presente ai vescovi, perché a volte sembrano vivere in un mondo autoreferenziale e se li si lascia lì senza occuparsene poi ci crescono su male.
Mario Ardigò - Azione Cattolica in San Clemente papa – Roma, Monte Sacro, Valli