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Questo blog è stato aperto da Mario Ardigò per consentire il dialogo fra gli associati dell'associazione parrocchiale di Azione Cattolica della Parrocchia di San Clemente Papa, a Roma, quartiere Roma - Montesacro - Valli, un gruppo cattolico, e fra essi e altre persone interessate a capire il senso dell'associarsi in Azione Cattolica, palestra di libertà e democrazia nello sforzo di proporre alla società del nostro tempo i principi di fede, secondo lo Statuto approvato nel 1969, sotto la presidenza nazionale di Vittorio Bachelet, e aggiornato nel 2003.

This blog was opened by Mario Ardigò to allow dialogue between the members of the parish association of Catholic Action of the Parish of San Clemente Papa, in Rome, the Roma - Montesacro - Valli district, a Catholic group, and between them and other interested persons to understand the meaning of joining in Catholic Action, a center of freedom and democracy in the effort to propose the principles of faith to the society of our time, according to the Statute approved in 1969, under the national presidency of Vittorio Bachelet, and updated in 2003.

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L’Azione Cattolica Italiana è un’associazione di laici nella chiesa cattolica che si impegnano liberamente per realizzare, nella comunità cristiana e nella società civile, una specifica esperienza, ecclesiale e laicale, comunitaria e organica, popolare e democratica. (dallo Statuto)

Italian Catholic Action is an association of lay people in the Catholic Church who are freely committed to creating a specific ecclesial and lay, community and organic, popular and democratic experience in the Christian community and in civil society. (from the Statute)

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Questo blog è un'iniziativa di laici aderenti all'Azione Cattolica della parrocchia di San Clemente papa e manifesta idee ed opinioni espresse sotto la personale responsabilità di chi scrive. Esso non è un organo informativo della parrocchia né dell'Azione Cattolica e, in particolare, non è espressione delle opinioni del parroco e dei sacerdoti suoi collaboratori, anche se i laici di Azione Cattolica che lo animano le tengono in grande considerazione.

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Scrivo per dare motivazioni ragionevoli all’impegno sociale. Lo faccio secondo l’ideologia corrente dell’Azione Cattolica, che opera principalmente in quel campo, e secondo la mia ormai lunga esperienza di vita sociale. Quindi nell’ordine di idee di una fede religiosa, dalla quale l’Azione Cattolica trae i suoi più importanti principi sociali, ma senza fare un discorso teologico, non sono un teologo, e nemmeno catechistico, di introduzione a quella fede. Secondo il metodo dell’Azione Cattolica cerco di dare argomenti per una migliore consapevolezza storica e sociale, perché per agire in società occorre conoscerla in maniera affidabile. Penso ai miei interlocutori come a persone che hanno finito le scuole superiori, o hanno raggiunto un livello di cultura corrispondente a quel livello scolastico, e che hanno il tempo e l’esigenza di ragionare su quei temi. Non do per scontato che intendano il senso della terminologia religiosa, per cui ne adotto una neutra, non esplicitamente religiosa, e, se mi capita di usare le parole della religione, ne spiego il senso. Tengo fuori la spiritualità, perché essa richiede relazioni personali molto più forti di quelle che si possono sviluppare sul WEB, cresce nella preghiera e nella liturgia: chi sente il desiderio di esservi introdotto deve raggiungere una comunità di fede. Può essere studiata nelle sue manifestazioni esteriori e sociali, come fanno gli antropologi, ma così si rimane al suo esterno e non la si conosce veramente.

Cerco di sviluppare un discorso colto, non superficiale, fatto di ragionamenti compiuti e con precisi riferimenti culturali, sui quali chi vuole può discutere. Il mio però non è un discorso scientifico, perché di quei temi non tratto da specialista, come sono i teologi, gli storici, i sociologi, gli antropologi e gli psicologi: non ne conosco abbastanza e, soprattutto, non so tutto quello che è necessario sapere per essere un specialista. Del resto questa è la condizione di ogni specialista riguardo alle altre specializzazioni. Le scienze evolvono anche nelle relazioni tra varie specializzazioni, in un rapporto interdisciplinare, e allora il discorso colto costituisce la base per una comune comprensione. E, comunque, per gli scopi del mio discorso, non occorre una precisione specialistica, ma semmai una certa affidabilità nei riferimento, ad esempio nella ricostruzione sommaria dei fenomeni storici. Per raggiungerla, nelle relazioni intellettuali, ci si aiuta a vicenda, formulando obiezioni e proposte di correzioni: in questo consiste il dialogo intellettuale. Anch’io mi valgo di questo lavoro, ma non appare qui, è fatto nei miei ambienti sociali di riferimento.

Un cordiale benvenuto a tutti e un vivo ringraziamento a tutti coloro che vorranno interloquire.

Dall’anno associativo 2020/2021 il gruppo di AC di San Clemente Papa si riunisce abitualmente il secondo, il terzo e il quarto sabato del mese alle 17 e anima la Messa domenicale delle 9. Durante la pandemia da Covid 19 ci siamo riuniti in videoconferenza Google Meet. Anche dopo che la situazione sanitaria sarà tornata alla normalità, organizzeremo riunioni dedicate a temi specifici e aperte ai non soci con questa modalità.

Per partecipare alle riunioni del gruppo on line con Google Meet, inviare, dopo la convocazione della riunione di cui verrà data notizia sul blog, una email a mario.ardigo@acsanclemente.net comunicando come ci si chiama, la email con cui si vuole partecipare, il nome e la città della propria parrocchia e i temi di interesse. Via email vi saranno confermati la data e l’ora della riunione e vi verrà inviato il codice di accesso. Dopo ogni riunione, i dati delle persone non iscritte verranno cancellati e dovranno essere inviati nuovamente per partecipare alla riunione successiva.

La riunione Meet sarà attivata cinque minuti prima dell’orario fissato per il suo inizio.

Mario Ardigò, dell'associazione di AC S. Clemente Papa - Roma

NOTA IMPORTANTE / IMPORTANT NOTE

SUL SITO www.bibbiaedu.it POSSONO ESSERE CONSULTATI LE TRADUZIONI IN ITALIANO DELLA BIBBIA CEI2008, CEI1974, INTERCONFESSIONALE IN LINGUA CORRENTE, E I TESTI BIBLICI IN GRECO ANTICO ED EBRAICO ANTICO. CON UNA FUNZIONALITA’ DEL SITO POSSONO ESSERE MESSI A CONFRONTO I VARI TESTI.

ON THE WEBSITE www.bibbiaedu.it THE ITALIAN TRANSLATIONS OF THE BIBLE CEI2008, CEI1974, INTERCONFESSIONAL IN CURRENT LANGUAGE AND THE BIBLICAL TEXTS IN ANCIENT GREEK AND ANCIENT JEWISH MAY BE CONSULTED. WITH A FUNCTIONALITY OF THE WEBSITE THE VARIOUS TEXTS MAY BE COMPARED.

Il sito della parrocchia:

https://www.parrocchiasanclementepaparoma.com/

giovedì 2 dicembre 2021

Manuale di sinodalità - avviare un incontro di un gruppo sinodale (note in vista dell’Assemblea sinodale di domenica 5 dicembre)

 






Per informarsi sul WEB sui cammini sinodali

 

Sito del Sinodo 2021-2023 (generale)

https://www.synod.va/it.html

Siti del cammino sinodale delle Chiese italiane

https://camminosinodale.chiesacattolica.it/

https://www.chiesacattolica.it/cammino-sinodale-delle-chiese-che-sono-in-italia-i-testi-approvati-dal-consiglio-permanente/

Manuale di sinodalità

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avviare un incontro di un gruppo sinodale

(note in vista dell’Assemblea sinodale  di domenica 5 dicembre)

 

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Dal Vademecum  diffuso dalla Segreteria del Sinodo dei vescovi nel settembre 2021

 

All'interno di ogni Chiesa locale, gli incontri dovrebbero essere organizzati in modo da promuovere un'esperienza sinodale più fruttuosa nel contesto locale. Idealmente, più "incontri di consultazione sinodale" potrebbero essere organizzati per lo stesso gruppo di partecipanti, in modo che possano approfondire e dialogare meglio. In alternativa, si possono organizzare nuovi raggruppamenti in modo che un maggior numero di persone possano ascoltare e impegnarsi, con una più ampia diversità di opinioni ed esperienze.

 

[…]

 

  L'ascolto reciproco si arricchisce conoscendosi e condividendo la vita insieme. Può essere molto utile condividere un'attività comune prima di iniziare gli incontri e dialogare fra di voi.

  Alcuni esempi di attività che possono essere svolte insieme includono un pellegrinaggio, un'azione sociale o caritatevole, o semplicemente un pranzo o una cena insieme. Oltre a sviluppare la fiducia reciproca tra i partecipanti, questo potrebbe anche aiutare a promuovere la partecipazione di persone che sono più attratte dall'azione pratica piuttosto che dalla discussione intellettuale.

  Questo approccio segue l'esempio di Gesù che riuniva i suoi discepoli per condividere un pasto, camminare insieme o semplicemente passare del tempo insieme. Può essere importante concedere tempo sufficiente e spazio adeguato ai partecipanti per condividere cibo e bevande, prolungando l'esperienza dell'ascolto reciproco in uno scambio meno formale e più spontaneo durante le pause. Questo può aprire ad una partecipazione più fruttuosa delle persone che si sentono meno a loro agio nelle riunioni formali, oltre a offrire l’opportunità per chiarire più liberamente alcuni punti.

Prendere parte ad attività fisiche, culturali, sociali e caritative può contribuire a costruire la comunione tra i partecipanti, rinnovando la Chiesa attraverso nuove esperienze di fraternità.

 

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Dalle Indicazioni metodologiche dalla Segreteria della Conferenza Episcopale Italiana

 

Avviare precisi percorsi di consultazione, tenendo ben presente la domanda fondamentale del Sinodo universale (Come si realizza oggi, a diversi livelli (da quello locale a quello universa­le) quel “camminare insieme” che permette alla Chiesa di annunciare il Vangelo, conformemen­te alla missione che le è stata affidata; e quali passi lo Spirito ci invita a compiere per crescere come Chiesa sinodale?) e seguendo lo schema dei dieci nuclei tematici proposti dal Docu­mento preparatorio del Sinodo universale.

  In questa fase, è fondamentale un lavoro di consultazione e confronto diffuso valorizzando, là dove è possibile, la costituzione di piccoli gruppi (8-10 persone). Questi gruppi possono trovarsi una o più volte e non sono chiamati ad affrontare necessariamente tutti i “nuclei tematici” indicati dal Documento preparatorio (anche se è importante che chi li coordina tenga presente l’insieme dei nuclei tematici nel loro rapporto con l’interrogativo di fondo del cammino sinodale). Gli incontri dovranno essere svolti con uno stile chiaramente sino­dale e con una metodologia finalizzata all’ascolto e al discernimento.

  Gli incontri possono avere una struttura articolata in più fasi nel corso di una mezza o intera giornata o in più momenti (prendono così la forma di percorsi) oppure svolgersi in un tem­po più circoscritto (sarebbe bene comunque dedicare ad un incontro almeno 90 minuti).

Per favorire la consultazione quanto più ampia possibile sono proposti a livello nazionale alcuni esempi di percorsi per destinatari diversi: Parrocchie e unità pastorali e i loro organi­smi di partecipazione; Organismi diocesani di partecipazione ecclesiale (Consiglio pastora­le diocesano; Consiglio presbiterale; Consulta delle aggregazioni laicali); Uffici pastorali dio­cesani; realtà culturali e sociali del territorio per raccogliere lo sguardo sulla Chiesa dai luoghi della vita comune. Inoltre è proposta una traccia per incontri anche informali e per poter ascoltare il vissuto e le voci anche di quanti hanno poca confidenza con la comunità ecclesiale, la frequentano sporadicamente, se ne ritengono ai margini o hanno preso le di­stanze da essa.

  Per ognuno di questi percorsi è presentata una scheda con: a) un richiamo alla Evangelii Gaudium; b) una introduzione sul senso e sui protagonisti del percorso; c) alcune brevi indicazioni metodologiche; d) i dieci nuclei tematici del Sinodo universale con alcune domande, in parte riformulate considerando di volta in volta i destinatari specifici e tenendo presente il contesto della Chiesa che è in Italia. Le schede sono messe a disposizione sul sito web del Cammino sinodale (www.camminosinodale.net). Inoltre sarà preparata anche una traccia dedicata alle Diocesi che stanno celebrando il Sino­do diocesano, contenente alcuni spunti per valorizzare al meglio i lavori sinodali diocesani in sinergia con il Cammino sinodale delle Chiese che sono in Italia. Le schede proposte hanno un valore esemplificativo e non intendono esaurire la gamma delle situazioni, dei protagonisti e dei contesti ecclesiali. Altre inoltre potranno essere pre­disposte nelle Chiese locali.

   I momenti di consultazione (sia che siano svolti in un incontro sia che si articolino in più incontri) chiedono di essere condotti con una particolare cura attraverso uno stile attento a favorire l’ascolto e il confronto (vedi punto successivo). Ugualmente è necessario che alla fine di ogni incontro e alla fine del percorso sia elaborata una sintesi di quanto emerso. La sintesi rappresenta un aspetto fondamentale di restituzione sia a livello delle singole realtà coinvolte, sia a livello diocesano. Sono molto utili al riguardo le indicazioni contenute nell’Appendice D del Vademecum del Sinodo universale; sarà inoltre svolto a livello nazio­nale un incontro specifico con tutti i referenti diocesani per approfondire i criteri di elabora­zione delle sintesi.

  Per la conduzione degli incontri di consultazione, l’Appendice B del Vademecum del Sinodo universale propone di assumere lo stile della Conversazione spirituale. In sintonia con que­sta prospettiva si propone di seguito una mappa di riferimento per la conduzione, che logi­camente può essere adattato e modificato a seconda dei casi. Questa mappa contiene 5 regole d’oro e 6 passaggi ideali.

Cinque regole d’oro

Regola 1. Essere neutri ma empatici. Il coordinatore risponde, se ritiene, alle domande del grup­po ma rinuncia a commentare per custodire la libertà di parola per tutti. Ma neutri non significa freddi. La condizione per ascoltare in profondità è di entrare in empatia con quanto viene detto.

Regola 2. Non aver paura dei silenzi, anzi ogni tanto proporli. Come sul rigo musicale, gli spazi di silenzio mettono in risalto le note. Se il coordinatore non teme il silenzio, i membri del gruppo impareranno ad ascoltare.

Regola 3. Non procedere mai per dibattito, ma per accostamento di prospettive. Un gruppo di ascolto sinodale non è un talk show o un dibattito televisivo, dove ognuno cerca di sovrapporsi alla parola degli altri. Il discernimento è frutto di un consenso che nasce dall’ascoltare tutti con rispetto.

Regola 4. Frenare delicatamente i chiacchieroni, incoraggiare chi parla poco. Se un intervento tende a prolungarsi il coordinatore riassume il pensiero di chi parla (“stai dicendo questo”) e dà la parola a un altro (“tu cosa pensi”).

Regola 5. Il coordinatore scommette sulle risorse del gruppo e sulle sorprese dello Spirito San­to. Questo contribuisce a disinnescare l’ansia del risultato.

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Dalla scheda esemplificativa  per gli incontri sinodali parrocchiali diffusa dalla Conferenza episcopale italiana

 

È bene, là dove è possibile, attivare più gruppi sinodali, ognuno dei quali dovrebbe avere almeno 6-7 persone e non superare le 10-12 persone.

  Ogni gruppo avrà un coordinatore e possibilmente un’altra persona che possa aiutare nella verbalizzazione dell’incontro; queste due figure partecipano attivamente al lavoro del gruppo.

  La costituzione del gruppo può avvenire in diversi modi (ad esempio: per libera iscrizione oppure per invito, a seconda dei contesti).

  Ogni gruppo affronterà la domanda generale proposta dal Sinodo Universale attraverso alcune domande di due o più nuclei tematici, ritrovandosi in almeno un incontro.

  L’importante è che attraverso i diversi gruppi attivati siano presi in considerazione tutti i nuclei tematici e che nella conduzione dei singoli gruppi si abbia sempre presente il loro quadro d’insieme. Gli incontri dei diversi gruppi possono anche svolgersi (in rapporto alle reali condizioni di spazio in questo contesto segnato dalla pandemia) contemporaneamente e anche in modalità on line dove fosse necessario.

  Le domande dei diversi nuclei tematici rappresentano stimoli per il confronto e l’ascolto. Non bisogna perciò preoccuparsi di rispondere ad ogni singola domanda, ma ogni partecipante risponde a quella o quelle che ritiene per lui più importanti.

  Ogni incontro è aperto e chiuso con una breve preghiera; vengono lette le domande dei nuclei tematici assegnati al gruppo, poi vengono lasciati alcuni minuti di silenzio per permettere a ciascuno di riflettere sul proprio intervento.

  Al riguardo è molto utile seguire lo stile suggerito dall’Appendice B del Vademecum del Sinodo universale e richiamato nelle Linee metodologiche per il primo anno del Cammino sinodale delle Chiese che sono in Italia.

  Nella preparazione dell’incontro si possono individuare per ogni nucleo anche solo alcune domande su cui concentrare eventualmente l’attenzione.

   È importante che ogni gruppo alla fine del percorso elabori una sintesi del confronto e dell’ascolto secondo uno stile di corrispondenza a quanto emerso. Sarà poi necessario mettere insieme, da parte del referente del percorso, con il supporto dei referenti diocesani, il frutto delle diverse sintesi.

 

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 Domenica prossima, alle 16, in parrocchia si terrà un’assemblea sinodale sui temi dei cammini sinodali che sono stati aperti per la Chiesa universale e per le Chiese in Italia.

  Il nostro gruppo di Azione Cattolica è probabilmente quello che è più avanti nel praticare la sinodalità e nel prepararsi a quei cammini sinodali. Dobbiamo quindi sentirci impegnati ad essere agenti attivi e facilitatori nell’incontro di domenica.

  Dobbiamo tener presente alcune informazioni importanti che saranno utili per tutti i partecipanti, quando si potrà avere la parola, dopo la prima fase, che si terrà nella chiesa parrocchiale e  che probabilmente avrà carattere liturgico.

   L’ho scritto l’altro giorno su un altro post del blog:

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Chi ha deciso di convocarci? Il Papa.

Perché siamo stati convocati? Per ascoltarci come comunità, non individualmente, uno per uno, come in un sondaggio demoscopico. La parrocchia ne riferirà in Diocesi, quest’ultima alla Conferenza episcopale nazionale e,poi, da qui si arriverà a una sintesi per Continenti e, infine ,tutto perverrá all’esame del Sinodo dei vescovi della Chiesa cattolica: questo per il cammino sinodale mondiale del quale si farà  sintesi nell’ottobre 2023. Quello nazionale, specificamente per le Chiese italiane,  durerà più a lungo, fino all’ottobre 2025, e prevede altri momenti di ascolto.

 Che cosa ci si attende da noi? Che ci esprimiamo liberamente, dialogando tra noi, fino a mettere a punto una sintesi che corrisponda ad impegni collettivi, cercando di creare, come frutto del dialogo, che implica stabilire relazioni tra i dialoganti, il più ampio consenso sugli impegni collettivi che saranno decisi dal gruppo e nel gruppo. Questa appunto è sinodalità. Per orientare il lavoro i vescovi ci hanno posto un Interrogativo fondamentale

Una Chiesa sinodale, annunciando il Vangelo, “cammina insieme”: come questo “camminare insieme” si realizza oggi nella vostra Chiesa particolare? Quali passi lo Spirito ci invita a compiere per crescere nel nostro “camminare insieme”?

che si articola in Dieci domande.

Qual è l’obiettivo che ci si propone? Si vuole costruire, con collaborazione di tutti, anche di coloro che oggi sono ai margini, una Chiesa sinodale, per individuare nuovi modi per diffondere e praticare collettivamente, come Chiesa, il Vangelo nel mondo di oggi, restaurando l’agàpe, la convivenza benevola e solidale nel nome di Cristo, e prendendosi cura di chi ne ha bisogno. In ciò sono comprese liturgia, frequentazione biblica e preghiera, formazione alla sapienza,  spiritualità, solidarietà, azione sociale. Questo da sempre è il campo della missione ecclesiale. Il Papa ritiene che i problemi che i tempi ci pongono, anche sotto il profilo religioso, ritengono un più ampio coinvolgimento dei fedeli, correggendo il totalitarismo gerarchico che ancora in genere impera.  Le soluzioni usciranno dal confronto, che parte dall'ascolto  dei fedeli che di solito costituiscono solo una platea  di eventi liturgici. Il dialogo che si vuole indurre è, però, già un cambiamento in senso sinodale.   L'obiettivo di una Chiesa sinodale  comincia ad essere conseguito già nei cammini sinodali  che sono stati iniziati. Si vedrà quali saranno state le prassi migliori. La pratica  viene prima della  teoria. Il manuale della sinodalità deve ancora essere scritto. Non sono tali le Scritture, formate in tempi molto lontani  e diversi dalle situazioni del mondo attuali, anche se da lì è necessario trarre ispirazione. Neanche la storia della nostra Chiesa aiuta, perché ha vissuto prevalentemente una sinodalità riservata a clero, religiosi ed esperti e, almeno fino al Quattrocento, con l'ingerenza di sovrani civili e loro funzionari. Il primo sinodo  con le caratteristiche di quelli attuali si tenne a Cartagine, in Africa, nel 225, quindi all'inizio del Terzo secolo. Nell'antichità la sinodalità si sviluppò seguendo lo sviluppo di un vero e proprio clero, che si ebbe a cavallo tra il Primo e il Secondo secolo. La sinodalità come viene proposta oggi è ampiamente praticata in molte altre Chiese cristiane e, se si affermerà, favorirà il processo ecumenico. 

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  Dobbiamo prepararci ad agire affrontando lo scenario peggiore che si possa immaginare (se poi fosse migliore, faremo meno fatica, ma meglio prepararsi al peggio, secondo l’evangelico  “Siate pronti!”):

a)  coordinatori poco preparati e non convinti della bontà dell’iniziativa (quelli che esordiranno dicendosi scettici su quello che il Papa ha proposto di fare), inoltre poco pratici nel coordinare mantenendo un atteggiamento neutrale, e portati invece a dire agli altri che bisogna pensare e dire, stimando nulla ciò che esce dai partecipanti;

b)  partecipanti volenterosi ma ignari praticamente di tutto, in particolare dei riferimenti storici;

c)  tendenza a virare verso discorsi puramente spirituali, del resto secondo le linee guida dei vescovi italiani, ciò che ci farebbe mancare l’obiettivo;

d)  poca o nessuna pratica dei partecipanti a prendere la parola in pubblico, per cui, invitati a parlare, non lo faranno;

e)  scarsa pratica dei partecipanti al lavoro collettivo, per cui, se prenderanno la parola, si limiteranno a dire la propria secondo quando hanno orecchiato nei giorni precedenti qua e là, e non terranno minimamente conto di ciò che vanno dicendo le altre persone;

f)   tendenza di tutti a scoraggiarsi dopo un po’ di lavoro infruttuoso.

Non so chi saranno i coordinatori dei gruppi, né se abbiano avuto degli incontri tra loro per coordinare innanzi tutto loro stessi, né su quali documenti si siano preparati. Sicuramente i partecipanti all’incontro non hanno avuto modo di prepararsi come abbiamo fatto noi dell’Azione cattolica parrocchiale: abbiamo tra le mani un libretto di settanta pagine e una scheda di sei con in sintesi gran parte di ciò che serve. Quest’ultima è stata inviata anche per posta ordinaria ai soci che non usano l’email.

  Dovremmo cercare di riempire i silenzi:

a) parlando delle informazioni fondamentali sui cammini sinodali che ho sopra trascritto;

b) cercando di sollecitare le altre persone perché inizino  con il parlare della loro esperienza di ecclesialità (con chi la fanno, che fanno e come) e di ciò che, sulla base di tale esperienza, vorrebbero cambiare in relazione all’obiettivo di una più efficace azione di missione;

c)  contestando i coordinatori se tenteranno di imporre una qualche soluzione prima di ascoltare  i partecipanti. I cammini sinodali  in questa prima fase sono volti proprio all’ascolto.

d)  rassicurando le altre persone che non c’è una risposta giusta  all’interrogativo fondamentale  e alle Dieci domande in cui esso si articola. Si è ancora alla ricerca. Se la risposta fosse già a portata di mano, in ogni realtà sociale, non ci sarebbe stato bisogno di iniziare i cammini sinodali.

e) cercando di orientare il dibattito verso impegni collettivi concreti e condivisi, salvandoci dal chiacchiericcio confuso secondo il costume televisivo, giustamente deprecato nella scheda esemplificativa dei vescovi italiani.

  Ricordiamoci di annotare il risultato della discussione.

  Probabilmente ci si dividerà in più gruppi di lavoro, dopo l’iniziale assemblea plenaria nella chiesa parrocchiale. Non concentriamoci solo in un gruppo, ma dividiamoci in modo da contribuire a più gruppi.

 Nella scheda  per gli incontri sinodali parrocchiali si consiglia di orientare l’incontro verso uno schema spirituale, ciò che metterebbe più  a suo agio il clero ma sarebbe molto controproducente per la fruttuosità del lavoro, perché si rimarrebbe sempre sul vago e inoltre provocherebbe, appunto, l’egemonia del clero. Si consiglia inoltre di non fare un dibattito ma di limitarsi ad accostare prospettive, raccomandazione non condivisibile, perché, in questo modo non si concretizzerebbero impegni collettivi concreti condivisi, ma tutto rimarrebbe com’è. La sinodalità è invece orientata al cambiamento condiviso.  Il clero, purtroppo, diffida ancora del metodo democratico, perché teme, a torto, di poter essere messo in minoranza: lo teme perché non ci conosce. La sinodalità che viene ora proposta, innanzi tutto come apprendistato, tirocinio, serve proprio a rimediare a questa carenza, molto grave, tenendo conto che la società europea contemporanea vive di democrazia e che la democrazia come è stata costruita nell’Europa di oggi ha senz’altro radici cristiane, perché i cristiani europei vi hanno avuto parte essenziale.

Mario Ardigò – Azione Cattolica in San Clemente papa – Roma, Monte Sacro, Valli