Ricominciare non
soltanto ripartire
[dal documento Ripartire insieme - Linee guida per la catechesi in italia in tempo di Covid 19,
pubblicato in questo settembre 2020]
Tra
qualche giorno i soci del gruppo riceveranno per posta un lettera in cui sono
indicate le modalità per fare le riunioni in videoconferenza, qualora l’evoluzione
della situazione sanitaria relativa alla pandemia da Covid-19 non ci
consentisse di riunirci in parrocchia.
E’ da febbraio di quest’anno che le riunioni
infrasettimanali del gruppo sono sospese. La pandemia ci ha sorpresi. Se
avessimo avuto qualche pratica di incontri in videoconferenza, sarebbe stato
diverso, avremmo potuto proseguire.
Nonostante ciò che alcuni sostengono, l’emergenza
sanitaria non è superata. Ce lo dice l'Istituto Superiore di Sanità, l'ufficio nazionale statale che si occupa di questi problemi. E questo benché ci siano meno morti per Covid
19, sia per le misure di prevenzione del contagio che ormai sono diventate
abitudini quotidiane per i più, sia perché le scienze mediche hanno individuato
metodi più validi di diagnosi precoce e cura e sia perché le strutture
sanitarie si sono riorganizzate secondo quelle raccomandazioni scientifiche. Il
ritorno alla normalità, vale a dire a
come si viveva prima, richiederà ancora molto tempo, e sarà condizionato dalla
disponibilità su vasca scala di vaccini capaci di produrre una immunizzazione
di lungo periodo. Sicuramente non è prevedibile che il ritorno a quella
normalità avvenga prima del giugno del prossimo anno, l’epoca in cui di solito
il nostro gruppo sospende le attività sociali prima della pausa estiva. Per
quell’epoca, se tutto dovesse andare nel migliore dei modi, potrebbe essere in
corso la campagna di vaccinazione di massa, che, tenuto conto dei tempi
occorrenti per raggiungere una quota maggioritaria della popolazione e perché
il vaccino somministrato produca l’effetto immunizzante desiderato, potrebbe
consentire un progressivo ritorno alla normalità nell’autunno del prossimo
anno.
Non è, quindi, del ritorno alla normalità che dobbiamo
occuparci nell’immediato, ma di come vivere l’emergenza sanitaria nel prossimo
anno di attività sociali senza essere costretti puramente e semplicemente a non
far nulla, come è accaduto finora.
Al nostro gruppo parrocchiale di Azione
Cattolica partecipano diversi anziani. Per
loro l’infezione da Covid 19 è un pericolo molto serio. Quando ci vedremo di
persona in parrocchia, bisognerà rispettare molto scrupolosamente le misure di
distanziazione (almeno due metri tra le persone) e di aerazione della stanza in cui saremo. E
bisognerà indossare correttamente le mascherine facciali. Sarà necessario
contenere il tempo di permanenza tutti insieme in un'unica stanza. Sarebbe
opportuno conoscere prima il numero delle persone che hanno intenzione di
partecipare, perché dovremo scegliere una stanza che consenta una sufficiente
distanziazione: questa informazione può essere data via sms o via email, perché
giunga in tempo utile. Bisognerà poi richiedere a chi nella parrocchia si
occupa del coordinamento complessivo delle attività la disponibilità di una
stanza idonea e, ottenutala, bisognerà informare i soci via sms e via email,
perché, entrando in parrocchia vadano precisamente dove si svolgerà la
riunione.
Siamo abituati a riunirci il martedì alle
diciassette. Quel giorno della settimana potrebbe essere incompatibile con
altre attività parrocchiali, in particolare con il servizio catechistico, che
necessita, in tempo di emergenza, di più locali. E quell’orario non va bene per
chi lavora. Mantenere quel giorno e quell’orario significa sostanzialmente
escludere chi lavora. L’emergenza da Covid 19 può consentire di riunirci in un
giorno e in un orario che non escludano chi lavora.
E, infine, non dobbiamo attenderci che sia
possibile riunirci in presenza in parrocchia ogni settimana. Gli spazi, di questi tempi, sono diventati
preziosi. Probabilmente ci si potrà riunire una volta al mese, come del resto
molti altri gruppi parrocchiali di Azione Cattolica di Roma. Ma si potrà
integrare con le videconferenze.
Dicono che gli anziani non saranno capaci di
compiere la semplice procedura per accedere alla videconferenza, che anche i
bambini delle scuole medie riescono a gestire (mia moglie insegna alle medie e
ho potuto constatarlo nelle lezioni che ha tenuto in videconferenza da casa).
Io non credo che sia così. Ho l’esperienza di mia madre che, fino a un anno e
mezzo prima di morire, fino a 85 anni, vale a dire prima del grave degrado
cognitivo che manifestò alla fine, usava quotidianamente un computer portatile
per tenere i contatti con circa seicento persone legate ad un suo gruppo di
spiritualità, alle quali due volte l’anno, a Pasqua e a Natale, inviava una
lettera circolare. L’anziano sicuramente può,
ma bisogna vedere se anche vuole.
Quando si è anziani, lo inizio a
sperimentare su me stesso, cambiare le abitudini è fatica, ma, dicono gli esperti neurologi,
contrasta l’invecchiamento e, in qualche modo, allora, mantiene giovanili.
E, insomma, bisognerà cambiare qualche abitudine.
Ma, in fondo, è proprio un male?
«Si
tratta di una salutare “potatura” per ricominciare e non soltanto ripartire. Il
tempo nuovo che si è aperto ci interroga», è scritto nelle linee guida dell’Ufficio catechistico
nazionale diffuse questo mese, proprio in vista della ripresa delle attività in
tempo di pandemia da Covid 19.
Un nuovo inizio, non soltanto un ritorno al passato.
In particolare lo strumento della
videoconferenza, che su larga scala è stato sperimentato nella scuola, può
consentire di raggiungere persone nuove e di incontrarci più spesso, ad esempio
secondo sottogruppi tematici. Cambiare giorno e orario degli incontri in
presenza consentirebbe di coinvolgere quelli che finora non hanno potuto
partecipare per impegni di lavoro.
Anni fa, in una stagione diversa da quella
apertasi nell’ottobre 2015, ci venne detto che il nostro era un gruppo ad esaurimento che non doveva avere l’ambizione
di rigenerarsi coinvolgendo persone nuove, serviva per gli anziani irriducibili
che si erano formati in una stagione ecclesiale da ritenersi ormai superata.
Con i fatti abbiamo dimostrato che non era così, che ACVIVEAROMAVALLI, il titolo del nostro blog, che quindi l’Azione
Cattolica continuava a vivere nella nostra parrocchia e nel nostro quartiere.
Non dobbiamo consentire che l’emergenza sanitaria ci riporti ai tempi bui del
passato, annientando la nostra esperienza.
Nei prossimi giorni la presidente del gruppo
prenderà contatti con il parroco per programmare le nostra attività. Appena
possibile ai soci del gruppo sarà inviata una lettera circolare con l’indicazione
del giorno, ora e stanza della prima riunione dell’anno sociale 2020/2021.
Le riunioni in videoconferenza saranno aperte
anche a chi, non iscritto all’AC e non residente a Roma Valli, voglia partecipare, se è interessato ai fini e metodi
dell’Azione Cattolica che ho sintetizzato su questo blog nel post FAQ Azione Cattolica. E’ necessario
inviarmi una richiesta di partecipazione all’indirizzo marioardigo@yahoo.com ,
presentandosi (nome, cognome, età, parrocchia, campo di interessi, indirizzo email).
Riceverà via email il codice di accesso, quindici minuti prima dell’inizio
della riunione in videconferenza.
Mario Ardigò - Azione Cattolica in San
Clemente papa - Roma, Monte Sacro Valli