Il logo del Sinodo |
Sinodalitá nell’animazione di un gruppo di genitori
I nostri vescovi ci esortano a fare della sinodalitá la via ordinaria delle nostre comunità. Poiché però persone laiche e preti ne hanno poca esperienza il rischio è che tutto continui più o meno come prima.
Il principale problema è, mi pare, quello di carenze formative dei giovani preti di parrocchia, sia italiani che stranieri, quelli che fino agli anni '80 sorressero i processi di innovazione ecclesiale, in particolare nel campo della storia della nostra Chiesa. Ciò poi si riflette in analoghe carenze nei fedeli cristiani. L’altro problema è la diffusione di gruppi con tendenze fondamentaliste e integraliste. Nel fondamentalismo si respinge uno dei principi teologici principali affermati durante il Concilio Vaticano 2º, vale a dire l’autonomia delle realtà terrene, che si cerca quindi di forzare mediante ideologie di impronta teologica.
36. La legittima autonomia delle realtà terrene.
Molti nostri contemporanei, però, sembrano temere che, se si fanno troppo stretti i legami tra attività umana e religione, venga impedita l'autonomia degli uomini, delle società, delle scienze.
Se per autonomia delle realtà terrene si vuol dire che le cose create e le stesse società hanno leggi e valori propri, che l'uomo gradatamente deve scoprire, usare e ordinare, allora si tratta di una esigenza d'autonomia legittima: non solamente essa è rivendicata dagli uomini del nostro tempo, ma è anche conforme al volere del Creatore.
Infatti è dalla stessa loro condizione di creature che le cose tutte ricevono la loro propria consistenza, verità, bontà, le loro leggi proprie e il loro ordine; e tutto ciò l'uomo è tenuto a rispettare, riconoscendo le esigenze di metodo proprie di ogni singola scienza o tecnica.
Perciò la ricerca metodica di ogni disciplina, se procede in maniera veramente scientifica e secondo le norme morali, non sarà mai in reale contrasto con la fede, perché le realtà profane e le realtà della fede hanno origine dal medesimo Dio.
Anzi, chi si sforza con umiltà e con perseveranza di scandagliare i segreti della realtà, anche senza prenderne coscienza, viene come condotto dalla mano di Dio, il quale, mantenendo in esistenza tutte le cose, fa che siano quello che sono.
A questo proposito ci sia concesso di deplorare certi atteggiamenti mentali, che talvolta non sono mancati nemmeno tra i cristiani, derivati dal non avere sufficientemente percepito la legittima autonomia della scienza, suscitando contese e controversie, essi trascinarono molti spiriti fino al punto da ritenere che scienza e fede si oppongano tra loro.
Se invece con l'espressione « autonomia delle realtà temporali » si intende dire che le cose create non dipendono da Dio e che l'uomo può adoperarle senza riferirle al Creatore, allora a nessuno che creda in Dio sfugge quanto false siano tali opinioni.
La creatura, infatti, senza il Creatore svanisce.
Del resto tutti coloro che credono, a qualunque religione appartengano, hanno sempre inteso la voce e la manifestazione di Dio nel linguaggio delle creature.
Anzi, l'oblio di Dio rende opaca la creatura stessa.
[dalla Costituzione pastorale sulla Chiesa La gioia e la speranza]
L’integralismo rifiuta di relazionarsi con la società del suo tempo e cerca di rinchiudersi e di rinchiudere le persone in gruppi chiusi nei quali si è ammessi solo se ci si uniforma ad una certa ideologia normativa, anche qui di impronta teologica. Questo atteggiamento è fortemente dissonante con le esortazioni, invece, all’apertura che ci vengono dal nostro episcopato. L’integralismo costruisce, ai confini delle nostre chiese, quello dogane che il Papa ci esorta a rimuovere.
In Italia la principale organizzazione ecclesiale di massa che ha cercato storicamente di superare fondamentalismo e integralismo è stata l’ Azione Cattolica, che ha svolto un ruolo importantissimo nella costruzione della nostra nuova democrazia repubblicana dopo la sconfitta militare, politica e culturale del fascismo mussoliniano. L’ignoranza su questo argomento è gravissima per un “operatore pastorale”. Contrasta nettamente con la storia Chiesa italiana, che, in particolare, mediante figure di grandi preti, ha contribuito alla trasformazione benigna della società italiana, in particolare contro l’aspetto mortifero che l’aveva caratterizzata tra il 1915 e il 1945.
Nell’organizzare l’animazione di un gruppo di genitori di bambini e ragazzi del catechismo, secondo le indicazioni della riforma della catechetica attuata dagli scorsi anni ’70, se ci si lascia guidare da fondamentalisti e integralisti si cercherà di insegnare ai genitori a fare il loro mestiere e addirittura ad essere coppia, quindi come fare all’amore. Pertanto non li si riconoscerà come persone di fede che hanno costruito quella che nel lessico dell’ultimo Concilio è definita Chiesa domestica; non conterà nulla che, per fede, ci stiano affidando i loro figli per proseguire un lavoro di acculturazione alla fede che già hanno iniziato, continueranno a fare e proseguiranno anche dopo il primo catechismo per i loro figli. Li si riterranno contaminati dalla società intorno e li si insulterà dando disinvoltamente loro dei pagani, o comunque sospettandoli come tali; non si tollererà una loro reale collaborazione né che costruiscano con autonomia un percorso di approfondimento religioso che possa essere utile nel lavoro con i loro figli, e si punterà essenzialmente a raddrizzarli, insieme ai loro figli, (l’uso di questa espressione mi fece insorgere, diversi anni fa, durante un incontro di noi genitori organizzato dal precedente parroco). Quindi, quando li si avrà di fronte si proporranno loro delle conferenze in cui qualcuno, in base a presunti suoi particolari carismi, proporrà loro una immaginifica teologia fondamentalista in materia di matrimonio e genitorialitá, presentandola come condizione per il raddrizzamento dei loro figli, altrimenti ne verrebbero dei pagani, e questo senza minimamente precisare che quel modo di vivere il matrimonio è solo uno di quelli legittimamente praticati in religione e senza indicarne le molte controindicazioni. Questo è obiettivamente il modo più efficace di allontanare le persone dalla Chiesa, ma un integralista non lo riterrà un peccato gravissimo, quello di scandalo, ma, anzi, riterrà di aver fatto bene alla Chiesa depurandola di gente indegna e pagana.
Questo non è il metodo dell’Azione Cattolica e nemmeno quello della sinodalitá proposto ora dall’episcopato. Un “operatore pastorale” che sia consapevole di ignorare la via dell’Azione Cattolica dovrebbe sentire il dovere, anche religioso, di lasciare per un po’ di operare fino a quando ne saprà un po’ di più. Fondamentalismo e integralismo contrastano con indirizzi catechetici ormai consolidati da decenni e possono fare, per carità con le migliori intenzioni, gravissimi danni alla Chiesa e alla vita delle persone. Quanta gente abbiamo perso su quella strada!
L’animazione di un gruppo di genitori di giovani che ci sono stati affidati per il catechismo deve farsi in modo sinodale e deve quindi partire dal riconoscimento del valore di Chiese domestiche delle famiglie dalle quali i ragazzi provengono. I genitori sono i primi catechisti. La loro esperienza di genitorialitá e il loro amore di coppia sono importanti e devono emergere da subito. Sono loro stessi che dovranno assumere la presidenza collettiva del gruppo e, innanzi tutto,stabilirne il programma di lavoro, che naturalmente riguarderà principalmente l’educazione religiosa dei figli. Nessuno deve arrogarsi il potere di tentare di raddrizzarli, tanto meno dei celibi per vocazione che di amore e genitorialitá hanno vaghe esperienze per sentito dire o fondamentalisti e integralisti che si impongono una particolare, del tutto opinabile, disciplina in quei campi, purtroppo però talvolta pretendendo presuntuosamente di imporla a tutti gli altri come condizione di ecclesialità matrimoniale e genitoriale, arrogandosi arbitrariamente una sorta di potere di scomunica delle diverse esperienze di vita altrui.
Mario Ardigò – Azione Cattolica in San Clemente papa – Roma, Monte Sacro, Valli