Gruppo di Azione Cattolica
nella Parrocchia di San Clemente papa -
Roma
Lettera ai soci - n.7 – gennaio 2021
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Le riunioni del gruppo in Google Meet in
gennaio
sabato 16 gennaio
Percorso formativo “Da corpo a corpo”:
“Sfiorare”
sabato 23 gennaio
Dialogo sui temi dell’enciclica
“Fratelli tutti”
sabato 30 gennaio
Percorso formativo “Da corpo a corpo”:
“Abbracciare ”
Ogni riunione ha link e codici diversi; tutte le riunioni inizieranno alle
ore 16:45; dalle 16:40 si potrà accedere. In fondo trovate le istruzioni per
accedere. I link e i codici di accesso saranno in inviati ai soci e a chi altro
ha chiesto di partecipare mediante la Lettera
ai soci mensile, spedita ai soci via
email e anche per posta ordinaria a coloro che non hanno ancora comunicato un indirizzo
email, mediante comunicazione email e
mediante messaggio Whatsapp.
E’ possibile chiedere di
partecipare inviando una email a
mario.ardigo@acsanclemente.net
indicando il proprio nome,
la parrocchia di appartenenza e i temi di interesse. Questi dati personali
verranno cancellati dopo ogni riunione e dovranno essere di nuovo inviati per
partecipare ad altri incontri.
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Dalla Presidente
Riprendiamo a gennaio le
nostre riunioni in videoconferenza Google Meet, attendendo di poterci
incontrare nuovamente in parrocchia. Nei prossimi mesi la situazione della
pandemia dovrebbe migliorare per effetto della campagna di vaccinazione.
La prima esperienza delle riunioni
in videoconferenza è stata positiva. Invito coloro che finora non sono riusciti
a connettersi a provare a farlo, eventualmente facendosi aiutare da amici e
parenti che hanno più dimestichezza con gli strumenti informatici.
Vi aspettiamo!
Giulia
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Resoconti delle
riunioni in Meet di dicembre 2020
1) riunione del 12 dicembre 2020
Il 12 Dicembre 2020, dalle ore
16:45, si è tenuto in Google Meet l’incontro del
gruppo AC SANCLEMENTE! seguendo la seconda tappa,
caratterizzata dal verbo “Sfiorare”, del cammino cristologico proposto dal
sussidio del Settore Adulti dell’Azione Cattolica “Da corpo a corpo”. I
temi sono stati quelli del Progetto
formativo dell’Azione cattolica del primato della persona, come cammino
di libertà e di responsabilità. Eravamo in 13 e c’era anche l’assistente
ecclesiastico don Emanuele.
Eravamo in 13, compreso
l’assistente ecclesiastico don Emanuele.
Abbiamo iniziato vedendo
un filmato nel quale don Antonio Ascione ha proposto una riflessione sul brano
evangelico di riferimento, i versetti dal 13 al 16 del Vangelo di Marco:
(16) Poi prese i
bambini tra le braccia, e li benediceva ponendo le mani su di loro.
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Gesù anche questa volta rovescia la
logica dei discepoli: proprio loro, i bambini, sono la misura dell’accoglienza
del Regno. A chi è come loro appartiene il Regno.
E negli atteggiamenti della custodia,
della tenerezza, dell’abbracciare, del proteggere, del prendersi
cura, hanno tutti bisogno di un’espressione della nostra
corporeità veramente vissuta, che si realizza nel contatto con gli altri e
manifesta in questo contatto la bellezza dell’amore di Dio, che è un amore
materno e paterno allo stesso tempo.
Gesù, attraverso questo gesto di
tenerezza, dell’abbracciare i bambini, di benedirli, di custodirli fra le sue
braccia, insegna a ciascuno di noi queste dimensioni della nostra affettività.
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E’ stato poi presentato un
breve filmato che riguardava un’esperienza di servizio dell’Azione
Cattolica presso la casa famiglia per bimbi fragili Hogar Niños
Dios a Betlemme, in cui svolgono il loro servizio delle suore. La
struttura si trova molto vicino alla Basilica della Natività, che può quindi
essere raggiunta con facilità. Ad oggi hanno partecipato a questa
esperienza circa 150 persone, giovani e meno giovani. Da quando si è
cominciato, non c’è mai stato un mese in cui sia mancata la presenza dei
volontari di Ac. Per partecipare avere buona volontà e scrivere a alvederlastella@azionecattolica.it .
Il sogno comincia quando si decide di mettersi in cammino.
************Gli interventi**************
Eravamo stati invitati a presentare figure
esemplari sul tema della tenerezza.
Daniele
Ha proposto
come figura esemplare di un Vangelo della tenerezza quella
di don Pino Puglisi [1937-1993 – sacerdote che operava da parroco nel quartiere
palermitano di Brancaccio, assassinato da mafiosi per la sua azione sociale].
Ancora oggi tutti ricordano il sorriso di don Pino verso i più poveri, i più
piccoli, quelli che avevano più bisogno. Era capace di questa tenerezza, pur
essendo una persona molto decisa, molto “forte” e molto incisiva nelle azioni
che faceva.
In linea con un insegnamento di don Puglisi, Daniele ritiene che la
tenerezza, per essere incisiva, debba camminare con la fedeltà. Quest’ultima
porta con sé la responsabilità, la continuità, la scelta, la fatica e il
sacrificio. La tenerezza da sola non basta, se si vuole costruire uno stile che
sia anche incisivo.
Gloriana
Ha presentato la figura
dell’avvocatessa pacifista liberiana Leymah Gbowee, premio Nobel per la pace 2011.
Il suo è un esempio che ha associato
la nonviolenza anche alla lotta per la libertà delle donne e della sua nazione.
Sta tuttora continuando la sua
lotta nonviolenta mediante una fondazione che offre alle opportunità formative
alle donne, anche per una loro leadership nella società.
Gloriana ha poi
ricordato il Discorso alla luna di papa Giovanni
23°, affacciato in piazza san Pietro la sera dell’11 ottobre 1965:
Tornando
a casa, troverete i bambini, date loro una carezza e dite: questa è la carezza
del Papa.
Troverete qualche lacrima da asciugare: abbiate per chi soffre un parola di
conforto... Sappiano gli afflitti che il Papa è con i suoi figli specie nelle
ore della tristezza e dell'amarezza... E poi, tutti insieme ci animiamo:
cantando, sospirando, piangendo, ma sempre pieni di fiducia nel Cristo che ci
aiuta e che ci ascolta, continuiamo a riprendere il nostro cammino.
Addio, figlioli. Alla benedizione aggiungo
l'augurio della buona notte.»
Raccomandò quindi un gesto di
tenerezza. Da bambina capì, dalle parole degli adulti, che c’era
stato un cambiamento di passo, come se la Chiesa si fosse impegnata ad
accarezzare l’umanità.
Adriano
Ha presentato la figura di
Ernesto Olivero, fondatore a Torino nel 1964, insieme alla
moglie, del SERMIG – Servizio missionario giovani,
un’organizzazione di volontari impegnati a sconfiggere la fame con le opere di
giustizia.
I giovani del SERMIG hanno
siglato il loro impegno nella Carta dei giovani.
Olivero ha dato vita al
movimento internazionale Giovani per la pace che si
incontra periodicamente in incontri mondiali radunando decine di migliaia di
giovani, per ridisegnare il mondo partendo dalle nuove generazioni. Il
primo incontro si è tenuto nel 2002 a Torino, con 100.000 giovani.
Per la sua fama di mediatore,
al di sopra delle parti, Olivero svolse in Libano una missione di pace nel
1988, uno dei pochi civili ammessi in piena guerra civile. Fu anche incaricato
dall’allora ministro della Giustizia Giuliano Vassalli di una mediazione nella
rivolta nel carcere di Porto Azzurro, all’Isola d’Elba, nel 1987. Fu nominato
anche consigliere per la pace dal papa Giovanni Paolo
2°.
Mario
Lo sfiorare è per lui legato al
contatto ravvicinato e quindi ci ha presentato come figura esemplare quella
della moglie, Angela. La loro unione è legata all’Azione cattolica
perché si conobbero in FUCI.
E’ insegnante e quando fa
lezione, ma anche quando fa altre riunioni, la ascoltano, riesce a fare gruppo- Dall’esempio
della moglie, riesce a capire papa Francesco quando parla della tenerezza come
di una forza rivoluzionaria. Le cose cambiano quando con quel
particolare atteggiamento si riesce ad avvicinare le persone le une alle altre.
Carlo
Ha presentato tre figure: don Zeno Saltini, Lanza del Vasto, Giuliana Martirani,
che hanno coniugato tenerezza, non
violenza e opere. Vale a dire che non si sono limitate ad una
elaborazione filosofica o politologica, ma sono riuscite a fare qualcosa di
concreto.
Don Zeno Saltini fu il
fondatore della Comunità di Nomadelfia, nel grossetano.Era stato assistente
ecclesiastica dell’Azione Cattolica. Alla fine della Seconda Guerra mondiale.
Don Saltini iniziò a prendersi cura di bambini rimasti senza famiglia occupando
l’ex campo di concentramento di Fossoli in Emilia. Questa esperienza si
trasferì poi nel grossetano. Nomadelfia significa: dove la fraternità è
legge.
Lanza del Vasto, siciliano, fu
affascinato da Ghandi e e andò in India per mettersi alla sua
scuola. Fondò la Comunità dell’Arca che è
composta da gruppi che vivono nello spirito della nonviolenza.
Il terzo
personaggio è Giuliana Martirani. E’ una docente universitaria napoletana che
ha impostato tutta la sua esperienza di insegnante sull’educazione alla pace.
E’ presidente del Movimento internazionale nonviolento.
Fu tra i fondatori di un
partito politico, il Partito dei Verdi, che tra le sue radici ha
l’impostazione cattolica data dalla Martirani. In nome della tenerezza e della
nonviolenza si può anche fondare un partito politico, che esiste tuttora.
Antonietta
Ricorda la sua esperienza
ventennale di volontariato con il gruppo di don Luigi Novarese CVS –
Centro Volontari della Sofferenza, che accompagna i malati per gli esercizi
spirituali.
Angela
Ricorda l’episodio narrato nel 34°
capitolo dei Promessi sposi, della madre di Cecilia.
Renzo è a Milano,. Ci
sono tumulti. C’è la peste, una situazione terribile di grande confusione e
concitazione. Eppure di fronte all’immagine di tenerezza infinita di
quella donna, tutto si placa, addirittura anche la violenza dei monatti,
di quegli inservienti che andavano casa per casa a ritirare con un
carro i cadaveri dei morti di peste.
Angela ci ha
mostrato un filmato con quell’episodio.
Scendeva dalla soglia d’uno di
quegli usci, e veniva verso il convoglio, una donna, il cui aspetto annunziava
una giovinezza avanzata, ma non trascorsa […]La sua andatura era affaticata, ma
non cascante; gli occhi non davan lacrime, ma portavan segno d’averne sparse
tante […] Portava essa in collo una bambina di forse nov’anni, morta; ma tutta
ben accomodata, co’ capelli divisi sulla fronte, con un vestito bianchissimo,
come se quelle mani l’avessero adornata per una festa promessa da tanto tempo,
e data per premio. […]
Un turpe monatto andò per levarle la bambina dalle braccia con una specie però d’insolito rispetto, con
un’esitazione involontaria. Ma quella, tirandosi indietro, senza però mostrare
sdegno né disprezzo, “no!” disse: “non me la toccate per ora; devo metterla io
su quel carro prendete.” Il
monatto si mise una mano al petto; e poi, tutto premuroso, e quasi ossequioso,
più per il nuovo sentimento da cui era come soggiogato, che per l’inaspettata
ricompensa, s’affaccendò a far un po’ di posto sul carro per la morticina. La
madre, […] disse l’ultime parole: “addio, Cecilia! riposa in pace! Stasera
verremo anche noi, per restar sempre insieme. Prega intanto per noi; ch’io
pregherò per te e per gli altri.” Poi voltatasi di nuovo al monatto, “voi,”
disse, “passando di qui verso sera, salirete a prendere anche me, e non me
sola.”
Una immagine, quella di
quel brano, molto significativa per la tenerezza, lo sfiorare.
Ha ricordato anche la parte
finale della poesia del Manzoni 5 Maggio, dedicata dal poeta alla
morte di Napoleone Bonaparte.
Il Dio che
atterra e suscita,/Che affanna e che consola,/Sulla deserta coltrice/Accanto a
lui posò.
Questa è un’immagine della
tenerezza di Dio, che non abbandona e si fa vicino, prossimo,
soprattutto nei confronti di chi è lasciato solo dagli altri.
Don Emanuele
Don Emanuele ci ha poi parlato
di Phan Thi Kim Phuc, che da bambina venne fotografata,
l’8-6-72,m mentre, in Vietnam, fuggiva dai bombardamenti nuda e
ustionata, in mezzo a soldati statunitensi.
Quella fotografia è
considerata uno dei simboli della guerra nel Vietnam per l’immagine di intensa
sofferenza di una bambina vittima di quel conflitto. Tocca l’animo di chi la
vede e suscita sentimenti di compassione e di tenerezza. Spinge verso l’essere
umani e al desiderio di pace, e anche a seguire l’esortazione del Signore alla
riconciliazione.
2) riunione del 19 dicembre 2020
Il 19 dicembre 2020 ci siamo
riuniti in videoconferenza Google Meet per discutere sui temi
dell’enciclica Fratelli tutti, di papa Francesco, in
particolare sul quinto capitolo, dedicato alla migliore politica.Eravamo
in 15. C’era anche il nostro assistente ecclesiastico, don Emanuele. Ha
partecipato anche mio cugino Sergio, della parrocchia di Santa Maria della
misericordia di Bologna, economista, dirigente bancario.
Ha introdotto Giulia,
ricordando che l’enciclica è dedicata alla fraternità e all’amicizia
sociale che si rivolge a tutti e che, quindi, ha una dimensione
universale. L’enciclica, invece, ci spinge ad andare verso gli
altri. Nella scorsa riunione abbiamo esaminato la parte dell’enciclica che
prende spunto dalla parabola dei Buon Samaritano. Abbiamo
proseguito con il capitolo quinto, dedicato alla politica.
Giulia ha
poi condiviso un video in cui papa Francesco parlava all’Azione Cattolica, in
occasione dei 150 anni dalla fondazione, esortando alla politica con la
“P” maiuscola.
Discorso di papa Francesco.
Sintesi.
“Mettetevi in politica!” ci
ha esortato il Papa, “Ma, per favore, nella grande politica! Nella politica con
la ‘P’ maiuscola. Attraverso anche la passione educativa e la partecipazione al
confronto culturale. giustizia sociale.
Ho poi presentato
brevemente il 5° capitolo dell’enciclica
Mario. Sintesi.
La proposta politica contenuta
nell’enciclica Fratelli tutti, i di papa Francesco,
pubblicata il 3-10-20, è veramente nuova, rispetto
alla dottrina sociale tra il 1891 (enciclica Le novità di
papa Leone 13°) e il 2009 (enciclica Carità nella
verità di papa Benedetto 16°).
Al centro della
proposta politica dell’enciclica vi è la categoria (così
definita nel documento) di popolo. Non in senso etnico, né
storico, né mistico, ma mitico. Si precisa che
è una realtà viva, dinamica, aperta, capace di includere le
differenze.
Il popolo tende al bene per virtù propria di fraternità, per
questo emergono movimenti capaci di essere seminatori di
cambiamento. Dovrebbero
incontrarsi e coordinarsi per contare di più in società.
Secondo il Papa l’individualismo
è all’origine del male sociale
contemporaneo.
Ognuno è pienamente
persona, si legge nell’enciclica, quando appartiene a un popolo, e al tempo
stesso non c’è vero popolo senza rispetto per il volto di ogni persona. Popolo
e persona sono dunque termini correlativi. Disgregando il popolo
ne risente quindi la dignità della persona umana.
Nel dialogo possono conciliarsi
convenienza sociale, consenso e verità obiettiva. L’importante è rinunciare ad
un’idea monolitica di verità. Bisogna attivare processi di
incontro in cui essere anche capaci di rinunciare a qualcosa per ottenere
l’accordo. Si legge nell’enciclica:
Il Papa indica la via
della gentilezza in quelle relazioni umane:
Occorre operare sapientemente,
perché bisogna essere efficaci, facendo anche ricorso con intelligenza alle
scienze e alla tecnologia.
*****************gli
interventi*******************
Beatrice è
intervenuta sottolineando due punti dell’enciclica che le sono piaciuti.
Uno è la critica del
liberismo economico- in particolare nel paragrafo 168:
168. Il mercato da
solo non risolve tutto, benché a volte vogliano farci credere questo dogma di
fede neoliberale. Si tratta di un pensiero povero, ripetitivo, che propone
sempre le stesse ricette di fronte a qualunque sfida si presenti. Il
neoliberismo riproduce sé stesso tale e quale, ricorrendo alla magica teoria
del “traboccamento” o del “gocciolamento” – senza nominarla – come unica via
per risolvere i problemi sociali. Non ci si accorge che il presunto
traboccamento non risolve l’inequità, la quale è fonte di nuove forme di
violenza che minacciano il tessuto sociale.
Il mercato, poi, non si autoregola. Se si autoregolasse non avremmo
avuto mascherine vendute a duecento euro nella prima fase critica del lockdown
nella pandemia!
E’ apprezzabile la
proposta di rafforzare le Nazioni Unite mediante una loro riforma.
Carlo ha osservato che il Papa si
rivolge direttamente ai politici, alle persone dei politici, dando una
definizione non astratta, teorica, ma praticissima, del lavoro del politico,
nel paragrafo 186:
Se qualcuno aiuta
un anziano ad attraversare un fiume – e questo è squisita carità –, il politico
gli costruisce un ponte, e anche questo è carità. Se qualcuno aiuta un altro
dandogli da mangiare, il politico crea per lui un posto di lavoro, ed esercita
una forma altissima di carità che nobilita la sua azione politica.
Di questo insegnamento si
tirano le somme nel paragrafo 197 in cui c’è un traccia per un vero e proprio
esame di coscienza di chi fa politica: la politica è più nobile
dell’apparire, del marketing; bisogna chiedersi “Quali forze
positive ho liberato? Quanta pace sociale ho seminato? Che cosa ho prodotto nel
posto che mi è stato affidato?”.
Ha osservato che però sono poche le iniziative della comunità
cristiana per i politici, per la loro spiritualità.
Gloriana.
Ha confermato che gli
incontri tra politici e amministratori di cui ha parlato Carlo sono stati
accolti con un grande entusiasmo. Si vuole ora organizzarli anche nelle singole
Regioni, coinvolgendo le Diocesi. anche se la pandemia ha per ora
ostacolato questo programma.
I politici sentono il
bisogno di un sostegno spirituale.
Sergio.
Al par. 158 dell’enciclica il Papa
sottolinea che la categoria di popolo, che è centrale in questo
capitolo, non è una categoria angelicata.
158. Esiste infatti un
malinteso. «Popolo non è una categoria logica, né è una categoria mistica, se
la intendiamo nel senso che tutto quello che fa il popolo sia buono, o nel
senso che il popolo sia una categoria angelicata. Ma no! È una categoria mitica.
Il popolo non ha sempre
ragione.
Come la cattiva moneta
caccia la buona moneta, la cattiva politica caccia la buona politica. Purtroppo
è più comodo fare cattiva politica.
Il vero popolo è
quello che riesce a includere, che riesce a dare possibilità a tutti, al
meglio. E questo non è qualcosa che si raggiunga e si mantenga per sempre.
E’ vero: il successo
delle politiche liberali e del meccanismo di mercato è sotto gli occhi di
tutti. E’ un successo terribile perché si basa su una grossa
ingiustizia. E’ anche vero che non esiste ancora un sistema che
possa sostituirlo. Questa è una grossa responsabilità, che abbiamo tutti noi.
C’è ancora molto da fare per una nuova economia, rispetto all’elaborazione
solida, strutturata, che in circa tre secoli hanno prodotto economisti
liberali.
Angela.
Il Papa non è solo nel mondo.
Angela ha ricordato l’agenda
2030 delle Nazioni Unite, che si propone l’abolizione della povertà
e della fame. Non si tratta più di lottare contro la povertà, ma di fare in
modo che i poveri non ci siano più. Le organizzazioni internazionali servono e
prefigurano un nuovo modello di umanità.
Ha proposto, sul tema
dell’indifferenza alla politica, un video con un discorso tenuto dal
giurista Piero Calamandrei, nel 1955, a studenti universitari milanesi.
Sintesi del discorso di
Calamandrei.
La Costituzione non è una
macchina che una volta messa in moto va via da sola. La Costituzione è un pezzo
di carta, non si muove. Perché si muova, occorre ogni giorno metterci dentro il
combustibile. Bisogna metterci dentro l’impegno, lo spirito, la volontà di
mantenere queste promesse, la propria responsabilità.
Per questo una delle offese
che si fa alla Costituzione è l’indifferenza alla politica. Un po’ una malattia
dei giovani. L’indifferentismo.
Daniele
Il suo intervento si basa
sull’esperienza fatta quale candidato alle elezioni regionali.
Ma in politica la visione
non basta. In politica serve il consenso, servono i voti. Una cosa molto
concreta. Occorre metodo e organizzazione per avere quel consenso
elettorale. Altrimenti non si riuscirà mai a contare in politica.
Bisogna cominciare a muoversi, a
livello locale, in maniera un po’ più organizzata.
Elisa
Se si sogna da soli, rimane
un sogno; se sogniamo tutti insieme è la realtà che si mette in movimento.
Secondo me questo è uno dei messaggi del Papa: svegliare il popolo, oltre ai
politici.
Don Emanuele
Bisognerebbe recuperare il
motto di don Milani I care - mi interessa - me
ne prendo cura. Il contrario del motto fascista me ne frego.
E’ facile, nei
confronti della politica, lamentarsi e giudicare. Bisogna comprendere la
complessità dei problemi politici e mettersi al servizio di tutti. La
formazione è importante per tutti. Gli intellettuali devono fare la loro parte.
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Per accedere agli incontri in Google
Meet:
A) da PC fisso, PC portatile,
tablet
1) se già non lo avete fatto (ad
esempio acquisendo un indirizzo email del tipo xxxx@gmail.com - procedura che consigliamo),
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dovrete inserire un indirizzo email che vi identificherà e scegliere una vostra
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comunicate l’indirizzo email con il quale vi siete registrati su
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inviato, qualche giorno prima della riunione programmata, un link e
un codice per accedere a alla videoconferenza in Google Meet Meet.
Si può accedere sia con il
link che con il codice. Per accedere mediante il link è sufficiente cliccarci
sopra, dopo aver effettuato l’accesso a Google.
2) accedete a Google, con l’email e
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A questo punto potete seguire due
metodi per accedere alla riunione in teleconferenza:
a) mediante link del tipo
https://meet.google.com/abc-defg-hil?authuser=0 :
3a) cliccate sul link;
4a) nella finestra che si aprirà,
cliccate su CHIEDI DI PARTECIPARE e attendete di essere ammessi alla
riunione;
b) mediante codice (del tipo abc-defg-hil)
3b) cliccate sul quadratino di
puntini in alto a destra e poi sull’icona verde di Meet;
4b) selezionate PARTECIPA A UNA
RIUNIONE;
5b) inserite il codice di accesso
che avrete ricevuto, facendo COPIA/INCOLLA;
6b) cliccate su CONTINUA
7b) cliccate su CHIEDI DI
PARTECIPARE e attendete di essere ammessi alla riunione.
B) da smartphone:
a) mediante link
1a) cliccate sul link;
2a) nella finestra che si aprirà,
cliccate su CHIEDI DI PARTECIPARE;
b) mediante codice
1b) aprite la app Meet (che avrete
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2b) cliccate su CODICE RIUNIONE e
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3b) cliccate su CHIEDI DI
PARTECIPARE e attendete di essere ammessi.
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indicando, se volete essere
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