Laici
“Sono laico” mi
disse una volta un mio compagno di classe al liceo, ed era tutto fiero di
esserlo. Per lui, laico significava non credente.
Ci sono anche i laici credenti,
naturalmente: noi. Ma, tra noi, non
ci chiamiamo laici, perché non c’è tanto
da esserne fieri.
La definizione canonica e teologica di laico nella nostra Chiesa la
si trova nella Costituzione Luce per le
genti - Lumen Gentium del Concilio Vaticano 2° (1962-1965):
31. Col nome di laici si intende qui l'insieme dei
cristiani ad esclusione dei membri dell'ordine sacro e dello stato religioso
sancito nella Chiesa, i fedeli cioè, che, dopo essere stati incorporati a
Cristo col battesimo e costituiti popolo di Dio e, nella loro misura, resi
partecipi dell'ufficio sacerdotale, profetico e regale di Cristo, per la loro
parte compiono, nella Chiesa e nel mondo, la missione propria di tutto il
popolo cristiano.
Quindi è
laico chi non è prete, vescovo, monaco, monaco, frate o suora. Il laico è definito in negativo, è stato
osservato. E’ quello che non è, in
particolare non è nessuno di quelli che nella nostra Chiesa contano. E’
certamente una definizione umiliante e anche obsoleta, ma rimane alla base di
tutto ciò che si dice in genere dei laici nella nostra Chiesa.
Recentemente le donne, con una decisione d’imperio del Papa, sono stati
ammesse ai ministeri dell’accolitato e del lettorato (li svolgono
di fatto dagli anni Settanta, almeno in Italia). Un passo avanti? Una volta
quelli erano i primi gradi dell’Ordine Sacro, della procedura per diventare
preti, ma poi, dagli anni Settanta, non lo sono più e solo allora vi sono stati
ammessi i laici, e ora, tardivamente, anche le donne, le quali, benché
costituiscano la parte apparentemente prevalente dei laici attivi e praticanti, sono ancora fortemente discriminate, anche tra
i laici stessi, che sono quelli che nella nostra Chiesa contano poco o nulla.
Le uniche
posizioni che, in ausilio, i laici
possono svolgere nella Chiesa sono
più o meno quelle dette para-clericali,
perché vanno a coprire i vuoti spaventosi che si sono aperti nel clero. Allora
poi però vengono criticati perché tendono a clericalizzarsi.
In FUCI il
nostro assistente ecclesiastico, una volta che si trattò del laicato e delle
evoluzioni che si erano avute nelle concezioni che lo riguardavano, ricordava
che tra i preti una volta circolava la battuta che le posizioni dei laici nella
Chiesa erano: seduti, in piedi, in ginocchio e con la
mano al portafogli.
Il campo
proprio dei laici dovrebbe essere, insegna il Magistero, quello fuori
della Chiesa, le cosiddette realtà temporali, nel senso che evolvono
nel tempo, vale a dire le società civili e le scienze, contrapposte a quelle sacre che rimarrebbero sempre le stesse e dovrebbero rimanere nelle
mani di preti, vescovi e appartenenti a ordini religiosi. In realtà nulla
rimane lo stesso tra gli umani e anche il modo con cui si parla del sacro è cambiato moltissime volte dalle origini, e anche
ora è così. E poi certamente clero e religiosi sono stati molto attivi nella
società civile, non si sono sicuramente limitati dal sacro: sono loro che
definiscono i confini. Quella concezione del campo dei laici è un modo più
gentile per cristallizzare una loro condizione di emarginazione, facendo
tuttavia apparire di voler apprezzare ciò che fanno.
In realtà
di laici e di laicità
si parla anche in altro modo e in
altri sensi, in particolare riferendosi a certi atteggiamenti nei confronti
della realtà.
Un
atteggiamento laico è quello di chi
sa distinguere come funzionano realtà e
società dalle storie mitologiche usate in religione: quindi chi non si muove
con atteggiamento fideistico e, entrato a pilotare
un’automobile, fa come dice il manuale e non si limita a pregare che tutto vada
bene.
Questo
atteggiamento laico è ora prescritto anche nella Costituzione
dogmatica Luce per le genti - Lumen
gentium;
36. Se per autonomia
delle realtà terrene si vuol dire che le cose create e le stesse società hanno
leggi e valori propri, che l'uomo gradatamente deve scoprire, usare e ordinare,
allora si tratta di una esigenza d'autonomia legittima: non solamente essa è
rivendicata dagli uomini del nostro tempo, ma è anche conforme al volere del
Creatore.
Non è sempre andata così, naturalmente, anche
se in quel documento si sorvola sui secoli bui in cui la si pensava
diversamente. E' proprio perché la si pensava diversamente, ed erano secoli bui,
che il movimento che dal Seicento pensò che si dovette cambiare e fare luce viene definito Illuminismo o dei Lumi. Ancora oggi esso
viene aspramente criticato in religione, anche se si è imparato molto da esso.
In questo diverso senso della laicità, anche preti, monaci e frati
devono agire con atteggiamento laicale.
Infine vi è la laicità che consiste nella desacralizzazione, nel sottrarre ad ogni
sistema di potere l’appoggio del sacro, facendolo apparire voluto dal Cielo e
quindi indiscutibile. Il nostro magistero sacralizza e desacralizza con una
certa arbitrarietà e quando lamenta che nulla più sia considerato sacro pensa
anzitutto al proprio potere e poi ai poteri con cui in passato si federò,
regolando una sorta di condominio sui popoli credenti. Le democrazie moderne
hanno progressivamente ripudiato la sacralizzazione e la laicità nel senso di
secolarizzazione, vale a dire desacralizzazione, è loro essenziale. Non possono esistere senza.
E infatti i processi democratici nella nostra Chiesa stentano molto e soffrono dell’emarginazione
umiliante della maggior parte dei fedeli e, in particolare, della quasi
totalità delle donne.
Il Concilio Vaticano 2° ebbe tra i suoi temi
principali una revisione della teologia del laicato. All’epoca innovò molto,
tanto che i suoi deliberati in materia devono ancora trovare piena attuazione,
ma, alla luce dell’evoluzione delle società Occidentali, appare essere
invecchiato presto, nel campo del laicato è diventato obsoleto.
Uno delle missioni che l’Azione Cattolica si è
data storicamente è di organizzare la partecipazione attiva del laicato nella Chiesa e fuori, e questo
particolarmente dopo il Concilio Vaticano 2°. In Azione Cattolica, dove non c’è
emarginazione del laicato e delle donne, possiamo vedere come potrebbe essere
una Chiesa diversa veramente animata anche dai laici.
Mario
Ardigò - Azione Cattolica in San Clemente papa - Roma, Monte Sacro, Valli