Per l’incontro di AC San Clemente in Google Meet su Messaggio per la giornata della pace 2021
-
23-1-21 h 16:45
Il Messaggio è un documento del magistero pontificio che
contiene dottrina sociale.
La dottrina sociale è considerata parte della teologia morale e
contiene principi per costruire e governare le società alla luce di quelli
evangelici.
La nostra Chiesa ha sempre diffuso dottrina
sociale anche in documenti, quindi in testi scritti. Un grandioso esempio
nell’antichità è l’opera La città di Dio
del vescovo Agostino d’Ippona, scritta nel 5° secolo.
A partire dalla metà dell’Ottocento, i problemi politici che il Papato
ebbe, in particolare in Italia dove il nazionalismo era riuscito infine a porre
termine al suo piccolo regno territoriale con capitale Roma, portò il Papato ad
assecondare i moti civili dei cattolici di opposizione al nuovo regno unitario,
di impostazione nazionalista, monarchica fedele a Casa Savoia, liberale,
blandamente anticlericale e fortemente avversa alle rivendicazioni territoriali
del Papato, considerate sovversive e come tali trattate anche con misure di
polizia. Da qui la nuova dottrina sociale che
si fa iniziare con l’enciclica Le novità
- Rerum novarum, diffusa nel 1891 sotto l’autorità del papa Leone 13°. Essa
fu centrata sul socialismo, sul proletariato e sulle politiche di giustizia
sociale. Prese le parti dei ceti popolari che, sottomessi in vario modo ad
ingiustizie sociali, erano rimasti fedeli al Papato e al clero, ma volle allontanare
le iniziative sociali in loro favore dal socialismo di quell’epoca, che si
manifestava irreligioso oltre che fortemente anticlericale e tentato dalla
violenza di piazza. In Benito Mussolini quando militò nel socialismo italiano
(il Partito socialista italiano fu fondato nel 1892, l’anno successivo
all’enciclica Le novità, ma già in
Italia vi erano state altre formazioni che al socialismo si richiamavano)
vediamo ben rappresentato il modello del socialista rivoluzionario italiano a
cavallo tra Ottocento e Novecento.
Per il Papato l’Italia è sempre stata un laboratorio politico molto
importante. Da noi fece pratica di azione sociale al tempo dell’affermazione
delle democrazie popolari, basate sul suffragio universale, e dei fascismi
storici. Da questa esperienza sociale maturò nuove convinzioni su democrazia e
pace: la prima come via per la seconda e la seconda come condizione della
prima. I principi del magistero sociale del Papato furono fondamentali nel
processo di unificazione europea che ha avuto (finora) il suo culmine nel 2009
con l’entrata in vigore del Trattato di Lisbona e con la costruzione
dell’Unione Europea come oggi la viviamo.
I radiomessaggi natalizi di papa Pio 12^ tra il 1942 e 1945, mediante i
quali i Papato ordinò all’Azione cattolica di costruire in Italia un regime
democratico che prevenisse nuove guerre catastrofiche, la Costituzione La
gioia e la speranza del Concilio Vaticano 2^ (terminato nel 1965), e il
magistero dei Papi Giovanni 23^, in particolare con l’enciclica La pace in
terra (1963), Paolo 6^, in particolare con l’enciclica Lo sviluppo dei
popoli (1967), a cui seguì, dal 1 gennaio 1968 l’istituzione della Giornata
mondiale della pace, e Giovanni Paolo 2^, in particolare con l’enciclica Il
Centenario (in occasione dei cento anni dall’enciclica Le novità)
furono altrettante tappe di questo processo culturale. Con l’enciclica Il
Centenario si volle dare la base ideologica per la rifondazione dell’unione
continentale europea dopo la fine delle divisioni con la parte orientale finita
sotto regimi comunisti di impostazione sovietica.
Il magistero di papa Francesco ha affrontato i
problemi di pacificazione del nuovo mondo in cui la sopravvivenza di otto
miliardi di persone dipende da un sistema di strettissime interconnessioni
economiche a livello globale. Tutto il mondo è diventato la nostra casa
comune e non abbiamo più scelta: non potremo sopravvivere se non rifondando
una nuova fraternità su scala immensa, in modo da prenderci cura di
quella casa comune che ormai è l’intero pianeta.
In questo contesto si situa il Messaggio di
quest’anno.
I Papi dagli anni Sessanta producono veramente molti documenti di
magistero sociale. Non sempre però abbiamo la pazienza di leggerli. “La pace”,
un nuovo documento del papa sulla pace. Ah, la “pace”… E tiriamo
fuori meccanicamente quello che di
solito ci sentiamo dire in tema, pronti a prenderne realisticamente le distanze
nelle situazioni di crisi che ci riguardano, in cui le colpe degli attentati
alla pace sono sempre degli avversari. E il nuovo documento del papa sulla pace
rimane inesplorato. Ragioniamo in fondo come se si trattasse sempre della stessa
dottrina di sempre, come nel caso dei dogmi: invece la dottrina
sociale si sta rapidamente evolvendo, perché segue la velocissima evoluzione
delle società di riferimento. Dunque non
è mai “la solita” dottrina. E i documenti dei Papi debbono essere letti,
e soprattutto capiti, quindi letti con attenzione.
Nel Messaggio 2021 siamo esortati, tutti,
a collaborare a costruire una nuova cultura della cura, come base per
processi di pace. Vengono proposte come esemplari le figure del Buon
Pastore e del Buon Samaritano. Proteggere, andare a salvare, medicare,
le azioni conseguenti. Ma su scala globale.
“Siamo noi i custodi dei fratelli lontani?”. Sì! E questo perché
la realtà è interconnnessa e solo in una nuova solidarietà fraterna ci si
salva, altrimenti si perisce, tutti insieme.
Nella dottrina sociale fino a Paolo 6^ la principale minaccia per
l’umanità era considerata una guerra mondiale condotta con l’impiego dell’arma
atomica. Nel magistero di Giovanni Paolo 2^ i totalitarismi atei e
l’asservimento delle persone. In quello di
papa Francesco un modello di sviluppo economico che, con il totalitarismo
ateo del consumismo individualistico, in cui ognuno pensa per sé, crea le
condizioni per l’asservimento di popoli interi e per l’esaurimento delle
risorse del pianeta, quindi poi per conflitti fratricidi per accaparrarsele. Le
nostre società, se non decidiamo di prendercene cura, diverranno epicentri
di insicurezza, causa di guerra.
Nel Messaggio siamo esortati a costruire processi per progettare
e mettere in pratica questa nuova cultura della cura su scala
planetaria. Solo un Papa, oggi, arriva a pensare qualcosa di simile, mente gli
altri grandi capi sociali in genere partono dal “WE FIRST”, “NOI
PRIMA DI TUTTO” dove il NOI sono i gruppi, stati, alleanze di stati
a cui devono rispondere, mentre un papa pensa di dover rispondere innanzi tutto
a Dio. Ecco che allora, in un discorso politico, può ancora far appello alla
tenerezza, compassione e preoccupazione per tutti gli esseri umani senza
timore delle accuse di tradimento dei suoi.
Mario Ardigó – Azione Cattolica in San
Clemente papa- Roma, Monte Sacro, Valli