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sinodali
Sito del Sinodo 2021-2023 (generale)
Siti del cammino sinodale delle Chiese italiane
https://camminosinodale.chiesacattolica.it/
Sito della Segreteria generale del Sinodo dei vescovi
http://secretariat.synod.va/content/synod/it.html
Prospettive sinodali
Sul tempo si è scritto tanto. Il Capodanno
serve a rendercelo pensabile, a ridurlo alla nostra misura. Infatti l’infinito
e lo smisurato ci sfuggono.
A
Capodanno ci sentiamo al centro tra l’anno vecchio e quello nuovo. Ci abbiamo
costruito sopra una immaginifica festa. Le abbiamo dato connotati cristiani,
perché dal Medioevo abbiamo iniziato a contare gli anni dall’ipotetico anno di nascita
del Maestro. L’inizio di un nuovo evo.
Oggi possiamo essere molto precisi nel misurare il tempo, ma in quel campo, per
fissare l’inizio di quella nostra storia, dobbiamo accontentarci di quello che
ci è stato tramandato ed è meno di ciò che ci servirebbe. Possiamo convenire
che tutto iniziò nel Primo secolo nel Vicino Oriente. Seguendo inizialmente la
diaspora giudaica, si diffuse verso Settentrione, Oriente, Meridione e
Occidente. Gli inizi ci sono ancora un po’ misteriosi. Le fonti non abbondano e
non vengono ritenute sempre affidabili. Oggi è molto diverso. Quando si
ricostruirà la storia della nostra riforma sinodale, scriveremo che si
iniziò il 9 ottobre 2021. Rimarrà legata alla memoria di papa Francesco. Si
voleva realizzare una Chiesa sinodale, come mai c’era stata prima. Si
voleva che tutti partecipassero, anche se molto meno gente di una volta
aveva l’abitudine di venire in chiesa. Ma, comunque, venire in chiesa
non basta per essere veramente sinodali.
C’e di mezzo l’idea del Popolo di Dio,
che fu centrale durante i lavori del Concilio Vaticano 2º, svoltosi a Roma,
appunto nella Basilica di San Pietro e in altri complessi del Vaticano tra il
1962 il 1965. Ma non si sa bene come
organizzarlo e renderlo veramente partecipe. Nei due millenni della nostra
storia ecclesiale da esso si è distinta la gerarchia, impersonata da
clero e religiosi. Essa ha preso a definire ciò che deve essere
creduto per essere considerati dentro la Chiesa. Comunemente si ritiene
che l’iniziatore di questa modalità di rendere un servizio ecclesiale sia stato
il filosofo palestinese Giustino, vissuto nel Secondo secolo e giustiziato a
Roma. Col tempo ha preso sempre più spazio nell’attività di governo ecclesiale,
finendo al centro dei Concili ecumenici, vale a dire i raduni con
larghissima partecipazione delle Chiese cristiane, che, fino al Concilio
Vaticano 2º, si conclusero, tutti, formulando anatemi contro
coloro che rimanevano dissenzienti. Le questioni controverse di allora di
solito sfuggono alla comprensione della gente di fede. Oggi siamo molto più
tolleranti, salvo che con clero e religiosi, i quali non godono della libertà
delle altre persone.
Quando si ricorderà la nostra nuova
sinodalità probabilmente si accennerà che non ne abbiamo fatto questione di definizioni.
Abbiamo solo cercato di andare d’accordo facendo partecipare molte più
persone di prima, e in particolare le donne.
Naturalmente questo obiettivo di
coinvolgimento appare ancora veramente molto lontano. La gerarchia sta organizzando
tutto come sempre ha fatto. Tende a fidarsi solo di chi non è libero, ma le
rimane incatenato addosso. La grande maggioranza del Popolo di Dio non
si trova più in quella umiliante condizione, salvo che nelle liturgie formali,
dove è ridotto ai margini ed è solo una platea. E' stato l’effetto delle
consuetudini democratiche, che apparentemente sono molto temute da chi sta
dirigendo i cammini sinodali. Non si vorrebbe che contenessero attività parlamentari
né che si facesse questione di ideologie, vale a dire che ci si provasse a
mettere in discussione l’ideologia discriminatoria sulla quale la gerarchia si
fonda. Insomma, non si dovrebbe discutere. È chiaro, però, che così si è poco o
nulla sinodali.
Il Papa ha lamentato che non ci sono le
strutture per attuare una vera sinodalità ed evidentemente, nonostante che
sulla carta, per il diritto canonico, sia un sovrano assoluto, non ritiene di
poterle ancora istituire. Ha preso una decisione saggia: quella di
sperimentarle sul campo. È chiaro che però questo può farsi dove la
sperimentazione sia sorretta da un movimento di popolo, cosa che in
Italia, oggi, non c’è. Altrimenti risulta impossibile vincere la resistenza del
s’è sempre fatto così.
Bisogna
essere chiari, però. La sinodalità non è essenziale per la spiritualità
personale, che può validamente essere praticata anche con quello che c’è. Il
problema è che le nostre Chiese si sono abituate ad incidere molto sulle
società nelle quali sono immerse e questo, ai tempi nostri, non si può fare se
non essendo sinodali. Non credo
che rischino di essere totalmente soppiantate, ma una lenta eclissi sì. C’è
veramente troppa poca gente che viene in chiesa e, almeno nell’Europa
occidentale, clero e religiosi appaiono demotivati, costretti come sono nelle
maglie gerarchiche, al contrario di tutti gli altri.
I cristiani europei hanno contribuito in modo
determinante a creare un’Europa di pace, tra popoli che si erano duramente
combattuti, ed anche per questioni di definizioni dogmatiche che, quando
si è decisa finalmente di piantarla, sono state risolte tutto sommato
rapidamente. La teologia della gerarchia di solito non vi dà molta importanza e
ancora è ossessionata dalla nostalgia della cristianità medievale, quando sognò
di essere il vertice di tutto. Ma senza cristiani realmente partecipi e capaci
di sviluppare con autonomia delle ideologie appropriate ai tempi, vale a dire
degli orientamenti strutturati per l’azione collettiva, la costruzione di pace
Europea rischia davvero di finire male.
Papa Francesco, nell’enciclica Laudato si’,
del 2015, ha indicato importanti obiettivi politici a livello globale che ha
detto rilevanti per la fede. Altri ancora se ne potrebbero indicare,
sviluppando le linee dell’imponente dottrina
sociale predicata da 130 anni. Ma se non ci si vuole limitare a predicare,
bisogna fare spazio a tutte le persone di fede, a cominciare dalle
realtà di prossimità come le parrocchie, ad esempio in una parrocchia molto
popolosa come la nostra. Non ne vedo ancora alcun vero segnale. Le commissioni
sinodali sono piene di preti e religiosi, non vi è un’organizzazione come
il Comitato centrale dei cattolici tedeschi nel Sinodo della Chiesa tedesca,
con ruoli paritari rispetto alla gerarchia.
Il mio augurio per il 2022 è, allora, di
riuscire, tutti noi, compresi clero e religiosi a costruire in Italia
una vera sinodalità.
Mario Ardigó – Azione
Cattolica in San Clemente papa – Roma, Monte Sacro, Valli