La prossima guerra mondiale
Le notizie che giungono dalla frontiere tra Ucraina e Federazione Russa
indicano che in quella parte d’Europa si sta organizzando una guerra mondiale.
Si tratta di territori che fino all’inizio degli anni ’90 era compresi nel
territorio dell’Unione Sovietica. Là non si è mai vissuto il processo di
pacificazione tra popoli che si erano combattuti per millenni che ha portato
alla costituzione dell’Unione Europea. Nel conflitto sono coinvolte potenze che
in vario modo e misura hanno inglobato dei cristianesimi, ma non cristianesimi
di pace, nella loro ideologia politica:
gli Stati Uniti d’America, l’Ucraina, la Bielorussia e la Federazione russa. L’altro
giorno Lituania, Estonia e Lettonia, le nazioni Baltiche, perché si
affacciano sul mar Baltico, si sono schierate con l’Ucraina iniziando a trasferirvi
forniture militari ricevute dagli Stati Uniti d’America: sono divenute parti nel
conflitto e lo sono della NATO. Nel caso fossero invase, automaticamente, per
il trattato NATO, l’Italia sarebbe in guerra e si dovrebbe iniziare la
mobilitazione generale, richiamando gente alle armi per classi d’età. Nel corso
di incontri diplomatici recenti tra Stati Uniti d’America e Federazione Russa
si è convenuto che, nel caso di invasione dell’Ucraina da parte dei russi, gli
Stati Uniti d’America non useranno l’arma nucleare e non trascineranno la NATO,
l’alleanza politico-militare tra nazioni europee e del Nord America in una
guerra a sostegno dell’Ucraina. Dunque: la guerra può iniziare. I
contendenti non la temono più, confidando che non sarà totale. Tuttavia
gli esperti di strategia bellica avvertono che quando si inizia una guerra di
quella portata non se ne possono programmare realisticamente gli sviluppi, come
accadde durante la Seconda Guerra Mondiale, combattuta con armamenti molto meno
potenti di quelli che la scienza e la tecnica hanno messo a disposizioni degli
stati. Nel caso di coinvolgimento bellico degli Stati Uniti d’America in Europa,
questo genererà opportunità in un altro scenario conflittuale, quello tra la
Cina popolare, ad ordinamento neo-comunista totalitario, e la Repubblica
insediata nell’isola di Taiwan, fortemente appoggiata e armata dagli Stati
Uniti d’America. Infatti fatalmente questi ultimi avranno meno risorse da impiegare
in questa zona. Ciò potrebbe incoraggiare l’invasione di Taiwan da parte dell’altra
Cina, che da tempo la minaccia. Una guerra in Ucraina causerebbe probabilmente
l’interruzione delle forniture energetiche della Federazione Russa all’Europa
occidentale, qualora l’Unione Europea si non si mantenesse neutrale, cosa che ben
difficilmente potrebbe avvenire, in quanto questo atteggiamento creerebbe un
pericoloso precedente che potrebbe mettere in pericolo l’integrità di altri
stati ex sovietici, in primo luogo le nazioni Baltiche. Se scoppierà la guerra,
sarà per noi o un inverno molto freddo o un inverno di guerra.
Questo lo scenario storico.
A fronte di questo concreto e gravissimo
pericolo di guerra, quest’anno le celebrazioni per la Giornata della pace sono
trascorse quasi completamente inavvertite, come sembra sarà per quelle della Settimana
di preghiera per l’unità dei cristiani. Pace e Unità dei
cristiani sono temi strettamente connessi, perché, da un lato, fino al
Seicento i contrasti tra cristianesimi furono all’origine di efferate e
lunghissime guerre europee e, dall’altro, nell’Europa occidentale proprio l’azione
politica dei cristianesimi democratici animati da cattolici ed evangelici furono
elemento determinante del processi di pacificazione che ha portato all’Unione Europea
e ad una lunghissima epoca di pace, durata oltre settant’anni. Una pace così lunga
non era mai accaduta in Europa.
In Italia ci siamo abituati alla pace stabile. Quando facevo le elementari,
negli anni Sessanta, era ancora diverso: il mio maestro ci avvertì che
sicuramente saremmo stati richiamati in guerra, che una parte di noi sarebbe morta
combattendo e che, tuttavia, non dovevamo temere, perché quello era il destino
di tutti gli uomini.
Regna un Papa che proviene da molto lontano, da una parte del mondo
ancora instabile, che in passato conobbe conflitti, ma che non fu mai coinvolta
nelle due ultime guerre mondiali,
rimanendovi neutrale. Da quelle parti probabilmente si è convinti della possibilità
di rimanere neutrali in una guerra
europea, contrariamente a ciò che l’esperienza storica insegna.
Nel 1990, quando stava per scoppiare la prima
Guerra del Golfo, nel lontano Iraq, ricordo che nel mondo, e anche in Italia,
si fecero grandi manifestazioni per la pace: oggi che il pericolo è concreto
come allora ma molto, molto, più vicino, praticamente nulla. Non si manifesta,
né si prega.
Perché non si prega? Si confida che l’ordinamento
mondiale sia ancora in grado di prevenire la guerra, e ciò contro l’esperienza
recente (parti dell’Ucraina sono già state invase militarmente dalla
Federazione Russa), o che la preghiera sia, in fondo, inutile, così come
qualunque mobilitazione popolare?
Se la preghiera è inutile, lo è anche la religione. E perché si
dovrebbero ancora impegnare tempo e interiorità in una cosa divenuta inutile?
Il mondo va come è sempre andato, come è scritto nel libro biblico più sconsolato,
il Quoelet:
Nella
vita dell’uomo, per ogni cosa c’è il suo momento,
per
tutto c’è un’occasione opportuna.
Tempo
di nascere, tempo di morire,
tempo
di piantare, tempo di sradicare,
tempo
di uccidere, tempo di curare,
tempo
di demolire, tempo di costruire,
tempo
di piangere, tempo di ridere,
tempo
di lutto, tempo di baldoria,
tempo
di gettare via le pietre,
tempo
di raccogliere le pietre,
tempo
di abbracciare, tempo di staccarsi,
tempo
di cercare, tempo di perdere,
tempo
di conservare, tempo di buttar via,
tempo
di strappare, tempo di cucire,
tempo
di tacere, tempo di parlare,
tempo
di amare, tempo di odiare,
tempo
di guerra, tempo di pace.
Ogni
cosa al suo posto
Perché
tanto lavorare e tribolare?
Che
senso hanno tutte le fatiche
alle
quali Dio ha sottoposto l’uomo?
Dio
ha dato un senso a tutto,
ha
messo ogni cosa al suo posto.
Negli
uomini Dio ha messo il desiderio
di
conoscere il mistero del mondo.
Ma
non son capaci di capire
tutto
quel che Dio ha fatto,
dalla
prima all’ultima cosa.
Mi
sono convinto che la cosa migliore per l’uomo
è
stare sereno e godersi la vita.
[Qoelet
3,1-12 - versione TILC]
Ora,
dunque, è venuto il tempo della guerra, quello al quale presiedeva l’antico dio
Marte. Gli antichi, in definitiva, erano molto più realisti di noi, che
sognammo la pace universale.
Mario Ardigò – Azione Cattolica in San Clemente
papa – Roma, Monte Sacro, Valli