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Un disegno grandioso
Preghiera al Creatore
Signore
e Padre dell’umanità,
che hai creato tutti gli esseri umani con la stessa dignità,
infondi nei nostri cuori uno spirito fraterno.
Ispiraci il sogno di un nuovo incontro, di dialogo, di giustizia e di pace.
Stimolaci a creare società più sane e un mondo più degno,
senza fame, senza povertà, senza violenza, senza guerre.
Il
nostro cuore si apra
a tutti i popoli e le nazioni della terra,
per riconoscere il bene e la bellezza
che hai seminato in ciascuno di essi,
per stringere legami di unità, di progetti comuni,
di speranze condivise. Amen.
Preghiera cristiana ecumenica
Dio
nostro, Trinità d’amore,
dalla potente comunione della tua intimità divina
effondi in mezzo a noi il fiume dell’amore fraterno.
Donaci l’amore che traspariva nei gesti di Gesù,
nella sua famiglia di Nazaret e nella prima comunità cristiana.
Concedi
a noi cristiani di vivere il Vangelo
e di riconoscere Cristo in ogni essere umano,
per vederlo crocifisso nelle angosce degli abbandonati
e dei dimenticati di questo mondo
e risorto in ogni fratello che si rialza in piedi
Vieni,
Spirito Santo! Mostraci la tua bellezza
riflessa in tutti i popoli della terra,
per scoprire che tutti sono importanti,
che tutti sono necessari, che sono volti differenti
della stessa umanità amata da Dio. Amen.
[dall’enciclica
Fratelli tutti, di papa Francesco (2020)]
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Sto
cercando di parlare un po’ in giro di questo cammino sinodale al quale
siamo stati convocati, ma, devo essere sincero a rischio di apparire
presuntuoso, non ho ancora incontrato, non solo tra le persone laiche, chi si
mostri veramente consapevole del disegno grandioso che si è andato dispiegando
dall’esortazione apostolica La gioia del Vangelo (2013), all’enciclica Laudato
si’ (2015) e all’enciclica Fratelli tutti (2020), che abbiamo posto
al centro della riflessione comunitaria
del nostro gruppo di AC nell’anno associativo 2020/2021. Il suo senso è questo:
un modo rinnovato di essere e fare Chiesa per collaborare mediante la
pratica del vangelo a salvare l’umanità e il mondo intero che essa abita.
Mi pare
che, allora, prevalga, un certo scetticismo. Quindi, anche quando si organizza
qualcosa, e c’è chi lo deve fare anche per dovere d’ufficio, lo si fa con
scarso entusiasmo. Poi si ritorna alla solita routine e, di anno in anno, si
leggono le statistiche sulla gente che va in chiesa, che è sempre meno. Non
è forse perché, anche per colpa nostra, la pratica liturgica appare inutile nel
mondo di oggi?
Quello che con il cammino sinodale si
cerca di realizzare va molto oltre la riforma ecclesiale strettamente intesa, in
particolare il mero bilanciamento dei poteri tra Papa, vescovi, clero e
religiosi e il resto del popolo di fede. O le questioni delle definizioni che
purtroppo fin quasi dalle origini sembrano essere stato l’assillo prevalente
della gerarchia nelle diverse fasi storiche del suo strutturarsi ed evolversi
fino si nostri tempi. Per cui la teologia sembra fatta quasi solo di quello nonostante
che il vangelo non sia fatto di questo,
ed è per questo che può ancora essere la nostra gioia. Il Fondatore ci
fu Maestro, ma non era un professore di teologia.
Il fine di questo processo che si vuole
innescare in noi spiega perché tutti noi, fratelli tutti, siamo
chiamati a porvi mano, a parteciparvi, perché senza di noi tutti non ha
possibilità di essere attuato. Non si tratta solo di predicare dai pulpiti,
organizzare liturgie e altre forme di preghiera e di catechizzare con le
parole della teologia quelli che riusciamo a trattenere in chiesa,
ma di cambiare profondamente la nostra vita sociale per diffondere la pratica
del vangelo nel mondo d’oggi, così trasformandolo e salvandolo. Non è
questione solo di cambiare noi stessi,
nell’atletica spirituale, ma di costruzione sociale, di ideare nuovi
modi di convivenza e non solo nelle nostre realtà di prossimità, anche se
certamente a partire da esse.
Di solito, quando parliamo di come va il mondo,
non ne siamo soddisfatti e diamo la colpa ai governanti e, comunque,
agli altri. Così non c’è mai un’assunzione di impegni che ci coinvolgano
veramente, la vita va come va e noi trascinati in essa, come da una corrente,
e, al dunque, la nostra religiosità si risolve nel partecipare distrattamente qualche
volta alla messa e, alle brutte, ne chiedere la salvezza al Cielo.
Storicamente le religioni, ma in particolare
la nostra che è stata, e in parte ancora è, quella dei dominatori del mondo,
hanno contribuito a plasmare le nostre società, nel bene e nel male. Il male è
in genere dipeso dalla loro corruzione per fini di potere e di interesse, innanzi
tutto quello di dominare per sfruttare. Potrebbero essere realmente diverse,
guidare dai loro più alti ideali? Possiamo essere veramente trasformati dalle
religioni? Ad una considerazione realistica si dovrebbe rispondere
negativamente, perché la loro storia, la loro tremenda storia, è stata quello
che è stata, ma appunto, la religione ci consente di vedere come trasfigurata
quella realtà e di cogliervi ciò che
il Cielo vi ha seminato, aprendoci alla speranza.
Se noi ci incontriamo per lasciarci
coinvolgere da questa dinamica evangelica, dalla forza del vangelo, è possibile
che riusciamo a suscitare il germe di questo mondo nuovo? È il senso della cammino
sinodale, che è un processo aperto:
la soluzione non è scontata.
«Ma quando il Figlio dell’uomo
tornerà troverà ancora fede sulla terra?» (dal Vangelo secondo Luca dal
capitolo 18, versetto 8 – Lc 18,8), anche questa è una domanda aperta.
Per prepararci al cammino sinodale, per intenderne
meglio il senso, consiglio di meditare sul capitolo ottavo dell’enciclica Fratelli
tutti intitolato “Le religioni al servizio della fraternità nel mondo”.
Mario Ardigó – Azione Cattolica in San
Clemente papa – Roma Monte Sacro, Valli