Azione
Cattolica – F.A.Q. (domande più frequenti)
(le risposte alle F.A.Q. che seguono sono frutto di
una elaborazione fatta da Mario Ardigò, sulla base di quello che pensa di aver
capito dell’Azione Cattolica. Non esprimono necessariamente il pensiero dei
vertici associativi, né rappresentano un’interpretazione autentica
dell’ideologia associativa – I lettori sono quindi invitati a verificarne
personalmente la correttezza e fedeltà e
a far pervenire eventuali rettifiche o integrazioni all’account <mario.ardigo@acsanclemente.net>; di esse si darà atto nel blog)
L’Azione Cattolica Italiana è un’associazione di
laici nella Chiesa cattolica che si impegnano liberamente
per realizzare, nella comunità cristiana e nella società civile, una
specifica esperienza, ecclesiale e laicale, comunitaria e organica, popolare e
democratica. (dallo Statuto)
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Ulteriori notizie sul blog
http://www.acvivearomavalli.blogspot.com/
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Oggi, 8 dicembre, solennità dell'Immacolata Concezione, dopo la messa delle nove, sono state benedette e distribuite le nuove tessere di AC per il 2021. Abbiamo anche rinnovato gli impegni associativi.
La campagna
di adesione proseguirà: sarà possibile ritirare la nuova tessera di AC anche
dopo le prossime messe domenicali delle nove.
A chi non potrà muoversi da casa, invieremo la tessera per posta.
Aderiamo e facciamo aderire quest’anno più che mai! Nell’era del Covid 19,
aderiamo ad un’associazione sana e vera che sa come si costruisce e
si ricostruisce. L’AC “serve” davvero e non solo a chi ci sta dentro. Chi la
ama, davvero, lo mostra adesso!
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Dall'omelia svolta durante la messa delle nove dal nostro assistente ecclesiastico, don Emanuele
Adamo, dopo il suo peccato, aveva paura di Dio. La via
della santità, sul modello di Maria, è accettare il suo disegno su di noi."
[sintesi di Mario Ardigò, per come ha inteso le parole del celebrante]
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L’Azione Cattolica è fatta per persone di
ogni età, fin dai piccolissimi (3-5
anni). Sono state elaborate proposte di impegno per tutti. Il centro nazionale
e quelli diocesani supportano il lavoro dei gruppi parrocchiali. La struttura
dell’Azione Cattolica è democratica e la sua azione si avvale del contributo di
tutti.
L’Azione Cattolica ha fatto
dell’attuazione dei principi del Concilio Vaticano 2° il suo principale settore
di lavoro collettivo. Ora è anche fortemente impegnata nella presa di
coscienza, nello sviluppo e nell’attuazione pratica dei nuovi principi della
dottrina sociale contenuti nel magistero del papa Francesco e, in particolare,
nell’esortazione apostolica La gioia del
Vangelo e nell’enciclica Laudato si’.
Nella
nostra parrocchia sono in corso importanti innovazioni in AC. Ci si propone, in particolare, di iniziare le
attività di un gruppo ACR, l’Azione Cattolica Ragazzi. Le riunioni
infrasettimanali del gruppo adulti/adultissimi
riprenderanno a ottobre. Il gruppo parrocchiale di AC anima la messa
domenicale delle ore nove.
Propongo di seguito alcune risposte alle
domande che più frequentemente vengono poste in materia di Azione Cattolica.
Ulteriori informazioni sulla struttura,
finalità, metodo e progetti dell’Azione Cattolica possono trovarsi sul sito
dell’Azione Cattolica nazionale e
diocesana
http://azionecattolica.it/
http://www.acroma.it/
L’impegno dei laici di fede in Azione
Cattolica è corale, dalla vita di tutti si impara e tutti possono contribuire a
renderlo più efficace e bello. Con le parole del motto di un jamboree,
il grande raduno annuale degli scout, di tanti anni fa: “Di più saremo
insieme, più gioia ci sarà”.
L’impegno in
Azione Cattolica è vita sociale di fede nella libertà.
Chi decidesse
di avvicinarci per aderire, non pensi di trovare le cose già fatte, di salire
su un treno in corsa e di sedersi da passeggero facendosi trasportare. Di
potersi limitare a seguire un qualche metodo per il quale esista un manuale
dettagliato di istruzioni. Si tratta, di anno in anno, di costruire una nuova casa, di ideare e
attuare nuovi progetti di impegno. In particolare nel clima di rinnovamento che
si vive nella Chiesa italiana, si tratta sempre, in fondo, di ripartire.
Del resto
quella della rifondazione dovrebbe caratterizzare la nostra esperienza
religiosa, nella quale ci è anticipato che tutte le cose saranno fatte
nuove. Non viviamo in un museo, che ci si possa limitare a spolverare di
tanto in tanto. L’Azione Cattolica vive nel quartiere
Valli di Roma, come dice il titolo di questo blog: AC-VIVE-A-ROMA-VALLI!
1. L’Azione Cattolica è Chiesa cattolica?
L’Azione
Cattolica è una delle associazioni di laici inserite nell’organizzazione
della Chiesa cattolica italiana. Il suo statuto è approvato dal Consiglio Episcopale Permanente della Conferenza Episcopale Italiana. Vi sono
diverse altre associazioni che hanno analoghe caratteristiche di particolare
legame con l’organizzazione della Chiesa cattolica italiana.
2. Chi è il laico?
Il laico è il fedele cattolico che non è né
diacono, né prete, né vescovo (vale a dire membro dell’ordine sacro) e che non appartiene a un ordine religioso o a una
congregazione religiosa (che non è, ad esempio, frate o suora; monaco o monaca)
(si veda la definizione che del termine laico
si dà nella Costituzione dogmatica del Concilio Vaticano II Lumen Gentium, al n. 31).
3. Per essere un fedele cattolico
laico è indispensabile aderire all’Azione Cattolica?
No.
4. Se un fedele cattolico laico ha
già aderito ad un altro gruppo religioso laicale o ha il proposito di farlo,
può associarsi all’Azione Cattolica?
Sì. L’adesione all’Azione Cattolica non è esclusiva. Si può far parte di altri gruppi
laicali.
5. L’Azione
Cattolica è un gruppo di spiritualità?
No. Ciò
che caratterizza l’Azione Cattolica non
è un particolare tipo di spiritualità,
anche se i gruppi locali e le altre articolazioni associative esprimono anche
una vita spirituale. Ciascun associato manifesta poi la propria, liberamente
scelta. Alla vita associativa partecipano i Sacerdoti Assistenti per
contribuire ad alimentare la vita spirituale e il senso apostolico.
6. L’Azione Cattolica è un gruppo di
preghiera?
No,
anche se nelle riunioni associative vi sono momenti di preghiera.
7.L’Azione Cattolica è un gruppo di
approfondimento biblico?
No,
anche se associandosi ci si impegna ad approfondire le tematiche bibliche.
8. L’Azione Cattolica è un gruppo di
approfondimento culturale?
No,
anche se associandosi ci si impegna a conoscere e capire di più del mondo in
cui si vive.
9. L’Azione Cattolica è un gruppo
per il catecumenato?
No. La
conversione, il catechismo per il Battesimo
e il Battesimo sono dati per presupposti. In ogni parrocchia dovrebbe
essere costituita un’organizzazione specifica per queste esigenze.
10. L’Azione Cattolica è un gruppo
per il catechismo?
No,
anche se associandosi ci si impegna ad approfondire le verità di fede. In ogni
parrocchia dovrebbe essere costituita un’organizzazione che si occupa
specificamente del catechismo, per i fedeli di tutte le età.
11. L’Azione Cattolica è un gruppo
di propaganda religiosa?
No.
Essa infatti vuole stabilire con i propri interlocutori una relazione molto più
profonda.
12. L’Azione Cattolica è un gruppo
che lavora per il proselitismo religioso o associativo?
L’Azione Cattolica è certamente impegnata,
in diretta collaborazione con il Papa e i vescovi, a far conoscere il Vangelo,
ad esporre le verità di fede, a far comprendere gli ideali religiosi cristiani,
a presentare correttamente il fine e l’azione della Chiesa nel mondo e il
significato della sua liturgia, a raggiungere gli altri nel loro bisogno di
religiosità, ad aiutare tutti a migliorarsi
secondo la fede professata e, in particolare, a capire come fare per
meglio favorire l’accettazione nel mondo di quegli ideali. Ma il proselitismo
religioso o associativo, l’obiettivo di “far numero”, di “distribuire tessere”,
non è tra le sue finalità dirette, anche
se il riavvicinamento alla vita della parrocchia e adesioni associative possono
effettivamente conseguire dalle sue attività.
13.L’impegno degli associati
all’Azione Cattolica parrocchiale è principalmente in parrocchia?
L’Azione Cattolica ha come primo impegno la
presenza e il servizio nella Chiesa locale, quindi anche nella parrocchia.
Tuttavia, in quanto associazione di laici, in essa è fondamentale l’impegno
nella società civile, luogo privilegiato dell’azione laicale, per favorire
l’affermazione dei valori religiosi.
14. Associandosi all’Azione
Cattolica si è sottoposti ad un giudizio sulla propria vita?
No.
15. L’adesione all’Azione Cattolica
richiede un cambiamento di vita?
No.
L’associazione si ritiene arricchita dai doni che le provengono dalle diverse
condizioni ed esperienze di quanti partecipano alla sua vita.
16. L’adesione all’Azione Cattolica
comporta particolari pratiche religiose?
No.
17. L’adesione all’Azione Cattolica
comporta particolari pratiche di vita,
oltre quelle raccomandate a tutti i fedeli laici?
No.
18. L’adesione all’Azione Cattolica
richiede un particolare livello culturale o scolastico?
No.
19. L’adesione all’Azione Cattolica
si sviluppa per gradi iniziatici, vale a dire da livelli inferiori a livelli
superiori di perfezione?
No. Si
è membri a pieno titolo fin dal primo giorno e fin quando si vuole.
20. Per chi è l’Azione Cattolica?
L’Azione Cattolica è per
tutti i fedeli laici cattolici e di
tutti i fedeli laici cattolici.
21. L’Azione Cattolica risolve i
problemi personali degli associati?
Gli
associati si impegnano anche a favorire la comunione fra di loro, quindi anche
all’aiuto reciproco, ma non è detto che dall’associarsi in Azione Cattolica derivi la soluzione dei propri problemi personali.
Non farei quindi molto affidamento su
questo aspetto.
22. L’Azione Cattolica risolve, in
particolare, i problemi affettivi o di socialità?
Può accadere. Ma non è scontato che accada.
Non vi farei molto affidamento.
23. Le persone che, associandosi, si
spendono per le finalità dell’Azione Cattolica devono aspettarsi riconoscimenti
o corrispettivi, anche solo morali o affettivi?
No. Ci
si associa perché si sente bisogno di agire in gruppo in relazione a certi
obiettivi che si pensa di non poter raggiungere individualmente. Ma, come tutte
le esperienze sociali umane, anche
quella nei gruppi di Azione
Cattolica finisce in genere per
deludere certe alte aspettative, almeno sotto il profilo umano. Solo alla lunga
e considerandola complessivamente, specialmente verso la fine di una vita, se
ne può essere in fondo soddisfatti, soprattutto se la si considera con sguardo soprannaturale,
andando contro le apparenze, in spirito evangelico.
24. Chi comanda in Azione Cattolica?
L’Azione Cattolica è retta su basi
democratiche. Tuttavia i suoi
presidenti, a tutti i livelli (nazionale, diocesano, locale) sono nominati
dall’autorità ecclesiastica, su proposta dei rispettivi consigli. A livello
della parrocchia, l’Azione Cattolica
è presente con un’associazione
parrocchiale, che è un’articolazione di quella diocesana. Gli organi
dell’associazione parrocchiale di Azione
Cattolica sono: l’assemblea parrocchiale (programma la
vita associativa e verifica l’attuazione del programma; elegge il consiglio
parrocchiale); il consiglio parrocchiale
(promuove lo sviluppo della vita associativa secondo le linee del programma
approvato dall’assemblea; assicura la presenza dell’associazione nelle
strutture di partecipazione ecclesiale; mantiene i rapporti di amichevole
collaborazione con le gli altri gruppi della parrocchia; propone al parroco la
nomina del presidente parrocchiale); il/la presidente
parrocchiale (nominato/a dal parroco, sentito il vescovo ausiliare
territorialmente competente - promuove e
coordina l’attività del consiglio parrocchiale; convoca e presiede l’assemblea
parrocchiale; insieme al consiglio tiene costanti rapporti con il parroco; si fa
garante degli amichevoli rapporti con l’associazione diocesana; rappresenta
l’associazione parrocchiale).
25. Ma, insomma, quali sono le
caratteristiche per le quali l’Azione Cattolica si differenzia da altri gruppi
laicali?
Non è né facile né semplice rispondere a
questa domanda. Bisogna considerare non solo gli statuti associativi, ma anche
la storia dell’Azione Cattolica italiana.
E, per quanto riguarda gli statuti associativi, bisogna saper intendere bene il
sofisticato gergo teologico con cui sono
stati scritti.
Nello statuto nazionale (articoli 1 e 2) è
scritto che l’Azione Cattolica è
fatta di laici che si impegnano liberamente,
per impregnare dello spirito evangelico
le varie comunità e i vari ambienti. Più avanti (art.3) è scritto che gli
associati si impegnano in particolare anche ad informare dello spirito cristiano le scelte da loro compiute con
propria responsabilità personale, nell’ambito delle realtà temporali (cioè,
traducendo dal gergo teologico, nella società civile). E, ancora, (art.11) che quella in Azione Cattolica è
un’esperienza popolare e democratica. Essa poi è presentata come rivolta alla crescita della comunità
cristiana e si dice animata dalla tensione verso l’unità, da costruire partendo da diverse
esperienze e condizioni di vita. Nell’Atto
Normativo Diocesano della Diocesi di
Roma è scritto che l’esperienza in Azione
Cattolica è una palestra di democrazia e di responsabilità civile.
La storia. Dalla fine del Settecento cominciano
a diffondersi e ad essere attuati, a partire dall’Europa, ideali democratici di
organizzazione sociale. Si produce una profonda e tragica frattura tra
l’organizzazione di vertice della Chiesa cattolica, espressa dal clero, e i
movimenti democratici. Essa attraversa i popoli evangelizzati. In Italia si
complica per l’interferenza del potere temporale dei Papi con la questione
dell’unità nazionale. L’esperienza storica dell’Azione Cattolica è stata la
manifestazione di vari tentativi di
realizzare, senza rompere l’unità ecclesiale, una partecipazione di popolo alla missione
della Chiesa attuata con maggiore responsabilità laicale e secondo criteri di
non esclusiva soggezione gerarchica, sia ideale e programmatica che pratica,
almeno nelle cose che riguardano l’organizzazione della società civile. In ciò
consiste appunto la sua tendenziale democraticità.
L’impegno nel sociale è venuto poi assumendo anche il significato di un tentativo di comporre la
plurisecolare diffidenza dei vertici ecclesiali, e quindi anche della teologia
ritenuta ortodossa dall’autorità, verso le acquisizioni delle scienze
contemporanee, sia naturali che umane. Infine, dal punto di vista politico,
quello di mediare per giungere al superamento del risentimento storico del
papato per la perdita del potere temporale in Italia e della storica
indifferenza dei vertici ecclesiali verso i regimi politici democratici
rispetto a quelli non democratici o addirittura antidemocratici (venuta meno
solo nel 1944 con il radiomessaggio natalizio del Papa Pio XII, mentre ancora
agli inizi del secolo il Papa allora regnante aveva condannato l’idea di una
democrazia cristiana). Con ciò è
chiaro che si è trattato di un’azione che ha riguardato non solo la società
civile, ma anche la stessa Chiesa. Essa si inquadra in un movimento storico di
pensiero e di azione i cui ideali hanno trovato ampia espressione nei documenti
del Concilio Vaticano II (svoltosi a Roma, nella Città del Vaticano, dal 1962
al 1965). A partire da tale evento l’Azione Cattolica, sotto la presidenza di
Vittorio Bachelet, ha fatto della piena attuazione, nella Chiesa e nel mondo,
dei principi stabiliti da Concilio Vaticano II
uno dei suoi principali obiettivi.
26. Vediamo che attualmente nel gruppo di Azione
Cattolica in San Clemente Papa prevalgono numericamente gli elementi più
anziani. Perché?
Il gruppo si trova in una fase di passaggio.
In realtà è composto da persone di diverse età, dai vent'anni ai novanta. E'
portatore di una tradizione culturale importante che deve passare da una
generazione all'altra: questo è il lavoro che attualmente è in corso. Nei
decenni passati l'attenzione del laicato si è forse concentrata su altri temi,
ritenuti più urgenti, e su altre esperienze religiose. Oggi dai vescovi
italiani viene un rinnovato appello ai laici cattolici per un impegno che
corrisponde a quello tipico di Azione Cattolica.
La partecipazione alla riunione del martedì
alle cinque del pomeriggio risultava difficoltosa a chi lavora e si deve
occupare di figli ancora bambini o molto giovani. Abbiamo spostato l'incontro al sabato. Ci sono altre modalità per
tenersi in contatto. I più giovani possono pensare a incontri a loro
specificamente dedicati. E' importante tuttavia mantenere un'occasione
periodica di incontro per tutti gli associati, appunto per favorire il passare
di una tradizione di generazione in generazione. Nell'organizzazione nazionale
e diocesana dell'Azione Cattolica vi sono settori distinti per le varie età e
condizioni della vita. Tuttavia il lavoro che si fa parte dall'idea che c'è un
unico popolo che attraversa la storia
dell'umanità.
L’emergenza sanitaria della pandemia da Covid
19 ci ha spinti a ristrutturare le
riunioni del gruppo, perché la presenza dei più anziani nelle sale parrocchiali
costituisce un serio rischio, pur
cercando di adottare misure di prevenzione e di distanziamento. Ma anche per
consentire una più agevole partecipazione delle persone che lavorano.
Dunque ci riuniremo il secondo, il terzo e il quarto sabato del mese alle ore 16:45. L’orario è stato
anticipato per consentire a chi lo desideri di partecipare alla messa
vespertina.
Il secondo e il quarto sabato ci occuperemo
di temi più specificamente religiosi e di spiritualità. Il terzo sabato
dialogheremo su temi sociali.
Finché durerà la pandemia da Covid 19, le
riunioni si svolgeranno in videoconferenza con l’applicativo Google Meet. Abbiamo acquisito una licenza Google Workspace, che ci consente
incontri in videoconferenza senza limiti di tempo.
Per
accedere agli incontri è necessario registrarsi su Google (chi ha uno telefono cellulare con il sistema operativo Android necessariamente lo ha fatto) e comunicare via email il proprio indirizzo email a:
mario.ardigo@acsanclemente.net
Via email verranno comunicati i link e i
codici di accesso per ogni riunione, con le istruzioni per accedere. Abbiamo
realizzato un video suo YouTube
https://www.youtube.com/watch?v=GorIYoaHGjk
nel quale si spiega, passo dopo passo, come accedere.
Abbiamo anche aperto una mailing list del
gruppo
ac-gruppo-sanclemente-papa-roma@googlegroups.com
e un
gruppo Whatsapp.
Infine, da giugno 2020, stiamo inviando ogni mese una Lettera ai soci con informazioni
sulla vita associativa e con i resoconti delle riunioni del mese precedente.
Questa può essere anche una buona occasione
per cercare di costituire, in modalità
virtuale Google Meet, una
sezione di adulti che si affianchi a
quella storica degli attuali adultissimi.
Potrebbe essere organizzata come gruppo di lettura e di discussione al fine di
orientamento sociale. Sarebbe soprattutto un’occasione per frequentarci e
conoscerci meglio. Chi lavora, e deve
occuparsi anche dei figli, sperimenta di avere poco tempo per questo, ma la
modalità virtuale potrebbe agevolare l’impegno. I programmi di video conferenza
in commercio in genere consentono collegamenti fino a 60 minuti, con ciò
imponendo la sintesi.
27. Che fa l’Azione
Cattolica per la parrocchia?
L’Azione Cattolica opera principalmente nella
società del suo tempo, come un fermento, come il lievito in un impasto. Di
questa società fa parte anche la parrocchia.
Due sono i campi in cui un gruppo di Azione
Cattolica parrocchiale può dare un proprio caratteristico contributo:
l’approfondimento dei temi del Concilio Vaticano 2° e la pratica della
democrazia nella vita di fede. Questo può servire per fare spazio agli altri,
per aprirsi agli altri, per convivere serenamente con il pluralismo della
società del nostro tempo, che si riflette anche nelle nostre collettività
religiose. L’esperienza dell’Azione Cattolica nacque nell’Ottocento proprio con
queste finalità, scegliendo una strada diversa da quella dell’intransigentismo dell’epoca, della dura opposizione contro ogni
moto di progresso sociale: oggi si direbbe del fondamentalismo. Essa si propose di far uscire le collettività
religiose da una condizione di arretratezza culturale, sociale e politica e di
separatezza dal contesto nazionale. Un impegno che appare sempre attuale.
Infatti è sempre viva in religione la tentazione di bastare a se stessi, la
paura di perdersi in un contesto in cui ogni opzione di vita ha lo stesso
valore e vengono a mancare solide fondamenta. In realtà si tratta di
ricostruire pazientemente, di epoca in epoca, le città degli esseri umani, secondo l’auspico di Giuseppe Lazzati,
dove essi possano vivere liberi e felici. Senza una visione di fede è arduo
riuscirci, anche se storicamente le religioni sono state anche fonte di
oppressione e di infelicità. Eppure l’era delle democrazie contemporanee si
apre, nel nord America di fine Settecento, con rivoluzionari che affermano
solennemente che tutti gli uomini sono “creati” uguali e per questo hanno diritto alla ricerca della
felicità: ecco la fede religiosa che libera. Lo ricordò papa Francesco nel suo
viaggio negli Stati Uniti d’America del
2015.
28. In vista dalla ripresa delle attività
del gruppo di AC per la sessione Ottobre 2020/Giugno 2021
Dall'ottobre scorso abbiamo ripreso le attività del nostro
gruppo di AC. Dopo una prima riunione in presenza, nella sala rossa della parrocchia, come di consueto, ci siamo incontrati in Google Meet. La ripresa delle attività in presenza dovrà essere concordata con il parroco, perché
dipende dalla disponibilità di una sala sufficiente a garantire le prescritte
misure di distanziazione interpersonale.
Le
riunioni a cui partecipino persone anziane presentano un maggior rischio in
tempi di epidemia di Covid-19. Questo ha reso necessario incontrarci utilizzando il programma di video conferenze GoogleMeet. Pur non rinunciando agli incontri in presenza in parrocchia quando sarà possibile, la cui
cadenza sarà comunque condizionata dall’evoluzione della situazione sanitaria, ci siamo impegnati, facendo pratica delle modalità di accesso e di partecipazione da remoto, nelle riunioni telematice, per prevenire pericoli di contagio.
Impratichendoci nell’organizzare e partecipare a riunioni in teleconferenza sarà possibile anche organizzare riunioni in presenza con la partecipazione
in parrocchia per chi potrà esserci, e, contemporaneamente, in videoconferenza,
per quelli che non potranno esserci, ad esempio perché costretti a casa per un
periodo di quarantena o di malattia. Basterà portare un computer
portatile nella sala della riunione.
Ad una videoconferenza Meet si può
partecipare mediante un personal computer fisso, un computer portatile, un tablet, ma anche solo uno smartphone, cioè un telefono
cellulare del tipo di quelli che vi ho visto nelle mani. Il tablet è una soluzione molto pratica, perché non
ingombra, ma ha uno schermo abbastanza grande (ce ne sono in vendita al di
sotto dei 100,00 euro). E’ essenziale avere una connessione ad internet: gli
smartphone l’hanno sempre. Poi:
impratichirsi nell’avviare il dispositivo scelto per connettersi a Meet, nello spegnerlo
e nell’accedere al programma di videoconferenza scelto per incontrarci e ad una
casella di posta elettronica. Il minimo per partecipare a una videoconferenza.
Si tratta di abilità pratiche sicuramente accessibili anche a persone anziane,
come a persone molto giovani, addirittura ai bambini prima delle elementari. Le
persone anziane possono farsi aiutare in questo dalle più giovani.
*****************************************
Istruzioni
per partecipare a una riunione in teleconferenza con l’applicativo MEET.
Vi
serve un computer fisso, o un portatile, o un tablet o uno smartphone connesso
alla rete internet. Se per l’età avete
poca dimestichezza con questi strumenti, potreste farvi aiutare da una persona
di famiglia che ce l’abbia.
Per accedere agli incontri in Google Meet:
A) da PC fisso, PC
portatile, tablet
1) se già non lo avete
fatto (ad esempio acquisendo un indirizzo email del tipo xxxx@gmail.com - procedura che
consigliamo), registratevi su Google all’indirizzo
https://accounts.google.com/signup/v2/webcreateaccount?flowName=GlifWebSignIn&flowEntry=SignUp
Nel corso della
registrazione, dovrete inserire un indirizzo email che vi identificherà e
scegliere una vostra password.
Terminata la
registrazione, comunicate l’indirizzo email con il quale vi siete
registrati su Google inviando una email a
mario.ardigo@acsanclemente.net
A quella email vi sarà inviato, qualche giorno
prima della riunione programmata, un link
e un codice per accedere a alla videoconferenza in Google
Meet Meet.
Si può accedere sia con il link che con il
codice. Per accedere mediante il link è sufficiente cliccarci sopra, dopo aver
effettuato l’accesso a Google.
2) accedete a Google,
con l’email e la password con cui vi siete registrati, da questo indirizzo WEB
https://accounts.google.com/login/signinchooser?hl=it&flowName=GlifWebSignIn&flowEntry=ServiceLogin
A questo punto potete
seguire due metodi per accedere alla
riunione in teleconferenza:
a) mediante link del tipo https://meet.google.com/abc-defg-hil?authuser=0 :
3a) cliccate sul link;
4a) nella finestra che
si aprirà, cliccate su CHIEDI DI PARTECIPARE
e attendete di essere ammessi alla riunione;
b) mediante codice (del tipo abc-defg-hil)
3b) cliccate sul
quadratino di puntini in alto a destra e poi sull’icona verde di Meet;
4b) selezionate
PARTECIPA A UNA RIUNIONE;
5b) inserite il codice
di accesso che avrete ricevuto, facendo COPIA/INCOLLA;
6b) cliccate su CONTINUA
7b) cliccate su CHIEDI
DI PARTECIPARE e attendete di essere ammessi alla riunione.
B) da smartphone:
a) mediante link
1a) cliccate sul link;
2a) nella finestra che
si aprirà, cliccate su CHIEDI DI PARTECIPARE;
b) mediante codice
1b) aprite la app Meet
(che avrete scaricato);
2b) cliccate su CODICE
RIUNIONE e inserite il codice di accesso che avrete ricevuto;
3b) cliccate su CHIEDI
DI PARTECIPARE e attendete di essere ammessi.
Segnalate
eventuali problemi con una email a
mario.ardigo@acsanclemente.net
indicando, se volete
essere contattati telefonicamente, un numero di telefono al quale essere
chiamati.
*************************************
Nel complesso, la profonda
modifica della vita sociale a seguito dell’epidemia ci ha sorpreso e più che
altro siamo rimasti in attesa che tutto tornasse come prima, il che però non
potrà avvenire tanto presto, almeno secondo ciò che si sa.
Nella
migliore delle ipotesi però, una campagna vaccinale su larga scala per il
Covid-19 non potrà dare i suoi effetti prima dell’estate prossima, quindi prima
che abbia raggiunto un numero di persone sufficienti a produrre effetti sul
corso dell’epidemia se ne sarà andato tutto l’anno di attività associative.
C’è un tempo per ogni cosa e anche per ogni
vivente, e ciò per le singole persone ma anche per le esperienze sociali. Negli
anni in cui l’AC fu meno apprezzata e non proposta ai giovani come via di
formazione e perfezionamento l’età media del gruppo è aumentata. Le persone
anziane vorrebbero lasciare qualcuno che proseguisse il loro lavoro, ma, nella
religione, oggi vi sono tante difficoltà. E tuttavia non ci rassegniamo ad
essere un gruppo ad esaurimento, come ci volevano in una passata stagione della
vita parrocchiale. Ma se non ci diamo da fare, questo potremmo diventare, dando
così ragione ai nostri critici di una volta.
L’organizzazione
ecclesiastica, d’altra parte, è quella che è e certamente non
incoraggia la partecipazione dei laici. Questi ultimi, in
genere, non vengono formati a partecipare attivamente e quindi non
partecipano. Questo tema non è compreso nella formazione di primo
livello, che per molti è l’unica per una intera vita di fede. Il
clero si lamenta di laici piuttosto clericalizzati, ma dai laici si ribatte che
spesso solo per i clericalizzati c’è vero spazio. Il lavoro dell’Azione
Cattolica dovrebbe contribuire a superare questi problemi e, innanzi tutto, a
imparare, facendone tirocinio, i metodi democratici di partecipazione. Il
nostro statuto definisce l’associazione una palestra di democrazia.
Il metodo democratico ha a che fare con i valori, non solo con le procedure, le
votazioni, per l’attribuzione degli incarichi. Tra quei valori è
molto importante quello della formazione, anche mediante auto-formazione. La
formazione rende capaci di pensiero autonomo e quindi creativi. La
formazione alla democrazia, che deve comprendere un vero tirocinio ad essa,
rende possibile l’azione collettiva, superando, integrandole, le differenze
caratteriali e di punti di vista, in modo da non dover sempre dipendere da un
superiore istituito dall’alto per pacificare. C’è, in definitiva,
qualcosa di molto importante che ci accomuna ed è la nostra fede religiosa.
D’altra parte ogni persona la vive in modo creativo, non si tratta
semplicemente di adeguarsi a modelli della tradizione validi universalmente,
per la donna e per l’uomo, per il bambino, il giovane o l’anziano, per chi
vive nel mondo e per chi vorrebbe vivere fuori
del mondo (tuttavia a
volte legiferando sul mondo), per la persona sana e per quella malata, per
l’oppresso come per l’oppressore e via dicendo.
Leggo che a volte i laici di fede sono
accusati di volersi costruire una fede a modo loro, secondo le
rispettive esigenze personali, come quando si va al supermercato e qualcosa si
sceglie e qualcos’altra la si scarta. E’ un addebito ingiusto e che largamente
dipende da una visione clericalizzata del popolo dei credenti.
Non c’è un modello di fede
che vada bene per tutti. Ci sono del resto moltissime questioni aperte a
livello teologico, che non conviene superare come nel nostro triste passato con
delle specie di scomuniche. Ma anche nella pratica quotidiana, bisogna prendere
consapevolezza che una parte dell’etica religiosa che ancora viene insegnata non
è sostenibile. E certe volte sono proprio i metodi di insegnamento che non
vanno, troppo centrati sulla forza dell’autorità, quando poi la storia ci
dimostra chiaramente che l’autorità raramente ci piglia nelle
questioni che travagliano in particolare la vita dei laici.
Del resto è effettivamente così che va nelle
questioni di fede: finché ci si mantiene sulle generali, certi problemi sono
avvertiti quasi solo dai teologi, quando invece si passa alle questioni
pratiche e si osservano da vicino tutto si complica.
Certo, abbiamo una teologia dogmatica
spietata ma una pastorale piuttosto comprensiva, però questa non è una
soluzione che soddisfi veramente.
Un laicato consapevole potrebbe contribuire a
superare questo stato di cose. Inutile cercare soluzioni nelle teologie
correnti: la teologia ragiona sempre su ciò che è stato già acquisito per altra
via, è un riflessione a posteriori. Bisogna cambiare, o almeno provare a
cambiare, poi i teologi seguiranno.
Una certa familiarizzazione con i ragionamenti
teologici serve, perché i nostri vescovi e i nostri preti hanno
fondamentalmente una cultura teologica, parlano teologico, e
se se ne è completamente digiuni non ci si intende, ma senza eccedere, perché
il metodo della teologia porta in genere a creare ostacoli
insuperabili da parte della teologia stessa, ma superabilissimi nella pratica
delle relazioni umane.
Il
contadino esce, guarda il cielo, e capisce se farà brutto tempo o non, e se è
tempo di seminare o di mietere: è scritto. Ma di questi tempi questo non è più
tanto vero per la questione dell’epidemia in corso. Finirà? Quando? Ne sappiamo
ancora troppo poco per rispondere. I ritmi della nostra vita ne
risultano molto alterati. La stessa incertezza colpisce. Non si riescono più a
are previsioni affidabili. Rimane certo lo scorrere del tempo, per
cui inesorabilmente ci si fa più anziani, così come rimangono le stagioni,
perché il cosmo è indifferente al nostro problema biologico, e
ruota, ruota, ruota, ma la fede è un fatto sociale e se la vita sociale è
colpita, addirittura certe volte interdetta, la fede ne risente.
Mi pare
che nei mesi scorsi si sia data troppa importanza alla sospensione delle
attività liturgiche con la partecipazione effettiva della gente. Si è visto che
si poteva ovviare con le riprese televisive.
pratica della fede non è solo liturgia, che
spesso appare come la recita di certi copioni in una serie di rappresentazioni
clericali che si succedono senza fine.
E’ la nostra fede che riempie di senso vitale
le liturgie a cui partecipiamo, ed è in questo che effettivamente essere
realmente presenti è differente dall’assistere in televisione.
Allora, però, occorre esercitarsi in quella
nostra fede, svilupparla, praticarla attivamente, farla reagire con ciò che ci
accade intorno. In modo, ad esempio, da essere capaci di liturgia anche quando
non siano praticabili quelle consuete, dirette dal clero. Non è
possibile concludere che o la messa o nulla. Naturalmente anche
a questo si è poco o nulla formati. Ed è un problema serio.
Dunque, per
tutti noi l’anno di attività associativa che ci attende sarà molto impegnativo,
richiederà di imparare e praticare cose nuove, perché stiamo vivendo tempi
nuovi, terribili anche, ma essenzialmente nuovi.
Ci sarà una fatica da affrontare, resistenze
anche interiori da superare. Perché in genere ci hanno insegnato ad essere
piuttosto conservatori e, facendoci anziani, lo diveniamo naturalmente.
Ma i
tempi nuovi scompaginano la tradizione, anche solo intesa come l’insieme delle
nostre care consuetudini.
Del reato non ci sono stati promessi
così, tutti nuovi, i tempi che ci hanno insegnato ad attendere?
Per chi vi volesse approfondire segnalo i
seguenti link:
Statuto
AC Nazionale:
http://www0.azionecattolica.it/aci/chi/statuto/statuto.pdf
Atto
normativo diocesano:
http://sacricuoriroma.altervista.org/joomla/images/Azione_Cattolica/ac_roma.pdf