Miei appunti sull'incontro del gruppo romano Uniroma 1 Sapienza del MEIC - Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale sul tema La norma nella scienza e nella morale” tenutosi il 22 maggio 2014 presso la Cappella universitaria dell'Università La Sapienza Roma.
Sono
stati relatori il prof. Carlo Cirotto, Presidente nazionale
del MEIC, Ordinario Università di Perugia (scienze biologiche), e il prof.don Cataldo Zuccaro, già Assistente nazionale del MEIC, Ordinario
Pontificia Università Urbaniana (teologia morale fondamentale)
Dalla relazione del prof. Carlo Cirotto
Nelle discipline scientifiche di solito si
parla di leggi per descrivere le
dinamiche dei fenomeni naturali, come ad esempio quando si parla di legge di gravità, ma ciò non rende bene
l'idea di ciò che si vuole intendere. Non si tratta infatti di un'obbligazione
che viene da fuori. Nelle discipline
scientifiche la parola norma, vale come di norma: descrive ciò che
abitualmente accade, ma con delle eccezioni.
Noi
esseri umani viviamo in un universo di dimensioni mediane tra il più grande e il più
piccolo: in questo modo possiamo comprendere l'uno e l'altro, ma il
problema e di metterli insieme. Possiamo misurare dimensioni in anni luce e parsec,
ma anche cose estremamente piccole. Ci sono norme,
vale a dire regolarità, che
riguardano il grande e il piccolo.
Le leggi classiche, come quelle che regolano il moto dei pianeti
sono di tipo deterministico, come lo è la legge
di Newton della gravitazione universale. Quest'ultima però vale solo per sistemi semplici e necessità di
correzioni nei casi concreti. Le leggi deterministiche valgono comunque solo
per le masse grosse e non per i costituenti atomici o molecolari. E le masse grosse sono soggette a quelle leggi, ma con molte variabili.
Quando
si devono considerare fattori di interazione imprevedibili, si fa ricorso alle leggi probabilistiche per capire le
variabili diverse dalle leggi classiche. Le leggi probabilistiche si applicano ad
esempio a livello molecolare semplice e indicano l la distribuzione di
frequenza intorno a una frequenza media. Esse sono espresse dalla curva di Gauss. Per ogni evento si ha
una certa distribuzione di frequenza: si calcola allora la frequenza media. Le leggi probabilistiche possono essere assai precise: su di esse, ad
esempio, si basa il calcolo del gioco d'azzardo e la possibilità di chi tiene
banco di guadagnare sempre.
Ma per
descrivere e capire i fatti della natura, ma anche ad esempio
dell'economia, si usa anche la legge di
potenza, che può essere compresa pensando a come si distribuiscono i
frammenti quando di sbriciola un biscotto: ci saranno pochi pezzi più grandi e
tanti pezzi più piccoli. E' questa la legge che regola le dinamiche di mercato:
fa capire perché il mercato, lasciato a sé stesso, produca grandi
diseguaglianze.
Per
quanto riguarda le dinamiche della vita biologica bisogna osservare che gli
esseri viventi copiano quello che
c'era prima: quindi la vita biologica non risponde a necessità di ordine
chimico o fisico, ma si sviluppa secondo
la legge dell'evoluzione. Essa
consiste nella conservazione e accumulo delle informazioni. In questo processo
le informazioni subiscono delle variazione, nelle fasi di copiatura, ed esse
talvolta posso arricchire la vita
biologica, essere quindi vantaggiose. Le variazioni rispondono a leggi
probabilistiche: errori nella copiatura accadono statisticamente, ma ci possono
anche essere errori fortunati che
saranno trasmessi alle generazioni seguenti e determineranno un progresso della
specie.
Nelle
concezioni religiose si hanno posizioni fissiste
e posizioni evoluzioniste. In realtà
molte cose sono cambiate nel corso della storia della Chiesa, al modo delle
dinamiche biologiche evoluzionistiche. Lo vediamo ad esempio nei modelli di
santità che ci sono stati storicamente proposti.
dalla
relazione del prof. Zuccaro
La
teologia morale esprime la visione religiosa della norma.
In
passato il discernimento morale era visto come articolato nella coscienza,
l'aspetto soggettivo, e nella norma morale, che esprimeva una verità oggettiva.
In questa visione la coscienza doveva adeguarsi alla norma morale.
Dopo il
Concilio Vaticano 2° si concepisce invece la norma come l'indicazione di un
cammino: essa diventa legge morale quando l'individuo la riconosce doverosa in coscienza.
Le norme
morali si articolano in norme pure,
che esprimono valori storici
permanenti, immutabili (ad esempio il Decalogo),
e in norme che sono interpretazioni di norme pure sulla base delle esperienze
concrete.
Nella
visione più recente, quindi, le norme morali non sono imposizioni dall'esterno,
ma sono strettamente collegate a valori
che a loro volta sono tali perché
conformi alla dignità dell'essere
umano. Esse devono essere riconosciute e accettate a livello soggettivo. Del
resto l'amore, la morte e la coscienza hanno componenti fortemente soggettive.
Gesù ha imposto delle norme? In realtà egli non è venuto a imporci una morale nuova, ma è venuto a
parlarci del Padre.