Domenica 15 novembre 2020 – 33° domenica del Tempo ordinario - Quarta
Giornata mondiale dei poveri - Lezionario dell’anno A per le domeniche e le
solennità – colore liturgico: verde –
salterio: 1° settimana -Letture della Messa - Sintesi dell’omelia svolta
durante la Messa andata in onda dalle
ore 10 sulla rete televisiva Rai 1 dalla Basilica di San Pietro a Roma, celebrata
da papa Francesco.
*********************
Sunday 15
November 2020 - 33rd Sunday in Ordinary Time - Fourth World Day of the Poors -Lectionary
of year A for Sundays and solemnities - liturgical color: green - psalter:
Psalter: psalter: 1st week - Readings the
Mass - Summary of the
homily given during the Mass aired from 10 am o’clock on the Rai 1 television
network from from St. Peter's Basilica in Rome, celebrated by Pope Francis.
Osservazioni ambientali:
cielo nuvoloso; temperatura ambientale 16°C.
Environmental observations: cloudy sky; ambient temperature 16° C.
Un augurio di pace a
tutti i lettori!
Wishes for peace to all readers!
Poiché
per età e storia clinica sono persona a maggior rischio in caso di contagio da
Covid 19, dato l’aggravarsi della pandemia a Roma questa domenica assisterò
alla Messa trasmessa in televisione dal canale Rai 1.
Since I am a person at greatest risk in the event of contagion from Covid
19 due to age and clinical history, given the worsening of the pandemic in Rome
this Sunday I will attend Mass broadcast on television by Rai 1.
Le riunioni
del gruppo AC San Clemente in presenza, in parrocchia sono state di nuovo
sospese, in attesa di una evoluzione favorevole della pandemia da Covid 19, che
attualmente si sta aggravando.
Nel mese di novembre terremo riunioni del
gruppo in videoconferenza Google Meet
il secondo, in terzo e il quarto sabato del mese, alle ore 17. Quest’anno seguiremo il cammino
cristologico proposto dal sussidio del Settore Adulti “Da corpo a corpo”,
articolato su cinque aree tematiche.
The first ordinary meeting took place yesterday. It was very interesting
and participatory. This week I will publish some reports of it.Il 28
novembre ci incontreremo per la seconda riunione ordinaria riservata ai soci. Dialogheremo sul verbo “Abbassarsi”.
il 21
novembre dialogheremo su temi sociali e la riunione sarà aperta anche alle
persone che non sono socie.
Chi è
socio ha ricevuto i codici di accesso con la Lettera ai soci di novembre
e mediante la ml del gruppo. Chi non è socio potrà richiedere il codice di
accesso per la riunione del 21 novembre, comunicando via email a
mario.ardigo@acsanclemente.net
il proprio
nome, la parrocchia in cui abita, in
temi di interesse e la email con cui si è registrato su Google (è necessario farlo). Può partecipare chi
abita in Italia. I dati personali di chi
non è socio saranno utilizzati solo per consentirgli la partecipazione alla
riunione per cui saranno inviati e saranno cancellati dopo quella riunione;
sarà necessario inviarli nuovamente per partecipare ad una riunione successiva.
The meetings of the AC San Clemente group in
attendance in the parish have been suspended again, pending a favorable
evolution of the Covid 19 pandemic, which is currently worsening.
In
November we will hold meetings of the Google Meet videoconference group on the
second, third and fourth Saturdays of the month, at 5 pm. This year we will
follow the Christological path proposed by the supporting text of the Adult
Sector "From body to body", divided into five thematic areas. The
first ordinary meeting took place yesterday.
On November 28th we will meet for the second
ordinary meeting reserved for members. We will discuss the verb
"Lower".
on November 21 we will have a dialogue on
social issues and the meeting will also be open to people who are not members.
Who
is a member has received the access codes with the Letter to the shareholders
of November and through the ml of the group. Non-members can request the access
code for the meeting on November 21st, by communicating via email to
mario.ardigo@acsanclemente.net
your name, the parish where you live, in
topics of interest and the email with which you registered on Google (it is
necessary to do so). Those who live in Italy can participate. The personal data
of those who are not members will be used only to allow them to participate in
the meeting for which they will be sent and will be deleted after that meeting;
you will need to resend them to attend a later meeting.
******************************************************
RACCOMANDIAMO DI OSSERVARE
LE PRESCRIZIONI DELL’AUTORITA’ SANITARIA:
1) indossare la maschera
facciale anche all’aperto, coprendo anche il naso;
2) mantenere una distanza
non inferiori a m 2 dagli altri;
3) evitare gli
assembramenti di persone, anche al momento di ricevere la Comunione.
4) ricevere la Comunione sulla
mano, aspettando che il sacerdote vi posi l’ostia consacrata, senza cercare di
afferrarla prima.
WE RECOMMEND TO FOLLOW THE
REQUIREMENTS OF THE HEALTH AUTHORITY:
1) wearing the face mask even outdoors, also covering the nose;
2) keeping a distance of no less than m 2 from the others;
3) avoiding gatherings of people, even at the moment of receiving
Communion.
4) receiving Communion on the hand, waiting for the priest to place the
consecrated host there, without trying to grab it first.
****************************************
L’Azione
Cattolica Italiana è un’associazione di laici nella chiesa cattolica che si
impegnano liberamente per realizzare,
nella comunità cristiana e nella società civile, una specifica esperienza,
ecclesiale e laicale, comunitaria e organica, popolare e democratica. (dallo Statuto)
Italian Catholic Action is an association of lay people in the Catholic
Church who are freely committed to creating a specific ecclesial and lay,
community and organic, popular and democratic experience in the Christian
community and in civil society. (from the Statute)
**********************************
Note: after
the Italian text there is the translation in English, done with the help of
Google Translator. I tried to correct, within the limits of my knowledge of
English, some inaccuracies that automatic translation still inevitably entails.
I have experimented that even with these inaccuracies the translation allows us
to be understood by those who speak English, in the many national versions of
the world, or who use it as a second or third language. It is the function that
in ancient times carried out the Greek. Trying to be understood by other
peoples corresponds to an ancient vocation of the Church of Rome, which is
still current. The biblical
texts in English are taken from https://www.associationofcatholicpriests.ie, from other Catholic sites in English and from http://www.vatican.va/archive/ENG0839/_INDEX.HTM
(The New American Bible); the texts in english of the
documents of the Second Vatican Council, are taken from sites of Holy See.
******************************************************
Pillole di Concilio / Council pills
Dalla Costituzione
dogmatica sulla Chiesa Luce per le genti
- Lumen gentium, del
Concilio Vaticano 2° (1962-1965)
From the
Dogmatic Constitution on the Church Light
of Nations - Lumen Gentium, of
the 2nd Vatican Council (1962-1965)
Natura e missione dei
laici
31. Col nome di laici si intende qui l'insieme dei cristiani ad esclusione
dei membri dell'ordine sacro e dello stato religioso sancito nella Chiesa, i
fedeli cioè, che, dopo essere stati incorporati a Cristo col battesimo e costituiti
popolo di Dio e, nella loro misura, resi partecipi dell'ufficio sacerdotale,
profetico e regale di Cristo, per la loro parte compiono, nella Chiesa e nel
mondo, la missione propria di tutto il popolo cristiano.
Il carattere secolare è proprio e peculiare
dei laici. Infatti, i membri dell'ordine sacro, sebbene talora possano essere
impegnati nelle cose del secolo, anche esercitando una professione secolare,
tuttavia per la loro speciale vocazione sono destinati principalmente e
propriamente al sacro ministero, mentre i religiosi col loro stato testimoniano
in modo splendido ed esimio che il mondo non può essere trasfigurato e offerto
a Dio senza lo spirito delle beatitudini. Per loro vocazione è proprio dei
laici cercare il regno di Dio trattando le cose temporali e ordinandole secondo
Dio. Vivono nel secolo, cioè implicati in tutti i diversi doveri e lavori del
mondo e nelle ordinarie condizioni della vita familiare e sociale, di cui la
loro esistenza è come intessuta. Ivi sono da Dio chiamati a contribuire, quasi
dall'interno a modo di fermento, alla santificazione del mondo esercitando il
proprio ufficio sotto la guida dello spirito evangelico, e in questo modo a
manifestare Cristo agli altri principalmente con la testimonianza della loro
stessa vita e col fulgore della loro fede, della loro speranza e carità. A loro
quindi particolarmente spetta di illuminare e ordinare tutte le cose temporali,
alle quali sono strettamente legati, in modo che siano fatte e crescano
costantemente secondo il Cristo e siano di lode al Creatore e Redentore.
Dignità dei laici nel
popolo di Dio
32. La santa Chiesa è, per divina istituzione, organizzata e diretta con
mirabile varietà. «A quel modo, infatti, che in uno- stesso corpo abbiamo molte
membra, e le membra non hanno tutte le stessa funzione, così tutti insieme
formiamo un solo corpo in Cristo, e individualmente siano membri gli uni degli
altri » (Rm 12,4-5).
Non c'è quindi che un popolo di Dio scelto da
lui: « un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo » (Ef 4,5); comune è
la dignità dei membri per la loro rigenerazione in Cristo, comune la grazia di
adozione filiale, comune la vocazione alla perfezione; non c'è che una sola
salvezza, una sola speranza e una carità senza divisioni. Nessuna ineguaglianza
quindi in Cristo e nella Chiesa per riguardo alla stirpe o nazione, alla
condizione sociale o al sesso, poiché « non c'è né Giudeo né Gentile, non c'è
né schiavo né libero, non c'è né uomo né donna: tutti voi siete uno in Cristo
Gesù» (Gal 3,28 gr.; cfr. Col 3,11).
Se quindi nella Chiesa non tutti camminano
per la stessa via, tutti però sono chiamati alla santità e hanno ricevuto a
titolo uguale la fede che introduce nella giustizia di Dio (cfr. 2 Pt 1,1).
Quantunque alcuni per volontà di Cristo siano costituiti dottori, dispensatori
dei misteri e pastori per gli altri, tuttavia vige fra tutti una vera
uguaglianza riguardo alla dignità e all'azione comune a tutti i fedeli
nell'edificare il corpo di Cristo. La distinzione infatti posta dal Signore tra
i sacri ministri e il resto del popolo di Dio comporta in sé unione, essendo i
pastori e gli altri fedeli legati tra di loro da una comunità di rapporto: che
i pastori della Chiesa sull'esempio di Cristo sono a servizio gli uni degli
altri e a servizio degli altri fedeli, e questi a loro volta prestano
volenterosi la loro collaborazione ai pastori e ai maestri. Così, nella
diversità stessa, tutti danno testimonianza della mirabile unità nel corpo di
Cristo: poiché la stessa diversità di grazie, di ministeri e di operazioni
raccoglie in un tutto i figli di Dio, dato che « tutte queste cose opera... un
unico e medesimo Spirito» (1 Cor 12,11).
I laici quindi, come per benevolenza divina
hanno per fratello Cristo, il quale, pur essendo Signore di tutte le cose, non
è venuto per essere servito, ma per servire (cfr. Mt 20,28), così anche hanno
per fratelli coloro che, posti nel sacro ministero, insegnando e santificando e
reggendo per autorità di Cristo, svolgono presso la famiglia di Dio l'ufficio
di pastori, in modo che sia da tutti adempito il nuovo precetto della carità. A
questo proposito dice molto bene sant'Agostino: «Se mi spaventa l'essere per
voi, mi rassicura l'essere con voi. Perché per voi sono vescovo, con voi sono
cristiano. Quello è nome di ufficio, questo di grazia; quello è nome di pericolo,
questo di salvezza».
31. The term laity is here understood to mean all the faithful except
those in holy orders and those in the state of religious life specially
approved by the Church. These faithful are by baptism made one body with Christ
and are constituted among the People of God; they are in their own way made
sharers in the priestly, prophetical, and kingly functions of Christ; and they
carry out for their own part the mission of the whole Christian people in the
Church and in the world.
What specifically characterizes
the laity is their secular nature. It is true that those in holy orders can at
times be engaged in secular activities, and even have a secular profession. But
they are by reason of their particular vocation especially and professedly
ordained to the sacred ministry. Similarly, by their state in life, religious
give splendid and striking testimony that the world cannot be transformed and
offered to God without the spirit of the beatitudes. But the laity, by their
very vocation, seek the kingdom of God by engaging in temporal affairs and by ordering
them according to the plan of God. They live in the world, that is, in each and
in all of the secular professions and occupations. They live in the ordinary
circumstances of family and social life, from which the very web of their
existence is woven. They are called there by God that by exercising their
proper function and led by the spirit of the Gospel they may work for the
sanctification of the world from within as a leaven. In this way they may make
Christ known to others, especially by the testimony of a life resplendent in
faith, hope and charity. Therefore, since they are tightly bound up in all
types of temporal affairs it is their special task to order and to throw light
upon these affairs in such a way that they may come into being and then continually
increase according to Christ to the praise of the Creator and the Redeemer.
32. By divine institution Holy Church is ordered and governed with a
wonderful diversity. "For just as in one body we have many members, yet
all the members have not the same function, so we, the many, are one body in
Christ, but severally members one of another". Therefore, the chosen
People of God is one: "one Lord, one faith, one baptism"; sharing a
common dignity as members from their regeneration in Christ, having the same
filial grace and the same vocation to perfection; possessing in common one
salvation, one hope and one undivided charity. There is, therefore, in Christ
and in the Church no inequality on the basis of race or nationality, social
condition or sex, because "there is neither Jew nor Greek: there is
neither bond nor free: there is neither male nor female. For you are all 'one'
in Christ Jesus".
If therefore in the Church
everyone does not proceed by the same path, nevertheless all are called to
sanctity and have received an equal privilege of faith through the justice of
God. And if by the will of Christ some are made teachers, pastors and
dispensers of mysteries on behalf of others, yet all share a true equality with
regard to the dignity and to the activity common to all the faithful for the
building up of the Body of Christ. For the distinction which the Lord made
between sacred ministers and the rest of the People of God bears within it a
certain union, since pastors and the other faithful are bound to each other by
a mutual need. Pastors of the Church, following the example of the Lord, should
minister to one another and to the other faithful. These in their turn should
enthusiastically lend their joint assistance to their pastors and teachers. Thus
in their diversity all bear witness to the wonderful unity in the Body of
Christ. This very diversity of graces, ministries and works gathers the
children of God into one, because "all these things are the work of one
and the same Spirit".
**************************
Letture bibliche della Messa - Biblical readings of the Mass
Prima lettura -1st
Reading
Dal libro dei dei
Proverbi (Pr 31,10-13.19-20.30-31)
From the book of
Proverbs (Pr 31:10-13.19-20.30-31)
Una donna forte chi potrà trovarla? Ben superiore
alle perle è il suo valore. In lei confida il cuore del marito e non verrà a
mancargli il profitto. Gli dà felicità e non dispiacere per tutti i giorni
della sua vita. Si procura lana e lino e li lavora volentieri con le mani.
Stende la sua mano alla conocchia e le sue dita tengono il fuso. Apre le sue
palme al misero, stende la mano al povero.
Illusorio
è il fascino e fugace la bellezza, ma la donna che teme Dio è da lodare.
Siatele riconoscenti per il
frutto delle sue mani e le sue opere la lodino alle porte della città.
10 The truly capable woman --
who can find her? She is far beyond the price of pearls.
11 Her husband's heart has confidence in her, from
her he will derive
no little profit.
12 Advantage and not hurt she brings him all the
days of her life.
13 She selects wool and flax, she does her work
with eager hands.
19 She sets her hands to the distaff, her fingers
grasp the spindle.
20 She holds out her hands to the poor, she opens
her arms to the needy.
30 Charm is deceitful, and beauty empty; the woman who
fears Yahweh is the one to praise.
31 Give her a share in what her hands have worked
for, and let her works tell her praises at the city gates.
Salmo responsoriale
Dal salmo 127
Responsorial psalm
From the psalm 127
Ritornello / Response:
Beato chi teme il Signore.
Blessed are those who
fear the Lord.
Beato chi teme il Signore
e cammina nelle sue vie.
Della fatica delle tue mani ti nutrirai,
sarai felice e avrai ogni bene.
La tua sposa come vite feconda
nell'intimità della tua casa;
i tuoi figli come virgulti d'ulivo
intorno alla tua mensa.
Ecco com'è benedetto l'uomo che
teme il Signore.
Ti benedica il Signore da Sion.
Possa tu vedere il bene di Gerusalemme
tutti i giorni della tua vita!
1 [Song of Ascents] How blessed are all who fear
Yahweh, who walk in his ways!
2 Your own labours will yield
you a living, happy and prosperous will you
be.
3 Your wife a fruitful vine in the inner places of
your house. Your children round
your table like shoots of an olive tree.
4 Such are the blessings that fall on those who
fear Yahweh.
5 May Yahweh bless
you from Zion! May you see Jerusalem prosper
all the days of your life.
Seconda lettura
Dalla prima lettera di
San Paolo apostolo ai Tessalonicesi (1Ts 5,1-6)
From the first
letter of St Paul the apostle to the Thessalonians (1Ts 5:1-6)
Riguardo ai tempi e ai momenti, fratelli, non
avete bisogno che ve ne scriva; infatti sapete bene che il giorno del Signore
verrà come un ladro di notte. E quando la gente dirà: «C'è pace e sicurezza!»,
allora d'improvviso la rovina li colpirà, come le doglie una donna incinta; e
non potranno sfuggire.
Ma voi, fratelli, non siete
nelle tenebre, cosicché quel giorno possa sorprendervi come un ladro. Infatti
siete tutti figli della luce e figli del giorno; noi non apparteniamo alla
notte, né alle tenebre. Non dormiamo dunque come gli altri, ma vigiliamo e
siamo sobri.
1 Concerning times and seasons, brothers and
sisters, you have no need for anything to be written to you.
2 For you yourselves know very well that the day
of the Lord will come like a thief at night.
3 When people are saying, “Peace and security, ”
then sudden disaster comes upon them, like labor pains upon a pregnant woman,
and they will not escape.
4 But you, brothers and sisters, are not in
darkness, for that day to overtake you like a thief.
5 For all of you are children of the light and
children of the day. We are not of the night or of darkness.
6 Therefore, let us not sleep as the rest do, but
let us stay alert and sober.
Acclamazione al Vangelo
Acclamation to the
Gospel
Rimanete
in me e io in voi, dice il Signore,
chi rimane in me porta molto frutto. (Gv
15,4a.5b)
4A Remain in me as I remain in you, says the Lord.
5B Whoever
remains in me bears much fruit.
(Jn 15:4a.5b)
Alleluia, alleluia.
Vangelo - Gospel
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 25,14-30)
From the Gospel according
to Matthew (Mt 25:14-30)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli
questa parabola: «Avverrà come a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i
suoi servi e consegnò loro i suoi beni.
A uno diede cinque talenti, a
un altro due, a un altro uno, secondo le capacità di ciascuno; poi partì.
Subito colui che aveva ricevuto cinque talenti
andò a impiegarli, e ne guadagnò altri cinque. Così anche quello che ne aveva
ricevuti due, ne guadagnò altri due. Colui invece che aveva ricevuto un solo
talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo
padrone.
Dopo molto tempo il padrone di quei servi
tornò e volle regolare i conti con loro.
Si presentò colui che aveva
ricevuto cinque talenti e ne portò altri cinque, dicendo: Signore, mi hai
consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque. Bene, servo
buono e fedele - gli disse il suo padrone -, sei stato fedele nel poco, ti darò
potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone.
Si presentò poi colui che aveva ricevuto due
talenti e disse: Signore, mi hai consegnato due talenti; ecco, ne ho guadagnati
altri due. Bene, servo buono e fedele - gli disse il suo padrone -, sei stato
fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo
padrone.
Si presentò infine anche colui
che aveva ricevuto un solo talento e disse: Signore, so che sei un uomo duro,
che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso. Ho avuto paura
e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra: ecco ciò che è tuo.
Il padrone gli rispose: Servo
malvagio e pigro, tu sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non
ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così,
ritornando, avrei ritirato il mio con l'interesse. Toglietegli dunque il
talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. Perché a chiunque ha, verrà dato e
sarà nell'abbondanza; ma a chi non ha, verrà tolto anche quello che ha. E il
servo inutile gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di
denti».
14 'It is like a man about
to go abroad who summoned his servants and entrusted his property to
them.
15 To one he gave five talents, to another two, to
a third one, each in proportion to his ability. Then he set out on his journey.
16 The man who
had received the five talents promptly went and traded with them and made five
more.
17 The man who
had received two made two more in the same way.
18 But the man who
had received one went off and dug a hole in the ground and hid his master's
money.
19 Now a long time afterwards,
the master of those servants came back and went through his accounts with them.
20 The man who
had received the five talents came forward bringing five more. "Sir,"
he said, "you entrusted me with five talents; here are five more that I
have made."
21 His master said to him, "Well done, good and
trustworthy servant; you have shown you are trustworthy in small things;
I will trust
you with greater; come and join in your master's happiness."
22 Next the man with
the two talents came forward. "Sir," he said, "you entrusted me
with two talents; here are two more that I have made."
23 His master said to him, "Well done, good and
trustworthy servant; you have shown you are trustworthy in small things;
I will trust
you with greater; come and join in your master's happiness."
24 Last came forward the man who
had the single talent. "Sir," said he, "I had heard you were a
hard man, reaping where you had not sown and gathering where you had not
scattered;
25 so I was afraid, and I went off and hid your
talent in the ground. Here it is; it was yours, you have it back."
26 But his master answered him, "You wicked
and lazy servant! So you knew that I reap where I have not sown and gather
where I have not scattered?
27 Well then, you should have deposited my money
with the bankers, and on my return I would have got my money back with
interest.
28 So now, take the talent from him and give it to
the man who
has the ten talents.
29 For to everyone who has will be
given more, and he will have
more than enough; but anyone who has not, will be
deprived even of what he has.
30 As for this good-for-nothing servant, throw him
into the darkness outside, where there will be
weeping and grinding of teeth."
******************************************************
Sintesi dell’omelia svolta durante la Messa andata in onda dalle 10 sulla
rete televisiva Rai 1 dalla Basilica di San Pietro, in Roma, celebrata da papa
Francesco.
Summary of the homily delivered during the Mass aired from 10 am o’clock on the Rai 1 television network
o’clock on the Rai 1 television network from from St. Peter's Basilica in Rome,
celebrated by Pope Francis.
La parabola che abbiamo ascoltato ha un inizio, un centro e una fine, che illuminano l’inizio, il centro e la fine della nostra vita.
L’inizia da un grande bene: il padrone non
tiene per sé le sue ricchezza, ma le dà ai servi. A chi cinque, a chi due a chi
un talento, secondo la capacità di ciascuno.
E’ stato calcolato che un solo talento equivaleva al
salario di circa vent’anni di lavoro. Era un bene sovrabbondante, che allora
bastava per tutta la vita.
Anche per noi tutto è cominciato con la Grazia
di Dio. Tutto, sempre, comincia con la Grazia, non con le nostre forze, con la
Grazia di Dio, che è Padre e ha messo nelle nostre mani tanto bene, affidando a
ciascuno talenti diversi.
Siamo portatori di una grande ricchezza, che
non dipende da quante cose abbiamo, ma da quello che siamo, dalla vita
ricevuta, dal bene che è in noi, dalle bellezza insopprimibile di cui Dio ci ha
dotati, perché siamo a sua immagine.
Ognuno di noi è prezioso ai suoi occhi. Ognuno di noi è unico e insostituibile
nella storia. Così ci guarda Dio. Così ci sente Dio. Quanto importante è
ricordare questo!
Troppo volte, guardando alla nostra vita,
vediamo solo quello che ci manca. Ci lamentiamo di quello che ci manca. Allora
cediamo alla tentazione del “magari…”.
Magari avessi quel lavoro! Magari avessi quella casa! Magari avessi soldi e successo! Magari non avessi quel
problema! Magari avessi persone
migliori intorno a me!
Ma l’illusione del “magari…” ci impedisce di vedere il bene e ci fa dimenticare i
talenti che abbiamo.
Sì, tu non hai quello, ma hai questo! E il “magari…” fa
che ci dimentichiamo questo.
Ma Dio ce li ha affidati perché conosce
ciascuno di noi e sa di che cosa siamo capaci. Si fida di noi, nonostante le
nostre fragilità.
Si fida anche di quel servo che nasconderà il
talento. Dio spera che malgrado le sue paure, anche lui utilizzi bene ciò che
ha ricevuto.
Insomma, il Signore ci chiede di impegnare il tempo
presente senza nostalgie per il passato, ma nell’attesa operosa del suo ritorno.
Quella brutta nostalgia, no…, che come un umore giallo, un umore nero, avvelena
l’anima e le fa guardare sempre indietro, sempre agli altri, ma mai alle
proprie mani, alle possibilità di lavoro
che il Signore ci ha dato, alle nostre condizioni, anche alle nostre povertà.
Arriviamo così al centro della parabola. E’ l’opera
dei servi, cioè il servizio.
Il servizio è anche la nostra opera, quella
che fa fruttare i talenti e dà senso alla vita.
Non serve infatti per vivere, chi non vive per
servire. Dobbiamo ripetere questo, ripeterlo tanto: non serve per vivere, chi
non vive per servire. Dobbiamo meditare su questo. Non serve per vivere chi non
vive per servire.
Ma qual è lo stile del servizio?
Nel Vangelo
servi bravi sono quelli che rischiano. Non sono cauti e guardinghi. Non conservano
quello che hanno ricevuto, ma lo impegnano.
Perché il bene se non si investe, si perde.
Perché la grandezza della nostra vita non dipende da quanto mettiamo da parte,
ma da quanto frutto portiamo.
Quanta gente passa la vita solo ad accumulare,
pensando a stare bene più che a fare
del bene! Ma come è vuota una vita
che insegue i bisogni senza guardare a
chi ha bisogno!
Se abbiamo dei doni è per essere noi doni agli altri.
E qui, fratelli e sorelle, facciamoci la
domanda: io seguo soltanto i bisogni o sono capace di guardare a chi ha bisogno,
a chi è nel bisogno?
Va sottolineato che i servi che investono e
che rischiano per quattro volte sono chiamati fedeli.
Per il Vangelo non c’è fedeltà senza rischio.
“Ma padre, essere cristiano significa rischiare?”. “Si, caro, cara, rischiare!”. Se tu non
rischi, finirai come il terzo servo, sotterrando le tue capacità, le tue
ricchezze, spirituali, materiali, tutte. Rischiare: non c’è fedeltà senza
rischio.
Essere fedeli a Dio è spendere la vita. E’
lasciarsi sconvolgere in piani dal servizio. “Ma io ho questo piano…”, “Lascia
che si sconvolga il piano, tu servi!”.
E’ triste quando un cristiano gioca sulla
difensiva, attaccandosi solo all’osservanza delle regole e al rispetto dei
comandamenti. Quei cristiani misurati,
che mai fanno un passo fuori delle regole, mai. Perché hanno paura del rischio.
Questi che si prendono tanto cura di se stessi da non rischiare mai, questi
incominciano nella vita un processo di mummificazione dell’anima e finiscono
come mummie. Questo non basta. Non basta
osservare le regole.
La fedeltà non è solo non commettere errori.
E’ negativo, questo. Così pensava il servo pigro della parabola, privo di
iniziative e di creatività. Si nasconde dietro un’inutile paura e seppellisce
il talento ricevuto. Il padrone lo definisce addirittura malvagio. Eppure non ha fatto nulla di male. Già… Ma non ha fatto
niente di bene. Ha preferito peccare di omissione piuttosto che rischiare di
sbagliare. Non è stato fedele a Dio che ama spendersi e gli ha recato l’offesa
peggiore: restituirgli il dono ricevuto. “Tu mi hai dato questo, e io ti do questo”. Niente
di più.
Il Signore ci invita invece a metterci in
gioco generosamente, a vincere il timore con il coraggio dell’amore, a superare
la passività che diventa complicità.
Oggi, in questi tempi di incertezza, in
questi tempi di fragilità, non sprechiamo la vita pensando solo a noi stessi,
con l’atteggiamento dell’indifferenza. Non illudiamoci dicendo “C’è pace e sicurezza”.
San Paolo ci invita a guardare in faccia alla
realtà, a non lasciarci contagiare dall’indifferenza.
Come, dunque, servire secondo i desideri di
Dio?
Il padrone lo spiega al servo infedele.
Avresti dovuto affidare il mio denaro ai
banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con gli interessi.
Chi sono per noi questi banchieri, in grado di procurare un interesse duraturo? Sono i
poveri.
Non dimenticatevi: i poveri sono al centro del
Vangelo. Il Vangelo non si capisce senza i poveri. I poveri sono nella stessa
personalità di Gesù, che, essendo ricco, annientò se stesso. S’è fatto povero.
Si è fatto peccato: la povertà più brutta.
I poveri ci garantiscono una rendita eterna e
già ora ci permettono di arricchirci nell’amore. Perché la più grande povertà
da combattere è la nostra povertà d’amore.
Il libro dei Proverbi loda una donna operosa
nell’amore, il cui valore è superiore alle perle, dice il libro. E’ da imitare questa
donna che, dice il testo, stende la mano al povero. Questa è la
grande ricchezza di questa donna.
Tendi la mano a chi ha bisogno, anziché prendere
quello che ti manca. Così moltiplicherai
i talenti che hai ricevuto.
Si avvicina il tempo del Natale, il tempo
delle feste.
Quante volte la domanda che si fa tanta gente
è “Che cosa posso comprare?”, “Che cosa
posso avere di più?”. “Devo andare
nei negozi a comprare!”. Diciamo
altre parole: “Che cosa posso dare agli
altri per essere come Gesù, che ha dato se stesso e nacque proprio in quel
presepio?” .
Arriviamo così al finale della parabola.
Ci sarà che avrà in abbondanza e chi avrà
sprecato la vita e resterà povero. Alla fine della vita, insomma, sarà svelata
la realtà. Tramonterà la finzione del mondo, secondo cui il potere, il successo
e il denaro danno senso all’esistenza, mentre l’amore, quello che abbiamo
donato, emergerà come la vera ricchezza.
Un grande padre della Chiesa [Giovanni Crisostomo, Discorso II,3 in Discorsi sul povero Lazzaro] scriveva: “Così avviene nella vita, dopo che è
sopraggiunta la morte ed è finito lo spettacolo. Tutti si tolgono la maschera
della ricchezza e della povertà e se ne vanno via da questo mondo. E sono
giudicati solamente in base alle loro opere. Alcuni veramente ricchi, altri
poveri”.
Se non vogliamo vivere poveramente, chiediamo
la grazia di vedere Gesù nei poveri, di servire Gesù nei poveri.
Vorrei ringraziare tanti servi fedeli di Dio,
che non fanno parlare di sé, ma vivono così, servendo.
Penso ad esempio a don Roberto Malgesini [assassinato il 18-9-20 da
un uomo che aveva aiutato]. Questo prete non faceva teorie, semplicemente
vedeva Gesù nel povero e il senso della vita nel servire. Asciugava lacrime con
mitezza in nome di Dio che consola. L’inizio della sua giornata era la
preghiera, per accogliere il dono di Dio. Il centro della giornata la carità,
per far fruttare l’amore ricevuto. Il finale: una limpida testimonianza del
Vangelo. Quest’uomo aveva compreso che doveva tendere la sua mano a tanti poveri che incontrava, perché in
ognuno di loro vedeva Gesù.
Fratelli e sorelle, chiediamo la grazia di non
essere cristiani a parole, ma nei fatti, per portare frutto come desidero Gesù.
Così sia.
The parable we have heard has a beginning, a
center and an end, which illuminate the beginning, the center and the end of
our life.
It begins with a great good: the master does
not keep his wealth for himself, but gives them to his servants. To whom five,
to whom two, to whom one talent, according to the ability of each one.
It has been calculated that a single talent
pays about twenty years of work. It was a superabundant good, which then was
enough for life.
For us too, everything began with God's Grace.
Everything always begins with Grace, not with our strength, with the Grace of
God, who is Father and has placed so much good in our hands, entrusting each
one with different talents. .
We are bearers of a great wealth, which does
not depend on how many things we have, but on what we are, on the life
received, on the good that is in us, on the irrepressible beauty with which God
has endowed us, because we are in his image. Each of us is precious in his
eyes. Each of us is unique and irreplaceable in history. This is how God looks
at us. This is how God feels. How important it is to remember this!
Too many times, looking at our life, we only
see what we lack. We complain about what we lack. So let's give in to the
temptation of “maybe…”. I wish I had that job! I wish I had that house! I wish
you had money and success! I wish you didn't have that problem! I wish I had
better people around me!
But the illusion of "maybe ..."
prevents us from seeing the good and makes us forget the talents we have.
Yes,
you don't have that, but you have this! And the “maybe…” makes us forget this.
But
God has entrusted them to us because he knows each of us and knows what we are
capable of. He trusts us, despite our frailties.
He also trusts that servant who will hide the
talent. God hopes that despite his fears, he too will make good use of what he
has received.
In short, the Lord asks us to commit the
present time without nostalgia for the past, but in the industrious expectation
of his return. That ugly nostalgia, no ..., which like a yellow mood, a black
mood, poisons the soul and makes them always look back, always at others, but
never at their own hands, at the work opportunities that the Lord has given us,
at the our conditions, even our poverty.
Thus we arrive at the center of the parable.
It is the work of the servants, that is, the service.
Service is also our work, the one that makes
talents bear fruit and gives meaning to life.
In fact, it is not necessary to live, who does
not live to serve. We must repeat this, repeat it a lot: it is not necessary to
live, who does not live to serve. We need to meditate on this. It is not
necessary to live who does not live to serve.
But what is the style of the service?
In the Gospel, good servants are those who
risk. They are not cautious and watchful. They do not keep what they have
received, but they commit it.
Because if you don't invest good, you lose.
Because the greatness of our life does not depend on how much we put aside, but
on how much fruit we bear.
How many people spend their lives just
accumulating, thinking about being well more than doing good! But how empty is
a life that pursues needs without looking at those in need!
If we have gifts it is for us to be gifts to
others.
And here, brothers and sisters, let us ask
ourselves the question: do I only follow needs or am I able to look to those in
need, to those in need?
It should be emphasized that servants who
invest and risk four times are called faithful.
For the Gospel there is no fidelity without
risk.
“But
father, does being a Christian mean taking risks?”. "Yes, dear, dear, take
a risk!". If you do not risk, you will end up as the third servant,
burying your abilities, your riches, spiritual, material, all of them. Taking
risks: there is no loyalty without risk.
To be faithful to God is to spend your life.
It is being upset in plans by the service. "But I have this plan ...",
"Let the plan be upset, you serve!".
It is sad when a Christian plays on the
defensive, attaching himself only to observing the rules and respecting the
commandments. Those measured Christians, who never step outside the rules,
never. Because they are afraid of risk. Those who take care of themselves so
much that they never take risks, they begin a process of soul mummification in
life and end up like mummies. This is not enough. It is not enough to observe
the rules.
Fidelity
is not just about not making mistakes. This is negative. So thought the lazy
servant of the parable, devoid of initiative and creativity. It hides behind a
useless fear and buries the talent received. The master even defines him as
evil. Yet he did nothing wrong. Yeah ... But he didn't do anything right. He
preferred to err on the side of omission rather than risk making mistakes. He
was not faithful to God who loves to spend himself and caused him the worst
offense: to give him back the gift received. "You gave me this, and I give
you this." Nothing more.
The Lord, on the other hand, invites us to get
involved generously, to overcome fear with the courage of love, to overcome
passivity that becomes complicity.
Today, in these times of uncertainty, in
these times of fragility, we do not waste our lives thinking only of ourselves,
with an attitude of indifference. Let us not delude ourselves by saying
"There is peace and security".
Saint Paul invites us to look reality in the
face, not to let ourselves be infected by indifference.
How, then, to serve according to God's wishes?
The master explains it to the unfaithful
servant.
You should have entrusted my money to the
bankers and then, on returning, I would have withdrawn mine with interest.
Who are these bankers for us, capable of
obtaining lasting interest? They are the poor.
Do not forget: the poor are at the center of
the Gospel. The Gospel cannot be understood without the poor. The poor are in
the same personality as Jesus, who, being rich, annihilated himself. He became
poor. He made himself sin: the ugliest poverty.
The poor guarantee us an eternal income and
already now allow us to enrich ourselves in love. Because the greatest poverty
to fight is our poverty of love.
The book of Proverbs praises an industrious
woman in love, whose value is higher than pearls, the book says. This woman is
to be imitated who, the text says, extends her hand to the poor. This is the
great wealth of this woman.
Reach out to those in need rather than take
what you lack. Thus you will multiply the talents you have received.
The time of Christmas is approaching, the time
of holidays.
How many times the question that many people
ask is "What can I buy?", "What can I have more?". “I have
to go to the shops to buy!”. Let's say other words: "What can I give to
others to be like Jesus, who gave himself and was born in that crib?" .
Thus we come to the end of the parable.
There will be who will have in abundance and
who will have wasted their life and will remain poor. In short, at the end of life,
reality will be revealed. The fiction of the world will fade, according to
which power, success and money give meaning to existence, while love, what we
have given, will emerge as true wealth.
A great father of the Church [John
Chrysostom, Discourse II, 3 in Discourses on poor Lazarus] wrote: “This is how
it happens in life, after death has come and the show is over. Everyone takes
off the mask of wealth and poverty and leaves this world. And they are judged
solely on the basis of their works. Some really rich, some poor ”.
If we do not want to live poorly, we ask for
the grace to see Jesus in the poor, to serve Jesus in the poor.
I would like to thank many faithful servants
of God, who do not talk about themselves, but live like this, serving.
I am thinking for example of Don Roberto
Malgesini [assassinated on 18-9-20 by a man he had helped]. This priest did not
make theories, he simply saw Jesus in the poor and the meaning of life in
serving. He wiped tears with meekness in the name of God who comforts. The
beginning of his day was prayer, to welcome the gift of God. The center of the
day was charity, to make the love received bear fruit. The ending: a clear
testimony of the Gospel. This man understood that he had to extend his hand to
the many poor he met, because in each of them he saw Jesus.
Brothers and sisters, let us ask for the grace
of not being Christians in words, but in deeds, to bear fruit as I wish Jesus.
So
be it.
Sintesi di Mario Ardigò,
per come ha compreso le parole del celebrante.
Summary of Mario Ardigò, as how he
understood the words of the celebrant.
Avvisi del parroco /
Notices from the parson
Le attività di catechesi
in presenza per la formazione di base dei più giovani sono sospese per
precauzione sanitaria, a causa dell'evoluzione sfavorevole della pandemia.
Catechetical
activities in presence for the basic formation of the youngest are suspended as
a health precaution, due to the unfavorable evolution of the pandemic.
Avvisi di Azione
Cattolica: / Catholic Action Notices:
Le riunioni
del gruppo AC San Clemente in presenza, in parrocchia sono state di nuovo
sospese, in attesa di una evoluzione favorevole della pandemia da Covid 19, che
attualmente si sta aggravando.
Nel mese di novembre terremo riunioni del
gruppo in videoconferenza Google Meet
il secondo, in terzo e il quarto sabato del mese, alle ore 17. Quest’anno seguiremo il cammino
cristologico proposto dal sussidio del Settore Adulti “Da corpo a corpo”,
articolato su cinque aree tematiche.
The first ordinary meeting took place yesterday. It was very interesting
and participatory. This week I will publish some reports of it.Il 28
novembre ci incontreremo per la seconda riunione ordinaria riservata ai soci. Dialogheremo sul verbo “Abbassarsi”.
il 21
novembre dialogheremo su temi sociali e la riunione sarà aperta anche alle
persone che non sono socie.
Chi è
socio ha ricevuto i codici di accesso con la Lettera ai soci di novembre
e mediante la ml del gruppo. Chi non è socio potrà richiedere il codice di
accesso per la riunione del 21 novembre, comunicando via email a
mario.ardigo@acsanclemente.net
il proprio
nome, la parrocchia in cui abita, in
temi di interesse e la email con cui si è registrato su Google (è necessario farlo). Può partecipare chi
abita in Italia. I dati personali di chi
non è socio saranno utilizzati solo per consentirgli la partecipazione alla
riunione per cui saranno inviati e saranno cancellati dopo quella riunione;
sarà necessario inviarli nuovamente per partecipare ad una riunione successiva.
The meetings of the AC San Clemente group in
attendance in the parish have been suspended again, pending a favorable
evolution of the Covid 19 pandemic, which is currently worsening.
In
November we will hold meetings of the Google Meet videoconference group on the
second, third and fourth Saturdays of the month, at 5 pm. This year we will
follow the Christological path proposed by the supporting text of the Adult
Sector "From body to body", divided into five thematic areas. The
first ordinary meeting took place yesterday.
On November 28th we will meet for the second
ordinary meeting reserved for members. We will discuss the verb
"Lower".
on November 21 we will have a dialogue on
social issues and the meeting will also be open to people who are not members.
Who
is a member has received the access codes with the Letter to the shareholders
of November and through the ml of the group. Non-members can request the access
code for the meeting on November 21st, by communicating via email to
mario.ardigo@acsanclemente.net
your name, the parish where you live, in
topics of interest and the email with which you registered on Google (it is
necessary to do so). Those who live in Italy can participate. The personal data
of those who are not members will be used only to allow them to participate in
the meeting for which they will be sent and will be deleted after that meeting;
you will need to resend them to attend a later meeting.