INFORMAZIONI UTILI SU QUESTO BLOG

  Questo blog è stato aperto da Mario Ardigò per consentire il dialogo fra gli associati dell'associazione parrocchiale di Azione Cattolica della Parrocchia di San Clemente Papa, a Roma, quartiere Roma - Montesacro - Valli, un gruppo cattolico, e fra essi e altre persone interessate a capire il senso dell'associarsi in Azione Cattolica, palestra di libertà e democrazia nello sforzo di proporre alla società del nostro tempo i principi di fede, secondo lo Statuto approvato nel 1969, sotto la presidenza nazionale di Vittorio Bachelet, e aggiornato nel 2003.

  This blog was opened by Mario Ardigò to allow dialogue between the members of the parish association of Catholic Action of the Parish of San Clemente Papa, in Rome, the Roma - Montesacro - Valli district, a Catholic group, and between them and other interested persons to understand the meaning of joining in Catholic Action, a center of freedom and democracy in the effort to propose the principles of faith to the society of our time, according to the Statute approved in 1969, under the national presidency of Vittorio Bachelet, and updated in 2003.

*************************

L’Azione Cattolica Italiana è un’associazione di laici nella chiesa cattolica che si impegnano liberamente per realizzare, nella comunità cristiana e nella società civile, una specifica esperienza, ecclesiale e laicale, comunitaria e organica, popolare e democratica. (dallo Statuto)

Italian Catholic Action is an association of lay people in the Catholic Church who are freely committed to creating a specific ecclesial and lay, community and organic, popular and democratic experience in the Christian community and in civil society. (from the Statute)

**********************************

  Questo blog è un'iniziativa di laici aderenti all'Azione Cattolica della parrocchia di San Clemente papa e manifesta idee ed opinioni espresse sotto la personale responsabilità di chi scrive. Esso non è un organo informativo della parrocchia né dell'Azione Cattolica e, in particolare, non è espressione delle opinioni del parroco e dei sacerdoti suoi collaboratori, anche se i laici di Azione Cattolica che lo animano le tengono in grande considerazione.

  Chi voglia pubblicare un contenuto (al di là dei semplici commenti ai "post", che possono essere lasciati cliccando su "commenti" ma solo da chi abbia un’identità Google), può inviarlo a Mario Ardigò all'indirizzo di posta elettronica marioardigo@acsanclemente.net all'interno di una e-mail o come allegato Word a una e-email.

  I contenuti pubblicati su questo blog possono essere visualizzati senza restrizioni da utenti di tutto il mondo e possono essere elaborati da motori di ricerca; dato il tema del blog essi potrebbero anche rivelare un'appartenenza religiosa. Nel richiederne e autorizzarne la pubblicazione si rifletta bene se inserirvi dati che consentano un'identificazione personale o, comunque, dati di contatto, come indirizzo email o numeri telefonici.

  Non è necessario, per leggere i contenuti pubblicati sul blog, iscriversi ai "lettori fissi".

  L'elenco dei contenuti pubblicati si trova sulla destra dello schermo, nel settore archivio blog, in ordine cronologico. Per visualizzare un contenuto pubblicato basta cliccare sul titolo del contenuto. Per visualizzare i post archiviati nelle cartelle per mese o per anno, si deve cliccare prima sul triangolino a sinistra dell'indicazione del mese o dell'anno.

  Dal gennaio del 2012, su questo blog sono stati pubblicati oltre 3.200 interventi (post) su vari argomenti. Per ricercare quelli su un determinato tema, impostare su GOOGLE una ricerca inserendo "acvivearomavalli.blogspot.it" + una parola chiave che riguarda il tema di interesse (ad esempio "democrazia").

GOOGLE INSERISCE DEI COOKIE NEL CORSO DELLA VISUALIZZAZIONE DEL BLOG. SI TRATTA DI PROGRAMMI COMUNEMENTE UTILIZZATI PER MIGLIORARE E RENDERE PIU' VELOCE LA LETTURA. INTERAGENDO CON IL BLOG LI SI ACCETTA. I BROWSER DI NAVIGAZIONE SUL WEB POSSONO ESSERE IMPOSTATI PER NON AMMETTERLI: IN TAL CASO, PERO', POTREBBE ESSERE IMPOSSIBILE VISUALIZZARE I CONTENUTI DEL BLOG.

  Scrivo per dare motivazioni ragionevoli all’impegno sociale. Lo faccio secondo l’ideologia corrente dell’Azione Cattolica, che opera principalmente in quel campo, e secondo la mia ormai lunga esperienza di vita sociale. Quindi nell’ordine di idee di una fede religiosa, dalla quale l’Azione Cattolica trae i suoi più importanti principi sociali, ma senza fare un discorso teologico, non sono un teologo, e nemmeno catechistico, di introduzione a quella fede. Secondo il metodo dell’Azione Cattolica cerco di dare argomenti per una migliore consapevolezza storica e sociale, perché per agire in società occorre conoscerla in maniera affidabile. Penso ai miei interlocutori come a persone che hanno finito le scuole superiori, o hanno raggiunto un livello di cultura corrispondente a quel livello scolastico, e che hanno il tempo e l’esigenza di ragionare su quei temi. Non do per scontato che intendano il senso della terminologia religiosa, per cui ne adotto una neutra, non esplicitamente religiosa, e, se mi capita di usare le parole della religione, ne spiego il senso. Tengo fuori la spiritualità, perché essa richiede relazioni personali molto più forti di quelle che si possono sviluppare sul WEB, cresce nella preghiera e nella liturgia: chi sente il desiderio di esservi introdotto deve raggiungere una comunità di fede. Può essere studiata nelle sue manifestazioni esteriori e sociali, come fanno gli antropologi, ma così si rimane al suo esterno e non la si conosce veramente.

  Cerco di sviluppare un discorso colto, non superficiale, fatto di ragionamenti compiuti e con precisi riferimenti culturali, sui quali chi vuole può discutere. Il mio però non è un discorso scientifico, perché di quei temi non tratto da specialista, come sono i teologi, gli storici, i sociologi, gli antropologi e gli psicologi: non ne conosco abbastanza e, soprattutto, non so tutto quello che è necessario sapere per essere un specialista. Del resto questa è la condizione di ogni specialista riguardo alle altre specializzazioni. Le scienze evolvono anche nelle relazioni tra varie specializzazioni, in un rapporto interdisciplinare, e allora il discorso colto costituisce la base per una comune comprensione. E, comunque, per gli scopi del mio discorso, non occorre una precisione specialistica, ma semmai una certa affidabilità nei riferimento, ad esempio nella ricostruzione sommaria dei fenomeni storici. Per raggiungerla, nelle relazioni intellettuali, ci si aiuta a vicenda, formulando obiezioni e proposte di correzioni: in questo consiste il dialogo intellettuale. Anch’io mi valgo di questo lavoro, ma non appare qui, è fatto nei miei ambienti sociali di riferimento.

  Un cordiale benvenuto a tutti e un vivo ringraziamento a tutti coloro che vorranno interloquire.

  Dall’anno associativo 2020/2021 il gruppo di AC di San Clemente Papa si riunisce abitualmente due martedì e due sabati al mese, alle 17, e anima la Messa domenicale delle 9. Durante la pandemia da Covid 19 ci siamo riuniti in videoconferenza Google Meet. Anche dopo che la situazione sanitaria sarà tornata alla normalità, organizzeremo riunioni dedicate a temi specifici e aperte ai non soci con questa modalità.

 Per partecipare alle riunioni del gruppo on line con Google Meet, inviare, dopo la convocazione della riunione di cui verrà data notizia sul blog, una email a mario.ardigo@acsanclemente.net comunicando come ci si chiama, la email con cui si vuole partecipare, il nome e la città della propria parrocchia e i temi di interesse. Via email vi saranno confermati la data e l’ora della riunione e vi verrà inviato il codice di accesso. Dopo ogni riunione, i dati delle persone non iscritte verranno cancellati e dovranno essere inviati nuovamente per partecipare alla riunione successiva.

 La riunione Meet sarà attivata cinque minuti prima dell’orario fissato per il suo inizio.

Mario Ardigò, dell'associazione di AC S. Clemente Papa - Roma

NOTA IMPORTANTE / IMPORTANT NOTE

SUL SITO www.bibbiaedu.it POSSONO ESSERE CONSULTATI LE TRADUZIONI IN ITALIANO DELLA BIBBIA CEI2008, CEI1974, INTERCONFESSIONALE IN LINGUA CORRENTE, E I TESTI BIBLICI IN GRECO ANTICO ED EBRAICO ANTICO. CON UNA FUNZIONALITA’ DEL SITO POSSONO ESSERE MESSI A CONFRONTO I VARI TESTI.

ON THE WEBSITE www.bibbiaedu.it THE ITALIAN TRANSLATIONS OF THE BIBLE CEI2008, CEI1974, INTERCONFESSIONAL IN CURRENT LANGUAGE AND THE BIBLICAL TEXTS IN ANCIENT GREEK AND ANCIENT JEWISH MAY BE CONSULTED. WITH A FUNCTIONALITY OF THE WEBSITE THE VARIOUS TEXTS MAY BE COMPARED.

domenica 15 novembre 2020

Domenica 15 novembre 2020 – 33° domenica del Tempo ordinario - Quarta Giornata mondiale dei poveri -Letture della Messa - Sintesi dell’omelia svolta durante la Messa andata in onda dalle ore 10 sulla rete televisiva Rai 1 dalla Basilica di San Pietro a Roma, celebrata da papa Francesco.- Sunday 15 November 2020 - 33rd Sunday in Ordinary Time - Fourth World Day of the Poors - Summary of the homily given during the Mass aired from 10 am o’clock on the Rai 1 television network from from St. Peter's Basilica in Rome, celebrated by Pope Francis.

 

Domenica 15 novembre 2020 – 33° domenica del Tempo ordinario - Quarta Giornata mondiale dei poveri -  Lezionario dell’anno A per le domeniche e le solennità – colore liturgico: verde  – salterio: 1° settimana -Letture della Messa - Sintesi dell’omelia svolta durante la Messa andata in onda dalle  ore 10 sulla rete televisiva Rai 1  dalla Basilica di San Pietro a Roma, celebrata da papa Francesco.

 

*********************

 

Sunday 15 November 2020 - 33rd Sunday in Ordinary Time - Fourth World Day of the Poors -Lectionary of year A for Sundays and solemnities - liturgical color: green - psalter: Psalter: psalter: 1st week - Readings the  Mass - Summary of the homily given during the Mass aired from 10 am o’clock on the Rai 1 television network from from St. Peter's Basilica in Rome, celebrated by Pope Francis.




 

Osservazioni ambientali: cielo nuvoloso; temperatura ambientale  16°C.

Environmental observations: cloudy sky; ambient temperature 16° C.  

 

 Un augurio di pace a tutti i lettori!  

 Wishes for peace to all readers!

 

 

Poiché per età e storia clinica sono persona a maggior rischio in caso di contagio da Covid 19, dato l’aggravarsi della pandemia a Roma questa domenica assisterò alla Messa trasmessa in televisione dal canale Rai 1.

Since I am a person at greatest risk in the event of contagion from Covid 19 due to age and clinical history, given the worsening of the pandemic in Rome this Sunday I will attend Mass broadcast on television by Rai 1.

 

Le riunioni del gruppo AC San Clemente in presenza, in parrocchia sono state di nuovo sospese, in attesa di una evoluzione favorevole della pandemia da Covid 19, che attualmente si sta aggravando.

 Nel mese di novembre terremo riunioni del gruppo in videoconferenza Google Meet il secondo, in terzo e il quarto sabato del mese, alle ore 17. Quest’anno seguiremo il cammino cristologico proposto dal sussidio del Settore Adulti “Da corpo a corpo”, articolato su cinque aree tematiche.

The first ordinary meeting took place yesterday. It was very interesting and participatory. This week I will publish some reports of it.Il 28 novembre ci incontreremo per la seconda riunione ordinaria riservata ai soci. Dialogheremo sul verbo “Abbassarsi.

il 21 novembre dialogheremo su temi sociali e la riunione sarà aperta anche alle persone che non sono socie.

  Chi  è socio ha ricevuto i codici di accesso con la Lettera ai soci  di novembre e mediante la ml del gruppo. Chi non è socio potrà richiedere il codice di accesso per la riunione del 21 novembre, comunicando via email a

mario.ardigo@acsanclemente.net

il proprio nome, la parrocchia in cui abita,  in temi di interesse e la email con cui si è registrato su  Google  (è necessario farlo). Può partecipare chi abita in Italia. I dati personali  di chi non è socio saranno utilizzati solo per consentirgli la partecipazione alla riunione per cui saranno inviati e saranno cancellati dopo quella riunione; sarà necessario inviarli nuovamente per partecipare ad una riunione successiva.

 

The meetings of the AC San Clemente group in attendance in the parish have been suspended again, pending a favorable evolution of the Covid 19 pandemic, which is currently worsening.

 In November we will hold meetings of the Google Meet videoconference group on the second, third and fourth Saturdays of the month, at 5 pm. This year we will follow the Christological path proposed by the supporting text of the Adult Sector "From body to body", divided into five thematic areas. The first ordinary meeting took place yesterday.

On November 28th we will meet for the second ordinary meeting reserved for members. We will discuss the verb "Lower".

on November 21 we will have a dialogue on social issues and the meeting will also be open to people who are not members.

  Who is a member has received the access codes with the Letter to the shareholders of November and through the ml of the group. Non-members can request the access code for the meeting on November 21st, by communicating via email to

mario.ardigo@acsanclemente.net

your name, the parish where you live, in topics of interest and the email with which you registered on Google (it is necessary to do so). Those who live in Italy can participate. The personal data of those who are not members will be used only to allow them to participate in the meeting for which they will be sent and will be deleted after that meeting; you will need to resend them to attend a later meeting.

        ******************************************************

 RACCOMANDIAMO DI OSSERVARE LE PRESCRIZIONI DELL’AUTORITA’ SANITARIA:

1) indossare la maschera facciale anche all’aperto, coprendo anche il naso;

2) mantenere una distanza non inferiori a m 2 dagli altri;

3) evitare gli assembramenti di persone, anche al momento di ricevere la Comunione.

4) ricevere la Comunione sulla mano, aspettando che il sacerdote vi posi l’ostia consacrata, senza cercare di afferrarla prima.

 

 

 WE RECOMMEND TO FOLLOW THE REQUIREMENTS OF THE HEALTH AUTHORITY:

1) wearing the face mask even outdoors, also covering the nose;

2) keeping a distance of no less than m 2 from the others;

3) avoiding gatherings of people, even at the moment of receiving Communion.

4) receiving Communion on the hand, waiting for the priest to place the consecrated host there, without trying to grab it first.

****************************************

 

L’Azione Cattolica Italiana è un’associazione di laici nella chiesa cattolica che si impegnano liberamente per  realizzare, nella comunità cristiana e nella società civile, una specifica esperienza, ecclesiale e laicale, comunitaria e organica, popolare e democratica. (dallo Statuto)

 

Italian Catholic Action is an association of lay people in the Catholic Church who are freely committed to creating a specific ecclesial and lay, community and organic, popular and democratic experience in the Christian community and in civil society. (from the Statute)

**********************************

 

 

Note: after the Italian text there is the translation in English, done with the help of Google Translator. I tried to correct, within the limits of my knowledge of English, some inaccuracies that automatic translation still inevitably entails. I have experimented that even with these inaccuracies the translation allows us to be understood by those who speak English, in the many national versions of the world, or who use it as a second or third language. It is the function that in ancient times carried out the Greek. Trying to be understood by other peoples corresponds to an ancient vocation of the Church of Rome, which is still current. The biblical texts in English are taken from https://www.associationofcatholicpriests.ie, from other Catholic sites in English and from http://www.vatican.va/archive/ENG0839/_INDEX.HTM (The New American Bible);  the texts in english  of the documents of the Second Vatican Council, are taken from sites of Holy See.

 

******************************************************

 

Pillole di Concilio / Council pills

 

Dalla Costituzione dogmatica sulla Chiesa Luce per le genti - Lumen gentium del Concilio Vaticano 2° (1962-1965)

 

From the Dogmatic Constitution on the Church Light of Nations - Lumen Gentium, of the 2nd Vatican Council (1962-1965)

 

Natura e missione dei laici

31. Col nome di laici si intende qui l'insieme dei cristiani ad esclusione dei membri dell'ordine sacro e dello stato religioso sancito nella Chiesa, i fedeli cioè, che, dopo essere stati incorporati a Cristo col battesimo e costituiti popolo di Dio e, nella loro misura, resi partecipi dell'ufficio sacerdotale, profetico e regale di Cristo, per la loro parte compiono, nella Chiesa e nel mondo, la missione propria di tutto il popolo cristiano.

  Il carattere secolare è proprio e peculiare dei laici. Infatti, i membri dell'ordine sacro, sebbene talora possano essere impegnati nelle cose del secolo, anche esercitando una professione secolare, tuttavia per la loro speciale vocazione sono destinati principalmente e propriamente al sacro ministero, mentre i religiosi col loro stato testimoniano in modo splendido ed esimio che il mondo non può essere trasfigurato e offerto a Dio senza lo spirito delle beatitudini. Per loro vocazione è proprio dei laici cercare il regno di Dio trattando le cose temporali e ordinandole secondo Dio. Vivono nel secolo, cioè implicati in tutti i diversi doveri e lavori del mondo e nelle ordinarie condizioni della vita familiare e sociale, di cui la loro esistenza è come intessuta. Ivi sono da Dio chiamati a contribuire, quasi dall'interno a modo di fermento, alla santificazione del mondo esercitando il proprio ufficio sotto la guida dello spirito evangelico, e in questo modo a manifestare Cristo agli altri principalmente con la testimonianza della loro stessa vita e col fulgore della loro fede, della loro speranza e carità. A loro quindi particolarmente spetta di illuminare e ordinare tutte le cose temporali, alle quali sono strettamente legati, in modo che siano fatte e crescano costantemente secondo il Cristo e siano di lode al Creatore e Redentore.

Dignità dei laici nel popolo di Dio

32. La santa Chiesa è, per divina istituzione, organizzata e diretta con mirabile varietà. «A quel modo, infatti, che in uno- stesso corpo abbiamo molte membra, e le membra non hanno tutte le stessa funzione, così tutti insieme formiamo un solo corpo in Cristo, e individualmente siano membri gli uni degli altri » (Rm 12,4-5).

  Non c'è quindi che un popolo di Dio scelto da lui: « un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo » (Ef 4,5); comune è la dignità dei membri per la loro rigenerazione in Cristo, comune la grazia di adozione filiale, comune la vocazione alla perfezione; non c'è che una sola salvezza, una sola speranza e una carità senza divisioni. Nessuna ineguaglianza quindi in Cristo e nella Chiesa per riguardo alla stirpe o nazione, alla condizione sociale o al sesso, poiché « non c'è né Giudeo né Gentile, non c'è né schiavo né libero, non c'è né uomo né donna: tutti voi siete uno in Cristo Gesù» (Gal 3,28 gr.; cfr. Col 3,11).

  Se quindi nella Chiesa non tutti camminano per la stessa via, tutti però sono chiamati alla santità e hanno ricevuto a titolo uguale la fede che introduce nella giustizia di Dio (cfr. 2 Pt 1,1). Quantunque alcuni per volontà di Cristo siano costituiti dottori, dispensatori dei misteri e pastori per gli altri, tuttavia vige fra tutti una vera uguaglianza riguardo alla dignità e all'azione comune a tutti i fedeli nell'edificare il corpo di Cristo. La distinzione infatti posta dal Signore tra i sacri ministri e il resto del popolo di Dio comporta in sé unione, essendo i pastori e gli altri fedeli legati tra di loro da una comunità di rapporto: che i pastori della Chiesa sull'esempio di Cristo sono a servizio gli uni degli altri e a servizio degli altri fedeli, e questi a loro volta prestano volenterosi la loro collaborazione ai pastori e ai maestri. Così, nella diversità stessa, tutti danno testimonianza della mirabile unità nel corpo di Cristo: poiché la stessa diversità di grazie, di ministeri e di operazioni raccoglie in un tutto i figli di Dio, dato che « tutte queste cose opera... un unico e medesimo Spirito» (1 Cor 12,11).

  I laici quindi, come per benevolenza divina hanno per fratello Cristo, il quale, pur essendo Signore di tutte le cose, non è venuto per essere servito, ma per servire (cfr. Mt 20,28), così anche hanno per fratelli coloro che, posti nel sacro ministero, insegnando e santificando e reggendo per autorità di Cristo, svolgono presso la famiglia di Dio l'ufficio di pastori, in modo che sia da tutti adempito il nuovo precetto della carità. A questo proposito dice molto bene sant'Agostino: «Se mi spaventa l'essere per voi, mi rassicura l'essere con voi. Perché per voi sono vescovo, con voi sono cristiano. Quello è nome di ufficio, questo di grazia; quello è nome di pericolo, questo di salvezza».

 

31. The term laity is here understood to mean all the faithful except those in holy orders and those in the state of religious life specially approved by the Church. These faithful are by baptism made one body with Christ and are constituted among the People of God; they are in their own way made sharers in the priestly, prophetical, and kingly functions of Christ; and they carry out for their own part the mission of the whole Christian people in the Church and in the world.

  What specifically characterizes the laity is their secular nature. It is true that those in holy orders can at times be engaged in secular activities, and even have a secular profession. But they are by reason of their particular vocation especially and professedly ordained to the sacred ministry. Similarly, by their state in life, religious give splendid and striking testimony that the world cannot be transformed and offered to God without the spirit of the beatitudes. But the laity, by their very vocation, seek the kingdom of God by engaging in temporal affairs and by ordering them according to the plan of God. They live in the world, that is, in each and in all of the secular professions and occupations. They live in the ordinary circumstances of family and social life, from which the very web of their existence is woven. They are called there by God that by exercising their proper function and led by the spirit of the Gospel they may work for the sanctification of the world from within as a leaven. In this way they may make Christ known to others, especially by the testimony of a life resplendent in faith, hope and charity. Therefore, since they are tightly bound up in all types of temporal affairs it is their special task to order and to throw light upon these affairs in such a way that they may come into being and then continually increase according to Christ to the praise of the Creator and the Redeemer.

32. By divine institution Holy Church is ordered and governed with a wonderful diversity. "For just as in one body we have many members, yet all the members have not the same function, so we, the many, are one body in Christ, but severally members one of another". Therefore, the chosen People of God is one: "one Lord, one faith, one baptism"; sharing a common dignity as members from their regeneration in Christ, having the same filial grace and the same vocation to perfection; possessing in common one salvation, one hope and one undivided charity. There is, therefore, in Christ and in the Church no inequality on the basis of race or nationality, social condition or sex, because "there is neither Jew nor Greek: there is neither bond nor free: there is neither male nor female. For you are all 'one' in Christ Jesus".

  If therefore in the Church everyone does not proceed by the same path, nevertheless all are called to sanctity and have received an equal privilege of faith through the justice of God. And if by the will of Christ some are made teachers, pastors and dispensers of mysteries on behalf of others, yet all share a true equality with regard to the dignity and to the activity common to all the faithful for the building up of the Body of Christ. For the distinction which the Lord made between sacred ministers and the rest of the People of God bears within it a certain union, since pastors and the other faithful are bound to each other by a mutual need. Pastors of the Church, following the example of the Lord, should minister to one another and to the other faithful. These in their turn should enthusiastically lend their joint assistance to their pastors and teachers. Thus in their diversity all bear witness to the wonderful unity in the Body of Christ. This very diversity of graces, ministries and works gathers the children of God into one, because "all these things are the work of one and the same Spirit".

 

 

 

**************************

Letture bibliche della Messa -  Biblical readings of the Mass

 

Prima lettura -1st Reading

Dal libro dei dei Proverbi (Pr 31,10-13.19-20.30-31)

From the book of Proverbs (Pr 31:10-13.19-20.30-31)

 

  Una donna forte chi potrà trovarla? Ben superiore alle perle è il suo valore. In lei confida il cuore del marito e non verrà a mancargli il profitto. Gli dà felicità e non dispiacere per tutti i giorni della sua vita. Si procura lana e lino e li lavora volentieri con le mani. Stende la sua mano alla conocchia e le sue dita tengono il fuso. Apre le sue palme al misero, stende la mano al povero.
  Illusorio è il fascino e fugace la bellezza, ma la donna che teme Dio è da lodare.

  Siatele riconoscenti per il frutto delle sue mani e le sue opere la lodino alle porte della città.

 

 

10 The truly capable woman -- who can find her? She is far beyond the price of pearls.

11 Her husband's heart has confidence in her, from her he will derive no little profit.

12 Advantage and not hurt she brings him all the days of her life.

13 She selects wool and flax, she does her work with eager hands.

19 She sets her hands to the distaff, her fingers grasp the spindle.

20 She holds out her hands to the poor, she opens her arms to the needy.

30 Charm is deceitful, and beauty empty; the woman who fears Yahweh is the one to praise.

31 Give her a share in what her hands have worked for, and let her works tell her praises at the city gates.

 

Salmo responsoriale

Dal salmo  127

Responsorial psalm

From the psalm 127

 

Ritornello / Response:

Beato chi teme il Signore.

Blessed are those who fear the Lord.

 

Beato chi teme il Signore
e cammina nelle sue vie.
Della fatica delle tue mani ti nutrirai,
sarai felice e avrai ogni bene.

La tua sposa come vite feconda
nell'intimità della tua casa;
i tuoi figli come virgulti d'ulivo
intorno alla tua mensa. 

Ecco com'è benedetto l'uomo che teme il Signore.
Ti benedica il Signore da Sion.
Possa tu vedere il bene di Gerusalemme
tutti i giorni della tua vita! 

 

1 [Song of Ascents] How blessed are all who fear Yahweh, who walk in his ways!

2 Your own labours will yield you a living, happy and prosperous will you be.

3 Your wife a fruitful vine in the inner places of your house. Your children round your table like shoots of an olive tree.

4 Such are the blessings that fall on those who fear Yahweh.

5 May Yahweh bless you from Zion! May you see Jerusalem prosper all the days of your life.

 

 

 

Seconda lettura

Dalla prima lettera di San Paolo apostolo ai Tessalonicesi (1Ts 5,1-6)

From the first letter of St Paul the apostle to the Thessalonians (1Ts 5:1-6)

 

  Riguardo ai tempi e ai momenti, fratelli, non avete bisogno che ve ne scriva; infatti sapete bene che il giorno del Signore verrà come un ladro di notte. E quando la gente dirà: «C'è pace e sicurezza!», allora d'improvviso la rovina li colpirà, come le doglie una donna incinta; e non potranno sfuggire.

  Ma voi, fratelli, non siete nelle tenebre, cosicché quel giorno possa sorprendervi come un ladro. Infatti siete tutti figli della luce e figli del giorno; noi non apparteniamo alla notte, né alle tenebre. Non dormiamo dunque come gli altri, ma vigiliamo e siamo sobri.

 

1 Concerning times and seasons, brothers and sisters, you have no need for anything to be written to you.

2 For you yourselves know very well that the day of the Lord will come like a thief at night.

3 When people are saying, “Peace and security, ” then sudden disaster comes upon them, like labor pains upon a pregnant woman, and they will not escape.

4 But you, brothers and sisters, are not in darkness, for that day to overtake you like a thief.

5 For all of you are children of the light and children of the day. We are not of the night or of darkness.

6 Therefore, let us not sleep as the rest do, but let us stay alert and sober.

 

 

Acclamazione al Vangelo

Acclamation to the Gospel

 

Rimanete in me e io in voi, dice il Signore,
chi rimane in me porta molto frutto. (Gv 15,4a.5b)

4A Remain in me as I remain in you, says the Lord.
5B Whoever remains in me bears much fruit.

 (Jn 15:4a.5b)

Alleluia, alleluia.

 

 

Vangelo - Gospel

 

Dal Vangelo secondo  Matteo (Mt 25,14-30)

From the Gospel according to Matthew (Mt 25:14-30)

 

  In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Avverrà come a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni.

  A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacità di ciascuno; poi partì.
Subito colui che aveva ricevuto cinque talenti andò a impiegarli, e ne guadagnò altri cinque. Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone.
Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò e volle regolare i conti con loro.

  Si presentò colui che aveva ricevuto cinque talenti e ne portò altri cinque, dicendo: Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque. Bene, servo buono e fedele - gli disse il suo padrone -, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone.
Si presentò poi colui che aveva ricevuto due talenti e disse: Signore, mi hai consegnato due talenti; ecco, ne ho guadagnati altri due. Bene, servo buono e fedele - gli disse il suo padrone -, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone.

  Si presentò infine anche colui che aveva ricevuto un solo talento e disse: Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso. Ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra: ecco ciò che è tuo.

  Il padrone gli rispose: Servo malvagio e pigro, tu sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l'interesse. Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. Perché a chiunque ha, verrà dato e sarà nell'abbondanza; ma a chi non ha, verrà tolto anche quello che ha. E il servo inutile gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti».

 

14 'It is like a man about to go abroad who summoned his servants and entrusted his property to them.

15 To one he gave five talents, to another two, to a third one, each in proportion to his ability. Then he set out on his journey.

16 The man who had received the five talents promptly went and traded with them and made five more.

17 The man who had received two made two more in the same way.

18 But the man who had received one went off and dug a hole in the ground and hid his master's money.

19 Now a long time afterwards, the master of those servants came back and went through his accounts with them.

20 The man who had received the five talents came forward bringing five more. "Sir," he said, "you entrusted me with five talents; here are five more that I have made."

21 His master said to him, "Well done, good and trustworthy servant; you have shown you are trustworthy in small things; I will trust you with greater; come and join in your master's happiness."

22 Next the man with the two talents came forward. "Sir," he said, "you entrusted me with two talents; here are two more that I have made."

23 His master said to him, "Well done, good and trustworthy servant; you have shown you are trustworthy in small things; I will trust you with greater; come and join in your master's happiness."

24 Last came forward the man who had the single talent. "Sir," said he, "I had heard you were a hard man, reaping where you had not sown and gathering where you had not scattered;

25 so I was afraid, and I went off and hid your talent in the ground. Here it is; it was yours, you have it back."

26 But his master answered him, "You wicked and lazy servant! So you knew that I reap where I have not sown and gather where I have not scattered?

27 Well then, you should have deposited my money with the bankers, and on my return I would have got my money back with interest.

28 So now, take the talent from him and give it to the man who has the ten talents.

29 For to everyone who has will be given more, and he will have more than enough; but anyone who has not, will be deprived even of what he has.

30 As for this good-for-nothing servant, throw him into the darkness outside, where there will be weeping and grinding of teeth."

 

 

******************************************************

 

Sintesi dell’omelia svolta durante la Messa andata in onda dalle 10 sulla rete televisiva Rai 1 dalla Basilica di San Pietro, in Roma, celebrata da papa Francesco.

Summary of the homily delivered during the Mass aired from 10  am o’clock on the Rai 1 television network o’clock on the Rai 1 television network from from St. Peter's Basilica in Rome, celebrated by Pope Francis.


La parabola che abbiamo ascoltato ha un inizio, un centro e una fine, che illuminano l’inizio, il centro e la fine della nostra vita.

 L’inizia da un grande bene: il padrone non tiene per sé le sue ricchezza, ma le dà ai servi. A chi cinque, a chi due a chi un talento, secondo la capacità di ciascuno.

 E’ stato calcolato che un solo talento equivaleva al salario di circa vent’anni di lavoro. Era un bene sovrabbondante, che allora bastava per tutta la vita.

 Anche per noi tutto è cominciato con la Grazia di Dio. Tutto, sempre, comincia con la Grazia, non con le nostre forze, con la Grazia di Dio, che è Padre e ha messo nelle nostre mani tanto bene, affidando a ciascuno talenti diversi.

 Siamo portatori di una grande ricchezza, che non dipende da quante cose abbiamo, ma da quello che siamo, dalla vita ricevuta, dal bene che è in noi, dalle bellezza insopprimibile di cui Dio ci ha dotati, perché siamo a sua  immagine. Ognuno di noi è prezioso ai suoi occhi. Ognuno di noi è unico e insostituibile nella storia. Così ci guarda Dio. Così ci sente Dio. Quanto importante è ricordare questo!

 Troppo volte, guardando alla nostra vita, vediamo solo quello che ci manca. Ci lamentiamo di quello che ci manca. Allora cediamo alla tentazione del “magari…”. Magari  avessi quel lavoro! Magari  avessi quella casa! Magari  avessi soldi e successo! Magari  non avessi quel problema! Magari avessi persone migliori intorno a me!

 Ma l’illusione del “magari…” ci impedisce di vedere il bene e ci fa dimenticare i talenti che abbiamo.

Sì, tu non hai quello, ma hai questo! E il “magari…” fa che ci dimentichiamo questo.

 Ma Dio ce li ha affidati perché conosce ciascuno di noi e sa di che cosa siamo capaci. Si fida di noi, nonostante le nostre fragilità.

  Si fida anche di quel servo che nasconderà il talento. Dio spera che malgrado le sue paure, anche lui utilizzi bene ciò che ha ricevuto.

 Insomma, il Signore ci chiede di impegnare il tempo presente senza nostalgie per il passato, ma nell’attesa operosa del suo ritorno. Quella brutta nostalgia, no…, che come un umore giallo, un umore nero, avvelena l’anima e le fa guardare sempre indietro, sempre agli altri, ma mai alle proprie mani, alle possibilità  di lavoro che il Signore ci ha dato, alle nostre condizioni, anche alle nostre povertà.

  Arriviamo così al centro della parabola. E’ l’opera dei servi, cioè il servizio.

  Il servizio è anche la nostra opera, quella che fa fruttare i talenti e dà senso alla vita.

 Non serve infatti per vivere, chi non vive per servire. Dobbiamo ripetere questo, ripeterlo tanto: non serve per vivere, chi non vive per servire. Dobbiamo meditare su questo. Non serve per vivere chi non vive per servire.

  Ma qual è lo stile del servizio?

  Nel Vangelo  servi bravi sono quelli che rischiano. Non sono cauti e guardinghi. Non conservano quello che hanno ricevuto, ma lo impegnano.

 Perché il bene se non si investe, si perde. Perché la grandezza della nostra vita non dipende da quanto mettiamo da parte, ma da quanto frutto portiamo.

 Quanta gente passa la vita solo ad accumulare, pensando a stare bene  più che a fare del bene!  Ma come è vuota una vita che insegue  i bisogni senza guardare a chi ha bisogno!

  Se abbiamo dei doni è per essere noi  doni agli altri.

  E qui, fratelli e sorelle, facciamoci la domanda: io seguo soltanto i bisogni o sono capace di guardare a chi ha bisogno, a chi è nel bisogno?

  Va sottolineato che i servi che investono e che rischiano per quattro volte sono chiamati  fedeli.

  Per il Vangelo non c’è fedeltà senza rischio.

Ma padre, essere cristiano significa rischiare?”. Si, caro, cara, rischiare!”.  Se tu non rischi, finirai come il terzo servo, sotterrando le tue capacità, le tue ricchezze, spirituali, materiali, tutte. Rischiare: non c’è fedeltà senza rischio.

  Essere fedeli a Dio è spendere la vita. E’ lasciarsi sconvolgere in piani dal servizio. “Ma io ho questo piano…”, Lascia che si sconvolga il piano, tu servi!”.

 E’ triste quando un cristiano gioca sulla difensiva, attaccandosi solo all’osservanza delle regole e al rispetto dei comandamenti. Quei cristiani misurati, che mai fanno un passo fuori delle regole, mai. Perché hanno paura del rischio. Questi che si prendono tanto cura di se stessi da non rischiare mai, questi incominciano nella vita un processo di mummificazione dell’anima e finiscono come mummie. Questo non basta. Non basta osservare le regole.

  La fedeltà non è solo non commettere errori. E’ negativo, questo. Così pensava il servo pigro della parabola, privo di iniziative e di creatività. Si nasconde dietro un’inutile paura e seppellisce il talento ricevuto. Il padrone lo definisce addirittura malvagio. Eppure non ha fatto nulla di male. Già… Ma non ha fatto niente di bene. Ha preferito peccare di omissione piuttosto che rischiare di sbagliare. Non è stato fedele a Dio che ama spendersi e gli ha recato l’offesa peggiore: restituirgli il dono ricevuto.  “Tu mi hai dato questo, e io ti do questo”. Niente di più.

 Il Signore ci invita invece a metterci in gioco generosamente, a vincere il timore con il coraggio dell’amore, a superare la passività che diventa complicità.

  Oggi, in questi tempi di incertezza, in questi tempi di fragilità, non sprechiamo la vita pensando solo a noi stessi, con l’atteggiamento dell’indifferenza. Non illudiamoci dicendo “C’è pace e sicurezza”.

 San Paolo ci invita a guardare in faccia alla realtà, a non lasciarci contagiare dall’indifferenza.

 Come, dunque, servire secondo i desideri di Dio?

 Il padrone lo spiega al servo infedele.

  Avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con gli interessi.

 Chi sono per noi questi banchieri, in grado di procurare un interesse duraturo? Sono i poveri.

 Non dimenticatevi: i poveri sono al centro del Vangelo. Il Vangelo non si capisce senza i poveri. I poveri sono nella stessa personalità di Gesù, che, essendo ricco, annientò se stesso. S’è fatto povero. Si è fatto peccato: la povertà più brutta.

  I poveri ci garantiscono una rendita eterna e già ora ci permettono di arricchirci nell’amore. Perché la più grande povertà da combattere è la nostra povertà d’amore.

 Il libro dei Proverbi loda una donna operosa nell’amore, il cui valore è superiore alle perle, dice il libro. E’ da imitare questa donna che, dice il testo,  stende la mano al povero. Questa è la grande ricchezza di questa donna.

 Tendi la mano a chi ha bisogno, anziché prendere quello che ti manca.  Così moltiplicherai i talenti che hai ricevuto.

 Si avvicina il tempo del Natale, il tempo delle feste.

 Quante volte la domanda che si fa tanta gente è “Che cosa posso comprare?”, “Che cosa posso avere di più?”. Devo andare nei negozi a comprare!”.  Diciamo altre parole: “Che cosa posso dare agli altri per essere come Gesù, che ha dato se stesso e nacque proprio in quel presepio?” .

 Arriviamo così al finale della parabola. 

  Ci sarà che avrà in abbondanza e chi avrà sprecato la vita e resterà povero. Alla fine della vita, insomma, sarà svelata la realtà. Tramonterà la finzione del mondo, secondo cui il potere, il successo e il denaro danno senso all’esistenza, mentre l’amore, quello che abbiamo donato, emergerà come la vera ricchezza.

  Un grande padre della Chiesa [Giovanni Crisostomo, Discorso II,3 in Discorsi sul povero Lazzaro] scriveva: “Così avviene nella vita, dopo che è sopraggiunta la morte ed è finito lo spettacolo. Tutti si tolgono la maschera della ricchezza e della povertà e se ne vanno via da questo mondo. E sono giudicati solamente in base alle loro opere. Alcuni veramente ricchi, altri poveri”.

   Se non vogliamo vivere poveramente, chiediamo la grazia di vedere Gesù nei poveri, di servire Gesù nei poveri.

 Vorrei ringraziare tanti servi fedeli di Dio, che non fanno parlare di sé, ma vivono così, servendo.

 Penso ad esempio a don  Roberto Malgesini [assassinato il 18-9-20 da un uomo che aveva aiutato]. Questo prete non faceva teorie, semplicemente vedeva Gesù nel povero e il senso della vita nel servire. Asciugava lacrime con mitezza in nome di Dio che consola. L’inizio della sua giornata era la preghiera, per accogliere il dono di Dio. Il centro della giornata la carità, per far fruttare l’amore ricevuto. Il finale: una limpida testimonianza del Vangelo. Quest’uomo aveva compreso che doveva tendere la sua mano  a tanti poveri che incontrava, perché in ognuno di loro vedeva Gesù.

 Fratelli e sorelle, chiediamo la grazia di non essere cristiani a parole, ma nei fatti, per portare frutto come desidero Gesù.

Così sia.  


  The parable we have heard has a beginning, a center and an end, which illuminate the beginning, the center and the end of our life.

 It begins with a great good: the master does not keep his wealth for himself, but gives them to his servants. To whom five, to whom two, to whom one talent, according to the ability of each one.

 It has been calculated that a single talent pays about twenty years of work. It was a superabundant good, which then was enough for life.

 For us too, everything began with God's Grace. Everything always begins with Grace, not with our strength, with the Grace of God, who is Father and has placed so much good in our hands, entrusting each one with different talents. .

 We are bearers of a great wealth, which does not depend on how many things we have, but on what we are, on the life received, on the good that is in us, on the irrepressible beauty with which God has endowed us, because we are in his image. Each of us is precious in his eyes. Each of us is unique and irreplaceable in history. This is how God looks at us. This is how God feels. How important it is to remember this!

 Too many times, looking at our life, we only see what we lack. We complain about what we lack. So let's give in to the temptation of “maybe…”. I wish I had that job! I wish I had that house! I wish you had money and success! I wish you didn't have that problem! I wish I had better people around me!

 But the illusion of "maybe ..." prevents us from seeing the good and makes us forget the talents we have.

Yes, you don't have that, but you have this! And the “maybe…” makes us forget this.

But God has entrusted them to us because he knows each of us and knows what we are capable of. He trusts us, despite our frailties.

  He also trusts that servant who will hide the talent. God hopes that despite his fears, he too will make good use of what he has received.

 In short, the Lord asks us to commit the present time without nostalgia for the past, but in the industrious expectation of his return. That ugly nostalgia, no ..., which like a yellow mood, a black mood, poisons the soul and makes them always look back, always at others, but never at their own hands, at the work opportunities that the Lord has given us, at the our conditions, even our poverty.

  Thus we arrive at the center of the parable. It is the work of the servants, that is, the service.

  Service is also our work, the one that makes talents bear fruit and gives meaning to life.

 In fact, it is not necessary to live, who does not live to serve. We must repeat this, repeat it a lot: it is not necessary to live, who does not live to serve. We need to meditate on this. It is not necessary to live who does not live to serve.

  But what is the style of the service?

  In the Gospel, good servants are those who risk. They are not cautious and watchful. They do not keep what they have received, but they commit it.

 Because if you don't invest good, you lose. Because the greatness of our life does not depend on how much we put aside, but on how much fruit we bear.

 How many people spend their lives just accumulating, thinking about being well more than doing good! But how empty is a life that pursues needs without looking at those in need!

  If we have gifts it is for us to be gifts to others.

  And here, brothers and sisters, let us ask ourselves the question: do I only follow needs or am I able to look to those in need, to those in need?

  It should be emphasized that servants who invest and risk four times are called faithful.

  For the Gospel there is no fidelity without risk.

“But father, does being a Christian mean taking risks?”. "Yes, dear, dear, take a risk!". If you do not risk, you will end up as the third servant, burying your abilities, your riches, spiritual, material, all of them. Taking risks: there is no loyalty without risk.

  To be faithful to God is to spend your life. It is being upset in plans by the service. "But I have this plan ...", "Let the plan be upset, you serve!".

 It is sad when a Christian plays on the defensive, attaching himself only to observing the rules and respecting the commandments. Those measured Christians, who never step outside the rules, never. Because they are afraid of risk. Those who take care of themselves so much that they never take risks, they begin a process of soul mummification in life and end up like mummies. This is not enough. It is not enough to observe the rules.

Fidelity is not just about not making mistakes. This is negative. So thought the lazy servant of the parable, devoid of initiative and creativity. It hides behind a useless fear and buries the talent received. The master even defines him as evil. Yet he did nothing wrong. Yeah ... But he didn't do anything right. He preferred to err on the side of omission rather than risk making mistakes. He was not faithful to God who loves to spend himself and caused him the worst offense: to give him back the gift received. "You gave me this, and I give you this." Nothing more.

 The Lord, on the other hand, invites us to get involved generously, to overcome fear with the courage of love, to overcome passivity that becomes complicity.

  Today, in these times of uncertainty, in these times of fragility, we do not waste our lives thinking only of ourselves, with an attitude of indifference. Let us not delude ourselves by saying "There is peace and security".

 Saint Paul invites us to look reality in the face, not to let ourselves be infected by indifference.

 How, then, to serve according to God's wishes?

 The master explains it to the unfaithful servant.

  You should have entrusted my money to the bankers and then, on returning, I would have withdrawn mine with interest.

 Who are these bankers for us, capable of obtaining lasting interest? They are the poor.

 Do not forget: the poor are at the center of the Gospel. The Gospel cannot be understood without the poor. The poor are in the same personality as Jesus, who, being rich, annihilated himself. He became poor. He made himself sin: the ugliest poverty.

  The poor guarantee us an eternal income and already now allow us to enrich ourselves in love. Because the greatest poverty to fight is our poverty of love.

 The book of Proverbs praises an industrious woman in love, whose value is higher than pearls, the book says. This woman is to be imitated who, the text says, extends her hand to the poor. This is the great wealth of this woman.

 Reach out to those in need rather than take what you lack. Thus you will multiply the talents you have received.

 The time of Christmas is approaching, the time of holidays.

 How many times the question that many people ask is "What can I buy?", "What can I have more?". “I have to go to the shops to buy!”. Let's say other words: "What can I give to others to be like Jesus, who gave himself and was born in that crib?" .

 Thus we come to the end of the parable.

  There will be who will have in abundance and who will have wasted their life and will remain poor. In short, at the end of life, reality will be revealed. The fiction of the world will fade, according to which power, success and money give meaning to existence, while love, what we have given, will emerge as true wealth.

  A great father of the Church [John Chrysostom, Discourse II, 3 in Discourses on poor Lazarus] wrote: “This is how it happens in life, after death has come and the show is over. Everyone takes off the mask of wealth and poverty and leaves this world. And they are judged solely on the basis of their works. Some really rich, some poor ”.

   If we do not want to live poorly, we ask for the grace to see Jesus in the poor, to serve Jesus in the poor.

 I would like to thank many faithful servants of God, who do not talk about themselves, but live like this, serving.

 I am thinking for example of Don Roberto Malgesini [assassinated on 18-9-20 by a man he had helped]. This priest did not make theories, he simply saw Jesus in the poor and the meaning of life in serving. He wiped tears with meekness in the name of God who comforts. The beginning of his day was prayer, to welcome the gift of God. The center of the day was charity, to make the love received bear fruit. The ending: a clear testimony of the Gospel. This man understood that he had to extend his hand to the many poor he met, because in each of them he saw Jesus.

 Brothers and sisters, let us ask for the grace of not being Christians in words, but in deeds, to bear fruit as I wish Jesus.

So be it.

Sintesi di Mario Ardigò, per come ha compreso le parole del celebrante.

Summary of Mario Ardigò, as how he understood the  words of the celebrant.

 



Avvisi del parroco / Notices from the parson

 

Le attività di catechesi in presenza per la formazione di base dei più giovani sono sospese per precauzione sanitaria, a causa dell'evoluzione sfavorevole della pandemia.

 Catechetical activities in presence for the basic formation of the youngest are suspended as a health precaution, due to the unfavorable evolution of the pandemic.

 

 

Avvisi di Azione Cattolica: /  Catholic Action Notices:

 

Le riunioni del gruppo AC San Clemente in presenza, in parrocchia sono state di nuovo sospese, in attesa di una evoluzione favorevole della pandemia da Covid 19, che attualmente si sta aggravando.

 Nel mese di novembre terremo riunioni del gruppo in videoconferenza Google Meet il secondo, in terzo e il quarto sabato del mese, alle ore 17. Quest’anno seguiremo il cammino cristologico proposto dal sussidio del Settore Adulti “Da corpo a corpo”, articolato su cinque aree tematiche.

The first ordinary meeting took place yesterday. It was very interesting and participatory. This week I will publish some reports of it.Il 28 novembre ci incontreremo per la seconda riunione ordinaria riservata ai soci. Dialogheremo sul verbo “Abbassarsi.

il 21 novembre dialogheremo su temi sociali e la riunione sarà aperta anche alle persone che non sono socie.

  Chi  è socio ha ricevuto i codici di accesso con la Lettera ai soci  di novembre e mediante la ml del gruppo. Chi non è socio potrà richiedere il codice di accesso per la riunione del 21 novembre, comunicando via email a

mario.ardigo@acsanclemente.net

il proprio nome, la parrocchia in cui abita,  in temi di interesse e la email con cui si è registrato su  Google  (è necessario farlo). Può partecipare chi abita in Italia. I dati personali  di chi non è socio saranno utilizzati solo per consentirgli la partecipazione alla riunione per cui saranno inviati e saranno cancellati dopo quella riunione; sarà necessario inviarli nuovamente per partecipare ad una riunione successiva.

 

The meetings of the AC San Clemente group in attendance in the parish have been suspended again, pending a favorable evolution of the Covid 19 pandemic, which is currently worsening.

 In November we will hold meetings of the Google Meet videoconference group on the second, third and fourth Saturdays of the month, at 5 pm. This year we will follow the Christological path proposed by the supporting text of the Adult Sector "From body to body", divided into five thematic areas. The first ordinary meeting took place yesterday.

On November 28th we will meet for the second ordinary meeting reserved for members. We will discuss the verb "Lower".

on November 21 we will have a dialogue on social issues and the meeting will also be open to people who are not members.

  Who is a member has received the access codes with the Letter to the shareholders of November and through the ml of the group. Non-members can request the access code for the meeting on November 21st, by communicating via email to

mario.ardigo@acsanclemente.net

your name, the parish where you live, in topics of interest and the email with which you registered on Google (it is necessary to do so). Those who live in Italy can participate. The personal data of those who are not members will be used only to allow them to participate in the meeting for which they will be sent and will be deleted after that meeting; you will need to resend them to attend a later meeting.