Sabato 21 novembre, alle ore 17: riunione in Google Meet del
gruppo AC Sanclemente!, aperta anche ai non soci residenti in
Italia, sui temi dell’enciclica Fratelli tutti (in
fondo trovate una breve presentazione)
Consiglio di accedere dalle ore 16:45
con il codice che vi è stato inviato.
A questo
indirizzo di YouTube
https://www.youtube.com/watch?
potrete vedere un video in cui
si insegna, passo per passo, come partecipare.
Le persone che non sono socie
e che abbiano piacere di partecipare, possono chiedere il codice di accesso con
una email a
mario.ardigo@acsanclemente.net
indicando il loro nome, i
temi di interesse e la parrocchia di residenza. Questi dati saranno cancellati
dopo ogni riunione e dovranno essere nuovamente inviati per partecipare ad una
riunione successiva.
1.
L'enciclica Fratelli tutti,
di Papa Francesco, è definita sociale e pertanto riguarda
l'organizzazione e il governo
della società. Rientra
in un tipo di insegnamenti che viene fatto iniziare
dall'enciclica Le novità, diffusa nel 1891 dal papa Leone
13° e che aveva ad oggetto il proletariato, il socialismo, la critica degli arbitrii dei datori di lavoro e di chi aveva più potere nei rapporti economici, i doveri dei poteri pubblici di temperarli e di soccorrere le fasce
più deboli della popolazione.
Il documento è dedicato alla fraternità
e all'amicizia sociale. Il Papa usa l'espressione amicizia sociale nel senso in cui in
politica si parla di democrazia.
L’individuazione dell’amicizia come base della politica è molto remota: ne
scrisse in diversi libri il filosofo greco Aristotele, vissuto nel Quarto
secolo antica. Si attaglia meglio alla democrazia
come oggi la intendiamo, piena di
valori e, in particolare, quello dell’uguaglianza in dignità. Il suo contrario,
l’autocrazia, è una politica basata
sulla forza.
L'enciclica è datata 3 ottobre 2020, vigilia della festa di San Francesco d'Assisi, nell'ottavo anno del regno del Papa. Si compone di 287 paragrafi e di due preghiere finali,
una "al Creatore" e l'altra
"cristiana ecumenica", dunque pensata
per
essere usata anche insieme a cristiani
di altre confessioni, superando le divisioni
esistenti e comunque come via per riuscirci.
2.
La Preghiera al Creatore parte dalla constatazione che gli esseri umani sono stati creati
tutti con la stessa dignità. Questa affermazione riecheggia quella principale del documento fondativo della democrazia contemporanea, la Dichiarazione di indipendenza americana del 4
luglio 1776: «Noi consideriamo evidenti [vale a dire senza bisogno di fornirne la prova] queste verità:
che tutti gli uomini sono creati uguali, che essi sono dotati
dal loro Creatore
di certi diritti inalienabili, che tra questi vi siano la Vita, la Libertá e il perseguimento della felicità».
Nella preghiera si chiede al Creatore, definito Signore e Padre dell’umanità,
di infondere uno spirito fraterno.
La fraternità, insieme all’uguaglianza in dignità, è l’altro principio fondamentale
delle democrazie contemporanee.
Si chiede di ispirare il sogno
di un nuovo incontro costruito sulle basi del dialogo, della giustizia, della pace, per creare società più sane, un mondo più degno, vale a dire, senza fame, senza povertà, senza guerra.
L’accento è posto sulla necessità di aprirsi
a tutti i popoli della Terra, riconoscendole le virtù positive, per stringere legami di unità, di progetti comuni,
di speranze condivise.
Non c’è, in questa preghiera, una richiesta sulla libertà («Signore, facci liberi!») che è il terzo grande valore fondativo della democrazia come
oggi la si pratica in Occidente.
Spesso in religione l’idea di libertà è legata al pregiudizio che
consista essenzialmente in arbitrio e, per questo, se ne diffida come fonte di
pensieri e azioni disordinati.
D’altra parte essa è necessariamente implicata nel riconoscimento di una
pari dignità tra le persone e nel metodo del dialogo. Quest’ultimo, che nella
preghiera viene considerato la base per incontri e legami, non può che essere tra persone libere. E praticamente tutti i mali che
affliggono le società umane e tendono a disgregarle comportano la mancanza di
libertà per i più o, comunque, per larghi strati delle popolazioni.
3. La Preghiera cristiana ecumenica è
un’invocazione allo Spirito Santo perché ci conceda di vivere il Vangelo, in
particolare nella misericordia verso gli abbandonati
e i dimenticati del mondo e nel riconoscere in tutti i popoli della
Terra la stessa nostra umanità, creata
ad immagine del Creatore e dunque bella,
pur manifestandosi con tanti volti
differenti.
Si propone come modello l’amore fraterno che traspare
dai gesti di Gesù, di cui sappiamo
dal Nuovo Testamento, dalla famiglia di
Nazaret, di cui sappiamo pochissimo, e dalle prime comunità cristiane, che
però fin dalle Scritture ci vengono presentante anche come travagliate da aspri
contrasti per diversità di vedute su temi importanti. Una visione quindi che
possiamo considerare dinamica, in
quanto basata sul metodo di enucleare il bene espresso in quelle relazioni sociali, senza ritenersi obbligati
a inscenare di nuovo il passato, vale a dire senza pretendere di vivere come
nel Primo secolo. Oggi come allora possiamo però orientarci secondo il medesimo
spirito di fraternità che è, detto con san Paolo, tra le cose che rimangono: «Queste sono dunque le cose che rimangono: la fede, la speranza e la
carità; ma di tutte la più grande è la carità».
Mario Ardigò - Azione Cattolica in San
Clemente papa - Roma, Monte Sacro, Valli