INFORMAZIONI UTILI SU QUESTO BLOG

  Questo blog è stato aperto da Mario Ardigò per consentire il dialogo fra gli associati dell'associazione parrocchiale di Azione Cattolica della Parrocchia di San Clemente Papa, a Roma, quartiere Roma - Montesacro - Valli, un gruppo cattolico, e fra essi e altre persone interessate a capire il senso dell'associarsi in Azione Cattolica, palestra di libertà e democrazia nello sforzo di proporre alla società del nostro tempo i principi di fede, secondo lo Statuto approvato nel 1969, sotto la presidenza nazionale di Vittorio Bachelet, e aggiornato nel 2003.

  This blog was opened by Mario Ardigò to allow dialogue between the members of the parish association of Catholic Action of the Parish of San Clemente Papa, in Rome, the Roma - Montesacro - Valli district, a Catholic group, and between them and other interested persons to understand the meaning of joining in Catholic Action, a center of freedom and democracy in the effort to propose the principles of faith to the society of our time, according to the Statute approved in 1969, under the national presidency of Vittorio Bachelet, and updated in 2003.

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L’Azione Cattolica Italiana è un’associazione di laici nella chiesa cattolica che si impegnano liberamente per realizzare, nella comunità cristiana e nella società civile, una specifica esperienza, ecclesiale e laicale, comunitaria e organica, popolare e democratica. (dallo Statuto)

Italian Catholic Action is an association of lay people in the Catholic Church who are freely committed to creating a specific ecclesial and lay, community and organic, popular and democratic experience in the Christian community and in civil society. (from the Statute)

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  Questo blog è un'iniziativa di laici aderenti all'Azione Cattolica della parrocchia di San Clemente papa e manifesta idee ed opinioni espresse sotto la personale responsabilità di chi scrive. Esso non è un organo informativo della parrocchia né dell'Azione Cattolica e, in particolare, non è espressione delle opinioni del parroco e dei sacerdoti suoi collaboratori, anche se i laici di Azione Cattolica che lo animano le tengono in grande considerazione.

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  Dal gennaio del 2012, su questo blog sono stati pubblicati oltre 3.200 interventi (post) su vari argomenti. Per ricercare quelli su un determinato tema, impostare su GOOGLE una ricerca inserendo "acvivearomavalli.blogspot.it" + una parola chiave che riguarda il tema di interesse (ad esempio "democrazia").

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  Scrivo per dare motivazioni ragionevoli all’impegno sociale. Lo faccio secondo l’ideologia corrente dell’Azione Cattolica, che opera principalmente in quel campo, e secondo la mia ormai lunga esperienza di vita sociale. Quindi nell’ordine di idee di una fede religiosa, dalla quale l’Azione Cattolica trae i suoi più importanti principi sociali, ma senza fare un discorso teologico, non sono un teologo, e nemmeno catechistico, di introduzione a quella fede. Secondo il metodo dell’Azione Cattolica cerco di dare argomenti per una migliore consapevolezza storica e sociale, perché per agire in società occorre conoscerla in maniera affidabile. Penso ai miei interlocutori come a persone che hanno finito le scuole superiori, o hanno raggiunto un livello di cultura corrispondente a quel livello scolastico, e che hanno il tempo e l’esigenza di ragionare su quei temi. Non do per scontato che intendano il senso della terminologia religiosa, per cui ne adotto una neutra, non esplicitamente religiosa, e, se mi capita di usare le parole della religione, ne spiego il senso. Tengo fuori la spiritualità, perché essa richiede relazioni personali molto più forti di quelle che si possono sviluppare sul WEB, cresce nella preghiera e nella liturgia: chi sente il desiderio di esservi introdotto deve raggiungere una comunità di fede. Può essere studiata nelle sue manifestazioni esteriori e sociali, come fanno gli antropologi, ma così si rimane al suo esterno e non la si conosce veramente.

  Cerco di sviluppare un discorso colto, non superficiale, fatto di ragionamenti compiuti e con precisi riferimenti culturali, sui quali chi vuole può discutere. Il mio però non è un discorso scientifico, perché di quei temi non tratto da specialista, come sono i teologi, gli storici, i sociologi, gli antropologi e gli psicologi: non ne conosco abbastanza e, soprattutto, non so tutto quello che è necessario sapere per essere un specialista. Del resto questa è la condizione di ogni specialista riguardo alle altre specializzazioni. Le scienze evolvono anche nelle relazioni tra varie specializzazioni, in un rapporto interdisciplinare, e allora il discorso colto costituisce la base per una comune comprensione. E, comunque, per gli scopi del mio discorso, non occorre una precisione specialistica, ma semmai una certa affidabilità nei riferimento, ad esempio nella ricostruzione sommaria dei fenomeni storici. Per raggiungerla, nelle relazioni intellettuali, ci si aiuta a vicenda, formulando obiezioni e proposte di correzioni: in questo consiste il dialogo intellettuale. Anch’io mi valgo di questo lavoro, ma non appare qui, è fatto nei miei ambienti sociali di riferimento.

  Un cordiale benvenuto a tutti e un vivo ringraziamento a tutti coloro che vorranno interloquire.

  Dall’anno associativo 2020/2021 il gruppo di AC di San Clemente Papa si riunisce abitualmente due martedì e due sabati al mese, alle 17, e anima la Messa domenicale delle 9. Durante la pandemia da Covid 19 ci siamo riuniti in videoconferenza Google Meet. Anche dopo che la situazione sanitaria sarà tornata alla normalità, organizzeremo riunioni dedicate a temi specifici e aperte ai non soci con questa modalità.

 Per partecipare alle riunioni del gruppo on line con Google Meet, inviare, dopo la convocazione della riunione di cui verrà data notizia sul blog, una email a mario.ardigo@acsanclemente.net comunicando come ci si chiama, la email con cui si vuole partecipare, il nome e la città della propria parrocchia e i temi di interesse. Via email vi saranno confermati la data e l’ora della riunione e vi verrà inviato il codice di accesso. Dopo ogni riunione, i dati delle persone non iscritte verranno cancellati e dovranno essere inviati nuovamente per partecipare alla riunione successiva.

 La riunione Meet sarà attivata cinque minuti prima dell’orario fissato per il suo inizio.

Mario Ardigò, dell'associazione di AC S. Clemente Papa - Roma

NOTA IMPORTANTE / IMPORTANT NOTE

SUL SITO www.bibbiaedu.it POSSONO ESSERE CONSULTATI LE TRADUZIONI IN ITALIANO DELLA BIBBIA CEI2008, CEI1974, INTERCONFESSIONALE IN LINGUA CORRENTE, E I TESTI BIBLICI IN GRECO ANTICO ED EBRAICO ANTICO. CON UNA FUNZIONALITA’ DEL SITO POSSONO ESSERE MESSI A CONFRONTO I VARI TESTI.

ON THE WEBSITE www.bibbiaedu.it THE ITALIAN TRANSLATIONS OF THE BIBLE CEI2008, CEI1974, INTERCONFESSIONAL IN CURRENT LANGUAGE AND THE BIBLICAL TEXTS IN ANCIENT GREEK AND ANCIENT JEWISH MAY BE CONSULTED. WITH A FUNCTIONALITY OF THE WEBSITE THE VARIOUS TEXTS MAY BE COMPARED.

domenica 25 ottobre 2020

Impegno associativo - Associative commitment

 

Impegno associativo


1. Il blog http://acvivearomavalli.blogspot.com/ è dedicato alla quarantina di socie e soci  del gruppo parrocchiale di Azione Cattolica nella parrocchia di San Clemente Papa, a Roma, nel quartiere Montesacro - Valli, nel Nord-est della città, sulla riva destra del fiume Aniene, nel Terzo Municipio di Roma Capitale. Ma storicamente ha avuto un pubblico di lettori molto più vasto, addirittura sparso in tutto il mondo. E’ il prodigio della telematica del WEB, sigla che significa rete mondiale.

   In effetti, aprendolo, avevamo pensato che potesse essere anche uno strumento per coinvolgere nuove persone nel nostro gruppo. Così non è stato. Sono arrivate nuove adesioni, ma da persone attratte nel modo tradizionale, mediante una relazione faccia a faccia.

 Tra il semplice interessarsi e il partecipare c’è un abisso.

  Le persone sembrano aver paura di legarsi a un gruppo, e in particolare a un gruppo ecclesiale, come indubbiamente il nostro è. Ma temono anche solo di dialogare  con le persone di quella piccola società. ll dialogo, in effetti, è la forma iniziale di relazione sociale partecipativa.

  Certamente, aderire all’Azione Cattolica manifesta alcuni impegni importanti: innanzi tutto quello dell’azione  sociale democratica per affermarvi i valori caratteristici del pensiero sociale ispirato dalla nostra fede. Per fare questo l’Azione Cattolica fu costituita, agli albori della democrazia di popolo in Italia, dopo che, dalla metà dell’Ottocento la democrazia italiana era stata cosa che riguardava i ceti più abbienti e colti. Ma il semplice dialogare ancora non è questo.

  Mi pare che ci si appaghi di assistere, ritraendosi da partecipare.

2. Un  motivo di quell’atteggiamento può essere l’esitazione nel dialogare su temi legati a valori di fede.

  Si sospetta che la religione sia solo un complesso di fantasie.

  Se si digita nella striscia di ricerca di Google  la frase “Dio non c’è”, in italiano, si ottengono 45 milioni di risultati. Se la si digita in inglese, “God doesn’t exist”, se ne ottengono 185 milioni. Una vita non basterebbe ad esaminare tutti gli argomenti che sostengono l’inesistenza di Dio.

  Storicamente le prove  della sua esistenza sono molte di meno: si contano sulle dita della mano, anche se con molte varianti. Ma non sono veramente prove, bensì argomenti ragionevoli.

  La prova fondamentale dell’inesistenza di Dio è nella estrema facilità di immaginare  una religione e la relativa divinità, per cui ogni società ne può sognare  diverse, come in effetti storicamente è accaduto e ancora accade. Il paradosso di ogni teologia è di essere un discorso raziocinante fondato essenzialmente sull’immaginazione.

 Nella visione cristiana, uno degli argomenti più convincenti dell’esistenza di Dio è l’agàpe. Gli esseri umani, pur discendendo biologicamente da antiche belve, sono capaci di agàpe, e in questo si distinguono da ogni altro vivente. L’agàpe è la tensione verso società universali benevolenti, misericordiose, solidali, nelle quali ogni persona sia accolta, trovando ristoro e affetto, e, in ciò, appagamento. Per quel sentimento, soffriamo per  la violenza sociale e siamo capaci di compassione verso gli sconfitti e i sofferenti. L’agàpe  è una caratteristica profondamente umana e diverge da come va la natura intorno a noi, sottomessa al duro servaggio del conflitto di sterminio, in cui si sopravvive uccidendo e mangiando altri viventi. L’agàpe  non  è immaginazione, è realtà. Da dove ci viene? Natura o sopranatura? Nella fede cristiana, Dio è agàpe, è scritto. L’agàpe  è presentata come soprannaturale, e, certo, non la troviamo in natura salvo che negli esseri umani.

  Leggiamo, ad esempio nella prima lettera di Giovanni, capitolo 4, versetto 16:

Noi sappiamo e crediamo che Dio ci ama. Dio è amore, e chi vive nell’amore è unito a Dio, e Dio è presente in lui

[Versione della TILC - Traduzione interconfessionale in lingua corrente]

καὶ ἡμεῖς ἐγνώκαμεν καὶ πεπιστεύκαμεν τὴν ἀγάπην ἣν ἔχει ὁ θεὸς ἐν ἡμῖν. Ὁ θεὸς ἀγάπη ἐστίν,  [si legge: O Teòs agàpe estìn = Dio è agàpe] καὶ ὁ μένων ἐν τῇ ἀγάπῃ ἐν τῷ θεῷ μένει καὶ ὁ θεὸς ἐν αὐτῷ μένει.

[testo originario in greco da http:// https://www.bibbiaedu.it/GRECO_NT/nt/1Gv/4/]

  L’ideale e la meta dell’agàpe  è al centro dell’azione sociale dei cristiani, e naturalmente di molte altre cose importanti per la loro fede. E’ il principale comandamento:

 

Dal Vangelo secondo Matteo, capitolo 22, versetti dal 34 al 40:

 

Quando i farisei vennero a sapere che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducei si radunarono insieme.  Uno di loro, che era *maestro della Legge, gli domandò per metterlo alla prova:  — Maestro, qual è il più grande comandamento della Legge?  Gesù gli rispose: — Ama il Signore, tuo Dio, con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente.  Questo è il comandamento più grande e più importante.  Il secondo è ugualmente importante: Ama il tuo prossimo come te stesso.  Tutta la legge di Mosè e tutto l’insegnamento dei *profeti dipendono da questi due comandamenti.  

[Versione della TILC - Traduzione interconfessionale in lingua corrente]

 

 Οἱ δὲ Φαρισαῖοι ἀκούσαντες ὅτι ἐφίμωσεν τοὺς Σαδδουκαίους συνήχθησαν ἐπὶ τὸ αὐτό. 35 καὶ ἐπηρώτησεν εἷς ἐξ αὐτῶν νομικὸς πειράζων αὐτόν·  Διδάσκαλε, ποία ἐντολὴ μεγάλη ἐν τῷ νόμῳ;  δὲ ἔφη αὐτῷ· Ἀγαπήσεις κύριον τὸν θεόν [si legge: agapèseis kùrion ton teòn = amerai il tuo Dio] σου ἐν ὅλῃ τῇ καρδίᾳ σου καὶ ἐν ὅλῃ τῇ ψυχῇ σου καὶ ἐν ὅλῃ τῇ διανοίᾳ σου· 38 αὕτη ἐστὶν ἡ μεγάλη καὶ πρώτη ἐντολή.  Δευτέρα δὲ ὁμοία αὐτῇ· Ἀγαπήσεις τὸν πλησίον σου ὡς σεαυτόν[si legge: agapèseis ton plesion su os seautòn = amerai il tuo prossimo come te stesso].  ἐν ταύταις ταῖς δυσὶν ἐντολαῖς ὅλος ὁ νόμος κρέμαται καὶ οἱ προφῆται. 

[testo originario in greco antico da http:// https://www.bibbiaedu.it/GRECO_NT/nt/Mt/22/ -nel lessico di Gesù in quel brano, come anche altrove, amore  traduce γπη (si legge: agàpe)]

 

 

 Nell’omelia svolta domenica 25 ottobre nelle Chiesa madre di Salve, in Puglia, provincia di Lecce, trasmessa in televisione sulla rete Rai 1, il vescovo di Ugento-Santa Maria di Leuca Vito Angiuli, commentando quel brano evangelico, ha insegnato:

 

[…] La Parola di Dio di questa domenica ci ricorda che tutta la nostra vita è fondata sul comandamento dell’amore [agàpe nel testo evangelico commentato] di Dio e del prossimo. E’ questo il  vero antidoto a tutti le malattie spirituali.

 Quei comandamenti sono presenti nell’Antico Testamento.

 La novità dell’insegnamento di Cristo è nell’aver ribadito l’assolutezza del primo comandamento e nell’aver legato il precetto dell’amore di Dio a quello dell’amore del prossimo. I due comandamenti sono come due facce della stessa medaglia, sono distinti ma interdipendenti. Si rapportano l’uno all’altro, in una inscindibile unità, che non comporta la totale identificazione, ma esprime la stretta interrelazione.  Il primo  è la radice e il fondamento di tutto. Se l’amore di Dio è il primo e il più grande dei comandamenti, l’amore del prossimo è  simile al primo, dice Gesù. Non sono identici: il secondo è il riflesso, l’esplicitazione, l’epifania, il banco di prova, lo specchio dell’amore verso Dio.  Da questi due precetti, che sono in realtà un solo comandamento, dipendono tutta la Legge e i Profeti.

  Il grande comandamento dell’amore è il punto di aggancio e la sintesi di tutti gli altri precetti: la pienezza della legge, il compimento della rivelazione, l’orientamento fondamentale della nostra vita.

 […]

 Non basta essere soci, cioè avere gli stessi interessi, bisogna farsi prossimi, farsi vicino a chi è nel bisogno, come scrive il papa nell’enciclica  Fratelli Tutti, prendersi cura di lui come il Buon Samaritano, gratuitamente e fraternamente.

[…]

Nascerà così il volto di una nuova umanità rinnovata dall’amore.

 

Ha insegnato il papa Joseph Ratzinger - Benedetto 16° nell’enciclica Dio è amore - Deus caritas est:

 

«3. All'amore tra uomo e donna, che non nasce dal pensare e dal volere ma in certo qual modo s'impone all'essere umano, l'antica Grecia ha dato il nome di eros. Diciamo già in anticipo che l'Antico Testamento greco usa solo due volte la parola eros, mentre il Nuovo Testamento non la usa mai: delle tre parole greche relative all'amore — eros, philia [si legge: filìa] (amore di amicizia) e agape — gli scritti neotestamentari privilegiano l'ultima, che nel linguaggio greco era piuttosto messa ai margini. Quanto all'amore di amicizia (philia), esso viene ripreso e approfondito nel Vangelo di Giovanni per esprimere il rapporto tra Gesù e i suoi discepoli. La messa in disparte della parola eros, insieme alla nuova visione dell'amore che si esprime attraverso la parola agape, denota indubbiamente nella novità del cristianesimo qualcosa di essenziale, proprio a riguardo della comprensione dell'amore.»

 

 L’agàpe non è un valore solo cristiano, e in particolare solo cattolico: pervade infatti le grandi religioni storiche, che in questo possono sentirsi avvicinate, e tutte  le confessioni che si richiamano all’insegnamento di Cristo. Di questo la Chiesa cattolica ha preso piena consapevolezza solo di recente, in particolare a partire dal Concilio Vaticano 2°, celebrato a Roma tra il 1962 e il 1965. In precedenza, tra cristiani e religioni diverse, e anche tra diverse confessioni cristiane, ci si era duramente combattuti.

Ebbene l’azione  dell’Azione Cattolica è principalmente diretta a costruire  quella nuova umanità universale rinnovata nell’agàpe, innanzi tutto capendo e praticando l’agàpe a cominciare dalle proprie realtà sociali di prossimità, i gruppi parrocchiali.

 L’agàpe  è anche un linguaggio e un linguaggio universale: ognuno l’intende. Ed è anche per parlarlo,  nel dialogo sociale, che ci incontriamo in Azione Cattolica.

3. I cristiani, da un certo punto di vista, possono essere considerati le persone che praticano in società l’agàpe soprannaturale. Li si può osservare, come fanno i sociologi e gli antropologi. E allora li si avvicina dall’esterno, senza lasciarsi coinvolgere, a volte per semplice curiosità o interesse colto. Ma vi basta?

  Chi spende tempo e un certo impegno per leggere quello che è scritto sul blog del gruppo non cerca qualcos’altro? Noi, però, non abbiamo altro da offrire che l’agàpe  che cerchiamo di praticare, e anche di imparare a praticare sempre meglio aiutandoci in questo gli uni gli altri.

  Nella fede cristiana, la questione puramente intellettuale, razionale,  sull’esistenza di Dio, sulla quale tanto si sono affaticati i filosofi, è, in fondo, secondaria, perché, una volta accettato razionalmente uno dei pochi argomenti a favore dell’esistenza di Dio, superando i milioni di argomenti in contrario, innanzi tutto l’evidenza che Dio nessuno lo ha mai visto [come è scritto all’inizio del Vangelo secondo Giovanni], si è in fondo appena all’inizio e, soprattutto, lontani dall’essenziale, dal fondamento, che è l’agàpe. E’ solo accostandosi a una comunità viva e iniziando a cercare di praticarla che si avanza. Sembra un legarsi, ma i cristiani la vivono come una liberazione, innanzi tutto dai conflitti sulle parole che tanto duramente hanno travagliato le loro società e quelle da essi influenzate, dirette od oppresse,  e poi da duro servaggio della legge di natura, secondo la quale pesce grande mangia pesce piccolo. Il peccato dal quale i cristiani chiedono di essere liberati è, essenzialmente, quello del tradimento pratico, prima che razionale, dell’agàpe. Ma non è forse tutta la nostra società a sentirsene afflitta.

  Quello che ho capito dell’iniziazione alla fede cristiana è questo: se non è anche agàpe è solo erudizione. Con l’agàpe diventa sapienza.

  Concludo quindi con un invito ad accettare la sfida cristiana dell’agàpe, a non esitare, a non rimanere nel ruolo di semplici osservatori. Coraggio!

 Coraggio ci vuole, specie di questi tempi, in cui un malefico agente virale cerca di colpirci proprio nella nostra attitudine sociale, facendoci temere gli uni degli altri.

Mario Ardigò - Azione Cattolica in San Clemente papa - Roma, Monte Sacro, Valli

 

Associative commitment

 

1. The blog http://acvivearomavalli.blogspot.com/ is dedicated to the forty members of the Catholic Action parish group in the parish of San Clemente Papa, in Rome, in the Montesacro - Valli district, in the north-east of the city, on the banks of the Aniene river, in the Third Municipality of Rome. But historically it has had a much larger readership, even spread all over the world. It is the prodigy of WEB telematics, an acronym that means worldwide network.

   Indeed, opening it, we thought it could also be a tool to involve new people in our group. This was not the case. New members have arrived, but from people attracted in the traditional way, through a face-to-face relationship.

 There is an abyss between simply taking an interest and participating.

  People seem to be afraid of becoming attached to a group, and in particular an ecclesial group, as ours undoubtedly is. But they are also afraid of just talking to the people of that small company. In fact, dialogue is the initial form of participatory social relationship.

  Certainly, joining Catholic Action manifests some important commitments: first of all that of democratic social action to affirm the characteristic values ​​of social thought inspired by our faith. To do this, Catholic Action was established, at the dawn of people's democracy in Italy, after Italian democracy had been a matter for the wealthiest and most educated classes from the mid-nineteenth century. But the simple dialogue still does not.

  It seems to me that we are satisfied to assist, withdrawing to participate.

2. A reason for that attitude may be the hesitation in discussing issues related to values of faith.

  Religion is suspected to be just a complex of fantasies.

  If you type the phrase "God is not there", in Italian, in the Google search strip, you will get 45 million results. If you type it in English, "God doesn't exist", you get 185 million. One life would not be enough to examine all the arguments that support the non-existence of God.

  Historically, the evidences of its existence is much less: it can be counted on the fingers of the hand, albeit with many variations. But they are not really evidences, but reasonable arguments.

  The fundamental evidence of the non-existence of God is in the extreme ease of imagining a religion and its divinity, so that every society can dream of different ones, as in fact historically has happened and still happens. The paradox of any theology is that it is a reasoning discourse based essentially on the imagination.

 In the Christian view, one of the most convincing arguments of the existence of God is the agape. Human beings, although biologically descended from ancient beasts, are capable of agape, and in this they are distinguished from any other living thing. The agape is the tension towards benevolent, merciful, supportive universal societies, in which every person is welcomed, finding refreshment and affection, and, in this, satisfaction. For that feeling, we suffer for social violence and are capable of compassion for the defeated and the suffering. The agape is a profoundly human characteristic and diverges from the nature around us, subjected to the harsh servitude of the extermination conflict, in which one survives by killing and eating other living beings. The agape is not imagination, it is reality. Where does it come from? Nature or overnature? In the Christian faith, God is agape, it is written. The agape is presented as supernatural, and, of course, we do not find it in nature except in human beings.

We read, for example, in the first letter of John, chapter 4, verse 16:

We know and believe that God loves us. God is love, and whoever lives in love is united with God, and God is present in him

[Version of the TILC - Interfaith Translation in Current Language]

καὶ ἡμεῖς ἐγνώκαμεν καὶ πεπιστεύκαμεν τὴν ἀγάπην ἣν ἔχει ὁ θεὸς ἐν ἡμῖν. Ὁ θεὸς ἀγάπη ἐστίν, [we read: O Teòs agàpe estìn = God is agàpe] καὶ ὁ μένων ἐν τῇ ἀγάπῃ ἐν τῷ θεῷ μένει καὶ ὁ θεὸς ῷν αὐν.

[original text in Greek from http: // https://www.bibbiaedu.it/GRECO_NT/nt/1Gv/4/]

  The ideal and goal of the agape is at the center of the social action of Christians, and of course of many other things important for their faith. It is the main commandment:

 

From the Gospel according to Matthew, chapter 22, verses 34 to 40:

 

When the Pharisees learned that Jesus had shut the mouth of the Sadducees, they gathered together. One of them, who was * teacher of the Law, asked him to put him to the test: - Teacher, what is the greatest commandment of the Law? Jesus answered him: - Love the Lord, your God, with all your heart, with all your soul and with all your mind. This is the greatest and most important commandment. The second is equally important: Love your neighbor as yourself. All the law of Moses and all the teaching of the * prophets depend on these two commandments.

[Version of the TILC - Interfaith Translation in Current Language]

 

 Οἱ δὲ Φαρισαῖοι ἀκούσαντες ὅτι ἐφίμωσεν τοὺς Σαδδουκαίους συνήχθησαν ἐπὶ τὸ αὐτό. 35 καὶ ἐπηρώτησεν εἷς ἐξ αὐτῶν νομικὸς πειράζων αὐτόν · Διδάσκαλε, ποία ἐντολὴ μεγάλη ἐν τῷ νόμῳ; ὁ δὲ ἔφη αὐτῷ · Ἀγαπήσεις κύριον τὸν θεόν [reads: agapeseis Kurion ton = Teon shall love your God] σου ἐν ὅλῃ τῇ καρδίᾳ σου καὶ ἐν ὅλῃ τῇ ψυχῇ σου καὶ ἐν ὅλῃ τῇ διανοίᾳ σου · 38 αὕτη ἐστὶν ἡ μεγάλη καὶ πρώτη ἐντολή. Δευτέρα δὲ ὁμοία αὐτῇ · Ἀγαπήσεις τὸν πλησίον σου ὡς σεαυτόν [reads: agapèseis ton plesion su os seautòn = you will love your neighbor as yourself]. ἐν ταύταις ταῖς δυσὶν ἐντολαῖς ὅλος ὁ νόμος κρέμαται καὶ οἱ προφῆται.

[original text in ancient Greek from http: // https://www.bibbiaedu.it/GRECO_NT/nt/Mt/22/ - in the lexicon of Jesus in that passage, as well as elsewhere, love translates ἀγάπη (reads: agàpe )]

 

 

 In the homily held on Sunday 25 October in the mother church of Salve, in Puglia, in the province of Lecce, broadcast on television on Rai 1, the bishop of Ugento-Santa Maria di Leuca Vito Angiuli, commenting on that Gospel passage, taught:

 

[...] The Word of God this Sunday reminds us that our whole life is founded on the commandment of love [agàpe in the commented Gospel text] of God and neighbor. This is the real antidote to all spiritual diseases.

 Those commandments are present in the Old Testament.

 The novelty of Christ's teaching is in having reaffirmed the absoluteness of the first commandment and in having linked the precept of God's love to that of love of neighbor. The two commandments are like two sides of the same coin, they are distinct but interdependent. They relate to each other, in an inseparable unity, which does not involve total identification, but expresses the close interrelation. The first is the root and foundation of everything. If the love of God is the first and greatest of the commandments, love of neighbor is similar to the first, Jesus says. They are not identical: the second is the reflection, the explication, the epiphany, the bench of proof, the mirror of love for God. The whole Law and the Prophets depend on these two precepts, which are in reality a single commandment.

  The great commandment of love is the connection point and the synthesis of all the other precepts: the fullness of the law, the fulfillment of revelation, the fundamental orientation of our life.

 [...]

 It is not enough to be partners, that is, to have the same interests, you need to be close, to be close to those in need, as the pope writes in the encyclical Fratelli Tutti, to take care of him like the Good Samaritan, freely and fraternally.

[...]

Thus the face of a new humanity renewed by love will be born.

 

Pope Joseph Ratzinger taught - Benedict 16th in the encyclical God is love - Deus caritas est

 

«3. Ancient Greece gave the name of eros to the love between man and woman, which does not arise from thinking and willing but in a certain way imposes itself on the human being. We already say in advance that the Greek Old Testament only uses the word eros twice, while the New Testament never uses it: of the three Greek words relating to love - eros, philia [reads: filìa] (love of friendship) and agape - the New Testament writings favor the latter, which in Greek language was rather marginalized. As for the love of friendship (philia), it is taken up and deepened in the Gospel of John to express the relationship between Jesus and his disciples. The setting aside of the word eros, together with the new vision of love which is expressed through the word agape, undoubtedly denotes something essential in the novelty of Christianity, precisely with regard to the understanding of love.»

 

The agape is not only a Christian value, and in particular only a Catholic one: it pervades the great historical religions, which in this can feel approached and all confessions that refer to the teaching of Christ. The Catholic Church has only recently become fully aware of this, in particular since the 2nd Vatican Council, celebrated in Rome between 1962 and 1965. Previously, between Christians and different religions, and also between different Christian confessions, there they had fought hard.

Well, the action of Catholic Action is mainly aimed at building that new universal humanity renewed in the agape, first of all by understanding and practicing the agape starting from their own social realities of proximity, the parish groups.

  The agàpe is also a language and a universal language: everyone understands it. And it is also to speak about it, in social dialogue, that we meet in Catholic Action.

3. Christians, from a certain point of view, can be considered people who practice the supernatural agape in society. You can observe them, as sociologists and anthropologists do. And then he approaches them from the outside, without getting involved, sometimes out of simple curiosity or cultured interest. But is that enough for you?

  Doesn't anyone who spends time and a certain effort to read what is written on the group's blog look for something else? We, however, have nothing to offer other than the agape we are trying to practice, and also to learn to practice better and better by helping each other in this.

  In the Christian faith, the purely intellectual, rational question on the existence of God, on which philosophers have worked so hard, is, after all, secondary, because, once rationally accepted one of the few arguments in favor of the existence of God , overcoming the millions of arguments to the contrary, first of all the evidence that no one has ever seen God [as it is written at the beginning of the Gospel according to John], we are basically just at the beginning and, above all, far from the essential , from the foundation, which is the agape. It is only by approaching a living community and starting to try to practice it that one advances. It seems like a bond, but Christians live it as a liberation, first of all from the conflicts over the words that have so severely tormented their societies and those influenced, directed or oppressed by them, and then from the harsh servitude of the law of nature, according to which big fish eat small fish. The sin from which Christians ask to be freed is essentially that of the practical, rather than rational, betrayal of the agape. But perhaps not all of our society feels afflicted by it.  What I understood of the initiation into the Christian faith is this: if it is not also agàpe it is only erudition. With the agape it becomes wisdom.

  I therefore conclude with an invitation to accept the Christian challenge of the agape, not to hesitate, not to remain in the role of mere observers. Courage!

 Courage is needed, especially in these times, when an evil viral agent tries to strike us right in our social attitude, making us fear each other.

Mario Ardigò - Catholic Action in Saint Clemente pope parish- Rome, Monte Sacro, Valli, district