Per informarsi sul WEB sui cammini sinodali
Sito del Sinodo 2021-2023 (generale)
Siti del cammino sinodale delle Chiese italiane
https://camminosinodale.chiesacattolica.it/
Manuale di sinodalità
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avviare un incontro di un gruppo
sinodale
(note in vista dell’Assemblea
sinodale di domenica 5 dicembre)
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Dal Vademecum
diffuso dalla Segreteria del Sinodo
dei vescovi nel settembre 2021
All'interno
di ogni Chiesa locale, gli incontri dovrebbero essere organizzati in modo da
promuovere un'esperienza sinodale più fruttuosa nel contesto locale.
Idealmente, più "incontri di consultazione sinodale" potrebbero
essere organizzati per lo stesso gruppo di partecipanti, in modo che possano
approfondire e dialogare meglio. In alternativa, si possono organizzare nuovi
raggruppamenti in modo che un maggior numero di persone possano ascoltare e
impegnarsi, con una più ampia diversità di opinioni ed esperienze.
[…]
L'ascolto reciproco si arricchisce
conoscendosi e condividendo la vita insieme. Può essere molto utile condividere
un'attività comune prima di iniziare gli incontri e dialogare fra di voi.
Alcuni esempi di attività che possono essere
svolte insieme includono un pellegrinaggio, un'azione sociale o caritatevole, o
semplicemente un pranzo o una cena insieme. Oltre a sviluppare la fiducia
reciproca tra i partecipanti, questo potrebbe anche aiutare a promuovere la
partecipazione di persone che sono più attratte dall'azione pratica piuttosto
che dalla discussione intellettuale.
Questo approccio segue l'esempio di Gesù che
riuniva i suoi discepoli per condividere un pasto, camminare insieme o
semplicemente passare del tempo insieme. Può essere importante concedere tempo
sufficiente e spazio adeguato ai partecipanti per condividere cibo e bevande,
prolungando l'esperienza dell'ascolto reciproco in uno scambio meno formale e
più spontaneo durante le pause. Questo può aprire ad una partecipazione più
fruttuosa delle persone che si sentono meno a loro agio nelle riunioni formali,
oltre a offrire l’opportunità per chiarire più liberamente alcuni punti.
Prendere
parte ad attività fisiche, culturali, sociali e caritative può contribuire a
costruire la comunione tra i partecipanti, rinnovando la Chiesa attraverso
nuove esperienze di fraternità.
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Dalle Indicazioni metodologiche dalla Segreteria della
Conferenza Episcopale Italiana
Avviare precisi percorsi di consultazione, tenendo ben presente la
domanda fondamentale del Sinodo universale (Come si realizza oggi, a diversi
livelli (da quello locale a quello universale) quel “camminare insieme” che
permette alla Chiesa di annunciare il Vangelo, conformemente alla missione che
le è stata affidata; e quali passi lo Spirito ci invita a compiere per crescere
come Chiesa sinodale?) e seguendo lo schema dei dieci nuclei tematici
proposti dal Documento preparatorio del Sinodo universale.
In questa
fase, è fondamentale un lavoro di consultazione e confronto diffuso
valorizzando, là dove è possibile, la costituzione di piccoli gruppi (8-10
persone). Questi gruppi possono trovarsi una o più volte e non sono chiamati ad
affrontare necessariamente tutti i “nuclei tematici” indicati dal Documento
preparatorio (anche se è importante che chi li coordina tenga presente
l’insieme dei nuclei tematici nel loro rapporto con l’interrogativo di fondo
del cammino sinodale). Gli incontri dovranno essere svolti con uno stile
chiaramente sinodale e con una metodologia finalizzata all’ascolto e al
discernimento.
Gli incontri
possono avere una struttura articolata in più fasi nel corso di una mezza o
intera giornata o in più momenti (prendono così la forma di percorsi) oppure
svolgersi in un tempo più circoscritto (sarebbe bene comunque dedicare ad un
incontro almeno 90 minuti).
Per favorire la consultazione quanto più ampia
possibile sono proposti a livello nazionale alcuni esempi di percorsi per
destinatari diversi: Parrocchie e unità pastorali e i loro organismi di
partecipazione; Organismi diocesani di partecipazione ecclesiale (Consiglio
pastorale diocesano; Consiglio presbiterale; Consulta delle aggregazioni
laicali); Uffici pastorali diocesani; realtà culturali e sociali del
territorio per raccogliere lo sguardo sulla Chiesa dai luoghi della vita
comune. Inoltre è proposta una traccia per incontri anche informali e per poter
ascoltare il vissuto e le voci anche di quanti hanno poca confidenza con la
comunità ecclesiale, la frequentano sporadicamente, se ne ritengono ai margini
o hanno preso le distanze da essa.
Per
ognuno di questi percorsi è presentata una scheda con: a) un richiamo alla Evangelii
Gaudium; b) una introduzione sul senso e sui protagonisti del percorso; c)
alcune brevi indicazioni metodologiche; d) i dieci nuclei tematici del Sinodo
universale con alcune domande, in parte riformulate considerando di volta in
volta i destinatari specifici e tenendo presente il contesto della Chiesa che è
in Italia. Le schede sono messe a disposizione sul sito web del Cammino
sinodale (www.camminosinodale.net). Inoltre sarà preparata anche una traccia
dedicata alle Diocesi che stanno celebrando il Sinodo diocesano, contenente
alcuni spunti per valorizzare al meglio i lavori sinodali diocesani in sinergia
con il Cammino sinodale delle Chiese che sono in Italia. Le schede proposte
hanno un valore esemplificativo e non intendono esaurire la gamma delle
situazioni, dei protagonisti e dei contesti ecclesiali. Altre inoltre potranno
essere predisposte nelle Chiese locali.
I momenti di consultazione (sia che siano
svolti in un incontro sia che si articolino in più incontri) chiedono di essere
condotti con una particolare cura attraverso uno stile attento a favorire
l’ascolto e il confronto (vedi punto successivo). Ugualmente è necessario che
alla fine di ogni incontro e alla fine del percorso sia elaborata una sintesi
di quanto emerso. La sintesi rappresenta un aspetto fondamentale di restituzione
sia a livello delle singole realtà coinvolte, sia a livello diocesano. Sono
molto utili al riguardo le indicazioni contenute nell’Appendice D del Vademecum
del Sinodo universale; sarà inoltre svolto a livello nazionale un incontro
specifico con tutti i referenti diocesani per approfondire i criteri di elaborazione
delle sintesi.
Per la conduzione degli incontri di
consultazione, l’Appendice B del Vademecum del Sinodo universale propone di
assumere lo stile della Conversazione spirituale. In sintonia con questa
prospettiva si propone di seguito una mappa di riferimento per la conduzione,
che logicamente può essere adattato e modificato a seconda dei casi. Questa
mappa contiene 5 regole d’oro e 6 passaggi ideali.
Cinque
regole d’oro
Regola 1. Essere
neutri ma empatici. Il coordinatore risponde, se ritiene, alle domande del gruppo
ma rinuncia a commentare per custodire la libertà di parola per tutti. Ma
neutri non significa freddi. La condizione per ascoltare in profondità è di
entrare in empatia con quanto viene detto.
Regola 2. Non aver
paura dei silenzi, anzi ogni tanto proporli. Come sul rigo musicale, gli spazi
di silenzio mettono in risalto le note. Se il coordinatore non teme il
silenzio, i membri del gruppo impareranno ad ascoltare.
Regola 3. Non
procedere mai per dibattito, ma per accostamento di prospettive. Un gruppo di
ascolto sinodale non è un talk show o un dibattito televisivo, dove ognuno
cerca di sovrapporsi alla parola degli altri. Il discernimento è frutto di un
consenso che nasce dall’ascoltare tutti con rispetto.
Regola 4. Frenare
delicatamente i chiacchieroni, incoraggiare chi parla poco. Se un intervento
tende a prolungarsi il coordinatore riassume il pensiero di chi parla (“stai
dicendo questo”) e dà la parola a un altro (“tu cosa pensi”).
Regola
5. Il coordinatore scommette sulle risorse del gruppo e sulle
sorprese dello Spirito Santo. Questo contribuisce a disinnescare l’ansia del
risultato.
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Dalla scheda esemplificativa per gli incontri sinodali parrocchiali diffusa
dalla Conferenza episcopale italiana
È bene, là dove è possibile, attivare più
gruppi sinodali, ognuno dei quali dovrebbe avere almeno 6-7 persone e non
superare le 10-12 persone.
Ogni
gruppo avrà un coordinatore e possibilmente un’altra persona che possa aiutare
nella verbalizzazione dell’incontro; queste due figure partecipano attivamente
al lavoro del gruppo.
La costituzione del gruppo può avvenire in
diversi modi (ad esempio: per libera iscrizione oppure per invito, a seconda
dei contesti).
Ogni
gruppo affronterà la domanda generale proposta dal Sinodo Universale attraverso
alcune domande di due o più nuclei tematici, ritrovandosi in almeno un
incontro.
L’importante
è che attraverso i diversi gruppi attivati siano presi in considerazione tutti
i nuclei tematici e che nella conduzione dei singoli gruppi si abbia sempre
presente il loro quadro d’insieme. Gli incontri dei diversi gruppi possono
anche svolgersi (in rapporto alle reali condizioni di spazio in questo contesto
segnato dalla pandemia) contemporaneamente e anche in modalità on line dove
fosse necessario.
Le
domande dei diversi nuclei tematici rappresentano stimoli per il confronto e
l’ascolto. Non bisogna perciò preoccuparsi di rispondere ad ogni singola
domanda, ma ogni partecipante risponde a quella o quelle che ritiene per lui
più importanti.
Ogni
incontro è aperto e chiuso con una breve preghiera; vengono lette le domande
dei nuclei tematici assegnati al gruppo, poi vengono lasciati alcuni minuti di
silenzio per permettere a ciascuno di riflettere sul proprio intervento.
Al
riguardo è molto utile seguire lo stile suggerito dall’Appendice B del
Vademecum del Sinodo universale e richiamato nelle Linee metodologiche per il
primo anno del Cammino sinodale delle Chiese che sono in Italia.
Nella
preparazione dell’incontro si possono individuare per ogni nucleo anche solo
alcune domande su cui concentrare eventualmente l’attenzione.
È importante che ogni gruppo alla fine del
percorso elabori una sintesi del confronto e dell’ascolto secondo uno stile di
corrispondenza a quanto emerso. Sarà poi necessario mettere insieme, da parte
del referente del percorso, con il supporto dei referenti diocesani, il frutto
delle diverse sintesi.
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Domenica
prossima, alle 16, in parrocchia si terrà un’assemblea sinodale sui temi dei
cammini sinodali che sono stati aperti per la Chiesa universale e per le Chiese
in Italia.
Il
nostro gruppo di Azione Cattolica è probabilmente quello che è più avanti nel
praticare la sinodalità e nel prepararsi a quei cammini sinodali. Dobbiamo
quindi sentirci impegnati ad essere agenti attivi e facilitatori nell’incontro
di domenica.
Dobbiamo tener presente alcune informazioni importanti che saranno utili
per tutti i partecipanti, quando si potrà avere la parola, dopo la prima fase,
che si terrà nella chiesa parrocchiale e
che probabilmente avrà carattere liturgico.
L’ho
scritto l’altro giorno su un altro post del blog:
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Chi
ha deciso di convocarci? Il Papa.
Perché
siamo stati convocati? Per ascoltarci come comunità, non individualmente, uno per uno, come in un
sondaggio demoscopico. La parrocchia ne riferirà in Diocesi, quest’ultima alla
Conferenza episcopale nazionale e,poi, da qui si arriverà a una sintesi per
Continenti e, infine ,tutto perverrá all’esame del Sinodo dei vescovi della
Chiesa cattolica: questo per il cammino sinodale mondiale del quale si
farà sintesi nell’ottobre 2023. Quello
nazionale, specificamente per le Chiese italiane, durerà più a lungo, fino all’ottobre 2025, e
prevede altri momenti di ascolto.
Che cosa ci si
attende da noi? Che ci esprimiamo liberamente, dialogando tra noi,
fino a mettere a punto una sintesi che corrisponda ad impegni collettivi,
cercando di creare, come frutto del dialogo, che implica stabilire relazioni
tra i dialoganti, il più ampio consenso sugli impegni collettivi che saranno
decisi dal gruppo e nel gruppo. Questa appunto è sinodalità.
Per orientare il lavoro i vescovi ci hanno posto un Interrogativo
fondamentale
Una Chiesa sinodale,
annunciando il Vangelo, “cammina insieme”: come questo “camminare insieme” si
realizza oggi nella vostra Chiesa particolare? Quali passi lo Spirito ci invita
a compiere per crescere nel nostro “camminare insieme”?
che si
articola in Dieci domande.
Qual è l’obiettivo che ci si propone? Si vuole costruire, con collaborazione di tutti, anche di coloro che oggi sono ai margini, una Chiesa sinodale, per individuare nuovi modi per diffondere e praticare collettivamente, come Chiesa, il Vangelo nel mondo di oggi, restaurando l’agàpe, la convivenza benevola e solidale nel nome di Cristo, e prendendosi cura di chi ne ha bisogno. In ciò sono comprese liturgia, frequentazione biblica e preghiera, formazione alla sapienza, spiritualità, solidarietà, azione sociale. Questo da sempre è il campo della missione ecclesiale. Il Papa ritiene che i problemi che i tempi ci pongono, anche sotto il profilo religioso, ritengono un più ampio coinvolgimento dei fedeli, correggendo il totalitarismo gerarchico che ancora in genere impera. Le soluzioni usciranno dal confronto, che parte dall'ascolto dei fedeli che di solito costituiscono solo una platea di eventi liturgici. Il dialogo che si vuole indurre è, però, già un cambiamento in senso sinodale. L'obiettivo di una Chiesa sinodale comincia ad essere conseguito già nei cammini sinodali che sono stati iniziati. Si vedrà quali saranno state le prassi migliori. La pratica viene prima della teoria. Il manuale della sinodalità deve ancora essere scritto. Non sono tali le Scritture, formate in tempi molto lontani e diversi dalle situazioni del mondo attuali, anche se da lì è necessario trarre ispirazione. Neanche la storia della nostra Chiesa aiuta, perché ha vissuto prevalentemente una sinodalità riservata a clero, religiosi ed esperti e, almeno fino al Quattrocento, con l'ingerenza di sovrani civili e loro funzionari. Il primo sinodo con le caratteristiche di quelli attuali si tenne a Cartagine, in Africa, nel 225, quindi all'inizio del Terzo secolo. Nell'antichità la sinodalità si sviluppò seguendo lo sviluppo di un vero e proprio clero, che si ebbe a cavallo tra il Primo e il Secondo secolo. La sinodalità come viene proposta oggi è ampiamente praticata in molte altre Chiese cristiane e, se si affermerà, favorirà il processo ecumenico.
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Dobbiamo prepararci ad agire affrontando lo scenario peggiore che si
possa immaginare (se poi fosse migliore, faremo meno fatica, ma meglio
prepararsi al peggio, secondo l’evangelico “Siate pronti!”):
a)
coordinatori poco preparati e non convinti
della bontà dell’iniziativa (quelli che esordiranno dicendosi scettici su
quello che il Papa ha proposto di fare), inoltre poco pratici nel coordinare mantenendo un atteggiamento neutrale, e portati invece a dire agli altri che bisogna
pensare e dire, stimando nulla ciò che esce dai partecipanti;
b)
partecipanti volenterosi ma ignari
praticamente di tutto, in particolare dei riferimenti storici;
c)
tendenza
a virare verso discorsi puramente spirituali, del resto secondo le linee guida
dei vescovi italiani, ciò che ci farebbe mancare l’obiettivo;
d)
poca o nessuna pratica dei partecipanti a
prendere la parola in pubblico, per cui, invitati a parlare, non lo faranno;
e)
scarsa pratica dei partecipanti al lavoro
collettivo, per cui, se prenderanno la parola, si limiteranno a dire la
propria secondo quando hanno orecchiato nei giorni precedenti qua e là, e
non terranno minimamente conto di ciò che vanno dicendo le altre persone;
f)
tendenza
di tutti a scoraggiarsi dopo un po’ di lavoro infruttuoso.
Non so chi saranno i coordinatori dei gruppi,
né se abbiano avuto degli incontri tra loro per coordinare innanzi tutto loro
stessi, né su quali documenti si siano preparati. Sicuramente i partecipanti
all’incontro non hanno avuto modo di prepararsi come abbiamo fatto noi
dell’Azione cattolica parrocchiale: abbiamo tra le mani un libretto di settanta
pagine e una scheda di sei con in sintesi gran parte di ciò che serve.
Quest’ultima è stata inviata anche per posta ordinaria ai soci che non usano
l’email.
Dovremmo cercare di riempire i silenzi:
a)
parlando
delle informazioni fondamentali sui cammini sinodali che ho sopra
trascritto;
b)
cercando
di sollecitare le altre persone perché inizino
con il parlare della loro esperienza di ecclesialità (con chi la fanno,
che fanno e come) e di ciò che, sulla base di tale esperienza, vorrebbero
cambiare in relazione all’obiettivo di una più efficace azione di missione;
c)
contestando
i coordinatori se tenteranno di imporre una qualche soluzione prima di ascoltare
i partecipanti. I cammini
sinodali in questa prima fase sono
volti proprio all’ascolto.
d)
rassicurando le altre persone che non c’è una
risposta giusta all’interrogativo
fondamentale e alle Dieci domande
in cui esso si articola. Si è ancora alla ricerca. Se la risposta fosse già
a portata di mano, in ogni realtà sociale, non ci sarebbe stato bisogno di iniziare
i cammini sinodali.
e)
cercando
di orientare il dibattito verso impegni collettivi concreti e condivisi,
salvandoci dal chiacchiericcio confuso secondo il costume televisivo,
giustamente deprecato nella scheda esemplificativa dei vescovi
italiani.
Ricordiamoci
di annotare il risultato della discussione.
Probabilmente ci si dividerà in più gruppi di lavoro, dopo l’iniziale
assemblea plenaria nella chiesa parrocchiale. Non concentriamoci solo in un
gruppo, ma dividiamoci in modo da contribuire a più gruppi.
Nella scheda
per gli incontri sinodali
parrocchiali si consiglia di orientare l’incontro verso uno schema spirituale,
ciò che metterebbe più a suo agio il
clero ma sarebbe molto controproducente per la fruttuosità del lavoro, perché
si rimarrebbe sempre sul vago e inoltre provocherebbe, appunto, l’egemonia del
clero. Si consiglia inoltre di non fare un dibattito ma di limitarsi ad accostare
prospettive, raccomandazione non condivisibile, perché, in questo modo non
si concretizzerebbero impegni collettivi concreti condivisi, ma tutto
rimarrebbe com’è. La sinodalità è invece orientata al cambiamento
condiviso. Il clero, purtroppo,
diffida ancora del metodo democratico, perché teme, a torto, di poter essere
messo in minoranza: lo teme perché non ci conosce. La sinodalità che viene ora
proposta, innanzi tutto come apprendistato, tirocinio, serve
proprio a rimediare a questa carenza, molto grave, tenendo conto che la società
europea contemporanea vive di democrazia e che la democrazia come è stata
costruita nell’Europa di oggi ha senz’altro radici cristiane, perché i
cristiani europei vi hanno avuto parte essenziale.
Mario Ardigò – Azione Cattolica in San Clemente
papa – Roma, Monte Sacro, Valli