Testo integrale dell'omelia dell'arcivescovo di Milano, Mario Delpini, nella messa funebre celebrata a
Limbiate (in Lombardia, provincia di Monza e Brianza) il 27 febbraio 2021
per l’ambasciatore d’Italia Luca
Attanasio, assassinato a 43 anni durante il suo servizio di Stato nella
Repubblica democratica del Congo.
[da Avvenire on line]
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Dal Vangelo secondo Matteo, capitolo 25, versetti da 31 a 46 [Mt
25,31-46]
[31] «Quando
il Figlio dell’uomo verrà nel suo splendore, insieme con gli angeli, si siederà
sul suo trono glorioso. [32] Tutti i popoli della terra saranno riuniti di
fronte a lui ed egli li separerà in due gruppi, come fa il pastore quando
separa le pecore dalle capre: [33] metterà i giusti da una parte e i malvagi
dall’altra. [34] «Allora
il re dirà ai giusti: — Venite, voi che siete i benedetti dal Padre mio;
entrate nel regno che è stato preparato per voi fin dalla creazione del mondo. [35] Perché,
io ho avuto fame e voi mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato
da bere; ero forestiero e mi avete ospitato nella vostra casa; [36] ero nudo
e mi avete dato i vestiti; ero malato e siete venuti a curarmi; ero in prigione
e siete venuti a trovarmi. [37] «E i
giusti diranno: — Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo
dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? [38] Quando ti abbiamo
incontrato forestiero e ti abbiamo ospitato nella nostra casa, o nudo e ti
abbiamo dato i vestiti? [39] Quando ti
abbiamo visto malato o in prigione e siamo venuti a trovarti? [40] «Il re
risponderà: — In verità, vi dico: tutte le volte che avete fatto ciò a uno dei
più piccoli di questi miei fratelli, lo avete fatto a me! [41] «Poi dirà
ai malvagi: — Andate via da me, maledetti, nel fuoco eterno che Dio ha
preparato per il diavolo e per i suoi servi! [42] Perché, io ho avuto fame e
voi non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere; [43] ero
forestiero e non mi avete ospitato nella vostra casa; ero nudo e non mi avete
dato i vestiti; ero malato e in prigione e voi non siete venuti a trovarmi-
[44] «E anche quelli diranno: — Quando ti abbiamo visto affamato,
assetato, forestiero, nudo, malato o in prigione e non ti abbiamo aiutato? [45] «Allora il re risponderà: — In verità, vi dico: tutto quel che
non avete fatto a uno di questi piccoli, non l’avete fatto a me. [46] «E questi
andranno nella punizione eterna mentre i giusti andranno nella vita eterna».
[Versione in italiano di T.I.L.C. - Traduzione interconfessionale in lingua corrente, da
https://www.bibbiaedu.it/INTERCONFESSIONALE/nt/Mt/25
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Viene poi il momento
in cui ciascuno sta solo, alla presenza del Signore.
Finiscono
i clamori, tacciono le parole, la gente radunata si disperde e ciascuno sta,
solo, alla presenza del Signore.
Sono dimenticate le imprese, risultano
insignificanti gli onori, i titoli, i riconoscimenti e ciascuno sta, solo, alla
presenza del Signore.
Perde
interesse la cronaca, le parole buone e le parole amare, la retorica e le
celebrazioni e ciascuno sta, solo, alla presenza del Signore.
La
pagina del Vangelo descrive quello che mi potrà dire il Signore, quello che io
potrò dire al Signore, quando, come tutti, starò, starò solo alla presenza del
Signore.
Il
Signore dirà: “Da dove vieni, Luca, fratello?”.
E Luca risponderà: “Vengo da una terra in cui la
vita non conta niente; vengo da una terra dove si muore e non importa a
nessuno, dove si uccide e non importa a nessuno, dove si fa il bene e non importa
a nessuno. Vengo da una terra in cui la vita di un uomo non conta niente e si
può far soffrire senza motivo e senza chiedere scusa!”.
Il Signore dirà: “Non
dire così, Luca, fratello mio. Io scrivo sul libro della vita il tuo nome come
il nome di un fratello che amo, di un fratello che mi è caro, che desidero
incontrare per condividere la vita e la gioia di Dio! non dire così fratello.
Io ti benedico per ogni bicchiere d’acqua, per ogni pane condiviso, per
ospitalità che hai offerto. Vieni benedetto del Padre mio e ricevi in eredità
il regno preparato per te fin dalla creazione del mondo”.
Il Signore dirà:
“Perché ti volgi indietro, Luca, fratello mio?”.
E Luca risponderà: “Mi volgo indietro perché
considero quello che resta da fare, considero l’incompiuto che attende il
compimento, le promesse che avrei dovuto onorare, la missione che avrei dovuto
compiere. Ecco: troppo breve la vita. Ecco, troppe attese sospese! Perciò mi
volgo indietro!”.
E il Signore dirà: “Non volgerti indietro, Luca,
fratello mio. Troppo breve è stata la tua vita, come troppo breve è stata la
mia vita. Eppure dall’alto della croce si può gridare: “È compiuto!”, come nel
momento estremo si può offrire il dono più prezioso, senza che il tempo lo
consumi. Perciò non volgerti indietro, Luca, fratello mio; entra nella vita di
Dio: tu sarai giovane per sempre!”
E il Signore dirà
ancora: “Perché sei ferito, Luca, fratello mio?”
E Luca risponderà: “Sono ferito perché così gli
uomini trattano coloro che li amano e coloro che li servono: mi rendono male
per bene e odio in cambio di amore (Sal 108,5). Sono ferito perché ci sono
paesi dove la speranza è proibita, dove l’impresa di aggiustare il mondo è
dichiarata fallita, dove la gente che conta continua a combinare i suoi affari
e la gente che non conta continua a ferire e ad essere ferita. Ecco perché sono
ferito, perché ecco come sono i malvagi: sempre al sicuro, ammassano ricchezze
(Sal 73,12) e contro il giusto tramano insidie (cfr Sal 37,12) e non c’è chi
faccia giustizia!”.
E il Signore dirà:
“Non dire così, Luca, fratello mio. Guarda le mie ferite, le ho ricevute dai
miei fratelli; e guarda il mio cuore: dal mio fianco esce sangue e acqua; se il
chicco di grano, caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore porta
molto frutto (Gv 12,24). Ho seminato nella storia un seme di amore che produce
frutti di amore, e chi rimane nell’amore rimane in me e io in lui.
La gente che conta e
ammassa ricchezze è destinata a morire e per loro sarà pronunciato il giudizio:
via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per
i suoi angeli (Mt 25,41).
Ma i miti
erediteranno la terra, i giusti sono benedetti e benedetta la loro
discendenza”.
E il Signore dirà
ancora: “Perché piangi, Luca, fratello mio?”
E Luca risponderà: “Piango perché piangono le
persone che amo; piango perché restano giovani vite che hanno bisogno di
abbracci e di baci, di coccole e di parole vere e forti e non sarò là per
asciugare le loro lacrime e condividere le loro gioie; piango perché dopo il
clamore scenderà il silenzio, dopo la notorietà arriverà l’oblio: chi si
prenderà cura delle giovani vite che io non vedrò camminare nella vita”.
E il Signore dirà:
“Non dire così, Luca, fratello mio. Io manderò lo Spirito Consolatore, Spirito
di sapienza e di fortezza, Spirito di verità e di amore e si stringeranno in
vincoli d’affetto invincibile coloro che ti sono cari e nessuno sarà
abbandonato e io stesso tergerò ogni lacrima dai loro occhi, e i vincoli di
sangue, i vincoli di affetto, i vincoli di amicizia saranno più intensi e più
veri, più liberi e più lieti. La tua partenza non diventerà una assenza, la tua
presenza nella gioia del Padre non sarà una distanza. Non piangere più, Luca,
fratello mio!”.