Religioni e guerra
Una religione che giustifichi la guerra, o
addirittura inciti ad iniziarla, perde
il diritto di essere rispettata. In un regime democratico deve essere trattata
come fenomeno criminale e la coscienza democratica spinge a contrastarla.
L’argomento è tornato di stringente attualità
in Europa. Gerarchi cristiani, infatti, sono tornati a incitare alla guerra.
Nei loro confronti, e solo verso di loro, sento il dovere personale di cristiano
di ripudiare ogni ecumenismo.
Certo, bisogna realisticamente riconoscere che, in situazioni estreme,
la guerra possa essere inevitabile, ma tuttavia rimane un male anche per chi,
subendola, la combatte. Il fatto di aver iniziato a combatterla difendendosi
non la giustifica, ne tanto meno la
santifica, perché la guerra, ogni guerra, si fa aggredendo, ed è insensato (e
ipocrita) parlare di armi difensive.
Così, in definitiva, è insensato anche parlare, come ancora si fa nella
teologia cattolica di guerra giusta. Ogni guerra, sempre, è ingiusta.
Come scrisse la filosofa Simone Weil, grande
anima, l’uso della forza rende schiavi della forza. Ogni guerra rende
schiavi tutti coloro che la combattono. Non esistono, quindi, guerre
di liberazione. L’unica vera liberazione è quella dalla guerra, che inizia quando
si inizia a costruire la pace vera, che tra i cristiani si chiama agàpe,
che è il comandamento più grande.
La lotta nonviolenta, insegnata e praticata dall’indiano Mohāndās Karamchand Gāndhī (Mahatma – grande anima), l’afroamericano
Martin Luther King jr, e in Italia da Aldo Capitini, Lanza del Vasta, Lorenzo
Milani, è l’unica alternativa reale ed efficace all’insensatezza della guerra.
Per quella via l’India venne liberata dal gioco coloniale britannico e, in gran
parte, l’Europa orientale dall’asservimento al regime imperialista sovietico,
come pure fu iniziata la vera liberazione degli afroamericani statunitensi. Ciò
dimostra la sua efficacia.
Penso che per quelle di voi che appartengono
alla mia generazione sia insopportabile vedere quello che è successo e sta
succedendo in Ucraina. Ma purtroppo questo è il frutto della vecchia logica di
potere che ancora domina la cosiddetta geopolitica. La storia degli ultimi
settant’anni lo dimostra: guerre regionali non sono mai mancate; per questo io
ho detto che eravamo nella terza guerra mondiale a pezzetti, un po’
dappertutto; fino ad arrivare a questa, che ha una dimensione maggiore e
minaccia il mondo intero. Ma il problema di base è lo stesso: si continua a
governare il mondo come uno “scacchiere”, dove i potenti studiano le mosse
per estendere il predominio a danno degli altri.
La vera risposta dunque non sono
altre armi, altre sanzioni. Io mi sono vergognato quando ho letto che non so,
un gruppo di Stati si sono impegnati a spendere il due per cento, credo, o il
due per mille del Pil nell’acquisto di armi, come risposta a questo che sta
succedendo adesso. La pazzia! La vera risposta, come ho detto, non sono altre
armi, altre sanzioni, altre alleanze politico-militari, ma un’altra
impostazione, un modo diverso di governare il mondo ormai globalizzato – non
facendo vedere i denti, come adesso –, un modo diverso di impostare le
relazioni internazionali. Il modello della cura è già in atto, grazie a Dio, ma
purtroppo è ancora sottomesso a quello del potere
economico-tecnocratico-militare.
[dal discorso di papa Francesco alle
partecipanti e ai partecipanti all'incontro promosso dal Centro Femminile Italiano tenuto a Roma il 24-3-22]
Sono in profonda consonanza con queste parole
del Papa, nelle quali molto efficacemente vengono sintetizzate le ragioni della
guerra che di questi tempi ha colpito l’Europa, ma anche di tutte le guerre.
Contro religioni delinquenziali
che in qualsiasi modo rendono plausibile la guerra è doverosa la lotta non violenta. Quest’ultima, però, è resa oggi
più difficile dall’impressionante macchina massmediatica che ci spinge alla
guerra, arrivando a screditare come melma e fauna coloro che ancora insistono nel
ripudiarla (nella linea dei nostri principi costituzionali). Dagli organismi
politici che dirigono la guerra si fa ampio uso della falsificazione storica e
della strumentalizzazione religiosa. L’altro giorno un personaggio politico ancora
in auge ha osato usare l’esortazione evangelica del papa Giovanni Paolo 2° nel
suo primo rivolgersi al mondo nel suo altro ministero:
«Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a
Cristo! Alla sua salvatrice potestà aprite i confini degli stati, i sistemi
economici come quelli politici, i vasti campi di cultura, di civiltà, di
sviluppo. Non abbiate paura! Cristo sa cosa è dentro l’uomo. Solo lui lo sa!»
per rafforzare lo spirito bellico, facendo di quel “Non
abbiate paura”, una sorta di slogan da Marine.
E dall’altra
parte si è osato disonorare la fede evangelica coinvolgendola in fantasie
malvage di restaurazione di una “Nuova Roma” per rendere schiavo il
mondo.
Mi sono formato
al pacifismo nonviolento negli anni ’70. Ho ancora e sempre nel cuore il canto
dei nonviolenti di allora We shall overcome – Ce la faremo. Con esso
concludo. Coraggio!
Mario Ardigò -