Domenica 31 marzo 2019 – 4°
Domenica di Quaresima, Laetare / Rallegratevi!
- Lezionario dell’anno C per le domeniche e le solennità
– colore liturgico: viola o rosaceo – salterio: 4° settimana
- Letture e sintesi dell’omelia della Messa delle otto - avvisi del parroco e di
Azione Cattolica.
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Sunday March 31 2019 - 3rd Sunday of Lent, Laetare / Rejoice! - Lectionary of year C for Sundays and solemnities - liturgical
color: violet or pinkish- psaltery: 4rd week - Readings and summary of the
homily of the Mass at eight o'clock - notices from the parson and from Catholic
Action parish group
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La facciata della chiesa parrocchiale oggi / The facade of the parish church today |
Osservazioni ambientali: cielo sereno; temperatura ambientale 13 °C. Sarà un’altra
radiosa domenica di primavera mediterranea, adatta per passeggiate nei parchi
cittadini e per gite verso i colli e i laghi vicini e verso la costa.
Environmental observations: clear
sky; ambient temperature 13 ° C. It will be another radiant Mediterranean
spring Sunday, suitable for walks in the city parks and for trips in the
surroundings, in particular towards the nearby hills and lakes and towards the
coast.
Canti: Ingresso, Al tuo santo altar;
Offertorio, Nella tua Messa la nostra Messa;
Comunione, Il tuo popolo in cammino;
finale, si è recitata la preghiera del Salve
Regina.
Songs: Entrance; To your holy altar; Offertory, In
your Mass, our Mass; Communion, Your
people walking; final, Hail Holy Queen prayer was recited..
Alla Messa delle nove il gruppo
parrocchiale di Azione Cattolica era nei
banchi di sinistra, a fianco dell’altare, guardando l’abside.
At the nine o'clock Mass the Catholic Action
parish group was on the left banks, next to the altar, looking at the apse.
Buona
domenica e un augurio di pace e felicità a tutti i lettori!
Good Sunday and best wishes for peace
and happiness to all readers!
Note: after the Italian text there is the translation in English, done
with the help of Google Translator. I tried to correct, within the limits of my
knowledge of English, some inaccuracies that automatic translation still
inevitably entails. I have experimented that even with these inaccuracies the
translation allows us to be understood by those who speak English, in the many
national versions of the world, or who use it as a second or third language. It
is the function that in ancient times carried out the Greek. Trying to be
understood by other peoples corresponds to an ancient vocation of the Church of
Rome, which is still current. The biblical texts in English are taken from
https://www.associationofcatholicpriests.ie , from other Catholic sites in
English and from http://www.vatican.va/archive/ENG0839/_INDEX.HTM (The New
American Bible); the texts in
english of the documents of the Second
Vatican Council, are taken from sites of Holy See.
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Pillola di Concilio
Dalla Costituzione pastorale sulla
Chiesa nel mondo contemporaneo Gaudium et spes - La gioia e la
speranza, del Concilio Vaticano 2° (1962-1965)
Council pill
From the pastoral Constitution on the Church in the contemporary
world Gaudium et spes - Joy and hope, of the Second Vatican Council (1962-1965)
49. L'amore
coniugale
I
fidanzati sono ripetutamente invitati dalla parola di Dio a nutrire e
potenziare il loro fidanzamento con un amore casto, e gli sposi la loro unione
matrimoniale con un affetto senza incrinature. Anche molti nostri contemporanei
annettono un grande valore al vero amore tra marito e moglie, che si manifesta
in espressioni diverse a seconda dei sani costumi dei popoli e dei tempi.
Proprio perché atto eminentemente umano, essendo diretto da persona a persona
con un sentimento che nasce dalla volontà, quell'amore abbraccia il bene di
tutta la persona; perciò ha la possibilità di arricchire di particolare dignità
le espressioni del corpo e della vita psichica e di nobilitarle come elementi e
segni speciali dell'amicizia coniugale.
Il Signore si è degnato di sanare,
perfezionare ed elevare questo amore con uno speciale dono di grazia e carità.
Un tale amore, unendo assieme valori umani e divini, conduce gli sposi al
libero e mutuo dono di se stessi, che si esprime mediante sentimenti e gesti di
tenerezza e pervade tutta quanta la vita dei coniugi anzi, diventa più perfetto
e cresce proprio mediante il generoso suo esercizio. È ben superiore, perciò,
alla pura attrattiva erotica che, egoisticamente coltivata, presto e
miseramente svanisce.
Questo amore è espresso e sviluppato in
maniera tutta particolare dall'esercizio degli atti che sono propri del
matrimonio. Ne consegue che gli atti coi quali i coniugi si uniscono in casta
intimità sono onesti e degni; compiuti in modo veramente umano, favoriscono la
mutua donazione che essi significano ed arricchiscono vicendevolmente nella
gioia e nella gratitudine gli sposi stessi. Quest'amore, ratificato da un
impegno mutuo e soprattutto consacrato da un sacramento di Cristo, resta
indissolubilmente fedele nella prospera e cattiva sorte, sul piano del corpo e
dello spirito; di conseguenza esclude ogni adulterio e ogni divorzio. L'unità del matrimonio, confermata dal
Signore, appare in maniera lampante anche dalla uguale dignità personale che
bisogna riconoscere sia all'uomo che alla donna nel mutuo e pieno amore.
[…]
50. La fecondità del matrimonio
[…]
I coniugi sappiano di essere cooperatori dell'amore di Dio
Creatore e quasi suoi interpreti nel compito di trasmettere la vita umana e di
educarla; ciò deve essere considerato come missione loro propria.
[…]
Così quando gli sposi cristiani, fidando nella divina
Provvidenza e coltivando lo spirito di sacrificio, svolgono il loro ruolo
procreatore e si assumono generosamente le loro responsabilità umane e
cristiane, glorificano il Creatore e tendono alla perfezione cristiana.
[…]
Il matrimonio
tuttavia non è stato istituito soltanto per la procreazione; il carattere
stesso di alleanza indissolubile tra persone e il bene dei figli esigono che
anche il mutuo amore dei coniugi abbia le sue giuste manifestazioni, si
sviluppi e arrivi a maturità. E perciò anche se la prole, molto spesso tanto
vivamente desiderata, non c'è, il matrimonio perdura come comunità e comunione
di tutta la vita e conserva il suo valore e la sua indissolubilità.
52. L'impegno di tutti per il bene del
matrimonio e della famiglia
La famiglia è una scuola di arricchimento umano. Perché però possa
attingere la pienezza della sua vita e del suo compimento, è necessaria una
amorevole apertura vicendevole di animo tra i coniugi, e la consultazione
reciproca e una continua collaborazione tra i genitori nella educazione dei
figli. La presenza attiva del padre giova moltissimo alla loro formazione; ma
bisogna anche permettere alla madre, di cui abbisognano specialmente i figli
più piccoli, di prendersi cura del proprio focolare pur senza trascurare la
legittima promozione sociale della donna. I figli poi, mediante l'educazione
devono venire formati in modo che, giunti alla maturità, possano seguire con
pieno senso di responsabilità la loro vocazione, compresa quella sacra; e se
sceglieranno lo stato di vita coniugale, possano formare una propria famiglia
in condizioni morali, sociali ed economiche favorevoli. È compito poi dei
genitori o dei tutori guidare i più giovani nella formazione di una nuova
famiglia con il consiglio prudente, presentato in modo che questi lo ascoltino
volentieri; dovranno tuttavia evitare di esercitare forme di coercizione
diretta o indiretta su di essi per spingerli al matrimonio o alla scelta di una
determinata persona come coniuge.
In questo modo la famiglia, nella quale le diverse generazioni si
incontrano e si aiutano vicendevolmente a raggiungere una saggezza umana più
completa e ad armonizzare i diritti della persona con le altre esigenze della
vita sociale, è veramente il fondamento della società. Tutti coloro che hanno
influenza sulla società e sulle sue diverse categorie, quindi, devono
collaborare efficacemente alla promozione del matrimonio e della famiglia; e le
autorità civili dovranno considerare come un sacro dovere conoscere la loro
vera natura, proteggerli e farli progredire, difendere la moralità pubblica e
favorire la prosperità domestica. In particolare dovrà essere difeso il diritto
dei genitori di generare la prole e di educarla in seno alla famiglia. Una
provvida legislazione ed iniziative varie dovranno pure proteggere ed aiutare
opportunamente coloro che sono purtroppo privi di una propria famiglia.
I cristiani, bene utilizzando il tempo presente e distinguendo le realtà permanenti dalle
forme mutevoli, si adoperino per sviluppare diligentemente i valori del
matrimonio e della famiglia; lo faranno tanto con la testimonianza della
propria vita, quanto con un'azione concorde con gli uomini di buona volontà.
Così, superando le difficoltà presenti, essi provvederanno ai bisogni e agli
interessi della famiglia, in accordo con i tempi nuovi. A questo fine sono di
grande aiuto il senso cristiano dei fedeli, la retta coscienza morale degli
uomini, come pure la saggezza e la competenza di chi è versato nelle discipline
sacre.
Gli esperti nelle scienze, soprattutto biologiche, mediche, sociali e
psicologiche, possono portare un grande contributo al bene del matrimonio e
della famiglia e alla pace delle coscienze se, con l'apporto convergente dei
loro studi, cercheranno di chiarire sempre più a fondo le diverse condizioni
che favoriscono un'ordinata e onesta procreazione umana.
È compito dei sacerdoti, provvedendosi una necessaria competenza sui
problemi della vita familiare, aiutare amorosamente la vocazione dei coniugi
nella loro vita coniugale e familiare con i vari mezzi della pastorale, con la
predicazione della parola di Dio, con il culto liturgico o altri aiuti
spirituali, fortificarli con bontà e pazienza nelle loro difficoltà e
confortarli con carità, perché si formino famiglie veramente serene.
Le varie opere di apostolato, specialmente i movimenti familiari, si
adopereranno a sostenere con la dottrina e con l'azione i giovani e gli stessi
sposi, particolarmente le nuove famiglie, ed a formarli alla vita familiare,
sociale ed apostolica.
Infine i coniugi stessi, creati ad
immagine del Dio vivente e muniti di un'autentica dignità personale, siano
uniti da un uguale mutuo affetto, dallo stesso modo di sentire, da comune santità
, cosi che, seguendo Cristo principio di vita nelle gioie e nei sacrifici della loro
vocazione, attraverso il loro amore fedele possano diventare testimoni di quel
mistero di amore che il Signore ha rivelato al mondo con la sua morte e la sua
risurrezione.
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49. Conjugal love
The biblical Word of God several times
urges the betrothed and the married to nourish and develop their wedlock by
pure conjugal love and undivided affection.(10) Many men of our own age also
highly regard true love between husband and wife as it manifests itself in a
variety of ways depending on the worthy customs of various peoples and times.
This love is an eminently human one
since it is directed from one person to another through an affection of the
will; it involves the good of the whole person, and therefore can enrich the
expressions of body and mind with a unique dignity, ennobling these expressions
as special ingredients and signs of the friendship distinctive of marriage.
This love God has judged worthy of special gifts, healing, perfecting and
exalting gifts of grace and of charity. Such love, merging the human with the
divine, leads the spouses to a free and mutual gift of themselves, a gift
providing itself by gentle affection and by deed, such love pervades the whole
of their lives:(11) indeed by its busy generosity it grows better and grows
greater. Therefore it far excels mere erotic inclination, which, selfishly
pursued, soon enough fades wretchedly away.
This love is uniquely expressed and perfected through the appropriate
enterprise of matrimony. The actions within marriage by which the couple are
united intimately and chastely are noble and worthy ones. Expressed in a manner
which is truly human, these actions promote that mutual self-giving by which
spouses enrich each other with a joyful and a ready will. Sealed by mutual
faithfulness and hallowed above all by Christ's sacrament, this love remains
steadfastly true in body and in mind, in bright days or dark. It will never be
profaned by adultery or divorce. Firmly established by the Lord, the unity of
marriage will radiate from the equal personal dignity of wife and husband, a
dignity acknowledged by mutual and total love.
[…]
50. The fruitfulness of marriage
[…]
Parents should regard as their proper mission the task of
transmitting human life and educating those to whom it has been transmitted.
[…]
Thus, trusting in divine Providence and refining the
spirit of sacrifice, married Christians glorify the Creator and strive toward
fulfillment in Christ when with a generous human and Christian sense of
responsibility they acquit themselves of the duty to procreate.
[…]
Marriage to be
sure is not instituted solely for procreation; rather, its very nature as an
unbreakable compact between persons, and the welfare of the children, both
demand that the mutual love of the spouses be embodied in a rightly ordered
manner, that it grow and ripen. Therefore, marriage persists as a whole manner
and communion of life, and maintains its value and indissolubility, even when
despite the often intense desire of the couple, offspring are lacking.
[…]
52. Everyone's commitment for the sake of marriage and the family
The family is a kind of school of deeper humanity. But if it is to
achieve the full flowering of its life and mission, it needs the kindly
communion of minds and the joint deliberation of spouses, as well as the
painstaking cooperation of parents in the education of their children. The
active presence of the father is highly beneficial to their formation. The
children, especially the younger among them, need the care of their mother at
home. This domestic role of hers must be safely preserved, though the
legitimate social progress of women should not be underrated on that account.
Children should be so educated that as
adults they can follow their vocation, including a religious one, with a mature
sense of responsibility and can choose their state of life; if they marry, they
can thereby establish their family in favorable moral, social and economic
conditions. Parents or guardians should by prudent advice provide guidance to
their young with respect to founding a family, and the young ought to listen
gladly. At the same time no pressure, direct or indirect, should be put on the
young to make them enter marriage or choose a specific partner.
Thus the family, in which the various generations come together and help
one another grow wiser and harmonize personal rights with the other
requirements of social life, is the foundation of society. All those,
therefore, who exercise influence over communities and social groups should
work efficiently for the welfare of marriage and the family. Public authority
should regard it as a sacred duty to recognize, protect and promote their
authentic nature, to shield public morality and to favor the prosperity of home
life. The right of parents to beget and educate their children in the bosom of
the family must be safeguarded. Children too who unhappily lack the blessing of
a family should be protected by prudent legislation and various undertakings
and assisted by the help they need.
Christians, redeeming the present time and distinguishing eternal
realities from their changing expressions, should actively promote the values
of marriage and the family, both by the examples of their own lives and by
cooperation with other men of good will. Thus when difficulties arise,
Christians will provide, on behalf of family life, those necessities and helps
which are suitably modern. To this end, the Christian instincts of the
faithful, the upright moral consciences of men, and the wisdom and experience
of persons versed in the sacred sciences will have much to contribute.
Those too who are skilled in other sciences, notably the medical,
biological, social and psychological, can considerably advance the welfare of
marriage and the family along with peace of conscience if by pooling their
efforts they labor to explain more thoroughly the various conditions favoring a
proper regulation of births.
It devolves on priests duly trained
about family matters to nurture the vocation of spouses by a variety of
pastoral means, by preaching God's word, by liturgical worship, and by other
spiritual aids to conjugal and family life; to sustain them sympathetically and
patiently in difficulties, and to make them courageous through love, so that
families which are truly illustrious can be formed.
Various organizations, especially family associations, should try by
their programs of instruction and action to strengthen young people and spouses
themselves, particularly those recently wed, and to train them for family,
social and apostolic life.
Finally, let the spouses themselves,
made to the image of the living God and enjoying the authentic dignity of
persons, be joined to one another(16) in equal affection, harmony of mind and
the work of mutual sanctification. Thus, following Christ who is the principle
of life, by the sacrifices and joys of their vocation and through their
faithful love, married people can become witnesses of the mystery of love which
the Lord revealed to the world by His dying and His rising up to life again.
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Dal Catechismo della
Chiesa cattolica
1346. La Liturgia dell'Eucaristia si svolge secondo una struttura
fondamentale che, attraverso i secoli, si è conservata fino a noi. Essa si
articola in due grandi momenti, che formano un'unità originaria:
- la convocazione, la Liturgia della Parola, con le letture,
l'omelia e la preghiera universale;
- la Liturgia eucaristica, con la presentazione del pane e del
vino, l'azione di grazie consacratoria e la comunione.
Liturgia della Parola e Liturgia eucaristica costituiscono insieme
“un solo atto di culto”.
2182. La partecipazione alla celebrazione
comunitaria dell'Eucaristia domenicale è una testimonianza di appartenenza e di
fedeltà a Cristo e alla sua Chiesa. In questo modo i fedeli attestano la loro
comunione nella fede e nella carità. Essi testimoniano al tempo stesso la
santità di Dio e la loro speranza nella salvezza. Si rafforzano vicendevolmente
sotto l'assistenza dello Spirito Santo.
From
Catechism of the Catholic Church
1346. The liturgy of the Eucharist unfolds
according to a fundamental structure which has been preserved throughout the
centuries down to our own day. It displays two great parts that form a
fundamental unity:
- the gathering, the liturgy of the Word,
with readings, homily and general intercessions;
- the liturgy of the Eucharist, with the presentation of the
bread and wine, the consecratory thanksgiving, and communion.
The liturgy of the Word and liturgy of the
Eucharist together form "one single act of worship"; The
Eucharistic table set for us is the table both of the Word of God and of the
Body of the Lord.
2182. Participation in
the communal celebration of the Sunday Eucharist is a testimony of belonging
and of being faithful to Christ and to his Church. the faithful give witness by
this to their communion in faith and charity. Together they testify to God's holiness
and their hope of salvation. They strengthen one another under the guidance of
the Holy Spirit.
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Prima lettura
Dal libro dell’Esodo (Gs 5,9a.10-12)
First reading
From the book of Joshua (Josh 5:9a,10-12)
In quei giorni, il Signore disse a Giosuè:
«Oggi ho allontanato da voi l’infamia dell’Egitto».
Gli
Israeliti rimasero accampati a Gàlgala e celebrarono la Pasqua al quattordici
del mese, alla sera, nelle steppe di Gerico.
Il giorno dopo
la Pasqua mangiarono i prodotti della terra, àzzimi e frumento abbrustolito in
quello stesso giorno.
E a partire dal giorno seguente, come ebbero
mangiato i prodotti della terra, la manna cessò. Gli Israeliti non ebbero più
manna; quell’anno mangiarono i frutti della terra di Canaan.
9 And
the Lord said to Josue: This day have I taken away from you the reproach of
Egypt. And the name of that place was called Galgal, until this present day.
10 And
the children of Israel abode in Galgal, and they kept the phase on the
fourteenth day of the month, at evening, in the plains of Jericho:
11 And
they ate on the next day unleavened bread of the corn of the land, and frumenty
of the same year.
12 And
the manna ceased after they ate of the corn of the land, neither did the
children of Israel use that food any more, but they ate of the corn of the
present year of the land of Chanaan.
Salmo responsoriale
Dal salmo 33
Responsorial psalm
From the psalm 33
Ritornello/ Response:
Gustate e
vedete com'è buono il Signore.
O
taste, and see that the Lord is sweet
Benedirò il Signore in ogni tempo,
sulla mia bocca sempre la sua lode.
Io mi glorio nel Signore:
i poveri ascoltino e si rallegrino.
Magnificate con me il Signore,
esaltiamo insieme il suo nome.
Ho cercato il Signore: mi ha risposto
e da ogni mia paura mi ha liberato.
Guardate a lui e sarete raggianti,
i vostri volti non dovranno arrossire.
Questo povero grida e il Signore lo ascolta,
lo salva da tutte le sue angosce.
2 I
will bless the Lord at all times,
his praise shall be always in my mouth.
3 In
the Lord shall my soul be praised:
let the meek hear and rejoice.
4 O
magnify the Lord with me;
and let us extol his name together.
5 I
sought the Lord, and he heard me;
and he delivered me from all my
troubles.
6 Come
ye to him and be enlightened:
and your faces shall not be
confounded.
7 This
poor man cried, and the Lord heard him:
and saved him out of all his
troubles.
Seconda lettura
Dalla second lettera di
san Paolo Apostolo ai Corinti (2Cor 10,1-6.10-12)
Second reading
From the second letter of St. Paul the
Apostle to the Corinthians (2Cor 5:17-21)
Fratelli, se uno è in Cristo, è una nuova
creatura; le cose vecchie sono passate; ecco, ne sono nate di nuove.
Tutto
questo però viene da Dio, che ci ha riconciliati con sé mediante Cristo e ha
affidato a noi il ministero della riconciliazione. Era Dio infatti che
riconciliava a sé il mondo in Cristo, non imputando agli uomini le loro colpe e
affidando a noi la parola della riconciliazione.
In nome di Cristo, dunque, siamo
ambasciatori: per mezzo nostro è Dio stesso che esorta. Vi supplichiamo in nome
di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio.
Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo
fece peccato in nostro favore, perché in lui noi potessimo diventare giustizia
di Dio.
17 If
then any be in Christ a new creature, the old things are passed away, behold
all things are made new.
18 But
all things are of God, who hath reconciled us to himself by Christ; and hath
given to us the ministry of reconciliation.
19 For
God indeed was in Christ, reconciling the world to himself, not imputing to
them their sins; and he hath placed in us the word of reconciliation.
20 For
Christ therefore we are ambassadors, God as it were exhorting by us. For
Christ, we beseech you, be reconciled to God.
21 Him,
who knew no sin, he hath made sin for us, that we might be made the justice of
God in him.
Acclamazione al Vangelo
Acclamation to the Gospel
Alleluia, alleluia.
Mi alzerò,
andrò da mio padre e gli dirò:
Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a
te. (Lc 15,18)
I shall get up and go to
my father and I shall say to him,
"Father, I have sinned against heaven and
against you. (Lk 15:18)
Alleluia.
Vangelo
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 13,1-9)
Gospel
From the Gospel according to
Luke (Lk 15:1-3,13-22)
In quel tempo, si avvicinavano
Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi
mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro».
Ed egli disse loro questa parabola: «Un uomo
aveva due figli. Il più giovane dei due disse al padre: “Padre, dammi la parte
di patrimonio che mi spetta”. Ed egli divise tra loro le sue sostanze. Pochi
giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un
paese lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto. Quando
ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli
cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò a mettersi al servizio di uno
degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i
porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci; ma
nessuno gli dava nulla. Allora ritornò in sé e disse: “Quanti salariati di mio
padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi alzerò, andrò da mio
padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più
degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi salariati”. Si
alzò e tornò da suo padre.
Quando era ancora lontano, suo
padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo
baciò. Il figlio gli disse: “Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te;
non sono più degno di essere chiamato tuo figlio”. Ma il padre disse ai servi:
“Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli
l’anello al dito e i sandali ai piedi. Prendete il vitello grasso, ammazzatelo,
mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in
vita, era perduto ed è stato ritrovato”. E cominciarono a far festa.
Il figlio
maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la
musica e le danze; chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse tutto
questo. Quello gli rispose: “Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto ammazzare
il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo”. Egli si indignò, e non
voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. Ma egli rispose a suo
padre: “Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo
comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici.
Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze
con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso”. Gli rispose il
padre: “Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava
far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in
vita, era perduto ed è stato ritrovato”».
1 Now the publicans and sinners drew near
unto him to hear him.
2 And the Pharisees and the scribes
murmured, saying: This man receiveth sinners, and eateth with them.
3 And he spoke to them this parable,
saying:
11 And he said: A certain man had two sons:
12 And the younger of them said to his
father: Father, give me the portion of substance that falleth to me. And he
divided unto them his substance.
13 And not many days after, the younger son,
gathering all together, went abroad into a far country: and there wasted his
substance, living riotously.
14 And after he had
spent all, there came a mighty famine in that country; and he began to be in
want.
15 And he went and cleaved to one of the citizens of that country.
And he sent him into his farm to feed swine.
16 And he would fain have filled his belly with the husks the swine
did eat; and no man gave unto him.
17 And returning to himself, he said: How many hired servants in my
father’s house abound with bread, and I here perish with hunger?
18 I will arise, and will go to my father, and say to him: Father, I
have sinned against heaven, and before thee:
19 I am not worthy to be called thy son: make me as one of thy hired
servants.
20 And rising up he came to his father. And when he was yet a great
way off, his father saw him, and was moved with compassion, and running to him
fell upon his neck, and kissed him.
21 And the son said to him: Father, I have sinned against heaven, and
before thee, I am not now worthy to be called thy son.
22 And the father said to his servants: Bring forth quickly the first
robe, and put it on him, and put a ring on his hand, and shoes on his feet:
23 And bring hither the fatted calf, and kill it, and let us eat and
make merry:
24 Because this my son was dead, and is come to life again: was lost,
and is found. And they began to be merry.
27 And he said to him:
Thy brother is come, and thy father hath killed the fatted calf, because he
hath received him safe.
28 And he was angry, and would not go in. His father therefore coming
out began to entreat him.
29 And he answering, said to his father: Behold, for so many years do
I serve thee, and I have never transgressed thy commandment, and yet thou hast
never given me a kid to make merry with my friends:
30 But as soon as this thy son is come, who hath devoured his
substance with harlots, thou hast killed for him the fatted calf.
31 But he said to him: Son, thou art always with me, and all I have
is thine.
32 But it was fit that we should make merry and be glad, for this thy
brother was dead and is come to life again; he was lost, and is found.
25 Now his elder son was in the field, and when he came and drew nigh
to the house, he heard music and dancing:
26 And he called one of the servants, and asked what these things
meant.
27 And he said to him:
Thy brother is come, and thy father hath killed the fatted calf, because he
hath received him safe.
28 And he was angry, and would not go in. His father therefore coming
out began to entreat him.
29 And he answering, said to his father: Behold, for so many years do
I serve thee, and I have never transgressed thy commandment, and yet thou hast
never given me a kid to make merry with my friends:
30 But as soon as this thy son is come, who hath devoured his
substance with harlots, thou hast killed for him the fatted calf.
31 But he said to him: Son, thou art always with me, and all I have
is thine.
32 But it was fit that we should make merry and be glad, for this thy
brother was dead and is come to life again; he was lost, and is found.
Sintesi dell’omelia della Messa
delle otto / Summary
of the homily of the Mass at eight
o’clock
La
quarta domenica di Quaresima è detta Laetare,
parola latina che significa Rallegratevi!,
perché è dedicata alla meditazione sulla gioia.
[4] Rallegratevi nel Signore, sempre; ve lo
ripeto ancora, rallegratevi.
[5] La vostra affabilità sia nota a tutti gli
uomini. Il Signore è vicino!
[4]Rejoice in the Lord always. I shall say it again: rejoice!
[5]Your kindness should be known to all. The Lord is near.
è scritto
nella lettera ai Filippesi di san Paolo apostolo (Fil 4,4-5), ma il comando di
rallegrarsi è tra quelli meno obbediti. Eppure la tristezza non è cristiana,
nonostante che si pensi a coloro che sono religiosi come a persone imbronciate.
In una litania alla Madonna si recita: Liberami
dalla tristezza, che è già peccato.
Il brano evangelico è quello detto del Figliol prodigo, che in realtà ci
presenta due fratelli. Il primo chiede al padre, in anticipo, la sua eredità e
la ottiene: vuole l’autoaffermazione mediante la ricchezza non guadagnata con
il proprio lavoro. Se ne va poi lontano e dilapida in una vita dissoluta quello
che aveva ricevuto. Si trova in mezzo ad una grave prova della vita perché c’è
una carestia. Trova lavoro come guardiano di porci, ma non ha da nutrirsi a
sufficienza nemmeno mangiando le carrube che erano il mangime di quegli
animali. Non gliene danno. Le prove della vita possono abbattere o far
crescere. Quel ragazzo pensa che il servi di suo padre hanno da mangiare,
stanno meglio.. Dunque quel figlio decide di ritornare dal padre e si
prepara il discorso da fargli, chiedendo, lui figlio, di essere trattato come i
servi.
Il padre però lo previene: lo vede da
lontano, gli corre incontro, lo abbraccia e ordina di far festa, di ammazzare
il vitello grasso.
Il figlio che era rimasto presso il padre si
adombra. Rinfaccia al padre che nonostante egli sia rimasto con lui per tanti
anni, il padre non gli ha donato nemmeno un capretto per far festa con gli
amici. Di solito noi siamo portati ad immedesimarci con questo figlio e a volta
giungiamo a invidiare che si è comportato come il figlio dissoluto, ha avuto il
suo piacere e poi, pentitosi, è reintegrato nella sua condizione di figlio.
Ma il padre spiega a quel suo figlio che era
rimasto sempre presso di lui che, in realtà tutto quello che è suo, del padre,
è anche del figlio: egli infatti non è un servo, ma l’erede.
Accade anche a noi lo stesso equivoco.
Pensiamo di non aver avuto abbastanza nella vita, nonostante la nostra fede, e
invece abbiamo avuto tutto. Questo perché abbiamo la mentalità da servi e non
da figli. Ricordiamo le parole di Gesù nell’Ultima Cena riportate nel Vangelo
secondo Giovanni (Gv 15,10-17):
[10]
Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho
osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore.
[11] Questo vi ho detto perché la mia gioia sia
in voi e la vostra gioia sia piena.
[12] Questo è il mio comandamento: che vi amiate
gli uni gli altri, come io vi ho amati.
[13] Nessuno ha un amore più grande di questo:
dare la vita per i propri amici.
[14] Voi siete miei amici, se farete ciò che io
vi comando.
[15] Non vi chiamo più servi, perché il servo
non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò
che ho udito dal Padre l'ho fatto conoscere a voi.
[16] Non voi avete scelto me, ma io ho scelto
voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto
rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo
conceda.
[17] Questo
vi comando: amatevi gli uni gli altri.
La
gioia deriva dal mantenere l’amicizia con il Signore, dall’essere felici come
egli è felice per la felicità di tutti, nel saper anche noi gioire della
felicità degli altri, come è anche scritto nella parabola della pecora smarrita
come viene narrato dall’evangelista Luca (Lc 15,4-6):
[4]
"Chi di voi se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove
nel deserto e va dietro a quella perduta, finché non la ritrova?
[5] Ritrovatala, se la mette in spalla tutto
contento,
[6] va a casa, chiama gli amici e i vicini
dicendo: Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora che era perduta.
L’amicizia col Signore è la nostra gioia, che
non viene turbata nemmeno nelle prova della morte: le narrazioni delle morti
dei santi ce li presentano a volte con il sorriso sulle labbra anche dopo la
morte. La vita di fede, così, procede di gioia in gioia ed è una conversione
alla gioia.
Sintesi di
Mario Ardigò, per come ha compreso le
parole dei celebranti.
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The fourth Sunday of Lent is called
Laetare, the Latin word meaning Rejoice!,
Because it is dedicated to meditation on joy.
[4]Rejoice in the Lord always. I shall say it again: rejoice!
[5]Your kindness should be known to all. The Lord is near.
it is
written in the letter to the Philippians of St. Paul the Apostle (Phil 4: 4-5),
but the command to rejoice is among the least obeyed. Yet sadness is not
Christian, despite the fact that one thinks of those who are religious as well
as of sulky people. In a litany to Our Lady we recite: Free me from sadness, which is already a sin.
The Gospel passage is that of the Prodigal Son, who actually presents us
with two brothers. The former asks his father, in advance, for his inheritance
and obtains it: he wants self-affirmation through wealth not earned with his
work. He then goes away and squanders what he received in a dissolute life. He
is in the midst of a severe test of life because there is a famine. He finds
work as a swine guardian, but he does not have enough to eat even eating the
carobs that were the feed of those animals. They don't give it to him. The
trials of life can break down or grow. That boy thinks his father's servants
are eating, they're better. Therefore that son decides to return to his father
and prepares the speech to be made to him, asking him, he the son, to be
treated like the servants.
His father, however, prevents him: he sees him
from a distance, runs towards him, hugs him and orders to celebrate, to kill
the fat calf.
The
son who remained with his father overshadows. He replies to his father that
although he stayed with him for many years, his father did not even give him a
kid to party with his friends. Usually we are led to identify ourselves with
this child and sometimes we come to envy that he behaved like a dissolute son,
he had his pleasure and then, repenting, he is reintegrated into his son
status.
But
his father explains to his son that he had always remained with him that, in reality,
all that is his, of his father, is also of his son: in fact he is not a
servant, but the heir.
The
same misunderstanding also happens to us. We think we have not had enough in
life, despite our faith, and instead we have had everything. This is because we
have the mentality of servants and not of children. We remember the words of
Jesus in the Last Supper in the Gospel according to John (Jn 15,10-17):
[10] If you keep my commandments, you
will remain in my love, just as I have kept my Father's commandments and remain
in his love.
[11]
I have told you this so that my joy may be in you and your joy may be complete.
[12] This is my commandment: love one
another as I love you.
[13] No one has greater love than
this, to lay down one's life for one's friends.
[14] You are my friends if you do what
I command you.
[15] I no longer call you slaves,
because a slave does not know what his master is doing. I have called you
friends, because I have told you everything I have heard from my
Father.
[16] It was not you who chose me, but I
who chose you and appointed you to go and bear fruit that will remain, so that
whatever you ask the Father in my name he may give you.
[17] This I command you: love one
another.
The joy
derives from maintaining friendship with the Lord, from being happy as he is
happy for everyone's happiness, in knowing how we too can enjoy the happiness
of others, as it is also written in the parable of the lost sheep as it is
narrated from the evangelist Luke (Lk 15,4-6):
[4] What man among you having a hundred
sheep and losing one of them would not leave the ninety-nine in the desert and
go after the lost one until he finds it?
[5] And when he does find it, he sets
it on his shoulders with great joy
[6] and, upon his arrival home, he
calls together his friends and neighbors and says to them, 'Rejoice with me
because I have found my lost sheep.'
Friendship with the Lord is our joy, which is
not disturbed even in the trial of death: the narratives of the deaths of the
saints sometimes present them to us with a smile even after death. Thus the
life of faith proceeds with joy and is a conversion to joy.
Summaries of Mario Ardigò , for how
he understood the words of the
celebrants.
Avvisi del parroco/ Announcements from the parson:
/
Avvisi di Azione Cattolica: / Catholic
Action Notices:
La riunione infrasettimanale del gruppo di AC
si terrà martedì 2 aprile 2019, alle 17, in sala
rossa.
The mid-week meeting of the AC group will be held on Tuesday
April 2 2019, at 5 pm, in the red room.