INFORMAZIONI UTILI SU QUESTO BLOG

  Questo blog è stato aperto da Mario Ardigò per consentire il dialogo fra gli associati dell'associazione parrocchiale di Azione Cattolica della Parrocchia di San Clemente Papa, a Roma, quartiere Roma - Montesacro - Valli, un gruppo cattolico, e fra essi e altre persone interessate a capire il senso dell'associarsi in Azione Cattolica, palestra di libertà e democrazia nello sforzo di proporre alla società del nostro tempo i principi di fede, secondo lo Statuto approvato nel 1969, sotto la presidenza nazionale di Vittorio Bachelet, e aggiornato nel 2003.

  This blog was opened by Mario Ardigò to allow dialogue between the members of the parish association of Catholic Action of the Parish of San Clemente Papa, in Rome, the Roma - Montesacro - Valli district, a Catholic group, and between them and other interested persons to understand the meaning of joining in Catholic Action, a center of freedom and democracy in the effort to propose the principles of faith to the society of our time, according to the Statute approved in 1969, under the national presidency of Vittorio Bachelet, and updated in 2003.

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L’Azione Cattolica Italiana è un’associazione di laici nella chiesa cattolica che si impegnano liberamente per realizzare, nella comunità cristiana e nella società civile, una specifica esperienza, ecclesiale e laicale, comunitaria e organica, popolare e democratica. (dallo Statuto)

Italian Catholic Action is an association of lay people in the Catholic Church who are freely committed to creating a specific ecclesial and lay, community and organic, popular and democratic experience in the Christian community and in civil society. (from the Statute)

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  Questo blog è un'iniziativa di laici aderenti all'Azione Cattolica della parrocchia di San Clemente papa e manifesta idee ed opinioni espresse sotto la personale responsabilità di chi scrive. Esso non è un organo informativo della parrocchia né dell'Azione Cattolica e, in particolare, non è espressione delle opinioni del parroco e dei sacerdoti suoi collaboratori, anche se i laici di Azione Cattolica che lo animano le tengono in grande considerazione.

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  Scrivo per dare motivazioni ragionevoli all’impegno sociale. Lo faccio secondo l’ideologia corrente dell’Azione Cattolica, che opera principalmente in quel campo, e secondo la mia ormai lunga esperienza di vita sociale. Quindi nell’ordine di idee di una fede religiosa, dalla quale l’Azione Cattolica trae i suoi più importanti principi sociali, ma senza fare un discorso teologico, non sono un teologo, e nemmeno catechistico, di introduzione a quella fede. Secondo il metodo dell’Azione Cattolica cerco di dare argomenti per una migliore consapevolezza storica e sociale, perché per agire in società occorre conoscerla in maniera affidabile. Penso ai miei interlocutori come a persone che hanno finito le scuole superiori, o hanno raggiunto un livello di cultura corrispondente a quel livello scolastico, e che hanno il tempo e l’esigenza di ragionare su quei temi. Non do per scontato che intendano il senso della terminologia religiosa, per cui ne adotto una neutra, non esplicitamente religiosa, e, se mi capita di usare le parole della religione, ne spiego il senso. Tengo fuori la spiritualità, perché essa richiede relazioni personali molto più forti di quelle che si possono sviluppare sul WEB, cresce nella preghiera e nella liturgia: chi sente il desiderio di esservi introdotto deve raggiungere una comunità di fede. Può essere studiata nelle sue manifestazioni esteriori e sociali, come fanno gli antropologi, ma così si rimane al suo esterno e non la si conosce veramente.

  Cerco di sviluppare un discorso colto, non superficiale, fatto di ragionamenti compiuti e con precisi riferimenti culturali, sui quali chi vuole può discutere. Il mio però non è un discorso scientifico, perché di quei temi non tratto da specialista, come sono i teologi, gli storici, i sociologi, gli antropologi e gli psicologi: non ne conosco abbastanza e, soprattutto, non so tutto quello che è necessario sapere per essere un specialista. Del resto questa è la condizione di ogni specialista riguardo alle altre specializzazioni. Le scienze evolvono anche nelle relazioni tra varie specializzazioni, in un rapporto interdisciplinare, e allora il discorso colto costituisce la base per una comune comprensione. E, comunque, per gli scopi del mio discorso, non occorre una precisione specialistica, ma semmai una certa affidabilità nei riferimento, ad esempio nella ricostruzione sommaria dei fenomeni storici. Per raggiungerla, nelle relazioni intellettuali, ci si aiuta a vicenda, formulando obiezioni e proposte di correzioni: in questo consiste il dialogo intellettuale. Anch’io mi valgo di questo lavoro, ma non appare qui, è fatto nei miei ambienti sociali di riferimento.

  Un cordiale benvenuto a tutti e un vivo ringraziamento a tutti coloro che vorranno interloquire.

  Dall’anno associativo 2020/2021 il gruppo di AC di San Clemente Papa si riunisce abitualmente due martedì e due sabati al mese, alle 17, e anima la Messa domenicale delle 9. Durante la pandemia da Covid 19 ci siamo riuniti in videoconferenza Google Meet. Anche dopo che la situazione sanitaria sarà tornata alla normalità, organizzeremo riunioni dedicate a temi specifici e aperte ai non soci con questa modalità.

 Per partecipare alle riunioni del gruppo on line con Google Meet, inviare, dopo la convocazione della riunione di cui verrà data notizia sul blog, una email a mario.ardigo@acsanclemente.net comunicando come ci si chiama, la email con cui si vuole partecipare, il nome e la città della propria parrocchia e i temi di interesse. Via email vi saranno confermati la data e l’ora della riunione e vi verrà inviato il codice di accesso. Dopo ogni riunione, i dati delle persone non iscritte verranno cancellati e dovranno essere inviati nuovamente per partecipare alla riunione successiva.

 La riunione Meet sarà attivata cinque minuti prima dell’orario fissato per il suo inizio.

Mario Ardigò, dell'associazione di AC S. Clemente Papa - Roma

NOTA IMPORTANTE / IMPORTANT NOTE

SUL SITO www.bibbiaedu.it POSSONO ESSERE CONSULTATI LE TRADUZIONI IN ITALIANO DELLA BIBBIA CEI2008, CEI1974, INTERCONFESSIONALE IN LINGUA CORRENTE, E I TESTI BIBLICI IN GRECO ANTICO ED EBRAICO ANTICO. CON UNA FUNZIONALITA’ DEL SITO POSSONO ESSERE MESSI A CONFRONTO I VARI TESTI.

ON THE WEBSITE www.bibbiaedu.it THE ITALIAN TRANSLATIONS OF THE BIBLE CEI2008, CEI1974, INTERCONFESSIONAL IN CURRENT LANGUAGE AND THE BIBLICAL TEXTS IN ANCIENT GREEK AND ANCIENT JEWISH MAY BE CONSULTED. WITH A FUNCTIONALITY OF THE WEBSITE THE VARIOUS TEXTS MAY BE COMPARED.

domenica 31 marzo 2019

Domenica 31 marzo 2019 – 4° Domenica di Quaresima, Laetare / Rallegratevi! - Lezionario dell’anno C per le domeniche e le solennità – colore liturgico: viola o rosaceo – salterio: 4° settimana - Letture e sintesi dell’omelia della Messa delle otto - avvisi del parroco e di Azione Cattolica. - Sunday March 31 2019 - 3rd Sunday of Lent, Laetare / Rejoice! - Lectionary of year C for Sundays and solemnities - liturgical color: violet or pinkish- psaltery: 4rd week - Readings and summary of the homily of the Mass at eight o'clock - notices from the parson and from Catholic Action parish group


Domenica 31 marzo 2019  – 4° Domenica di Quaresima, Laetare /  Rallegratevi! -   Lezionario dell’anno C per le domeniche e le solennità –  colore liturgico: viola o rosaceo – salterio: 4° settimana -   Letture e sintesi dell’omelia della  Messa delle  otto - avvisi  del parroco e di   Azione Cattolica.
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Sunday March 31 2019 - 3rd Sunday of Lent, Laetare / Rejoice! - Lectionary of year C for Sundays and solemnities - liturgical color: violet or pinkish- psaltery: 4rd week - Readings and summary of the homily of the Mass at eight o'clock - notices from the parson and from Catholic Action parish group


La facciata della chiesa parrocchiale oggi / The facade of the parish church today


Osservazioni ambientali: cielo sereno;  temperatura ambientale  13 °C. Sarà un’altra radiosa domenica di primavera mediterranea, adatta per passeggiate nei parchi cittadini e per gite verso i colli e i laghi vicini e verso la costa.
Environmental observations: clear sky; ambient temperature 13 ° C. It will be another radiant Mediterranean spring Sunday, suitable for walks in the city parks and for trips in the surroundings, in particular towards the nearby hills and lakes and towards the coast.

Canti: Ingresso, Al tuo santo altar;  Offertorio,  Nella tua Messa la nostra Messa; Comunione, Il tuo popolo in cammino; finale, si è recitata la preghiera del Salve Regina.
Songs: Entrance; To your holy altar; Offertory, In your Mass, our Mass; Communion, Your people walking; final, Hail Holy Queen prayer was recited..
 
Alla Messa delle nove il gruppo parrocchiale di Azione Cattolica  era nei banchi di sinistra, a fianco dell’altare, guardando l’abside.
 At the nine o'clock Mass the Catholic Action parish group was on the left banks, next to the altar, looking at the apse.

 Buona domenica e un augurio di pace e felicità a tutti i lettori!  
Good Sunday and best wishes for peace and happiness to all readers!



Note: after the Italian text there is the translation in English, done with the help of Google Translator. I tried to correct, within the limits of my knowledge of English, some inaccuracies that automatic translation still inevitably entails. I have experimented that even with these inaccuracies the translation allows us to be understood by those who speak English, in the many national versions of the world, or who use it as a second or third language. It is the function that in ancient times carried out the Greek. Trying to be understood by other peoples corresponds to an ancient vocation of the Church of Rome, which is still current. The biblical texts in English are taken from https://www.associationofcatholicpriests.ie , from other Catholic sites in English and from http://www.vatican.va/archive/ENG0839/_INDEX.HTM (The New American Bible);  the texts in english  of the documents of the Second Vatican Council, are taken from sites of Holy See.

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Pillola di Concilio
Dalla Costituzione pastorale sulla Chiesa nel mondo contemporaneo  Gaudium et spes - La gioia e la speranza,  del Concilio Vaticano 2° (1962-1965)
Council pill
From the pastoral Constitution on the Church in the contemporary world Gaudium et spes - Joy and hope, of the Second Vatican Council (1962-1965)

49. L'amore coniugale
 I fidanzati sono ripetutamente invitati dalla parola di Dio a nutrire e potenziare il loro fidanzamento con un amore casto, e gli sposi la loro unione matrimoniale con un affetto senza incrinature. Anche molti nostri contemporanei annettono un grande valore al vero amore tra marito e moglie, che si manifesta in espressioni diverse a seconda dei sani costumi dei popoli e dei tempi. Proprio perché atto eminentemente umano, essendo diretto da persona a persona con un sentimento che nasce dalla volontà, quell'amore abbraccia il bene di tutta la persona; perciò ha la possibilità di arricchire di particolare dignità le espressioni del corpo e della vita psichica e di nobilitarle come elementi e segni speciali dell'amicizia coniugale.
Il Signore si è degnato di sanare, perfezionare ed elevare questo amore con uno speciale dono di grazia e carità. Un tale amore, unendo assieme valori umani e divini, conduce gli sposi al libero e mutuo dono di se stessi, che si esprime mediante sentimenti e gesti di tenerezza e pervade tutta quanta la vita dei coniugi anzi, diventa più perfetto e cresce proprio mediante il generoso suo esercizio. È ben superiore, perciò, alla pura attrattiva erotica che, egoisticamente coltivata, presto e miseramente svanisce.
Questo amore è espresso e sviluppato in maniera tutta particolare dall'esercizio degli atti che sono propri del matrimonio. Ne consegue che gli atti coi quali i coniugi si uniscono in casta intimità sono onesti e degni; compiuti in modo veramente umano, favoriscono la mutua donazione che essi significano ed arricchiscono vicendevolmente nella gioia e nella gratitudine gli sposi stessi. Quest'amore, ratificato da un impegno mutuo e soprattutto consacrato da un sacramento di Cristo, resta indissolubilmente fedele nella prospera e cattiva sorte, sul piano del corpo e dello spirito; di conseguenza esclude ogni adulterio e ogni divorzio. L'unità del matrimonio, confermata dal Signore, appare in maniera lampante anche dalla uguale dignità personale che bisogna riconoscere sia all'uomo che alla donna nel mutuo e pieno amore.
[…]
50. La fecondità del matrimonio
[…]
I coniugi sappiano di essere cooperatori dell'amore di Dio Creatore e quasi suoi interpreti nel compito di trasmettere la vita umana e di educarla; ciò deve essere considerato come missione loro propria.
[…]
Così quando gli sposi cristiani, fidando nella divina Provvidenza e coltivando lo spirito di sacrificio, svolgono il loro ruolo procreatore e si assumono generosamente le loro responsabilità umane e cristiane, glorificano il Creatore e tendono alla perfezione cristiana.
[…]
 Il matrimonio tuttavia non è stato istituito soltanto per la procreazione; il carattere stesso di alleanza indissolubile tra persone e il bene dei figli esigono che anche il mutuo amore dei coniugi abbia le sue giuste manifestazioni, si sviluppi e arrivi a maturità. E perciò anche se la prole, molto spesso tanto vivamente desiderata, non c'è, il matrimonio perdura come comunità e comunione di tutta la vita e conserva il suo valore e la sua indissolubilità.


52. L'impegno di tutti per il bene del matrimonio e della famiglia
  La famiglia è una scuola di arricchimento umano. Perché però possa attingere la pienezza della sua vita e del suo compimento, è necessaria una amorevole apertura vicendevole di animo tra i coniugi, e la consultazione reciproca e una continua collaborazione tra i genitori nella educazione dei figli. La presenza attiva del padre giova moltissimo alla loro formazione; ma bisogna anche permettere alla madre, di cui abbisognano specialmente i figli più piccoli, di prendersi cura del proprio focolare pur senza trascurare la legittima promozione sociale della donna. I figli poi, mediante l'educazione devono venire formati in modo che, giunti alla maturità, possano seguire con pieno senso di responsabilità la loro vocazione, compresa quella sacra; e se sceglieranno lo stato di vita coniugale, possano formare una propria famiglia in condizioni morali, sociali ed economiche favorevoli. È compito poi dei genitori o dei tutori guidare i più giovani nella formazione di una nuova famiglia con il consiglio prudente, presentato in modo che questi lo ascoltino volentieri; dovranno tuttavia evitare di esercitare forme di coercizione diretta o indiretta su di essi per spingerli al matrimonio o alla scelta di una determinata persona come coniuge.
  In questo modo la famiglia, nella quale le diverse generazioni si incontrano e si aiutano vicendevolmente a raggiungere una saggezza umana più completa e ad armonizzare i diritti della persona con le altre esigenze della vita sociale, è veramente il fondamento della società. Tutti coloro che hanno influenza sulla società e sulle sue diverse categorie, quindi, devono collaborare efficacemente alla promozione del matrimonio e della famiglia; e le autorità civili dovranno considerare come un sacro dovere conoscere la loro vera natura, proteggerli e farli progredire, difendere la moralità pubblica e favorire la prosperità domestica. In particolare dovrà essere difeso il diritto dei genitori di generare la prole e di educarla in seno alla famiglia. Una provvida legislazione ed iniziative varie dovranno pure proteggere ed aiutare opportunamente coloro che sono purtroppo privi di una propria famiglia.
  I cristiani, bene utilizzando il tempo presente  e distinguendo le realtà permanenti dalle forme mutevoli, si adoperino per sviluppare diligentemente i valori del matrimonio e della famiglia; lo faranno tanto con la testimonianza della propria vita, quanto con un'azione concorde con gli uomini di buona volontà. Così, superando le difficoltà presenti, essi provvederanno ai bisogni e agli interessi della famiglia, in accordo con i tempi nuovi. A questo fine sono di grande aiuto il senso cristiano dei fedeli, la retta coscienza morale degli uomini, come pure la saggezza e la competenza di chi è versato nelle discipline sacre.
  Gli esperti nelle scienze, soprattutto biologiche, mediche, sociali e psicologiche, possono portare un grande contributo al bene del matrimonio e della famiglia e alla pace delle coscienze se, con l'apporto convergente dei loro studi, cercheranno di chiarire sempre più a fondo le diverse condizioni che favoriscono un'ordinata e onesta procreazione umana.
  È compito dei sacerdoti, provvedendosi una necessaria competenza sui problemi della vita familiare, aiutare amorosamente la vocazione dei coniugi nella loro vita coniugale e familiare con i vari mezzi della pastorale, con la predicazione della parola di Dio, con il culto liturgico o altri aiuti spirituali, fortificarli con bontà e pazienza nelle loro difficoltà e confortarli con carità, perché si formino famiglie veramente serene.
  Le varie opere di apostolato, specialmente i movimenti familiari, si adopereranno a sostenere con la dottrina e con l'azione i giovani e gli stessi sposi, particolarmente le nuove famiglie, ed a formarli alla vita familiare, sociale ed apostolica.
Infine i coniugi stessi, creati ad immagine del Dio vivente e muniti di un'autentica dignità personale, siano uniti da un uguale mutuo affetto, dallo stesso modo di sentire, da comune santità , cosi che, seguendo Cristo principio di vita  nelle gioie e nei sacrifici della loro vocazione, attraverso il loro amore fedele possano diventare testimoni di quel mistero di amore che il Signore ha rivelato al mondo con la sua morte e la sua risurrezione.
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49. Conjugal love
   The biblical Word of God several times urges the betrothed and the married to nourish and develop their wedlock by pure conjugal love and undivided affection.(10) Many men of our own age also highly regard true love between husband and wife as it manifests itself in a variety of ways depending on the worthy customs of various peoples and times.
This love is an eminently human one since it is directed from one person to another through an affection of the will; it involves the good of the whole person, and therefore can enrich the expressions of body and mind with a unique dignity, ennobling these expressions as special ingredients and signs of the friendship distinctive of marriage. This love God has judged worthy of special gifts, healing, perfecting and exalting gifts of grace and of charity. Such love, merging the human with the divine, leads the spouses to a free and mutual gift of themselves, a gift providing itself by gentle affection and by deed, such love pervades the whole of their lives:(11) indeed by its busy generosity it grows better and grows greater. Therefore it far excels mere erotic inclination, which, selfishly pursued, soon enough fades wretchedly away.
  This love is uniquely expressed and perfected through the appropriate enterprise of matrimony. The actions within marriage by which the couple are united intimately and chastely are noble and worthy ones. Expressed in a manner which is truly human, these actions promote that mutual self-giving by which spouses enrich each other with a joyful and a ready will. Sealed by mutual faithfulness and hallowed above all by Christ's sacrament, this love remains steadfastly true in body and in mind, in bright days or dark. It will never be profaned by adultery or divorce. Firmly established by the Lord, the unity of marriage will radiate from the equal personal dignity of wife and husband, a dignity acknowledged by mutual and total love.
[…]
50. The fruitfulness of marriage
[…]
Parents should regard as their proper mission the task of transmitting human life and educating those to whom it has been transmitted.
[…]
 Thus, trusting in divine Providence and refining the spirit of sacrifice, married Christians glorify the Creator and strive toward fulfillment in Christ when with a generous human and Christian sense of responsibility they acquit themselves of the duty to procreate.
[…]
 Marriage to be sure is not instituted solely for procreation; rather, its very nature as an unbreakable compact between persons, and the welfare of the children, both demand that the mutual love of the spouses be embodied in a rightly ordered manner, that it grow and ripen. Therefore, marriage persists as a whole manner and communion of life, and maintains its value and indissolubility, even when despite the often intense desire of the couple, offspring are lacking.
[…]
52. Everyone's commitment for the sake of marriage and the family
  The family is a kind of school of deeper humanity. But if it is to achieve the full flowering of its life and mission, it needs the kindly communion of minds and the joint deliberation of spouses, as well as the painstaking cooperation of parents in the education of their children. The active presence of the father is highly beneficial to their formation. The children, especially the younger among them, need the care of their mother at home. This domestic role of hers must be safely preserved, though the legitimate social progress of women should not be underrated on that account.
Children should be so educated that as adults they can follow their vocation, including a religious one, with a mature sense of responsibility and can choose their state of life; if they marry, they can thereby establish their family in favorable moral, social and economic conditions. Parents or guardians should by prudent advice provide guidance to their young with respect to founding a family, and the young ought to listen gladly. At the same time no pressure, direct or indirect, should be put on the young to make them enter marriage or choose a specific partner.
  Thus the family, in which the various generations come together and help one another grow wiser and harmonize personal rights with the other requirements of social life, is the foundation of society. All those, therefore, who exercise influence over communities and social groups should work efficiently for the welfare of marriage and the family. Public authority should regard it as a sacred duty to recognize, protect and promote their authentic nature, to shield public morality and to favor the prosperity of home life. The right of parents to beget and educate their children in the bosom of the family must be safeguarded. Children too who unhappily lack the blessing of a family should be protected by prudent legislation and various undertakings and assisted by the help they need.
  Christians, redeeming the present time and distinguishing eternal realities from their changing expressions, should actively promote the values of marriage and the family, both by the examples of their own lives and by cooperation with other men of good will. Thus when difficulties arise, Christians will provide, on behalf of family life, those necessities and helps which are suitably modern. To this end, the Christian instincts of the faithful, the upright moral consciences of men, and the wisdom and experience of persons versed in the sacred sciences will have much to contribute.
  Those too who are skilled in other sciences, notably the medical, biological, social and psychological, can considerably advance the welfare of marriage and the family along with peace of conscience if by pooling their efforts they labor to explain more thoroughly the various conditions favoring a proper regulation of births.
It devolves on priests duly trained about family matters to nurture the vocation of spouses by a variety of pastoral means, by preaching God's word, by liturgical worship, and by other spiritual aids to conjugal and family life; to sustain them sympathetically and patiently in difficulties, and to make them courageous through love, so that families which are truly illustrious can be formed.
  Various organizations, especially family associations, should try by their programs of instruction and action to strengthen young people and spouses themselves, particularly those recently wed, and to train them for family, social and apostolic life.
Finally, let the spouses themselves, made to the image of the living God and enjoying the authentic dignity of persons, be joined to one another(16) in equal affection, harmony of mind and the work of mutual sanctification. Thus, following Christ who is the principle of life, by the sacrifices and joys of their vocation and through their faithful love, married people can become witnesses of the mystery of love which the Lord revealed to the world by His dying and His rising up to life again.

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Dal Catechismo della Chiesa cattolica
1346. La Liturgia dell'Eucaristia si svolge secondo una struttura fondamentale che, attraverso i secoli, si è conservata fino a noi. Essa si articola in due grandi momenti, che formano un'unità originaria:
- la convocazione, la Liturgia della Parola, con le letture, l'omelia e la preghiera universale;
- la Liturgia eucaristica, con la presentazione del pane e del vino, l'azione di grazie consacratoria e la comunione.
Liturgia della Parola e Liturgia eucaristica costituiscono insieme “un solo atto di culto”.
2182. La partecipazione alla celebrazione comunitaria dell'Eucaristia domenicale è una testimonianza di appartenenza e di fedeltà a Cristo e alla sua Chiesa. In questo modo i fedeli attestano la loro comunione nella fede e nella carità. Essi testimoniano al tempo stesso la santità di Dio e la loro speranza nella salvezza. Si rafforzano vicendevolmente sotto l'assistenza dello Spirito Santo.

From Catechism of the Catholic Church
1346. The liturgy of the Eucharist unfolds according to a fundamental structure which has been preserved throughout the centuries down to our own day. It displays two great parts that form a fundamental unity: 
- the gathering, the liturgy of the Word, with readings, homily and general intercessions; 
- the liturgy of the Eucharist, with the presentation of the bread and wine, the consecratory thanksgiving, and communion. 

The liturgy of the Word and liturgy of the Eucharist together form "one single act of worship"; The Eucharistic table set for us is the table both of the Word of God and of the Body of the Lord.
 2182. Participation in the communal celebration of the Sunday Eucharist is a testimony of belonging and of being faithful to Christ and to his Church. the faithful give witness by this to their communion in faith and charity. Together they testify to God's holiness and their hope of salvation. They strengthen one another under the guidance of the Holy Spirit.

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Prima lettura
Dal libro  dell’Esodo  (Gs 5,9a.10-12)
First reading
From the book of Joshua (Josh 5:9a,10-12)

  In quei giorni, il Signore disse a Giosuè: «Oggi ho allontanato da voi l’infamia dell’Egitto».
  Gli Israeliti rimasero accampati a Gàlgala e celebrarono la Pasqua al quattordici del mese, alla sera, nelle steppe di Gerico.
Il giorno dopo la Pasqua mangiarono i prodotti della terra, àzzimi e frumento abbrustolito in quello stesso giorno.
  E a partire dal giorno seguente, come ebbero mangiato i prodotti della terra, la manna cessò. Gli Israeliti non ebbero più manna; quell’anno mangiarono i frutti della terra di Canaan.


9 And the Lord said to Josue: This day have I taken away from you the reproach of Egypt. And the name of that place was called Galgal, until this present day.
10 And the children of Israel abode in Galgal, and they kept the phase on the fourteenth day of the month, at evening, in the plains of Jericho:
11 And they ate on the next day unleavened bread of the corn of the land, and frumenty of the same year.
12 And the manna ceased after they ate of the corn of the land, neither did the children of Israel use that food any more, but they ate of the corn of the present year of the land of Chanaan.


Salmo responsoriale
Dal salmo   33
Responsorial psalm
From the psalm 33

Ritornello/ Response:
Gustate e vedete com'è buono il Signore.
O taste, and see that the Lord is sweet


Benedirò il Signore in ogni tempo,
sulla mia bocca sempre la sua lode.
Io mi glorio nel Signore:
i poveri ascoltino e si rallegrino. 
 
Magnificate con me il Signore,
esaltiamo insieme il suo nome.
Ho cercato il Signore: mi ha risposto
e da ogni mia paura mi ha liberato. 
 
Guardate a lui e sarete raggianti,
i vostri volti non dovranno arrossire.
Questo povero grida e il Signore lo ascolta,
lo salva da tutte le sue angosce. 


2 I will bless the Lord at all times,
 his praise shall be always in my mouth.
3 In the Lord shall my soul be praised:
let the meek hear and rejoice.

4 O magnify the Lord with me;
and let us extol his name together.
5 I sought the Lord, and he heard me;
and he delivered me from all my troubles.

6 Come ye to him and be enlightened:
and your faces shall not be confounded.
7 This poor man cried, and the Lord heard him:
and saved him out of all his troubles.


Seconda lettura
Dalla  second lettera di san Paolo Apostolo ai Corinti (2Cor 10,1-6.10-12)
Second reading
From the second letter of St. Paul the Apostle to the Corinthians (2Cor 5:17-21)

  Fratelli, se uno è in Cristo, è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate; ecco, ne sono nate di nuove.
 Tutto questo però viene da Dio, che ci ha riconciliati con sé mediante Cristo e ha affidato a noi il ministero della riconciliazione. Era Dio infatti che riconciliava a sé il mondo in Cristo, non imputando agli uomini le loro colpe e affidando a noi la parola della riconciliazione.
  In nome di Cristo, dunque, siamo ambasciatori: per mezzo nostro è Dio stesso che esorta. Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio.
Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo fece peccato in nostro favore, perché in lui noi potessimo diventare giustizia di Dio.

17 If then any be in Christ a new creature, the old things are passed away, behold all things are made new.
18 But all things are of God, who hath reconciled us to himself by Christ; and hath given to us the ministry of reconciliation.
19 For God indeed was in Christ, reconciling the world to himself, not imputing to them their sins; and he hath placed in us the word of reconciliation.
20 For Christ therefore we are ambassadors, God as it were exhorting by us. For Christ, we beseech you, be reconciled to God.
21 Him, who knew no sin, he hath made sin for us, that we might be made the justice of God in him.

 

Acclamazione al Vangelo
Acclamation to the Gospel

Alleluia, alleluia.

Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò:
Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te. (Lc 15,18)
I shall get up and go to my father and I shall say to him,
 "Father, I have sinned against heaven and against you. (Lk 15:18)

Alleluia.


Vangelo
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 13,1-9) 
Gospel
From the Gospel according to Luke (Lk 15:1-3,13-22)

  In quel tempo, si avvicinavano Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro».
  Ed egli disse loro questa parabola: «Un uomo aveva due figli. Il più giovane dei due disse al padre: “Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta”. Ed egli divise tra loro le sue sostanze. Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto. Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò a mettersi al servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci; ma nessuno gli dava nulla. Allora ritornò in sé e disse: “Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi salariati”. Si alzò e tornò da suo padre.
 Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: “Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio”. Ma il padre disse ai servi: “Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l’anello al dito e i sandali ai piedi. Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”. E cominciarono a far festa.
  Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse tutto questo. Quello gli rispose: “Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo”. Egli si indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. Ma egli rispose a suo padre: “Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso”. Gli rispose il padre: “Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”».



1 Now the publicans and sinners drew near unto him to hear him.
2 And the Pharisees and the scribes murmured, saying: This man receiveth sinners, and eateth with them.
3 And he spoke to them this parable, saying:
11 And he said: A certain man had two sons:
12 And the younger of them said to his father: Father, give me the portion of substance that falleth to me. And he divided unto them his substance.
13 And not many days after, the younger son, gathering all together, went abroad into a far country: and there wasted his substance, living riotously.
14 And after he had spent all, there came a mighty famine in that country; and he began to be in want.
15 And he went and cleaved to one of the citizens of that country. And he sent him into his farm to feed swine.
16 And he would fain have filled his belly with the husks the swine did eat; and no man gave unto him.
17 And returning to himself, he said: How many hired servants in my father’s house abound with bread, and I here perish with hunger?
18 I will arise, and will go to my father, and say to him: Father, I have sinned against heaven, and before thee:
19 I am not worthy to be called thy son: make me as one of thy hired servants.
20 And rising up he came to his father. And when he was yet a great way off, his father saw him, and was moved with compassion, and running to him fell upon his neck, and kissed him.
21 And the son said to him: Father, I have sinned against heaven, and before thee, I am not now worthy to be called thy son.
22 And the father said to his servants: Bring forth quickly the first robe, and put it on him, and put a ring on his hand, and shoes on his feet:
23 And bring hither the fatted calf, and kill it, and let us eat and make merry:
24 Because this my son was dead, and is come to life again: was lost, and is found. And they began to be merry.
27 And he said to him: Thy brother is come, and thy father hath killed the fatted calf, because he hath received him safe.
28 And he was angry, and would not go in. His father therefore coming out began to entreat him.
29 And he answering, said to his father: Behold, for so many years do I serve thee, and I have never transgressed thy commandment, and yet thou hast never given me a kid to make merry with my friends:
30 But as soon as this thy son is come, who hath devoured his substance with harlots, thou hast killed for him the fatted calf.
31 But he said to him: Son, thou art always with me, and all I have is thine.
32 But it was fit that we should make merry and be glad, for this thy brother was dead and is come to life again; he was lost, and is found.

25 Now his elder son was in the field, and when he came and drew nigh to the house, he heard music and dancing:
26 And he called one of the servants, and asked what these things meant.
27 And he said to him: Thy brother is come, and thy father hath killed the fatted calf, because he hath received him safe.
28 And he was angry, and would not go in. His father therefore coming out began to entreat him.
29 And he answering, said to his father: Behold, for so many years do I serve thee, and I have never transgressed thy commandment, and yet thou hast never given me a kid to make merry with my friends:
30 But as soon as this thy son is come, who hath devoured his substance with harlots, thou hast killed for him the fatted calf.
31 But he said to him: Son, thou art always with me, and all I have is thine.
32 But it was fit that we should make merry and be glad, for this thy brother was dead and is come to life again; he was lost, and is found.

 

Sintesi dell’omelia della Messa delle otto /  Summary of the homily of the Mass at eight  o’clock

  La quarta domenica di Quaresima è detta Laetare, parola latina che significa Rallegratevi!, perché è dedicata alla meditazione sulla gioia.

[4] Rallegratevi nel Signore, sempre; ve lo ripeto ancora, rallegratevi. 
[5] La vostra affabilità sia nota a tutti gli uomini. Il Signore è vicino! 
[4]Rejoice in the Lord always. I shall say it again: rejoice!
[5]Your kindness should be known to all. The Lord is near.

 è scritto nella lettera ai Filippesi di san Paolo apostolo (Fil 4,4-5), ma il comando di rallegrarsi è tra quelli meno obbediti. Eppure la tristezza non è cristiana, nonostante che si pensi a coloro che sono religiosi come a persone imbronciate. In una litania alla Madonna si recita: Liberami dalla tristezza, che è già peccato.  
 Il brano evangelico è quello detto del Figliol prodigo, che in realtà ci presenta due fratelli. Il primo chiede al padre, in anticipo, la sua eredità e la ottiene: vuole l’autoaffermazione mediante la ricchezza non guadagnata con il proprio lavoro. Se ne va poi lontano e dilapida in una vita dissoluta quello che aveva ricevuto. Si trova in mezzo ad una grave prova della vita perché c’è una carestia. Trova lavoro come guardiano di porci, ma non ha da nutrirsi a sufficienza nemmeno mangiando le carrube che erano il mangime di quegli animali. Non gliene danno. Le prove della vita possono abbattere o far crescere. Quel ragazzo pensa che il servi di suo padre hanno da mangiare, stanno meglio.. Dunque quel figlio decide di ritornare dal padre e si prepara il discorso da fargli, chiedendo, lui figlio, di essere trattato come i servi.  
  Il padre però lo previene: lo vede da lontano, gli corre incontro, lo abbraccia e ordina di far festa, di ammazzare il vitello grasso.
 Il figlio che era rimasto presso il padre si adombra. Rinfaccia al padre che nonostante egli sia rimasto con lui per tanti anni, il padre non gli ha donato nemmeno un capretto per far festa con gli amici. Di solito noi siamo portati ad immedesimarci con questo figlio e a volta giungiamo a invidiare che si è comportato come il figlio dissoluto, ha avuto il suo piacere e poi, pentitosi, è reintegrato nella sua condizione di figlio.
 Ma il padre spiega a quel suo figlio che era rimasto sempre presso di lui che, in realtà tutto quello che è suo, del padre, è anche del figlio: egli infatti non è un servo, ma l’erede.
 Accade anche a noi lo stesso equivoco. Pensiamo di non aver avuto abbastanza nella vita, nonostante la nostra fede, e invece abbiamo avuto tutto. Questo perché abbiamo la mentalità da servi e non da figli. Ricordiamo le parole di Gesù nell’Ultima Cena riportate nel Vangelo secondo Giovanni (Gv 15,10-17):
[10] Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. 
[11] Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena. 

[12] Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati. 
[13] Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici. 
[14] Voi siete miei amici, se farete ciò che io vi comando. 
[15] Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l'ho fatto conoscere a voi. 
[16] Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. 
[17] Questo vi comando: amatevi gli uni gli altri. 
 La gioia deriva dal mantenere l’amicizia con il Signore, dall’essere felici come egli è felice per la felicità di tutti, nel saper anche noi gioire della felicità degli altri, come è anche scritto nella parabola della pecora smarrita come viene narrato dall’evangelista Luca (Lc 15,4-6):
[4] "Chi di voi se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va dietro a quella perduta, finché non la ritrova? 
[5] Ritrovatala, se la mette in spalla tutto contento, 

[6] va a casa, chiama gli amici e i vicini dicendo: Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora che era perduta. 
 L’amicizia col Signore è la nostra gioia, che non viene turbata nemmeno nelle prova della morte: le narrazioni delle morti dei santi ce li presentano a volte con il sorriso sulle labbra anche dopo la morte. La vita di fede, così, procede di gioia in gioia ed è una conversione alla gioia.

Sintesi di Mario Ardigò, per come ha  compreso le parole dei celebranti.

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The fourth Sunday of Lent is called Laetare, the Latin word meaning Rejoice!, Because it is dedicated to meditation on joy.

[4]Rejoice in the Lord always. I shall say it again: rejoice!
[5]Your kindness should be known to all. The Lord is near.

it is written in the letter to the Philippians of St. Paul the Apostle (Phil 4: 4-5), but the command to rejoice is among the least obeyed. Yet sadness is not Christian, despite the fact that one thinks of those who are religious as well as of sulky people. In a litany to Our Lady we recite: Free me from sadness, which is already a sin.
  The Gospel passage is that of the Prodigal Son, who actually presents us with two brothers. The former asks his father, in advance, for his inheritance and obtains it: he wants self-affirmation through wealth not earned with his work. He then goes away and squanders what he received in a dissolute life. He is in the midst of a severe test of life because there is a famine. He finds work as a swine guardian, but he does not have enough to eat even eating the carobs that were the feed of those animals. They don't give it to him. The trials of life can break down or grow. That boy thinks his father's servants are eating, they're better. Therefore that son decides to return to his father and prepares the speech to be made to him, asking him, he the son, to be treated like the servants.
 His father, however, prevents him: he sees him from a distance, runs towards him, hugs him and orders to celebrate, to kill the fat calf.
 The son who remained with his father overshadows. He replies to his father that although he stayed with him for many years, his father did not even give him a kid to party with his friends. Usually we are led to identify ourselves with this child and sometimes we come to envy that he behaved like a dissolute son, he had his pleasure and then, repenting, he is reintegrated into his son status.
 But his father explains to his son that he had always remained with him that, in reality, all that is his, of his father, is also of his son: in fact he is not a servant, but the heir.
 The same misunderstanding also happens to us. We think we have not had enough in life, despite our faith, and instead we have had everything. This is because we have the mentality of servants and not of children. We remember the words of Jesus in the Last Supper in the Gospel according to John (Jn 15,10-17):
[10] If you keep my commandments, you will remain in my love, just as I have kept my Father's commandments and remain in his love.
 [11] I have told you this so that my joy may be in you and your joy may be complete.
[12] This is my commandment: love one another as I love you.
[13] No one has greater love than this, to lay down one's life for one's friends.
[14] You are my friends if you do what I command you.
[15] I no longer call you slaves, because a slave does not know what his master is doing. I have called you friends,  because I have told you everything I have heard from my Father.
[16] It was not you who chose me, but I who chose you and appointed you to go and bear fruit that will remain, so that whatever you ask the Father in my name he may give you.
[17] This I command you: love one another.
The joy derives from maintaining friendship with the Lord, from being happy as he is happy for everyone's happiness, in knowing how we too can enjoy the happiness of others, as it is also written in the parable of the lost sheep as it is narrated from the evangelist Luke (Lk 15,4-6):
[4] What man among you having a hundred sheep and losing one of them would not leave the ninety-nine in the desert and go after the lost one until he finds it?
[5] And when he does find it, he sets it on his shoulders with great joy
[6] and, upon his arrival home, he calls together his friends and neighbors and says to them, 'Rejoice with me because I have found my lost sheep.'
 Friendship with the Lord is our joy, which is not disturbed even in the trial of death: the narratives of the deaths of the saints sometimes present them to us with a smile even after death. Thus the life of faith proceeds with joy and is a conversion to joy.

Summaries of Mario Ardigò , for how he understood the  words of the celebrants.


Avvisi del parroco/ Announcements from the parson:
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Avvisi di Azione Cattolica: /  Catholic Action Notices:
  La riunione infrasettimanale del gruppo di AC si terrà martedì 2 aprile 2019, alle 17, in sala rossa.
The mid-week meeting of the AC group will be held on Tuesday April 2 2019, at 5 pm, in the red room.