Vaticano. La «riforma» diventa
effettiva. Così cambia la Curia Romana
da Avvenire on line
https://www.avvenire.it/chiesa/pagine/cambia-la-curia-romana-riforma-diventa-effettiva
Nel testo si parla di “Segreteria generale del Sinodo” e non di “Segreteria generale del Sinodo dei vescovi” come tuttora si chiama questo organismo extra-curiale. Segno forse che quel “dei vescovi” è destinato a dissolversi."
Gianni Cardinale sabato 4 giugno 2022
Entra in vigore oggi la Costituzione apostolica
Praedicate Evangelium che ridefinisce ordini e compiti dei dicasteri
istituendone di nuovi
Nella solennità di Pentecoste, questa domenica, entra
in vigore la Costituzione apostolica Praedicate Evangelium, uno
degli atti qualificanti l’attuale pontificato. Con questo documento, promulgato
(finora solo in lingua italiana) il 19 marzo e poi in editio typica il
31 marzo, papa Francesco ridisegna la Curia Romana e introduce un principio in
qualche modo “rivoluzionario” che potrà avere ripercussioni a livello di Chiese
particolari. Numerosi i cambiamenti nella struttura curiale. Spariscono le
vecchie denominazioni (Congregazioni, Pontifici Consigli) e i 16 dipartimenti
della Santa Sede vengono chiamati Dicasteri.
Rimane la Segreteria di Stato ma perde molte delle sua
attribuzioni e non sarà più l’architrave della Curia, come aveva voluto Paolo
VI e confermato Giovanni Paolo II. Cambia anche l’ordine di precedenza. Al
primo posto ci sarà il Dicastero per l’Evangelizzazione (direttamente
presieduto dal Papa con due pro-prefetti nelle sezioni in cui è diviso) e solo
dopo quello per la Dottrina della fede (che storicamente aveva sempre la prima
posizione tra le vecchie Congregazioni). Segue il nuovo Dicastero per il Servizio
della carità, che precedentemente era un semplice Ufficio, quello
dell’Elemosineria apostolica.
Piccola ma significativa novità: nel testo si parla di
“Segreteria generale del Sinodo” e non di “Segreteria generale del Sinodo dei
vescovi” come tuttora si chiama questo organismo extra-curiale. Segno forse che
quel “dei vescovi” è destinato a dissolversi.
Nei vecchi ordinamenti della Curia Romana era previsto che il segretario di
Stato e i prefetti delle Congregazioni fossero cardinali. Tutto questo sparisce.
Gli unici due incarichi per cui è esplicitamente
stabilito che siano presieduti da un porporato sono il prefetto della Segnatura
apostolica e il coordinatore del Consiglio per l’economia. Per il resto viene
stabilito che «qualunque fedele può presiedere un Dicastero o un organismo,
attesa la peculiare competenza, potestà di governo e funzione di questi
ultimi». E questo in virtù del principio che la «potestà di governo nella
Chiesa non viene dal sacramento dell’ordine, ma dalla missione canonica» ricevuta
dal Papa con il conferimento dell’ufficio.
Un principio in qualche modo “rivoluzionario” che
potrà avere importanti ripercussioni nel futuro della vita ecclesiale, anche a
livello diocesano (con le figure dei vicari generali ed episcopali, ma prima bisognerà
emendare il Codice di diritto canonico).
Finora l’opinione prevalente e la prassi consolidata
postconciliare era quella che vedeva la potestà di governo essere connessa al
sacramento dell’Ordine, con la conseguenza che nei ruoli apicali della Curia
potevano sedere solo sacerdoti o vescovi, con o senza la dignità cardinalizia.
Così prevedeva la precedente Costituzione apostolica che regolava la Curia,
la Pastor Bonus del 1988.
Presentando la nuova Costituzione apostolica il
gesuita Gianfranco Ghirlanda (preconizzato cardinale da papa Francesco domenica
scorsa), ha ricordato però che la questione – «molto complessa» e che «divide
gli autori» – fu dibattuta «ripetutamente nel Concilio Vaticano II, ma alla
fine questo non l’ha voluta dirimere nel senso dell’origine dal sacramento
dell’Ordine».
Tanto che già in alcune norme canoniche
postconciliari, sottolinea Ghirlanda, viene fatto valere il principio che la
potestà di governo deriva dalla missione canonica conferita dal Papa. In attesa
di vedere quali incarichi saranno affidati a laici e laiche, Francesco domenica
ha comunque annunciato che farà cardinali i due prefetti delle Congregazioni
per il culto divino e per il clero, che prevedibilmente rimarranno alla guida
dei rispettivi nuovi Dicasteri.
Dopo l’entrata in vigore della nuova Costituzione
apostolica si attende anche la nomina dei nuovi vertici dei Dicasteri. Di per
sé hanno già superato i 75 anni i prefetti delle vecchie Congregazioni (ora
Dicasteri) per la Dottrina della fede, per le Chiese orientali, per i
Consacrati, per l’Educazione cattolica, per il Servizio umano integrale, nonché
il Penitenziere maggiore. Nel corso dell’anno raggiungeranno poi l’età
pensionabile i prefetti del Dicasteri per i Laici e di quello delle Cause dei
santi. Il Papa comunque può sempre derogare dai limiti di età.
Soprattutto però, dopo la Praedicate
Evangelium sarà necessario approvare un nuovo Regolamento generale
della Curia Romana, nonché quelli interni alle istituzioni vaticane. Non solo.
Alcune novità introdotte, come ad esempio la sparizione della Camera
apostolica, vanno anche ad intaccare le norme per il Conclave, quindi sarà
necessario emendare anche la Universi Dominici Gregis. Senza
contare poi che, secondo il cardinale Oscar Andres Rodriguez Maradiaga, coordinatore
del Consiglio di cardinali che più da vicino ha collaborato col Papa per la
nuova Costituzione apostolica, sarà ora necessario mettere mano alla revisione
dell’intero Codice di diritto canonico.