Repubblica nel 2022
Oggi è la festa civile della Repubblica. In
Italia ha anche un significato religioso, perché la Repubblica democratica
italiana è stata fatta con il contributo determinante dei cristiani, in
particolare dei cattolici.
Non si trattò solo del passaggio da una
monarchia, quella della dinastia Savoia, a una repubblica, quella di tutti gli
italiani, quindi in questo senso “popolare”, ma della costruzione di una nuova
democrazia, come prima non c’era mai stata.
La democrazia è un sistema di governo nel
quale si vuole ottenere una larga partecipazione dei governati alle decisioni
che li riguardano, secondo il principio medievale, enunciato dai teorici del
diritto dei cristiani, che ciò che riguarda tutti deve essere deciso da tutti.
Per ottenerla, nessun potere, pubblico o privato deve essere senza limiti e, in
particolare, insindacabile. Questo è uno dei principi fondamentali di ciò che
definiamo “giustizia”. L’altro, strettamente correlato, è l’equità, che
significa tra ciò che una persona dà e ciò che riceve in società ci deve essere
una ragionevole proporzione, vale a dire che non ci si possa approfittare del
più debole, e che in società nessuna persona debba mancare di ciò che è
considerato necessario per vivere con dignità. Va precisato che non è possibile
costruire una democrazia se chi è chiamato a parteciparvi manca di quello. Chi
non lo ha è spinto ai margini.
La nostra non è solo una repubblica
democratica, ma anche popolare, perché vi si vuole produrre la più larga
partecipazione. Questo ha richiesto importanti riforme sociali, per realizzare quell’equità che la rende effettiva.
Infine, la partecipazione democratica
richiede che la società riconosca ad ogni persona la libertà di esprimersi. La
società democratica è infatti una società libera.
La nostra Chiesa è stata storicamente tra i
principali avversari dei processi democratici moderni. Attualmente è una
monarchia assoluta di tipo feudale, secondo un ordinamento che è stato
progettato e costruito circa mille anni fa e che storicamente ha richiesto incredibili
violenze per essere mantenuto. Si tratta di un sistema obsoleto, ingiusto e
umiliante, a cui si sta cercando di porre rimedio, con scarso successo sinora, con
i processi sinodali che sono in corso e che in gran parte si ispirano ai principi
delle democrazie avanzate contemporanee. Eppure non di rado si sente ancora dire
la sciocca frase: “La Chiesa non è un democrazia”. In quanto società
politica, che quindi deve essere governata, la Chiesa dovrebbe esserlo, perché,
nella misura in cui non lo è, è ingiusta e va contro il comandamento dell’agàpe
cristiana, quindi è anche ingiusta in senso propriamente religioso.
Di fatto,
i cristiani italiani hanno contribuito a progettare la nostra nuova democrazia tenendo
presente i principi evangelici, contribuendo in questo modo a formare un pensiero
sociale cristiano, che è molto più esteso della dottrina, che è enunciata
dal Papa e dai vescovi. Le persone laiche di fede hanno contribuito alla dottrina
molto più di ciò che in genere si è
portati da ammettere.
La sinodalità di cui oggi si parla e che si
vorrebbe sperimentare mette in questione un potere religioso esercitato in modo
opaco, essenzialmente per difendersi dal popolo. La prima esigenza di chi
comanda in modo ingiusto è di continuare a legittimare il proprio potere.
E’ stato incredibile che il primo atto del nuovo
presidente della Conferenza episcopale italiana sia stato quello di delimitare temporalmente
l’inchiesta conoscitiva sugli abusi sessuali di clero e religiosi. Qui è in
questione l’esercizio del potere episcopale, perché, come dimostrano analoghi
inchieste condotte in altri stati, in particolare negli Stati Uniti d’America e
in Germania, dietro gli abusi, che spesso sono seriali, c’è stato il tentativo
di sopire le vicende da parte di chi governava l’apparato ecclesiastico. E’ in
questione, quindi, un potere che si vuole mantenere così com’è, nonostante le
sofferenze che ha prodotto e tollerato che si producesse. In realtà, giustizia
vorrebbe che, finché vive una persona che nella sua vita è stata abusata dal
clero e dai religiosi essa sia ascoltata, anche se dal punto di vista della
giustizia penale dello stato i colpevoli non possono più essere perseguiti:
deve essere ascoltata per capire che cosa è successo e ciò che non ha
funzionato nella prevenzione e repressione.
Eppure i temi all’ordine del giorno nella nostra
società erano altri, ad esempio la guerra e la conseguente crisi economica, che
mettono in pericolo quel sistema di giustizia sociale che è essenziale per
mantenere un regime democratico. Ma si tratta di argomenti che non mettono in
questione il sistema di potere feudale che governa la nostra Chiesa.
In oltre dieci anni, su questo blog, in
migliaia di post, sono state pubblicate le informazioni di base sul
cristianesimo democratico, quindi anche su repubblica e democrazia. Sono sempre
a disposizione di tutte le persone interessate, in particolare di quelle
realmente coinvolte nei processi sinodali.
Mario Ardigò – Azione Cattolica
in San Clemente papa – Roma, Monte Sacro, Valli