INFORMAZIONI UTILI SU QUESTO BLOG

  Questo blog è stato aperto da Mario Ardigò per consentire il dialogo fra gli associati dell'associazione parrocchiale di Azione Cattolica della Parrocchia di San Clemente Papa, a Roma, quartiere Roma - Montesacro - Valli, un gruppo cattolico, e fra essi e altre persone interessate a capire il senso dell'associarsi in Azione Cattolica, palestra di libertà e democrazia nello sforzo di proporre alla società del nostro tempo i principi di fede, secondo lo Statuto approvato nel 1969, sotto la presidenza nazionale di Vittorio Bachelet, e aggiornato nel 2003.

  This blog was opened by Mario Ardigò to allow dialogue between the members of the parish association of Catholic Action of the Parish of San Clemente Papa, in Rome, the Roma - Montesacro - Valli district, a Catholic group, and between them and other interested persons to understand the meaning of joining in Catholic Action, a center of freedom and democracy in the effort to propose the principles of faith to the society of our time, according to the Statute approved in 1969, under the national presidency of Vittorio Bachelet, and updated in 2003.

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L’Azione Cattolica Italiana è un’associazione di laici nella chiesa cattolica che si impegnano liberamente per realizzare, nella comunità cristiana e nella società civile, una specifica esperienza, ecclesiale e laicale, comunitaria e organica, popolare e democratica. (dallo Statuto)

Italian Catholic Action is an association of lay people in the Catholic Church who are freely committed to creating a specific ecclesial and lay, community and organic, popular and democratic experience in the Christian community and in civil society. (from the Statute)

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  Questo blog è un'iniziativa di laici aderenti all'Azione Cattolica della parrocchia di San Clemente papa e manifesta idee ed opinioni espresse sotto la personale responsabilità di chi scrive. Esso non è un organo informativo della parrocchia né dell'Azione Cattolica e, in particolare, non è espressione delle opinioni del parroco e dei sacerdoti suoi collaboratori, anche se i laici di Azione Cattolica che lo animano le tengono in grande considerazione.

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  Scrivo per dare motivazioni ragionevoli all’impegno sociale. Lo faccio secondo l’ideologia corrente dell’Azione Cattolica, che opera principalmente in quel campo, e secondo la mia ormai lunga esperienza di vita sociale. Quindi nell’ordine di idee di una fede religiosa, dalla quale l’Azione Cattolica trae i suoi più importanti principi sociali, ma senza fare un discorso teologico, non sono un teologo, e nemmeno catechistico, di introduzione a quella fede. Secondo il metodo dell’Azione Cattolica cerco di dare argomenti per una migliore consapevolezza storica e sociale, perché per agire in società occorre conoscerla in maniera affidabile. Penso ai miei interlocutori come a persone che hanno finito le scuole superiori, o hanno raggiunto un livello di cultura corrispondente a quel livello scolastico, e che hanno il tempo e l’esigenza di ragionare su quei temi. Non do per scontato che intendano il senso della terminologia religiosa, per cui ne adotto una neutra, non esplicitamente religiosa, e, se mi capita di usare le parole della religione, ne spiego il senso. Tengo fuori la spiritualità, perché essa richiede relazioni personali molto più forti di quelle che si possono sviluppare sul WEB, cresce nella preghiera e nella liturgia: chi sente il desiderio di esservi introdotto deve raggiungere una comunità di fede. Può essere studiata nelle sue manifestazioni esteriori e sociali, come fanno gli antropologi, ma così si rimane al suo esterno e non la si conosce veramente.

  Cerco di sviluppare un discorso colto, non superficiale, fatto di ragionamenti compiuti e con precisi riferimenti culturali, sui quali chi vuole può discutere. Il mio però non è un discorso scientifico, perché di quei temi non tratto da specialista, come sono i teologi, gli storici, i sociologi, gli antropologi e gli psicologi: non ne conosco abbastanza e, soprattutto, non so tutto quello che è necessario sapere per essere un specialista. Del resto questa è la condizione di ogni specialista riguardo alle altre specializzazioni. Le scienze evolvono anche nelle relazioni tra varie specializzazioni, in un rapporto interdisciplinare, e allora il discorso colto costituisce la base per una comune comprensione. E, comunque, per gli scopi del mio discorso, non occorre una precisione specialistica, ma semmai una certa affidabilità nei riferimento, ad esempio nella ricostruzione sommaria dei fenomeni storici. Per raggiungerla, nelle relazioni intellettuali, ci si aiuta a vicenda, formulando obiezioni e proposte di correzioni: in questo consiste il dialogo intellettuale. Anch’io mi valgo di questo lavoro, ma non appare qui, è fatto nei miei ambienti sociali di riferimento.

  Un cordiale benvenuto a tutti e un vivo ringraziamento a tutti coloro che vorranno interloquire.

  Dall’anno associativo 2020/2021 il gruppo di AC di San Clemente Papa si riunisce abitualmente due martedì e due sabati al mese, alle 17, e anima la Messa domenicale delle 9. Durante la pandemia da Covid 19 ci siamo riuniti in videoconferenza Google Meet. Anche dopo che la situazione sanitaria sarà tornata alla normalità, organizzeremo riunioni dedicate a temi specifici e aperte ai non soci con questa modalità.

 Per partecipare alle riunioni del gruppo on line con Google Meet, inviare, dopo la convocazione della riunione di cui verrà data notizia sul blog, una email a mario.ardigo@acsanclemente.net comunicando come ci si chiama, la email con cui si vuole partecipare, il nome e la città della propria parrocchia e i temi di interesse. Via email vi saranno confermati la data e l’ora della riunione e vi verrà inviato il codice di accesso. Dopo ogni riunione, i dati delle persone non iscritte verranno cancellati e dovranno essere inviati nuovamente per partecipare alla riunione successiva.

 La riunione Meet sarà attivata cinque minuti prima dell’orario fissato per il suo inizio.

Mario Ardigò, dell'associazione di AC S. Clemente Papa - Roma

NOTA IMPORTANTE / IMPORTANT NOTE

SUL SITO www.bibbiaedu.it POSSONO ESSERE CONSULTATI LE TRADUZIONI IN ITALIANO DELLA BIBBIA CEI2008, CEI1974, INTERCONFESSIONALE IN LINGUA CORRENTE, E I TESTI BIBLICI IN GRECO ANTICO ED EBRAICO ANTICO. CON UNA FUNZIONALITA’ DEL SITO POSSONO ESSERE MESSI A CONFRONTO I VARI TESTI.

ON THE WEBSITE www.bibbiaedu.it THE ITALIAN TRANSLATIONS OF THE BIBLE CEI2008, CEI1974, INTERCONFESSIONAL IN CURRENT LANGUAGE AND THE BIBLICAL TEXTS IN ANCIENT GREEK AND ANCIENT JEWISH MAY BE CONSULTED. WITH A FUNCTIONALITY OF THE WEBSITE THE VARIOUS TEXTS MAY BE COMPARED.

mercoledì 31 marzo 2021

Dalla Pasqua del 2008

 

Dalla Pasqua del 2008

 

  In questo Venerdì Santo del 2008, quando si va a visitare i “sepolcri”, mi ricordo di quando, qualche giorno fa, si è discusso della pillola dell’immortalità. Se la inventassero, il mondo non sarebbe migliore né la vita più piacevole, è stato detto autorevolmente. Perché ci sarebbero troppi vecchi. Sul momento mi sono detto d’accordo, poi mi sono posto dei problemi.

  Tra me e i vecchi c’è una certa competizione. Loro hanno tante malattie, poi la vecchiaia stessa è una malattia, come dicevano gli antichi; io però sono quasi sempre più malato di loro. Così in certe circostanze, tendo a sgomitare. Ma loro pure. E’ fatale che io ci rimetta sempre, perché chi potrebbe dire di no alla povera vecchina? Io invece appaio ben restaurato. Però in qualche occasione mi è venuto da desiderare che ce ne fossero di meno, di vecchi, almeno lì dove dobbiamo spartirci la pietà pubblica. Eppure non sono lontano dalla terza età, così, in definitiva, vado contro i miei interessi prossimi.

 Probabilmente la fantascientifica pillola dell’immortalità non si limiterebbe a mantenerci in vita, ma ci rigenererebbe. La materia di cui siamo fatti ha i suoi limiti, tende a disfarsi e a corrompersi, se tessuti nuovi non prendono il posto di quelli non più efficienti. Sicuramente l’industria farmaceutica troverebbe il modo di mantenerci in forma, mettendo in quel farmaco i necessari componenti aggiuntivi. Così magari non avremmo neanche più l’aspetto da vecchi. Un po’ come certi personaggi pubblici dello spettacolo o della politica, ma meglio; non solo non sembreremmo vecchi finché regge il trucco, ma saremmo anche meno vecchi, nel profondo della nostra struttura corporea. Ma anche così, a ragionarci bene, si capisce che non funzionerebbe. Perché comunque il peso delle esperienze passate graverebbe sulle cariatidi rinvigorite, che nel giro di pochi decenni diventerebbero la maggioranza assoluta della popolazione e assumerebbero il controllo di tutto. E naturalmente il principale loro interesse sarebbe la produzione della pillola dell’immortalità, per perpetuare sé stesse. Attività che consentirebbe di mantenere stabile il numero dei viventi, senza che costituisse un problema la denatalità. Di modo che, alla fine, ci si ritroverebbe sempre tra le stesse persone, le stesse facce, nei secoli dei secoli. Senza però più reale interesse gli uni per gli altri, tutto quello che è implicato nella faccenda della generazione  e della cura della prole, insomma quello che in modo riassuntivo comprendiamo nella parola “amore”.  Un universo umano in raffreddamento, che probabilmente ad un certo punto invocherebbe l’eutanasia. Richiesta che forse sarebbe accolta dall’industria, con il risultato di porre in commercio anche la pillola della mortalità.

 Eppure è duro rassegnarsi al succedersi delle generazioni, al fatto che ognuno di noi ha un inizio e quindi una fine. Finché se ne parla in generale è un conto, ma quando la cosa ci riguarda personalmente è diverso.  Ma, in definitiva, la morte non è un nemico? “L’ultimo nemico a essere distrutto sarà la morte”, è scritto nella prima lettera di Paolo ai cristiani di Corinto. E allora com’è che invece non se ne può fare a meno, che il mondo morirebbe senza la morte? Che  è come dire che l’ordine naturale che fa bella la vita è quello stesso che ad un certo punto la distrugge, proprio per consentire la prosecuzione della vita. Una necessità per così dire “provvidenziale”, nel senso di volta al bene; per cui ad un certo  punto dovremmo proprio chiamarla “sorella”, questa nostra morte corporale. Non è cosa da poco. Sono state escogitate nei secoli passati varie “prove” dell’esistenza di Dio, ma questa può essere considerata da alcuni come una delle prove più convincenti dell’inesistenza del Dio cristiano, del Dio che è amore.

 Certo, c’è questa storia del “peccato” originale. Una teologia che, se uno approfondisce un po’, fa acqua da tutte le parti. E che contraddice l’idea di un Dio buono, anzi sommamente buono, che è centrale nella nostra fede. Perché, insomma, come è stato osservato, qui si metterebbero al mondo delle persone solo per punirle per colpe non loro, per una colpa mitica, narrata con toni fiabeschi, con quel contorno di angeli con spade fiammeggianti ecc.

  Il Venerdì Santo è l’unico momento dell’anno liturgico in cui mi pare che la teologia taccia. Di fronte al ricordo della morte del fondatore. Di colui che era stato capace di riportare provvisoriamente alla vita della gente, di risanare per un po’ un mucchio di persone, un po’ come fanno oggi i medici, duemila anni dopo. E’ una cesura, un taglio netto. La ragione deve arrendersi. Non si va più avanti. Eppure ci sono stati altri duemila anni di storia cristiana! Con molti ulteriori ragionamenti e persone che ci hanno speso  e ci spendono la vita. E’ solo questione di emozioni? Di quel fuoco nel cuore che ci coglie quando, in certi momenti, sentiamo fare discorsi come quelli che ci sono stati tramandati con cura? O di qualcos’altro, o meglio di qualcun altro che  ci accompagna nella nostra vita e che ci fa ancora  riconoscere e ripetere, contro ogni evidenza, “E’ risorto, è veramente risorto”? Che questa Pasqua, come tutte le altre della nostra vita, ci aiuti a scoprirlo. Buona Pasqua!

 Mario Ardigò (21-3-08)

 

 

martedì 30 marzo 2021

Pensiero di Pasqua del 2009

 

Pensiero di Pasqua del 2009

 

“Se tu m’accogli, o Padre Buono,/prima che giunga sera/se tu mi doni il tuo perdono/avrò la pace vera”, cantano, sulla musica di Bach, le suore della Divina Rivelazione del convento dove soggiorna ora mia madre.

 Spesso mi trovo a dover spiegare perché sono cristiano a persone incuriosite da qualche mio atteggiamento o da qualche mia opinione. Esse di solito hanno della fede l’immagine che ne viene data da giornali e televisioni, quindi legata a vari eventi polemici dell’attualità.

 La mia posizione di “persuaso” cristiano, secondo la terminologia di Aldo Capitini, preferisco questo termine a quello di “credente” che implica certezze che non ho, non è certamente quella di chi si trova già ora nel posto dove spera di essere. In questo senso, non ho nulla da difendere di come sono ora e di quello di cui ora faccio parte. Confido anzi che tutto ciò sia superato. Lo spero ardentemente. Ma su che cosa si fonda la mia speranza?

 La mia condizione di cinquantenne dal fisico abbastanza percosso mi limita in molte occasioni di peccato. Le emozioni sono meno violente, anche per ragioni specificamente ormonali, la sofferenza ha indotto una certa saggezza nei rapporti con i miei simili, le ambizioni sono ridimensionate e, con esse, anche le occasioni di invidia e di maldicenza, l’aspetto fisico delle relazioni umane conta molto meno, mancano le forze per una vita veramente disordinata; si è meno portati all’azione irriflessiva. Rimangono molte occasioni di superbia. Mia madre, ad esempio, non si capacita che io  a volte  possa dirmi in dissenso con alcune cose che dice il Papa o che  insegnano i vescovi. Fatto sta che me ne sono accusato in confessione, pensando addirittura di essere preso in giro o rimproverato per uno scrupolo infondato. Invece la cosa è stata presa molto sul serio. Il sacerdote mi ha detto di tenere gli occhi sul grande crocifisso che sta nel confessionale, fino a che non mi avesse detto di smettere. E’ durata molto a lungo, nella disperazione delle signore che aspettavano fuori il loro turno. Anche per me è stata un’esperienza molto forte. Poi mi è stata data l’assoluzione con prescrizione, come penitenza, di pensarci molto su. E’ quello che faccio anche ora.

   Diciamo che posso descrivere la mia situazione di “persuaso” cristiano come  quella di un crocifisso che chiede ad uno crocifisso vicino a lui, poco tempo prima della fine, “ricordati di me quando sarai nel tuo regno”. Poi entrambi si muore, secondo le aspettative di tutti.

 Si è discusso molto, negli anni scorsi, dell’esposizione del crocifisso negli uffici pubblici. Me ne sono occupato anche professionalmente non molto tempo fa. Si sostiene che i crocifissi vadano tolti perché sono simboli specificamente religiosi, cristiani, non rimandano solo a ideali oggi comuni. Io credo che sia questa la verità. Se poi li si debba togliere, dipende dal grado di tolleranza delle istituzioni civili. Io certamente sono uno che i crocefissi li appende, non uno che li toglie. Ce n’è sempre uno a portata di vista, dove vivo o lavoro. I crocefissi certamente sono l’espressione di convinzioni paradossali, che possono non essere condivise da tutti, specialmente ora che ci stiamo mescolando a persone che vengono da lontano. Ma non è solo questo: oggi si è più portati ad accettare il tremendo presente, si è più realisti di un tempo, non sappiamo quindi cogliere in quella cruenta rappresentazione di un supplizio atroce l’anelito che storicamente vi era collegato.

  “Se tu mi accogli…”, “ricordati di me, quando sarai nel tuo regno”: l’invocazione è la medesima. Essa scaturisce dall’interiorità, non appena si prende cognizione di tutta la dura realtà e ci si scopre quindi crocefissi.

 La contemplazione del crocifisso, da vicino e a lungo, è un’esperienza durissima.  Perché, dopo un po’, diventa contemplazione di sé medesimi, crocifissi. Tu che volevi salvare gli altri, che ti eri fatto maestro degli altri, non puoi salvare te medesimo, alla fine. Chi è crocifisso si trova anche in una condizione in cui gli altri non sono veramente interessati a sapere che cosa tu ne pensi. Diciamo che tutta la tua cultura, tutte le tue belle e articolate convinzioni, contano poco per loro. Ti si chiede solo di lasciarti fare, secondo quello che altri hanno deciso, secondo quello che di carne e sangue sei. Insomma, sei ricondotto a quello che di vita animale c’è in te, sei solo quella vita visibile che ci si attende finisca in poco tempo, come programmato, secondo le attese. L’evento, nella sua naturalità, banalità e prevedibilità, in quanto ripetutosi infinite volte per altri tuoi simili, è assolutamente credibile. Il resto conta poco o nulla. E’ come quando, nelle procedure di morte assistita, si interloquisce benevolmente con colui che ha deciso di darsi la morte, e allora si prende atto con distacco delle sue opinioni, senza stare tanto a contraddirlo, che pensi quello che vuole il poveraccio!, ma poi ciò che interessa veramente è la sua fine che deve sopraggiungere e alla quale si vuole assistere, da viventi. Chi contempla da crocifisso  capisce presto che gli serve a poco in quella condizione l’essere superbo, tirar fuori tutte le proprie forti enunciazioni di principi, farsene vanto con gli altri, quando è lì lì per finire anche lui stesso e agli altri non importa nulla di ciò che può dire. E tuttavia è proprio dalla croce che, deposto ciò che è vano e che quindi non serve, contemplando il Crocifisso, si riacquista la capacità di sperare, vale a dire che,  partendo da una condizione disperata ma credibile, realistica ma infausta, si scopre di poter ancora dare ragione della speranza che è rimasta  in noi, non soffocata dal tremendo presente.

  Qui entra in considerazione un mondo di relazioni specificamente umane, alle quali sentiamo di non poter essere veramente sottratti. Per cui, in definitiva, mentre siamo sempre sorpresi dalla morte imminente, non siamo sorpresi nell’apprendere che uno di noi “è risorto, è veramente risorto”. E’ ciò che ho avvertito quando, superata l’età ingenua dell’infanzia, mi sono dovuto confrontare per la prima volta con la morte di una persona cara, con sufficiente consapevolezza e compartecipazione per questi problemi.

 Tutto potrebbe rimanere però manifestazione della soggettività personale, se non avessimo incontrato, nella nostra vita, la Parola santa che ci è stata tramandata e testimoniata. A volte essa ci irraggia con la forza di un lampo, altre volte richiede di essere molto contemplata, in un atteggiamento di vigile attesa. Essa tuttavia non ci è mai estranea, come alla fine diventano sempre le dottrine puramente umane. Appare quindi dotata di una forza propria, che consiste nella capacità di suscitare specifiche relazioni e quella richiesta: “ricordati di me!”.  Le liturgie pasquali ci guidano in questo, con sapienza. Insieme iniziamo a contemplare l’abisso che ancora ci sta dinanzi e d’intorno e insieme ci ricostruiamo dentro e sopra relazioni, ripetendoci la Parola ricevuta. Partendo dalla convinzione che quel vento molto forte che ci dicono spirasse quando tutto iniziò non fosse semplice aria in movimento, ma appunto l’inizio di una relazione, la manifestazione di una presenza che poi ci si rivelò amica. E continuando nella convinzione di poter ricapitolare tutto quello che è successo secondo il senso dato da quella relazione. Non è cosa che ci riuscirebbe di fare da soli. Da soli infatti possiamo solo credere nella sicura nostra morte personale, e che, quindi, come iniziammo, anche finiremo.

 Lo spettacolo della sofferenza e della morte a volte genera protesta, a volte compiacimento. Solo la sua contemplazione da una croce genera la speranza. Per questo, credo, tra i cattolici si dà tanta importanza alla riflessione su questo simbolo di un supplizio atroce. Ma il Venerdì Santo è il giorno più difficile per parlare di speranza. Infatti tutto si è compiuto. Rimane la cruda e credibile realtà del sepolcro. Ormai il sofferente non è più tale, tra noi vi è sono solo la sua carne e le sue ossa. Esso ci testimonia della fine comune. A chi affidiamo le nostre vite? A chi chiediamo di ricordarsi di noi “dopo”? La vita è un accidente, poi torniamo ad essere cose: non c’è consolazione in questo. Rammento i molti morti che ho dovuto incontrare nella mia professione: se ci ripenso essi mi sono tutti presenti, perché erano persone morte con molta sofferenza e mi hanno quindi  lasciato una fortissima impronta emotiva, i molti impiccati, quelli straziati dai treni, i suicidi con il veleno o buttatisi da una finestra, gli uccisi con armi da fuoco o all’arma bianca, i distrutti  e bruciati negli incidenti stradali, quello che il mare ci restituì tutto mangiato dai pesci, il motociclista tranciato dal guard rail... Li rivedo, ma il loro ricordo non mi dà nessuna speranza. L’unico ricordo sul quale posso costruire è quello del  vecchio che spirò dopo un’atroce sofferenza, in cui ogni respiro era dolore, e che  vegliai a lungo, pregando con i salmi, durante il mio primo ricovero in ospedale: allora  eravamo entrambi crocifissi. La Parola che mi era stata insegnata  e che in quell’occasione osai ripetere, in un’azione direi sacerdotale, impregnò di sé quell’evento, terribile, ma banale, naturale e prevedibile, e mi ha effettivamente cambiato, mi ha rafforzato nella mia “persuasione” cristiana. Ho capito allora quello che intendeva dire Vittorio Bachelet quando scrisse che non dobbiamo chiedere di scendere dalla croce ma di salirci su insieme a colui che è il fondamento della nostra fede. Nell’attesa che torni a visitarci dall’alto, come un sole che sorge, dopo questa notte disperata. Venga quindi anche per noi la Pasqua!

Mario Ardigò

 

 

 

 

 

 

lunedì 29 marzo 2021

dalla Pasqua 2007

 

ripubblico

Pensiero di Pasqua 2007

 

 Ma Cristo è veramente risuscitato dai morti, primizia di risurrezione per quelli che sono morti” “Nunì dè Cristòs eghéghertai ek nekròn, aparkè ton kekoimeménon” (I Corinzi, 15,20).

  Quando, tanti anni fa, sentivo il Papa Paolo VI, il giorno di Pasqua, proclamare con la sua tremolante voce di anziano sofferente “Ma Cristo è risorto, è veramente risorto!”, lo sciocco liceale che ero allora provava fastidio. Tutto concentrato sul momento presente, come forse è inevitabile che sia per i ragazzi, gli sembrava fuori luogo tutta quella emozione per un evento molto lontano, da un lato verso il passato, dall’altro verso il futuro.

 Gli straordinari progressi della medicina contemporanea, che agli antichi sarebbero apparsi miracolosi e forse lo sono veramente, mi hanno dato il singolare privilegio di rimanere ormai da cinque anni nell’Orto degli Ulivi.  In questo tempo veramente propizio per la mia vita di fede, sempre, soprattutto nei momenti di più acuta sofferenza, mi è tornata alla mente l’invocazione dell’anziano Papa. Proprio la sua voce, come mi era giunta allora per televisione. Ora finalmente mi è stato concesso di capirlo e di amarlo. Egli, negli anni ’70, non parlava al me di allora, ma al me di adesso.

 Questo evento della risurrezione vera, quella che non si limita a rimetterti in gioco in questa vita ma ti trasforma in un corpo animato dallo Spirito (“eghéiretai sòma pneumatikòn” – I Corinzi 15,44) è molto lontano dall’essere per i cristiani un mito consolatorio. E’ sicuramente, come si dice doverosamente, “grazia”, ma è anche frutto di uno sforzo, di un particolare impegno della volontà, per il quale ci si sorregge gli uni con gli altri. Già al tempo di San Paolo c’erano quelli che dubitavano.  Noi dunque predichiamo che Cristo è risuscitato dai morti. Allora come mai alcuni  tra voi dicono che non vi è stata risurrezione dei morti?” (I Corinzi 15,12). Ma anche molto prima accadeva. Tanto che una delle “beatitudini” non inserite nel Discorso della Montagna è quella proclamata dallo stesso risorto: “Gesù gli disse: -Tu hai creduto perché hai visto; beati quelli che hanno creduto senza aver visto!-

 La morte del fondatore avvenne in un contesto di disillusione e ingiustizia totali. In mezzo allo scherno e alle beffe. Come accadde allora che, in quel tempo atroce, proprio uno dei sofferenti con Gesù, prima della resurrezione e in mezzo allo sfacelo, abbia voluto chiedere: “Gesù, ricordati di me quando sarai nel tuo regno” (“Iesù, mnésthetì mu, òtan èlthes en te basiléia su” Luca, 23, 42)? Come accade che proprio quell’anziano Papa della mia giovinezza, sofferente e incompreso, calunniato e abbandonato da molti, e anche da me,  veramente angosciato per la dispersione del gregge, sia divenuto per me, oggi, uno di quelli che maggiormente mi sorreggono nella fede?

 E’ la Pasqua, la nostra Pasqua.

 Che sia per tutti noi occasione di salvezza. Che anche per ciascuno di noi arrivi una voce che  convinca “Ti assicuro che oggi sarai con me in paradiso”, “amén soi légo, sémeron met’emù ése en to paradéiso”.

 Mario Ardigò - Azione Cattolica in San Clemente papa - Roma, Monte Sacro, Valli

 

 

domenica 28 marzo 2021

Domenica 28 Marzo 2021 – Domenica delle Palme - Giornata diocesana della gioventù - -Letture della Messa - Sintesi dell’omelia svolta durante la Messa celebrata in parrocchia alle nove - Avvisi di Azione cattolica -Sunday 28 March 2021 - Palm Sunday - Diocesan Youth Day -Mass readings - Summary of the homily given during the Mass celebrated in the parish at nine - Catholic Action Notices


Domenica 28 Marzo  2021 –  Domenica delle Palme -  Giornata diocesana della gioventù -  Lezionario dell’anno B per le domeniche e le solennità – colore liturgico: rosso  – salterio: proprio del Tempo -Letture della Messa - Sintesi dell’omelia svolta durante la Messa celebrata in parrocchia alle nove - Avvisi di Azione cattolica

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Sunday 28 March 2021 - Palm Sunday - Diocesan Youth Day - Lectionary of year B for Sundays and solemnities - liturgical color: red - psalter: proper to the Time - Mass readings - Summary of the homily given during the Mass celebrated in the parish at nine - Catholic Action Notices                                                          

 

Osservazioni ambientali: cielo  sereno; temperatura ambientale  15°C. Da domani Roma e il Lazio saranno in zona  arancione  e saranno attenuate le restrizioni per prevenire il contagio dal virus SARS-COV-2. Da  riapriranno in presenza le scuole materne, le elementari e le secondarie inferiori.

 

Environmental observations: clear skies; ambient temperature 15 ° C. From tomorrow Rome and Lazio will be in the orange zone and restrictions will be relaxed to prevent infection from the SARS-COV-2 virus. Kindergartens, elementary and lower secondary schools will reopen in attendance

 

Canti: Introduzione, “Osanna”; Offertorio, “Se m’accogli”; Comunione, “Pane del Cielo”; finale, “Ti seguirò”.

 

Songs: Introduction, “Hosanna”; Offertory, "If you welcome me"; Communion, "Bread of Heaven"; final, “I will follow you”.

 

Un augurio di pace a tutti i lettori!  

 Wishes for peace to all readers!

 

  Durante la messa delle nove il gruppo parrocchiale di AC era sui banchi sulla sinistra dell’altare, guardando l’abside.

During the nine o'clock mass, the parish group of AC was on the pews to the left of the altar, looking at the apse.

 

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  Le riunioni del gruppo AC San Clemente in presenza, nella sala rossa  della sede parrocchiale, sono state sospese, in attesa di una evoluzione favorevole della pandemia da Covid 19. Le autorità sanitarie per ora le sconsigliano.

 Abbiamo continuato a riunirci in Google Meet. Gli incontri sono stati molto interessanti.

 Ieri, 27 marzo, ci siamo riuniti per una Via Crucis, che è stata molto partecipata e di intensa spiritualità. E’ stato il 16° incontro in videoconferenza.

 In aprile ci riuniremo sabato  10 e  24 per proseguire il cammino cristologico di formazione di Azione Cattolica “Da corpo a corpo”. Sabato 17 continueremo a dialogare sui temi dell’enciclica Fratelli tutti. Ogni riunione inizierà alle 16:45, ma consigliamo di accedere dalle 16:30.

 Il link e il codici di accesso dell’incontro saranno comunicati via email, con la Lettera ai soci  di aprile e con una email in prossimità dell’incontro,  Whatsapp,  e anche per posta ordinaria, con la Lettera ai soci di aprile, ai soci che non hanno ancora comunicato un indirizzo email.  

Chi desidera partecipare può comunque chiederli inviando una email a

mario.ardigo@acsanclemente.net

precisando il proprio nome, la parrocchia di appartenenza e i temi di interesse. I dati di coloro che non sono soci saranno cancellati dopo ogni riunione e dovranno essere nuovamente inviati per partecipare a quella successiva.

  C’è la proposta, quando sarà terminata l’emergenza sanitaria da Covid 19, di pubblicare in un libretto, in formato cartaceo e in ebook, la storia dell’esperienza delle riunioni in videoconferenza e i contenuti degli incontro, che sono stati sempre molto interessanti.

  Per partecipare agli incontri in Meet:

a) registratevi su Google (chi ha un telefono cellulare con il sistema operativo Android  è già registrato);

b) accedete a Google  (ad esempio dal motore di ricerca Chrome o aprendo l’app Meet)

poi

c)

cliccate sul link

o

copiate il codice di accesso nello spazio INSERISCI IL CODICE RIUNIONE della app Google Meet e poi cliccate su PARTECIPA  e seguite le istruzioni che compariranno.

  Daremo ulteriori informazioni su questo blog.

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Prova anche tu a partecipare!  Inviaci un tuo indirizzo email per poter rimanere in contatto più facilmente con il gruppo! Non darla vita al virus!

 

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 Si fa festa incontrandosi, ma la raccomandazione del distanziamento ce lo sconsiglia.

 I nostri incontri in Google  Meet sono feste dell’incontro tra noi e con Cristo, perché, quando si è riuniti nel suo nome, anche in quel modo, egli è presente: è scritto.

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The meetings of the AC San Clemente group in the presence, in the red room of the parish seat, have been suspended, pending a favorable evolution of the pandemic from Covid 19. The health authorities for now advise against them.

 We continued to reunite in Google Meet. The meetings were very interesting.

 Yesterday, March 27, we gathered for a Via Crucis, which was very participatory and of intense spirituality. It was the 16th videoconference meeting.

 In April we will meet on Saturday 10 and 24 to continue the Christological path of formation of Catholic Action "From body to body". On Saturday 17 we will continue to talk about the themes of the encyclical Fratelli tutti. Each meeting will start at 4:45 pm, but we recommend joining from 4:30 pm.

 The link and access codes of the meeting will be communicated via email, with the Letter to the members of April and with an email near the meeting, Whatsapp, and also by ordinary mail, with the Letter to the members of April, to the members who have not yet communicated an email address.

Anyone wishing to participate can still ask for them by sending an email to

mario.ardigo@acsanclemente.net

specifying their name, the parish they belong to and the topics of interest. The data of non-members will be deleted after each meeting and will have to be sent again to attend the next one.

  There is the proposal, when the health emergency from Covid 19 is over, to publish in a booklet, in paper format and in ebook, the history of the experience of the videoconference meetings and the contents of the meetings, which have always been very interesting .

  To join meetings in Meet:

a) register on Google (who has a mobile phone with the Android operating system is already registered);

b) log into Google (for example from the Chrome search engine or by opening the Meet app)

then

c)

click on the link

or

 

copy the access code in the space ENTER THE MEETING CODE of the Google Meet app and then click on JOIN and follow the instructions that will appear.

  We will give more information on this blog.

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Try to participate too! Send us your email address to be able to keep in touch more easily with the group! Don't give the virus life!

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We celebrate by meeting, but the recommendation of the spacing advises us against it.

  Our meetings in Google Meet are celebrations of the encounter between us and with Christ, because, when we are gathered in his name, even in that way, he is present: it is written.  

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 RACCOMANDIAMO DI OSSERVARE LE PRESCRIZIONI DELL’AUTORITA’ SANITARIA:

1) indossare la maschera facciale anche all’aperto, coprendo anche il naso;

2) mantenere una distanza non inferiori a m 2 dagli altri;

3) evitare gli assembramenti di persone, anche al momento di ricevere la Comunione.

4) ricevere la Comunione sulla mano, aspettando che il sacerdote vi posi l’ostia consacrata, senza cercare di afferrarla prima.

 

 

 WE RECOMMEND TO FOLLOW THE REQUIREMENTS OF THE HEALTH AUTHORITY:

1) wearing the face mask even outdoors, also covering the nose;

2) keeping a distance of no less than m 2 from the others;

3) avoiding gatherings of people, even at the moment of receiving Communion.

4) receiving Communion on the hand, waiting for the priest to place the consecrated host there, without trying to grab it first.

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L’Azione Cattolica Italiana è un’associazione di laici nella chiesa cattolica che si impegnano liberamente per  realizzare, nella comunità cristiana e nella società civile, una specifica esperienza, ecclesiale e laicale, comunitaria e organica, popolare e democratica. (dallo Statuto)

 

Italian Catholic Action is an association of lay people in the Catholic Church who are freely committed to creating a specific ecclesial and lay, community and organic, popular and democratic experience in the Christian community and in civil society. (from the Statute)

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Note: after the Italian text there is the translation in English, done with the help of Google Translator. I tried to correct, within the limits of my knowledge of English, some inaccuracies that automatic translation still inevitably entails. I have experimented that even with these inaccuracies the translation allows us to be understood by those who speak English, in the many national versions of the world, or who use it as a second or third language. It is the function that in ancient times carried out the Greek. Trying to be understood by other peoples corresponds to an ancient vocation of the Church of Rome, which is still current. The biblical texts in English are taken from https://www.associationofcatholicpriests.ie and from other Catholic sites in English and from http://www.vatican.va/archive/ENG0839/_INDEX.HTM (The New American Bible);  the texts in english  of the documents of the Second Vatican Council, are taken from sites of Holy See.

 

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Pillole di Concilio / Council pills

 

 Dalla Dichiarazione sulla dignità umana Della dignità umana, del Concilio Vaticano 2° (1962-1965) 

From the Declaration on Human Dignity “Of Human Dignity”, of the Second Vatican Council (1962-1965)

 

3. […]La verità, però, va cercata in modo rispondente alla dignità della persona umana e alla sua natura sociale: e cioè con una ricerca condotta liberamente, con l'aiuto dell'insegnamento o dell'educazione, per mezzo dello scambio e del dialogo con cui, allo scopo di aiutarsi vicendevolmente nella ricerca, gli uni rivelano agli altri la verità che hanno scoperta o che ritengono di avere scoperta; inoltre, una volta conosciuta la verità, occorre aderirvi fermamente con assenso personale.

 

Truth, however, is to be sought after in a manner proper to the dignity of the human person and his social nature. The inquiry is to be free, carried on with the aid of teaching or instruction, communication and dialogue, in the course of which men explain to one another the truth they have discovered, or think they have discovered, in order thus to assist one another in the quest for truth. Moreover, as the truth is discovered, it is by a personal assent that men are to adhere to it.

 

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Letture bibliche della Messa -  Biblical readings of the Mass

 

Prima lettura -1st Reading

Dal libro del profeta Isaia (Is 50,4-7)

 From the book of the prophet Isaiah (Is 50: 4-7)

 

Il Signore Dio mi ha dato una lingua da discepolo,
perché io sappia indirizzare
una parola allo sfiduciato.
Ogni mattina fa attento il mio orecchio
perché io ascolti come i discepoli.
Il Signore Dio mi ha aperto l'orecchio
e io non ho opposto resistenza,
non mi sono tirato indietro.
Ho presentato il mio dorso ai flagellatori,
le mie guance a coloro che mi strappavano la barba;
non ho sottratto la faccia
agli insulti e agli sputi.
Il Signore Dio mi assiste,
per questo non resto svergognato,
per questo rendo la mia faccia dura come pietra,
sapendo di non restare confuso.

 

The Lord God has given me the tongue of a teacher, that I may know how to sustain the weary with a word. Morning by morning he wakens, wakens my ear to listen as those who are taught. The Lord God has opened my ear, and I was not rebellious, I did not turn backward. I gave my back to those who struck me, and my cheeks to those who pulled out the beard; I did not hide my face from insult and spitting. The Lord God helps me; therefore I have not been disgraced; therefore I have set my face like flint, and I know that I shall not be put to shame.

 

 

Salmo responsoriale

dal  salmo  21

Responsorial psalm

From psalm  21

 

Ritornello / Response:

Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?

My God, my God, why have you forsaken me?

 

Si fanno beffe di me quelli che mi vedono,
storcono le labbra, scuotono il capo:
«Si rivolga al Signore; lui lo liberi,
lo porti in salvo, se davvero lo ama!». 

Un branco di cani mi circonda,
mi accerchia una banda di malfattori;
hanno scavato le mie mani e i miei piedi.
Posso contare tutte le mie ossa. 

Si dividono le mie vesti,
sulla mia tunica gettano la sorte.
Ma tu, Signore, non stare lontano,
mia forza, vieni presto in mio aiuto. 

Annuncerò il tuo nome ai miei fratelli,
ti loderò in mezzo all'assemblea.
Lodate il Signore, voi suoi fedeli,
gli dia gloria tutta la discendenza di Giacobbe,
lo tema tutta la discendenza d'Israele. 

ll who see me scoff at me;
they mock me with parted lips, they wag their heads:
He relied on the Lord; let him deliver him,
let him rescue him, if he loves him.

Indeed, many dogs surround me,
a pack of evildoers closes in upon me;
they have pierced my hands and my feet;
I can count all my bones.

They divide my garments among them,
and for my vesture they cast lots.
But you, O Lord, be not far from me;
O my help, hasten to aid me.

I will proclaim your name to my brethren;
in the midst of the assembly I will praise you:
You who fear the Lord, praise him;
all you descendants of Jacob, give glory to him;
revere him, all you descendants of Israel!

 

 

 

Seconda lettura / Second reading

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippesi (Fil 2,6-11)

From the letter of St. Paul to the Philippians (Phil 2: 6-11)

 


Cristo Gesù, pur essendo nella condizione di Dio,
non ritenne un privilegio
l’essere come Dio,
ma svuotò se stesso
assumendo una condizione di servo,
diventando simile agli uomini.
Dall’aspetto riconosciuto come uomo,
umiliò se stesso
facendosi obbediente fino alla morte
e a una morte di croce.
Per questo Dio lo esaltò
e gli donò il nome
che è al di sopra di ogni nome,
perché nel nome di Gesù
ogni ginocchio si pieghi
nei cieli, sulla terra e sotto terra,
e ogni lingua proclami:
«Gesù Cristo è Signore!»,
a gloria di Dio Padre.

 

Have among yourselves the same attitude that is also yours in Christ Jesus, 

6

Who, though he was in the form of God, did not regard equality with God something to be grasped. 

7

Rather, he emptied himself, taking the form of a slave, coming in human likeness;  and found human in appearance,

8

he humbled himself, becoming obedient to death, even death on a cross. 

9

Because of this, God greatly exalted him and bestowed on him the name that is above every name,

10

that at the name of Jesus every knee should bend,  of those in heaven and on earth and under the earth,

11

and every tongue confess that Jesus Christ is Lord, to the glory of God the Father.

 

 

 

Acclamazione al Vangelo

Acclamation to the Gospel

 

 

Alleluia, alleluia.

 

Per noi Cristo si è fatto obbediente
fino alla morte e a una morte di croce.
Per questo Dio lo esaltò e gli donò il nome
che è al di sopra di ogni nome.
(Fil 2,8-9)

 

For us Christ became obedient

until death and death on the cross.

For this God exalted him and gave him the name

which is above any name. (Phil 2: 8-9)

 

Alleluia.

 

Vangelo - Gospel

Passione di nostro Signore Gesù Cristo secondo Marco (Mc 14,1-15,47)

Passion of our Lord Jesus Christ according to Mark (Mk 14:1-15:47)


 - Cercavano il modo di impadronirsi di lui per ucciderlo
Mancavano due giorni alla Pasqua e agli Àzzimi, e i capi dei sacerdoti e gli scribi cercavano il modo di catturare Gesù con un inganno per farlo morire. Dicevano infatti: «Non durante la festa, perché non vi sia una rivolta del popolo».

- Ha unto in anticipo il mio corpo per la sepoltura
 Gesù si trovava a Betània, nella casa di Simone il lebbroso. Mentre era a tavola, giunse una donna che aveva un vaso di alabastro, pieno di profumo di puro nardo, di grande valore. Ella ruppe il vaso di alabastro e versò il profumo sul suo capo. Ci furono alcuni, fra loro, che si indignarono: «Perché questo spreco di profumo? Si poteva venderlo per più di trecento denari e darli ai poveri!». Ed erano infuriati contro di lei.
Allora Gesù disse: «Lasciatela stare; perché la infastidite? Ha compiuto un'azione buona verso di me. I poveri infatti li avete sempre con voi e potete far loro del bene quando volete, ma non sempre avete me. Ella ha fatto ciò che era in suo potere, ha unto in anticipo il mio corpo per la sepoltura. In verità io vi dico: dovunque sarà proclamato il Vangelo, per il mondo intero, in ricordo di lei si dirà anche quello che ha fatto».

- Promisero a Giuda Iscariota di dargli denaro
 Allora Giuda Iscariota, uno dei Dodici, si recò dai capi dei sacerdoti per consegnare loro Gesù. Quelli, all'udirlo, si rallegrarono e promisero di dargli del denaro. Ed egli cercava come consegnarlo al momento opportuno.

- Dov'è la mia stanza, in cui io possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli?

   primo giorno degli Àzzimi, quando si immolava la Pasqua, i suoi discepoli gli dissero: «Dove vuoi che andiamo a preparare, perché tu possa mangiare la Pasqua?». Allora mandò due dei suoi discepoli, dicendo loro: «Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una brocca d'acqua; seguitelo. Là dove entrerà, dite al padrone di casa: "Il Maestro dice: Dov'è la mia stanza, in cui io possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli?". Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala, arredata e già pronta; lì preparate la cena per noi». I discepoli andarono e, entrati in città, trovarono come aveva detto loro e prepararono la Pasqua.

- Uno di voi, colui che mangia con me, mi tradirà
  nuta la sera, egli arrivò con i Dodici. Ora, mentre erano a tavola e mangiavano, Gesù disse: «In verità io vi dico: uno di voi, colui che mangia con me, mi tradirà». Cominciarono a rattristarsi e a dirgli, uno dopo l'altro: «Sono forse io?». Egli disse loro: «Uno dei Dodici, colui che mette con me la mano nel piatto. Il Figlio dell'uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell'uomo, dal quale il Figlio dell'uomo viene tradito! Meglio per quell'uomo se non fosse mai nato!».

- Questo è il mio corpo. Questo è il mio sangue dell'alleanza
E, mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo». Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse loro: «Questo è il mio sangue dell'alleanza, che è versato per molti. In verità io vi dico che non berrò mai più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo, nel regno di Dio».

- Prima che due volte il gallo canti, tre volte mi rinnegherai
Dopo aver cantato l'inno, uscirono verso il monte degli Ulivi. Gesù disse loro: «Tutti rimarrete scandalizzati, perché sta scritto:
"Percuoterò il pastore e le pecore saranno disperse".
Ma, dopo che sarò risorto, vi precederò in Galilea». Pietro gli disse: «Anche se tutti si scandalizzeranno, io no!». Gesù gli disse: «In verità io ti dico: proprio tu, oggi, questa notte, prima che due volte il gallo canti, tre volte mi rinnegherai». Ma egli, con grande insistenza, diceva: «Anche se dovessi morire con te, io non ti rinnegherò». Lo stesso dicevano pure tutti gli altri.

- Cominciò a sentire paura e angoscia
Giunsero a un podere chiamato Getsèmani, ed egli disse ai suoi discepoli: «Sedetevi qui, mentre io prego». Prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e cominciò a sentire paura e angoscia. Disse loro: «La mia anima è triste fino alla morte. Restate qui e vegliate». Poi, andato un po' innanzi, cadde a terra e pregava che, se fosse possibile, passasse via da lui quell'ora. E diceva: «Abbà! Padre! Tutto è possibile a te: allontana da me questo calice! Però non ciò che voglio io, ma ciò che vuoi tu». Poi venne, li trovò addormentati e disse a Pietro: «Simone, dormi? Non sei riuscito a vegliare una sola ora? Vegliate e pregate per non entrare in tentazione. Lo spirito è pronto, ma la carne è debole». Si allontanò di nuovo e pregò dicendo le stesse parole. Poi venne di nuovo e li trovò addormentati, perché i loro occhi si erano fatti pesanti, e non sapevano che cosa rispondergli. Venne per la terza volta e disse loro: «Dormite pure e riposatevi! Basta! È venuta l'ora: ecco, il Figlio dell'uomo viene consegnato nelle mani dei peccatori. Alzatevi, andiamo! Ecco, colui che mi tradisce è vicino».

- Arrestatelo e conducetelo via sotto buona scorta
E subito, mentre ancora egli parlava, arrivò Giuda, uno dei Dodici, e con lui una folla con spade e bastoni, mandata dai capi dei sacerdoti, dagli scribi e dagli anziani. Il traditore aveva dato loro un segno convenuto, dicendo: «Quello che bacerò, è lui; arrestatelo e conducetelo via sotto buona scorta». Appena giunto, gli si avvicinò e disse: «Rabbì» e lo baciò. Quelli gli misero le mani addosso e lo arrestarono. Uno dei presenti estrasse la spada, percosse il servo del sommo sacerdote e gli staccò l'orecchio. Allora Gesù disse loro: «Come se fossi un brigante siete venuti a prendermi con spade e bastoni. Ogni giorno ero in mezzo a voi nel tempio a insegnare, e non mi avete arrestato. Si compiano dunque le Scritture!». Allora tutti lo abbandonarono e fuggirono. Lo seguiva però un ragazzo, che aveva addosso soltanto un lenzuolo, e lo afferrarono. Ma egli, lasciato cadere il lenzuolo, fuggì via nudo.

- Sei tu il Cristo, il Figlio del Benedetto?
Condussero Gesù dal sommo sacerdote, e là si riunirono tutti i capi dei sacerdoti, gli anziani e gli scribi. Pietro lo aveva seguito da lontano, fin dentro il cortile del palazzo del sommo sacerdote, e se ne stava seduto tra i servi, scaldandosi al fuoco. I capi dei sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano una testimonianza contro Gesù per metterlo a morte, ma non la trovavano. Molti infatti testimoniavano il falso contro di lui e le loro testimonianze non erano concordi. Alcuni si alzarono a testimoniare il falso contro di lui, dicendo: «Lo abbiamo udito mentre diceva: "Io distruggerò questo tempio, fatto da mani d'uomo, e in tre giorni ne costruirò un altro, non fatto da mani d'uomo"». Ma nemmeno così la loro testimonianza era concorde. Il sommo sacerdote, alzatosi in mezzo all'assemblea, interrogò Gesù dicendo: «Non rispondi a? Che cosa testimoniano costoro contro di te?». Ma egli taceva e non rispondeva a. Di nuovo il sommo sacerdote lo interrogò dicendogli: «Sei tu il Cristo, il Figlio del Benedetto?». Gesù rispose: «Io lo sono!

E vedrete il Figlio dell'uomo

seduto alla destra della Potenza

e venire con le nubi del cielo».

Allora il sommo sacerdote, stracciandosi le vesti, disse: «Che bisogno abbiamo ancora di testimoni? Avete udito la bestemmia; che ve ne pare?». Tutti sentenziarono che era reo di morte. Alcuni si misero a sputargli addosso, a bendargli il volto, a percuoterlo e a dirgli: «Fa' il profeta!». E i servi lo schiaffeggiavano.

- Non conosco quest'uomo di cui parlate
Mentre Pietro era giù nel cortile, venne una delle giovani serve del sommo sacerdote e, vedendo Pietro che stava a scaldarsi, lo guardò in faccia e gli disse: «Anche tu eri con il Nazareno, con Gesù». Ma egli negò, dicendo: «Non so e non capisco che cosa dici». Poi uscì fuori verso l'ingresso e un gallo cantò. E la serva, vedendolo, ricominciò a dire ai presenti: «Costui è uno di loro». Ma egli di nuovo negava. Poco dopo i presenti dicevano di nuovo a Pietro: «È vero, tu certo sei uno di loro; infatti sei Galileo». Ma egli cominciò a imprecare e a giurare: «Non conosco quest’uomo di cui parlate». E subito, per la seconda volta, un gallo cantò. E Pietro si ricordò della parola che Gesù gli aveva detto: «Prima che due volte il gallo canti, tre volte mi rinnegherai». E scoppiò in pianto.

- Volete che io rimetta in libertà per voi il re dei Giudei?
E subito, al mattino, i capi dei sacerdoti, con gli anziani, gli scribi e tutto il sinedrio, dopo aver tenuto consiglio, misero in catene Gesù, lo portarono via e lo consegnarono a Pilato. Pilato gli domandò: «Tu sei il re dei Giudei? ». Ed egli rispose: «Tu lo dici». I capi dei sacerdoti lo accusavano di molte cose. Pilato lo interrogò di nuovo dicendo: «Non rispondi a? Vedi di quante cose ti accusano!». Ma Gesù non rispose più a, tanto che Pilato rimase stupito. A ogni festa, egli era solito rimettere in libertà per loro un carcerato, a loro richiesta. Un tale, chiamato Barabba, si trovava in carcere insieme ai ribelli che nella rivolta avevano commesso un omicidio. La folla, che si era radunata, cominciò a chiedere ciò che egli era solito concedere. Pilato rispose loro: «Volete che io rimetta in libertà per voi il re dei Giudei?». Sapeva infatti che i capi dei sacerdoti glielo avevano consegnato per invidia. Ma i capi dei sacerdoti incitarono la folla perché, piuttosto, egli rimettesse in libertà per loro Barabba. Pilato disse loro di nuovo: «Che cosa volete dunque che io faccia di quello che voi chiamate il re dei Giudei?». Ed essi di nuovo gridarono: «Crocifiggilo!». Pilato diceva loro: «Che male ha fatto?». Ma essi gridarono più forte: «Crocifiggilo!». Pilato, volendo dare soddisfazione alla folla, rimise in libertà per loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso.

- Intrecciarono una corona di spine e gliela misero attorno al capo
Allora i soldati lo condussero dentro il cortile, cioè nel pretorio, e convocarono tutta la truppa. Lo vestirono di porpora, intrecciarono una corona di spine e gliela misero attorno al capo. Poi presero a salutarlo: «Salve, re dei Giudei!». E gli percuotevano il capo con una canna, gli sputavano addosso e, piegando le ginocchia, si prostravano davanti a lui. Dopo essersi fatti beffe di lui, lo spogliarono della porpora e gli fecero indossare le sue vesti, poi lo condussero fuori per crocifiggerlo.

- Condussero Gesù al luogo del Gòlgota
Costrinsero a portare la sua croce un tale che passava, un certo Simone di Cirene, che veniva dalla campagna, padre di Alessandro e di Rufo. Condussero Gesù al luogo del Gòlgota, che significa «Luogo del cranio», e gli davano vino mescolato con mirra, ma egli non ne prese.

- Con lui crocifissero anche due ladroni
Poi lo crocifissero e si divisero le sue vesti, tirando a sorte su di esse ciò che ognuno avrebbe preso. Erano le nove del mattino quando lo crocifissero. La scritta con il motivo della sua condanna diceva: «Il re dei Giudei». Con lui crocifissero anche due ladroni, uno a destra e uno alla sua sinistra.

- Ha salvato altri e non può salvare se stesso!
Quelli che passavano di là lo insultavano, scuotendo il capo e dicendo: «Ehi, tu che distruggi il tempio e lo ricostruisci in tre giorni, salva te stesso scendendo dalla croce!». Così anche i capi dei sacerdoti, con gli scribi, fra loro si facevano beffe di lui e dicevano: «Ha salvato altri e non può salvare se stesso! Il Cristo, il re d’Israele, scenda ora dalla croce, perché vediamo e crediamo!». E anche quelli che erano stati crocifissi con lui lo insultavano.

- Gesù, dando un forte grido, spirò
Quando fu mezzogiorno, si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio. Alle tre, Gesù gridò a gran voce: «Eloì, Eloì, lemà sabactàni?», che significa: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?». Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: «Ecco, chiama Elia!». Uno corse a inzuppare di aceto una spugna, la fissò su una canna e gli dava da bere, dicendo: «Aspettate, vediamo se viene Elia a farlo scendere». Ma Gesù, dando un forte grido, spirò.

Qui ci si genuflette e si fa una breve pausa.

 Il velo del tempio si squarciò in due, da cima a fondo. Il centurione, che si trovava di fronte a lui, avendolo visto spirare in quel modo, disse: «Davvero quest'uomo era Figlio di Dio!».
 Vi erano anche alcune donne, che osservavano da lontano, tra le quali Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo il minore e di Ioses, e Salome, le quali, quando era in Galilea, lo seguivano e lo servivano, e molte altre che erano salite con lui a Gerusalemme.

- Giuseppe fece rotolare una pietra all’entrata del sepolcro
Venuta ormai la sera, poiché era la Parasceve, cioè la vigilia del sabato, Giuseppe d’Arimatea, membro autorevole del sinedrio, che aspettava anch’egli il regno di Dio, con coraggio andò da Pilato e chiese il corpo di Gesù. Pilato si meravigliò che fosse già morto e, chiamato il centurione, gli domandò se era morto da tempo. Informato dal centurione, concesse la salma a Giuseppe. Egli allora, comprato un lenzuolo, lo depose dalla croce, lo avvolse con il lenzuolo e lo mise in un sepolcro scavato nella roccia. Poi fece rotolare una pietra all’entrata del sepolcro. Maria di Màgdala e Maria madre di Ioses stavano a osservare dove veniva posto.

 

 

Chapter 14

1

The Passover and the Feast of Unleavened Bread were to take place in two days' time. So the chief priests and the scribes were seeking a way to arrest him by treachery and put him to death.

2

They said, "Not during the festival, for fear that there may be a riot among the people."

3

 When he was in Bethany reclining at table in the house of Simon the leper, a woman came with an alabaster jar of perfumed oil, costly genuine spikenard. She broke the alabaster jar and poured it on his head.

4

There were some who were indignant. "Why has there been this waste of perfumed oil?

5

It could have been sold for more than three hundred days' wages and the money given to the poor." They were infuriated with her.

6

Jesus said, "Let her alone. Why do you make trouble for her? She has done a good thing for me.

7

The poor you will always have with you, and whenever you wish you can do good to them, but you will not always have me.

8

She has done what she could. She has anticipated anointing my body for burial.

9

Amen, I say to you, wherever the gospel is proclaimed to the whole world, what she has done will be told in memory of her."

10

Then Judas Iscariot, one of the Twelve, went off to the chief priests to hand him over to them.

11

When they heard him they were pleased and promised to pay him money. Then he looked for an opportunity to hand him over.

12

On the first day of the Feast of Unleavened Bread, when they sacrificed the Passover lamb,  his disciples said to him, "Where do you want us to go and prepare for you to eat the Passover?"

13

He sent two of his disciples and said to them, "Go into the city and a man will meet you, carrying a jar of water.  Follow him.

14

Wherever he enters, say to the master of the house, 'The Teacher says, "Where is my guest room where I may eat the Passover with my disciples?"'

15

Then he will show you a large upper room furnished and ready. Make the preparations for us there."

16

The disciples then went off, entered the city, and found it just as he had told them; and they prepared the Passover.

17

When it was evening, he came with the Twelve.

18

 And as they reclined at table and were eating, Jesus said, "Amen, I say to you, one of you will betray me, one who is eating with me."

19

They began to be distressed and to say to him, one by one, "Surely it is not I?"

20

He said to them, "One of the Twelve, the one who dips with me into the dish.

21

For the Son of Man indeed goes, as it is written of him, 6 but woe to that man by whom the Son of Man is betrayed. It would be better for that man if he had never been born."

22

While they were eating, he took bread, said the blessing, broke it, and gave it to them, and said, "Take it; this is my body."

23

Then he took a cup, gave thanks, and gave it to them, and they all drank from it.

24

He said to them, "This is my blood of the covenant, which will be shed  for many.

25

Amen, I say to you, I shall not drink again the fruit of the vine until the day when I drink it new in the kingdom of God."

26

Then, after singing a hymn,  they went out to the Mount of Olives.

27

 Then Jesus said to them, "All of you will have your faith shaken, for it is written: 'I will strike the shepherd, and the sheep will be dispersed.'

28

But after I have been raised up, I shall go before you to Galilee."

29

Peter said to him, "Even though all should have their faith shaken, mine will not be."

30

Then Jesus said to him, "Amen, I say to you, this very night before the cock crows twice you will deny me three times."

31

But he vehemently replied, "Even though I should have to die with you, I will not deny you." And they all spoke similarly.

32

Then they came to a place named Gethsemane, and he said to his disciples, "Sit here while I pray."

33

He took with him Peter, James, and John, and began to be troubled and distressed.

34

Then he said to them, "My soul is sorrowful even to death. Remain here and keep watch."

35

He advanced a little and fell to the ground and prayed that if it were possible the hour might pass by him;

36

he said, "Abba, Father,  all things are possible to you. Take this cup away from me, but not what I will but what you will."

37

When he returned he found them asleep. He said to Peter, "Simon, are you asleep? Could you not keep watch for one hour?

38

 Watch and pray that you may not undergo the test. The spirit is willing but the flesh is weak."

39

Withdrawing again, he prayed, saying the same thing.

40

Then he returned once more and found them asleep, for they could not keep their eyes open and did not know what to answer him.

41

He returned a third time and said to them, "Are you still sleeping and taking your rest? It is enough. The hour has come. Behold, the Son of Man is to be handed over to sinners.

42

Get up, let us go. See, my betrayer is at hand."

43

Then, while he was still speaking, Judas, one of the Twelve, arrived, accompanied by a crowd with swords and clubs who had come from the chief priests, the scribes, and the elders.

44

His betrayer had arranged a signal with them, saying, "The man I shall kiss is the one; arrest him and lead him away securely."

45

He came and immediately went over to him and said, "Rabbi." And he kissed him.

46

At this they laid hands on him and arrested him.

47

One of the bystanders drew his sword, struck the high priest's servant, and cut off his ear.

48

Jesus said to them in reply, "Have you come out as against a robber, with swords and clubs, to seize me?

49

Day after day I was with you teaching in the temple area, yet you did not arrest me; but that the scriptures may be fulfilled."

50

And they all left him and fled.

51

Now a young man followed him wearing nothing but a linen cloth about his body. They seized him,

52

but he left the cloth behind and ran off naked.

53

They led Jesus away to the high priest, and all the chief priests and the elders and the scribes came together.

54

Peter followed him at a distance into the high priest's courtyard and was seated with the guards, warming himself at the fire.

55

The chief priests and the entire Sanhedrin kept trying to obtain testimony against Jesus in order to put him to death, but they found none.

56

Many gave false witness against him, but their testimony did not agree.

57

 Some took the stand and testified falsely against him, alleging,

58

"We heard him say, 'I will destroy this temple made with hands and within three days I will build another not made with hands.'"

59

Even so their testimony did not agree.

60

The high priest rose before the assembly and questioned Jesus, saying, "Have you no answer? What are these men testifying against you?"

61

 But he was silent and answered nothing. Again the high priest asked him and said to him, "Are you the Messiah, the son of the Blessed One?"

62

Then Jesus answered, "I am; and 'you will see the Son of Man seated at the right hand of the Power and coming with the clouds of heaven.'"

63

At that the high priest tore his garments and said, "What further need have we of witnesses?

64

You have heard the blasphemy. What do you think?" They all condemned him as deserving to die.

65

Some began to spit on him. They blindfolded him and struck him and said to him, "Prophesy!" And the guards greeted him with blows.

66

While Peter was below in the courtyard, one of the high priest's maids came along.

67

Seeing Peter warming himself, she looked intently at him and said, "You too were with the Nazarene, Jesus."

68

 But he denied it saying, "I neither know nor understand what you are talking about." So he went out into the outer court. [Then the cock crowed.]

69

The maid saw him and began again to say to the bystanders, "This man is one of them."

70

Once again he denied it. A little later the bystanders said to Peter once more, "Surely you are one of them; for you too are a Galilean."

71

He began to curse and to swear, "I do not know this man about whom you are talking."

72

And immediately a cock crowed a second time. Then Peter remembered the word that Jesus had said to him, "Before the cock crows twice you will deny me three times." He broke down and wept.

Chapter 15

1

As soon as morning came, the chief priests with the elders and the scribes, that is, the whole Sanhedrin, held a council.  They bound Jesus, led him away, and handed him over to Pilate.

2

Pilate questioned him, "Are you the king of the Jews?"  He said to him in reply, "You say so."

3

The chief priests accused him of many things.

4

Again Pilate questioned him, "Have you no answer? See how many things they accuse you of."

5

Jesus gave him no further answer, so that Pilate was amazed.

6

 Now on the occasion of the feast he used to release to them one prisoner whom they requested.

7

A man called Barabbas was then in prison along with the rebels who had committed murder in a rebellion.

8

The crowd came forward and began to ask him to do for them as he was accustomed.

9

Pilate answered, "Do you want me to release to you the king of the Jews?"

10

For he knew that it was out of envy that the chief priests had handed him over.

11

But the chief priests stirred up the crowd to have him release Barabbas for them instead.

12

Pilate again said to them in reply, "Then what (do you want) me to do with (the man you call) the king of the Jews?"

13

 They shouted again, "Crucify him."

14

Pilate said to them, "Why? What evil has he done?" They only shouted the louder, "Crucify him."

15

 So Pilate, wishing to satisfy the crowd, released Barabbas to them and, after he had Jesus scourged, handed him over to be crucified.

16

The soldiers led him away inside the palace, that is, the praetorium, and assembled the whole cohort.

17

They clothed him in purple and, weaving a crown of thorns, placed it on him.

18

They began to salute him with, "Hail, King of the Jews!"

19

and kept striking his head with a reed and spitting upon him. They knelt before him in homage.

20

And when they had mocked him, they stripped him of the purple cloak, dressed him in his own clothes, and led him out to crucify him.

21

They pressed into service a passer-by, Simon, a Cyrenian,  who was coming in from the country, the father of Alexander and Rufus, to carry his cross.

22

They brought him to the place of Golgotha (which is translated Place of the Skull).

23

They gave him wine drugged with myrrh, but he did not take it.

24

Then they crucified him and divided his garments by casting lots for them to see what each should take.

25

It was nine o'clock in the morning  when they crucified him.

26

 The inscription of the charge against him read, "The King of the Jews."

27

With him they crucified two revolutionaries, one on his right and one on his left.

28

 And the scripture was fulfilled that says, "And he was counted among the wicked,' 

29

Those passing by reviled him, shaking their heads and saying, "Aha! You who would destroy the temple and rebuild it in three days,

30

save yourself by coming down from the cross."

31

Likewise the chief priests, with the scribes, mocked him among themselves and said, "He saved others; he cannot save himself.

32

Let the Messiah, the King of Israel, come down now from the cross that we may see and believe." Those who were crucified with him also kept abusing him.

33

At noon darkness came over the whole land until three in the afternoon.

34

And at three o'clock Jesus cried out in a loud voice, "Eloi, Eloi, lema sabachthani?"  which is translated, "My God, my God, why have you forsaken me?"

35

 Some of the bystanders who heard it said, "Look, he is calling Elijah."

36

One of them ran, soaked a sponge with wine, put it on a reed, and gave it to him to drink, saying, "Wait, let us see if Elijah comes to take him down."

37

Jesus gave a loud cry and breathed his last.

38

 The veil of the sanctuary was torn in two from top to bottom.

39

When the centurion who stood facing him saw how he breathed his last he said, "Truly this man was the Son of God!"

40

 There were also women looking on from a distance. Among them were Mary Magdalene, Mary the mother of the younger James and of Joses, and Salome.

41

These women had followed him when he was in Galilee and ministered to him. There were also many other women who had come up with him to Jerusalem.

42

When it was already evening, since it was the day of preparation, the day before the sabbath,

43

Joseph of Arimathea,  a distinguished member of the council, who was himself awaiting the kingdom of God, came and courageously went to Pilate and asked for the body of Jesus.

44

Pilate was amazed that he was already dead. He summoned the centurion and asked him if Jesus had already died.

45

And when he learned of it from the centurion, he gave the body to Joseph.

46

Having bought a linen cloth, he took him down, wrapped him in the linen cloth and laid him in a tomb that had been hewn out of the rock. Then he rolled a stone against the entrance to the tomb.

47

Mary Magdalene and Mary the mother of Joses watched where he was laid.

 

 

 

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Sintesi dell’omelia svolta durante la Messa celebrata in parrocchia alle nove

Summary of the homily given during the Mass celebrated in the parish at nine o’clock

 

  Con la Domenica delle Palme inizia il tempo liturgico di Pasqua.

  Introduce al Triduo pasquale, la prossima settimane. Esso celebra gli eventi da cui sono scaturiti i sacramenti.

  Cristo ha vinto la morte, per noi. In Cristo noi siamo vincitori. La morte è vinta perché Dio ci ama e ha  inviato il suo Figlio per la nostra salvezza.

  Nelle difficoltà, non dobbiamo sentirci abbandonati. Dio, infatti, ci accompagna ed è sempre vicino a noi. 

 

The liturgical season of Easter begins with Palm Sunday.

   It introduces to the Easter Triduum, the next week. It celebrates the events from which the sacraments arose.

   Christ conquered death for us. In Christ we are victors. Death is overcome because God loves us and sent his Son for our salvation.

   In difficulties, we must not feel abandoned. In fact, God accompanies us and is always close to us.

 

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Avvisi del parroco / Notices from the parson

-  E’ iniziato il Tempo di Pasqua;

- giovedì 1 aprile, Giovedì santo,  la messa in Coena Domini sarà celebrata alle 19. Seguirà un veglia fino alle ore 21:30;

- venerdì 2 aprile, Venerdì santo,  la celebrazione della Passione del Signore avrà inizio alle ore 15:00; seguirà l’adorazione delle Croce;

- sabato 3 aprile, Sabato santo,   la Veglia Pasquale inizierà alle ore 19:00 e terminerà entro le 21:30, per rispettare le prescrizioni dell’autorità sanitaria in materia di prevenzione del contagio virale da SARS-COV-2.




Notices from the parson

- The Eastertide has begun;

- Thursday 1 April, Holy Thursday, the Mass in Coena Domini will be celebrated at 7 pm. A vigil will follow until 9.30 pm;

- Friday 2 April, Good Friday, the celebration of the Lord's Passion will begin at 15:00; the adoration of the Cross will follow;

- Saturday, April 3, Holy Saturday, the Easter Vigil will begin at 19:00 and will end by 21:30, to comply with the requirements of the health authority regarding the prevention of viral infection from SARS-COV-2.

 

Avvisi di Azione Cattolica: /  Catholic Action Notices:

 

Abbiamo continuato a riunirci in Google Meet. Gli incontri sono stati molto interessanti.

 Ieri, 27 marzo, ci siamo riuniti per una Via Crucis, che è stata molto partecipata e di intensa spiritualità. E’ stato il 16° incontro in videoconferenza.

 In aprile ci riuniremo sabato  10 e  24 per proseguire il cammino cristologico di formazione di Azione Cattolica “Da corpo a corpo”. Sabato 17 continueremo a dialogare sui temi dell’enciclica Fratelli tutti. Ogni riunione inizierà alle 16:45, ma consigliamo di accedere dalle 16:30.

 Il link e il codici di accesso dell’incontro saranno comunicati via email, con la Lettera ai soci  di aprile e con una email in prossimità dell’incontro,  Whatsapp,  e anche per posta ordinaria, con la Lettera ai soci di aprile, ai soci che non hanno ancora comunicato un indirizzo email.  

Chi desidera partecipare può comunque chiederli inviando una email a

mario.ardigo@acsanclemente.net

precisando il proprio nome, la parrocchia di appartenenza e i temi di interesse. I dati di coloro che non sono soci saranno cancellati dopo ogni riunione e dovranno essere nuovamente inviati per partecipare a quella successiva.

  C’è la proposta, quando sarà terminata l’emergenza sanitaria da Covid 19, di pubblicare in un libretto, in formato cartaceo e in ebook, la storia dell’esperienza delle riunioni in videoconferenza e i contenuti degli incontro, che sono stati sempre molto interessanti.

  Per partecipare agli incontri in Meet:

a) registratevi su Google (chi ha un telefono cellulare con il sistema operativo Android  è già registrato);

b) accedete a Google  (ad esempio dal motore di ricerca Chrome o aprendo l’app Meet)

poi

c)

cliccate sul link

o

copiate il codice di accesso nello spazio INSERISCI IL CODICE RIUNIONE della app Google Meet e poi cliccate su PARTECIPA  e seguite le istruzioni che compariranno.

  Daremo ulteriori informazioni su questo blog.

 

  We continued to reunite in Google Meet. The meetings were very interesting.

 Yesterday, March 27, we gathered for a Via Crucis, which was very participatory and of intense spirituality. It was the 16th videoconference meeting.

 In April we will meet on Saturday 10 and 24 to continue the Christological path of formation of Catholic Action "From body to body". On Saturday 17 we will continue to talk about the themes of the encyclical Fratelli tutti. Each meeting will start at 4:45 pm, but we recommend joining from 4:30 pm.

 The link and access codes of the meeting will be communicated via email, with the Letter to the members of April and with an email near the meeting, Whatsapp, and also by ordinary mail, with the Letter to the members of April, to the members who have not yet communicated an email address.

Anyone wishing to participate can still ask for them by sending an email to

mario.ardigo@acsanclemente.net

specifying their name, the parish they belong to and the topics of interest. The data of non-members will be deleted after each meeting and will have to be sent again to attend the next one.

  There is the proposal, when the health emergency from Covid 19 is over, to publish in a booklet, in paper format and in ebook, the history of the experience of the videoconference meetings and the contents of the meetings, which have always been very interesting .

  To join meetings in Meet:

a) register on Google (who has a mobile phone with the Android operating system is already registered);

b) log into Google (for example from the Chrome search engine or by opening the Meet app)

then

c)

click on the link

or

 

copy the access code in the space ENTER THE MEETING CODE of the Google Meet app and then click on JOIN and follow the instructions that will appear.

  We will give more information on this blog.

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