Sollevare
1. Da sabato prossimo, 13 febbraio,
affronteremo la quarta tappa del percorso formativo Da corpo a corpo dell’Azione
cattolica, caratterizzata dal verbo Sollevare
e dal motto In ricerca di una verità che ci è data.
Viene proposta la lettura di due libri:
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Mauro
Magatti – Chiara Giaccardi, La scommessa cattolica, Il Mulino
2019, €14,25 (in e-book €10,99);
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Michele Serra, Gli sdraiati, Feltrinelli
2015, €7,12 (€4,99 in ebook).
Il secondo, dalle recensioni che ne ho letto, fa sarcasmo
sui giovani d’oggi e perciò non mi interessa.
Il primo invece l’ho letto e ve ne riferirò da oggi.
E’ scritto da due sociologi.
“C’è ancora un nesso tra il
destino delle nostre società e il cristianesimo?”, si chiedono gli autori.
Di solito affrontiamo il problema, nella visuale del clero, chiedendoci
se ci sarà ancora posto per la nostra Chiesa, la Chiesa cattolica romana, nelle
nostre società.
Nel libro, in fondo, si condivide questa impostazione. Infatti inizia
con queste affermazioni:
«Duemila anni di
storia, un miliardo e trecento milioni di fedeli in continua crescita grazie
alla spinta demografica dei paesi del Sud del mondo. Da un certo punto di vista
la Chiesa cattolica gode di un’ottima salute. Eppure, dietro la facciata
rassicurante dei numeri, si odono scricchiolii allarmanti che non possono
essere sottovalutati. Crollo della partecipazione nelle società più avanzate; difficoltà particolarmente
forti tra i giovani e i ceti più istruiti; sensibile riduzione delle vocazioni.
Sintomi eloquenti ai quali si aggiunge la perdita di reputazione casata dagli
scandali finanziari e dagli abusi sessuali.
La Chiesa cattolica
romana è sì un’organizzazione solida e ancora autorevole, ma al di là degli
sprazzi di vitalità che mantiene, specie nelle periferie del mondo, appare
invecchiata, impacciata, irrigidita, soprattutto in Europa. Nel continente,
cioè, in cui non solo essa è prosperata per molti secoli, ma dove ha sede la
cattedra del successore di Pietro.»
Nelle statistiche sulle religioni del mondo, di solito ci si
basa sull’inculturazione di una fede in una società e, quindi, da questo punto
di vista, gli italiani sono computati più o meno tutti tra i cattolici, e così si arriva
ad una Chiesa cattolica di un miliardo e trecento milioni. Dal punto di vista
spirituale la realtà è diversa. In Europa il distacco dalla fede cristiana è
molto sensibile, a prescindere dai riferimenti culturali che ancora vi sono, ad
esempio nelle legislazioni, e non
significa solo allontanamento da una Chiesa, ma da un’antropologia cristiana,
da un modo di essere umani secondo il vangelo.
Le Chiese cristiane sono sempre state percorse
da scandali, il più grave dei quali è stato l’impiego della violenza politica, in certi casi stragista, per
difenderne il dominio. Ma rimaneva nelle società da loro pervase
quell’antropologia, centrata ad esempio sulla parabola del Buon Samaritano, di recente posta a base dell’enciclica Fratelli tutti del papa Francesco. Essa, in un certo senso,
precede l’evangelizzazione delle persone, anche se ne è stata storicamente determinata.
E’ essa che è stata posta in questione fin dall’epoca dell’affermarsi del
cosiddetto darwinismo sociale, basato
su un’indebita estensione nella sociologia del criterio di evoluzione per
selezione naturale delle specie viventi: del darwinismo sociale è uno sviluppo l’ideologia del liberismo
economico. L’ideologia secondo la quale chi, nel conflitto sociale, prevale è
per ciò solo il migliore, degno di sopravvivere e perpetuarsi, al contrario di
chi perde ed è sottomesso o addirittura sterminato. E’ questo, non l’indifferentismo, secondo il quale
religione o non religione fa lo stesso,
ciò che minaccia il cristianesimo, e naturalmente anche le Chiese cristiane nei
limiti in cui si sono mantenute cristiane, quindi propongono l’antropologia del
Buon Samaritano.
C’è un senso di scoramento che serpeggia, più che tra i
fedeli, nel clero e ancor più nell’episcopato. Non basta più la manutenzione
dell’ordinario, il fare come sempre si è fatto.
Strutture ecclesiali burocratizzate e gerarchiche, linguaggio obsoleto. Liturgie
verbose e stanche, piene di parole lontane e impermeabili alla via. Ci si
esprime come quando la fede era un’evidenza
sociale, quindi ai tempi in cui c’era una pressione politica per costringere la
gente a manifestarsi obbedienti alla
gerarchia religiosa.
Ma, sostengono gli autori del libro, per una
grande religione la questione non è mai prima di tutto organizzativa, né solo
comunicativa, anche se questi aspetti sono importanti. E’ a questo punto che
vogliono concentrarsi sulla domanda di fondo: c’è ancora spazio per la “buona novella” cristiana nel mondo di oggi?
2. Questo mese
invieremo la Lettera mensile ai soci
il 15, inserendovi link e codice dell’incontro in Google Meet di sabato 20, sui
temi dell’enciclica Fratelli tutti, e i resoconti delle riunioni del 23 e 30
gennaio. Lunedì prossimo 8 febbraio invieremo, anche per posta ordinaria per i
soci che non hanno ancora comunicato un indirizzo email, l’invito all’incontro
del 13 febbraio, sulla quarta tappa del percorso formativo di AC Da corpo a corpo con il resoconto dell’incontro
del 16 gennaio. In esso c’è, scritto bello grosso, il codice di accesso alla
riunione del 13. La versione che invieremo per email e Whatsapp ha anche il
link che può essere attivato cliccandoci sopra o facendovi sopra tap, negli
schermi che funziona con il tocco.
Ecco come viene descritta la tappa Sollevare:
Gesù solleva Giairo e la donna emorroissa in
diversi modi: con i gesti della cura, contagiando con la sua potenza salvifica,
affidando la ragazza risvegliata e la
donna risanata alla comunità. Sollevare
diventa stile della vita adulta: quando, riconoscendo i propri limiti, sa chiedere aiuto come Giairo; quando accoglie il contatto con
Gesù come via di salvezza, sull’esempio dell’emorroissa; quando riesce a
costruire una fraternità che collabora nella cura e nel servizio reciproco.
Quei gesti evangelici del sollevare precedettero la
costituzione della Chiesa, esprimono l’antropologia del cristianesimo, quindi
dei seguaci di Gesù di Nazaret, il Cristo, l’Atteso, il Salvatore, il loro modo
caratteristico di manifestarsi umani.
Rinnovare significa anche ricostruire e, per
ricostruirci come società di cristiani, dovremmo partire da lì. Ma anche sentirci liberi di farlo.
Gli autori del libro La
scommessa cattolica ragionano ancora
secondo il paradigma del magistero cattolico che vede nella libertà
qualcosa di negativo. Collegano liberismo a libertà.
Criticano l’ebbrezza della libertà
che caratterizzerebbe la società contemporanea, quando invece il suo problema
principale è la conquista della libertà, innanzi tutto
dalle potenti organizzazioni che hanno sostituito progressivamente le antiche
dinastie sovrane con le quali la nostra Chiesa si era federata, instaurando una
sorta di condominio. Questa conquista
della libertà è il principale
obiettivo dei processi democratici come oggi li intendiamo. Certamente in essi
la Chiesa com’è ora non è d’aiuto, perché la sua organizzazione e la sua
teologia di quell’organizzazione è obsoleta e, per questo, sente l’umanesimo democratico
come una minaccia. Quel modo di essere Chiesa servì a sacralizzare l’antico
condominio di potere: oggi è diventato inutile. Questa inutilità è l’altro
fattore che minaccia la Chiesa e l’antropologia cristiana e che, in
particolare, allontana i più giovani. Un’altra faccia della secolarizzazione? Certo siamo tuttora
soggiogati a sistemi di potere, dunque attendiamo ancora la liberazione, ma certo essi non
pretendono di essere voluti da Dio, e quindi combatterli non significa più combattere Dio. Si fanno strada con la violenza bruta o con la fascinazione mediatica, nell’uno e nell’altro caso sfruttando la nostra
debolezza. Che c’è allora di diverso dal passato? C’è che non ci si fa scudo di Dio: e questo deve essere considerato un
vantaggio. Quanto quel nome sacro è
stato disonorato nelle passate cristianità!
Magatti e Giaccardi tirano in ballo la radicale
e ormai acclarata divaricazione tra le indicazioni morali della Chiesa e le
pratiche dei fedeli in campo sessuale. Ma quando mai non c’è stata! Essa
riguardò addirittura i Papi e, intorno all’anno Mille, a proposito del regime
di alcuni di loro si parlò di pornocrazia.
Se dovessimo collegare il riconoscimento dell’esistenza di una Chiesa cristiana
al rispetto di quelle prescrizioni sessuali arriveremmo a dubitare che una
Chiesa cristiana vi sia mai stata, tanto furono generalmente disattese. A quel
fine le Chiese cristiane hanno funzionato malissimo.
Siamo davvero liberi?, si chiedono
Magatti e Giaccardi. Certamente non ancora. E certamente non ancora nella
nostra Chiesa, dove addirittura talvolta ci viene proposta come virtuosa la scelta di rinunciare liberamente alla propria libertà,
riducendosi nella condizione di gregge.
Gli autori del libro propongono un’antropologia positiva, che chiami in
causa libertà e creatività e che faccia del legame, anche con il proprio corpo,
una risorsa e non un vincolo. Gli esseri umani crescono nelle relazioni
positive: ogni dottrina che ne prescinda è un’inutile astrazione. E’ nell’astrazione,
piuttosto frequente in teologia, che si può pensare ad un’unità che sia uniformità. Magatti e Giaccardi ricordano
un detto del poeta bengalese Rabindranath
Tagore (1861-1941): «Solo
nell’amore unità e dualità non sono in conflitto».
Mario
Ardigò - Azione Cattolica in San Clemente papa - Roma, Monte Sacro, Valli.