INFORMAZIONI UTILI SU QUESTO BLOG

  Questo blog è stato aperto da Mario Ardigò per consentire il dialogo fra gli associati dell'associazione parrocchiale di Azione Cattolica della Parrocchia di San Clemente Papa, a Roma, quartiere Roma - Montesacro - Valli, un gruppo cattolico, e fra essi e altre persone interessate a capire il senso dell'associarsi in Azione Cattolica, palestra di libertà e democrazia nello sforzo di proporre alla società del nostro tempo i principi di fede, secondo lo Statuto approvato nel 1969, sotto la presidenza nazionale di Vittorio Bachelet, e aggiornato nel 2003.

  This blog was opened by Mario Ardigò to allow dialogue between the members of the parish association of Catholic Action of the Parish of San Clemente Papa, in Rome, the Roma - Montesacro - Valli district, a Catholic group, and between them and other interested persons to understand the meaning of joining in Catholic Action, a center of freedom and democracy in the effort to propose the principles of faith to the society of our time, according to the Statute approved in 1969, under the national presidency of Vittorio Bachelet, and updated in 2003.

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L’Azione Cattolica Italiana è un’associazione di laici nella chiesa cattolica che si impegnano liberamente per realizzare, nella comunità cristiana e nella società civile, una specifica esperienza, ecclesiale e laicale, comunitaria e organica, popolare e democratica. (dallo Statuto)

Italian Catholic Action is an association of lay people in the Catholic Church who are freely committed to creating a specific ecclesial and lay, community and organic, popular and democratic experience in the Christian community and in civil society. (from the Statute)

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  Questo blog è un'iniziativa di laici aderenti all'Azione Cattolica della parrocchia di San Clemente papa e manifesta idee ed opinioni espresse sotto la personale responsabilità di chi scrive. Esso non è un organo informativo della parrocchia né dell'Azione Cattolica e, in particolare, non è espressione delle opinioni del parroco e dei sacerdoti suoi collaboratori, anche se i laici di Azione Cattolica che lo animano le tengono in grande considerazione.

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  Scrivo per dare motivazioni ragionevoli all’impegno sociale. Lo faccio secondo l’ideologia corrente dell’Azione Cattolica, che opera principalmente in quel campo, e secondo la mia ormai lunga esperienza di vita sociale. Quindi nell’ordine di idee di una fede religiosa, dalla quale l’Azione Cattolica trae i suoi più importanti principi sociali, ma senza fare un discorso teologico, non sono un teologo, e nemmeno catechistico, di introduzione a quella fede. Secondo il metodo dell’Azione Cattolica cerco di dare argomenti per una migliore consapevolezza storica e sociale, perché per agire in società occorre conoscerla in maniera affidabile. Penso ai miei interlocutori come a persone che hanno finito le scuole superiori, o hanno raggiunto un livello di cultura corrispondente a quel livello scolastico, e che hanno il tempo e l’esigenza di ragionare su quei temi. Non do per scontato che intendano il senso della terminologia religiosa, per cui ne adotto una neutra, non esplicitamente religiosa, e, se mi capita di usare le parole della religione, ne spiego il senso. Tengo fuori la spiritualità, perché essa richiede relazioni personali molto più forti di quelle che si possono sviluppare sul WEB, cresce nella preghiera e nella liturgia: chi sente il desiderio di esservi introdotto deve raggiungere una comunità di fede. Può essere studiata nelle sue manifestazioni esteriori e sociali, come fanno gli antropologi, ma così si rimane al suo esterno e non la si conosce veramente.

  Cerco di sviluppare un discorso colto, non superficiale, fatto di ragionamenti compiuti e con precisi riferimenti culturali, sui quali chi vuole può discutere. Il mio però non è un discorso scientifico, perché di quei temi non tratto da specialista, come sono i teologi, gli storici, i sociologi, gli antropologi e gli psicologi: non ne conosco abbastanza e, soprattutto, non so tutto quello che è necessario sapere per essere un specialista. Del resto questa è la condizione di ogni specialista riguardo alle altre specializzazioni. Le scienze evolvono anche nelle relazioni tra varie specializzazioni, in un rapporto interdisciplinare, e allora il discorso colto costituisce la base per una comune comprensione. E, comunque, per gli scopi del mio discorso, non occorre una precisione specialistica, ma semmai una certa affidabilità nei riferimento, ad esempio nella ricostruzione sommaria dei fenomeni storici. Per raggiungerla, nelle relazioni intellettuali, ci si aiuta a vicenda, formulando obiezioni e proposte di correzioni: in questo consiste il dialogo intellettuale. Anch’io mi valgo di questo lavoro, ma non appare qui, è fatto nei miei ambienti sociali di riferimento.

  Un cordiale benvenuto a tutti e un vivo ringraziamento a tutti coloro che vorranno interloquire.

  Dall’anno associativo 2020/2021 il gruppo di AC di San Clemente Papa si riunisce abitualmente due martedì e due sabati al mese, alle 17, e anima la Messa domenicale delle 9. Durante la pandemia da Covid 19 ci siamo riuniti in videoconferenza Google Meet. Anche dopo che la situazione sanitaria sarà tornata alla normalità, organizzeremo riunioni dedicate a temi specifici e aperte ai non soci con questa modalità.

 Per partecipare alle riunioni del gruppo on line con Google Meet, inviare, dopo la convocazione della riunione di cui verrà data notizia sul blog, una email a mario.ardigo@acsanclemente.net comunicando come ci si chiama, la email con cui si vuole partecipare, il nome e la città della propria parrocchia e i temi di interesse. Via email vi saranno confermati la data e l’ora della riunione e vi verrà inviato il codice di accesso. Dopo ogni riunione, i dati delle persone non iscritte verranno cancellati e dovranno essere inviati nuovamente per partecipare alla riunione successiva.

 La riunione Meet sarà attivata cinque minuti prima dell’orario fissato per il suo inizio.

Mario Ardigò, dell'associazione di AC S. Clemente Papa - Roma

NOTA IMPORTANTE / IMPORTANT NOTE

SUL SITO www.bibbiaedu.it POSSONO ESSERE CONSULTATI LE TRADUZIONI IN ITALIANO DELLA BIBBIA CEI2008, CEI1974, INTERCONFESSIONALE IN LINGUA CORRENTE, E I TESTI BIBLICI IN GRECO ANTICO ED EBRAICO ANTICO. CON UNA FUNZIONALITA’ DEL SITO POSSONO ESSERE MESSI A CONFRONTO I VARI TESTI.

ON THE WEBSITE www.bibbiaedu.it THE ITALIAN TRANSLATIONS OF THE BIBLE CEI2008, CEI1974, INTERCONFESSIONAL IN CURRENT LANGUAGE AND THE BIBLICAL TEXTS IN ANCIENT GREEK AND ANCIENT JEWISH MAY BE CONSULTED. WITH A FUNCTIONALITY OF THE WEBSITE THE VARIOUS TEXTS MAY BE COMPARED.

lunedì 15 febbraio 2021

Lettera ai soci - n.8 – febbraio 2021

 

Gruppo di Azione Cattolica

nella Parrocchia di San Clemente papa - Roma

Lettera ai soci - n.8 – febbraio  2021

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La prossima riunione per continuare il dialogo sui temi dell’enciclica Fratelli tutti  sarà

Sabato 20 febbraio alle ore 16:45

Per ottenere il codice di accesso, scriveteci a 

mario.ardigo@acsanclemente.net

indicando il vostro nome, la parrocchia di appartenenza e  temi di interesse. Questi dati saranno cancellati dopo ogni riunione e dovranno essere nuovamente inviati per partecipare a un incontro successivo

A questo indirizzo di YouTube

https://www.youtube.com/watch?v=GorIYoaHGjk

 potrete vedere un video in cui si insegna, passo per passo, come partecipare. 

Per la riflessione sarà proposta l'introduzione all'enciclica di Bruno Forte nell'edizione Scholé - Morcelliana 2020.

 Nel paragrafo n.152 dell’enciclica si evoca "lo spirito di vicinato" che si vive ancora nei quartieri popolari, dove ciascuno sente il dovere di aiutare e accompagnare il vicino, come modello per una vicinanza cordiale tra i popoli. E' una visione idealizzata o corrisponde ad una realtà ancora viva? E nel nostro quartiere, nella nostra parrocchia, possiamo riconoscere quel modo di essere vicini?

Ogni riunione ha link e codici diversi; tutte le riunioni inizieranno alle ore 16:45; dalle 16:40 si potrà accedere. In fondo trovate le istruzioni per accedere.   

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Dalla Presidente

  Carissimi,

come tutti sappiamo, la situazione sanitaria è ancora molto critica e per questo non possiamo, per adesso, riprendere gli incontri in presenza , che potrebbero mettere a rischio la vita delle persone, soprattutto quelle anziane.

  La vita è un dono di Dio. Essa va preservata. La dottrina della Chiesa insegna ad esserne amorevoli custodi.

   Del resto, come ci ha detto don Emanuele, anche riunirci  in  Google Meet  è un modo per mantenere nononostante tutto la cultura dell’incontro. Da questo punto di vista, anche  Google Meet può essere visto come un dono provvidenziale.

  Sforzarsi di partecipare  è anche un’azione di volontariato: significa non farsi confinare nel proprio isolamento. Partecipare non fa bene solo a chi partecipa, ma anche agli altri perché, come insegna il Papa, tutti siamo legati gli uni agli altri e  incontrarsi  è un modo di prendersi cura di questa relazione.

 Coraggio, dunque!  Chi ancora non è riuscito a collegarsi, provi a farlo il prossimo  20 febbraio!

 A presto

                                                             Giulia

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Resoconto dell’incontro del gruppo AC San Clemente del 23 gennaio 2021, in Google Meet, per dialogare sul Messaggio per la Giornata della pace 2021 di papa Francesco, alla luce anche dell’enciclica Fratelli tutti

 

Nella riunione del 23 gennaio scorso, eravamo in 11, compreso l’assistente ecclesiastico don Emanuele.  

 Presidente:

 Collegheremo alle riflessioni che andiamo facendo sull’enciclica Fratelli tutti  il tema della pace. Quindi affronteremo anche il messaggio di papa Francesco per la 54° Giornata della pace, celebrata il 1 gennaio 2021,

 Sul sito dell’Azione Cattolica accessibili a questo link

https://www.youtube.com/watch?v=ngtk5xKj2Uk

si possono leggere vari commenti all'enciclica

 

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Messaggio di papa Francesco per la Giornata mondiale della pace 2021

sintesi

LA CULTURA DELLA CURA COME PERCORSO DI PACE

 

 

La pace è una costruzione sociale che richiede lo sviluppo di una cultura, intesa come pensiero, azione ed educazione

 

1. Alla base di una cultura della pace vi è il prendersi cura  gli uni degli altri e della natura.

  I racconti biblici  ci esortano a questo.

  In particolare Gesù si è presentato come il Buon Pastore, che si prende cura delle pecore;  il Buon Samaritano che si china sull’uomo ferito, medica le sue piaghe e si prende cura di lui.

Al culmine della sua missione, Gesù suggella la sua cura per noi offrendosi sulla croce e liberandoci così dalla schiavitù del peccato e della morte.

 Nella sua attività di assistenza a malati e bisognosi la Chiesa ha voluto seguire il suo insegnamento e il suo esempio.

2. Principi della dottrina sociale sulla cura:

a) La cura si manifesta come  promozione della dignità e dei diritti della persona.

Il concetto di persona dice sempre relazione, non individualismo, afferma l’inclusione e non l’esclusione;

b) Il bene comune è insieme di quelle condizioni della vita sociale che permettono sia alle collettività sia ai singoli membri, di raggiungere la propria perfezione più pienamente e più celermente. 

c) La solidarietà è  la determinazione ferma e perseverante di impegnarsi per il bene comune: ossia per il bene di tutti e di ciascuno perché tutti siamo veramente responsabili di tutti.

d) La realtà creata è interconnessa, così anche pace, giustizia e salvaguardia del creato. Alla base della cura vi è un sentimento del cuore: tenerezza, compassione e preoccupazione per gli esseri umani. 

3. Per una cultura della cura, occorre imprimere una rotta comune al processo di globalizzazione, una rotta veramente umana. 

 Tutti devono sentirsi impegnati a  diventare profeti e testimoni della cultura della cura, per colmare tante disuguaglianze sociali. E ciò sarà possibile soltanto con un forte e diffuso protagonismo delle donne, nella famiglia e in ogni ambito sociale, politico e istituzionale.

Le relazioni tra le Nazioni  dovrebbero essere ispirate alla fratellanza, al rispetto reciproco, alla solidarietà e all’osservanza del diritto internazionale.

  La promozione della cultura della cura richiede un processo educativo che coinvolga famiglia, istituzioni educative, stampa, televisione e altre mezzi di comunicazione sociale,  religioni.

- Le religioni in generalepossono svolgere un ruolo insostituibile nel trasmettere ai fedeli e alla società i valori della solidarietà, del rispetto delle differenze, dell’accoglienza e della cura dei fratelli più fragili.

 L’educazione deve essere più aperta ed inclusiva, capace di ascolto paziente, di dialogo costruttivo e di mutua comprensione.

4. Non c’è pace senza la cultura della cura

La cultura della cura, per la costruzione della pace, è l’impegno comune, solidale e partecipativo per proteggere e promuovere la dignità e il bene di tutti, quale disposizione ad interessarsi, a prestare attenzione, alla compassione, alla riconciliazione e alla guarigione, al rispetto mutuo e all’accoglienza reciproca.

   Tutti insieme bisogna collaborare per avanzare verso un nuovo orizzonte di amore e di pace, di fraternità e di solidarietà, di sostegno vicendevole e di accoglienza reciproca. Non cediamo alla tentazione di disinteressarci degli altri.

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Presidente

Il Papa quindi mette in correlazione la pace con il prendersi cura gli uni degli altri. Si tratta di un tema che ricorre negli scritti di papa Francesco e, da ultimo, nell’enciclica Fratelli tutti.

  La presidente dà quindi la parola a  Mario per un’ulteriore presentazione del tema.

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  Il Messaggio  è un documento del magistero pontificio che contiene dottrina sociale.

  La dottrina sociale   è considerata parte della teologia morale e contiene principi per costruire e governare le società alla luce di quelli evangelici.

   Il magistero di papa Francesco ha affrontato i problemi di pacificazione del nuovo mondo in cui la sopravvivenza di otto miliardi di persone dipende da un sistema di strettissime interconnessioni economiche a livello globale. Tutto il mondo è diventato la nostra casa comune e non abbiamo più scelta: non potremo sopravvivere se non rifondando una nuova fraternità su scala immensa, in modo da prenderci cura di quella casa comune che ormai è l’intero pianeta.

 In questo contesto si situa il Messaggio di quest’anno.

  Nel Messaggio 2021 siamo esortati, tutti, a collaborare a costruire una nuova cultura della cura, come base per processi di pace. Vengono proposte come esemplari le figure del Buon Pastore e del Buon Samaritano. Proteggere, andare a salvare, medicare, le azioni conseguenti. Ma su scala            globale. “Siamo noi i custodi dei fratelli lontani?”. Sì! E questo perché la realtà è interconnnessa e solo in una nuova solidarietà fraterna ci si salva, altrimenti si perisce, tutti insieme.

  Nella dottrina sociale fino a Paolo 6^ la principale minaccia per l’umanità era considerata una guerra mondiale condotta con l’impiego dell’arma atomica. Nel magistero di Giovanni Paolo 2^ i totalitarismi atei e l’asservimento delle persone. In quello di  papa Francesco un modello di sviluppo economico che, con il totalitarismo ateo del consumismo individualistico, in cui ognuno pensa per sé, crea le condizioni per l’asservimento di popoli interi e per l’esaurimento delle risorse del pianeta, quindi poi per conflitti fratricidi per accaparrarsele. Le nostre società, se non decidiamo di prendercene cura, diverranno epicentri di insicurezza, causa di guerra.

  Nel Messaggio siamo esortati a costruire processi per progettare e mettere in pratica questa nuova cultura della cura su scala planetaria.

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 La Presidente evidenzia che il Papa, nel Messaggio, dopo aver ricordato come anche Gesù si è preso cura  degli altri, come il Buon Pastore o il Buon Samaritano delle parabole evangeliche, e le opere sociali dei suoi seguaci, al punto 6 fa espresso riferimento alla dottrina sociale della Chiesa come base della cultura della cura  e come la bussola che ci deve orientare nel metterli in atto, in particolare nei principi relativi a:

-        promozione della persona umana;

-        La solidarietà con i poveri e gli indifesi;

-        la sollecitudine per il bene comune;

-        la salvaguardia del Creato.

 E’ necessario approfondire la cultura della cura in un processo educativo in cui ogni persona umana svolge un ruolo fondamentale, ad esempio nella famiglia, nella scuola, nell’università, nella Chiesa. Tutti quanti siamo chiamati a portare avanti la cultura della cura che significa non solo prendersi cura della casa comune, cioè del Creato, ma anche gli uni degli altri.

 

***************Dibattito**************

Viene quindi data la parola ad Antonietta per presentare la preghiera recitata dal padre gesuita O’Donovan durante la cerimonia del giuramento del nuovo Presidente statunitense Joe Biden. Antonietta ha letto la preghiera.

Poco prima che Joe Biden prestasse giuramento come 46 ° presidente degli Stati Uniti, il 20 gennaio 2021, il Rev. Leo O'Donovan, SJ, amico di lunga data e mentore del presidente Biden, ha recitato  questa preghiera.

 

Dio misericordioso e pieno di grazia, in questo tempo sacro veniamo davanti a te nel bisogno, anzi in ginocchio. Ma veniamo ancora più con speranza, e con i nostri occhi rialzati di nuovo alla visione di una "unione più perfetta" nella nostra terra, un'unione di tutti i nostri cittadini per "promuovere il benessere generale e assicurare le benedizioni della libertà a noi stessi e ai nostri posteri.

[… ]

Papa Francesco ci ha ricordato quanto sia importante sognare insieme ... "Da soli", ha scritto, "rischiamo di vedere miraggi, cose che non ci sono. I sogni, invece, si costruiscono insieme". Sii con noi, Santo Mistero d'Amore, mentre sogniamo insieme, per riconciliare le persone della nostra terra, restaurare il nostro sogno e rivestirlo di pace e giustizia e della gioia che è il traboccare dell'amore. Alla gloria del tuo nome per sempre. Amen.

 

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  Antonietta

 Ha evidenziato il passo del discorso di insediamento del Presidente statunitense Biden quando ha detto: «mamma mi diceva, da bambino ‘Mettiti nei panni degli altri». Una cosa semplice, ma importante. E poi quando ha chiesto l’aiuto di Dio per  riordinare la democrazia statunitense, perché quel giorno era il giorno della democrazia,  e ha detto agli avversari “Ascoltiamoci!”. Antonietta ha detto di aver ascoltato con molta attenzione il discorso di Biden e quella preghiera, che le sono piaciuti molto (durante la trasmissione televisiva c’era la traduzione simultanea).

Antonietta si interessa di politica perché è dell’Azione Cattolica e perché il Papa ci ha invitati a fare una buona politica.

Lina

Anche a lei sono piaciuti il discorso di Biden e la preghiera.

Elisa

  Sono 232 anni che l’inaugurazione della Presidenza statunitense inizia con una preghiera. Loro, gli statunitensi, sono molto più religiosi di noi, anche nelle loro manifestazioni politiche.

  Poi c’è stata una ragazza, Amanda Gorman, che ha letto una bella poesia. Ha solo 22 anni ed è già laureata nell’università Harvard.

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La poetessa 22enne Amanda Gorman  ha entusiasmato la folla con la sua lettura durante il giuramento di Joe Biden. Ecco la trascrizione del suo testo

 

Quando arriva quel giorno

 

Quando arriva  quel giorno, ci chiediamo dove possiamo trovare la luce in questa ombra senza fine?

La perdita che portiamo, un mare che dobbiamo guadare.

Abbiamo sfidato la pancia della bestia.

Abbiamo imparato che la quiete non è sempre pace,

e che le norme su quello che è  "giusto"  non sono sempre giustizia.

Eppure, l'alba è venuta a noi prima che ce ne accorgessimo.

In qualche modo ce la  facciamo.

In qualche modo abbiamo resistito e assistito a una nazione che non è spezzata,

ma semplicemente incompiuta.

Noi, i giovani  di un Paese e di una storia in cui una ragazza nera magra discendente da schiavi e cresciuta da una madre single possono sognare di diventare presidente.

E sì, siamo tutt'altro che raffinati, tutt'altro che incontaminati,

ma questo non significa che non ci stiamo sforzando di formare un'unione che sia perfetta.

Ci stiamo sforzando di forgiare la nostra unione con uno scopo.

[…]

Quindi, mentre una volta ci siamo chiesti: "Come potremmo eventualmente prevalere sulla catastrofe?", Ora affermiamo: "Come potrebbe la catastrofe prevalere su di noi?"

[…]

Ricostruiremo, riconcilieremo e ci riprenderemo.

[…]

Perché c'è sempre la luce,

se solo fossimo abbastanza coraggiosi da vederlo.

Se solo fossimo abbastanza coraggiosi da esserlo.

 

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Presidente

 E’ importante parlare anche dell’attualità e noi, come Azione Cattolica, ne dobbiamo parlare. In questo caso, i discorsi che si sono fatti si collegano alla necessità di prendersi cura gli uni degli altri.

Daniele

 Ci ha raccontato di un’esperienza che lo ha accompagnato per tanti anni, che è cominciata nel 2000. Quell’anno partecipò ad un pellegrinaggio, con una quarantina di giovani di varie associazioni, promosso dalla Conferenza Episcopale Italiana in Terra Santa. Non c’era solo la dimensione spirituale collegata con i luoghi santi, ma incontrarono anche molti componenti della società civile sia israeliana che palestinese.

 Andarono anche ad incontrare il leader palestinese Yasser Arafat (1929-2004), che in quei mesi era asserragliato nel suo quartier generale a Ramallah.

 Quel pellegrinaggio gli aprì gli occhi sulla situazione veramente complicata che c’era tra israeliani e palestinesi.

  Dopo quel viaggio capì quella frase dell’enciclica Pacem in terris (1963 – papa Giovanni 23°) che dice “Non c’è pace senza giustizia; non c’è giustizia senza perdono”. Lì la chiave di volta era il perdono.

 Papa Francesco ci parla della cura. La giustizia da sola, se si vanno a pesare le cose in maniera precisa, razionale, non basta. Bisogna andare su un altro livello, che è quello del perdono, che è quello della cura.

  In quel pellegrinaggio i partecipanti furono invitati a fare qualcosa di concreto per la Terra Santa. Erano tutti ragazzi tra i venti e i trent’anni. Certo però erano lì in rappresentanza delle loro associazioni.

 Tornato, riferì al presidente del Centro Sportivo Italiano CSI di questo mandato che aveva ricevuto e di cui si sentiva responsabile.

 Quattro anni dopo, in maniera un po’ provvidenziale, si presentò l’occasione, nel 2004, quando come CSI e Opera Romana Pellegrinaggi fu promossa la prima maratona-pellegrinaggio in Terra Santa. Un evento particolarissimo, in cui si correva tra la città di Betlemme e quella di Gerusalemme, in gruppo con italiani, palestinesi ed ebrei. Si oltrepassava il muro che divide Gerusalemme da Betlemme. Contemporaneamente furono organizzati altri eventi sportivi e di incontro. L’iniziativa fu portata avanti per varie edizioni, fino a che fu possibile dal punto di vista organizzativo.

Carlo

 Ci racconta dell’esperienza di un viaggio in Libano con don Remo per l’Opera romana pellegrinaggi, durante il quale ebbe l’opportunità di incontrare il Corpo italiano di pace che era impegnato alla frontiera tra Libano e Israele, nel quadro di una missione di pace delle Nazioni Unite, per cercare di tenere separate le due realtà in potenziale conflitto, vale a dire gli israeliani e le milizie Hezbollah che fanno riferimento all’Iran.

  Lì ebbe modo di capire come si fa il peace keeping, l’azione di mantenimento della pace, come in concreto si riesce  a far fare pace, anche mediante reparti militari, a persone che litigano e a volte combattono in modo cruento.

 Ha poi ricordato l'esperienza  di Parole ostili

https://paroleostili.it/

un movimento che tenta di rompere la spirale dell’odio on line, cioè mediante quelle espressioni denigratorie, di bullismo e odio, che ormai circolano nelle reti sociali e nei mezzi di comunicazione di massa.

  E infine ci ha parlato di un’altra bella esperienza è quella che è stata creata dall’Università del Sacro Cuore che si chiama mediavox,

https://www.mediavox.network/

  che combatte l’odio online seguendo le indicazioni del Consiglio d’Europa attraverso tutta una serie di azioni.

Angela

 Ci fa ascoltare l’inno ebraico che gli ebrei cantano la sera quando inizia lo Shabat, Shalom aleichem.

Pace a voi, angeli "ministri", angeli dell'Altissimo,
del Supremo Re dei re, il Santo, Benedetto Egli sia.
Venite in pace, angeli di pace, angeli dell'Altissimo,
del Supremo Re dei re, il Santo, Benedetto Egli sia.
Beneditemi con la pace, angeli di pace, angeli dell'Altissimo,
del Supremo Re dei re, il Santo, Benedetto Egli sia.
Andate in pace, angeli di pace, angeli dell'Altissimo,
del Supremo Re dei re, il Santo, Benedetto Egli sia.

Manifesta una volontà di pace che difficilmente gli esseri umani riescono a realizzare, anche impegnandosi. Per questo il popolo ebraico chiama in aiuto gli angeli dell’Altissimo, del supremo Re dei Re, proprio perché portino la pace agli esseri umani e questa pace la presentino all’Altissimo.

 E’ un canto che è una preghiera.

Don Emanuele

 In questa riunione anche noi abbiamo favorito la cultura dell’incontro. E’ stata una arricchimento per tutti.

   In uno degli articoli di Avvenire del venerdì precedente l’incontro, si ricordava il raggiungimento di un accordo contro l’impiego delle armi nucleari, secondo l’auspicio anche di papa Francesco. Ora, dopo quel trattato, ha scritto Avvenire, viviamo in un mondo migliore. Naturalmente c’è ancora di un lungo cammino da fare. In molte diocesi, tra cui quella pugliese di Santa Maria di Leuca, si sono suonate le campane per la pace. Come ha detto papa Francesco, una volta suonavano per chiamare alla  guerra e ora suonano per la pace. Forse con questo grande pace potremo veramente progredire nella costruzione della pace.

Abbiamo concluso con la benedizione impartita da don Emanuele.

Resoconto di Mario Ardigò – Azione Cattolica in San Clemente papa  - Roma, Monte Sacro, Valli