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Introduzione alla democrazia dell’Unione
Europea -16
Connotare la democrazia
In Italia
viviamo la democrazia secondo i principi che la caratterizzano nell’Unione Europea
e quindi la associamo a sentimenti benevoli, compassionevoli e solidali, insomma
al bene secondo una prospettiva
etica cristiana come la si insegna (oggi) anche nella nostra Chiesa. Si deve
però essere consapevoli che il definirsi democratici non basta, di per
sé solo, ad impegnarsi per quel tipo di moralità pubblica.
I razzisti bianchi degli stati del Ku Klux
Klan, un’organizzazione politica diffusa negli stati degli Stati Uniti d’America
che persero la guerra civile combattuta tra il 1861 e il 1865 e che negli anni
Sessanta fu accusata di vessazioni, aggressioni, distruzioni e omicidi in danno
dei neri, rivendicava la democrazia per opporsi alle politiche di integrazioni
dei neri promosse dalla Presidenza federale e dalle altre istituzioni federali.
Apparteneva al Partito democratico George
Wallace, governatore dello stato dell’Alabama tra il 1963 e il 1967, nel
periodo più caldo della rivolta bianca contro i processi di integrazione dei neri, acerrimo nemico dell’integrazione. L’imposizione
dell’integrazione dei neri era vista da quei democratici come un abuso di potere del Governo federale. Si
dicevano anche cristiani, nonostante distruggessero le chiese frequentate dai
cristiani battisti neri.
Nella nostra Unione Europea due importanti partiti
politici, in Grecia e in Germania, rivendicano nella loro denominazione la democrazia
benché siano di orientamento razzista.
Quando, a cavallo tra Ottocento e Novecento,
in Italia, nell’organizzazione dell’Opera dei Congressi, che riuniva tutti i
movimenti e le associazioni che organizzavano nelle genti cattoliche iniziative
sociali anche secondo le indicazioni date dall’enciclica Delle Novità – Rerum
novarum del 1891, si manifestarono componenti favorevoli alla partecipazione
alla vita politica italiana (vietata dal Papato dai precedenti anni ’60), i
loro esponenti parlarono di una democrazia cristiana. Questa tendenza fu
scomunicata dal Papato con l’enciclica Le gravi dispute sugli affari sociali
- Graves de communi re [agitationes], del 1901. L’Opera dei Congressi fu
sciolta per volontà del Papato nel 1904. Al suo posto il Papato organizzò l’Azione
Cattolica italiana, con l’enciclica Fermo proposito del 1905, i cui
statuti furono approvati l’anno seguente.
Un’altra connotazione della democrazia fu in
Europa la socialdemocrazia, che voleva correggere le tendenza
antidemocratiche dei socialismi marxisti. Questi ultimi diffidavano delle
democrazie perché in esse le masse proletarie (formate dalle persone che per
vivono dipendono da altre) avevano sempre la peggio (in genere, paradossalmente,
è ciò che è più o meno sempre accaduto,
anche quando fu istituito il suffragio universale maschile e femminile e tutte
le persone adulte poterono votare).
In Italia e in ambito socialista fu adottata
anche la denominazione di democrazia proletaria: ci si proponeva di
correggere i processi democratici in modo che non sfavorissero le masse
proletarie.
L’istituzione di procedure politiche
democratiche non garantisce contro le discriminazioni sociali. Proprio la
storia degli Stati Uniti d’America ne sono l’esempio storico. Né contro la
violenza politica: ancora ci si può richiamare agli Stati Uniti d’America, ma anche
alla Gran Bretagna al tempo del suo Impero mondiale ma anche dopo, alla Francia
rivoluzionaria e in altre successive epoche storiche e all’attuale Stato di
Israele, indubbiamente organizzato come una democrazia liberale di tipo
occidentale ma che attua politiche di pesante discriminazione contro le
popolazioni arabe palestinesi dei territori che controlla in Cisgiordania.
La democrazia dell’Unione Europea è fortemente
caratterizzata da norme di protezione delle minoranze, che quindi limitano gli
arbitri delle maggioranze.
Il problema della tirannia delle maggioranza si presentò molto presto
nell’evoluzione della democrazia rivoluzionaria francese, a fine Settecento, in
pochi anni evolutasi nell’Impero di Napoleone Bonaparte. Ne scrisse il francese
Alexis de Tocqueville (1805-1859) nel libro La democrazia in America - De la démocratie en Amérique" pubblicato
tra il 1835 e il 1840. Di questo tema ha
parlato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel discorso che ha
tenuto a Trieste il 3 luglio 2024 nella giornata di apertura della 50° Settimana
sociale dei cattolici italiani, sul tema Al cuore della democrazia.
La democrazia si è sviluppata cercando di far
prevalere le maggioranza sui poteri autocratici, che ritenevano di legittimarsi su basi sacrali o
ereditarie, come era anche quello della dinastia sovrana dei Savoia in Italia, la
quale si diceva regnante Per Grazia di Dio (con lo statuto democratico
del 1848 si aggiunse e per volontà
della Nazione). Ma una volta che si è in un regime democratico e siano
state sottomessi o aboliti i poteri autocratici, sono proprio le minoranze ad
aver bisogno di tutela. E, se non l’hanno, viene meno uno dei principi cardine
della democrazia, quello della libertà di pensiero e di espressione, e quindi
poi non è più realmente attuabile il dialogo democratico, quindi il confronto delle idee
nella fase istruttoria delle decisioni collettive. E la democrazia è anzitutto
questo, non solo votare.
Concludo osservando che nella nostra Chiesa,
purtroppo, non è riconosciuta ancora libertà di pensiero e di espressione e,
anzi, vi è un organismo centrale di diretta collaborazione con il Papato, il
cosiddetto Dicastero per la dottrina della fede, che ha il compito
principale di perseguire il pensiero e le sue manifestazioni pubbliche. Un relitto
obsoleto del passato? Non è considerato tale dalla nostra gerarchia, che, insieme,
ne è artefice ma anche vittima. Nel gennaio 1968 l’arcivescovo di Bologna, il
cardinale Giacomo Lercaro, fu bruscamene costretto alla dimissioni dal Papato
per aver predicato, nella prima Giornata della pace, istituita l’anno
precedente e celebrata per la prima volta il 1 gennaio 1968, che i bombardamenti
a tappeto statunitensi contro le città del Vietnam del Nord erano contro il
Vangelo. Gli fu anche imposto di giustificare le dimissioni con (inesistenti)
motivi di salute. Ne ha scritto qualche anno fa Alberto Melloni nel libro Rimozioni.
Lercaro 1968, Il Mulino 2019, disponibile anche in ebook e Kindle.
Mario
Ardigò – Azione Cattolica in San Clemente papa – Roma, Monte Sacro, Valli