INFORMAZIONI UTILI SU QUESTO BLOG

  Questo blog è stato aperto da Mario Ardigò per consentire il dialogo fra gli associati dell'associazione parrocchiale di Azione Cattolica della Parrocchia di San Clemente Papa, a Roma, quartiere Roma - Montesacro - Valli, un gruppo cattolico, e fra essi e altre persone interessate a capire il senso dell'associarsi in Azione Cattolica, palestra di libertà e democrazia nello sforzo di proporre alla società del nostro tempo i principi di fede, secondo lo Statuto approvato nel 1969, sotto la presidenza nazionale di Vittorio Bachelet, e aggiornato nel 2003.

  This blog was opened by Mario Ardigò to allow dialogue between the members of the parish association of Catholic Action of the Parish of San Clemente Papa, in Rome, the Roma - Montesacro - Valli district, a Catholic group, and between them and other interested persons to understand the meaning of joining in Catholic Action, a center of freedom and democracy in the effort to propose the principles of faith to the society of our time, according to the Statute approved in 1969, under the national presidency of Vittorio Bachelet, and updated in 2003.

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L’Azione Cattolica Italiana è un’associazione di laici nella chiesa cattolica che si impegnano liberamente per realizzare, nella comunità cristiana e nella società civile, una specifica esperienza, ecclesiale e laicale, comunitaria e organica, popolare e democratica. (dallo Statuto)

Italian Catholic Action is an association of lay people in the Catholic Church who are freely committed to creating a specific ecclesial and lay, community and organic, popular and democratic experience in the Christian community and in civil society. (from the Statute)

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  Questo blog è un'iniziativa di laici aderenti all'Azione Cattolica della parrocchia di San Clemente papa e manifesta idee ed opinioni espresse sotto la personale responsabilità di chi scrive. Esso non è un organo informativo della parrocchia né dell'Azione Cattolica e, in particolare, non è espressione delle opinioni del parroco e dei sacerdoti suoi collaboratori, anche se i laici di Azione Cattolica che lo animano le tengono in grande considerazione.

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  Scrivo per dare motivazioni ragionevoli all’impegno sociale. Lo faccio secondo l’ideologia corrente dell’Azione Cattolica, che opera principalmente in quel campo, e secondo la mia ormai lunga esperienza di vita sociale. Quindi nell’ordine di idee di una fede religiosa, dalla quale l’Azione Cattolica trae i suoi più importanti principi sociali, ma senza fare un discorso teologico, non sono un teologo, e nemmeno catechistico, di introduzione a quella fede. Secondo il metodo dell’Azione Cattolica cerco di dare argomenti per una migliore consapevolezza storica e sociale, perché per agire in società occorre conoscerla in maniera affidabile. Penso ai miei interlocutori come a persone che hanno finito le scuole superiori, o hanno raggiunto un livello di cultura corrispondente a quel livello scolastico, e che hanno il tempo e l’esigenza di ragionare su quei temi. Non do per scontato che intendano il senso della terminologia religiosa, per cui ne adotto una neutra, non esplicitamente religiosa, e, se mi capita di usare le parole della religione, ne spiego il senso. Tengo fuori la spiritualità, perché essa richiede relazioni personali molto più forti di quelle che si possono sviluppare sul WEB, cresce nella preghiera e nella liturgia: chi sente il desiderio di esservi introdotto deve raggiungere una comunità di fede. Può essere studiata nelle sue manifestazioni esteriori e sociali, come fanno gli antropologi, ma così si rimane al suo esterno e non la si conosce veramente.

  Cerco di sviluppare un discorso colto, non superficiale, fatto di ragionamenti compiuti e con precisi riferimenti culturali, sui quali chi vuole può discutere. Il mio però non è un discorso scientifico, perché di quei temi non tratto da specialista, come sono i teologi, gli storici, i sociologi, gli antropologi e gli psicologi: non ne conosco abbastanza e, soprattutto, non so tutto quello che è necessario sapere per essere un specialista. Del resto questa è la condizione di ogni specialista riguardo alle altre specializzazioni. Le scienze evolvono anche nelle relazioni tra varie specializzazioni, in un rapporto interdisciplinare, e allora il discorso colto costituisce la base per una comune comprensione. E, comunque, per gli scopi del mio discorso, non occorre una precisione specialistica, ma semmai una certa affidabilità nei riferimento, ad esempio nella ricostruzione sommaria dei fenomeni storici. Per raggiungerla, nelle relazioni intellettuali, ci si aiuta a vicenda, formulando obiezioni e proposte di correzioni: in questo consiste il dialogo intellettuale. Anch’io mi valgo di questo lavoro, ma non appare qui, è fatto nei miei ambienti sociali di riferimento.

  Un cordiale benvenuto a tutti e un vivo ringraziamento a tutti coloro che vorranno interloquire.

  Dall’anno associativo 2020/2021 il gruppo di AC di San Clemente Papa si riunisce abitualmente due martedì e due sabati al mese, alle 17, e anima la Messa domenicale delle 9. Durante la pandemia da Covid 19 ci siamo riuniti in videoconferenza Google Meet. Anche dopo che la situazione sanitaria sarà tornata alla normalità, organizzeremo riunioni dedicate a temi specifici e aperte ai non soci con questa modalità.

 Per partecipare alle riunioni del gruppo on line con Google Meet, inviare, dopo la convocazione della riunione di cui verrà data notizia sul blog, una email a mario.ardigo@acsanclemente.net comunicando come ci si chiama, la email con cui si vuole partecipare, il nome e la città della propria parrocchia e i temi di interesse. Via email vi saranno confermati la data e l’ora della riunione e vi verrà inviato il codice di accesso. Dopo ogni riunione, i dati delle persone non iscritte verranno cancellati e dovranno essere inviati nuovamente per partecipare alla riunione successiva.

 La riunione Meet sarà attivata cinque minuti prima dell’orario fissato per il suo inizio.

Mario Ardigò, dell'associazione di AC S. Clemente Papa - Roma

NOTA IMPORTANTE / IMPORTANT NOTE

SUL SITO www.bibbiaedu.it POSSONO ESSERE CONSULTATI LE TRADUZIONI IN ITALIANO DELLA BIBBIA CEI2008, CEI1974, INTERCONFESSIONALE IN LINGUA CORRENTE, E I TESTI BIBLICI IN GRECO ANTICO ED EBRAICO ANTICO. CON UNA FUNZIONALITA’ DEL SITO POSSONO ESSERE MESSI A CONFRONTO I VARI TESTI.

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mercoledì 2 ottobre 2024

L’apertura della seconda sessione della 16ª Assemblea del Sinodo dei vescovi sulla sinodalità ecclesiale - “Non è un’assemblea parlamentare”

L’apertura della seconda sessione della 16ª Assemblea del Sinodo dei vescovi sulla sinodalità ecclesiale

Non è un’assemblea parlamentare

 Stamattina, a Roma, nella Città del Vaticano si è aperta la seconda sessione della 16ª Assemblea del Sinodo dei vescovi sulla sinodalità ecclesiale.

Il sinodo in diretta
Puoi seguire le sessioni pubbliche attraverso le trasmissioni di VaticanNews.
TESTI, FOTOGRAFIE, POSTS SOCIAL, VIDEO e molto altro materiale ancora sono disponibile in questa cartella google drive: https://drive.google.com/drive/folders/19-_sdngx3URQi_Hy3dD8AS3d0OGVaMAl?usp=sharing



 Da Avvenire on line

Nel Sinodo, che «non è un'assemblea parlamentare», il segreto è, «con l’aiuto e la forza dello Spirito Santo, di ascoltare e comprendere le voci, cioè le idee, le attese, le proposte, per discernere insieme la voce di Dio che parla alla Chiesa». Al contrario, «finiremo per chiuderci in dialoghi tra sordi, dove ciascuno cerca di “tirare acqua al proprio mulino” senza ascoltare gli altri, e soprattutto senza ascoltare la voce del Signore». Così si è espresso questa mattina, 2 ottobre, Papa Francesco nell'omelia della Messa celebrata in Piazza San Pietro dove in occasione dell'apertura della XVI Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi sul tema "Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione".

Omelia in cui non è mancato un pensiero ai venti di guerra che soffiano sempre più forti in Medio Oriente. Il Pontefice ha annunciato che domenica si recherà a Santa Maria Maggiore per invocare la pace, recitando il Rosario e invitando i membri del Sinodo a unirsi a lui. Il 7 ottobre, primo anniversario dell'inumano attacco di Hamas a Israele, ha anche indetto una giornata di preghiera e digiuno. «Per invocare dall'intercessione di Maria Santissima il dono della pace - ha detto -, domenica prossima mi recherò nella Basilica di Santa Maria Maggiore dove reciterò il santo Rosario e rivolgerò alla Vergine un'accorata supplica; se possibile, chiedo anche a voi, membri del Sinodo, di unirvi a me in quell'occasione. E, il giorno dopo, 7 ottobre, chiedo a tutti di vivere una giornata di preghiera e di digiuno per la pace nel mondo». «Fratelli e sorelle, riprendiamo questo cammino ecclesiale con uno sguardo rivolto al mondo, perché la comunità cristiana è sempre a servizio dell'umanità, per annunciare a tutti la gioia del Vangelo. Ce n'è bisogno, soprattutto in quest'ora drammatica della nostra storia, mentre i venti della guerra e i fuochi della violenza continuano a sconvolgere interi popoli e Nazioni», ha affermato papa Bergoglio.

 Davanti a quasi 400 tra cardinali, vescovi e sacerdoti partecipanti al Sinodo e a 20.000 di fedeli il Pontefice ha indicato la modalità più opportuna per consentire ai lavori (che inizieranno questo pomeriggio nell'Aula Paolo VI, in Vaticano, con la prima Congregazione generale) di essere fruttuosi. «Una via - ha detto - è certamente quella di accostarci con rispetto e attenzione, nella preghiera e alla luce della Parola di Dio, a tutti i contributi raccolti in questi tre anni di lavoro intenso, di condivisione, di confronto e di paziente sforzo di purificazione della mente e del cuore».

Dunque il Sinodo è «un luogo di ascolto nella comunione». E perché ciò avvenga, c’è una condizione, ha avvertito il Papa: «che ci liberiamo da quello che, in noi e tra noi, può impedire alla “carità dello Spirito” di creare armonia nella diversità. Non è in grado di sentire la voce del Signore chi con arroganza presume e pretende di averne l’esclusiva. Ogni parola invece va accolta con gratitudine e semplicità, per farsi eco di ciò che Dio ha donato a beneficio dei fratelli. Nel concreto, badiamo a non trasformare i nostri contributi in puntigli da difendere o agende da imporre, ma offriamoli come doni da condividere, pronti anche a sacrificare ciò che è particolare, se ciò può servire a far nascere insieme qualcosa di nuovo secondo il progetto di Dio».

Una cosa bisogna sempre tenere presente. «Le soluzioni ai problemi da affrontare non le abbiamo noi, ma Lui, e ricordiamoci che nel deserto non si scherza: se non si presta attenzione alla guida, presumendo di bastare a sé stessi, si può morire di fame e di sete, trascinando con sé anche gli altri. Mettiamoci dunque in ascolto della voce di Dio e del suo angelo, se davvero vogliamo procedere sicuri nel nostro cammino al di là dei limiti e delle difficoltà».

Il Sinodo perciò deve essere, citando san Paolo VI, «una casa […] di fratelli, un’officina d’intensa attività, un cenacolo di ardente spiritualità». «Tra noi, cari fratelli e sorelle, ci sono molte persone forti, preparate, capaci di sollevarsi in alto con i movimenti vigorosi di riflessioni e intuizioni geniali. Tutto ciò è una ricchezza, che ci stimola, ci spinge, ci costringe a volte a pensare in modo più aperto e ad andare avanti con decisione, come pure ci aiuta a rimanere saldi nella fede anche di fronte a sfide e difficoltà. Però è un dono che va unito, a tempo opportuno, alla capacità di rilassare i muscoli e di chinarsi, per offrirsi gli uni agli altri come abbraccio accogliente e luogo di riparo». Ciascuno, qui, - ha rimarcato ancora il Papa - si sentirà libero di esprimersi tanto più spontaneamente e liberamente, quanto più percepirà attorno a sé la presenza di amici che gli vogliono bene e che rispettano, apprezzano e desiderano ascoltare ciò che ha da dire. E questa per noi non è solo una tecnica di “facilitazione” del dialogo o una dinamica di comunicazione di gruppo: abbracciare, proteggere e prendersi cura è infatti parte stessa dell’indole della Chiesa, per sua vocazione luogo ospitale di raccolta, dove «la carità collegiale esige una perfetta armonia, da cui risulta la sua forza morale, la sua bellezza spirituale, la sua esemplarità».

«Non c'è bisogno di maggioranza e minoranza. Armonia, nelle differenze», ha aggiunto a braccio dal testo dell'omelia. «La Chiesa ha bisogno di luoghi pacifici e aperti, da creare prima di tutto nei cuori, in cui ciascuno si senta accolto come figlio in braccio a sua madre e come bimbo sollevato alla guancia dal padre».

Infine il Papa ha invitato a farsi piccoli. «Il Sinodo, data la sua importanza, in un certo senso ci chiede di essere “grandi” – nella mente, nel cuore, nelle vedute –, perché sono “grandi” e delicate le questioni da trattare, e ampi, universali gli scenari entro cui esse si collocano. Ma proprio per questo non possiamo permetterci di staccare gli occhi dal bambino, che Gesù continua a mettere al centro delle nostre riunioni e dei nostri tavoli di lavoro, per ricordarci che l’unica via per essere “all’altezza” del compito che ci è affidato, è quella di farci piccoli e di accoglierci a vicenda come tali, con umiltà».

 

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L’Assemblea sinodale che si è aperta a Roma non è un’assemblea parlamentare, cuore delle democrazie europee, in quanto:

a)non ha un autonomo potere deliberativo, ma solo consultivo, se non quando il Papa le consenta di deliberare e solo nel caso che concordi con il suo deliberato;

b)non è espressione della gente di fede, sia pure mediante procedure elettorali indirette, nelle quali le persone possano eleggere rappresentanti che poi, a loro volta, eleggano i membri dell’Assemblea sinodale. Quelli di questi ultimi che sono stati eletti lo sono stati in organismi non eletti dalla gente; l’Assemblea sinodale non è dunque un’assemblea rappresentativa;

c)non viene data pubblicità ai lavori che vi si svolgono, dalla quale emergano realisticamente le questioni controverse e le parti che le sostengono, ma solo un’informativa propagandistica tesa a nasconderle dando un’immagine di unanimismo non credibile, alla quale si dà il nome di comunione e in ambito ecclesiale si è tenuti a far mostra di credere, pur consapevoli che è inattendibile.

  La sfiducia verso le procedure parlamentari è sfiducia verso la democrazia e, da parte di chi si presenta come dalla parte del popolo, è espressione di populismo.

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Ricerca mediante ChatGPT di OpenAI del 2-10-24

Nella politologia contemporanea occidentale, il *populismo* è un concetto complesso che si riferisce a un approccio politico basato su una divisione tra "il popolo puro" e "l'élite corrotta". Si caratterizza per l’idea che la politica dovrebbe esprimere la volontà generale del popolo, spesso rappresentato come un’entità omogenea e moralmente superiore alle classi dirigenti.

I movimenti populisti, sia di destra che di sinistra, condividono alcune caratteristiche comuni:

1. **Antielitarismo**: I populisti criticano le élite politiche, economiche o culturali, accusandole di essere distaccate dai bisogni della popolazione.

2. **Appello diretto al popolo**: Il populismo si basa su una retorica che enfatizza il contatto diretto tra il leader e il popolo, bypassando le istituzioni o i meccanismi democratici tradizionali, come i partiti politici o i media.

3. **Semplicismo politico**: I populisti tendono a semplificare le questioni complesse, offrendo soluzioni immediate e spesso irrealistiche ai problemi politici, economici e sociali.

4. **Nazionalismo e sovranismo**: Molti movimenti populisti sottolineano la difesa della sovranità nazionale contro l’influenza di istituzioni sovranazionali o immigrati, promuovendo idee di protezionismo economico o chiusura dei confini.

Il populismo può manifestarsi in diverse forme ideologiche. Nella **destra populista**, esso può essere associato a posizioni anti-immigrazione, conservatrici e nazionaliste. Nella **sinistra populista**, spesso si concentra sulla lotta alle disuguaglianze economiche e sulla critica al neoliberismo.

In generale, il populismo nella politica contemporanea è visto come una reazione alle difficoltà economiche, alla crisi della rappresentanza politica e alla percezione di un crescente distacco tra le istituzioni e i cittadini.

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  Una forma di populismo è quello ispirato alla figura di Simon Bolivar, figura storica che il Papa, argentino, ha mostrato di apprezzare.

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Ricerche mediante ChatGPT di OpenAI del 2-10-24

Papa Francesco ha menzionato Simón Bolívar in diverse occasioni, spesso in contesti legati ai suoi viaggi in America Latina e ai discorsi sull'unità, la giustizia sociale e l'indipendenza dei popoli 

Uno degli interventi più significativi è avvenuto durante il suo **viaggio in Bolivia nel luglio 2015**, quando parlò della lotta per la giustizia sociale in America Latina, facendo riferimento all’eredità dei grandi leader indipendentisti come Bolívar. Papa Francesco ha elogiato Bolívar come un simbolo della lotta per la libertà, sottolineando il suo ruolo nella liberazione delle colonie spagnole e il suo impegno per l’unità e la sovranità dei popoli latinoamericani. 

Durante quel viaggio, il Papa ricevette anche una controversa croce intagliata in legno che rappresentava il Cristo su una falce e martello, un simbolo usato dal presidente boliviano Evo Morales. In quella occasione, Francesco ricordò l'importanza di mantenere viva la memoria storica di figure come Bolívar e altri leader della regione. 

In generale, Papa Francesco ha utilizzato la figura di Bolívar per promuovere valori come la giustizia, l’indipendenza dai poteri coloniali o imperialisti, e l’unità tra i popoli dell'America Latina, legando questi temi al suo messaggio pastorale di inclusione e lotta contro le disuguaglianze sociali.

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Simón Bolívar (1783-1830) è stato un leader militare e politico venezuelano, noto come il "Libertador" per il suo ruolo fondamentale nelle guerre d'indipendenza dell'America Latina contro il dominio spagnolo.

### Infanzia e formazione:

Nato a Caracas, nel Vicereame della Nuova Granada (oggi Venezuela), il 24 luglio 1783, Bolívar proveniva da una famiglia aristocratica. Rimase orfano da bambino e fu educato da insegnanti privati, tra cui Simón Rodríguez, che lo introdusse alle idee dell'Illuminismo. Viaggiò in Europa da giovane, dove si appassionò alle idee liberali e repubblicane, influenzato dalla Rivoluzione francese e da Napoleone Bonaparte.

### Lotta per l'indipendenza:

Nel 1810, Bolívar si unì ai movimenti rivoluzionari per l'indipendenza delle colonie spagnole in Sud America. Divenne il comandante dell'esercito venezuelano e combatté per liberare Venezuela, Colombia, Ecuador, Panama, Perù e Bolivia dal dominio spagnolo. La sua leadership nelle battaglie di Boyacá (1819), Carabobo (1821) e Pichincha (1822) fu decisiva per il successo della causa indipendentista.

### Visione politica:

Bolívar sognava un’America Latina unita e libera dal dominio coloniale. Propose la creazione di una grande federazione delle ex colonie spagnole, nota come la "Gran Colombia", composta da Venezuela, Colombia, Ecuador e Panama. Tuttavia, le divisioni interne e le differenze regionali impedirono la realizzazione duratura di questa visione.

### Fine della vita:

Negli ultimi anni della sua vita, Bolívar affrontò crescenti difficoltà politiche, tradimenti e disillusione. La Gran Colombia si frammentò, e nel 1830 si ritirò dalla vita pubblica. Morì di tubercolosi il 17 dicembre 1830, vicino a Santa Marta, in Colombia, impoverito e sconfitto.


Simón Bolívar rimane una figura iconica in tutta l'America Latina, celebrato come un eroe della liberazione e dell'indipendenza del continente.

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Il **bolivarismo**, ispirato alla figura di Simón Bolívar, non è originariamente un movimento populista nel senso contemporaneo del termine, ma è stato reinterpretato in chiave populista in epoca moderna, specialmente in Venezuela con Hugo Chávez e il suo movimento politico noto come **chavismo**. Questo ha portato a un adattamento delle idee bolivariane nel contesto del populismo latinoamericano.

### Caratteristiche principali del bolivarismo moderno (specie nella versione chavista):

1. **Culto della personalità di Bolívar**: Il bolivarismo si fonda sul richiamo alla figura storica di Bolívar, il Libertador, come simbolo di unità e di lotta contro l'oppressione coloniale e imperialista. Bolívar viene rappresentato come una figura quasi mitica, in grado di unificare e liberare il popolo dalla dominazione, ripresa in chiave moderna per contrastare le ingerenze straniere (in particolare quelle degli Stati Uniti).

2. **Antimperialismo**: Il bolivarismo contemporaneo, soprattutto sotto Chávez, ha un forte carattere anti-imperialista, opponendosi a quello che viene percepito come dominio politico ed economico delle grandi potenze, in particolare gli Stati Uniti. Questo si collega direttamente al discorso di lotta contro l’oppressione coloniale di Bolívar.

3. **Nazionalismo**: Il bolivarismo pone una forte enfasi sulla sovranità nazionale e l’indipendenza economica. Chávez e i suoi successori hanno promosso politiche di controllo statale sulle risorse naturali del Venezuela, specialmente il petrolio, in nome dell’autodeterminazione del popolo venezuelano.

4. **Socialismo del XXI secolo**: Il bolivarismo di Chávez ha reinterpretato le idee di Bolívar in una chiave socialista, cercando di costruire una società più equa attraverso la redistribuzione della ricchezza e il controllo statale sull’economia. Questo si traduce in politiche sociali volte a migliorare le condizioni di vita delle classi popolari, con l’obiettivo di una "democrazia partecipativa e protagonista", dove il popolo ha un ruolo diretto nelle decisioni politiche.

5. **Populismo**: Il bolivarismo chavista ha forti tratti populisti. Chávez si presentava come il rappresentante diretto del popolo, in contrasto con le élite economiche e politiche del Venezuela. La sua retorica era fortemente polarizzante, separando il “popolo puro” dall'“élite corrotta”. Prometteva di dare voce ai poveri e agli emarginati, identificandosi come il loro leader e intermediario.

6. **Appello diretto al popolo e democrazia plebiscitaria**: Il bolivarismo contemporaneo enfatizza una connessione diretta tra il leader (Chávez e successivamente Nicolás Maduro) e il popolo, bypassando le istituzioni rappresentative tradizionali. Questo si manifesta spesso nell’uso frequente di referendum, consultazioni popolari e un forte legame personale tra leader e massa.

### È populismo?

Sotto Chávez, il bolivarismo ha acquisito una forte dimensione populista, caratterizzata dall'appello diretto al popolo, dal rifiuto delle élite tradizionali, dal nazionalismo e dall’antimperialismo. Il movimento ha cercato di canalizzare il malcontento delle classi popolari, presentando il governo come il loro unico rappresentante autentico. Il bolivarismo chavista si allinea bene con le definizioni moderne di populismo in quanto si basa su una visione dicotomica della società, opponendo il "popolo" alle "élite" e cercando soluzioni semplici e radicali per problemi complessi.

Tuttavia, l'originale bolivarismo di Simón Bolívar non può essere classificato come populismo in senso contemporaneo, poiché si trattava più di un progetto di liberazione nazionale e di costruzione di stati indipendenti. La componente populista è stata una reinterpretazione moderna.

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  Il magistero sociale di Papa Francesco è centrato sull’idea di un popolo che, per virtù soprannaturale, intuisce la verità, quindi non vi giunge mediante lo studio e il dialogo aperto, libero e rispettoso dell’altrui dignità e libertà e basato su principi ragionevoli condivisi. È maturato in Sud America, dove è stato ed è ancora vivissimo il contrasto tra il liberalismo, in particolare nella versione statunitense e quello che il professore bolognese Loris Zanatta ha chiamato populismo gesuita.

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Ricerca mediante ChatGPT di OpenAI del 2-10-24

Il libro *"Il populismo gesuita. Perón, Fidel, Bergoglio"* di **Loris Zanatta** esplora le radici culturali e religiose del populismo in America Latina, concentrandosi su figure come **Juan Perón**, **Fidel Castro**, e **Papa Francesco**. Zanatta argomenta che il populismo latinoamericano ha radici profonde nell'immaginario gesuita, il quale si fonda su una visione manichea del mondo, in cui il popolo innocente si contrappone a un'élite corrotta. 

Secondo l'autore, il "populismo gesuita" vede la povertà come una condizione di purezza morale e considera la ricchezza come fonte di corruzione. Questa visione, afferma Zanatta, ha influenzato profondamente diversi movimenti populisti del continente, come il peronismo e il castrismo, creando un collegamento ideologico con l'utopia cristiana di un "Regno di Dio sulla terra", reinterpretata in chiave politica. Anche Papa Francesco, con il suo richiamo costante ai poveri e alle disuguaglianze, viene inserito in questo contesto, rappresentando una versione moderna di questo pensiero.

Il libro, pubblicato da Laterza nel 2020, cerca di spiegare come queste idee abbiano plasmato le dinamiche politiche e sociali dell'America Latina e siano arrivate fino al papato di Bergoglio.

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Nota: utilizzo il servizio di AI [artificial intelligence = intelligenza artificiale]  di OpenAI, al quale sono abbonato, per rendere più veloce l’elaborazione di contenuti. Come avverte il gestore del servizio, l’AI di ChatGPT di OpenAI, che è un sistema di ricerca, elaborazione e generazione  di testi molto evoluto in grado di colloquiare con l’utente, può talvolta generare risposte non corrette. Sono ciò che gli specialisti definiscono “allucinazioni” del sistema, analoghe a quelle vissute anche dalle menti umane. Gli utenti sono quindi invitati a verificare la correttezza delle risposte. In genere interrogo l’AI in materie in cui ho almeno un’informazione di base. Dove le risposte prodotte presentano evidenti incongruenze, ne verifico la correttezza, innanzi tutto utilizzando la stessa AI che è in grado di svolgere bene questo controllo, e poi servendomi di altre fonti, principalmente l’enciclopedia Treccani on line. Personalmente ho studiato e pratico il diritto italiano, complesso di materie in cui ho un’informazione più completa per ragioni professionali. Invito tuttavia i lettori a svolgere un lavoro analogo, approfondendo, sia quanto alle risposte generate dall’AI che trascrivo sia in genere quanto a tutto ciò che scrivo, perché, come ho osservato, anche la mente umana incontra gli stessi problemi di quella non umana, la cui architettura funzionale è modellata sulla prima. Il testo tra parentesi quadre che inserisco nella trascrizione della risposta generata dall’AI contiene mie correzioni basate su altre fonti. Le correzioni generate dalla stessa AI a seguito di mie richieste di verifica sono invece inserite nel testo senza evidenziazione.

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Mario Ardigò – Azione Cattolica in San Clemente papa – Roma, Monte Sacro, Valli