Cattolicesimo democratico 39
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Sopravvivere in un ordinato disordine
Il cattolicesimo contemporaneo è una forma di cristianesimo nella quale si dà molta importanza all’unità ecclesiastica sotto il potere assoluto, sovrano e universale del Papa di Roma [si veda la nota 1]. L’autorità papale è vista come fattore essenziale di ordine e quest’ultimo come essenziale per costituire la società come un unico organismo vivente. La metafora organicista del concepire la società come un unico corpo vivente la rende teologicamente intelligibile e in particolare ne spiega il fattore vitale nella perfusione del corpo da parte della grazia, dono dello Spirito. Si parla a questo proposito di corpo mistico [si veda la nota 2], in riferimento al quale il Papa di Roma, nella teologia cattolica, riveste il ministero di Vicario del Cristo, il quale di quel corpo viene considerato il capo. Queste concezioni teologiche risentono dell’importanza che, nell’antico pensiero filosofico delle culture ellenistiche, si dava al principio dell’armonia nelle cose della natura e in quelle sociali.
Ciò che è utile per avere una visione generale del senso della vita può però essere fuorviante quando si deve lavorare su scala minore. In quest’ultimo contesto natura e società ci appaiono realtà complesse, composte di moltitudini di elementi che si muovono e interagiscono in modo insieme ordinato e disordinato, ed è impossibile averne una visione chiara di tutto.
In particolare, il disordine sociale è sempre attraversato dall’azione ordinatrice delle culture, che in politica e nel diritto si esprime nella costituzione di istituzioni su basi giuridiche, ma esse subiscono costanti metamorfosi secondo le sottostanti dinamiche sociali. “Tutto cambia”: fu anch’esso un principio formulato nell’antica filosofia greca e corrisponde ad un’osservazione realistica. Dal Cinquecento europeo se ne prese progressivamente sempre meglio atto e questo portò ad un conflitto piuttosto duro tra la teologie e le scienze che studiavano natura e società. Si ricordano a questo proposito due figure di studiosi, Niccolò Machiavelli, vissuto tra il Quattrocento e il Cinquecento, e Galileo Galilei, vissuto tra il Cinquecento e il Seicento, delle cose della società il primo, della natura il secondo. Il Machiavelli, in particolare iniziò a pensare la costruzione sociale non a partire da un ordine ideale ma da come la società era realmente.
Da questo punto di vista si è constatato che la rigidità degli ordinamenti assolutistici non elimina il disordine, ma si limita a contenerne le manifestazioni sociali bloccandolo per un po’, così però esasperando i contrasti, specialmente nelle società di massa, molto complesse. Gli ordinamenti democratici, invece, prendono atto del fisiologico pluralismo sociale e assecondano le metamorfosi sociali, consentendo il mutamento ordinato delle istituzioni sociali, in questo, paradossalmente, garantendone la sopravvivenza. Perché, come si è visto in base all’osservazione sociale, tutto ciò che non muta, muore. Insomma: un disordine ordinato, non totalmente armonico, ma nemmeno del tutto caotico, è ciò che caratterizza natura e società umane e la democrazia è la via per cercare di governarlo in politica, sfruttandone le opportunità.
Mario Ardigò – Azione Cattolica in San Clemente papa – Roma, Monte Sacro, Valli
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Note
[Ricerche mediante ChatGPT di OpenAI del 23-10-24]
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Nota: utilizzo il servizio di AI [artificial intelligence = intelligenza artificiale] di OpenAI, al quale sono abbonato, per rendere più veloce l’elaborazione di contenuti. Come avverte il gestore del servizio, l’AI di ChatGPT di OpenAI, che è un sistema di ricerca, elaborazione e generazione di testi molto evoluto in grado di colloquiare con l’utente, può talvolta generare risposte non corrette. Sono ciò che gli specialisti definiscono “allucinazioni” del sistema, analoghe a quelle vissute anche dalle menti umane. Gli utenti sono quindi invitati a verificare la correttezza delle risposte. In genere interrogo l’AI in materie in cui ho almeno un’informazione di base. Dove le risposte prodotte presentano evidenti incongruenze, ne verifico la correttezza, innanzi tutto utilizzando la stessa AI che è in grado di svolgere bene questo controllo, e poi servendomi di altre fonti, principalmente l’enciclopedia Treccani on line. Personalmente ho studiato e pratico il diritto italiano, complesso di materie in cui ho un’informazione più completa per ragioni professionali. Invito tuttavia i lettori a svolgere un lavoro analogo, approfondendo, sia quanto alle risposte generate dall’AI che trascrivo sia in genere quanto a tutto ciò che scrivo, perché, come ho osservato, anche la mente umana incontra gli stessi problemi di quella non umana, la cui architettura funzionale è modellata sulla prima. Il testo tra parentesi quadre che inserisco nella trascrizione della risposta generata dall’AI contiene mie correzioni basate su altre fonti. Le correzioni generate dalla stessa AI a seguito di mie richieste di verifica sono invece inserite nel testo senza evidenziazione.
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1.L’autocomprensione della Chiesa di Roma come unica “cattolica”
La Chiesa di Roma ha cominciato a usare il termine "cattolica" già nei primi secoli del Cristianesimo, molto prima delle divisioni con le chiese ortodosse e protestanti. Il termine "cattolica" deriva dal greco *katholikos*, che significa "universale". Era usato per sottolineare la visione della Chiesa come l'unica vera Chiesa universale, aperta a tutte le persone e diffusa in tutto il mondo.
Il termine appare per la prima volta in forma scritta nella *Lettera ai cristiani di Smirne* di Sant'Ignazio di Antiochia, intorno all'anno 107 d.C., dove si riferisce alla "Chiesa cattolica" per descrivere la comunità cristiana in comunione con i vescovi legittimi, a differenza di gruppi scismatici o eretici.
La Chiesa di Roma ha cominciato a rivendicare in modo esplicito di essere l'unica vera "Chiesa cattolica" già nei primi secoli del cristianesimo, soprattutto in risposta alle eresie e ai gruppi scismatici che emergevano all'interno del mondo cristiano. Questo concetto di cattolicità implicava che l'unità della Chiesa fosse visibile e garantita dai vescovi, con un ruolo di particolare importanza assegnato alla sede di Roma.
La rivendicazione dell'unicità della Chiesa di Roma come "Chiesa cattolica" divenne più forte nei secoli successivi. Tra i fattori chiave che portarono a questa affermazione vi fu il ruolo del vescovo di Roma, che veniva visto non solo come il successore di San Pietro, ma anche come il garante dell'unità e dell'ortodossia della fede. Già nel III e IV secolo, papi come Cornelio e Damaso affermarono con forza che la Chiesa romana aveva un'autorità speciale, sottolineando la sua continuità con la tradizione apostolica.
[Nelle] dispute teologich, in particolare contro le eresie (come l'arianesimo, il donatismo e altre), la Chiesa di Roma si presentava come il punto di riferimento per l'ortodossia.
Uno dei momenti decisivi per la definizione dell'identità "cattolica" in opposizione ad altre chiese si ebbe con il Grande Scisma del 1054, che segnò la separazione tra la Chiesa d'Oriente (ortodossa) e la Chiesa d'Occidente (cattolica). Dopo lo scisma, la Chiesa di Roma rivendicò ancora più chiaramente di essere l'unica vera Chiesa "cattolica", cioè universale, basata sulla successione apostolica e sull'unità con il Papa.
Infine, con la Riforma protestante del XVI secolo, la Chiesa di Roma rafforzò ulteriormente la propria identità come unica "Chiesa cattolica", sottolineando la fedeltà alla tradizione e alla comunione con il Papa, in contrasto con le nuove comunità protestanti che si distaccarono dalla sua autorità. I Concili come il Concilio di Trento (1545-1563) furono cruciali nel riaffermare questo ruolo e nel definire con precisione dottrinale il concetto di "Chiesa cattolica" come distinta dalle altre confessioni cristiane.
In sintesi, la Chiesa di Roma ha sempre rivendicato una sua "cattolicità" in senso universale, ma questa rivendicazione si è consolidata in maniera decisiva in risposta alle eresie e agli scismi, fino ad assumere un carattere di esclusività a partire dallo Scisma del 1054 e, ancora di più, dopo la Riforma protestante.
La distinzione formale tra la Chiesa cattolica e altre chiese cristiane, come la Chiesa ortodossa, è avvenuta in modo più chiaro con lo scisma del 1054, noto come Grande Scisma, che ha segnato la separazione tra la Chiesa d'Occidente, incentrata su Roma, e la Chiesa d'Oriente, con sede a Costantinopoli. La Riforma protestante nel XVI secolo ha ulteriormente consolidato l'uso del termine "cattolica" per distinguere la Chiesa di Roma dalle comunità protestanti.
Dopo la Riforma, la Chiesa romana ha cominciato a riferirsi con più decisione a sé stessa come "Chiesa cattolica" per evidenziare la sua fedeltà alla tradizione apostolica e alla continuità con la Chiesa primitiva, in contrapposizione ai riformatori protestanti e ai gruppi che si erano distaccati dalla Chiesa romana.
2.Corpo mistico nella teologia cattolica
Il concetto di "corpo mistico" è centrale nella teologia cattolica ed è una metafora utilizzata per descrivere la natura della Chiesa in relazione a Cristo e ai suoi membri. Deriva principalmente dalle lettere di San Paolo, soprattutto dalla Prima Lettera ai Corinzi (12,12-27) e dalla Lettera ai Romani (12,4-5), dove l'Apostolo descrive la Chiesa come un corpo, con Cristo come capo e i fedeli come membra.
### Significato teologico del "corpo mistico"
1. **Cristo come capo della Chiesa**: Il concetto di "corpo mistico" indica l'unione spirituale e soprannaturale tra Cristo e i membri della Chiesa. Cristo è considerato il capo del corpo, la guida e il principio vitale. Questa immagine sottolinea la relazione intima e inscindibile tra Cristo e la Chiesa. Ogni membro della Chiesa è parte integrante di questo corpo, e tutti insieme formano un'unità organica.
2. **I fedeli come membra**: I fedeli, a loro volta, sono le membra di questo corpo. Come ogni parte di un corpo umano ha una funzione specifica e contribuisce al benessere dell'intero organismo, così ogni cristiano ha un ruolo e una missione all'interno della Chiesa. Questo implica una diversità di doni e carismi, ma anche una solidarietà e una reciproca interdipendenza. Nessun membro è indipendente dagli altri, e ogni cristiano è chiamato a contribuire al bene della comunità.
3. **Unità nella diversità**: Il corpo mistico è un'immagine che sottolinea l'unità della Chiesa nella diversità dei suoi membri. Ogni fedele ha una vocazione particolare, ma tutti condividono lo stesso Spirito e partecipano allo stesso mistero di salvezza. Questa unità è un riflesso della comunione d'amore tra le Persone della Trinità, ed è garantita dalla comunione con Cristo, attraverso la grazia dei sacramenti, specialmente l'Eucaristia.
4. **L'Eucaristia come fonte di unità**: La dottrina del corpo mistico è strettamente legata alla teologia eucaristica. Nell'Eucaristia, i fedeli ricevono il Corpo e il Sangue di Cristo e, attraverso questo sacramento, diventano una cosa sola con Lui e tra loro. L'Eucaristia è quindi il segno più visibile e tangibile di questa unità mistica tra Cristo e la Chiesa.
5. **Missione della Chiesa**: Il corpo mistico non è solo un'entità spirituale e invisibile, ma ha anche una missione visibile nel mondo. La Chiesa, come corpo di Cristo, continua l'opera di salvezza e redenzione iniziata da Cristo. Questo implica l'evangelizzazione, la carità e la testimonianza della fede. Ogni membro della Chiesa è chiamato a partecipare a questa missione secondo i propri doni e il proprio stato di vita.
6. **Comunione dei santi**: La dottrina del corpo mistico include anche la comunione dei santi, che si estende oltre i confini del tempo e dello spazio. Tutti i battezzati, vivi o defunti, fanno parte del corpo mistico di Cristo. Questo implica una solidarietà spirituale tra i membri della Chiesa militante (i fedeli sulla terra), la Chiesa purgante (le anime nel purgatorio) e la Chiesa trionfante (i santi in paradiso). Tutti sono uniti in Cristo e possono intercedere gli uni per gli altri.
### Sviluppo storico e magisteriale
Il concetto di "corpo mistico" ha avuto un approfondimento teologico significativo nel corso dei secoli, soprattutto nel Medioevo e nell'età moderna. È stato formalmente trattato in vari documenti del magistero cattolico, in particolare nell'enciclica di Papa Pio XII *Mystici Corporis Christi* (1943), che ha offerto una sintesi autorevole della dottrina.
Nell'enciclica, Papa Pio XII ha sottolineato l'importanza del corpo mistico come realtà sia spirituale che visibile. La Chiesa non è solo un'entità spirituale, ma anche una comunità concreta e visibile, con una struttura gerarchica e sacramentale. Tuttavia, questa struttura visibile è al servizio della realtà invisibile e soprannaturale della comunione con Cristo.
### Implicazioni teologiche
- **Ecclesiologia**: Il corpo mistico è una delle immagini più potenti per spiegare la natura della Chiesa. Essa è sia una realtà spirituale che visibile, ed è in costante comunione con Cristo. La Chiesa non è semplicemente un'organizzazione umana, ma un organismo divino-umano, animato dallo Spirito Santo.
- **Soteriologia**: La partecipazione al corpo mistico è essenziale per la salvezza. Entrando nella Chiesa attraverso il battesimo, i fedeli partecipano alla vita stessa di Cristo e ricevono la grazia salvifica.
- **Moralità e spiritualità**: La dottrina del corpo mistico implica che i cristiani devono vivere in comunione e solidarietà. Le opere di carità, l'amore fraterno e la preghiera reciproca sono segni della vita di questo corpo. Inoltre, il peccato di un singolo membro ha un impatto su tutto il corpo, e la santità di ciascuno contribuisce al bene di tutti.
In sintesi, il concetto di "corpo mistico" nella teologia cattolica esprime l'unità profonda tra Cristo e la Chiesa, nonché tra i membri stessi della Chiesa, sottolineando la loro interconnessione spirituale e la loro partecipazione alla missione salvifica di Cristo.
La teologia cattolica del "corpo mistico" ha radici antiche, che risalgono ai primi secoli del cristianesimo, e si sviluppa soprattutto attraverso l'insegnamento di San Paolo. Tuttavia, la formulazione sistematica di questa dottrina si è evoluta nel corso dei secoli, raggiungendo una maturazione più completa nel corso della storia della Chiesa.
### Radici bibliche
La teologia del "corpo mistico" si fonda principalmente sugli scritti del Nuovo Testamento, specialmente sulle lettere di San Paolo. Due dei passaggi più significativi si trovano:
1. **Prima Lettera ai Corinzi (12,12-27)**: In questo brano, San Paolo descrive la Chiesa come un corpo con molte membra, sottolineando che, pur essendo molti, i cristiani formano un solo corpo in Cristo. Ogni membro del corpo ha un ruolo specifico e tutti sono interdipendenti. Cristo è il capo e i fedeli sono le membra, unite dallo Spirito Santo.
2. **Lettera ai Romani (12,4-5)**: Anche qui San Paolo parla della Chiesa come un corpo composto da molte membra, che hanno funzioni diverse, ma che sono unite in Cristo.
Questi passaggi costituiscono la base scritturale della dottrina del corpo mistico e furono utilizzati dai Padri della Chiesa per sviluppare ulteriormente il concetto.
### Sviluppo patristico
Durante i primi secoli della Chiesa, i Padri della Chiesa rifletterono e ampliarono l'insegnamento paolino. Tra i più influenti vi sono:
- **Sant'Agostino (354-430)**: Egli sviluppò in modo significativo il concetto di "corpo mistico", collegandolo al mistero dell'unità tra Cristo e la Chiesa. Per Agostino, il corpo mistico comprende tutti i fedeli, vivi e defunti, uniti a Cristo nella comunione dei santi. Inoltre, Sant'Agostino sottolineò l'importanza dell'Eucaristia come sacramento che realizza visibilmente e spiritualmente questa unità mistica tra Cristo e i suoi membri.
- **San Giovanni Crisostomo (347-407)**: Anche Giovanni Crisostomo usò frequentemente l'immagine del corpo per spiegare l'unità della Chiesa e la diversità dei suoi membri, evidenziando il ruolo centrale di Cristo come capo del corpo.
### Sviluppo medievale
Nel Medioevo, la teologia del corpo mistico continuò a essere approfondita, in particolare dai teologi scolastici. **San Tommaso d'Aquino (1225-1274)** sviluppò ulteriormente il concetto nel suo pensiero teologico. Egli spiegò che la Chiesa visibile sulla terra e la comunione dei santi nei cieli costituiscono un'unica realtà, e Cristo agisce come capo che guida e vivifica tutto il corpo attraverso la grazia.
San Tommaso affermò anche che il corpo mistico è un corpo spirituale che si manifesta concretamente nella Chiesa, attraverso i sacramenti e la vita di fede dei suoi membri. Per lui, l'Eucaristia è particolarmente centrale nel mantenere l'unità del corpo mistico, poiché è il sacramento attraverso il quale i fedeli partecipano pienamente alla vita di Cristo.
### Magistero della Chiesa
Il concetto di corpo mistico venne formalizzato ulteriormente nel corso della storia della Chiesa, ma raggiunse una chiara definizione nel XX secolo. Un momento chiave per la teologia cattolica del corpo mistico è stata l'enciclica **Mystici Corporis Christi** di Papa Pio XII, promulgata nel 1943. In questo documento, il Papa afferma in modo chiaro e autorevole la dottrina del corpo mistico, spiegando che la Chiesa non è semplicemente una società visibile o una comunità umana, ma un mistero soprannaturale. Cristo è il capo del corpo, e i fedeli, attraverso la grazia dei sacramenti, sono uniti a Lui in una comunione che trascende i confini visibili.
L'enciclica evidenzia tre elementi essenziali della dottrina:
1. **Cristo come capo del corpo**: Cristo è la sorgente di vita per la Chiesa, e questa unione non è solo morale, ma reale e soprannaturale.
2. **La Chiesa visibile e invisibile**: La Chiesa è una realtà sia visibile, attraverso la gerarchia e i sacramenti, sia invisibile, nella sua dimensione spirituale e nella comunione dei santi.
3. **L'importanza dell'Eucaristia**: L'Eucaristia è il centro vitale del corpo mistico, il sacramento che unisce i fedeli a Cristo e tra loro.
### Concilio Vaticano II
Il **Concilio Vaticano II** (1962-1965) diede nuova enfasi al concetto di corpo mistico, sviluppando ulteriormente l'ecclesiologia della Chiesa. Nella costituzione dogmatica **Lumen Gentium**, la Chiesa viene descritta come il "Popolo di Dio", ma si ribadisce anche il concetto del corpo mistico come una realtà organica e soprannaturale. Il Concilio sottolinea che la Chiesa è un mistero di comunione, guidata dallo Spirito Santo, e che tutti i fedeli, attraverso il battesimo, partecipano al corpo mistico di Cristo.
### Conclusione
La teologia del "corpo mistico" ha radici profonde nella Scrittura e nei Padri della Chiesa, sviluppandosi lungo tutta la storia della teologia cattolica. È stata formalmente articolata nel magistero, soprattutto con l'enciclica *Mystici Corporis Christi* di Papa Pio XII e ulteriormente approfondita dal Concilio Vaticano II. Questo concetto esprime l'unità profonda tra Cristo e la Chiesa, e la vocazione di tutti i fedeli a partecipare alla vita e alla missione di Cristo come membra del suo corpo.