INFORMAZIONI UTILI SU QUESTO BLOG

  Questo blog è stato aperto da Mario Ardigò per consentire il dialogo fra gli associati dell'associazione parrocchiale di Azione Cattolica della Parrocchia di San Clemente Papa, a Roma, quartiere Roma - Montesacro - Valli, un gruppo cattolico, e fra essi e altre persone interessate a capire il senso dell'associarsi in Azione Cattolica, palestra di libertà e democrazia nello sforzo di proporre alla società del nostro tempo i principi di fede, secondo lo Statuto approvato nel 1969, sotto la presidenza nazionale di Vittorio Bachelet, e aggiornato nel 2003.

  This blog was opened by Mario Ardigò to allow dialogue between the members of the parish association of Catholic Action of the Parish of San Clemente Papa, in Rome, the Roma - Montesacro - Valli district, a Catholic group, and between them and other interested persons to understand the meaning of joining in Catholic Action, a center of freedom and democracy in the effort to propose the principles of faith to the society of our time, according to the Statute approved in 1969, under the national presidency of Vittorio Bachelet, and updated in 2003.

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L’Azione Cattolica Italiana è un’associazione di laici nella chiesa cattolica che si impegnano liberamente per realizzare, nella comunità cristiana e nella società civile, una specifica esperienza, ecclesiale e laicale, comunitaria e organica, popolare e democratica. (dallo Statuto)

Italian Catholic Action is an association of lay people in the Catholic Church who are freely committed to creating a specific ecclesial and lay, community and organic, popular and democratic experience in the Christian community and in civil society. (from the Statute)

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  Questo blog è un'iniziativa di laici aderenti all'Azione Cattolica della parrocchia di San Clemente papa e manifesta idee ed opinioni espresse sotto la personale responsabilità di chi scrive. Esso non è un organo informativo della parrocchia né dell'Azione Cattolica e, in particolare, non è espressione delle opinioni del parroco e dei sacerdoti suoi collaboratori, anche se i laici di Azione Cattolica che lo animano le tengono in grande considerazione.

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  Scrivo per dare motivazioni ragionevoli all’impegno sociale. Lo faccio secondo l’ideologia corrente dell’Azione Cattolica, che opera principalmente in quel campo, e secondo la mia ormai lunga esperienza di vita sociale. Quindi nell’ordine di idee di una fede religiosa, dalla quale l’Azione Cattolica trae i suoi più importanti principi sociali, ma senza fare un discorso teologico, non sono un teologo, e nemmeno catechistico, di introduzione a quella fede. Secondo il metodo dell’Azione Cattolica cerco di dare argomenti per una migliore consapevolezza storica e sociale, perché per agire in società occorre conoscerla in maniera affidabile. Penso ai miei interlocutori come a persone che hanno finito le scuole superiori, o hanno raggiunto un livello di cultura corrispondente a quel livello scolastico, e che hanno il tempo e l’esigenza di ragionare su quei temi. Non do per scontato che intendano il senso della terminologia religiosa, per cui ne adotto una neutra, non esplicitamente religiosa, e, se mi capita di usare le parole della religione, ne spiego il senso. Tengo fuori la spiritualità, perché essa richiede relazioni personali molto più forti di quelle che si possono sviluppare sul WEB, cresce nella preghiera e nella liturgia: chi sente il desiderio di esservi introdotto deve raggiungere una comunità di fede. Può essere studiata nelle sue manifestazioni esteriori e sociali, come fanno gli antropologi, ma così si rimane al suo esterno e non la si conosce veramente.

  Cerco di sviluppare un discorso colto, non superficiale, fatto di ragionamenti compiuti e con precisi riferimenti culturali, sui quali chi vuole può discutere. Il mio però non è un discorso scientifico, perché di quei temi non tratto da specialista, come sono i teologi, gli storici, i sociologi, gli antropologi e gli psicologi: non ne conosco abbastanza e, soprattutto, non so tutto quello che è necessario sapere per essere un specialista. Del resto questa è la condizione di ogni specialista riguardo alle altre specializzazioni. Le scienze evolvono anche nelle relazioni tra varie specializzazioni, in un rapporto interdisciplinare, e allora il discorso colto costituisce la base per una comune comprensione. E, comunque, per gli scopi del mio discorso, non occorre una precisione specialistica, ma semmai una certa affidabilità nei riferimento, ad esempio nella ricostruzione sommaria dei fenomeni storici. Per raggiungerla, nelle relazioni intellettuali, ci si aiuta a vicenda, formulando obiezioni e proposte di correzioni: in questo consiste il dialogo intellettuale. Anch’io mi valgo di questo lavoro, ma non appare qui, è fatto nei miei ambienti sociali di riferimento.

  Un cordiale benvenuto a tutti e un vivo ringraziamento a tutti coloro che vorranno interloquire.

  Dall’anno associativo 2020/2021 il gruppo di AC di San Clemente Papa si riunisce abitualmente due martedì e due sabati al mese, alle 17, e anima la Messa domenicale delle 9. Durante la pandemia da Covid 19 ci siamo riuniti in videoconferenza Google Meet. Anche dopo che la situazione sanitaria sarà tornata alla normalità, organizzeremo riunioni dedicate a temi specifici e aperte ai non soci con questa modalità.

 Per partecipare alle riunioni del gruppo on line con Google Meet, inviare, dopo la convocazione della riunione di cui verrà data notizia sul blog, una email a mario.ardigo@acsanclemente.net comunicando come ci si chiama, la email con cui si vuole partecipare, il nome e la città della propria parrocchia e i temi di interesse. Via email vi saranno confermati la data e l’ora della riunione e vi verrà inviato il codice di accesso. Dopo ogni riunione, i dati delle persone non iscritte verranno cancellati e dovranno essere inviati nuovamente per partecipare alla riunione successiva.

 La riunione Meet sarà attivata cinque minuti prima dell’orario fissato per il suo inizio.

Mario Ardigò, dell'associazione di AC S. Clemente Papa - Roma

NOTA IMPORTANTE / IMPORTANT NOTE

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venerdì 4 ottobre 2024

Cattolicesimo democratico – 26 Uno per tutti

 

Cattolicesimo democratico – 26

Uno per tutti

 

  I Vangeli sono letteratura molto diversa dagli altri libri compresi nella Bibbia cristiana. Contengono narrazioni di fatti che i loro autori ritenevano essere realmente accaduti ma che non riguardano direttamente la politica. I libri biblici detti storici l’hanno invece come oggetto principale, a parte quello di Rut:

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[Ricerca ChatGPT di OpenAI 4-10-24]

Nella Bibbia cristiana, i libri "storici" si riferiscono a una sezione dell'Antico Testamento che narra la storia del popolo di Israele, dalla conquista della Terra Promessa fino al periodo post-esilio. Questi libri raccontano eventi storici e sono spesso caratterizzati da un'attenzione particolare ai temi della fede e della relazione tra Dio e il Suo popolo.

 I libri storici della Bibbia cristiana sono:

1. **Giosuè** - Racconta la conquista e la divisione della Terra Promessa da parte degli Israeliti, guidati da Giosuè.

2. **Giudici** - Descrive il periodo dei giudici, i leader temporanei che guidavano Israele durante le crisi, prima dell'istituzione della monarchia.

3. **Rut** - Una storia personale di fedeltà e redenzione, ambientata nel periodo dei giudici, che si concentra sulla figura di Rut e sulla sua devozione.

4. **1 e 2 Samuele** - Coprono la nascita della monarchia in Israele, narrando la vita di Samuele, l'ultimo giudice, e dei re Saul e Davide.

5. **1 e 2 Re** - Raccontano la storia dei regni di Israele e Giuda, dalla morte di Davide fino alla distruzione di Gerusalemme e alla deportazione in Babilonia.

6. **1 e 2 Cronache** - Simili ai libri dei Re, ma con un'enfasi diversa, sottolineano il ruolo dei re e del tempio, e spesso rileggono gli eventi con una prospettiva più positiva.

7. **Esdra** - Descrive il ritorno degli Ebrei dall'esilio babilonese e la ricostruzione del Tempio a Gerusalemme.

8. **Neemia** - Racconta la ricostruzione delle mura di Gerusalemme e le riforme religiose e sociali portate avanti da Neemia.

9. **Ester** - Narra la storia di Ester, una donna ebrea che divenne regina di Persia e salvò il suo popolo da un complotto per sterminarlo.

[10. **1 Maccabei** e **2 Maccabei**]

  I due libri dei Maccabei, **1 Maccabei** e **2 Maccabei**, fanno parte dei testi storici della Bibbia, ma sono inclusi nel canone biblico solo dalla tradizione cattolica e ortodossa; nella tradizione protestante sono considerati apocrifi.

Entrambi i libri trattano della resistenza e delle guerre degli Ebrei contro la dominazione ellenistica sotto il re Antioco IV Epifane e raccontano eventi accaduti nel II secolo a.C., noti come le guerre maccabaiche. Ecco una breve panoramica:

1. **1 Maccabei** – Questo libro narra in modo cronologico e dettagliato la rivolta dei Maccabei, una famiglia ebrea guidata da Mattatia e dai suoi figli, tra cui Giuda Maccabeo, contro le forze ellenistiche che cercavano di imporre la cultura greca e di vietare la pratica del giudaismo. Il libro descrive le battaglie, la strategia e la politica dei Maccabei, fino alla restaurazione del Tempio e alla purificazione di Gerusalemme.

2. **2 Maccabei** – A differenza del primo, 2 Maccabei non è una continuazione ma piuttosto un racconto parallelo, con un’attenzione particolare agli aspetti religiosi e morali della lotta contro l'ellenizzazione. Il libro enfatizza la fede e il martirio di coloro che rimasero fedeli alla legge ebraica, e include episodi di miracoli e interventi divini a favore del popolo.   

  Entrambi i libri sono significativi per la storia ebraica e offrono una comprensione profonda della lotta per la libertà religiosa, che è alla base della festività ebraica di **Hanukkah**, celebrata per ricordare la purificazione del Tempio di Gerusalemme.

[Tutti] questi libri sono considerati storici perché trattano di eventi concreti e sono collocati in un contesto storico ben definito, sebbene siano anche impregnati di significato religioso e teologico.

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  Si tratta di letteratura piena di violenza, anche particolarmente efferata e di tipo stragista, addirittura genocida. Ci sono storie di popoli in guerra e anche di intrighi politici. E’ stata ciclicamente utilizzata anche dai cristiani per motivare, giustificandole, le loro guerre, come pure, ad esempio, il loro razzismo.

 Alle origini ci fu chi propose di considerare testi sacri per i cristiani solo quelli compresi nel Nuovo Testamento, e tra essi naturalmente i Vangeli, che ne costituiscono la parte più importante.

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[Ricerca ChatGPT di OpenAI 4-10-24]

Alle origini del cristianesimo, fu **Marcione di Sinope** (circa 85-160 d.C.) a proporre per primo di considerare sacri per i cristiani solo alcuni testi del Nuovo Testamento, escludendo l'Antico Testamento. Marcione, infatti, sviluppò una teologia che vedeva una netta distinzione tra il Dio dell'Antico Testamento, che considerava giustiziere e legato alla legge mosaica, e il Dio del Nuovo Testamento, che identificava con il Dio dell'amore rivelato da Gesù Cristo.

  Secondo Marcione, l'Antico Testamento ebraico non era compatibile con il messaggio cristiano e quindi non doveva essere considerato parte delle Scritture sacre per i cristiani. Propose così un canone che includeva solo il Vangelo di Luca (in una versione modificata) e alcune lettere dell'apostolo Paolo, che riteneva in linea con la sua visione teologica.

  Il pensiero di Marcione fu però rifiutato dalla Chiesa primitiva, che lo considerò eretico. La Chiesa cristiana, al contrario, riconobbe sia l'Antico che il Nuovo Testamento come parte integrante delle sue Scritture sacre, considerandoli ispirati da Dio e fondamentali per la fede cristiana.

  Marcione di Sinope (circa 85-160 d.C.) è stato un importante esponente delle prime comunità cristiane, noto per aver proposto una visione radicalmente distinta del cristianesimo che ha poi portato alla sua scomunica e alla fondazione di una corrente religiosa indipendente, il marcionismo.

 Originario della città di Sinope, nel Ponto (l'odierna Turchia), Marcione era figlio di un vescovo cristiano, ma fu allontanato dalla sua comunità a causa delle sue idee controverse. Giunto a Roma intorno al 140 d.C., Marcione iniziò a diffondere la sua dottrina, fondata sulla distinzione tra il Dio dell'Antico Testamento, visto come giustiziere e vendicativo, e il Dio del Nuovo Testamento, rivelato da Gesù Cristo, che invece predicava amore e compassione. Marcione riteneva che il Dio dell'Antico Testamento fosse inferiore e legato esclusivamente al popolo ebraico, mentre il Dio di Gesù era universale e portatore di salvezza per tutti.

  Per sostenere la sua dottrina, Marcione elaborò un proprio canone delle Scritture, includendo solo una versione ridotta del Vangelo di Luca e dieci lettere di Paolo, che riteneva libere dalle influenze giudaiche. Escluse completamente l'Antico Testamento, considerandolo irrilevante per la fede cristiana.

  La Chiesa primitiva, tuttavia, considerò le idee di Marcione eretiche e lo scomunicò nel 144 d.C. Nonostante ciò, il marcionismo continuò a diffondersi e a esercitare una certa influenza per alcuni secoli, soprattutto in Oriente, fino a essere gradualmente assorbito o soppiantato da altre correnti cristiane ortodosse. Marcione, con la sua visione, contribuì involontariamente a stimolare il processo di definizione del canone biblico, in reazione al quale la Chiesa confermò l'inclusione sia dell'Antico che del Nuovo Testamento come Scritture sacre.

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  Anche una grande anima come la filosofa francese Simon Weil (1909-1943) non riusciva ad accettare la violenza che c’era nei libri storici che i cristiani avevano recepito dall’antico giudaismo.

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Simone Weil, la filosofa e mistica francese, aveva un rapporto complesso e critico con l'Antico Testamento. Pur essendo nata in una famiglia ebrea, si avvicinò al cristianesimo, ma senza mai convertirsi formalmente. Weil nutriva una profonda ammirazione per Gesù e per il messaggio del Nuovo Testamento, ma espresse riserve sull'Antico Testamento.

  Secondo Weil, molte parti dell'Antico Testamento contenevano aspetti che percepiva come crudeli, violenti e incompatibili con il messaggio d'amore e compassione predicato da Gesù. Considerava queste parti un riflesso di un Dio giustiziere, simile a come lo interpretava Marcione, e faticava a riconciliarle con la sua visione spirituale. Tuttavia, Weil non rifiutava del tutto l'Antico Testamento: trovava valore in alcuni libri, come i Salmi e i Profeti, che considerava portatori di una profonda spiritualità e di un senso di giustizia e compassione.

  La sua posizione sull'Antico Testamento, quindi, era selettiva e interpretativa: accettava quegli elementi che sentiva in sintonia con la sua esperienza spirituale, mentre metteva in discussione quelli che le sembravano distanti dal messaggio cristiano di amore incondizionato.

 Simone Weil (1909-1943) è stata una filosofa, mistica e attivista francese, nota per le sue idee originali e radicali che hanno influenzato il pensiero religioso, politico e sociale del XX secolo. Nata a Parigi in una famiglia ebraica colta e laica, mostrò fin da giovane un'intelligenza brillante e una forte sensibilità verso le questioni di giustizia e umanità. Studiò all'École Normale Supérieure, dove si laureò in filosofia, distinguendosi come una delle studentesse più dotate della sua generazione.

  Weil abbracciò presto le cause dei lavoratori, partecipando attivamente alle lotte sindacali e lavorando come operaia per comprendere le difficoltà della classe operaia. Le sue esperienze nei contesti industriali la portarono a elaborare riflessioni profonde sulla condizione umana e sulla natura dell’oppressione, critiche verso il capitalismo, ma anche verso il socialismo dogmatico.

  Durante gli anni '30, si avvicinò al cristianesimo, pur senza convertirsi formalmente. L'incontro con il Vangelo di Matteo e con la spiritualità cristiana trasformò il suo pensiero, orientandolo verso un misticismo che cercava di conciliare compassione, sacrificio e attenzione agli ultimi. In questo periodo, sviluppò anche una visione critica dell'Antico Testamento, percepito come meno in sintonia con il messaggio di amore radicale del Nuovo Testamento.

  Nel 1942, a causa dell'occupazione nazista, si rifugiò negli Stati Uniti e poi in Inghilterra, dove collaborò con la Francia libera di De Gaulle. Tuttavia, la sua fragile salute e il rifiuto di accettare aiuti superiori a quelli disponibili ai suoi compatrioti durante la guerra la indebolirono ulteriormente. Morì di tubercolosi nel 1943, a soli 34 anni.

  Il pensiero di Weil, raccolto in opere postume come *La gravità e la grazia* e *L’ombra e la grazia*, esplora temi di fede, sofferenza e redenzione, lasciando un’eredità duratura come figura di profonda spiritualità e impegno etico.

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  Nei libri storici originati dall’antico giudaismo e adottati dai cristiani come proprie scritture sacre, insieme alla letteratura del Nuovo Testamento, si trova il fondamento teologico della gran parte degli orientamenti espressi nella dottrina sociale in materia di politica. Essi sono centrati su figure maschili di condottieri, profeti, re, sacerdoti. Da qui poi la convinzione che il governo ecclesiastico, in particolare il  ministero del vescovo, e quindi anche del Papa, sia espressione di potere regale, profetico e sacerdotale, idea che costituisce un adattamento del pensiero teologico del protestante riformato francese Giovanni Calvino.

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[Ricerca mediante ChatGPT di OpenAI del 4-10-24]

  Il teologo che per primo iniziò a parlare in modo sistematico dei tre uffici di **"potere regale, profetico e sacerdotale"** nel contesto cristiano fu **Giovanni Calvino** nel XVI secolo. Calvino, uno dei principali riformatori protestanti, elaborò questa dottrina nella sua opera *Istituzione della religione cristiana*, pubblicata per la prima volta nel 1536 e ampliata nelle edizioni successive.

  Calvino sviluppò l'idea che Cristo svolge tre ruoli fondamentali per la salvezza e la vita spirituale dei credenti:

1. **Re** - Cristo è visto come il Re che governa il Regno di Dio e protegge il suo popolo, esercitando la sua sovranità e giustizia.

2. **Profeta** - Egli è il Profeta che rivela la volontà di Dio e porta la parola divina al popolo, illuminando le menti dei credenti.

3. **Sacerdote** - Cristo è anche il Sommo Sacerdote che intercede per l'umanità presso Dio, offrendo se stesso come sacrificio perfetto per la redenzione dei peccati.

  Calvino applicò questi tre uffici anche al sacerdozio di tutti i credenti, sostenendo che, attraverso l'unione con Cristo, ogni cristiano partecipa in qualche modo a questi uffici: con il potere regale si intende la capacità di combattere il peccato e vivere una vita santa; con il potere profetico, la testimonianza della verità del Vangelo; e con il potere sacerdotale, la possibilità di accostarsi direttamente a Dio senza la necessità di un mediatore umano.

Questa triplice funzione di Cristo e dei credenti è diventata un elemento centrale della teologia riformata e ha influenzato profondamente la comprensione protestante della vocazione e della vita cristiana.

Giovanni Calvino (1509-1564) fu un teologo e riformatore protestante francese, figura chiave della Riforma Protestante. Nato a Noyon, studiò diritto e teologia a Parigi, dove abbracciò il protestantesimo. Nel 1536 pubblicò la *Istituzione della religione cristiana*, un’opera fondamentale che sistematizzava le dottrine della fede riformata.

  Costretto a lasciare la Francia, si stabilì a Ginevra [,in Svizzera], dove riorganizzò la città secondo principi teocratici e influenzò profondamente la sua vita religiosa e sociale. Calvino sosteneva la sovranità assoluta di Dio, la predestinazione e il "sacerdozio universale" dei credenti. Fondò una scuola di teologia che attirò studenti da tutta Europa, diffondendo il Calvinismo in molti paesi.

 Morì a Ginevra, lasciando un'eredità duratura nel pensiero protestante, che influenzò la vita religiosa e politica europea nei secoli successivi.

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  Nella Costituzione dogmatica sulla Chiesa Luce per le genti – Lumen gentium deliberata durante  il Concilio Vaticano 2, è si scrisse che i cosiddetti laici sono stati resi partecipi dell’ufficio sacerdotale, profetico e regale di Cristo:

 

31. Col nome di laici si intende qui l'insieme dei cristiani ad esclusione dei membri dell'ordine sacro e dello stato religioso sancito nella Chiesa, i fedeli cioè, che, dopo essere stati incorporati a Cristo col battesimo e costituiti popolo di Dio e, nella loro misura, resi partecipi dell'ufficio sacerdotale, profetico e regale di Cristo, per la loro parte compiono, nella Chiesa e nel mondo, la missione propria di tutto il popolo cristiano.

 

e del sacerdozio universale  dei credenti, sia pure distinguendo il sacerdozio comune dei fedeli  da quello ministeriale o gerarchico del clero:

 

Il sacerdozio comune dei fedeli

10. Cristo Signore, pontefice assunto di mezzo agli uomini (cfr. Eb 5,1-5), fece del nuovo popolo « un regno e sacerdoti per il Dio e il Padre suo » (Ap 1,6; cfr. 5,9-10). Infatti per la rigenerazione e l'unzione dello Spirito Santo i battezzati vengono consacrati per formare un tempio spirituale e un sacerdozio santo, per offrire, mediante tutte le attività del cristiano, spirituali sacrifici, e far conoscere i prodigi di colui, che dalle tenebre li chiamò all'ammirabile sua luce (cfr. 1 Pt 2,4-10). Tutti quindi i discepoli di Cristo, perseverando nella preghiera e lodando insieme Dio (cfr. At 2,42-47), offrano se stessi come vittima viva, santa, gradevole a Dio (cfr. Rm 12,1), rendano dovunque testimonianza di Cristo e, a chi la richieda, rendano ragione della speranza che è in essi di una vita eterna (cfr. 1 Pt 3,15) Il sacerdozio comune dei fedeli e il sacerdozio ministeriale o gerarchico, quantunque differiscano essenzialmente e non solo di grado, sono tuttavia ordinati l'uno all'altro, poiché l'uno e l'altro, ognuno a suo proprio modo, partecipano dell'unico sacerdozio di Cristo. Il sacerdote ministeriale, con la potestà sacra di cui è investito, forma e regge il popolo sacerdotale, compie il sacrificio eucaristico nel ruolo di Cristo e lo offre a Dio a nome di tutto il popolo; i fedeli, in virtù del loro regale sacerdozio, concorrono all'offerta dell'Eucaristia, ed esercitano il loro sacerdozio col ricevere i sacramenti, con la preghiera e il ringraziamento, con la testimonianza di una vita santa, con l'abnegazione e la carità operosa.

  Nella concezione cristiana ogni potere è dato da Cristo, ma in particolare quelli ecclesiastici, i quali  nella concezione cattolica sono ordinati gerarchicamente  e nel ministero del Papa, “Vicario di Cristo” sulla Terra, vengono uniti  Cielo e Terra, per cui il Papa, nell’ordinamento gerarchico ecclesiastico, è al vertice e da lui il potere gerarchico scende verso i gradi inferiori, gli altri vescovi e i preti. Da qui poi una concezione piramidale  dell’intera Chiesa, con i cosiddetti laici  alla base che gli orientamenti prevalsi durante il Concilio Vaticano 2° si intese modificare a favore di un modello circolare. Papa Francesco ha addirittura proposto una visione (piuttosto irrealistica) della struttura della Chiesa come piramide rovesciata.

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[Ricerca mediante ChatGPT di OpenAI del 4-10-24]

L’idea di Papa Francesco della Chiesa come una **"piramide rovesciata"** esprime una visione di leadership e struttura ecclesiale che ribalta il modello tradizionale di autorità. In una piramide rovesciata, il vertice non è al di sopra, ma sotto: significa che il papa e i vescovi non devono considerarsi al di sopra del popolo, bensì al suo servizio.

  In questo modello, il potere e l'autorità nella Chiesa non sono esercitati in modo gerarchico e distante, ma piuttosto come un servizio umile e vicino ai fedeli. Papa Francesco sottolinea così l'importanza di un **ruolo pastorale** in cui i leader della Chiesa ascoltano, comprendono e accompagnano le persone, specialmente coloro che sono ai margini della società.

  Con questa immagine, Francesco richiama l'idea di **servizio** e **vicinanza**, enfatizzando che la missione dei leader ecclesiastici è quella di servire il popolo di Dio, sostenendolo e aiutandolo a crescere nella fede. Questo modello invita a una Chiesa più sinodale e partecipativa, dove l’intera comunità, inclusi i laici, è coinvolta nelle decisioni e nella missione evangelizzatrice.

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  Rappresentarsi il potere pubblico come incarnato  in una sola persona o, al più, in un piccolo gruppo di persona aiuta a raffigurarselo nella mente, ma questa immagina non corrisponde mai  alla realtà. La nostra mente non in grado di fornirci una coscienza fedele delle moltitudini: è un limite cognitivo insuperabili della specie dell’Homo Sapiens, quella nella quale siamo stati inseriti nella classificazione della biologia. Il potere pubblico, come in genere il potere sociale, è sempre  la risultante di complesse interazioni in un universo di moltitudini. Questa ultime non stanno né sopra né sotto, ma turbinano, scontrandosi e così interagendo, come la sabbia del mare sotto l’azione di forti venti.  E anche i centri di potere non stanno né  sopra, né sotto, ma in mezzo a questo turbinio. E ciò anche se, costruendo modelli giuridici di rapporti sociali, si vuole dare forma stabile a quel turbinio. Ma anche quei modelli vengono plasmati e modificati dalle interazioni concrete.

 Questo è  il motivo per cui pensare che vi sia uno per tutti  è irrealistico, perché, in definitiva, in base alla realtà sociale come la si osserva, tutti siamo “per” e “tra” tutti, per cui l’unico modo di dare forma sociale, vale a dire coerente e collaborativa, a un aggregato di popolazione è quella di organizzarvi il consenso, in modo da costituire una forza sociale in una certa direzione. Ma mai  ciò che ne risulta sarà veramente stabile, e  tanto meno eterno, perché tutto scorre, come concluse l’antico filosofo greco Eràclito.

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[Ricerca mediante ChatGPT di OpenAI del 4-10-24]

Il detto **"pánta rheî"** (πᾶντα ῥεῖ), che significa **"tutto scorre"** o **"tutto è in movimento"**, è attribuito al filosofo greco **Eraclito di Efeso** (circa 535-475 a.C.). Sebbene Eraclito non abbia mai usato direttamente questa espressione nei frammenti che ci sono pervenuti, essa sintetizza efficacemente il suo pensiero sul cambiamento e sulla natura dinamica dell'universo.

  Eraclito sosteneva che la realtà è caratterizzata da un **flusso continuo** e che nulla rimane immutato. Secondo la sua visione, tutto è in perenne trasformazione e gli opposti si alternano e si equilibrano costantemente. Un famoso esempio che esprime questo concetto è il suo detto: **"Non si può entrare due volte nello stesso fiume"**, poiché l'acqua scorre e il fiume cambia continuamente.

  Il concetto di "panta rei" riassume dunque la filosofia di Eraclito, che vedeva il cambiamento e la transitorietà come aspetti fondamentali della realtà, in contrasto con le idee di stabilità e permanenza sostenute da altri filosofi dell'epoca.

 Eraclito di Efeso (circa 535-475 a.C.) è stato un filosofo presocratico greco, noto per il suo pensiero sul cambiamento e la natura dinamica dell'universo. Nato in una famiglia aristocratica a Efeso, in Asia Minore, fu soprannominato "l'oscuro" per la sua scrittura criptica e lo stile enigmatico.

 

Eraclito sostenne che il **cambiamento** è la legge fondamentale della realtà, riassunto nel celebre detto "pánta rheî" ("tutto scorre"). Credeva che l'universo fosse in **perpetuo divenire** e che gli opposti fossero interconnessi, formando un'unità attraverso la **dialettica**. Utilizzava spesso la metafora del **fuoco** come simbolo dell'energia vitale e del continuo mutamento.

  Critico nei confronti delle istituzioni tradizionali e degli altri filosofi, come Pitagora e Senofane, Eraclito sviluppò una filosofia basata sull’idea del **logos**, il principio razionale che regge il cosmo. La sua eredità ha influenzato profondamente il pensiero occidentale, da Platone a filosofi moderni.

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Nota: utilizzo il servizio di AI [artificial intelligence = intelligenza artificiale]  di OpenAI, al quale sono abbonato, per rendere più veloce l’elaborazione di contenuti. Come avverte il gestore del servizio, l’AI di ChatGPT di OpenAI, che è un sistema di ricerca, elaborazione e generazione  di testi molto evoluto in grado di colloquiare con l’utente, può talvolta generare risposte non corrette. Sono ciò che gli specialisti definiscono “allucinazioni” del sistema, analoghe a quelle vissute anche dalle menti umane. Gli utenti sono quindi invitati a verificare la correttezza delle risposte. In genere interrogo l’AI in materie in cui ho almeno un’informazione di base. Dove le risposte prodotte presentano evidenti incongruenze, ne verifico la correttezza, innanzi tutto utilizzando la stessa AI che è in grado di svolgere bene questo controllo, e poi servendomi di altre fonti, principalmente l’enciclopedia Treccani on line. Personalmente ho studiato e pratico il diritto italiano, complesso di materie in cui ho un’informazione più completa per ragioni professionali. Invito tuttavia i lettori a svolgere un lavoro analogo, approfondendo, sia quanto alle risposte generate dall’AI che trascrivo sia in genere quanto a tutto ciò che scrivo, perché, come ho osservato, anche la mente umana incontra gli stessi problemi di quella non umana, la cui architettura funzionale è modellata sulla prima. Il testo tra parentesi quadre che inserisco nella trascrizione della risposta generata dall’AI contiene mie correzioni basate su altre fonti. Le correzioni generate dalla stessa AI a seguito di mie richieste di verifica sono invece inserite nel testo senza evidenziazione.

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Mario Ardigò – Azione Cattolica in San Clemente papa – Roma, Monte Sacro, Valli