INFORMAZIONI UTILI SU QUESTO BLOG

  Questo blog è stato aperto da Mario Ardigò per consentire il dialogo fra gli associati dell'associazione parrocchiale di Azione Cattolica della Parrocchia di San Clemente Papa, a Roma, quartiere Roma - Montesacro - Valli, un gruppo cattolico, e fra essi e altre persone interessate a capire il senso dell'associarsi in Azione Cattolica, palestra di libertà e democrazia nello sforzo di proporre alla società del nostro tempo i principi di fede, secondo lo Statuto approvato nel 1969, sotto la presidenza nazionale di Vittorio Bachelet, e aggiornato nel 2003.

  This blog was opened by Mario Ardigò to allow dialogue between the members of the parish association of Catholic Action of the Parish of San Clemente Papa, in Rome, the Roma - Montesacro - Valli district, a Catholic group, and between them and other interested persons to understand the meaning of joining in Catholic Action, a center of freedom and democracy in the effort to propose the principles of faith to the society of our time, according to the Statute approved in 1969, under the national presidency of Vittorio Bachelet, and updated in 2003.

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L’Azione Cattolica Italiana è un’associazione di laici nella chiesa cattolica che si impegnano liberamente per realizzare, nella comunità cristiana e nella società civile, una specifica esperienza, ecclesiale e laicale, comunitaria e organica, popolare e democratica. (dallo Statuto)

Italian Catholic Action is an association of lay people in the Catholic Church who are freely committed to creating a specific ecclesial and lay, community and organic, popular and democratic experience in the Christian community and in civil society. (from the Statute)

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  Scrivo per dare motivazioni ragionevoli all’impegno sociale. Lo faccio secondo l’ideologia corrente dell’Azione Cattolica, che opera principalmente in quel campo, e secondo la mia ormai lunga esperienza di vita sociale. Quindi nell’ordine di idee di una fede religiosa, dalla quale l’Azione Cattolica trae i suoi più importanti principi sociali, ma senza fare un discorso teologico, non sono un teologo, e nemmeno catechistico, di introduzione a quella fede. Secondo il metodo dell’Azione Cattolica cerco di dare argomenti per una migliore consapevolezza storica e sociale, perché per agire in società occorre conoscerla in maniera affidabile. Penso ai miei interlocutori come a persone che hanno finito le scuole superiori, o hanno raggiunto un livello di cultura corrispondente a quel livello scolastico, e che hanno il tempo e l’esigenza di ragionare su quei temi. Non do per scontato che intendano il senso della terminologia religiosa, per cui ne adotto una neutra, non esplicitamente religiosa, e, se mi capita di usare le parole della religione, ne spiego il senso. Tengo fuori la spiritualità, perché essa richiede relazioni personali molto più forti di quelle che si possono sviluppare sul WEB, cresce nella preghiera e nella liturgia: chi sente il desiderio di esservi introdotto deve raggiungere una comunità di fede. Può essere studiata nelle sue manifestazioni esteriori e sociali, come fanno gli antropologi, ma così si rimane al suo esterno e non la si conosce veramente.

  Cerco di sviluppare un discorso colto, non superficiale, fatto di ragionamenti compiuti e con precisi riferimenti culturali, sui quali chi vuole può discutere. Il mio però non è un discorso scientifico, perché di quei temi non tratto da specialista, come sono i teologi, gli storici, i sociologi, gli antropologi e gli psicologi: non ne conosco abbastanza e, soprattutto, non so tutto quello che è necessario sapere per essere un specialista. Del resto questa è la condizione di ogni specialista riguardo alle altre specializzazioni. Le scienze evolvono anche nelle relazioni tra varie specializzazioni, in un rapporto interdisciplinare, e allora il discorso colto costituisce la base per una comune comprensione. E, comunque, per gli scopi del mio discorso, non occorre una precisione specialistica, ma semmai una certa affidabilità nei riferimento, ad esempio nella ricostruzione sommaria dei fenomeni storici. Per raggiungerla, nelle relazioni intellettuali, ci si aiuta a vicenda, formulando obiezioni e proposte di correzioni: in questo consiste il dialogo intellettuale. Anch’io mi valgo di questo lavoro, ma non appare qui, è fatto nei miei ambienti sociali di riferimento.

  Un cordiale benvenuto a tutti e un vivo ringraziamento a tutti coloro che vorranno interloquire.

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Mario Ardigò, dell'associazione di AC S. Clemente Papa - Roma

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sabato 5 ottobre 2024

Cattolicesimo democratico 27 L’ebraismo contemporaneo

 

Cattolicesimo democratico 27

L’ebraismo contemporaneo

 

 Il cattolicesimo democratico è un cultura politica, non religiosa, e praticarlo richiede quindi la capacità di analizzare ciò che ci accade nel mondo in modo quanto più realistico possibile e di fare distinzioni, in particolare individuare nelle culture gli elementi mitici.

  Il cattolicesimo democratico comprende una posizione verso l’ebraismo contemporaneo opposta agli efferati costumi che storicamente si sono manifestati nei cristianesimi. Esso è stato tra i fattori determinanti dell’analoga svolta che si è avuta durante il Concilio Vaticano 2° su questi temi.

  I miti religiosi cristiani sono elementi fortemente disturbanti nella comprensione della realtà dell’ebraismo contemporaneo.

  Il Maestro crebbe nell’antica Galilea, nel nord della Palestina e dell’attuale Stato di Israele, anche se nel mito biblico si narra che nacque occasionalmente a Betlemme, in Giudea, la città di origine del mitico re Davide, dove i suoi genitori si erano spostati per partecipare ad un censimento della popolazione ordinato dalle autorità imperiali romane, di cui non ci sono affidabili riscontri storici. Egli era un giudeo, vale a dire che seguiva l’antica religione ebraica organizzata intorno al Tempio di Gerusalemme e al suo sacerdozio. Nella seconda metà del Primo secolo della nostra era quella cultura religiosa venne progressivamente soppiantata dall’ebraismo organizzato intorno all’istituzione del rabbinato e alla sinagoga, perché, nel corso delle cosiddette guerre giudaiche scatenate dagli imperatori romani, il Tempio venne distrutto, il sacerdozio giudaico disperso e, addirittura, Gerusalemme vietata ai giudei e ai correligionari e trasformata in Aelia Capitolina [si legge Elia Capitolina], introducendovi il culto politeistico praticato dalle istituzioni ufficiali dell’Impero romano e, in particolare, quello verso la Triade Capitolina, vale a dire Giove, Giunone e Minerva. Ma già molto prima di allora c’era stata una forte migrazione degli antichi giudei intorno al bacino del Mediterraneo, mentre era ancora più risalente la loro presenza nell’antica Babilonia, dove si sviluppò la cultura del Talmud [significa studio], vale a dire la straordinaria cultura umanistica su basi bibliche che contraddistingue l’ebraismo contemporaneo. Al tempo del Maestro l’incidenza statistica delle popolazioni di cultura giudaica nelle regioni dell’antico Impero romano era molto superiore a quella attuale.

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[ricerche mediante ChatGPT di OpenAI del 5-10-24]

A. Le **guerre giudaiche** furono una serie di conflitti tra il popolo ebraico e l'Impero Romano che si svolsero tra il I e il II secolo d.C. e segnarono momenti cruciali nella storia della Giudea e del popolo ebraico. Le principali guerre giudaiche furono tre:

1. **Prima guerra giudaica** (66-73 d.C.): Scoppiò a causa delle crescenti tensioni tra i Giudei e i governatori romani, legate a questioni fiscali, religiose e politiche. Nel 70 d.C., le legioni romane sotto Tito conquistarono Gerusalemme e distrussero il Secondo Tempio, un evento simbolico e devastante per il giudaismo. La guerra si concluse con l'assedio e la caduta della fortezza di Masada nel 73 d.C., dove gli ultimi ribelli giudei si suicidarono in massa piuttosto che arrendersi.

2. **Guerra di Kitos** (115-117 d.C.): Fu una rivolta ebraica contro l'Impero Romano, scoppiata in diverse province orientali (Cipro, Cirenaica, Egitto e Mesopotamia) durante il regno di Traiano. Fu brutalmente repressa dai Romani e portò alla devastazione di molte comunità ebraiche.

3. **Rivolta di Bar Kokhba** (132-135 d.C.): Fu l'ultima grande ribellione giudaica contro Roma, guidata da **Simone Bar Kokhba**, che molti consideravano il Messia. Dopo alcuni iniziali successi, l'insurrezione fu soffocata dall'imperatore Adriano. I Romani distrussero gran parte della Giudea, e molti ebrei furono uccisi o esiliati. Adriano vietò agli ebrei di entrare a Gerusalemme, che fu ribattezzata **Aelia Capitolina**.

### Principali fonti di conoscenza:

Le principali fonti sulla storia delle guerre giudaiche includono:

1. **Flavio Giuseppe** (*Josephus Flavius*): storico ebreo-romano, autore delle opere **"La guerra giudaica"** e **"Antichità giudaiche"**, che offrono un resoconto dettagliato della Prima guerra giudaica e del contesto storico. Flavio Giuseppe era un ex comandante giudeo che cambiò schieramento e divenne un alleato dei Romani, motivo per cui le sue opere sono spesso lette con cautela, poiché influenzate dalla sua posizione.

2. **Cassio Dione**: storico romano, che nelle sue opere offre un racconto più sintetico delle guerre giudaiche, in particolare della rivolta di Bar Kokhba, nel suo **"Storia Romana"**.

3. **Tacito**: lo storico romano menziona brevemente le guerre giudaiche nella sua opera **"Storie"**, fornendo un punto di vista romano sugli eventi.

4. **Fonti archeologiche**: Le scoperte archeologiche, come i resti della fortezza di Masada, monete coniate durante la rivolta di Bar Kokhba e le iscrizioni, forniscono prove materiali di questi eventi.

Queste fonti insieme ci permettono di ricostruire il contesto storico delle guerre giudaiche e di comprendere la portata e le conseguenze dei conflitti.

B. La migrazione degli ebrei intorno al bacino del Mediterraneo risale a un lungo processo storico iniziato molto prima dell'epoca romana. Si possono individuare diverse fasi significative:

1. **Periodo dell'Esilio babilonese (VI secolo a.C.)**: Dopo la conquista di Gerusalemme da parte dei Babilonesi nel 586 a.C., una parte consistente degli ebrei fu deportata a Babilonia. Anche dopo il ritorno in Giudea nel 538 a.C. (grazie al decreto di Ciro il Grande), molti ebrei rimasero in Mesopotamia, creando una comunità giudaica che perdurò per secoli.

2. **Periodo ellenistico (IV-I secolo a.C.)**: Con la diffusione dell'impero di Alessandro Magno (IV secolo a.C.), le comunità ebraiche si stabilirono in nuove aree sotto il dominio greco, come in Egitto (soprattutto ad Alessandria), in Asia Minore e in altre città ellenistiche. In questo periodo, le comunità giudaiche cominciarono a formare vere e proprie diaspore in diverse regioni del Mediterraneo.

3. **Dominio romano (I secolo a.C. – I secolo d.C.)**: Durante il periodo romano, il processo migratorio continuò e si intensificò. Le comunità ebraiche erano presenti in quasi tutte le principali città dell’Impero, con grandi comunità a Roma, Alessandria, Antiochia e in molte altre aree del Mediterraneo.

### Popolazione ebraica nel I secolo d.C.

 Nel I secolo d.C., si stima che ci fossero circa **4-7 milioni di ebrei** in tutto il bacino del Mediterraneo, distribuiti sia in Giudea che nella diaspora. Questa cifra rappresentava una percentuale significativa della popolazione complessiva dell'Impero Romano, che si stima fosse di circa **60-70 milioni** di persone in totale.

 Pertanto, la popolazione ebraica nel I secolo d.C. rappresentava circa **il 6-10% della popolazione totale** dell'area del Mediterraneo. Di questi, si stima che circa 1 milione di ebrei vivesse in **Giudea**, mentre la maggioranza era dispersa in altre parti dell’Impero, con comunità molto attive e numerose, in particolare in Egitto (ad Alessandria), Mesopotamia, Siria, Anatolia e Italia (soprattutto a Roma).

 Questa presenza diffusa in tutto il Mediterraneo è alla base della vita culturale e religiosa del giudaismo diasporico, che si sviluppò in parallelo a quello della Giudea.

C. Alla fine dell'Ottocento, il numero di ebrei presenti in Palestina era relativamente ridotto rispetto alla popolazione totale della regione. La Palestina faceva parte dell'Impero Ottomano, e la popolazione ebraica si concentrava principalmente in alcune città. Le stime sulla popolazione ebraica in questo periodo variano, ma la maggior parte degli storici concorda su una cifra compresa tra **20.000 e 30.000 ebrei** verso la fine del secolo.

### Aree di distribuzione degli ebrei in Palestina alla fine dell'Ottocento

Gli ebrei residenti in Palestina alla fine del XIX secolo si trovavano principalmente in quattro città principali, note come le **"Quattro città sante"**, dove vivevano comunità storiche:

1. **Gerusalemme**: La comunità ebraica più grande e antica si trovava a Gerusalemme, dove gli ebrei vivevano da secoli, sebbene il loro numero fosse fluttuato nel corso del tempo. Alla fine dell'Ottocento, gli ebrei costituivano una parte importante della popolazione della città, soprattutto nel quartiere ebraico della Città Vecchia.

2. **Hebron**: Un'altra città santa per il giudaismo, Hebron aveva una comunità ebraica storica, anche se piuttosto piccola. La popolazione ebraica qui viveva in relativa tranquillità, concentrata principalmente nel centro della città.

3. **Tiberiade**: Situata sulle rive del Mar di Galilea, Tiberiade era un importante centro di studio ebraico sin dai tempi antichi. Alla fine dell'Ottocento, vi era una comunità ebraica consolidata, anche se non molto numerosa.

4. **Safed** (o Zefat): Safed, situata nel nord della Palestina, era un importante centro di misticismo ebraico (soprattutto per la cabala) sin dal XVI secolo. Anche qui, la comunità ebraica era presente e influente.

### Altre aree di distribuzione

  Oltre alle quattro città principali, piccoli nuclei di ebrei vivevano in altre città e villaggi, ma in numero molto inferiore. Con l'arrivo dei primi pionieri sionisti verso la fine del XIX secolo, nuove comunità ebraiche cominciarono a formarsi, in particolare con la fondazione di **insediamenti agricoli** (moshavot), come **Petah Tikva** (fondata nel 1878) e **Rishon LeZion** (1882).

### Immigrazione sionista

Verso la fine dell'Ottocento, iniziò il fenomeno della **Prima Aliyah** (1881-1903), cioè l'immigrazione di ebrei dalla Russia e dall'Europa orientale, spinta dall'antisemitismo e dal desiderio di creare una patria nazionale ebraica. Questo movimento portò all'espansione della popolazione ebraica in Palestina e all'acquisto di terre per creare nuovi insediamenti agricoli, principalmente nelle aree della pianura costiera e della Galilea.

Tuttavia, fino alla fine del XIX secolo, la maggioranza della popolazione palestinese rimaneva araba (sia musulmana che cristiana), mentre gli ebrei costituivano una minoranza concentrata nelle città sante e in alcune aree rurali in crescita.

 Lo sviluppo della popolazione ebraica in Palestina e successivamente nello Stato di Israele è strettamente legato al movimento sionista, che iniziò alla fine del XIX secolo con l'obiettivo di stabilire una patria nazionale per il popolo ebraico in Palestina. Questo processo avvenne attraverso diverse ondate migratorie (chiamate *aliyah*) e culminò con la creazione dello Stato di Israele nel 1948. Ecco un'analisi dello sviluppo della popolazione ebraica prima e dopo la fondazione dello Stato di Israele.

### Prima della costituzione dello Stato di Israele (1880-1948)

#### Fine Ottocento e Prima Aliyah (1881-1903)

- Nel 1880, la popolazione ebraica in Palestina era di circa **20.000-30.000 persone**, concentrata nelle città sante (Gerusalemme, Hebron, Safed e Tiberiade).

- La **Prima Aliyah** portò circa **25.000-30.000 ebrei** dall'Europa orientale e dallo Yemen. Questi immigrati stabilirono nuovi insediamenti agricoli come Petah Tikva, Rishon LeZion e Zikhron Ya'akov.

#### Seconda Aliyah (1904-1914)

- La **Seconda Aliyah** fu un'importante ondata di immigrazione ebraica, innescata dai pogrom in Russia. Tra il 1904 e il 1914, circa **35.000 ebrei** emigrarono in Palestina.

- Questo periodo vide la nascita del **sionismo socialista** e delle prime comunità agricole collettive come i **kibbutzim** e i **moshavim**. Tel Aviv fu fondata nel 1909.

#### Periodo tra le due guerre mondiali e Mandato britannico (1917-1947)

- Con la **Dichiarazione Balfour** del 1917, il Regno Unito si impegnò a favorire la creazione di una "patria nazionale per il popolo ebraico" in Palestina.

- Durante la **Terza (1919-1923)** e **Quarta Aliyah (1924-1929)**, circa **100.000 ebrei** arrivarono in Palestina, molti provenienti dall'Europa orientale. Questo periodo vide lo sviluppo di importanti infrastrutture ebraiche, come l'Università Ebraica di Gerusalemme (1925).

- La **Quinta Aliyah** (1930-1939), innescata dal crescente antisemitismo in Europa e dall'ascesa del nazismo, portò circa **250.000 ebrei** in Palestina, molti dei quali dalla Germania.

- Nel 1939, con l'inizio della Seconda guerra mondiale, la popolazione ebraica in Palestina era di circa **450.000 persone**, costituendo circa il 30% della popolazione complessiva.

#### Periodo del conflitto con gli arabi e limitazioni all'immigrazione

- Negli anni '30 e '40, le tensioni tra la popolazione ebraica e araba in Palestina aumentarono. Gli arabi palestinesi si opposero all'immigrazione ebraica, e vi furono periodici conflitti e rivolte.

- Con la Seconda guerra mondiale e l'Olocausto, le pressioni per l'immigrazione ebraica in Palestina aumentarono ulteriormente. Tuttavia, il **Libro Bianco del 1939** limitò drasticamente l'immigrazione ebraica. Nonostante ciò, ci furono tentativi di immigrazione clandestina.

### Dopo la costituzione dello Stato di Israele (1948-presente)

#### 1948: Dichiarazione di indipendenza e Guerra arabo-israeliana

- Con la nascita dello Stato di Israele il **14 maggio 1948**, la popolazione ebraica era di circa **650.000 persone**. Poco dopo, scoppiò la prima guerra arabo-israeliana (1948-1949), che portò alla fuga o all'espulsione di circa **700.000 arabi palestinesi** e all'arrivo di un grande numero di rifugiati ebrei da paesi arabi e musulmani.

#### Immigrazione di massa (1948-1960)

- Dopo la guerra, Israele lanciò una politica di **aliyah di massa**, accogliendo immigrati ebrei da tutto il mondo. Tra il 1948 e il 1951, circa **700.000 ebrei** immigrarono in Israele, principalmente da Europa orientale, Nord Africa e Medio Oriente (Iran, Iraq, Yemen, Marocco, Tunisia, Egitto).

- Nel 1960, la popolazione ebraica in Israele era di circa **2 milioni**.

#### Immigrazioni successive (1960-1990)

- Israele continuò a ricevere importanti flussi migratori durante i decenni successivi. Negli anni '70 e '80, arrivarono molti ebrei dall'Unione Sovietica e dall'Etiopia.

- Nel 1989, con la caduta dell'Unione Sovietica, ci fu una massiccia **aliyah dall'ex URSS**, con circa **1 milione di ebrei** immigrati negli anni '90.

#### Popolazione ebraica attuale

- Al 2023, la popolazione ebraica in Israele è di circa **7 milioni** di persone, su una popolazione totale di circa **9,7 milioni**, rendendo Israele il paese con la più grande concentrazione di ebrei nel mondo.

- Gli ebrei di Israele sono di origini diverse: ebrei ashkenaziti (originari dell'Europa), sefarditi (dalla Spagna e Portogallo), mizrahi (dal Medio Oriente e Nord Africa) e più recentemente anche dall'America Latina e da altre aree del mondo.

### Sintesi

L'immigrazione ebraica, sostenuta dal movimento sionista, ha trasformato la Palestina da una piccola comunità ebraica all'inizio del XX secolo in un fiorente Stato con una vasta popolazione ebraica. Dopo la fondazione di Israele, l'immigrazione di massa e le politiche di assorbimento degli immigrati hanno fatto crescere rapidamente la popolazione ebraica, che oggi costituisce la maggioranza della popolazione israeliana.

D. Il **sionismo** è un movimento politico, culturale e ideologico nato alla fine del XIX secolo con l'obiettivo di creare una patria nazionale per il popolo ebraico nella terra di Israele, allora parte dell'Impero Ottomano e tradizionalmente identificata con la Palestina biblica. Il sionismo si sviluppò in risposta all'antisemitismo crescente in Europa e alla necessità percepita di una soluzione nazionale per gli ebrei, che vivevano come minoranza in molti paesi. Le sue caratteristiche principali, le sue correnti e i suoi esponenti riflettono un movimento variegato e complesso.

### Caratteristiche del sionismo

1. **Ritorno alla Terra di Israele**: Il principio fondante del sionismo è il ritorno degli ebrei alla Terra d'Israele, vista come la patria storica del popolo ebraico. Questo ritorno era inteso sia in senso fisico, attraverso l'immigrazione ebraica (aliyah), sia in senso simbolico, con il recupero della sovranità ebraica su quel territorio.

2. **Sicurezza nazionale**: Il sionismo nasce anche come reazione all'antisemitismo diffuso in Europa, con l'idea che solo una patria ebraica indipendente avrebbe potuto garantire la sicurezza del popolo ebraico.

3. **Rinascita culturale e linguistica**: Il movimento sionista promosse la rinascita della lingua ebraica come lingua parlata, guidata da figure come **Eliezer Ben Yehuda**, e incoraggiò il risveglio culturale ebraico, cercando di unificare le varie comunità ebraiche attorno a una comune identità nazionale.

4. **Eredità storica e spirituale**: Il sionismo si radica nella tradizione storica e religiosa ebraica, ma molti sionisti avevano una visione laica e vedevano il sionismo come un movimento nazionale piuttosto che religioso.

### Storia del sionismo

 

Il sionismo cominciò a prendere forma alla fine del XIX secolo in un contesto di nazionalismi europei e crescenti persecuzioni contro gli ebrei, in particolare nei paesi dell'Europa orientale. L'antisemitismo, che culminò in eventi come i pogrom russi e il **Caso Dreyfus** in Francia (1894), spinse molti leader ebrei a cercare una soluzione nazionale.

- **Primo Congresso Sionista (1897)**: Organizzato da **Theodor Herzl** a Basilea, fu un evento chiave che formalizzò gli obiettivi del movimento sionista. Herzl, considerato il padre del sionismo politico, immaginava uno Stato ebraico indipendente, garantito dalle potenze internazionali. Durante questo congresso fu fondata l'**Organizzazione Sionista Mondiale**.

- **Dichiarazione Balfour (1917)**: Durante la Prima guerra mondiale, il governo britannico rilasciò la Dichiarazione Balfour, promettendo il suo sostegno alla creazione di una "patria nazionale per il popolo ebraico" in Palestina, dando slancio al progetto sionista.

- **Mandato britannico e conflitto arabo-ebraico**: Durante il periodo del mandato britannico in Palestina (1920-1948), l'immigrazione ebraica aumentò e si svilupparono infrastrutture per un futuro Stato ebraico. Tuttavia, la crescente tensione con la popolazione araba portò a conflitti che si intensificarono fino alla fondazione dello Stato di Israele nel 1948.

### Principali correnti del sionismo

Il sionismo si articolò in diverse correnti, riflettendo le diverse visioni sul futuro dello Stato ebraico:

1. **Sionismo politico**: Promosso da Theodor Herzl, questa corrente era orientata a ottenere il sostegno internazionale per la creazione di uno Stato ebraico. Herzl sosteneva un approccio diplomatico e pragmatico, vedendo il sionismo come una soluzione politica al problema ebraico.

2. **Sionismo culturale**: Guidato da **Ahad Ha'am** (Asher Ginzberg), il sionismo culturale enfatizzava la rinascita spirituale e culturale del popolo ebraico piuttosto che la sola dimensione politica. Ahad Ha'am credeva che la Palestina dovesse diventare un centro spirituale per tutti gli ebrei, piuttosto che uno Stato politico.

3. **Sionismo socialista**: Questa corrente, influenzata dalle idee del socialismo, sosteneva la creazione di una società ebraica basata sull'uguaglianza e sulla proprietà collettiva della terra. Figure come **David Ben-Gurion**, il primo premier di Israele, e **Berl Katznelson** furono leader di questo movimento, che portò alla fondazione dei kibbutzim e dei moshavim, insediamenti agricoli collettivi.

4. **Sionismo revisionista**: Fondato da **Ze'ev Jabotinsky**, il sionismo revisionista era una corrente più nazionalista e militante. Jabotinsky credeva nella necessità di un esercito ebraico forte e di una difesa aggressiva contro le minacce arabe. Questo movimento gettò le basi per l'ideologia della destra politica israeliana, rappresentata dal partito Likud.

5. **Sionismo religioso**: Questa corrente combinava il sionismo con il messianismo religioso e vedeva la creazione di uno Stato ebraico come parte del piano divino. **Rav Abraham Isaac Kook** fu uno dei principali esponenti di questa corrente, che successivamente si sviluppò in gruppi come il **Movimento dei coloni**.

### Maggiori esponenti del sionismo

- **Theodor Herzl**: Il fondatore del sionismo politico, autore de *"Lo Stato ebraico"* (1896), in cui delineava la visione di uno Stato per gli ebrei.

- **Chaim Weizmann**: Leader sionista e primo presidente di Israele, fu un abile diplomatico e negoziatore, chiave nella Dichiarazione Balfour.

- **David Ben-Gurion**: Primo ministro di Israele, fu il principale artefice della fondazione dello Stato ebraico e della sua difesa nelle prime fasi di vita.

- **Ahad Ha'am**: Fondatore del sionismo culturale, sostenne che la creazione di un centro culturale ebraico in Palestina fosse essenziale per preservare l'identità ebraica.

- **Ze'ev Jabotinsky**: Leader del sionismo revisionista, credeva nella creazione di uno Stato ebraico forte e nella necessità di un esercito ebraico.

In sintesi, il sionismo, con le sue diverse correnti, fu un movimento di emancipazione nazionale che ebbe un profondo impatto sulla storia ebraica e mondiale, portando alla fondazione dello Stato di Israele e influenzando profondamente la vita politica, culturale e religiosa degli ebrei nel XX secolo e oltre.

E. La conquista della Palestina da parte dei movimenti sionisti e la successiva costituzione dello Stato di Israele nel 1948 sono eventi chiave nella storia del Medio Oriente, segnati da conflitti politici, militari e diplomatici. Ecco una sintesi della storia di questa conquista e del percorso dello Stato di Israele.

### La conquista della Palestina da parte dei movimenti sionisti

#### **Fase iniziale: Sionismo e immigrazione (1880-1917)**

Il movimento sionista, nato alla fine del XIX secolo, promosse l'immigrazione ebraica in Palestina, allora parte dell'Impero Ottomano. La prima ondata di immigrazione, la **Prima Aliyah** (1881-1903), portò circa 25.000 ebrei in Palestina. Gli insediamenti agricoli furono creati, e con la Seconda Aliyah (1904-1914), ulteriori immigrati, molti dei quali socialisti, fondarono kibbutzim e città come Tel Aviv (1909).

Durante la Prima guerra mondiale, con la sconfitta dell'Impero Ottomano, la Palestina passò sotto il controllo britannico grazie all'**accordo Sykes-Picot** (1916) tra Regno Unito e Francia. La **Dichiarazione Balfour** del 1917, in cui il Regno Unito dichiarava il suo sostegno alla creazione di una "patria nazionale per il popolo ebraico" in Palestina, diede un forte impulso alla causa sionista, pur promettendo di rispettare i diritti delle popolazioni non ebraiche presenti in loco.

#### **Mandato britannico e crescente tensione (1917-1947)**

Nel 1920, con l'istituzione del **Mandato britannico** sulla Palestina da parte della Società delle Nazioni, l'immigrazione ebraica aumentò, soprattutto durante le ondate della Terza (1919-1923) e della Quarta Aliyah (1924-1929). Questo suscitò crescenti tensioni tra la popolazione ebraica e araba, che si oppose all'immigrazione e all'acquisto di terre da parte degli ebrei. Le rivolte arabe del 1920, 1929 e 1936-1939 mostrarono chiaramente la portata del conflitto tra le due comunità.

Nel 1939, il Regno Unito emise il **Libro Bianco**, che limitava drasticamente l'immigrazione ebraica per cercare di placare la popolazione araba. Tuttavia, questo documento generò scontento tra gli ebrei, specialmente nel contesto dell’Olocausto in Europa, dove milioni di ebrei cercavano disperatamente rifugio.

Durante la Seconda guerra mondiale, i movimenti sionisti svilupparono un'ala armata. Gruppi come la **Haganah**, il **Lehi** e l'**Irgun** condussero operazioni contro i britannici e gli arabi, preparando il terreno per la futura guerra d'indipendenza.

 

#### **Il piano di spartizione delle Nazioni Unite e la guerra civile (1947-1948)**

Dopo la Seconda guerra mondiale, l’opinione pubblica mondiale, sconvolta dall’Olocausto, simpatizzò con la causa sionista. Nel 1947, le Nazioni Unite proposero il **Piano di spartizione della Palestina** (Risoluzione 181), che prevedeva la creazione di uno Stato ebraico e uno Stato arabo, con Gerusalemme sotto controllo internazionale. Gli ebrei accettarono il piano, ma gli arabi lo respinsero, portando allo scoppio di una guerra civile tra le due comunità.

### La nascita dello Stato di Israele (1948)

Il **14 maggio 1948**, alla scadenza del mandato britannico, David Ben-Gurion proclamò la nascita dello **Stato di Israele**. Il giorno seguente, gli eserciti di Egitto, Giordania, Siria, Iraq e Libano invasero la Palestina per distruggere il nuovo Stato ebraico, dando inizio alla **Prima guerra arabo-israeliana (1948-1949)**.

#### **La guerra d'indipendenza (1948-1949)**

Nonostante le forze arabe fossero numericamente superiori, Israele riuscì a resistere grazie all'organizzazione militare e al sostegno internazionale, in particolare dall'Unione Sovietica e dagli Stati Uniti. Alla fine del conflitto, Israele aveva ampliato i suoi confini oltre quelli previsti dal piano di spartizione dell'ONU, controllando circa il 77% della Palestina storica. Circa **700.000 arabi palestinesi** furono costretti a fuggire o furono espulsi durante il conflitto, dando origine alla questione dei rifugiati palestinesi, una delle questioni irrisolte più importanti della storia della regione.

### Storia dello Stato di Israele dopo il 1948

#### **Anni '50 e '60: Immigrazione e consolidamento**

Dopo la guerra, Israele accolse una massiccia immigrazione ebraica. Tra il 1948 e il 1951, oltre **700.000 ebrei** emigrarono in Israele, provenienti dall'Europa e dal mondo arabo. L’economia israeliana crebbe rapidamente, nonostante le difficoltà iniziali. Israele si consolidò anche sul piano politico, sotto la guida di **David Ben-Gurion**, leader del partito laburista Mapai.

Nel 1956, Israele partecipò alla **Crisi di Suez**, insieme a Francia e Regno Unito, cercando di respingere le incursioni egiziane e garantire la libertà di navigazione. Tuttavia, sotto la pressione internazionale, Israele si ritirò dal Sinai.

 

#### **La guerra dei Sei Giorni (1967) e le conseguenze**

Nel 1967, con l'aumento delle tensioni regionali, Israele lanciò un attacco preventivo contro Egitto, Siria e Giordania, iniziando la **Guerra dei Sei Giorni**. In soli sei giorni, Israele occupò la **Cisgiordania**, la **Striscia di Gaza**, il **Golan** e il **Sinai**. Questo cambiò drasticamente la geopolitica della regione, rendendo il conflitto israelo-palestinese una questione internazionale. L’occupazione di questi territori portò alla creazione di insediamenti ebraici, che rimangono un punto di contesa centrale.

#### **Il conflitto con i palestinesi e la guerra del Kippur (1973)**

Nel 1973, durante la festività ebraica di Yom Kippur, Egitto e Siria attaccarono Israele per riconquistare i territori persi nel 1967. La **Guerra del Kippur** si concluse con una vittoria israeliana, ma con gravi perdite. Questo portò a una revisione della politica di sicurezza israeliana e favorì, nei successivi decenni, i processi di pace.

#### **Accordi di pace e intifada**

Nel 1979, Israele firmò un accordo di pace con l'Egitto (Accordi di Camp David), restituendo il Sinai in cambio del riconoscimento dell'esistenza di Israele. Tuttavia, il conflitto con i palestinesi rimase irrisolto. Nel 1987, scoppiò la **Prima Intifada**, una rivolta palestinese contro l'occupazione israeliana, seguita dalla **Seconda Intifada** nel 2000.

#### **Processo di pace e sfide contemporanee**

Nel 1993, Israele e l'Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP) firmarono gli **Accordi di Oslo**, che portarono alla creazione dell'**Autorità Nazionale Palestinese**. Tuttavia, il processo di pace è rimasto irto di ostacoli, con il continuo conflitto sui confini, gli insediamenti e il diritto al ritorno dei rifugiati.

Dalla sua nascita nel 1948, lo **Stato di Israele** ha combattuto diverse guerre per garantire la propria sopravvivenza e sicurezza. Ecco una sintesi delle principali guerre combattute da Israele dal 1948 ad oggi:

### 1. **Guerra d'Indipendenza (1948-1949)**

Subito dopo la proclamazione dello Stato di Israele il 14 maggio 1948, cinque Stati arabi (Egitto, Giordania, Siria, Iraq e Libano) attaccarono Israele, dando inizio alla **Prima guerra arabo-israeliana**. Nonostante l'inferiorità numerica, Israele riuscì a respingere gli attacchi e a conquistare territori oltre quelli assegnati dal piano di spartizione dell'ONU. La guerra terminò con la firma di armistizi tra Israele e i paesi arabi nel 1949, ma non portò a una pace definitiva. Circa 700.000 palestinesi furono sfollati durante il conflitto, dando origine alla questione dei rifugiati palestinesi.

### 2. **Crisi di Suez (1956)**

Nel 1956, Israele si alleò con Regno Unito e Francia contro l'Egitto di Gamal Abdel Nasser, dopo che quest'ultimo aveva nazionalizzato il Canale di Suez. Israele invase la Penisola del Sinai per garantire la libertà di navigazione nel Mar Rosso e interrompere le incursioni egiziane. Sotto la pressione delle Nazioni Unite e degli Stati Uniti, Israele si ritirò dal Sinai, ma ottenne garanzie per la sicurezza delle sue rotte marittime.

### 3. **Guerra dei Sei Giorni (1967)**

Nel giugno 1967, Israele lanciò un attacco preventivo contro Egitto, Giordania e Siria, iniziando la **Guerra dei Sei Giorni**. In soli sei giorni, Israele conquistò la **Cisgiordania**, la **Striscia di Gaza**, il **Golan** e la **Penisola del Sinai**. Questa guerra trasformò radicalmente la situazione geopolitica del Medio Oriente e segnò l'inizio dell'occupazione israeliana di ampie aree popolate da arabi palestinesi.

### 4. **Guerra del Kippur (1973)**

Nel 1973, durante la festività ebraica di Yom Kippur, Egitto e Siria attaccarono Israele per riconquistare i territori persi nel 1967. Nei primi giorni, gli eserciti arabi ottennero successi significativi, ma Israele riuscì a ribaltare la situazione e a contrattaccare. La guerra si concluse con un cessate il fuoco mediato dall'ONU, ma fece capire a Israele che la pace con i paesi arabi era fondamentale per la sua sicurezza a lungo termine.

### 5. **Invasione del Libano (1982)**

Nel 1982, Israele invase il **Libano** con l'obiettivo di eliminare la presenza dell'**Organizzazione per la Liberazione della Palestina** (OLP) a sud del paese, che lanciava attacchi contro il territorio israeliano. L'operazione, chiamata **"Pace in Galilea"**, portò a un'occupazione prolungata del Libano meridionale e a duri combattimenti con le forze libanesi e palestinesi. L'invasione ebbe conseguenze devastanti per il Libano e portò alla nascita del movimento sciita Hezbollah, che sarebbe diventato uno dei principali avversari di Israele negli anni successivi.

### 6. **Guerre contro Hezbollah (2006)**

Nel 2006, Israele intraprese una guerra contro **Hezbollah** dopo il rapimento di due soldati israeliani al confine con il Libano. Il conflitto, noto come la **Seconda guerra del Libano**, durò 34 giorni e portò a intensi combattimenti nel Libano meridionale e pesanti bombardamenti da entrambe le parti. Sebbene nessuna delle due parti abbia ottenuto una vittoria decisiva, il conflitto rafforzò Hezbollah come forza politica e militare in Libano.

### 7. **Guerre di Gaza (2008-2009, 2012, 2014, 2021)**

Israele ha combattuto diverse guerre nella **Striscia di Gaza** contro **Hamas**, l'organizzazione che controlla la regione dal 2007. Questi conflitti, noti come **Operazione Piombo Fuso** (2008-2009), **Pillar of Defense** (2012), **Operazione Margine Protettivo** (2014) e il conflitto del **2021**, sono stati caratterizzati da attacchi missilistici di Hamas su Israele e risposte militari massicce da parte israeliana. Questi scontri hanno causato migliaia di vittime civili e hanno aggravato la crisi umanitaria a Gaza, senza risolvere la questione israelo-palestinese.

### 8. **Operazioni militari minori e conflitti continui**

Israele ha condotto numerose altre operazioni militari di dimensioni minori, soprattutto nella Cisgiordania e nei territori occupati, per contrastare le attività terroristiche di gruppi come Hamas, Hezbollah e la Jihad Islamica. Queste operazioni sono parte del conflitto più ampio e irrisolto tra Israele e i palestinesi.

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Il **7 ottobre 2023**, gruppi di militanti di **Hamas** hanno compiuto un attacco a sorpresa su larga scala contro le zone di Israele vicine al confine con la Striscia di Gaza, segnando uno dei giorni più sanguinosi nella storia del conflitto israelo-palestinese. Gli attacchi hanno colpito principalmente città e villaggi nel sud di Israele, come **Sderot**, **Ashkelon**, e i **kibbutzim** vicini al confine.

I militanti di Hamas hanno attraversato il confine, utilizzando tunnel sotterranei e altre tattiche sofisticate, e hanno lanciato una serie di attacchi coordinati che includevano lanci di razzi, sparatorie e raid armati. Durante l'incursione, i militanti hanno assaltato le abitazioni civili, compiendo **stragi indiscriminate** contro la popolazione israeliana. Centinaia di persone, inclusi uomini, donne, bambini e anziani, sono state brutalmente uccise, molte nelle loro case o nei rifugi dove cercavano protezione.

Uno degli episodi più drammatici è stato l'attacco a un festival musicale vicino al confine, dove decine di giovani israeliani sono stati uccisi o rapiti. Hamas ha preso in ostaggio un numero significativo di civili e soldati israeliani, portandoli all'interno della Striscia di Gaza.

L'attacco è stato accompagnato dal lancio di migliaia di razzi contro città israeliane, paralizzando gran parte del paese e causando ulteriori morti e distruzioni. La risposta di Israele è stata immediata, con un'operazione militare su larga scala per cercare di fermare i militanti e liberare gli ostaggi.

L'attacco ha causato circa **1.200 morti** tra i civili israeliani, inclusi donne e bambini, e ha visto il rapimento di oltre **240 persone**, tra cui soldati e civili, oltre a numerosi cittadini stranieri.

L'incursione ha coinvolto il lancio di migliaia di razzi e attacchi armati diretti nei **kibbutzim**, nelle città vicine e persino a un festival musicale. Il gruppo ha commesso stragi indiscriminate nelle abitazioni civili, provocando una delle giornate più sanguinose per Israele dalla sua fondazione.

In risposta, Israele ha lanciato una vasta operazione militare contro Hamas nella Striscia di Gaza, con l'obiettivo di neutralizzare la sua infrastruttura militare e liberare gli ostaggi.

 Questo attacco ha segnato l'inizio di un conflitto su vasta scala tra Israele e Hamas, provocando una devastante escalation di violenza.

  La guerra tra **Israele e Hamas** nella **Striscia di Gaza**, iniziata nell'**ottobre 2023**, è stata una delle più intense e sanguinose nella lunga storia del conflitto israelo-palestinese. Il conflitto è scoppiato l'**8 ottobre 2023**, quando Hamas ha lanciato un massiccio attacco a sorpresa contro Israele, segnando uno dei momenti più drammatici nella storia recente della regione.

### Motivazioni e cause del conflitto

L'attacco di Hamas è stato caratterizzato da una combinazione di razzi, incursioni e attacchi terroristici su larga scala contro città israeliane, incluse incursioni di commando attraverso il confine tra Gaza e Israele. Hamas ha colpito città come **Ashkelon, Sderot** e altre aree del sud di Israele, uccidendo numerosi civili e prendendo ostaggi. Il gruppo militante ha utilizzato una vasta gamma di armi e tecniche, tra cui tunnel sotterranei e attacchi coordinati, cogliendo di sorpresa Israele.

Le ragioni immediate dell'attacco di Hamas possono essere ricondotte a una serie di fattori:

1. **Frustrazione e disperazione tra i palestinesi**: Gaza è una delle aree più densamente popolate al mondo e soffre di condizioni economiche e sociali estremamente difficili, aggravate dal blocco imposto da Israele ed Egitto. La popolazione vive sotto pressione costante, con limitate prospettive economiche e una situazione umanitaria precaria. Questo stato di disperazione ha contribuito a alimentare il sostegno ad Hamas e all'estremismo.

2. **Impasse politica**: Il conflitto tra Israele e Palestina rimane irrisolto, con le trattative di pace ferme da anni. Hamas ha sfruttato il vuoto politico per cercare di riaffermare la sua posizione di leadership nella lotta palestinese, in particolare nei confronti dell'Autorità Nazionale Palestinese, che controlla la Cisgiordania ma ha perso popolarità tra i palestinesi.

3. **Aumento della tensione religiosa**: Le crescenti tensioni attorno al complesso della Moschea di al-Aqsa a Gerusalemme, considerato uno dei luoghi più sacri per i musulmani, hanno alimentato l'escalation. Episodi di violenza e scontri tra palestinesi e forze di sicurezza israeliane durante eventi religiosi hanno contribuito ad aumentare l'ostilità.

### Finalità di Hamas

Le finalità dichiarate di Hamas nell'attacco sono state la "liberazione della Palestina" e la vendetta per le presunte aggressioni israeliane contro i palestinesi e i luoghi sacri islamici. Hamas ha inoltre cercato di migliorare la propria posizione interna e regionale, dimostrando la sua capacità di colpire duramente Israele, anche se con enormi costi umani per la popolazione di Gaza.

### Risposta di Israele

 La risposta israeliana è stata rapida e decisa. Israele ha dichiarato lo stato di guerra e lanciato una vasta operazione militare chiamata **"Spada di Ferro"**, con l'obiettivo di distruggere l'infrastruttura militare di Hamas, neutralizzare i suoi leader e prevenire futuri attacchi. La guerra ha visto l'uso intensivo dell'aviazione israeliana, che ha colpito basi militari, depositi di armi e tunnel sotterranei utilizzati da Hamas per spostare armi e combattenti.

Israele ha anche lanciato una **operazione terrestre** nella Striscia di Gaza, con l'obiettivo di smantellare le reti di tunnel e neutralizzare i militanti di Hamas. L'operazione ha portato a intensi combattimenti urbani, con vittime da entrambe le parti. La guerra è stata segnata da una significativa perdita di vite umane, con migliaia di civili palestinesi uccisi o feriti, a causa dei bombardamenti e dei combattimenti nelle aree densamente popolate di Gaza.

### Finalità di Israele

Le finalità di Israele in questa guerra erano principalmente difensive e strategiche:

1. **Neutralizzare Hamas**: Israele ha dichiarato di voler distruggere la capacità militare di Hamas e dei gruppi affiliati, tra cui la Jihad Islamica Palestinese, per prevenire futuri attacchi contro il territorio israeliano.

2. **Ristabilire la deterrenza**: Israele ha cercato di ripristinare la sua capacità di deterrenza nei confronti dei gruppi militanti palestinesi, inviando un chiaro messaggio che attacchi su larga scala contro il suo territorio avrebbero comportato una risposta massiccia.

3. **Liberare gli ostaggi**: Una delle priorità di Israele era il recupero degli ostaggi catturati da Hamas durante i primi giorni del conflitto. L'operazione ha incluso sforzi per localizzare e liberare i cittadini israeliani e stranieri presi in ostaggio da Hamas.

### Conseguenze e impatto umanitario

Il conflitto ha avuto un impatto devastante sulla popolazione civile di Gaza. Le infrastrutture già fragili della Striscia sono state gravemente danneggiate, con la distruzione di ospedali, scuole e abitazioni. Migliaia di persone sono state uccise, ferite o sfollate. Sul fronte israeliano, i civili sono stati sottoposti a continui attacchi missilistici, e il paese ha subito perdite significative tra le forze armate e la popolazione civile.

Le conseguenze politiche e diplomatiche del conflitto rimangono in evoluzione, con una crescente pressione internazionale per un cessate il fuoco e per affrontare le cause profonde del conflitto israelo-palestinese, che continua a essere una delle questioni irrisolte più complesse del Medio Oriente.

### Conclusione

Dalla sua nascita nel 1948, Israele ha attraversato numerosi conflitti e fasi di sviluppo, emergendo come una potenza regionale, ma continuando a confrontarsi con le tensioni irrisolte con i suoi vicini arabi e con i palestinesi.

F. Numero e distribuzione degli ebrei nel mondo contemporaneo e numero degli ebrei cittadini italiani.

### Numero e distribuzione degli ebrei nel mondo contemporaneo

 

Attualmente, la popolazione ebraica globale si aggira intorno ai **15 milioni di persone**. Questa popolazione è distribuita in diverse nazioni, con la maggioranza concentrata in due principali paesi: **Israele** e gli **Stati Uniti**. Ecco una panoramica della distribuzione approssimativa degli ebrei nel mondo:

1. **Israele**: Circa **7 milioni** di ebrei vivono in Israele, che rappresenta il centro principale della vita ebraica contemporanea. Israele è l'unico stato ebraico al mondo, e dal 1948 ha accolto numerose ondate migratorie di ebrei da varie parti del mondo.

2. **Stati Uniti**: Gli Stati Uniti ospitano la seconda comunità ebraica più numerosa, con circa **6 milioni** di ebrei. La maggior parte della popolazione ebraica negli USA si concentra nelle grandi città come New York, Los Angeles e Miami.

3. **Europa**: In Europa, la popolazione ebraica è molto ridotta rispetto al passato. Si stima che ci siano circa **1 milione** di ebrei, concentrati principalmente in Francia (circa **450.000**), Regno Unito (circa **270.000**), e Germania (circa **120.000**). Altri paesi europei con comunità significative includono la Russia, l'Ucraina e l'Ungheria.

4. **America Latina**: L'America Latina conta circa **400.000 ebrei**, con le comunità più grandi in Argentina (circa **180.000**), Brasile (circa **120.000**) e Messico.

5. **Canada**: Il Canada ospita circa **400.000 ebrei**, principalmente nelle città di Toronto e Montreal.

6. **Australia e Sudafrica**: Entrambi i paesi hanno comunità ebraiche di dimensioni minori ma storicamente significative, con circa **100.000 ebrei** in Australia e circa **70.000** in Sudafrica.

### Numero degli ebrei cittadini italiani

In Italia, la comunità ebraica è relativamente piccola. Si stima che il numero degli ebrei italiani sia compreso tra **25.000 e 30.000** persone. Le principali comunità ebraiche italiane si trovano nelle città di **Roma** (che ospita la più grande comunità con circa 12-15.000 persone), **Milano** (circa 8.000), e altre città come Torino, Firenze, Livorno, Trieste, e Venezia, che hanno una storia ebraica significativa.

Questi numeri riflettono le realtà moderne delle comunità ebraiche, che, pur essendo ridotte rispetto al passato, continuano a essere parte integrante della vita culturale e religiosa di molti paesi.

G. ### **Hezbollah**

**Hezbollah** è un'organizzazione sciita libanese nata nel contesto della guerra civile libanese (1975-1990) e dell'invasione israeliana del Libano nel 1982. Fondata formalmente nel **1985**, Hezbollah, il cui nome significa "Partito di Dio", ha le sue radici nella comunità sciita libanese e riceve un forte sostegno dall'Iran, che ha fornito aiuti finanziari, militari e ideologici. L'obiettivo originale di Hezbollah era quello di resistere all'occupazione israeliana del sud del Libano, ma col tempo è cresciuta fino a diventare un importante attore politico e militare libanese. Hezbollah è considerato un'organizzazione terroristica da vari paesi, tra cui gli Stati Uniti, Israele, e l'Unione Europea (parzialmente, solo il braccio militare), ma è anche parte del sistema politico libanese, con rappresentanti in parlamento e nel governo.

### **Hamas**

**Hamas** (acronimo di *Harakat al-Muqawama al-Islamiya*, che significa "Movimento di Resistenza Islamica") è stato fondato nel **1987** a Gaza durante la **Prima Intifada** palestinese contro l'occupazione israeliana. Hamas è un movimento islamista sunnita affiliato ai Fratelli Musulmani e combina attività politiche, sociali e militari. Il suo obiettivo dichiarato è la creazione di uno stato palestinese islamico al posto di Israele, e respinge la legittimità dello Stato di Israele. Hamas ha una componente politica, che governa la Striscia di Gaza dal 2007, e un'ala militare, che ha condotto attacchi contro Israele. Come Hezbollah, Hamas è considerato un'organizzazione terroristica da vari paesi, tra cui Stati Uniti, Israele e Unione Europea.

Entrambe le organizzazioni sono profondamente radicate nella lotta contro Israele, ma si differenziano per orientamento religioso e per il contesto geografico e politico in cui operano.

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 Dal punto di vista politico, non bisogna confondere le popolazioni ebraiche contemporanee nel mondo con il mitico popolo israelita di cui si narra nella Bibbia dei cristianesimi in Esodo, Levitico, Numeri e Deuteronomio e nei libri cosiddetti storici (ad eccezione dei libri dei Maccabei che riflettono più realisticamente la situazione storica dei tempi e delle società di cui narrano).  Purtroppo nella teologia e nella predicazione cristiana questa distinzione non viene presentata in modo chiaro e non di rado non viene fatta.

 Il sionismo può essere considerato un tardivo nazionalismo ottocentesco su basi mitiche religiose, affine ad esempio al nazionalismo italiano di Giuseppe Mazzini. Quello del ritorno è il suo mito specifico. In realtà le popolazioni ebraiche che sono migrate in Palestina non vi hanno fatto ritorno, perché erano da millenni stabilmente stanziate nel mondo, ma appunto vi hanno migrato, spinte dall’ideologia del sionismo, ma anche da altre motivazioni culturali e religiose, costituendo la popolazione che ha poi dato vita al popolo (la popolazione considerata dal punto di vista politico) dello Stato di Israele. Allo stesso modo, la gente discendente da italiani migrati all’estero che, a loro volta, migrano in Italia non vi fanno ritorno, ma appunto migrano, e in genere devono esservi integrate proprio come avviene per gli altri cittadini stranieri, imparandone lingua e cultura.

  Come il governo e la popolazione italiana non devono essere confusi con le popolazioni del mondo che discendono dalle migrazioni di italiani, non bisogna confondere il governo e la popolazione israeliana con gli ebrei del mondo, anche se questi ultimi, nei difficili frangenti in cui lo stato di Israele si è trovato nella sua travagliatissima storia, hanno in genere parteggiato per gli israeliani. E non bisogna neppure confondere gli ebraismi contemporanei con la cultura politica espressa dal governo israeliano e dai partiti israeliani.

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[Ricerca mediante ChatGPT di OpenAI del 5-10-14]

L'ebraismo contemporaneo è suddiviso in diverse correnti che riflettono differenti interpretazioni della **Torah** e della tradizione ebraica, adattate alla modernità e ai cambiamenti sociali. Ecco le principali correnti:

### 1. **Ebraismo ortodosso**

L'ebraismo ortodosso rappresenta la corrente più tradizionale e conservatrice. Gli ebrei ortodossi ritengono che la Torah, sia quella scritta (Pentateuco) che quella orale (Talmud), sia di origine divina e quindi immutabile. Si dividono in:

   - **Ortodossi moderni**: Tendono a vivere in modo più integrato nella società contemporanea, pur mantenendo strettamente le leggi religiose.

   - **Haredi** (o ultra-ortodossi): Adottano uno stile di vita più isolato, mantenendo una stretta aderenza alle norme religiose e sociali tradizionali. Tra i più noti vi sono i gruppi chassidici.

### 2. **Ebraismo conservatore (o Masorti)**

L'ebraismo conservatore cerca di bilanciare la fedeltà alle tradizioni ebraiche con la necessità di adattarle alla modernità. Questa corrente riconosce la Torah come ispirata da Dio, ma ritiene che l'interpretazione della legge ebraica possa evolvere per riflettere i cambiamenti della società. La liturgia è spesso simile a quella ortodossa, ma con una maggiore apertura verso ruoli egualitari tra uomini e donne.

### 3. **Ebraismo riformato (o progressista)**

L'ebraismo riformato è la corrente più liberale. Fondata in Germania nel XIX secolo e diffusa principalmente negli Stati Uniti, sostiene che la Torah sia un testo ispirato ma non vincolante in modo letterale. Gli ebrei riformati tendono a interpretare la legge ebraica in modo flessibile e a enfatizzare i valori etici dell'ebraismo più che la rigida osservanza delle regole. In questa corrente, uomini e donne hanno ruoli completamente eguali, e i servizi religiosi si svolgono anche nelle lingue moderne, non solo in ebraico.

### 4. **Ebraismo ricostruzionista**

Fondato negli Stati Uniti negli anni '20 da **Mordecai Kaplan**, l'ebraismo ricostruzionista vede l'ebraismo più come una civiltà culturale che come una religione basata su leggi divine. I ricostruzionisti interpretano la Torah come il risultato di un'evoluzione storica umana piuttosto che una rivelazione divina. La pratica religiosa è incoraggiata, ma vista come un'espressione culturale piuttosto che un obbligo assoluto.

### 5. **Ebraismo umanistico**

Fondato da **Sherwin Wine** negli anni '60, l'ebraismo umanistico è una corrente secolare che si concentra sull'etica e sui valori ebraici senza fare riferimento a Dio o alla teologia. Gli ebrei umanisti celebrano le festività ebraiche e la cultura ebraica, ma in un contesto laico, enfatizzando il potenziale umano e l'auto-determinazione.

Queste correnti coesistono in diversi paesi, con vari gradi di integrazione culturale e sociale, e riflettono le diverse modalità con cui gli ebrei contemporanei vivono la propria identità e la propria religione.

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 Oggi, a Roma, si è organizzata una manifestazione pubblica, vietata dalle autorità di Pubblica sicurezza, di sostegno ad Hamas, nella guerra con lo Stato di Israele da esso scatenata il 7 ottobre 2023. Nelle dichiarazioni pubbliche di alcuni degli organizzatori le stragi e la presa di ostaggi contro la popolazione israeliana compiute da miliziani di Hamas quel giorno sono state qualificate come rivoluzione e l’azione è stata definita legittima  dalla Guida suprema della Repubblica iraniana.

 Va detto, tuttavia, che esse rientrano nella nozione di crimini contro l’umanità  e di crimini di guerra secondo lo statuto della Corte Penale Internazionale, la cui Procura, da notizie di stampa,  ha chiesto ordini di cattura contro i responsabili di Hamas, per processarli per quei delitti. Non si è avuta finora notizia dell’emissione di tali ordine di cattura.

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[Ricerca tramite ChatGPT di OpenAI del 5-10-24]

### **La Corte Penale Internazionale (CPI)**

La **Corte Penale Internazionale (CPI)** è un'organizzazione internazionale permanente con sede a **L'Aia, nei Paesi Bassi**, istituita per perseguire individui accusati di crimini gravi di rilevanza internazionale, come il genocidio, i crimini contro l'umanità, i crimini di guerra e, più recentemente, il crimine di aggressione. La CPI è stata istituita il **1º luglio 2002** in seguito all'entrata in vigore dello **Statuto di Roma**, il trattato fondativo della Corte, che era stato adottato nel 1998.

### **Funzioni della Corte Penale Internazionale**

La CPI ha la responsabilità di **indagare, perseguire e giudicare** individui responsabili di crimini internazionali che superano la portata della giurisdizione dei singoli stati. La Corte è complementare ai sistemi giudiziari nazionali, il che significa che interviene solo quando uno stato non è in grado o non ha la volontà di perseguire tali crimini.

Le sue principali funzioni sono:

1. **Perseguire individui**: La CPI ha la giurisdizione su individui, non su stati o organizzazioni. Si occupa quindi di perseguire leader politici, comandanti militari e altri individui accusati di gravi crimini.

2. **Giurisdizione sui crimini più gravi**: La CPI si occupa dei crimini più gravi riconosciuti dal diritto internazionale: genocidio, crimini contro l'umanità, crimini di guerra e, dal 2018, crimine di aggressione.

3. **Complementarità**: La CPI interviene solo quando i sistemi nazionali non riescono a perseguire crimini gravi per mancanza di capacità o volontà. Se uno Stato può dimostrare di indagare e perseguire crimini, la Corte non può intervenire.

4. **Processo equo**: La CPI garantisce un processo equo agli accusati, inclusi il diritto alla difesa e altre garanzie fondamentali stabilite dallo Statuto di Roma.

5. **Protezione delle vittime**: La CPI ha un programma dedicato alla protezione e al sostegno delle vittime e dei testimoni. Le vittime possono anche partecipare ai procedimenti, presentando osservazioni e richiedendo risarcimenti.

### **Crimini contro l'umanità secondo lo Statuto di Roma**

I **crimini contro l'umanità** sono atti gravi commessi nell'ambito di un attacco sistematico e diffuso contro una popolazione civile. Secondo l'articolo 7 dello **Statuto di Roma**, i principali crimini contro l'umanità includono:

1. **Omicidio**

2. **Sterminio**

3. **Riduzione in schiavitù**

4. **Deportazione o trasferimento forzato di popolazione**

5. **Imprigionamento o altra privazione grave della libertà fisica**

6. **Tortura**

7. **Stupro, schiavitù sessuale, prostituzione forzata, gravidanza forzata, sterilizzazione forzata e altre forme di violenza sessuale**

8. **Persecuzione contro un gruppo o una collettività per motivi politici, razziali, nazionali, etnici, culturali, religiosi o di genere**

9. **Sparizione forzata delle persone**

10. **Apartheid**

11. **Altri atti inumani** di carattere simile che causano sofferenze gravi o danni alla salute fisica o mentale.

Questi atti devono essere commessi come parte di un attacco sistematico e diffuso contro una popolazione civile e con consapevolezza di tale attacco.

### **Crimini di guerra secondo lo Statuto di Roma**

I **crimini di guerra** sono violazioni gravi delle leggi e delle consuetudini internazionali applicabili nei conflitti armati. L'articolo 8 dello **Statuto di Roma** elenca una serie di crimini di guerra, tra cui:

1. **Uccisione intenzionale di civili** o di persone che non partecipano direttamente alle ostilità.

2. **Tortura o trattamento disumano**, inclusi esperimenti biologici.

3. **Cattura di ostaggi**.

4. **Attacchi deliberati contro civili** o infrastrutture civili, come scuole e ospedali, nonché contro operatori umanitari.

5. **Utilizzo di armi vietate**, come armi chimiche o biologiche.

6. **Deportazione o trasferimento illegale di popolazione**.

7. **Arruolamento di bambini soldato**.

8. **Attacchi contro prigionieri di guerra** o il rifiuto di garantire loro protezioni adeguate.

Questi atti costituiscono crimini di guerra quando commessi nel contesto di un conflitto armato, sia internazionale che non internazionale.

### **Conclusione**

La **Corte Penale Internazionale** svolge un ruolo cruciale nel perseguire i crimini internazionali più gravi, garantendo giustizia alle vittime e contribuendo alla prevenzione futura di tali crimini. La CPI rappresenta un passo fondamentale verso la lotta all'impunità su scala globale, pur affrontando sfide riguardo all'efficacia e alla cooperazione degli stati.

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   La Corte penale internazionale riconosce la propria giurisdizione in merito ai fatti del 7 ottobre 2023, in quanto l’Autorità Nazionale Palestinese ha aderito al relativo trattato.

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[Ricerca mediante ChatGPT di OpenAI del 5-10-24]

l'Autorità Nazionale Palestinese (ANP) ha aderito alla Corte Penale Internazionale (CPI). La Palestina ha presentato la sua richiesta formale di adesione allo Statuto di Roma (il trattato che ha istituito la CPI) il 1º gennaio 2015, e l'adesione è diventata ufficiale il 1º aprile 2015.

Questa adesione consente alla CPI di esercitare la sua giurisdizione su crimini commessi nei territori palestinesi, inclusi Cisgiordania, Striscia di Gaza, e Gerusalemme Est. La decisione di aderire alla CPI ha dato alla Palestina l'opportunità di presentare denunce contro presunti crimini di guerra e crimini contro l'umanità commessi in questi territori, sia da parte di Israele che da parte di gruppi palestinesi.

L'adesione ha suscitato numerose controversie, soprattutto perché molti paesi, tra cui Israele e Stati Uniti, non riconoscono lo status di Stato della Palestina e si oppongono all'uso della CPI in questo contesto.

Dal 2015, la CPI ha avviato indagini preliminari riguardanti il conflitto israelo-palestinese e i possibili crimini commessi durante l'occupazione e le ostilità nei territori occupati.

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 Per completezza, va detto che si è avuta notizia della richiesta della Procura presso la Corte penale internazionale di ordini di cattura anche contro il Primo ministro e altri esponenti di vertice israeliani in relazione alla guerra combattuta dallo Stato di Israele nella striscia di Gaza. Finora non si è avuta notizia dell’emissione di ordini di cattura.

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Nota: utilizzo il servizio di AI [artificial intelligence = intelligenza artificiale]  di OpenAI, al quale sono abbonato, per rendere più veloce l’elaborazione di contenuti. Come avverte il gestore del servizio, l’AI di ChatGPT di OpenAI, che è un sistema di ricerca, elaborazione e generazione  di testi molto evoluto in grado di colloquiare con l’utente, può talvolta generare risposte non corrette. Sono ciò che gli specialisti definiscono “allucinazioni” del sistema, analoghe a quelle vissute anche dalle menti umane. Gli utenti sono quindi invitati a verificare la correttezza delle risposte. In genere interrogo l’AI in materie in cui ho almeno un’informazione di base. Dove le risposte prodotte presentano evidenti incongruenze, ne verifico la correttezza, innanzi tutto utilizzando la stessa AI che è in grado di svolgere bene questo controllo, e poi servendomi di altre fonti, principalmente l’enciclopedia Treccani on line. Personalmente ho studiato e pratico il diritto italiano, complesso di materie in cui ho un’informazione più completa per ragioni professionali. Invito tuttavia i lettori a svolgere un lavoro analogo, approfondendo, sia quanto alle risposte generate dall’AI che trascrivo sia in genere quanto a tutto ciò che scrivo, perché, come ho osservato, anche la mente umana incontra gli stessi problemi di quella non umana, la cui architettura funzionale è modellata sulla prima. Il testo tra parentesi quadre che inserisco nella trascrizione della risposta generata dall’AI contiene mie correzioni basate su altre fonti. Le correzioni generate dalla stessa AI a seguito di mie richieste di verifica sono invece inserite nel testo senza evidenziazione.

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Mario Ardigò – Azione Cattolica in San Clemente papa – Roma, Monte Sacro, Valli