INFORMAZIONI UTILI SU QUESTO BLOG

  Questo blog è stato aperto da Mario Ardigò per consentire il dialogo fra gli associati dell'associazione parrocchiale di Azione Cattolica della Parrocchia di San Clemente Papa, a Roma, quartiere Roma - Montesacro - Valli, un gruppo cattolico, e fra essi e altre persone interessate a capire il senso dell'associarsi in Azione Cattolica, palestra di libertà e democrazia nello sforzo di proporre alla società del nostro tempo i principi di fede, secondo lo Statuto approvato nel 1969, sotto la presidenza nazionale di Vittorio Bachelet, e aggiornato nel 2003.

  This blog was opened by Mario Ardigò to allow dialogue between the members of the parish association of Catholic Action of the Parish of San Clemente Papa, in Rome, the Roma - Montesacro - Valli district, a Catholic group, and between them and other interested persons to understand the meaning of joining in Catholic Action, a center of freedom and democracy in the effort to propose the principles of faith to the society of our time, according to the Statute approved in 1969, under the national presidency of Vittorio Bachelet, and updated in 2003.

*************************

L’Azione Cattolica Italiana è un’associazione di laici nella chiesa cattolica che si impegnano liberamente per realizzare, nella comunità cristiana e nella società civile, una specifica esperienza, ecclesiale e laicale, comunitaria e organica, popolare e democratica. (dallo Statuto)

Italian Catholic Action is an association of lay people in the Catholic Church who are freely committed to creating a specific ecclesial and lay, community and organic, popular and democratic experience in the Christian community and in civil society. (from the Statute)

**********************************

  Questo blog è un'iniziativa di laici aderenti all'Azione Cattolica della parrocchia di San Clemente papa e manifesta idee ed opinioni espresse sotto la personale responsabilità di chi scrive. Esso non è un organo informativo della parrocchia né dell'Azione Cattolica e, in particolare, non è espressione delle opinioni del parroco e dei sacerdoti suoi collaboratori, anche se i laici di Azione Cattolica che lo animano le tengono in grande considerazione.

  Chi voglia pubblicare un contenuto (al di là dei semplici commenti ai "post", che possono essere lasciati cliccando su "commenti" ma solo da chi abbia un’identità Google), può inviarlo a Mario Ardigò all'indirizzo di posta elettronica marioardigo@acsanclemente.net all'interno di una e-mail o come allegato Word a una e-email.

  I contenuti pubblicati su questo blog possono essere visualizzati senza restrizioni da utenti di tutto il mondo e possono essere elaborati da motori di ricerca; dato il tema del blog essi potrebbero anche rivelare un'appartenenza religiosa. Nel richiederne e autorizzarne la pubblicazione si rifletta bene se inserirvi dati che consentano un'identificazione personale o, comunque, dati di contatto, come indirizzo email o numeri telefonici.

  Non è necessario, per leggere i contenuti pubblicati sul blog, iscriversi ai "lettori fissi".

  L'elenco dei contenuti pubblicati si trova sulla destra dello schermo, nel settore archivio blog, in ordine cronologico. Per visualizzare un contenuto pubblicato basta cliccare sul titolo del contenuto. Per visualizzare i post archiviati nelle cartelle per mese o per anno, si deve cliccare prima sul triangolino a sinistra dell'indicazione del mese o dell'anno.

  Dal gennaio del 2012, su questo blog sono stati pubblicati oltre 3.200 interventi (post) su vari argomenti. Per ricercare quelli su un determinato tema, impostare su GOOGLE una ricerca inserendo "acvivearomavalli.blogspot.it" + una parola chiave che riguarda il tema di interesse (ad esempio "democrazia").

GOOGLE INSERISCE DEI COOKIE NEL CORSO DELLA VISUALIZZAZIONE DEL BLOG. SI TRATTA DI PROGRAMMI COMUNEMENTE UTILIZZATI PER MIGLIORARE E RENDERE PIU' VELOCE LA LETTURA. INTERAGENDO CON IL BLOG LI SI ACCETTA. I BROWSER DI NAVIGAZIONE SUL WEB POSSONO ESSERE IMPOSTATI PER NON AMMETTERLI: IN TAL CASO, PERO', POTREBBE ESSERE IMPOSSIBILE VISUALIZZARE I CONTENUTI DEL BLOG.

  Scrivo per dare motivazioni ragionevoli all’impegno sociale. Lo faccio secondo l’ideologia corrente dell’Azione Cattolica, che opera principalmente in quel campo, e secondo la mia ormai lunga esperienza di vita sociale. Quindi nell’ordine di idee di una fede religiosa, dalla quale l’Azione Cattolica trae i suoi più importanti principi sociali, ma senza fare un discorso teologico, non sono un teologo, e nemmeno catechistico, di introduzione a quella fede. Secondo il metodo dell’Azione Cattolica cerco di dare argomenti per una migliore consapevolezza storica e sociale, perché per agire in società occorre conoscerla in maniera affidabile. Penso ai miei interlocutori come a persone che hanno finito le scuole superiori, o hanno raggiunto un livello di cultura corrispondente a quel livello scolastico, e che hanno il tempo e l’esigenza di ragionare su quei temi. Non do per scontato che intendano il senso della terminologia religiosa, per cui ne adotto una neutra, non esplicitamente religiosa, e, se mi capita di usare le parole della religione, ne spiego il senso. Tengo fuori la spiritualità, perché essa richiede relazioni personali molto più forti di quelle che si possono sviluppare sul WEB, cresce nella preghiera e nella liturgia: chi sente il desiderio di esservi introdotto deve raggiungere una comunità di fede. Può essere studiata nelle sue manifestazioni esteriori e sociali, come fanno gli antropologi, ma così si rimane al suo esterno e non la si conosce veramente.

  Cerco di sviluppare un discorso colto, non superficiale, fatto di ragionamenti compiuti e con precisi riferimenti culturali, sui quali chi vuole può discutere. Il mio però non è un discorso scientifico, perché di quei temi non tratto da specialista, come sono i teologi, gli storici, i sociologi, gli antropologi e gli psicologi: non ne conosco abbastanza e, soprattutto, non so tutto quello che è necessario sapere per essere un specialista. Del resto questa è la condizione di ogni specialista riguardo alle altre specializzazioni. Le scienze evolvono anche nelle relazioni tra varie specializzazioni, in un rapporto interdisciplinare, e allora il discorso colto costituisce la base per una comune comprensione. E, comunque, per gli scopi del mio discorso, non occorre una precisione specialistica, ma semmai una certa affidabilità nei riferimento, ad esempio nella ricostruzione sommaria dei fenomeni storici. Per raggiungerla, nelle relazioni intellettuali, ci si aiuta a vicenda, formulando obiezioni e proposte di correzioni: in questo consiste il dialogo intellettuale. Anch’io mi valgo di questo lavoro, ma non appare qui, è fatto nei miei ambienti sociali di riferimento.

  Un cordiale benvenuto a tutti e un vivo ringraziamento a tutti coloro che vorranno interloquire.

  Dall’anno associativo 2020/2021 il gruppo di AC di San Clemente Papa si riunisce abitualmente due martedì e due sabati al mese, alle 17, e anima la Messa domenicale delle 9. Durante la pandemia da Covid 19 ci siamo riuniti in videoconferenza Google Meet. Anche dopo che la situazione sanitaria sarà tornata alla normalità, organizzeremo riunioni dedicate a temi specifici e aperte ai non soci con questa modalità.

 Per partecipare alle riunioni del gruppo on line con Google Meet, inviare, dopo la convocazione della riunione di cui verrà data notizia sul blog, una email a mario.ardigo@acsanclemente.net comunicando come ci si chiama, la email con cui si vuole partecipare, il nome e la città della propria parrocchia e i temi di interesse. Via email vi saranno confermati la data e l’ora della riunione e vi verrà inviato il codice di accesso. Dopo ogni riunione, i dati delle persone non iscritte verranno cancellati e dovranno essere inviati nuovamente per partecipare alla riunione successiva.

 La riunione Meet sarà attivata cinque minuti prima dell’orario fissato per il suo inizio.

Mario Ardigò, dell'associazione di AC S. Clemente Papa - Roma

NOTA IMPORTANTE / IMPORTANT NOTE

SUL SITO www.bibbiaedu.it POSSONO ESSERE CONSULTATI LE TRADUZIONI IN ITALIANO DELLA BIBBIA CEI2008, CEI1974, INTERCONFESSIONALE IN LINGUA CORRENTE, E I TESTI BIBLICI IN GRECO ANTICO ED EBRAICO ANTICO. CON UNA FUNZIONALITA’ DEL SITO POSSONO ESSERE MESSI A CONFRONTO I VARI TESTI.

ON THE WEBSITE www.bibbiaedu.it THE ITALIAN TRANSLATIONS OF THE BIBLE CEI2008, CEI1974, INTERCONFESSIONAL IN CURRENT LANGUAGE AND THE BIBLICAL TEXTS IN ANCIENT GREEK AND ANCIENT JEWISH MAY BE CONSULTED. WITH A FUNCTIONALITY OF THE WEBSITE THE VARIOUS TEXTS MAY BE COMPARED.

sabato 12 ottobre 2024

Cattolicesimo democratico – 33 - Nel groviglio sociale

 

Cattolicesimo democratico – 33

-

Nel groviglio sociale

 

  Ogni azione su un corpo sociale, anche attuata con le migliori intenzioni, ha un costo in termini di sofferenze umane. Non fa eccezione l’evangelizzazione cristiana, che nelle Chiese  è vissuta come una iniziativa salvifica, ma in altri ambienti sociali come una minaccia, storicamente lo è realmente stata e, bisogna aggiungere, non di rado il pericolo temuto si è avverato.

 Quand’ero un ragazzo, negli anni ’70 del secolo scorso, che per un essere umano di oggi sono un periodo lontano, ma non nell’evoluzione delle società e tantomeno in quella della nostra specie, in relazione alla quale sono a meno di un battito di ciglia, tra le persone giovani si faceva un gran parlare di rivoluzione riecheggiando quello che si sentiva in società. I costumi sociali stavano cambiando, si manifestava una certa resistenza, e a quell’epoca anche gli ambienti ecclesiali cattolici erano molto più effervescenti di adesso e lo scontro con i conservatori vi era molto duro e non velato dall’attuale blanda ipocrisia, così tra chi seguiva i nuovi modi di vivere si pensava che fosse una buona idea di andare per le spicce, quindi lo si faceva, e questo veniva chiamato, appunto fare la rivoluzione. Piacevano le idee radicali e, come durante il Risorgimento nel secolo precedente, c’erano meno remore ad usare la violenza. Così la gente cominciò a morirci intorno. Persone che, come me, detestavano la violenza sociale, e non tanto per la sofferenza sociale che vi è implicata e la sopraffazione che ne è la sostanza - sono conseguenze di ogni azione sulla società, in misura minore o maggiore - ma perchè insensata - venivano poco considerate, se non disprezzate o addirittura considerate colluse con i ceti  dominanti che resistevano al cambiamento. D'altra parte, i conservatori,dal canto loro, non si facevano tanti scrupoli a tagliare corto e a menare metaforicamente le mani. 

  Così è storicamente accaduto, in genere, nelle Chiese cristiane, che arrivarono a livelli di efferatezza incredibili, dei quali raramente vedo consapevolezza realistica tra la gente di fede, mentre gli ambienti più legati alla gerarchia ecclesiastica tendono al giustificazionismo sostenendo che “a quei tempi” le cose nel mondo andavano così e la gente di fede che si macchiò di quelli che oggi consideriamo crimini contro l’umanità pensava di far bene. Insomma si storicizza il giudizio e si valutano le cose con i criteri del loro tempo, considerando l’intenzione virtuosa a prescindere dai disastri sociali. Ma siamo poi veramente certi di essere tanto cambiati da allora? La storicizzazione dovrebbe comprendere anche una presa di distanza, che però io non vedo, ad esempio verso eventi stragisti come le guerre di Crociata contro i mussulmani in Palestina, addirittura ordinate dai Papi di Roma.

  Dopo la Prima guerra mondiale (1914-1918) [si parla di questo periodo storico come del primo dopoguerra], negli ambienti del socialismo marxista italiano ci si divise, polemizzando aspramente, tra massimalisti riformisti. I primi, sull'esempio della sanguinosa ricoluzione comunista attuata in Russia dal 1917 sotto la guida di Lenin, che aveva profondamente trasformato le istituzioni, la stessa società civile e il sistema economico, abbattendo la dinastia imperiale degli zar Romanov, volevano, mediante agitazioni violente nelle piazze e nelle fabbriche, deporre la dinastia reale dei Savoia, abbattere le istituzioni di democrazia liberale del Regno d'Italia e sostituirle con un regime basato sulla partecipazione popolare ad imitazione di quello sovietico russo, quindi su assemblee (in russo soviet) dei lavoratori, instaurando al più presto un'economia socialista non fondata sul capitalismo. Volevano ottenere al piu presto il massimo delle aspirazioni socialiste. Erano i socialisti rivoluzionari, ai quali appartenne, in un ruolo molto importante, anche Benito Mussolini, diplomatosi in un istituto magistrale (per la formazione dei maestri elementari), brillante giornalista, oratore populista trascinante, persona di indole violenta fin da piccolo. Egli poi, con molti altri, partecipò alla fondazione del Partito Nazionale Fascista, del quale dagli anni '30 del Novecento divenne il capo assoluto, riuscendo ad organizzare su di sé una sorta di culto mistico, come Duce, guida suprema, addirittura uomo della Providenza come venne definito dal papa Pio 11º, seguito da molti altri nella Chiesa cattolica, per il fatto di aver concluso, come capo del governo italiano, i Patti Lateranensi con il Papato. Da essi il Papato conseguì la piena sovranità sulla Città del Vaticano, un ingente indennizzo per la spoliazione dello Stato Pontificio e per altre che ne erano seguite, benefici per il clero  e una integrazione delle attività prettamente pastorali nell'ordinamento istituzionale del Regno. Ai massimalisti si contrapponevano i riformisti che si proponevano di cambiare progressivamente la società e le sue istituzioni, ma anche la mentalità dei più, attuando, appunto, riforme vale a dire organizzando diversamente la società settore per settore, cercando di integrarle nel contesto esistente, e anche riformando quest'ultimo per riuscirci meglio, imparando dall'esperienza dove correggersi - perché di nessun progetto si può veramente capire se funzioni prima di metterlo in atto. È questo sfruttando le opportunità delle istituzioni democratiche, considerate borghesi - e quindi un imbroglio a danno dei ceti popolari - da quegli altri, nel presupposto, purtroppo spesso rivelatosi fallace, che, in un sistema dove a tutto il popolo (dei soli uomini allora) era concesso il voto ed era stabilito che prevalesse la maggioranza, le riforme a favore della gente che fino ad allora non aveva avuto la meglio, i più perché le leve del potere erano prerogativa dei ceti più ricchi e istruiti, avrebbero potuto essere varate. In un contesto, però, in cui tutti convenivano di accettarle perché approvate secondo procedure condivise e perché anche l'azione riformatrice non poteva ledere alcuni importanti diritti della persona, e nell'intesa che ogni riforma potesse essere a sua volta riformata secondo le stesse regole. Questo avrebbe diminuito la violenza pubblica che è insita in ogni programma di riforma, nel quale si incide sempre sull'asserro sociale esistente e questo, naturalmente, non è gradito da chi fino ad allora ne ha beneficiato.

 I massimalisti invece si proponevano di imporre la loro rivoluzione come irriformabile, nel presupposto di agire nell'interesse del proletariato, vale a dire dei più che dipendevano da altri per vivere  dai quali ricevevano un salario per il lavoro svolto, e questo chiamavano  dittatura del proletariato. Nella successiva esperienza pratica di tutti i regimi comunisti, massimalisti per definizione, si vide poi che la cosiddetta dittatura del proletariato infallibilmente evolveva in dittatura [non del proletariato ma] della ristretta oligarchia del partito che aveva accentrato la guida del processo rivoluzionario, con la conseguenza che quest'ultimo, su questi presupposti, convergeva inevitabilmente in un sistema sociale nel quale le risorse sociali andavano a beneficio solo degli oligarchi di partito e del ceto di funzionari a loro sottomesso. A riprova che ogni potere senza limiti sfocia inesorabilmente in un abuso di potere, come storicamente dimostrato in modo eclatante anche dalla storia delle gerarchie ecclesiastiche. 

  Intorno alle forze massimaliste spesso si crea un’epica del combattente che sollecita l’immaginazione e attira. Sembra che il tagliar corto e il menare le mani, cercando di sopraffare in questo modo le resistenze sociali, sia un modo efficace di risolvere i problemi, ma in realtà non fa che complicarli e crearne di nuovi a non finire. In una situazione di violenza  e di caos, in cui la mappa delle reti sociali da cui dipende la nostra sopravvivenza diventa illeggibile, non si sa più come orientarsi, si vive giorno per giorno e non è più possibile fare progetti di lungo corso. Un processo rivoluzionario dovrebbe proporsi, naturalmente, di organizzare la società diversamente, riordinandola e uscendo da quella situazione, ma una volta che si sia dato avvio al disordine sociale non è facile riuscirci, specialmente se ci si propone di farlo affidandosi prevalentemente alla violenza pubblica diretta da uno dei centri di potere in lotta. Ricordiamo poi che nelle situazioni di conflitto collettivo fatalmente il potere decisionale tende ad accentrarsi in gruppi molto  ristretti, con tutto ciò che ne consegue in tema di opportunità per abusi di potere, regola delle dinamiche politiche universale essendo quella che all’accentramento senza bilanciamento consegue sempre l’abuso di potere.

  Cerchiamo di farci delle società in cui viviamo un’immagine come di reti  sociali, ma di fatto sono ben lontane da questa raffigurazione statica: le dinamiche sociali, per quanto ci si sforzi di ordinarle secondo una certa architettura, costituiscono intricati grovigli nei quali forze si contrappongo a forze e l’aspetto dell’insieme muta continuamente, tanto più velocemente quanto più eterogenee e conflittuali sono le componenti che interagiscono. Quindi, avvicinando una situazione sociale, prima di agitarla, bisognerebbe capirla bene, conoscendo chi l’anima e che cosa e perché l’agita. E poi avviare delle interlocuzioni, perché la costruzione sociale comprende un fondamentale  fattore dialogico, che è la base delle intese dalle quali possono strutturarsi le reti di relazioni per cercare di dare ordine all’insieme.

  Comunque, quando si inizia ad operare, non si sa mai bene come finirà, questo perché c’è molta differenza tra l’organizzazione sociale, ad esempio, delle formiche e quella degli esseri umani, per l’essenziale componente culturale che richiede e sempre manifesta, per la quale ogni persona trova il suo posto, il suo ruolo, e finché la maggioranza della  gente non vi riesca e, riuscendovi, non ne sia anche sufficientemente soddisfatta, non ci sarà pace e l’evoluzione tumultuosa proseguirà.

  I partiti conservatori di solito si avvantaggiano dal fatto che la gente preferisce rimanere com’è, pur con tutti i problemi che l’esistente può presentare, pur di vivere in pace, se i progetti di riforma o addirittura rivoluzionari appaiono troppo confusi, velleitari, o basati troppo sulla violenza: al caos si preferisce sempre  l’ordine perché quest’ultimo rende intellegibile la società intorno e dunque favorisce la sopravvivenza. Tra gli anni Venti e gli anni Trenta del secolo scorso, invece, come poi accadde anche dalla seconda metà degli anni Settanta alla metà degli anni Ottanta, ci furono coloro, specialmente tra i giovani, che, rifiutando sprezzantemente la fatica (e la noia talvolta) di cercare di conoscere la gente prima di colpire la sua vita con i propri progetti ideati a prescindere da essa, idealizzarono la violenza, vista come sforzo eroico a costo della vita (prevalentemente altrui), un po’ con ai tempi nostri certe correnti islamiche mitizzano le azioni più crudeli come martirio, testimonianza della propria fede. Uno specchio di questo modo di pensare lo troviamo nel futurismo, fucina di molti costumi del fascismo mussoliniano.

§§§§§§§§§§

Ricerca mediante ChatGPT di OpenAI del 12-10-24

Il **futurismo** italiano è un movimento artistico, culturale e politico nato nel 1909 con la pubblicazione del *Manifesto del Futurismo* di **Filippo Tommaso Marinetti** sul giornale francese *Le Figaro*. Il futurismo si presentò come una rottura radicale con il passato, esaltando la modernità, la velocità, la tecnologia e il dinamismo della vita contemporanea. Fu una delle prime avanguardie del Novecento e influenzò varie discipline, dalla pittura alla letteratura, dalla scultura all’architettura, fino alla politica.

### **Caratteristiche del futurismo**

Il futurismo si fondava su alcuni principi chiave:

- **Culto della velocità e del progresso tecnologico**: Il futurismo celebrava le macchine, i treni, gli aerei e le automobili come simboli del nuovo mondo industriale. Il progresso tecnologico era visto come la forza trainante della modernità, capace di rigenerare la società.

 - **Disprezzo per il passato**: I futuristi rifiutavano l’eredità culturale tradizionale, considerata un peso che impediva il progresso. Il passato, rappresentato da musei, biblioteche e accademie, doveva essere superato. Marinetti auspicava la distruzione dei musei, simbolo dell'arte passata e della cultura stagnante.

- **Esaltazione della violenza e della guerra**: La guerra era vista come un mezzo di purificazione e rinnovamento. Marinetti definiva la guerra come "l'unica igiene del mondo", capace di spazzare via la vecchia società e aprire la strada a una nuova era.

- **Dinamismo e simultaneità**: Nell'arte, i futuristi cercavano di rappresentare il movimento, la velocità e la simultaneità delle esperienze moderne. Artisti come Umberto Boccioni, Giacomo Balla e Carlo Carrà cercavano di catturare il dinamismo della vita urbana e della tecnologia, attraverso forme spezzate e linee di forza.

### **Propositi politici e sociali**

Il futurismo non fu solo un movimento artistico, ma anche un progetto politico di trasformazione sociale. I futuristi credevano che la modernità avrebbe dovuto portare a un cambiamento radicale delle strutture sociali e politiche:

- **Rifiuto della borghesia**: I futuristi criticarono la società borghese, ritenendola conservatrice, ipocrita e incapace di abbracciare il cambiamento. Proposero invece una società basata sull’energia, sulla velocità e sul dinamismo, in sintonia con i nuovi valori della modernità industriale.

- **Sostegno al nazionalismo**: In politica, molti futuristi aderirono a idee nazionaliste, vedendo nella nazione uno strumento di modernizzazione e di affermazione della potenza tecnologica e militare. Durante la Prima guerra mondiale, Marinetti e altri futuristi si arruolarono volontariamente, convinti che la guerra fosse un'opportunità per rigenerare l'Italia e proiettarla verso il futuro.

- **Proposte di riforma sociale**: Sul piano sociale, il futurismo promosse alcune idee innovative per l'epoca, come l'emancipazione femminile, l'abolizione del matrimonio e della proprietà privata. Tuttavia, queste posizioni furono spesso contraddittorie, poiché il movimento mescolava tendenze anarchiche con ideali autoritari e militaristi.

### **Futurismo e fascismo**

Dopo la Prima guerra mondiale, molti futuristi, compreso Marinetti, appoggiarono il **fascismo** nascente. Il futurismo e il fascismo condividevano alcune idee, come l’esaltazione della violenza, l'autoritarismo, il nazionalismo e il desiderio di trasformazione sociale. Tuttavia, vi furono anche divergenze significative. Marinetti tentò di mantenere il futurismo indipendente dal fascismo, ma con il passare del tempo il movimento venne progressivamente assorbito dal regime, perdendo parte della sua carica rivoluzionaria e diventando funzionale alla propaganda fascista.

 Il futurismo italiano ebbe una posizione fortemente critica nei confronti della **democrazia liberale**. Filippo Tommaso Marinetti e i futuristi vedevano la democrazia liberale come un sistema antiquato, lento e inadeguato a rispondere alle esigenze della modernità e del progresso. Ritenevano che il liberalismo, con il suo focus sulla discussione, sul compromesso e sulla rappresentanza parlamentare, fosse un ostacolo alla realizzazione di una società dinamica, energica e orientata verso il futuro.

Ecco i principali aspetti della critica futurista alla democrazia liberale:

### **1. Rifiuto della lentezza e dell'immobilismo democratico**

I futuristi erano profondamente impazienti verso i meccanismi della democrazia rappresentativa, che vedevano come troppo lenti e incapaci di affrontare rapidamente i problemi della società moderna. Essi volevano un'azione diretta e immediata, rifiutando il parlamentarismo come uno strumento che frenava il cambiamento e il progresso. In contrasto, esaltavano la velocità, l'energia e la risolutezza, ideali che consideravano essenziali per un sistema politico capace di guidare l'Italia verso un futuro di modernizzazione industriale e tecnologica.

### **2. Elitismo e disprezzo per le masse**

Il futurismo, pur proponendo una trasformazione radicale della società, non era un movimento democratico nel senso classico. Marinetti e i suoi seguaci non credevano nell’uguaglianza universale o nel potere delle masse popolari. Al contrario, vedevano nella democrazia liberale una celebrazione della mediocrità, dove il potere era diluito tra la "maggioranza" e la "massa" anziché essere affidato a individui energici, forti e visionari. L'ideale era una società guidata da una élite di uomini d'azione e di genio, capaci di imprimere la loro visione al mondo senza ostacoli.

### **3. Esaltazione dell’autoritarismo**

Il futurismo, pur mescolando in alcuni momenti tendenze anarchiche, promosse in vari contesti un’idea di politica autoritaria, basata sul potere centralizzato e sull'azione decisa. Marinetti e altri futuristi ritenevano che la società avrebbe dovuto essere diretta da leader carismatici e visionari, capaci di prendere decisioni rapide e audaci. In questo senso, la democrazia liberale, con le sue lunghe discussioni e compromessi, era vista come inefficace e debole.

### **4. Vicinanza al fascismo**

Il disprezzo per la democrazia liberale portò molti futuristi a sostenere il fascismo, che rappresentava per loro una via d'uscita dall'immobilismo democratico. Il fascismo di Mussolini, con la sua esaltazione della forza, del dinamismo e del nazionalismo, sembrava incarnare molte delle idee futuriste. Marinetti stesso aderì al fascismo, sebbene il rapporto tra futurismo e fascismo non fosse sempre privo di tensioni. Tuttavia, molti futuristi videro nel fascismo un'alternativa concreta alla democrazia liberale, capace di portare l'Italia verso la modernità industriale e tecnologica che sognavano.

### **5. Visione della guerra e della violenza come rigenerazione**

Un altro punto centrale del rifiuto della democrazia liberale fu l’esaltazione della guerra come "igiene del mondo". I futuristi vedevano nella guerra e nella violenza un mezzo per rigenerare la società, distruggendo le vecchie istituzioni e costruendo un nuovo ordine. La democrazia liberale, con la sua enfasi sulla pace, sulla diplomazia e sulla risoluzione pacifica dei conflitti, era considerata inadeguata a garantire questo rinnovamento, poiché promuoveva la conservazione dello status quo.

### **Conclusione**

In sintesi, il futurismo italiano rigettò la democrazia liberale come un sistema troppo legato al passato, incapace di affrontare le sfide della modernità e della trasformazione sociale. Al contrario, i futuristi proposero un'alternativa autoritaria e dinamica, che valorizzasse la velocità, la forza e l'azione decisa. Questo li portò a sostenere il fascismo, che incarnava molte delle loro aspirazioni di rinnovamento politico e sociale, sebbene il loro contributo si concentrasse più sulla sfera culturale e simbolica che su quella strettamente politica.

### **Declino e influenza posteriore**

Con l'affermarsi del fascismo, il futurismo perse gran parte della sua forza innovatrice. Nonostante il declino politico, il futurismo continuò a influenzare le avanguardie artistiche e culturali internazionali, ispirando movimenti come il costruttivismo russo e il vorticismo britannico. La sua eredità è visibile anche nella cultura popolare contemporanea, dove l'esaltazione della tecnologia e della velocità continua a essere un tema centrale.

In sintesi, il futurismo italiano fu un movimento profondamente legato alla modernità e alle sue trasformazioni sociali e politiche. Promosse un cambiamento radicale della società, esaltando il dinamismo, la tecnologia e la violenza come strumenti per creare un nuovo ordine sociale. Tuttavia, la sua vicinanza al fascismo e le sue contraddizioni interne ne limitarono l'impatto politico a lungo termine, pur lasciando una traccia duratura nell'arte e nella cultura del XX secolo.

§§§§§§§§

  In quest’ottica, anche la convinzione, primitiva, che i problemi sociali possano essere meglio risolti, invece che mediante un estenuante lavoro di dialogo sociale che sembra non potere avere mai fine (ed è realmente così perché la società è sempre in fermento e cambia), affidando le decisioni cruciali a centri di potere molto limitati, simboleggiati in una  sola persona (parlo di simboleggiare perché nessuna collettività è mai realmente nelle mani di un solo essere umano, come accadde anche al tempo dei sovrani assoluti) appare un’alternativa credibile. Su questo si basa anche l’ingenuo papismo  che viene veicolato oggi dai mezzi di comunicazione di massa. E il ducismo  che trapela nell’organizzazione dei partiti  personali, caratterizzati dal fatto che non vi si tengono mai, o si fanno raramente, i congressi,  dove tutta la gente del partito, e non solo i cosiddetti notabili, può contare, mediante i suoi delegati.

§§§§§§§§

Ricerca mediante ChatGPT di OpenAI del12-10-24

Il **papismo** è un termine storico utilizzato in modo polemico, soprattutto da ambienti protestanti e anticlericali, per riferirsi al potere e all'influenza del papa e della Chiesa cattolica, in particolare riguardo alla sua autorità su questioni spirituali e temporali. Il termine implica spesso una critica dell’accentramento di potere nelle mani del papato, associandolo a una forma di dominio religioso e politico.

### **Caratteristiche del papismo**

- **Primato papale**: Al centro del papismo vi è il primato del papa, considerato il successore di San Pietro e capo della Chiesa universale. Il papa ha un'autorità suprema in materia di fede e morale e, secondo la dottrina cattolica, la sua parola è infallibile quando parla *ex cathedra* su questioni di dottrina.

 

- **Autorità temporale**: Storicamente, il papismo è stato associato anche al potere politico del papa, in particolare nel contesto dello Stato Pontificio, che ha visto i papi governare ampie porzioni di territorio italiano fino all’unificazione d’Italia nel XIX secolo.

- **Opposizione al conciliarismo**: Il papismo si contrappone a movimenti come il conciliarismo, che sosteneva che l'autorità suprema nella Chiesa risiedesse nei concili ecumenici piuttosto che nel papa. La dottrina papista, al contrario, afferma che il pontefice è l'autorità finale in materia di fede.

### **Storia del papismo**

Il concetto di papismo inizia a prendere forma con il consolidamento dell'autorità papale nel Medioevo. Il potere dei papi si rafforzò sotto figure come **Gregorio VII**, che nel *Dictatus Papae* (1075) proclamò l'indipendenza e il primato del papato su tutti i poteri secolari. Durante il Medioevo, i papi esercitavano sia un'influenza spirituale che politica, coinvolgendosi in questioni secolari e intervenendo nei conflitti tra monarchi europei.

Nel XVI secolo, con la **Riforma protestante**, il papismo divenne un bersaglio centrale di critiche. Riformatori come **Martin Lutero** denunciarono la corruzione del papato e l’eccessiva ingerenza nelle questioni politiche e religiose dei singoli stati. Da allora, il termine è stato utilizzato soprattutto in senso critico, come simbolo di autoritarismo religioso.

Nonostante le critiche, il papato mantenne un ruolo centrale nella Chiesa cattolica, continuando a esercitare un’influenza spirituale significativa, fino a ridefinire il proprio ruolo in modo più spirituale e pastorale nel corso del XX secolo, soprattutto con il **Concilio Vaticano II** (1962-1965).

§§§§§§§§

   Il cattolicesimo democratico è anche una via, nella società e anche nella Chiesa, per convincersi che i miti dei Duci e degli eroi guerrieri, dell’autoritarismo e della violenza (quella fisica ma anche quella morale espressa nell’emarginazione e nell’esclusione)  sono, appunto, soltanto miti, ma miti che danno un’immagine irrealistica delle dinamiche sociali e che quindi non aiutano a lavorarvi dentro.

 Per dialogare su questi temi in un gruppo ecclesiale di orientamento politico (fede cristiana e politica sono state strettamente intrecciata fin dal primo strutturarsi delle comunità cristiane, per rispondere a due fondamentali domande vale a dire “chi è dentro e chi è fuori? e “chi comanda?”), e sociale, si può guardare insieme il film Lincoln, del 2012, diretto dal regista Steven Spielberg, disponibile in DVD e su varie piattaforme di streaming, dove si vede bene, nella temperie della tremenda guerra civile che spaccò e flagellò le popolazioni nordamericane che si erano federate negli Stati Uniti d’America, la fatica ma anche la produttività del lavoro parlamentare. E questo nonostante l’epica costruita intorno agli eventi bellici, che, come si vide poi, non risolsero alcun problema, in particolare quello della discriminazione delle persone   afro-americane, che ebbe un era svolta solo dagli anni Sessanta del Novecento, quindi un secolo dopo. Di questo movimento fu certo uno dei principali esponenti il pastore battista Martin Luther King, apostolo della lotta nonviolenta, che possiamo annoverare tra i principali cristiani democratici.

§§§§§§§§

**Martin Luther King Jr.** (1929-1968) è stato un pastore battista e attivista per i diritti civili degli afroamericani, divenuto una delle figure più emblematiche nella lotta contro la segregazione razziale negli Stati Uniti. Il suo impegno per la giustizia sociale, la sua leadership nella battaglia per i diritti civili e il suo approccio nonviolento hanno segnato profondamente la storia americana e il movimento per l'uguaglianza.

### **Biografia**

Nato il 15 gennaio 1929 ad Atlanta, in Georgia, King crebbe in una famiglia religiosa; suo padre era pastore battista, e la religione e l'etica cristiana ebbero un'influenza fondamentale sulla sua vita. Studiò teologia al Crozer Theological Seminary e completò il dottorato presso l'Università di Boston nel 1955. Durante questo periodo, King maturò una profonda convinzione riguardo all'uso della nonviolenza come strumento di lotta per la giustizia sociale, ispirandosi alle idee di **Mahatma Gandhi**.

Nel 1955, King divenne il leader del **Montgomery Bus Boycott**, un movimento di protesta pacifica contro la segregazione sui mezzi pubblici di Montgomery, Alabama, nato dopo l'arresto di **Rosa Parks**. Il successo del boicottaggio portò King alla ribalta nazionale come leader del movimento per i diritti civili.

### **Metodi**

Uno degli aspetti centrali della strategia di King fu l'uso della **nonviolenza** e della **disobbedienza civile**. Seguendo l'esempio di Gandhi, King credeva che il cambiamento sociale potesse essere raggiunto senza l'uso della forza, ma attraverso azioni pacifiche che mettevano in luce le ingiustizie del sistema razzista.

- **Marce pacifiche**: King organizzò marce e manifestazioni pacifiche, tra cui la famosa **Marcia su Washington** nel 1963, durante la quale pronunciò il suo celebre discorso "*I Have a Dream*". Queste marce, che spesso radunavano migliaia di persone, miravano a sensibilizzare l'opinione pubblica e a fare pressione sulle autorità politiche.

- **Disobbedienza civile**: King promosse l’uso della disobbedienza civile, che consisteva nel violare leggi ingiuste in maniera pacifica. Questo approccio fu usato, ad esempio, nelle proteste contro la segregazione nelle scuole, nei locali pubblici e nei mezzi di trasporto.

- **Nonviolenza attiva**: King rifiutava ogni forma di violenza, non solo fisica, ma anche verbale e psicologica. Il suo metodo era quello di rispondere all'odio con l'amore, come espressione concreta degli insegnamenti cristiani, convinto che la nonviolenza avrebbe infine smascherato l'ingiustizia morale e portato al cambiamento.

### **Propositi politici**

King non si limitava a chiedere la fine della segregazione razziale, ma aveva una visione molto più ampia di **giustizia sociale** ed **uguaglianza economica**, che si manifestò nel corso degli anni.

- **Abolizione della segregazione razziale**: King lottò con forza contro le leggi di **Jim Crow**, che legalizzavano la segregazione nei trasporti, nelle scuole e in altri luoghi pubblici nel sud degli Stati Uniti. Il suo obiettivo era una piena integrazione degli afroamericani nella società americana, con pari diritti civili e politici.

- **Diritto di voto**: Uno dei principali obiettivi politici di King era garantire agli afroamericani il diritto di voto, negato o fortemente limitato in molte aree del sud. Le sue proteste culminarono nel **Voting Rights Act** del 1965, una legge che proibiva le pratiche discriminatorie che impedivano agli afroamericani di esercitare il diritto di voto.

- **Giustizia economica**: Negli ultimi anni della sua vita, King ampliò il suo impegno verso questioni di giustizia economica. Nel 1968, stava organizzando la **Poor People's Campaign**, una campagna che cercava di unire poveri di ogni razza per lottare per migliori condizioni economiche, diritti lavorativi e redistribuzione della ricchezza.

- **Opposizione alla guerra del Vietnam**: Oltre alla lotta per i diritti civili, King si oppose fermamente alla guerra del Vietnam. Nel 1967, nel suo discorso *Beyond Vietnam*, criticò il governo degli Stati Uniti per l'intervento militare e collegò la guerra alle disuguaglianze economiche interne al paese, sostenendo che le risorse spese per la guerra avrebbero dovuto essere impiegate per combattere la povertà e l'ingiustizia.

### **Eredità**

Il 4 aprile 1968, King fu assassinato a Memphis, Tennessee, mentre stava sostenendo una protesta [degli operai della nettezza urbana in sciopero]. La sua morte segnò una tragica perdita per il movimento per i diritti civili, ma la sua eredità continua a vivere attraverso le conquiste ottenute nel corso della sua vita, come il **Civil Rights Act** del 1964 e il **Voting Rights Act** del 1965.

King rimane un simbolo della lotta nonviolenta per la giustizia, non solo negli Stati Uniti, ma in tutto il mondo. Il suo impegno per l'uguaglianza, la sua fede nella nonviolenza e la sua capacità di mobilitare le masse hanno lasciato un'impronta indelebile nella storia delle lotte sociali.

………………………….

Nota: utilizzo il servizio di AI [artificial intelligence = intelligenza artificiale]  di OpenAI, al quale sono abbonato, per rendere più veloce l’elaborazione di contenuti. Come avverte il gestore del servizio, l’AI di ChatGPT di OpenAI, che è un sistema di ricerca, elaborazione e generazione  di testi molto evoluto in grado di colloquiare con l’utente, può talvolta generare risposte non corrette. Sono ciò che gli specialisti definiscono “allucinazioni” del sistema, analoghe a quelle vissute anche dalle menti umane. Gli utenti sono quindi invitati a verificare la correttezza delle risposte. In genere interrogo l’AI in materie in cui ho almeno un’informazione di base. Dove le risposte prodotte presentano evidenti incongruenze, ne verifico la correttezza, innanzi tutto utilizzando la stessa AI che è in grado di svolgere bene questo controllo, e poi servendomi di altre fonti, principalmente l’enciclopedia Treccani on line. Personalmente ho studiato e pratico il diritto italiano, complesso di materie in cui ho un’informazione più completa per ragioni professionali. Invito tuttavia i lettori a svolgere un lavoro analogo, approfondendo, sia quanto alle risposte generate dall’AI che trascrivo sia in genere quanto a tutto ciò che scrivo, perché, come ho osservato, anche la mente umana incontra gli stessi problemi di quella non umana, la cui architettura funzionale è modellata sulla prima. Il testo tra parentesi quadre che inserisco nella trascrizione della risposta generata dall’AI contiene mie correzioni basate su altre fonti. Le correzioni generate dalla stessa AI a seguito di mie richieste di verifica sono invece inserite nel testo senza evidenziazione.

…………………………. 

§§§§§§§§




Mario Ardigò – Azione Cattolica in San Clemente papa – Roma, Monte Sacro, Valli