Sante defenestrazioni?
«L’evangelista Luca ci riferisce che: Gesù entrò nella sinagoga (Luca 4,16). Il Figlio di Dio è entrato là dove era atteso da secoli; è entrato nella sua casa, dove tutto da sempre parlava di lui; dove ogni salmo, ogni lettura profetica, ogni articolo della legge era un anticipato riverbero della sua arcana realtà.
Mi è stato raccontato di un professore di Sacra Scrittura – di una Facoltà lontanissima da[…] – che dichiarava pubblicamente la sua determinazione di bocciare chi tra i suoi alunni sarebbe andato a dirgli che l’Antico Testamento da qualche parte parlava di Cristo. Bene; allora io dico che se l’Antico Testamento non parlasse di Cristo, non saprei proprio che farmene. Lo getterei tranquillamente dalla finestra (o forse sarebbe meglio, se l’altezza non è troppa, gettare dalla finestra il professore).[…]»
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Il brano che ho sopra trascritto proviene da un’omelia di un ecclesiastico, simpatico e sbrigativo nelle questioni di fede e religione, che ho trovato su Avvenire on line. Hanno pubblicato un libro con le sue omelie.
Mi ha colpito questo spiritoso accenno alla defenestrazione del biblista. “Se l’altezza non è troppa…” disse il predicatore. Oggi ci si tiene a mostrarci miti. Ma il senso della defenestrazione è nel disprezzo e nel rifiuto, per cui l’umiliazione rimane anche se l’altezza è poca o non ci si fa male perché si cade sul morbido.
La defenestrazione ha famosi precedenti in religione.
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Ricerche mediante ChatGPT di OpenAI dell’11-9-24
La "defenestrazione" è un atto simbolico che ha segnato momenti cruciali nella storia, spesso legato a controversie religiose.
Un […] episodio significativo si ebbe nel 1419, durante le **guerre hussite**, quando un gruppo di sostenitori di Jan Hus, un riformatore religioso boemo, fece irruzione nel municipio di Praga e gettò fuori dalla finestra sette membri del consiglio cittadino cattolico, accusati di oppressione contro i protestanti hussiti. Questo atto violento segnò l’inizio di un lungo conflitto religioso in Boemia, alimentato dalle divisioni tra le fazioni cristiane.
Uno degli episodi più celebri è la **Defenestrazione di Praga** del 1618, che diede inizio alla **Guerra dei Trent'anni**. In un contesto di crescenti tensioni tra cattolici e protestanti nel Sacro Romano Impero, alcuni nobili boemi protestanti si sentirono minacciati dalle politiche pro-cattoliche dell'imperatore Ferdinando II. Il 23 maggio 1618, entrarono nel castello di Praga e gettarono fuori dalla finestra due governatori cattolici imperiali, oltre al loro segretario. Miracolosamente, i tre uomini sopravvissero, atterrando su un mucchio di letame, fatto che i cattolici attribuirono a un intervento divino, mentre i protestanti lo considerarono un colpo di fortuna.
La **Defenestrazione di Praga** del 1618 è considerata l'evento scatenante della **Guerra dei Trent'anni** (1618-1648), uno dei conflitti più devastanti della storia europea, che ebbe enormi conseguenze politiche, sociali e religiose.
### Conseguenze principali:
1. **Guerra dei Trent'anni**: La defenestrazione portò immediatamente a un'insurrezione dei nobili boemi contro il Sacro Romano Impero. I protestanti boemi si ribellarono all'Imperatore Ferdinando II, difensore del cattolicesimo, innescando una serie di guerre tra stati cattolici e protestanti, che si estese oltre i confini della Boemia e coinvolse gran parte dell'Europa.
2. **Interventi internazionali**: Il conflitto religioso si trasformò presto in una guerra politica, con l'intervento di potenze straniere come la Svezia, la Francia, la Spagna e la Danimarca. Questo trasformò una disputa interna del Sacro Romano Impero in un conflitto continentale, accentuando le rivalità tra le principali potenze europee.
3. **Devastazione dell'Europa centrale**: La guerra devastò gran parte della Germania e dell'Europa centrale. Intere regioni furono saccheggiate, la popolazione decimata da violenze, carestie e malattie. La guerra lasciò un'eredità di distruzione economica e sociale, con milioni di morti.
4. **Pace di Vestfalia (1648)**: Dopo trent'anni di conflitto, la guerra si concluse con la Pace di Vestfalia, che ridisegnò la mappa politica e religiosa d'Europa. Il trattato sancì la fine delle guerre di religione in Europa, con il riconoscimento formale della convivenza tra cattolicesimo, luteranesimo e calvinismo. Inoltre, ridusse il potere dell'imperatore del Sacro Romano Impero e rafforzò l'autonomia dei principati tedeschi.
5. **Declino della Spagna e ascesa della Francia**: La guerra segnò l'inizio del declino della Spagna come potenza dominante in Europa e l'emergere della Francia come principale potenza continentale, soprattutto grazie alla politica espansionistica di Luigi XIV.
In sintesi, la Defenestrazione di Praga ebbe conseguenze di lunga durata, influenzando profondamente l'equilibrio politico e religioso dell'Europa.
Questi episodi di defenestrazione non furono semplicemente atti di violenza, ma gesti altamente simbolici. In entrambi i casi, rappresentavano un rigetto fisico del potere dominante, esprimendo il disprezzo e la frustrazione delle fazioni religiose marginalizzate.
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Il Maestro insegnò che la Bibbia dei giudei della sua epoca aveva profetizzato la sua missione. I primi suoi seguaci furono tutti giudei e gli credevano. Tuttavia molti altri giudei no. In particolare la classe dei sacerdoti del Tempio e i teologi, gli scribi, e molti altri. L’ebraismo successivo non credette a questo e tuttora non vi crede e interpreta quelle Scritture sacre diversamente dai cristiani. Naturalmente poi vi sono religioni per le quali quelle scritture non sono sacre e nemmeno ritengono che lo siano quelle originate dalle prime comunità cristiane e che da cristiani definiamo il Nuovo Testamento della nostra Bibbia, la quale comprende le scritture considerate sacre dall’ebraismo nostro contemporaneo (oltre a diverse altre le quali, sebbene provenienti dall’antico giudaismo, non facevano parte della sua Bibbia – vedi sul Web https://mostrevirtuali.uniroma1.it/mostra/conoscenzaemisericordia/it/53/bibbia-ebraica-e-altre-traduzioni#:~:text=Testo%20sacro%20per%20i%20cristiani,accoglie%20e%20riconosce%20solo%2024. ).
L’omelia del nostro predicatore dimostra che egli era molto convinto della sua fede. Ma come la mettiamo con l’ebraismo nostro contemporaneo e con tutte le altre persone che la pensano diversamente?
Oggi si insegna che le religioni vogliono la pace. La storia però è univoca nello smentirlo. In particolare è solo da qualche decina di anni che i cristiani fanno mostra di volerla veramente, come obiettivo politico concreto, e non solo come vaga aspirazione da aspettarsi dal Cielo.
I cristiani sono stati storicamente estremamente violenti e lo sono tuttora, ad eccezione, credo, del valdismo. L’ebraismo rabbinico, quello sviluppatosi dopo la fine delle istituzioni giudaiche organizzate intorno al grande Tempio di Gerusalemme, frequentato anche dal Maestro, invece non lo è stato fino allo sviluppo del movimento sionista in Palestina e all’istituzione dello Stato di Israele. L’origine della violenza può essere individuata nel primo caso nel mito della verità, nel secondo caso in quello della Terra di Palestina. Entrambi i miti hanno carattere politico. La religione vi entra come una sorta di sottofondo ma non è l’essenziale. La soluzione per ridurne la virulenza è, allora, il confronto realistico con la storia per capire i moventi politici della violenza apparentemente religiosa, un’operazione che possiamo definire secolarizzazione e che è essenziale allo sviluppo di processi democratici.
Un lavoro assai arduo tra i cattolici oggi ancora organizzati come un impero religioso assoluto, vale a dire come una autocrazia. Si narra che, quando lo storico giudeo Giuseppe Flavio (vissuto nel 1º secolo) volle compiacere Vespasiano, futuro imperatore romano e all’epoca Legato della provincia di Giudea, gli dette dell’autocrate, quando ancora era vivo Nerone, profetandogli quindi il futuro di imperatore. Vespasiano lo apprezzò molto e, divenuto imperatore mediante una sanguinosa guerra civile, lo beneficò largamente.
Oggi da cristiani si ritiene, in genere, che ci si debba intendere pacificamente con le persone cristiane di altre confessioni e con la gente non cristiana, ma l’idea politica di verità è fondamentalmente rimasta quella costruita quando ammazzavamo.
Quindi, di fronte ad un fatto ovvio quale quello che la gente dalla quale provengono le scritture che abbiamo raccolto nel nostro cosiddetto Antico Testamento non pensava a un Cristo proprio come noi oggi ce lo figuriamo (non prima del Quarto secolo però), ci può venire in mente la defenestrazione, o delle scritture delle quali in definitiva ci siamo appropriati culturalmente, o di chi ci fa resistenza (entrambe le vie furono storicamente proposte e seguite, ma la seconda, quella della violenza, con molto più seguito, fino al genocidio).
Mario Ardigò – Azione Cattolica in San Clemente papa – Roma, Monte Sacro, Valli