INFORMAZIONI UTILI SU QUESTO BLOG

  Questo blog è stato aperto da Mario Ardigò per consentire il dialogo fra gli associati dell'associazione parrocchiale di Azione Cattolica della Parrocchia di San Clemente Papa, a Roma, quartiere Roma - Montesacro - Valli, un gruppo cattolico, e fra essi e altre persone interessate a capire il senso dell'associarsi in Azione Cattolica, palestra di libertà e democrazia nello sforzo di proporre alla società del nostro tempo i principi di fede, secondo lo Statuto approvato nel 1969, sotto la presidenza nazionale di Vittorio Bachelet, e aggiornato nel 2003.

  This blog was opened by Mario Ardigò to allow dialogue between the members of the parish association of Catholic Action of the Parish of San Clemente Papa, in Rome, the Roma - Montesacro - Valli district, a Catholic group, and between them and other interested persons to understand the meaning of joining in Catholic Action, a center of freedom and democracy in the effort to propose the principles of faith to the society of our time, according to the Statute approved in 1969, under the national presidency of Vittorio Bachelet, and updated in 2003.

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L’Azione Cattolica Italiana è un’associazione di laici nella chiesa cattolica che si impegnano liberamente per realizzare, nella comunità cristiana e nella società civile, una specifica esperienza, ecclesiale e laicale, comunitaria e organica, popolare e democratica. (dallo Statuto)

Italian Catholic Action is an association of lay people in the Catholic Church who are freely committed to creating a specific ecclesial and lay, community and organic, popular and democratic experience in the Christian community and in civil society. (from the Statute)

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  Questo blog è un'iniziativa di laici aderenti all'Azione Cattolica della parrocchia di San Clemente papa e manifesta idee ed opinioni espresse sotto la personale responsabilità di chi scrive. Esso non è un organo informativo della parrocchia né dell'Azione Cattolica e, in particolare, non è espressione delle opinioni del parroco e dei sacerdoti suoi collaboratori, anche se i laici di Azione Cattolica che lo animano le tengono in grande considerazione.

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  Scrivo per dare motivazioni ragionevoli all’impegno sociale. Lo faccio secondo l’ideologia corrente dell’Azione Cattolica, che opera principalmente in quel campo, e secondo la mia ormai lunga esperienza di vita sociale. Quindi nell’ordine di idee di una fede religiosa, dalla quale l’Azione Cattolica trae i suoi più importanti principi sociali, ma senza fare un discorso teologico, non sono un teologo, e nemmeno catechistico, di introduzione a quella fede. Secondo il metodo dell’Azione Cattolica cerco di dare argomenti per una migliore consapevolezza storica e sociale, perché per agire in società occorre conoscerla in maniera affidabile. Penso ai miei interlocutori come a persone che hanno finito le scuole superiori, o hanno raggiunto un livello di cultura corrispondente a quel livello scolastico, e che hanno il tempo e l’esigenza di ragionare su quei temi. Non do per scontato che intendano il senso della terminologia religiosa, per cui ne adotto una neutra, non esplicitamente religiosa, e, se mi capita di usare le parole della religione, ne spiego il senso. Tengo fuori la spiritualità, perché essa richiede relazioni personali molto più forti di quelle che si possono sviluppare sul WEB, cresce nella preghiera e nella liturgia: chi sente il desiderio di esservi introdotto deve raggiungere una comunità di fede. Può essere studiata nelle sue manifestazioni esteriori e sociali, come fanno gli antropologi, ma così si rimane al suo esterno e non la si conosce veramente.

  Cerco di sviluppare un discorso colto, non superficiale, fatto di ragionamenti compiuti e con precisi riferimenti culturali, sui quali chi vuole può discutere. Il mio però non è un discorso scientifico, perché di quei temi non tratto da specialista, come sono i teologi, gli storici, i sociologi, gli antropologi e gli psicologi: non ne conosco abbastanza e, soprattutto, non so tutto quello che è necessario sapere per essere un specialista. Del resto questa è la condizione di ogni specialista riguardo alle altre specializzazioni. Le scienze evolvono anche nelle relazioni tra varie specializzazioni, in un rapporto interdisciplinare, e allora il discorso colto costituisce la base per una comune comprensione. E, comunque, per gli scopi del mio discorso, non occorre una precisione specialistica, ma semmai una certa affidabilità nei riferimento, ad esempio nella ricostruzione sommaria dei fenomeni storici. Per raggiungerla, nelle relazioni intellettuali, ci si aiuta a vicenda, formulando obiezioni e proposte di correzioni: in questo consiste il dialogo intellettuale. Anch’io mi valgo di questo lavoro, ma non appare qui, è fatto nei miei ambienti sociali di riferimento.

  Un cordiale benvenuto a tutti e un vivo ringraziamento a tutti coloro che vorranno interloquire.

  Dall’anno associativo 2020/2021 il gruppo di AC di San Clemente Papa si riunisce abitualmente due martedì e due sabati al mese, alle 17, e anima la Messa domenicale delle 9. Durante la pandemia da Covid 19 ci siamo riuniti in videoconferenza Google Meet. Anche dopo che la situazione sanitaria sarà tornata alla normalità, organizzeremo riunioni dedicate a temi specifici e aperte ai non soci con questa modalità.

 Per partecipare alle riunioni del gruppo on line con Google Meet, inviare, dopo la convocazione della riunione di cui verrà data notizia sul blog, una email a mario.ardigo@acsanclemente.net comunicando come ci si chiama, la email con cui si vuole partecipare, il nome e la città della propria parrocchia e i temi di interesse. Via email vi saranno confermati la data e l’ora della riunione e vi verrà inviato il codice di accesso. Dopo ogni riunione, i dati delle persone non iscritte verranno cancellati e dovranno essere inviati nuovamente per partecipare alla riunione successiva.

 La riunione Meet sarà attivata cinque minuti prima dell’orario fissato per il suo inizio.

Mario Ardigò, dell'associazione di AC S. Clemente Papa - Roma

NOTA IMPORTANTE / IMPORTANT NOTE

SUL SITO www.bibbiaedu.it POSSONO ESSERE CONSULTATI LE TRADUZIONI IN ITALIANO DELLA BIBBIA CEI2008, CEI1974, INTERCONFESSIONALE IN LINGUA CORRENTE, E I TESTI BIBLICI IN GRECO ANTICO ED EBRAICO ANTICO. CON UNA FUNZIONALITA’ DEL SITO POSSONO ESSERE MESSI A CONFRONTO I VARI TESTI.

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sabato 14 settembre 2024

L’Europa e il “rapporto Draghi”

 

L’Europa e il “rapporto Draghi”


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Nota: utilizzo il servizio di AI [artificial intelligence = intelligenza artificiale]  di OpenAI, al quale sono abbonato, per rendere più veloce l’elaborazione di contenuti. Come avverte il gestore del servizio, l’AI di ChatGPT di OpenAI, che è un sistema di ricerca, elaborazione e generazione  di testi molto evoluto in grado di colloquiare con l’utente, può talvolta generare risposte non corrette. Sono ciò che gli specialisti definiscono “allucinazioni” del sistema, analoghe a quelle vissute anche dalle menti umane. Gli utenti sono quindi invitati a verificare la correttezza delle risposte. In genere interrogo l’AI in materie in cui ho almeno un’informazione di base. Dove le risposte prodotte presentano evidenti incongruenze, ne verifico la correttezza, innanzi tutto utilizzando la stessa AI che è in grado di svolgere bene questo controllo, e poi servendomi di altre fonti, principalmente l’enciclopedia Treccani on line. Personalmente ho studiato e pratico il diritto italiano, complesso di materie in cui ho un’informazione più completa per ragioni professionali. Invito tuttavia i lettori a svolgere un lavoro analogo, approfondendo, sia quanto alle risposte generate dall’AI che trascrivo sia in genere quanto a tutto ciò che scrivo, perché, come ho osservato, anche la mente umana incontra gli stessi problemi di quella non umana, la cui architettura funzionale è modellata sulla prima. Il testo tra parentesi quadre che inserisco nella trascrizione della risposta generata dall’AI contiene mie correzioni basate su altre fonti. Le correzioni generate dalla stessa AI a seguito di mie richieste di verifica sono invece inserite nel testo senza evidenziazione.

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1.  Mario Draghi è uno statista.

  Quello di statista  è un ruolo che è concepibile solo in ambiente sociale democratico.

  Statista è una persona alla quale, per vasto consenso sociale, viene riconosciuta la capacità di dirigere con competenza ed efficacia la politica di governo di uno stato o di un organismo superiore. Il modello europeo di statista  è l’inglese Winston Churchill [1874-1975 – biografia sintetica su  https://www.treccani.it/enciclopedia/winston-churchill_(Enciclopedia-dei-ragazzi)/ ].

  In Italia, dagli anni Sessanta, il governo dell’economia nazionale è divenuto cruciale in politica, per cui questo settore è divenuto fucina dei nostri statisti. Draghi, romano, con studi a Roma e negli Stati Uniti d’America, docente di economia,  iniziò da statista  come direttore generale del Ministero del Tesoro: durante questo periodo diresse l’elaborazione della legge che è nota con il suo nome e che riguarda le procedure di acquisizione delle società quotate in Borsa.

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Ricerca mediante ChatGPT di OpenAI del 14-9-24

La "legge Draghi" è un insieme di norme introdotte in Italia nel 1998 per disciplinare le offerte pubbliche di acquisto (OPA) e proteggere i piccoli azionisti in caso di acquisizioni societarie. Prende il nome da Mario Draghi, all'epoca direttore generale del Ministero del Tesoro e promotore della legge.

  Il principale obiettivo della legge è garantire una maggiore trasparenza e correttezza nelle operazioni di acquisizione di società quotate in borsa, imponendo regole precise per evitare abusi di mercato e garantire che tutti gli azionisti abbiano pari diritti e opportunità.

 In particolare, la legge prevede che quando un soggetto acquista una partecipazione significativa in una società (superando una certa soglia di capitale), esso è obbligato a lanciare un'OPA su tutte le restanti azioni, offrendo agli altri azionisti l'opportunità di vendere le proprie azioni alle stesse condizioni. Questo meccanismo serve a prevenire acquisizioni forzate o non trasparenti e a proteggere i diritti dei piccoli azionisti.

 

La legge Draghi è stata vista come un passo importante verso una maggiore regolamentazione del mercato finanziario italiano e una protezione più efficace degli investitori.

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 Per tre anni fu vicepresidente di Goldman & Sachs

 

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La denominazione esatta è **The Goldman Sachs Group, Inc.**, comunemente abbreviata in **Goldman Sachs**.

### Cos'è Goldman Sachs?

Goldman Sachs è una delle più grandi e influenti banche d'investimento al mondo, con sede a New York. Fondata nel 1869, è oggi una multinazionale che opera principalmente nel settore dei servizi finanziari. Goldman Sachs è quotata in borsa al New York Stock Exchange (NYSE) e fa parte del gruppo delle cosiddette **"big banks"** di Wall Street.

### Cosa fa Goldman Sachs?

Goldman Sachs offre una vasta gamma di servizi finanziari, tra cui:

1. **Investment Banking**:

   - Consulenza per fusioni, acquisizioni e ristrutturazioni aziendali.

   - Consulenza per offerte pubbliche di acquisto (OPA) e operazioni di mercato dei capitali.

   - Assistenza nelle emissioni di titoli azionari e obbligazionari per aziende e governi.

2. **Trading e Mercati Globali**:

   - Intermediazione finanziaria sui mercati azionari, obbligazionari e delle materie prime.

   - Trading per conto proprio, ossia l'acquisto e la vendita di titoli con fondi propri della banca.

3. **Gestione degli Investimenti**:

   - Gestione di fondi per clienti istituzionali e privati, inclusi fondi pensione, fondi comuni e individui con patrimoni elevati.

   - Private equity e gestione di patrimoni (Wealth Management).

4. **Asset Management**:

   - Gestione di portafogli di investimenti per conto di investitori esterni, inclusi fondi sovrani, governi, istituzioni finanziarie e privati.

5. **Servizi di ricerca e consulenza**:

   - Analisi di mercato, ricerca finanziaria e consulenza strategica per clienti che operano in diversi settori.

Goldman Sachs è rinomata per il suo ruolo di rilievo nelle operazioni finanziarie globali e per l'influenza che esercita sui mercati.

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  Per sei anni fu Governatore della Banca d’Italia.  Dal 2011 al 2019 è stato Presidente della Banca Centrale Europea.

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Ricerca mediante ChatGPT di OpenAI del 14-9-24

La **Banca Centrale Europea (BCE)** è l'istituzione responsabile della gestione della politica monetaria per i paesi membri dell'Eurozona, ovvero i paesi che hanno adottato l'euro come moneta unica. Fondata nel 1998 e con sede a Francoforte, la BCE ha il compito principale di mantenere la stabilità dei prezzi nell'Eurozona, cercando di controllare l'inflazione e promuovere una crescita economica sostenibile.

### Cosa fa la BCE?

Le principali funzioni della BCE includono:

- **Gestione della politica monetaria**: La BCE decide i tassi di interesse e altre misure per influenzare la quantità di moneta in circolazione e il costo del denaro. Questo serve a mantenere l'inflazione sotto controllo, con l'obiettivo di mantenerla vicina al 2%.

- **Supervisione bancaria**: Attraverso il Meccanismo di Vigilanza Unico (MVU), la BCE sorveglia le principali banche dell'Eurozona per assicurarsi che siano solide e sicure.

- **Gestione delle riserve valutarie**: La BCE gestisce le riserve ufficiali di valuta estera dei paesi membri e può intervenire sui mercati per stabilizzare l'euro.

- **Emissione di banconote**: Ha il monopolio dell'emissione di banconote in euro, insieme alle banche centrali nazionali.

### Il ruolo del Presidente della BCE

Il **Presidente della BCE** è la figura che rappresenta la banca a livello internazionale ed europeo e ha il compito di dirigere e supervisionare le attività dell'istituzione. Presiede il Consiglio direttivo, che prende le decisioni chiave sulla politica monetaria. Inoltre, il Presidente ha il compito di comunicare le decisioni della BCE ai mercati finanziari e al pubblico, cercando di guidare le aspettative economiche. Tra i Presidenti più noti vi è stato Mario Draghi, che ha guidato la BCE durante la crisi finanziaria dell'Eurozona e ha introdotto misure innovative come il Quantitative Easing per stimolare l'economia.

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 Dal febbraio 2021 all’ottobre 2022 fu Presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica italiana.

 

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Ricerche mediante ChatGPT di OpenAI del 14-9-24

La crisi politica che portò alla formazione del **Governo Draghi** in Italia nel 2021 si sviluppò in un contesto di tensioni interne al secondo governo di Giuseppe Conte, fortemente influenzato dalla pandemia di COVID-19 e dalle difficoltà economiche e sociali che ne derivarono.

### Genesi della crisi

La crisi politica iniziò ufficialmente nel gennaio 2021, quando **Italia Viva**, il partito guidato da Matteo Renzi, ritirò il suo sostegno al governo Conte II. La decisione di Renzi fu motivata da divergenze su come gestire il **Recovery Plan**, il piano nazionale per l'uso dei fondi europei del **Next Generation EU**, e da critiche alla gestione della pandemia e alla concentrazione di poteri nelle mani del Presidente del Consiglio Conte.

### Dimissioni di Conte

La mossa di Renzi privò il governo di una maggioranza stabile al Senato, rendendo impossibile per Conte continuare a governare. Dopo alcuni tentativi di riformare la coalizione e trovare nuovi sostegni parlamentari, Giuseppe Conte decise di dimettersi il 26 gennaio 2021, aprendo formalmente la crisi.

### L'incarico a Mario Draghi

Il Presidente della Repubblica, **Sergio Mattarella**, di fronte alla difficoltà di formare un nuovo governo politico con una maggioranza solida, decise di affidare l'incarico a **Mario Draghi**, ex presidente della Banca Centrale Europea e figura di grande prestigio internazionale. Draghi fu chiamato per formare un governo tecnico-politico con l'obiettivo principale di gestire la pandemia, implementare il Recovery Plan e garantire la stabilità economica e finanziaria del paese.

### Il Governo Draghi

Mario Draghi accettò l'incarico e, dopo consultazioni con i partiti, riuscì a ottenere un ampio sostegno parlamentare, formando un governo di unità nazionale sostenuto da partiti di diverse ideologie, tra cui Movimento 5 Stelle, Partito Democratico, Forza Italia e Lega. Il governo Draghi entrò in carica il 13 febbraio 2021, con l'obiettivo di guidare l'Italia fuori dalla crisi pandemica ed economica.

Il **Governo Draghi**, insediatosi nel febbraio 2021, fu sostenuto da una vasta coalizione di unità nazionale che includeva partiti di diverso orientamento politico. Tuttavia, ci furono anche alcune forze che si opposero fin dall'inizio. Di seguito, la suddivisione dei partiti che appoggiarono e quelli che votarono contro il governo Draghi.

### Partiti che **appoggiarono** il Governo Draghi:

1. **Partito Democratico (PD)** – Sinistra riformista.

2. **Movimento 5 Stelle (M5S)** – Anche se in una fase successiva ci furono dissensi interni che contribuirono alla crisi del governo nel 2022.

3. **Lega** – Partito di destra guidato da Matteo Salvini, che entrò a far parte del governo nonostante fosse stato precedentemente all'opposizione.

4. **Forza Italia (FI)** – Partito di centrodestra guidato da Silvio Berlusconi.

5. **Italia Viva (IV)** – Partito centrista guidato da Matteo Renzi, che fu uno dei principali promotori della caduta del governo Conte II e sostenitore di Draghi.

6. **Liberi e Uguali (LeU)** – Componente di sinistra della coalizione, con posizioni più progressiste su alcuni temi sociali ed economici.

7. **+Europa** – Partito europeista e liberale.

8. **Azione** – Partito centrista di Carlo Calenda, favorevole a un'agenda riformista e europeista.

9. **Coraggio Italia** – Formazione centrista che appoggiò Draghi in alcune fasi del suo governo.

10. **Centro Democratico** – Piccolo partito di ispirazione centrista, anch'esso favorevole al governo di unità nazionale.

### Partiti che **votarono contro** il Governo Draghi:

1. **Fratelli d'Italia (FdI)** – Il partito di destra radicale guidato da Giorgia Meloni fu l'unica forza parlamentare di rilievo a rimanere all'opposizione fin dall'inizio. Meloni scelse di non partecipare alla coalizione, mantenendo una linea critica verso il governo tecnico e puntando a consolidare il suo elettorato.

Alle elezioni politiche del **2013**, **Fratelli d'Italia (FdI)** partecipò per la prima volta come partito autonomo, dopo essersi scisso dal **Popolo della Libertà (PdL)**. Il partito, guidato da **Giorgia Meloni**, ottenne un risultato modesto, riuscendo però a entrare in Parlamento.

Nel dettaglio, **Fratelli d'Italia** ottenne:

- **2,0% dei voti** alla **Camera dei Deputati**, superando la soglia di sbarramento del 2%, che permise al partito di ottenere 9 seggi.

- **1,9% dei voti** al **Senato**, risultato che però non fu sufficiente a superare la soglia di sbarramento del 3% prevista per quella camera, e quindi non ottenne seggi al Senato.

Nonostante il risultato relativamente modesto, questo fu l'inizio di una lenta ma costante crescita per Fratelli d'Italia, che lo portò a consolidarsi negli anni successivi come una forza politica di primo piano in Italia.

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La crisi politica che portò alle dimissioni del **Governo Draghi** nel 2022 fu il risultato di profonde divisioni interne alla coalizione di unità nazionale, aggravate dalle difficoltà economiche, sociali e politiche che l'Italia stava affrontando.

### Genesi della crisi

Nel luglio 2022, il governo Draghi si trovò a dover approvare un **decreto "Aiuti"**, un pacchetto di misure economiche per contrastare gli effetti dell'inflazione e della crisi energetica. Tuttavia, il **Movimento 5 Stelle** (M5S), una delle forze principali che sostenevano il governo, decise di non votare la fiducia su questo decreto, accusando l'esecutivo di non aver risposto adeguatamente alle loro richieste, in particolare sulle misure sociali e sul reddito di cittadinanza. Questo creò una frattura significativa nella maggioranza.

### Le dimissioni di Draghi

Il rifiuto del M5S di sostenere il decreto fu interpretato come una perdita di fiducia nel governo. Mario Draghi, coerente con la sua posizione di voler governare solo con un ampio e coeso sostegno parlamentare, rassegnò le dimissioni il 14 luglio 2022, ma il Presidente della Repubblica **Sergio Mattarella** le respinse, invitando Draghi a cercare una soluzione parlamentare.

### La rottura finale

Nella settimana successiva, Draghi si presentò in Parlamento chiedendo un voto di fiducia per confermare il sostegno al suo governo. Tuttavia, oltre al Movimento 5 Stelle, anche la **Lega** e **Forza Italia** si astennero dal voto, facendo venire meno la maggioranza. Nonostante il tentativo di Draghi di rilanciare il suo esecutivo, le spaccature politiche erano ormai troppo profonde.

### Elezioni anticipate

Il 21 luglio 2022, Mario Draghi presentò nuovamente le sue dimissioni, che questa volta furono accettate dal Presidente Mattarella. Di fronte all'impossibilità di formare un nuovo governo, Mattarella sciolse il Parlamento, convocando **elezioni anticipate** per il 25 settembre 2022. Queste elezioni portarono alla vittoria della coalizione di centrodestra, guidata da **Fratelli d'Italia** e Giorgia Meloni, aprendo una nuova fase politica per il Paese.

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 Le elezioni politiche italiane del **25 settembre 2022** segnarono una svolta decisiva nel panorama politico, con la netta vittoria della coalizione di **centrodestra**. I principali partiti che componevano questa coalizione erano **Fratelli d'Italia (FdI)** di Giorgia Meloni, **Lega** di Matteo Salvini e **Forza Italia** di Silvio Berlusconi.

### Esito delle elezioni

- **Fratelli d'Italia** risultò il partito più votato, ottenendo circa il **26% dei voti**, affermandosi come la principale forza politica in Italia. Questo successo fu il risultato di una crescita costante del partito negli anni precedenti, partendo dall'opposizione ai governi precedenti, compreso quello di Mario Draghi.

- La **Lega** ottenne un risultato inferiore alle aspettative, con circa l'8,8% dei voti, mentre **Forza Italia** si attestò attorno all'8%. Nonostante ciò, la coalizione di centrodestra complessivamente superò il **43%**, garantendosi la maggioranza assoluta dei seggi sia alla Camera dei Deputati che al Senato.

- Al contrario, la coalizione di **centrosinistra**, guidata dal **Partito Democratico (PD)**, ottenne circa il 19%, fallendo nel creare una coalizione più ampia e competitiva. Anche il **Movimento 5 Stelle**, seppur in calo rispetto alle elezioni del 2018, ottenne un discreto risultato con circa il 15%, in parte grazie al suo sostegno al **reddito di cittadinanza**.

### Formazione del Governo Meloni

Dopo la vittoria elettorale, Giorgia Meloni fu incaricata dal Presidente della Repubblica, **Sergio Mattarella**, di formare il nuovo governo. Il **22 ottobre 2022**, Meloni giurò come **Presidente del Consiglio**, diventando la prima donna nella storia italiana a ricoprire questo incarico.

Il governo Meloni è composto principalmente da esponenti di Fratelli d'Italia, Lega e Forza Italia, con un programma incentrato su temi come la riduzione delle tasse, la sicurezza, il controllo dell'immigrazione e una politica estera atlantista ed europeista, pur con attenzione agli interessi nazionali italiani.

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 Come chiaramente emerge dalla sintesi storica che precede, l’attuale corso politico, con il Governo Meloni, iniziò con un voto elettorale di reazione contro le politiche del Governo Draghi, che premiò l’unico partito che gli si era opposto, Fratelli d’Italia, il quale passò da un consenso elettorale del 2% ad uno del 26%.

 Dalla biografia di Mario Draghi emerge che egli, per formazione, assume il punto di vista del capitalismo occidentale, con particolare riferimento al suo assetto finanziario. Così è, credo, anche nel suo rapporto  su “Il futuro della competitività europea”, presentato il 9 settembre 2024 alla Presidente della Commissione europea Ursula von del Leyen.

2. Il rapporto “Draghi” è un documento di circa 400 pagine in inglese, pubblicato sul sito della Commissione Europea [ https://commission.europa.eu/topics/strengthening-european-competitiveness/eu-competitiveness-looking-ahead_en  ]

 E’ diviso in due parti:

parte A: Una strategia di competitività per l’Europa;

parte B: Analisi approfondita e raccomandazioni.

  Il documento avrà sicuramente una significativa influenza nelle politiche della Commissione Europea e, probabilmente, anche nella politica italiana.

  Perché trattarne in un blog di un gruppo parrocchiale di Azione Cattolica? Perché al centro dell’azione dell’Azione Cattolica, fin dalla sua fondazione nel 1906, vi sono gli affari sociali come concepiti nella dottrina sociale contemporanea, non, ad esempio le pratiche devozionali, la liturgia o la catechesi, mentre l’evangelizzazione è praticata essenzialmente nell’azione sociale, considerata un aspetto della carità.

  Dobbiamo cercare di sviluppare una sufficiente consapevolezza in questa materia per non cadere in prese di posizioni piuttosto superficiali, come quella che vorrebbe che, nelle elezioni statunitensi, ci si determinasse tra i due candidati tenendo conto solo delle posizioni su immigrazione e aborto, scegliendo il male minore, non considerando che, quanto ai destini del mondo, ci sono aspetti ben più rilevanti nelle politiche del governo federale di uno stato che, con la più potente forza militare del  mondo, è implicato praticamente in tutti i conflitti in corso, in particolare in Ucraina e in Palestina, cruciali per l’Unione Europea, e che ha una economia in grado di scatenare una recessione mondiale, come nel 2008.

  Quanti ragioneranno veramente  sul rapporto “Draghi” e quanti, invece, diranno di condividerlo basandosi prevalentemente sulla fama di statista del suo autore?

  Nessuno statista è neutrale rispetto alle questioni sociali che affronta.

 Non lo fu certamente Winston Churchill, duramente antisocialista e antipopolare.

  Non appare esserlo stato ed esserlo nemmeno Draghi. In poco meno di due anni del suo governo si produsse una reazione popolare con caratteri rivoluzionari, al voto politico del settembre 2022, con la (non inaspettata) forte affermazione dell’unico partito di opposizione, ma anche con la diserzione dal voto del 36% degli aventi diritto.

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Ricerca mediante ChatGPT di OpenAI del 14-9-24

Il governo di Mario Draghi, in carica dal febbraio 2021 all'ottobre 2022, ha implementato diverse politiche per affrontare sfide economiche, sanitarie e sociali, con l'obiettivo di guidare l'Italia attraverso un periodo critico, soprattutto in relazione alla pandemia da COVID-19 e alla crisi energetica. Ecco una panoramica delle principali politiche attuate:

### 1. **Gestione della pandemia da COVID-19**

   - **Campagna vaccinale**: Una delle priorità di Draghi è stata accelerare la campagna vaccinale. Il governo ha ampliato l'accesso ai vaccini e ha istituito l'obbligo vaccinale per alcune categorie, come il personale sanitario e scolastico.

   - **Green Pass**: Draghi ha introdotto l'uso esteso del Green Pass per accedere a numerosi servizi e luoghi pubblici, come ristoranti, trasporti pubblici e palestre, per contenere la diffusione del virus.

   - **Obbligo vaccinale per gli over 50**: Da gennaio 2022, il governo ha imposto l'obbligo vaccinale per i cittadini con più di 50 anni.

### 2. **Ripresa economica e PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza)**

   - **Attuazione del PNRR**: Il governo Draghi ha avuto il compito di implementare il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, il quale prevede l'utilizzo di circa 191,5 miliardi di euro di fondi europei per rilanciare l'economia italiana dopo la crisi causata dal COVID-19. Le riforme chiave riguardano:

     - **Transizione ecologica**: Investimenti per accelerare la transizione verso un'economia verde, sostenendo le energie rinnovabili e la decarbonizzazione.

     - **Digitalizzazione**: Sviluppo delle infrastrutture digitali e promozione dell'innovazione tecnologica, sia nella pubblica amministrazione che nelle imprese.

     - **Riforma della pubblica amministrazione** e della **giustizia**: Miglioramento dell'efficienza del sistema amministrativo e giudiziario, anche tramite la digitalizzazione dei processi.

     - **Riforma del mercato del lavoro**: Incentivi per promuovere l'occupazione, soprattutto giovanile e femminile, e riforme del sistema di welfare per renderlo più inclusivo.

### 3. **Politiche economiche e sociali**

   - **Sostegni economici e incentivi**: Durante la pandemia, il governo ha continuato a fornire aiuti economici a imprese e lavoratori colpiti dalle restrizioni. Misure come il **Decreto Sostegni** e il **Decreto Sostegni bis** sono stati centrali nel garantire la liquidità alle aziende e supportare i lavoratori in cassa integrazione.

   - **Taglio delle tasse sul lavoro**: Draghi ha sostenuto la riduzione del carico fiscale sul lavoro attraverso interventi sull'IRPEF e l'IRAP, con l'obiettivo di incentivare la crescita dell'occupazione e sostenere i redditi delle famiglie.

### 4. **Crisi energetica e guerra in Ucraina**

   - **Sanzioni contro la Russia**: Con l'invasione russa dell'Ucraina nel febbraio 2022, l'Italia sotto la guida di Draghi ha partecipato attivamente all'imposizione di sanzioni economiche contro la Russia, in linea con le decisioni dell'Unione Europea.

   - **Diversificazione delle fonti energetiche**: La crisi energetica ha portato Draghi a cercare alternative al gas russo. Il governo ha negoziato nuovi accordi energetici con paesi come l'Algeria e ha promosso investimenti nelle energie rinnovabili.

   - **Sostegni contro il caro energia**: Per mitigare gli effetti dell'aumento dei costi energetici, il governo ha varato diverse misure di sostegno per famiglie e imprese, come il **taglio delle accise sui carburanti** e bonus energetici per le fasce più vulnerabili.

### 5. **Politiche europee**

   - **Pro-Europa**: Il governo Draghi si è caratterizzato per un forte orientamento europeista, rafforzando il ruolo dell'Italia all'interno dell'UE. Ha sostenuto la cooperazione europea su temi come la transizione ecologica, la digitalizzazione e la sicurezza energetica.

   - **Riforma del Patto di Stabilità e Crescita**: Draghi ha promosso la discussione su una revisione del Patto di Stabilità per permettere una maggiore flessibilità fiscale, vista la necessità di ingenti investimenti pubblici per la ripresa economica.

### 6. **Riforma della giustizia e concorrenza**

   - **Riforma Cartabia**: Uno degli interventi più rilevanti nel campo della giustizia è stata la riforma del sistema giudiziario, proposta dalla ministra della Giustizia Marta Cartabia, volta a ridurre i tempi dei processi, una delle richieste chiave dell'UE per l'erogazione dei fondi del PNRR.

   - **Riforma della concorrenza**: Il governo ha anche lavorato su una legge per favorire la concorrenza, mirata a promuovere l'efficienza economica e ridurre le barriere burocratiche in settori come i trasporti e le concessioni balneari.

### Conclusione

Il governo Draghi si è caratterizzato per un approccio pragmatico e orientato alla stabilità, con l’obiettivo di traghettare l’Italia fuori dalla crisi pandemica e affrontare le nuove sfide economiche e geopolitiche […]

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 Quali le ragioni della reazione popolare, che si produsse non seguendo l’orientamento dei partiti che sostenevano l’alleanza di governo?

   In merito va rilevato che le ragioni delle dimissioni di Draghi erano relative al mancato sostegno del principale partito di governo al suo provvedimento legislativo con misure economiche per contrastare gli effetti dell’inflazione e della crisi energetica, in particolare con aiuti alle imprese. Una strategia che si trova inclusa anche nell’attuale rapporto “Draghi”. Il dissenso riguardava, in particolare, il mantenimento del reddito di cittadinanza.

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Ricerca mediante ChatGPT di OpenAI del 14-9-24

Il governo di Mario Draghi ha mantenuto una posizione di **revisione e miglioramento** del *Reddito di Cittadinanza*, senza mai esprimere l'intenzione di abolirlo del tutto. Il Reddito di Cittadinanza, introdotto dal Movimento 5 Stelle nel 2019, è un sussidio per sostenere le famiglie in difficoltà economica, ma anche uno strumento per favorire il reinserimento nel mondo del lavoro.

Durante il mandato di Draghi, l'orientamento generale era di **riformare** il Reddito di Cittadinanza per correggere alcune delle sue criticità, soprattutto riguardo ai **meccanismi di controllo** e alle **misure di attivazione** al lavoro. Ecco i principali punti dell'approccio del governo Draghi su questo tema:

### 1. **Mantenimento del sussidio**:

   - Draghi ha confermato l'importanza di mantenere il Reddito di Cittadinanza come strumento di protezione sociale per le persone in povertà. Nonostante le critiche ricevute da alcune forze politiche, il governo non ha mai preso in considerazione l'abolizione della misura.

### 2. **Revisione dei meccanismi di controllo**:

   - Il governo ha cercato di migliorare i sistemi di controllo per evitare abusi e frodi nell'erogazione del sussidio. Sono stati rafforzati i controlli su chi riceveva il reddito per assicurarsi che solo i cittadini effettivamente bisognosi ne beneficiassero.

### 3. **Incentivi all'occupazione**:

   - Una delle principali critiche al Reddito di Cittadinanza era legata alla sua scarsa efficacia nel promuovere il reinserimento lavorativo. Il governo Draghi ha cercato di migliorare i meccanismi di "attivazione" per i beneficiari, collaborando con i Centri per l'Impiego per incentivare una maggiore partecipazione al mercato del lavoro. Sono stati studiati piani per ridurre i disincentivi al lavoro legati al sussidio, cercando di rendere più efficaci le politiche attive del lavoro.

### 4. **Riforme strutturali**:

   - Nel corso del suo mandato, il governo Draghi ha anche discusso della necessità di una riforma complessiva del sistema di welfare italiano, in cui il Reddito di Cittadinanza avrebbe potuto essere affiancato da altre misure più mirate a specifici settori della popolazione, come i giovani e le donne, per promuovere l'inclusione attiva nel mondo del lavoro.

In sintesi, l'orientamento del governo Draghi non era quello di eliminare il Reddito di Cittadinanza, ma di **correggerne le inefficienze** e di **rafforzare i collegamenti con le politiche attive per il lavoro**, al fine di renderlo uno strumento più efficace e giusto.

il governo Draghi si trovò a dover approvare un **decreto "Aiuti"**, un pacchetto di misure economiche per contrastare gli effetti dell'inflazione e della crisi energetica. Tuttavia, il **Movimento 5 Stelle** (M5S), una delle forze principali che sostenevano il governo, decise di non votare la fiducia su questo decreto, accusando l'esecutivo di non aver risposto adeguatamente alle loro richieste, in particolare sulle misure sociali e sul reddito di cittadinanza. Questo creò una frattura significativa nella maggioranza.

Il Reddito di Cittadinanza era un sussidio introdotto nel 2019 per sostenere le famiglie a basso reddito e favorire il reinserimento nel mercato del lavoro. Prevedeva un sostegno economico mensile condizionato alla partecipazione a percorsi di formazione o accettazione di offerte di lavoro. Ha subito critiche per inefficienze nel promuovere l'occupazione e casi di abusi. Il governo Meloni, entrato in carica nell'ottobre 2022, ha deciso di abolirlo gradualmente, sostituendolo nel 2024 con nuove misure come l'Assegno di inclusione per i più bisognosi e altri incentivi all'occupazione.

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 Il rapporto “Draghi” è centrato sulla competitività.

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Ricerca mediante ChatGPT di OpenAI del 14-9-24

In economia, la **competitività** si riferisce alla capacità di un'azienda, un settore o un paese di produrre beni e servizi che siano attraenti sul mercato rispetto ai concorrenti, sia a livello nazionale che internazionale. È una misura dell'efficienza con cui risorse come capitale e lavoro vengono utilizzate per creare valore economico.

La competitività può essere valutata a diversi livelli:

1. **Competitività aziendale**: Capacità di un'impresa di essere più efficiente, innovativa e redditizia rispetto ai suoi concorrenti, mantenendo o aumentando la sua quota di mercato.

2. **Competitività settoriale**: La capacità di un'intera industria o settore di prosperare in un ambiente economico globale, con particolare attenzione alla produttività e all'innovazione.

3. **Competitività nazionale**: La capacità di un paese di garantire elevati livelli di crescita economica e benessere per i suoi cittadini, attraverso politiche che migliorano produttività, infrastrutture, istruzione e condizioni di mercato.

Fattori come il costo del lavoro, l'innovazione tecnologica, la qualità delle istituzioni e l'ambiente normativo influenzano la competitività.

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  La competitività è prevista dall’art.3 del Trattato sull’Unione Europea https://eur-lex.europa.eu/resource.html?uri=cellar:2bf140bf-a3f8-4ab2-b506-fd71826e6da6.0017.02/DOC_1&format=PDF   

 

Articolo 3 (ex articolo 2 del TUE)

1. L'Unione si prefigge di promuovere la pace, i suoi valori e il benessere dei suoi popoli.

2. L'Unione offre ai suoi cittadini uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia senza frontiere interne, in cui sia assicurata la libera circolazione delle persone insieme a misure appropriate per quanto concerne i controlli alle frontiere esterne, l'asilo, l'immigrazione, la prevenzione della criminalità e la lotta contro quest'ultima.

 3. L'Unione instaura un mercato interno. Si adopera per lo sviluppo sostenibile dell'Europa, basato su una crescita economica equilibrata e sulla stabilità dei prezzi, su un'economia sociale di mercato fortemente competitiva, che mira alla piena occupazione e al progresso sociale, e su un elevato livello di tutela e di miglioramento della qualità dell'ambiente. Essa promuove il progresso scientifico e tecnologico. L'Unione combatte l'esclusione sociale e le discriminazioni e promuove la giustizia e la protezione sociali, la parità tra donne e uomini, la solidarietà tra le generazioni e la tutela dei diritti del minore. Essa promuove la coesione economica, sociale e territoriale, e la solidarietà tra gli Stati membri. Essa rispetta la ricchezza della sua diversità culturale e linguistica e vigila sulla salvaguardia e sullo sviluppo del patrimonio culturale europeo.

4. L'Unione istituisce un'unione economica e monetaria la cui moneta è l'euro.

 5. Nelle relazioni con il resto del mondo l'Unione afferma e promuove i suoi valori e interessi, contribuendo alla protezione dei suoi cittadini. Contribuisce alla pace, alla sicurezza, allo sviluppo sostenibile della Terra, alla solidarietà e al rispetto reciproco tra i popoli, al commercio libero ed equo, all'eliminazione della povertà e alla tutela dei diritti umani, in particolare dei diritti del minore, e alla rigorosa osservanza e allo sviluppo del diritto internazionale, in particolare al rispetto dei principi della Carta delle Nazioni Unite.

 

 Nel rapporto “Draghi” la competitività è, però, trattata con riferimento all’intera Unione Europea, in rapporto soprattutto al rapporto con Stati Uniti d’America e Cina, concludendo che le iniziative proposte sono indispensabili perché «siamo arrivati al punto in cui, senza azione, dovremo compromettere il nostro welfare, il nostro ambiente o la nostra libertà». Nel Trattato sull’Unione Europea la competitività è invece riferita al livello aziendale, settoriale e nazionale, in quest’ultimo caso, però, senza riferimenti a contrasti tra nazioni (l’Unione Europea si basa proprio sulla cooperazione  tra gli stati membri e verso l’esterno). Nel Trattato la competitività è riferita ad un’economia sociale di mercato, secondo l’esperienza tedesca del Secondo dopoguerra.

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Ricerca mediante ChatGPT di OpenAI del 14-9-24

L'**economia sociale di mercato** è un modello economico sviluppato in Germania dopo la Seconda Guerra Mondiale, grazie all'influenza dell'economista Ludwig Erhard, ed è diventato il pilastro del "miracolo economico" tedesco. Questo sistema combina i principi del libero mercato con una forte attenzione al welfare e alla giustizia sociale, cercando di equilibrare la crescita economica con la coesione sociale.

### Caratteristiche principali nell'esperienza tedesca:

1. **Libertà economica**: L'economia sociale di mercato promuove la concorrenza e l'innovazione, sostenendo l'idea che il mercato sia il motore principale della crescita economica. Tuttavia, lo Stato interviene per garantire che il mercato funzioni correttamente, regolando i monopoli e le distorsioni della concorrenza.

2. **Welfare sociale**: Sebbene il mercato sia libero, il sistema tedesco prevede una robusta rete di sicurezza sociale. Lo Stato fornisce servizi essenziali come sanità, istruzione, pensioni e sussidi di disoccupazione, assicurando che i benefici della crescita economica siano distribuiti equamente e che nessuno rimanga escluso dal progresso economico.

3. **Ruolo dello Stato**: Lo Stato non gestisce direttamente l'economia, ma ne regola il funzionamento, promuovendo stabilità e prevenendo squilibri eccessivi. Gli interventi sono volti a garantire la stabilità dei prezzi, un basso tasso di disoccupazione e una distribuzione equa della ricchezza.

4. **Sussidiarietà e solidarietà**: L'economia sociale di mercato si fonda anche sui principi di sussidiarietà, che favorisce la risoluzione dei problemi al livello più vicino ai cittadini, e solidarietà, che mira alla coesione sociale e al supporto delle fasce più vulnerabili della popolazione.

### Successo nell'esperienza tedesca:

Questo modello ha permesso alla Germania di ricostruire la sua economia distrutta dalla guerra, creando una delle economie più forti al mondo, caratterizzata da una solida crescita economica, bassi livelli di disoccupazione e un elevato standard di vita. L'economia sociale di mercato è diventata un marchio distintivo del sistema economico tedesco, riuscendo a combinare efficienza economica con equità sociale.

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  Nel rapporto “Draghi” è presente l’economia sociale di mercato e sono considerati fattori per l’incremento della competitività le misure di Welfare sociali, lo sviluppo delle politiche di contrasto alla corruzione e contro l’evasione fiscale?

  Per rispondere a questa domanda occorre studiare tutto il documento.

3. Rilevo che nella Premessa del rapporto, ma anche in altre parti del documento che ho esaminato, si tende a far coincidere l’Unione Europea con l’Europa, al modo in cui gli statunitensi parlano di americani  riferendosi solo a sé stessi, e non, ad esempio ai canadesi, ai messicani e a tutte le altre popolazioni del continente americano (i latinoamericani indicati come latinos o hispanics)

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Negli Stati Uniti, il termine "Latinos" si riferisce a persone di origine o discendenza latinoamericana che vivono nel paese. Questo termine comprende individui provenienti o con radici in paesi dell'America Latina, inclusi Messico, America Centrale, Sud America e i Caraibi di lingua spagnola o portoghese.

Caratteristiche principali:

1.   Origine geografica: I "Latinos" includono persone con origini in nazioni come Messico, Cuba, Porto Rico, Brasile, Colombia, Argentina, Venezuela e molti altri paesi latinoamericani.

2.   Diversità culturale e linguistica: Nonostante siano spesso percepiti come un gruppo omogeneo, i Latinos rappresentano una grande diversità etnica, culturale e linguistica. Molti parlano spagnolo, ma il portoghese (in particolare in Brasile) è anche una lingua significativa all'interno di questa comunità.

3.   Identità etnica: Il termine "Latino" si riferisce a un'identità culturale piuttosto che a una razza specifica. Le persone identificate come Latinos possono appartenere a diversi gruppi razziali, inclusi bianchi, afrodiscendenti, indigeni e persone di origine mista.

Il termine "Latinos" è spesso utilizzato in maniera intercambiabile con "Hispanics" negli Stati Uniti, ma quest'ultimo si riferisce in modo più specifico alle persone di lingua spagnola.

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  Questo modo di esprimersi esclude dall’Europa la Bielorussia e la Russia europea, facente parte della Federazione russa.  E’ una concezione opposta, ad esempio, al pensiero politico che fu espresso dal papa Karol Wojtyla.

  Essa si riflette attualmente nella letteratura corrente, in particolare in quella utilizzata per addestrare il sistema di Intelligenza artificiale di ChatGPT di Open Ai.

 Il 14-9-24 ho chiesto all’Intelligenza artificiale di ChatGPT di OpenAi di elencarmi gli stati del continente europeo che non fanno parte dell’Unione Europea. Mi ha risposto così:

 

Nel continente europeo, ci sono diversi stati che **non fanno parte dell'Unione Europea (UE)**. Questi stati, per vari motivi storici, politici o economici, hanno scelto di non aderire o non sono stati ancora ammessi all'UE. Ecco un elenco dei principali stati europei non membri dell'UE:

### Stati non membri dell'UE in Europa:

1. **Norvegia** - Sebbene non faccia parte dell'UE, la Norvegia è parte dell'Area Economica Europea (SEE), che le garantisce l'accesso al mercato unico europeo.

2. **Svizzera** - Non fa parte né dell'UE né dello SEE, ma ha numerosi accordi bilaterali con l'UE che regolano vari aspetti delle relazioni economiche e commerciali.

3. **Regno Unito** - Uscito dall'UE con la Brexit nel 2020.

4. **Islanda** - Parte dello SEE, ma non membro dell'UE.

5. **Liechtenstein** - Piccolo stato situato tra Svizzera e Austria, anch'esso parte dello SEE.

6. **Albania** - Paese candidato all'adesione all'UE, ma ancora non membro.

7. **Serbia** - Anch'essa paese candidato all'adesione.

8. **Macedonia del Nord** - In fase di negoziazione per l'adesione.

9. **Montenegro** - Paese candidato.

10. **Bosnia-Erzegovina** - Potenziale candidato all'adesione, ma non ancora ufficialmente candidato.

11. **Kosovo** - Considerato potenziale candidato dall'UE, ma ancora non riconosciuto da alcuni stati membri dell'UE.

12. **Turchia** - Paese candidato all'adesione, ma con trattative bloccate da anni per varie ragioni politiche e di rispetto dei diritti umani.

13. **Ucraina** - Candidato ufficiale dal 2022, con un processo di adesione che potrebbe richiedere diversi anni.

14. **Moldavia** - Anch'essa candidata ufficiale dal 2022.

15. **Georgia** - Ha presentato domanda di adesione nel 2022 ed è in attesa dello status di candidato.

### Microstati non membri:

1. **Andorra**

2. **San Marino**

3. **Monaco**

4. **Città del Vaticano**

 

Questi piccoli stati hanno accordi speciali con l'UE, che regolano vari aspetti della loro interazione economica e politica con i Paesi membri, ma non fanno parte dell'Unione Europea.

Questi Paesi hanno varie forme di collaborazione con l'UE, ma non sono formalmente membri.

 

  Ho  chiesto, allora,  perché non avesse considerato la Federazione Russa, che comprende la Russia europea, quindi una significativa porzione dell’Europa continentale, mentre aveva considerato la Turchia, che ha in Europa solo una piccola parte della Tracia, con Istanbul (per altro la più popolosa città europea). Mi ha risposto così:

 

Hai ragione, la **Federazione Russa** è uno degli stati europei che **non fa parte dell'Unione Europea**. Nella mia precedente risposta, non l'ho menzionata probabilmente perché spesso viene considerata anche come parte dell'Asia, dato che una grande porzione del suo territorio si estende su quel continente. Tuttavia, la Russia ha una parte significativa del suo territorio in Europa e fa parte del panorama politico ed economico del continente.

  La **Russia** non è membro dell'UE per diversi motivi, tra cui divergenze politiche, economiche e di governance. Negli ultimi anni, le relazioni tra l'UE e la Russia si sono deteriorate, specialmente a causa di questioni come l'annessione della Crimea nel 2014, il conflitto in Ucraina e altre tensioni geopolitiche.

 Quindi, per rispondere alla tua osservazione, sì, la **Russia** è un importante stato europeo non facente parte dell'Unione Europea, così come la **Bielorussia**, un altro Paese dell'Europa orientale che non è membro dell'UE e che mantiene stretti rapporti con la Federazione Russa.

Hai ragione, la **Turchia** ha solo una piccola parte del suo territorio in Europa, limitata alla regione di Istanbul. Tuttavia, è spesso inclusa nelle discussioni europee per diversi motivi storici, politici e culturali.

  La Turchia è un paese che, pur avendo la maggior parte del suo territorio in Asia, ha una **forte connessione politica ed economica con l'Europa**. È membro del **Consiglio d'Europa** e della **NATO**, ed è **paese candidato all'adesione all'Unione Europea** dal 1999. Anche se i negoziati per l'adesione si sono fermati per questioni relative ai diritti umani, alle libertà civili e alla situazione politica interna, la sua candidatura ufficiale mantiene la Turchia nel contesto delle relazioni con l'UE.

  Quindi, anche se geograficamente la Turchia è in gran parte asiatica, è considerata parte integrante del dialogo politico europeo, motivo per cui è stata inclusa nell'elenco dei Paesi non membri dell'UE.

 

 Che nel rapporto “Draghi” la Russia non sia considerata parte dell’Europa è indicato anche da questa frase della Prefazione:

 

L'Europa ha perso improvvisamente il suo fornitore più importante di energia, la Russia.

 

 Oggettivamente, dal punto di vista economico, questo è stato un importantissimo fattore di decremento della competitività  dell’economia sociale di mercato dell’Unione Europea, non solo per la perdita di fonti di energia a prezzi moderati e soprattutto di sicuro approvvigionamento, ma anche per la perdita di un grande mercato internazionale.

   Con l’invasione russa dell’Ucraina, nel febbraio 2022, e con le conseguenti reazioni degli stati aderenti alla NATO e della stessa Unione Europea che, oltre a fatti di oggettiva cobelligeranza, hanno comportato l’interruzione di gran parte delle relazioni economiche, la situazione economica dell’Unione Europea è marcatamente peggiorata. Nel rapporto, stando a quanto finora ne ho capito, non sono indicate vie per uscire da questa gravissima situazione, mentre si raccomanda di organizzare un incremento e il coordinamento delle industrie di produzione degli armamenti.

Mario Ardigò – Azione Cattolica in San Clemente papa – Roma, Monte Sacro, Valli