Sabato 2 dicembre 2018 – Solennità
dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria
- Lezionario dell’anno C per le domeniche e le solennità
– colore liturgico: bianco – salterio: proprio del Tempo
- Letture e sintesi dell’omelia delle Messa delle nove -
avvisi del parroco e di A.C.
Osservazioni ambientali: cielo sereno, temperatura ambientale 18
°C.
Canti: ingresso,; Offertorio, Giovane donna; Comunione, Maria,
tu che hai atteso nel silenzio; finale Tota
Pulchra.
Alla Messa delle nove il gruppo di A.C. era nei banchi di sinistra, a
fianco dell’altare, guardando l’abside.
Nel corso
della Messa è stata letta la preghiera
con il rinnova degli impegni associativi del gruppo di Azione Cattolica. Al
termine della Messa, in sala rossa sono state distribuite le nuove tessere di AC per l’anno
liturgico 2018/2019.
La figura sulla facciata della tessera si riferisce all'episodio evangelico di Marta e Maria (Luca 10,38-42): «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per
molte cose, ma di una cosa sola c'è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà
tolta».
Buona solennità
dell’Immacolata a tutti i lettori!
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Dalla Costituzione dogmatica sulla
Chiesa Luce per le genti - Lumen Gentium,
traiamo la spiegazione teologica del significato del dogma cattolico
(enunciato fondamentale e vincolante) dell’Immacolata
Concezione della Beata Vergine Maria, che non riguarda, come a volte si
sente dire, la concezione verginale di Maria:
«n.56.Il Padre delle misericordie ha voluto che l'accettazione da parte
della predestinata madre precedesse l'incarnazione, perché così, come una donna
aveva contribuito a dare la morte, una donna contribuisse a dare la vita.
Ciò vale in modo straordinario della madre di Gesù, la quale ha dato al mondo
la vita stessa che tutto rinnova e da Dio è stata arricchita di doni consoni a
tanto ufficio. Nessuna meraviglia quindi se presso i santi Padri invalse l'uso
di chiamare la madre di Dio la tutta santa e immune da ogni macchia di
peccato, quasi plasmata dallo Spirito Santo e resa nuova creatura.
Adornata fin dal primo istante della sua concezione dagli splendori di una
santità del tutto singolare, la Vergine di Nazaret è salutata dall'angelo
dell'annunciazione, che parla per ordine di Dio, quale « piena di grazia »
(cfr. Lc 1,28) e al celeste messaggero essa risponde « Ecco l'ancella del
Signore: si faccia in me secondo la tua parola » (Lc 1,38). Così Maria, figlia
di Adamo, acconsentendo alla parola divina, diventò madre di Gesù, e
abbracciando con tutto l'animo, senza che alcun peccato la trattenesse, la
volontà divina di salvezza, consacrò totalmente se stessa quale ancella del
Signore alla persona e all'opera del Figlio suo, servendo al mistero della
redenzione in dipendenza da lui e con lui, con la grazia di Dio onnipotente.»
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Pillola di Concilio
Dalla Costituzione dogmatica sulla
Chiesa Luce per le genti - Lumen Gentium del Concilio Vaticano
2° (1962-1965)
CAPITOLO VIII
LA BEATA MARIA VERGINE MADRE DI DIO
NEL MISTERO DI CRISTO E DELLA CHIESA
I. Proemio
52. Volendo Dio misericordiosissimo e
sapientissimo compiere la redenzione del mondo, « quando venne la pienezza dei
tempi, mandò il suo Figlio, nato da una donna... per fare di noi dei figli
adottivi» (Gal 4,4-5), « Egli per noi uomini e per la nostra salvezza è disceso
dal cielo e si è incarnato per opera dello Spirito Santo da Maria vergine ».
Questo divino mistero di salvezza ci è rivelato e si continua nella Chiesa, che
il Signore ha costituita quale suo corpo e nella quale i fedeli, aderendo a
Cristo capo e in comunione con tutti i suoi santi, devono pure venerare la
memoria «innanzi tutto della gloriosa sempre vergine Maria, madre del Dio e
Signore nostro Gesù Cristo ».
Maria e la Chiesa
53. Infatti Maria vergine, la quale
all'annunzio dell'angelo accolse nel cuore e nel corpo il Verbo di Dio e portò
la vita al mondo, è riconosciuta e onorata come vera madre di Dio e Redentore.
Redenta in modo eminente in vista dei meriti del Figlio suo e a lui unita da
uno stretto e indissolubile vincolo, è insignita del sommo ufficio e dignità di
madre del Figlio di Dio, ed è perciò figlia prediletta del Padre e tempio dello
Spirito Santo; per il quale dono di grazia eccezionale precede di gran lunga tutte
le altre creature, celesti e terrestri. Insieme però, quale discendente di
Adamo, è congiunta con tutti gli uomini bisognosi di salvezza; anzi, è «
veramente madre delle membra (di Cristo)... perché cooperò con la carità alla
nascita dei fedeli della Chiesa, i quali di quel capo sono le membra ». Per
questo è anche riconosciuta quale sovreminente e del tutto singolare membro
della Chiesa, figura ed eccellentissimo modello per essa nella fede e nella
carità; e la Chiesa cattolica, istruita dallo Spirito Santo, con affetto di
pietà filiale la venera come madre amatissima.
L'intenzione del Concilio
54. Perciò il santo Concilio, mentre
espone la dottrina riguardante la Chiesa, nella quale il divino Redentore opera
la salvezza, intende illustrare attentamente da una parte, la funzione della
beata Vergine nel mistero del Verbo incarnato e del corpo mistico, dall'altra i
doveri degli uomini, e i doveri dei credenti in primo luogo. Il Concilio
tuttavia non ha in animo di proporre una dottrina esauriente su Maria, né di
dirimere le questioni che il lavoro dei teologi non ha ancora condotto a una
luce totale. Permangono quindi nel loro diritto le sentenze, che nelle scuole
cattoliche vengono liberamente proposte circa colei, che nella Chiesa santa
occupa, dopo Cristo, il posto più alto e il più vicino a noi.
II. Funzione della beata Vergine
nell'economia della salvezza
La madre del Messia nell'Antico
Testamento
55. I libri del Vecchio e Nuovo
Testamento e la veneranda tradizione mostrano in modo sempre più chiaro la
funzione della madre del Salvatore nella economia della salvezza e la
propongono per così dire alla nostra contemplazione. I libri del Vecchio
Testamento descrivono la storia della salvezza, nella quale lentamente viene
preparandosi la venuta di Cristo nel mondo. Questi documenti primitivi, come
sono letti nella Chiesa e sono capiti alla luce dell'ulteriore e piena
rivelazione, passo passo mettono sempre più chiaramente in luce la figura di
una donna: la madre del Redentore. Sotto questa luce essa viene già
profeticamente adombrata nella promessa, fatta ai progenitori caduti in
peccato, circa la vittoria sul serpente (cfr. Gen 3,15). Parimenti, è lei, la
Vergine, che concepirà e partorirà un Figlio, il cui nome sarà Emanuele (cfr.
Is 7, 14; Mt 1,22-23). Essa primeggia tra quegli umili e quei poveri del
Signore che con fiducia attendono e ricevono da lui la salvezza. E infine con
lei, la figlia di Sion per eccellenza, dopo la lunga attesa della promessa, si
compiono i tempi e si instaura la nuova « economia », quando il Figlio di Dio
assunse da lei la natura umana per liberare l'uomo dal peccato coi misteri
della sua carne.
Maria nell'annunciazione
56. Il Padre delle misericordie ha voluto che l'accettazione da parte della
predestinata madre precedesse l'incarnazione, perché così, come una donna aveva
contribuito a dare la morte, una donna contribuisse a dare la vita. Ciò vale in
modo straordinario della madre di Gesù, la quale ha dato al mondo la vita
stessa che tutto rinnova e da Dio è stata arricchita di doni consoni a tanto
ufficio. Nessuna meraviglia quindi se presso i santi Padri invalse l'uso di
chiamare la madre di Dio la tutta santa e immune da ogni macchia di peccato,
quasi plasmata dallo Spirito Santo e resa nuova creatura. Adornata fin
dal primo istante della sua concezione dagli splendori di una santità del tutto
singolare, la Vergine di Nazaret è salutata dall'angelo dell'annunciazione, che
parla per ordine di Dio, quale « piena di grazia » (cfr. Lc 1,28) e al celeste
messaggero essa risponde « Ecco l'ancella del Signore: si faccia in me secondo
la tua parola » (Lc 1,38). Così Maria, figlia di Adamo, acconsentendo alla
parola divina, diventò madre di Gesù, e abbracciando con tutto l'animo, senza
che alcun peccato la trattenesse, la volontà divina di salvezza, consacrò
totalmente se stessa quale ancella del Signore alla persona e all'opera del
Figlio suo, servendo al mistero della redenzione in dipendenza da lui e con
lui, con la grazia di Dio onnipotente. Giustamente quindi i santi Padri
ritengono che Maria non fu strumento meramente passivo nelle mani di Dio, ma
che cooperò alla salvezza dell'uomo con libera fede e obbedienza. Infatti, come
dice Sant'Ireneo, essa «con la sua obbedienza divenne causa di salvezza per sé
e per tutto il genere umano ». Per cui non pochi antichi Padri nella loro
predicazione volentieri affermano con Ireneo che «il nodo della disobbedienza
di Eva ha avuto la sua soluzione coll'obbedienza di Maria; ciò che la vergine
Eva legò con la sua incredulità, la vergine Maria sciolse con la sua fede» e,
fatto il paragone con Eva, chiamano Maria «madre dei viventi e affermano
spesso: « la morte per mezzo di Eva, la vita per mezzo di Maria ».
Maria e l'infanzia di Gesù
57. Questa unione della madre col
figlio nell'opera della redenzione si manifesta dal momento della concezione
verginale di Cristo fino alla morte di lui; e prima di tutto quando Maria,
partendo in fretta per visitare Elisabetta, è da questa proclamata beata per la
sua fede nella salvezza promessa, mentre il precursore esultava nel seno della
madre (cfr. Lc 1,41-45); nella natività, poi, quando la madre di Dio mostrò
lieta ai pastori e ai magi il Figlio suo primogenito, il quale non diminuì la
sua verginale integrità, ma la consacrò Quando poi lo presentò al Signore nel
tempio con l'offerta del dono proprio dei poveri, udì Simeone profetizzare che
il Figlio sarebbe divenuto segno di contraddizione e che una spada avrebbe
trafitto l'anima della madre, perché fossero svelati i pensieri di molti cuori
(cfr. Lc 2,34-35). Infine, dopo avere perduto il fanciullo Gesù e averlo
cercato con angoscia, i suoi genitori lo trovarono nel tempio occupato nelle
cose del Padre suo, e non compresero le sue parole. E la madre sua conservava
tutte queste cose in cuor suo e le meditava (cfr. Lc 2,41-51).
Maria e la vita pubblica di Gesù
58. Nella vita pubblica di Gesù la
madre sua appare distintamente fin da principio, quando alle nozze in Cana di
Galilea, mossa a compassione, indusse con la sua intercessione Gesù Messia a
dar inizio ai miracoli (cfr. Gv 2 1-11). Durante la predicazione di lui
raccolse le parole con le quali egli, mettendo il Regno al di sopra delle
considerazioni e dei vincoli della carne e del sangue, proclamò beati quelli
che ascoltano e custodiscono la parola di Dio (cfr Mc 3,35; Lc 11,27-28), come
ella stessa fedelmente faceva (cfr. Lc 2,19 e 51). Così anche la beata Vergine
avanzò nella peregrinazione della fede e serbò fedelmente la sua unione col
Figlio sino alla croce, dove, non senza un disegno divino, se ne stette (cfr. Gv
19,25), soffrendo profondamente col suo Unigenito e associandosi con animo
materno al suo sacrifico, amorosamente consenziente all'immolazione della
vittima da lei generata; e finalmente dallo stesso Gesù morente in croce fu
data quale madre al discepolo con queste parole: Donna, ecco tuo figlio (cfr.
Gv 19,26-27).
Maria dopo l'ascensione
59. Essendo piaciuto a Dio di non
manifestare apertamente il mistero della salvezza umana prima di effondere lo
Spirito promesso da Cristo, vediamo gli apostoli prima del giorno della
Pentecoste « perseveranti d'un sol cuore nella preghiera con le donne e Maria
madre di Gesù e i suoi fratelli» (At 1,14); e vediamo anche Maria implorare con
le sue preghiere il dono dello Spirito che all'annunciazione, l'aveva presa
sotto la sua ombra. Infine la Vergine immacolata, preservata immune da ogni
macchia di colpa originale finito il corso della sua vita terrena, fu assunta
alla celeste gloria in anima e corpo e dal Signore esaltata quale regina
dell'universo per essere così più pienamente conforme al figlio suo, Signore
dei signori (cfr. Ap 19,16) e vincitore del peccato e della morte.
III. La beata Vergine e la Chiesa
Maria e Cristo unico mediatore
60. Uno solo è il nostro mediatore,
secondo le parole dell'Apostolo: « Poiché non vi è che un solo Dio, uno solo è
anche il mediatore tra Dio e gli uomini, l'uomo Cristo Gesù, che per tutti ha
dato se stesso in riscatto » (1 Tm 2,5-6). La funzione materna di Maria verso
gli uomini in nessun modo oscura o diminuisce questa unica mediazione di
Cristo, ma ne mostra l'efficacia. Ogni salutare influsso della beata Vergine
verso gli uomini non nasce da una necessità oggettiva, ma da una disposizione
puramente gratuita di Dio, e sgorga dalla sovrabbondanza dei meriti di Cristo;
pertanto si fonda sulla mediazione di questi, da essa assolutamente dipende e
attinge tutta la sua efficacia, e non impedisce minimamente l'unione immediata
dei credenti con Cristo, anzi la facilita.
Cooperazione alla redenzione
61. La beata Vergine, predestinata fino
dall'eternità, all'interno del disegno d'incarnazione del Verbo, per essere la
madre di Dio, per disposizione della divina Provvidenza fu su questa terra
l'alma madre del divino Redentore, generosamente associata alla sua opera a un
titolo assolutamente unico, e umile ancella del Signore, concependo Cristo,
generandolo, nutrendolo, presentandolo al Padre nel tempio, soffrendo col
Figlio suo morente in croce, ella cooperò in modo tutto speciale all'opera del
Salvatore, coll'obbedienza, la fede, la speranza e l'ardente carità, per
restaurare la vita soprannaturale delle anime. Per questo ella è diventata per
noi madre nell'ordine della grazia.
Funzione salvifíca subordinata
62. E questa maternità di Maria
nell'economia della grazia perdura senza soste dal momento del consenso
fedelmente prestato nell'Annunciazione e mantenuto senza esitazioni sotto la
croce, fino al perpetuo coronamento di tutti gli eletti. Difatti anche dopo la
sua assunzione in cielo non ha interrotto questa funzione salvifica, ma con la
sua molteplice intercessione continua a ottenerci i doni che ci assicurano la
nostra salvezza eterna. Con la sua materna carità si prende cura dei fratelli
del Figlio suo ancora peregrinanti e posti in mezzo a pericoli e affanni, fino
a che non siano condotti nella patria beata. Per questo la beata Vergine è
invocata nella Chiesa con i titoli di avvocata, ausiliatrice, soccorritrice,
Mediatrice. Ciò però va inteso in modo che nulla sia detratto o aggiunto alla
dignità e alla efficacia di Cristo, unico Mediatore.
Nessuna creatura infatti può mai essere
paragonata col Verbo incarnato e redentore. Ma come il sacerdozio di Cristo è
in vari modi partecipato, tanto dai sacri ministri, quanto dal popolo fedele, e
come l'unica bontà di Dio è realmente diffusa in vari modi nelle creature, così
anche l'unica mediazione del Redentore non esclude, bensì suscita nelle
creature una varia cooperazione partecipata da un'unica fonte. La Chiesa non
dubita di riconoscere questa funzione subordinata a Maria, non cessa di farne
l'esperienza e di raccomandarla al cuore dei fedeli, perché, sostenuti da
questa materna protezione, aderiscano più intimamente al Mediatore e Salvatore.
Maria vergine e madre, modello della
Chiesa
63. La beata Vergine, per il dono e
l'ufficio della divina maternità che la unisce col Figlio redentore e per le
sue singolari grazie e funzioni, è pure intimamente congiunta con la Chiesa: la
madre di Dio è figura della Chiesa, come già insegnava sant'Ambrogio,
nell'ordine cioè della fede, della carità e della perfetta unione con Cristo.
Infatti nel mistero della Chiesa, la quale pure è giustamente chiamata madre e
vergine, la beata vergine Maria occupa il primo posto, presentandosi in modo
eminente e singolare quale vergine e quale madre. Ciò perché per la sua fede ed
obbedienza generò sulla terra lo stesso Figlio di Dio, senza contatto con uomo,
ma adombrata dallo Spirito Santo, come una nuova Eva credendo non all'antico
serpente, ma, senza alcuna esitazione, al messaggero di Dio. Diede poi alla
luce il Figlio, che Dio ha posto quale primogenito tra i molti fratelli (cfr.
Rm 8,29), cioè tra i credenti, alla rigenerazione e formazione dei quali essa
coopera con amore di madre.
La Chiesa vergine e madre
64. Orbene, la Chiesa contemplando la
santità misteriosa della Vergine, imitandone la carità e adempiendo fedelmente
la volontà del Padre, per mezzo della parola di Dio accolta con fedeltà diventa
essa pure madre, poiché con la predicazione e il battesimo genera a una vita
nuova e immortale i figli, concepiti ad opera dello Spirito Santo e nati da
Dio. Essa pure è vergine, che custodisce integra e pura la fede data allo
sposo; imitando la madre del suo Signore, con la virtù dello Spirito Santo
conserva verginalmente integra la fede, salda la speranza, sincera la carità.
La Chiesa deve imitare la virtù di
Maria
65. Mentre la Chiesa ha già raggiunto
nella beatissima Vergine quella perfezione, che la rende senza macchia e senza
ruga (cfr. Ef 5,27), i fedeli del Cristo si sforzano ancora di crescere nella
santità per la vittoria sul peccato; e per questo innalzano gli occhi a Maria,
la quale rifulge come modello di virtù davanti a tutta la comunità degli
eletti. La Chiesa, raccogliendosi con pietà nel pensiero di Maria, che
contempla alla luce del Verbo fatto uomo, con venerazione penetra più
profondamente nel supremo mistero dell'incarnazione e si va ognor più
conformando col suo sposo. Maria infatti, la quale, per la sua intima
partecipazione alla storia della salvezza, riunisce per cosi dire e riverbera
le esigenze supreme della fede, quando è fatta oggetto della predicazione e
della venerazione chiama i credenti al Figlio suo, al suo sacrificio e
all'amore del Padre. A sua volta la Chiesa, mentre ricerca la gloria di Cristo,
diventa più simile al suo grande modello, progredendo continuamente nella fede,
speranza e carità e in ogni cosa cercando e compiendo la divina volontà. Onde
anche nella sua opera apostolica la Chiesa giustamente guarda a colei che
generò il Cristo, concepito appunto dallo Spirito Santo e nato dalla Vergine per
nascere e crescere anche nel cuore dei fedeli per mezzo della Chiesa. La
Vergine infatti nella sua vita fu modello di quell'amore materno da cui devono
essere animati tutti quelli che nella missione apostolica della Chiesa
cooperano alla rigenerazione degli uomini.
IV. Il culto della beata Vergine nella
Chiesa
Natura e fondamento del culto
66. Maria, perché madre santissima di
Dio presente ai misteri di Cristo, per grazia di Dio esaltata, al di sotto del
Figlio, sopra tutti gli angeli e gli uomini, viene dalla Chiesa giustamente
onorata con culto speciale. E di fatto, già fino dai tempi più antichi, la
beata Vergine è venerata col titolo di « madre di Dio » e i fedeli si rifugiano
sotto la sua protezione, implorandola in tutti i loro pericoli e le loro necessità.
Soprattutto a partire dal Concilio di Efeso il culto del popolo di Dio verso
Maria crebbe mirabilmente in venerazione e amore, in preghiera e imitazione,
secondo le sue stesse parole profetiche: «Tutte le generazioni mi chiameranno
beata, perché grandi cose mi ha fatto l'Onnipotente» (Lc 1,48). Questo culto,
quale sempre è esistito nella Chiesa sebbene del tutto singolare, differisce
essenzialmente dal culto di adorazione reso al Verbo incarnato cosi come al
Padre e allo Spirito Santo, ed è eminentemente adatto a promuoverlo. Infatti le
varie forme di devozione verso la madre di Dio, che la Chiesa ha approvato,
mantenendole entro i limiti di una dottrina sana e ortodossa e rispettando le
circostanze di tempo e di luogo, il temperamento e il genio proprio dei fedeli,
fanno si che, mentre è onorata la madre, il Figlio, al quale sono volte tutte
le cose (cfr Col 1,15-16) e nel quale «piacque all'eterno Padre di far
risiedere tutta la pienezza » (Col 1,19), sia debitamente conosciuto, amato,
glorificato, e siano osservati i suoi comandamenti.
Norme pastorali
67. Il santo Concilio formalmente
insegna questa dottrina cattolica. Allo stesso tempo esorta tutti i figli della
Chiesa a promuovere generosamente il culto, specialmente liturgico, verso la
beata Vergine, ad avere in grande stima le pratiche e gli esercizi di pietà
verso di lei, raccomandati lungo i secoli dal magistero della Chiesa;
raccomanda di osservare religiosamente quanto in passato è stato sancito circa
il culto delle immagini di Cristo, della beata Vergine e dei Santi. Esorta
inoltre caldamente i teologi e i predicatori della parola divina ad astenersi
con ogni cura da qualunque falsa esagerazione, come pure da una eccessiva
grettezza di spirito, nel considerare la singolare dignità della Madre di Dio.
Con lo studio della sacra Scrittura, dei santi Padri, dei dottori e delle
liturgie della Chiesa, condotto sotto la guida del magistero, illustrino
rettamente gli uffici e i privilegi della beata Vergine, i quali sempre sono
orientati verso il Cristo, origine della verità totale, della santità e della
pietà. Sia nelle parole che nei fatti evitino diligentemente ogni cosa che
possa indurre in errore i fratelli separati o qualunque altra persona, circa la
vera dottrina della Chiesa. I fedeli a loro volta si ricordino che la vera
devozione non consiste né in uno sterile e passeggero sentimentalismo, né in
una certa qual vana credulità, bensì procede dalla fede vera, dalla quale siamo
portati a riconoscere la preminenza della madre di Dio, e siamo spinti al
filiale amore verso la madre nostra e all'imitazione delle sue virtù.
V. Maria, segno di certa speranza e di
consolazione per il peregrinante popolo di Dio
Maria, segno del popolo di Dio
68. La madre di Gesù, come in cielo, in
cui è già glorificata nel corpo e nell'anima, costituisce l'immagine e l'inizio
della Chiesa che dovrà avere il suo compimento nell'età futura, così sulla
terra brilla ora innanzi al peregrinante popolo di Dio quale segno di sicura
speranza e di consolazione, fino a quando non verrà il giorno del Signore (cfr.
2 Pt 3,10).
Maria interceda per l'unione dei
cristiani
69. Per questo santo Concilio è di
grande gioia e consolazione il fatto che vi siano anche tra i fratelli separati
di quelli che tributano il debito onore alla madre del Signore e Salvatore,
specialmente presso gli Orientali, i quali vanno, con ardente slancio ed anima
devota, verso la madre di Dio sempre vergine per renderle il loro culto. Tutti
i fedeli effondano insistenti preghiere alla madre di Dio e madre degli uomini,
perché, dopo aver assistito con le sue preghiere la Chiesa nascente, anche ora,
esaltata in cielo sopra tutti i beati e gli angeli, nella comunione dei santi
interceda presso il Figlio suo, fin tanto che tutte le famiglie di popoli, sia
quelle insignite del nome cristiano, sia quelle che ancora ignorano il loro
Salvatore, in pace e concordia siano felicemente riunite in un solo popolo di
Dio, a gloria della santissima e indivisibile Trinità.
Prima lettura
Dal libro della Genesi
(Gen 3,9-15.20)
[Dopo che l'uomo ebbe mangiato del frutto
dell'albero,] il Signore Dio lo chiamò e gli disse: «Dove sei?». Rispose: «Ho
udito la tua voce nel giardino: ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono
nascosto». Riprese: «Chi ti ha fatto sapere che sei nudo? Hai forse mangiato
dell'albero di cui ti avevo comandato di non mangiare?». Rispose l'uomo: «La
donna che tu mi hai posto accanto mi ha dato dell'albero e io ne ho mangiato».
Il Signore Dio disse alla donna: «Che hai fatto?». Rispose la donna: «Il
serpente mi ha ingannata e io ho mangiato».
Allora il Signore Dio disse al serpente:
«Poiché hai fatto questo, maledetto tu fra
tutto il bestiame e fra tutti gli animali selvatici!
Sul tuo ventre camminerai e polvere mangerai
per tutti i giorni della tua vita. Io porrò inimicizia fra te e la donna, fra
la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai
il calcagno».
L'uomo chiamò sua moglie Eva, perché
ella fu la madre di tutti i viventi.
Salmo responsoriale
Dal salmo 97
Ritornello: Cantate al Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto meraviglie.
Cantate al Signore un canto nuovo,
perché ha compiuto meraviglie.
Gli ha dato vittoria la sua destra
e il suo braccio santo.
Il Signore ha fatto conoscere la sua salvezza,
agli occhi delle genti ha rivelato la sua
giustizia.
Egli si è ricordato del suo amore,
della sua fedeltà alla casa d'Israele.
Tutti i confini della terra hanno veduto
la vittoria del nostro Dio.
Acclami il Signore tutta la terra,
gridate, esultate, cantate inni!
Seconda lettura
Dalla lettera di san Paolo apostolo
agli Efesini (Ef 1,3-6.11-12)
Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti
con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo.
In lui ci ha scelti prima della
creazione del mondo
per essere santi e immacolati di fronte a lui
nella carità,
predestinandoci a essere per lui figli
adottivi
mediante Gesù Cristo,
secondo il disegno d'amore della sua volontà,
a lode dello splendore della sua grazia,
di cui ci ha gratificati nel Figlio amato.
In lui siamo stati fatti anche eredi,
predestinati - secondo il progetto di
colui
che tutto opera secondo la sua volontà -
a essere lode della sua gloria,
noi, che già prima abbiamo sperato nel Cristo.
Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Rallegrati, piena di grazia, il Signore è
con te,
benedetta tu fra le donne. (Cfr. Lc 1, 28)
Alleluia.
Vangelo
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 1,26-38)
In quel tempo, l'angelo Gabriele fu mandato
da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa
sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava
Maria. Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con
te».
A queste parole ella fu molto turbata e si
domandava che senso avesse un saluto come questo. L'angelo le disse: «Non
temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un
figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù.
Sarà grande e verrà chiamato Figlio
dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà
per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all'angelo: «Come avverrà
questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l'angelo: «Lo Spirito Santo
scenderà su di te e la potenza dell'Altissimo ti coprirà con la sua ombra.
Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco,
Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch'essa un figlio e
questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a
Dio».
Allora Maria disse: «Ecco la serva del
Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l'angelo si allontanò da lei.
Sintesi dell’omelia della Messa delle nove
Celebriamo oggi la solennità dell’Immacolata,
molto importante.
Gli esseri umani sono travagliati dalla paura, paura degli altri ma
anche di Dio.
Dio ha preparato Maria ad accogliere Gesù,
Dio. Maria è il modello della Chiesa e
di ogni cristiano.
A chi viene la Chiesa non dirà mai “vattene!”.
Così, insegnerà sempre ad accogliere e preservare la vita.
Sintesi di
Mario Ardigò - Azione Cattolica in San Clemente papa, per come ha compreso le parole del celebrante.
Avvisi del parroco:
- stasera, alle ore 16, nella chiesa parrocchiale si terrà un
ritiro per l’Avvento;
Avvisi di A.C.
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