Domenica 16-12-18 – 3° Domenica di
Avvento - Lezionario dell’anno C per le domeniche e le
solennità – colore liturgico: viola o rosaceo – salterio: 3° settimana
- Letture e sintesi dell’omelia delle Messa delle Nove -
avvisi del parroco e di A.C.
Osservazioni ambientali: cielo velato; temperatura ambientale 1° C.
Canti: ingresso, O cieli, piovete dall’alto;
Offertorio, Tra le mani non ho
niente; Comunione, Dio s’è fatto come noi; finale, Santa Maria del cammino .
Alla Messa delle nove il gruppo di A.C. era nei banchi di sinistra, a
fianco dell’altare, guardando l’abside.
Nella cappella laterale di destra si può
ammirare il bel presepio realizzato dall’amico
Stefano. Non arma di divisione e scontro tra culture, ma via verso il
Vangelo: il Signore viene! Prepariamogli la via convertendoci al suo Vangelo,
incessantemente, in questo tempo d’Avvento, di predica in chiesae!
Buona
domenica a tutti i lettori!
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Pillola di Concilio
Dalla Costituzione pastorale sulla
Chiesa nel mondo contemporaneo Gaudium et spes - La gioia e la
speranza, del Concilio Vaticano 2° (1962-1965)
69. I beni della terra e loro
destinazione a tutti gli uomini
Dio ha destinato la terra e tutto
quello che essa contiene all'uso di tutti gli uomini e di tutti i popoli, e
pertanto i beni creati debbono essere partecipati equamente a tutti, secondo la
regola della giustizia, inseparabile dalla carità (147). Pertanto, quali che
siano le forme della proprietà, adattate alle legittime istituzioni dei popoli
secondo circostanze diverse e mutevoli, si deve sempre tener conto di questa destinazione
universale dei beni. L'uomo, usando di questi beni, deve considerare le cose
esteriori che legittimamente possiede non solo come proprie, ma anche come
comuni, nel senso che possano giovare non unicamente a lui ma anche agli altri
(148). Del resto, a tutti gli uomini spetta il diritto di avere una parte di
beni sufficienti a sé e alla propria famiglia. Questo ritenevano giusto i Padri
e dottori della Chiesa, i quali insegnavano che gli uomini hanno l'obbligo di
aiutare i poveri, e non soltanto con il loro superfluo (149). Colui che si
trova in estrema necessità, ha diritto di procurarsi il necessario dalle
ricchezze altrui (150). Considerando il fatto del numero assai elevato di
coloro che nel mondo intero sono oppressi dalla fame, il sacro Concilio
richiama urgentemente tutti, sia singoli che autorità pubbliche, affinché -
memori della sentenza dei Padri: « Dà da mangiare a colui che è moribondo per
fame, perché se non gli avrai dato da mangiare, lo avrai ucciso » (151)
realmente mettano a disposizione ed impieghino utilmente i propri beni,
ciascuno secondo le proprie risorse, specialmente fornendo ai singoli e ai
popoli i mezzi con cui essi possano provvedere a se stessi e svilupparsi.
Nelle società economicamente meno
sviluppate, frequentemente la destinazione comune dei beni è in parte attuata
mediante un insieme di consuetudini e di tradizioni comunitarie, che assicurano
a ciascun membro i beni più necessari. Bisogna certo evitare che alcune
consuetudini vengano considerate come assolutamente immutabili, se esse non
rispondono più alle nuove esigenze del tempo presente; d'altra parte però, non
si deve agire imprudentemente contro quelle oneste consuetudini che non cessano
di essere assai utili, purché vengano opportunamente adattate alle odierne circostanze.
Similmente, nelle nazioni economicamente molto sviluppate, una rete di
istituzioni sociali per la previdenza e la sicurezza sociale può in parte
contribuire a tradurre in atto la destinazione comune dei beni. Inoltre, è
importante sviluppare ulteriormente i servizi familiari e sociali, specialmente
quelli che provvedono agli aspetti culturali ed educativi. Ma nell'organizzare
tutte queste istituzioni bisogna vegliare affinché i cittadini non siano
indotti ad assumere di fronte alla società un atteggiamento di passività o di
irresponsabilità nei compiti assunti o di rifiuto di servizio.
(147) Cf. S. TOMMASO, Summa Theol.,
II-II, q. 32, a. 5 ad 2; Ibid. q. 66, a. 2; cf. la spiegazione in LEONE XIII,
Encicl.Rerum Novarum: ASS 23
(1890-1891), p. 651 [Dz 3267]; cf. anche PIO XII, Discorso 1° giugno 1941: AAS
23 (1941), p. 199; ID., Messaggio radiofonico natalizio Ecce ego declinabo 1954: AAS 47
(1955), p. 27.
(148) Cf. S. BASILIO, Hom. in
illud Lucae: Destruam horrea mea, n. 2: PG 31, 263; LATTANZIO, Divinarum
Institutionum, lib. V, sulla giustizia: PL 6: 565B; S. AGOSTINO, In Ioann.
Ev., tr. 50, n. 6: PL 35, 1760; ID., Enarratio in Ps. CXLVII,
12: PL 37, 1922; S. GREGORIO M., Homiliae in Ev., om. 20, 12: PL 76, 1165;
ID., Regulae Pastoralis liber, pars III, c. 21: PL 77, 87; S.
BONAVENTURA, In III Sent., d. 33, dub. 1: ed. Quaracchi III, 728; ID., In IV
Sent., d. 15, p. II, a. 2, q. 1: ibid., IV, 371b; Quaest. de superfluo: ms.
Assisi, Bibl. comun. 186, ff. 112a-113a; S. ALBERTO M., In III Sent, d. 33, a.
3, sol. I: Ed. Borgnet XXVIII, 611; ID., In IV Sent., d. 15, a. 16: ibid.,
XXIX, 494-497. Quanto alla determinazione del superfluo ai nostri tempi, cf.
GIOVANNI XXIII, Messaggio
radiotelevisivo 11 sett. 1962: AAS 54 (1962), p. 682: “Dovere di ogni
uomo, dovere impellente del cristiano è di considerare il superfluo con la
misura delle necessità altrui, e di ben vigilare perché l’amministrazione e la
distribuzione dei beni creati venga posta a vantaggio di tutti”.
(149) Vale in tal caso l’antico
principio: “In estrema necessità tutto è in comune, cioè da comunicare”.
D’altra parte, per il criterio, l’estensione e il modo con cui si applica il
principio proposto nel testo, oltre ai sicuri autori moderni, cf. S.
TOMMASO, Summa Theol., II-II, q. 66, a. 7. Com’è evidente, per una
corretta applicazione del principio, si devono osservare tutte le condizioni
moralmente richieste.
(150) Cf. Gratiani
Decretum, c. 21, dist. LXXXVI: ed. Friedberg, I, 302. Questo detto si trova
già in PL 54, 491A e in PL 56, 1132B. Cf. in Antonianum 27 (1952), pp. 349-366.
(151) Cf. LEONE XIII, Encicl.Rerum Novarum: ASS 23
(1890-91), pp. 643-646 [in parte Dz 3265-67]; PIO XI, Encicl. Quadragesimo
anno: AAS 23 (1931), p. 191; PIO XII,Messaggio radiofonico 1°
giugno 1941: AAS 33 (1941), p. 199; ID., Messaggio radiofonico nella vigilia
del Natale del Signore 1942 Con sempre nuova freschezza: AAS 35
(1943), p. 17; ID., Messaggio radiofonico, 1° set. 1944 Oggi al
compiersi: AAS 36 (1944), p. 253; GIOVANNI XXIII, Encicl.Mater et
Magistra: AAS 53 (1961), pp. 428-429.
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Prima lettura
Dal libro del profeta
Sofonia (Sof 3,14-17)
Rallègrati, figlia di Sion,
grida di gioia, Israele,
esulta e acclama con tutto il cuore,
figlia di Gerusalemme!
Il Signore ha revocato la tua condanna,
ha disperso il tuo nemico.
Re d'Israele è il Signore in mezzo a te,
tu non temerai più alcuna sventura.
In quel giorno si dirà a Gerusalemme:
«Non temere, Sion, non lasciarti cadere le braccia!
Il Signore, tuo Dio, in mezzo a te
è un salvatore potente.
Gioirà per te,
ti rinnoverà con il suo amore,
esulterà per te con grida di gioia».
Salmo responsoriale
Is 12,2-6
Ritornello:
Ecco, Dio è la mia salvezza;
io avrò fiducia, non avrò timore,
perché mia forza e mio canto è il Signore;
egli è stato la mia salvezza.
Attingerete acqua con gioia
alle sorgenti della salvezza.
Rendete grazie al Signore e invocate il suo
nome,
proclamate fra i popoli le sue opere,
fate ricordare che il suo nome è
sublime.
Cantate inni al Signore, perché ha fatto cose
eccelse,
le conosca tutta la terra.
Canta ed esulta, tu che abiti in Sion,
perché grande in mezzo a te è il Santo
d'Israele.
Seconda lettura
Dalla lettera di San Paolo Apostoli ai Filippesi (Fil 4,
4-7)
Fratelli, siate sempre lieti nel Signore, ve
lo ripeto: siate lieti. La vostra amabilità sia nota a tutti. Il Signore è
vicino!
Non angustiatevi per nulla, ma in ogni
circostanza fate presenti a Dio le vostre richieste con preghiere, suppliche e
ringraziamenti.
E la pace di Dio, che supera ogni
intelligenza, custodirà i vostri cuori e le vostre menti in Cristo Gesù.
Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Lo Spirito del Signore è sopra di me,
mi ha mandato a portare ai poveri il lieto
annunzio. (Is 61,1; cit. in Lc 4,18)
Alleluia.
Vangelo
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 3,10-18)
In quel tempo, le folle interrogavano Giovanni, dicendo: «Che cosa
dobbiamo fare?». Rispondeva loro: «Chi ha due tuniche, ne dia a chi non ne ha,
e chi ha da mangiare, faccia altrettanto».
Vennero anche dei pubblicani a farsi
battezzare e gli chiesero: «Maestro, che cosa dobbiamo fare?». Ed egli disse
loro: «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato».
Lo
interrogavano anche alcuni soldati: «E noi, che cosa dobbiamo fare?». Rispose
loro: «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle
vostre paghe».
Poiché
il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor
loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi
battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno
di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco.
Tiene in mano la pala per pulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel
suo granaio; ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile».
Con molte altre esortazioni Giovanni evangelizzava il popolo.
Sintesi dell’omelia
Il tema delle letture bibliche è la gioia.
Natale si avvicina, ma per il cristiano ogni giorno è Natale. Occorre
prepararsi come Dio comanda, in particolare nella preghiera e spendendosi per gli altri. Infatti la vera gioia è quella che si prova vedendo la luce nei volti degli altri che aiutiamo, non le luci fatue degli addobbi.
Sintesi di
Mario Ardigò - Azione Cattolica in San Clemente papa, per come ha compreso le parole del celebrante.
Avvisi del parroco:
/
Avvisi di A.C.
La riunione
infrasettimanale del gruppo di AC si terrà martedì 18-12-18, alle 17, in sala
rossa.