Cattolicesimo democratico – 9
Il problema della guerra e il mito del popolo – 3
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Nota: utilizzo il servizio di AI [artificial intelligence = intelligenza artificiale] di OpenAI, al quale sono abbonato, per rendere più veloce l’elaborazione di contenuti. Come avverte il gestore del servizio, l’AI di ChatGPT di OpenAI, che è un sistema di ricerca, elaborazione e generazione di testi molto evoluto in grado di colloquiare con l’utente, può talvolta generare risposte non corrette. Sono ciò che gli specialisti definiscono “allucinazioni” del sistema, analoghe a quelle vissute anche dalle menti umane. Gli utenti sono quindi invitati a verificare la correttezza delle risposte. In genere interrogo l’AI in materie in cui ho almeno un’informazione di base. Dove le risposte prodotte presentano evidenti incongruenze, ne verifico la correttezza, innanzi tutto utilizzando la stessa AI che è in grado di svolgere bene questo controllo, e poi servendomi di altre fonti, principalmente l’enciclopedia Treccani on line. Personalmente ho studiato e pratico il diritto italiano, complesso di materie in cui ho un’informazione più completa per ragioni professionali. Invito tuttavia i lettori a svolgere un lavoro analogo, approfondendo, sia quanto alle risposte generate dall’AI che trascrivo sia in genere quanto a tutto ciò che scrivo, perché, come ho osservato, anche la mente umana incontra gli stessi problemi di quella non umana, la cui architettura funzionale è modellata sulla prima. Il testo tra parentesi quadre che inserisco nella trascrizione della risposta generata dall’AI contiene mie correzioni basate su altre fonti. Le correzioni generate dalla stessa AI a seguito di mie richieste di verifica sono invece inserite nel testo senza evidenziazione.
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Se la terra ove oppressi gemeste
preme i corpi de’ vostri oppressori,
se la faccia d’estranei signori
tanto amara vi parve in quei dì;
chi v’ha detto che sterile, eterno
saria il lutto dell’itale genti?
chi v’ha detto che ai nostri lamenti
sarai sordo quel Dio che v’udì?
Sì, quel Dio che nell’onda vermiglia
chiuse il rio che inseguiva Israele,
quel che in pugno alla maschia Giaele
pose il maglio ed il colpo guidò:
quel che è Padre di tutte le genti,
che non disse al Germano giammai:
va’, raccogli ove arato non hai;
spiega l’ugne; l’Italia ti do.’
Dall’ode Marzo 1821 di Alessandro Manzoni, composta in occasione dei moti rivoluzionari democratici organizzati e attuati in Piemonte, nel Regno di Sardegna, nel marzo 1821 e pubblicata nel 1848
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Il cattolicesimo è una forma di cristianesimo. I cristianesimi si sono sviluppati alle origini, negli ultimi trent’anni circa del Primo secolo, separandosi dall’antico giudaismo praticato in Palestina e in altre zone intorno al Mediterraneo di emigrazione giudaica. Hanno recepito gli Scritti Sacri dell’antico giudaismo inserendoli nella propria Bibbia, insieme ad altri testi di argomento religioso diffusi nell’antico giudaismo, a comporre quello che chiamiamo Antico Testamento, e a testi originati dalla vita delle prime comunità cristiane e dalla predicazione che vi si praticava, a comporre il Nuovo Testamento.
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Ricerca mediante ChatGPT di OpenAI 22AG24
La parola "Bibbia" deriva dal latino *Biblia*, che a sua volta proviene dal greco antico *τὰ βιβλία* (*ta biblia*), che significa "i libri". Il termine greco *biblion* (βιβλίον) è il diminutivo di *biblos* (βίβλος), che significava "libro" o "rotolo" ed era usato per indicare i testi scritti in generale.
Il termine *biblos* ha un'origine ancora più antica, provenendo probabilmente dalla parola *Byblos* (Βύβλος), il nome della città fenicia famosa per la produzione e l'esportazione di papiro, che era il materiale usato per scrivere nell'antichità.
Inizialmente, il termine greco *ta biblia* era utilizzato per riferirsi a un insieme di scritti sacri. Col tempo, il termine è stato adottato dai cristiani per riferirsi all'insieme delle Sacre Scritture, ovvero la Bibbia come la conosciamo oggi.
Quindi, l'evoluzione etimologica di "Bibbia" riflette il passaggio da un termine che indicava semplicemente dei libri a uno che indica "il libro" per eccellenza, ovvero il testo sacro del cristianesimo.
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Negli scritti storici e profetici confluiti nell’Antico Testamento vi è il mito secondo il quale il Dio venerato nelle culture giudaiche in cui quegli scritti si formarono avrebbe donato la Palestina agli antichi israeliti. Questa narrazione, condivisa anche nei cristianesimi, ha l’apparenza di un mito di sacralizzazione e legittimazione storica dell’insediamento degli antichi israeliti in quella regione, dato questo storicamente certo, costruito dopo tale insediamento, al tempo in cui la tradizione di quel mito si manifestò.
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Ricerca mediante ChafGPT di OpenAI 22AG24
Le evidenze scientifiche, basate principalmente su archeologia e analisi storiche, suggeriscono che l'insediamento degli antichi israeliti in Palestina (o Canaan) sia avvenuto intorno al tardo secondo millennio a.C., in un periodo che si stima vari tra il 1200 e il 1000 a.C.
### Contesto Archeologico e Storico:
1. **Conquista e Insediamento**: Secondo la Bibbia, gli israeliti, sotto la guida di Giosuè, conquistarono Canaan dopo l'Esodo dall'Egitto. Tuttavia, l'archeologia moderna offre una visione più complessa. Gli scavi in diversi siti di Canaan mostrano un processo di insediamento graduale piuttosto che una conquista rapida e militare. Siti come **Hazor**, **Megiddo**, e **Lachish** mostrano segni di distruzione databili alla fine del XIII secolo a.C., ma non tutti i siti evidenziano una distruzione simultanea, suggerendo che l'insediamento israelita potrebbe essere stato un processo più lungo e disperso.
2. **Steli e Iscrizioni**: Una delle prime menzioni extrabibliche degli "Israeliti" si trova sulla **Stele di Merenptah**, un'iscrizione egiziana datata circa al 1208 a.C., in cui il faraone Merenptah dichiara di aver sconfitto un popolo chiamato "Israele" in Canaan. Questo suggerisce la presenza di un gruppo identificabile come israelita in Canaan già alla fine del XIII secolo a.C.
3. **Evoluzione Societaria**: L'evidenza archeologica indica un cambiamento nello stile di vita nelle alture di Canaan nel periodo indicato, con la comparsa di villaggi più piccoli e di nuove tecniche agricole e ceramiche. Questo è spesso interpretato come un segno della sedentarizzazione delle tribù nomadi, che possono essere identificate con gli israeliti.
### Conclusione:
Combinando le evidenze archeologiche e le fonti storiche, si può stimare che gli antichi israeliti si siano insediati in Palestina tra il 1200 e il 1000 a.C. Tuttavia, questo non fu un singolo evento di conquista ma piuttosto un processo di insediamento graduale.
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Sulla base di quel mito biblico e, nella specie, generalizzandolo, i nazionalismi europei dell’Ottocento costruirono miti analoghi riguardanti l’insediamento delle popolazioni europee, ritenendo che corrispondesse alla volontà del Dio dei cristiani. Il sionismo, che costruì in Palestina lo Stato di Israele ripopolando quelle regione del Vicino Oriente inducendovi la migrazione di persone di religione ebraica da tutto il mondo, può considerarsi un movimento analogicamente affine a quei nazionalismi europei, una tardiva manifestazione della loro ideologia.
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Ricerche mediante ChatGPT di OpenAI e del 22AG24
### Genesi e Sviluppo del Sionismo (ricerca 22AG24)
Il sionismo è un movimento politico e culturale che si è sviluppato alla fine del XIX secolo con l'obiettivo di stabilire una patria per il popolo ebraico nella terra di Israele (all'epoca parte dell'Impero Ottomano). Questo movimento è radicato in un contesto storico e ideologico specifico, influenzato dalle condizioni politiche, sociali e culturali dell'Europa del tempo, nonché dal legame millenario degli ebrei con la Terra d'Israele.
#### 1. **Origini Storiche e Culturali**
Le radici del sionismo possono essere fatte risalire alla diaspora ebraica, avvenuta dopo la distruzione del Secondo Tempio di Gerusalemme nel 70 d.C. Durante secoli di esilio, gli ebrei mantennero un legame spirituale con la Terra d'Israele, espresso nelle preghiere, nelle festività religiose e nella letteratura.
Tuttavia, il sionismo moderno emerse in risposta a specifici fenomeni del XIX secolo. L'emancipazione degli ebrei in Europa e la loro integrazione nella società civile non eliminarono l'antisemitismo, che anzi si intensificò con il nazionalismo e le tensioni sociali. Pogrom e altre forme di violenza antiebraica, specialmente in Russia e nell'Europa dell'Est, convinsero molti ebrei della necessità di una soluzione nazionale.
#### 2. **Teodor Herzl e il Sionismo Politico**
Il sionismo come movimento organizzato fu formalizzato da **Theodor Herzl**, un giornalista austriaco di origine ebraica. Nel 1896, Herzl pubblicò il suo manifesto intitolato **"Der Judenstaat"** ("Lo Stato degli Ebrei"), in cui sosteneva che l'unica soluzione al problema dell'antisemitismo fosse la creazione di uno Stato ebraico indipendente.
Nel 1897, Herzl organizzò il **Primo Congresso Sionista** a Basilea, in Svizzera, dove fu fondata l'**Organizzazione Sionista Mondiale** (WZO). Durante il congresso, Herzl dichiarò: "A Basilea ho fondato lo Stato ebraico... Se lo dico oggi ad alta voce, tutti rideranno. Ma forse in cinque anni, e certamente in cinquant'anni, tutti lo vedranno". Herzl credeva che la diplomazia internazionale fosse la chiave per ottenere un territorio per gli ebrei, e iniziò a cercare sostegno presso le grandi potenze europee.
#### 3. **Correnti del Sionismo**
Il sionismo non era un movimento monolitico, ma comprendeva diverse correnti ideologiche:
- **Sionismo Politico**: Promosso da Herzl, puntava alla creazione di uno Stato ebraico attraverso la diplomazia e il riconoscimento internazionale.
- **Sionismo Culturale**: Guidato da figure come Ahad Ha'am (Asher Ginsberg), questo approccio sottolineava l'importanza di un rinascimento culturale ebraico in Palestina prima della creazione di uno Stato politico.
- **Sionismo Socialista**: Rappresentato da leader come David Ben-Gurion, questa corrente combinava ideali sionisti con quelli socialisti, sostenendo la creazione di una società ebraica basata sull'uguaglianza e sul lavoro cooperativo, come nei kibbutz.
- **Sionismo Revisionista**: Fondata da Ze'ev Jabotinsky, questa corrente sosteneva un'azione più aggressiva e militante per ottenere uno Stato ebraico, esteso su entrambe le rive del fiume Giordano.
#### 4. **Lo Sviluppo del Sionismo in Palestina**
A partire dalla fine del XIX secolo, e in modo più marcato dal primo decennio del XX secolo, cominciarono le **Aliyah**, ondate migratorie di ebrei verso la Palestina. Questi pionieri, spesso ispirati dagli ideali del sionismo socialista, fondarono insediamenti agricoli e avviarono un processo di costruzione nazionale. La lingua ebraica, che era stata usata principalmente in contesti religiosi, fu riportata in vita come lingua parlata, grazie al lavoro di Eliezer Ben-Yehuda e altri.
La Dichiarazione Balfour del 1917, in cui il governo britannico si dichiarava favorevole all'istituzione di un "focolare nazionale per il popolo ebraico" in Palestina, segnò una svolta cruciale. Tuttavia, l'attuazione di questa dichiarazione fu complessa e portò a tensioni crescenti tra la popolazione ebraica e quella araba.
#### 5. **Verso la Fondazione dello Stato di Israele**
Durante il periodo del Mandato britannico in Palestina (1920-1948), le tensioni tra ebrei e arabi aumentarono, con scontri violenti e una crescente pressione internazionale per trovare una soluzione. Nel contesto della crescente immigrazione ebraica, alimentata dalla persecuzione nazista e dall'Olocausto, la richiesta di uno Stato ebraico divenne sempre più urgente.
Il movimento sionista fece pressione sulle potenze internazionali, e nel 1947 l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite approvò un piano di partizione che prevedeva la creazione di uno Stato ebraico e di uno Stato arabo in Palestina. Il piano fu accettato dal movimento sionista, ma rifiutato dai leader arabi.
Il 14 maggio 1948, David Ben-Gurion, leader del movimento sionista e primo capo del governo provvisorio, proclamò la nascita dello Stato di Israele. Questo evento scatenò immediatamente la guerra arabo-israeliana del 1948, durante la quale Israele riuscì a consolidare la sua esistenza come Stato indipendente.
#### 6. **Evoluzione Post-1948**
Dopo la fondazione dello Stato di Israele, il sionismo si trasformò da movimento politico per la creazione di uno Stato in un'ideologia che supporta il consolidamento, la difesa e l'espansione dello Stato di Israele. Le diverse correnti sioniste continuarono a influenzare la politica israeliana, e la questione del sionismo rimane centrale nelle relazioni tra Israele, la diaspora ebraica, e i paesi arabi.
### Conclusione
Il sionismo è un movimento complesso, nato in risposta a secoli di diaspora e antisemitismo, e sviluppatosi in un contesto di nazionalismo e aspirazioni di autodeterminazione. Dalla sua genesi ideologica alla fondazione dello Stato di Israele, il sionismo ha plasmato la storia ebraica e mediorientale, e continua a influenzare profondamente le dinamiche regionali e globali.
Emigrazione ebraica in Palestina dal Settecento - Ricerca ChatGPT OpenAI 19Ag24
Nel XVIII secolo, la popolazione ebraica in Palestina era relativamente piccola e concentrata principalmente in alcune città. Tuttavia, le stime precise sono difficili da ottenere, poiché i registri demografici dell'epoca erano spesso incompleti e inaffidabili. Ecco una panoramica generale basata su stime storiche:
- **Gerusalemme**: Alla fine del XVIII secolo, si stima che la comunità ebraica di Gerusalemme fosse composta da circa **2.000 a 3.000** persone. Gerusalemme era il centro religioso principale per gli ebrei, e la maggior parte della comunità viveva nella città vecchia.
- **Hebron, Safed e Tiberiade**: Queste città avevano anche comunità ebraiche significative, ma più piccole rispetto a Gerusalemme. Le stime indicano che ognuna di queste città ospitava comunità ebraiche che andavano dalle **centinaia a circa 1.000 persone** ciascuna.
- **Totale per la Palestina**: Si stima che la popolazione ebraica totale in Palestina nel XVIII secolo fosse di circa **5.000 a 7.000** persone. Questo numero comprendeva le comunità nelle città principali e in alcuni piccoli villaggi.
Queste cifre rappresentano una piccola frazione della popolazione complessiva della regione, che era principalmente composta da musulmani e cristiani. La situazione degli ebrei in Palestina durante il XVIII secolo era spesso difficile, a causa delle condizioni economiche e politiche dell'Impero Ottomano, che governava la regione in quel periodo.
Tra il [1881] e il [1914], la popolazione ebraica in Palestina subì un aumento significativo a causa della prima e della seconda aliyah (ondate di immigrazione ebraica). Ecco una stima della popolazione ebraica in Palestina in quegli anni:
- **1890**: La popolazione ebraica in Palestina era di circa **43.000** persone. Questa cifra includeva sia gli ebrei autoctoni che quelli immigrati in precedenza.
- **1900**: La popolazione ebraica era salita a circa **50.000** persone, principalmente grazie all'arrivo di nuovi immigrati provenienti dall'Europa orientale.
- **1910**: Alla fine di questo decennio, la popolazione ebraica in Palestina era stimata tra **80.000 e 100.000** persone. L'incremento era dovuto in gran parte all'aumento delle aliyah e alla crescita naturale della popolazione.
Questi numeri riflettono un periodo di cambiamenti significativi in Palestina, con la comunità ebraica che cresceva e si stabiliva soprattutto nelle città di Gerusalemme, Jaffa, Hebron e Safed, oltre che nei primi insediamenti agricoli (kibbutzim e moshavim) fondati durante questo periodo.
Nel 1948, l'anno della fondazione dello Stato di Israele, la popolazione ebraica in Palestina era significativamente aumentata rispetto ai decenni precedenti. Ecco i dati rilevanti:
- **Popolazione ebraica nel 1948**: Si stima che la popolazione ebraica in Palestina fosse di circa **650.000 a 700.000** persone.
Questa crescita della popolazione ebraica fu il risultato di diverse ondate di immigrazione, soprattutto a partire dalla fine del XIX secolo con le aliyah, e particolarmente intensa negli anni '30 e '40, a causa delle persecuzioni in Europa, incluso l'Olocausto.
Questa popolazione rappresentava una parte significativa dell'intera popolazione della Palestina del Mandato britannico, che nel 1948 era stimata intorno ai 2 milioni di persone, compresi musulmani, cristiani e altri gruppi religiosi.
La "Legge del Ritorno" (Law of Return) è stata promulgata in Israele nel 1950 e consente agli ebrei, ai loro discendenti e ai loro coniugi di ottenere la cittadinanza israeliana. Nel corso degli anni, questa legge ha facilitato l'immigrazione di milioni di persone in Israele.
Ecco una panoramica del numero di persone che hanno acquisito la cittadinanza israeliana tra il 1948 e il 2023 in base alla "Legge del Ritorno":
1. **1948-1960**: Nei primi anni dopo la fondazione dello Stato di Israele, oltre **1 milione** di persone, principalmente sopravvissuti all'Olocausto e ebrei dai paesi arabi, acquisirono la cittadinanza israeliana grazie alla Legge del Ritorno.
2. **1960-1989**: Durante questo periodo, ci fu un afflusso significativo di immigrati dall'Unione Sovietica e dai paesi dell'Europa orientale, oltre che dall'America Latina e dall'Etiopia. Circa **1,5 milioni** di persone acquisirono la cittadinanza israeliana.
3. **1990-2000**: La caduta dell'Unione Sovietica portò a una massiccia ondata di immigrazione di ebrei dai paesi ex sovietici. In questo decennio, quasi **1 milione** di persone si trasferirono in Israele e acquisirono la cittadinanza.
4. **2000-2023**: Durante questo periodo, l'immigrazione è continuata, sebbene a un ritmo più lento rispetto ai decenni precedenti. Circa **500.000** persone hanno acquisito la cittadinanza israeliana, provenienti da diverse parti del mondo, inclusi gli Stati Uniti, l'Europa occidentale e altri paesi.
**Totale**: Dal 1948 al 2023, si stima che oltre **4 milioni** di persone abbiano acquisito la cittadinanza israeliana grazie alla Legge del Ritorno.
Questi numeri riflettono l'importanza della Legge del Ritorno come strumento per il consolidamento della popolazione ebraica in Israele, permettendo a milioni di ebrei e loro discendenti di stabilirsi nel paese.
Attualmente, la popolazione di Israele è di circa **9,7 milioni** di persone (dato aggiornato al 2023). Di questi, la maggioranza sono cittadini israeliani. Ecco una ripartizione approssimativa:
- **Ebrei**: Circa il 74% della popolazione israeliana è di origine ebraica, il che equivale a circa **7,1 milioni** di persone.
- **Arabi israeliani**: Circa il 21% della popolazione è composta da cittadini arabi, che sono principalmente musulmani, ma includono anche cristiani e drusi. Questo gruppo conta circa **2 milioni** di persone.
- **Altre minoranze**: Il restante 5% della popolazione è composto da altri gruppi etnici e religiosi, inclusi immigrati non ebrei che hanno acquisito la cittadinanza israeliana, per un totale di circa **500.000** persone.
Quindi, attualmente ci sono circa **9,7 milioni** di cittadini israeliani, considerando tutte le componenti etniche e religiose del paese.
In Israele, non è obbligatorio dichiarare la propria religione durante il censimento della popolazione. Tuttavia, le autorità israeliane raccolgono dati sulla religione attraverso altri mezzi amministrativi, come i registri dell'Autorità per la Popolazione e l'Immigrazione, dove le persone sono spesso classificate in base alla loro appartenenza religiosa, etnica o nazionale.
In Israele, la religione può essere indicata nei documenti ufficiali, come il registro della popolazione, che tiene traccia di dati demografici e religiosi per vari scopi amministrativi e statistici. Tuttavia, non c'è un obbligo esplicito di dichiarare la propria religione durante il censimento generale, che è simile a quanto avviene in molti altri paesi.
Questo approccio riflette la complessità del sistema israeliano, che si basa su un mix di dati provenienti da diverse fonti, piuttosto che su un unico censimento, per raccogliere informazioni sulle caratteristiche religiose della popolazione.
Israele non ha una costituzione scritta e unificata come quella della Repubblica Italiana. Tuttavia, ha un insieme di **Leggi Fondamentali** ("Basic Laws") che svolgono un ruolo simile a quello di una costituzione e che definiscono la struttura del governo, i diritti fondamentali e altre questioni costituzionali.
Le Leggi Fondamentali sono state adottate dal Parlamento israeliano (la Knesset) nel corso degli anni e trattano vari aspetti del sistema politico e giuridico del paese, tra cui:
1. **Il governo**: Regolamenta la struttura e le funzioni dell'esecutivo.
2. **Il parlamento (Knesset)**: Definisce la struttura e i poteri del legislativo.
3. **Il presidente dello Stato**: Regola le funzioni e i poteri del capo di Stato.
4. **Il sistema giudiziario**: Stabilisce le basi per l'organizzazione e l'indipendenza del potere giudiziario.
5. **Diritti umani**: Alcune Leggi Fondamentali riguardano i diritti civili e umani, come la "Legge Fondamentale: Dignità Umana e Libertà" e la "Legge Fondamentale: Libertà di Occupazione."
Nonostante l'assenza di una costituzione unificata, le Leggi Fondamentali sono considerate di alto rango giuridico e possono prevalere su altre leggi ordinarie in caso di conflitto. Inoltre, la Knesset può modificare o aggiungere nuove Leggi Fondamentali, il che le rende più flessibili rispetto a una costituzione rigida.
L'idea di redigere una costituzione unificata è stata discussa in Israele fin dalla sua fondazione, ma non è mai stata realizzata a causa di disaccordi politici e religiosi. Pertanto, Israele continua a operare con questo sistema di Leggi Fondamentali, che evolve nel tempo e viene interpretato dai tribunali per garantire l'ordinamento giuridico e la tutela dei diritti fondamentali.
Sì, la **Legge Fondamentale: Dignità Umana e Libertà** di Israele contiene disposizioni che si avvicinano al principio di uguaglianza, ma non vi è un'esatta corrispondenza con l'articolo 3, 1º comma, della Costituzione italiana, che prevede esplicitamente l'uguaglianza dei cittadini "senza distinzione di religione".
La **Legge Fondamentale: Dignità Umana e Libertà**, adottata nel 1992, stabilisce una serie di diritti fondamentali, tra cui la protezione della dignità umana e della libertà personale. L'articolo chiave in questa legge è l'Articolo 1, che afferma:
- **Articolo 1 (Obiettivo)**: "Lo scopo di questa Legge Fondamentale è di proteggere la dignità umana e la libertà, al fine di stabilire nei principi di Israele i valori dello Stato di Israele come uno Stato ebraico e democratico".
- **Articolo 2 (Preservazione della vita, del corpo e della dignità)**: "Non vi sarà alcuna violazione della vita, del corpo o della dignità di qualsiasi persona".
Tuttavia, a differenza della Costituzione italiana, la Legge Fondamentale israeliana non contiene una clausola esplicita che affermi l'uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge senza distinzione di religione, razza, sesso, lingua, opinioni politiche, condizioni personali e sociali, come previsto dall'Articolo 3 della Costituzione italiana.
Il principio di uguaglianza è stato comunque riconosciuto e sviluppato attraverso la giurisprudenza della Corte Suprema israeliana, che ha interpretato le disposizioni della Legge Fondamentale sulla dignità umana e la libertà in modo da includere implicitamente il diritto all'uguaglianza. Pertanto, mentre non esiste una disposizione esplicita come quella dell'Articolo 3 della Costituzione italiana, il diritto all'uguaglianza è considerato parte integrante del diritto israeliano attraverso l'interpretazione giuridica.
Israele è definito ufficialmente come uno "Stato ebraico" e "democratico," un concetto che ha implicazioni sia sul piano giuridico che sociale. La “ebraicità” dello Stato di Israele si manifesta in vari modi, che includono elementi culturali, religiosi, simbolici e giuridici. Tuttavia, il principio della laicità dello Stato, come inteso in molte democrazie occidentali, non è pienamente applicato in Israele. Vediamo in dettaglio queste questioni.
### 1. **Ebraicità dello Stato di Israele**
- **Simbolismo e Identità Nazionale**: Israele si definisce uno Stato ebraico, il che significa che esso rappresenta e promuove l'identità, la cultura e la storia ebraica. Questo si riflette nei simboli nazionali, come la bandiera (che contiene la Stella di Davide) e l'inno nazionale ("Hatikvah"), che si riferisce esplicitamente alla speranza ebraica di tornare alla terra di Israele.
- **Legge del Ritorno**: La Legge del Ritorno del 1950 concede a tutti gli ebrei il diritto di immigrare in Israele e ottenere la cittadinanza. Questo diritto è un elemento centrale dell'ebraicità dello Stato, poiché riflette l'impegno a essere un rifugio per il popolo ebraico in tutto il mondo.
- **Religione e Legge**: Sebbene Israele non sia uno stato religioso nel senso di una teocrazia, la religione ebraica ha un'influenza significativa sul diritto civile, specialmente in materia di status personale (come matrimonio, divorzio e sepoltura). In Israele, non esiste il matrimonio civile; i matrimoni devono essere celebrati secondo la legge religiosa del gruppo di appartenenza (ebraico, musulmano, cristiano, ecc.).
### 2. **Laicità dello Stato**
- **Assenza di Separazione Completa tra Stato e Religione**: A differenza di paesi come la Francia o gli Stati Uniti, dove vige una netta separazione tra Stato e religione (laicità), in Israele non esiste una separazione completa. La religione ebraica ha un ruolo significativo nelle istituzioni statali, specialmente nel sistema di giustizia relativo allo status personale.
- **Diritti delle Minoranze**: Israele riconosce diritti civili e politici alle sue minoranze (come gli arabi israeliani, che costituiscono circa il 20% della popolazione), ma ci sono tensioni e dibattiti riguardo al bilanciamento tra il carattere ebraico dello Stato e la sua natura democratica, che richiede l'uguaglianza per tutti i cittadini.
- **Legge Fondamentale: Israele come Stato-Nazione del Popolo Ebraico**: Nel 2018, la Knesset ha approvato una Legge Fondamentale che definisce Israele come lo "Stato-nazione del popolo ebraico." Questa legge ha sollevato controversie perché alcuni ritengono che essa possa minare il principio di uguaglianza, mettendo l'accento sull'identità ebraica dello Stato a scapito dei diritti delle minoranze non ebraiche.
### 3. **Riconoscimento e Pratica della Laicità**
Israele riconosce formalmente il pluralismo religioso e i diritti civili, ma il principio di laicità come separazione totale tra Stato e religione non è presente nella stessa misura di altre democrazie occidentali. La questione della laicità è complessa e oggetto di dibattito continuo nella società israeliana, dove esistono tensioni tra i settori più laici e quelli più religiosi.
In sintesi, la "ebraicità" di Israele si manifesta nella sua identità nazionale, nel sistema legale e nella cultura pubblica, mentre la laicità dello Stato è presente in forma limitata, con un sistema che cerca di bilanciare tra il carattere ebraico e quello democratico dello Stato.
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Nel cattolicesimo democratico, e in quello italiano, in particolare è questione molto importante decidere se condividere ancora il mito che lo stanziamento dei popoli su certe porzioni del territorio avvenga per volontà divina. Su tale questione il mito ha valenza essenzialmente politica.
Osservo che, per quanto riguarda le popolazioni dell’Unione Europea, tale mito, inteso nel senso che le attuali popolazioni europee, e solo loro, abbiano il diritto sacro, vale a dire corrispondente alla volontà divina, di possedere i territori nei quali attualmente hanno costituito i rispettivi stati nazionali, non ha fondamento biblico. Naturalmente un animo religioso penserà di cogliere anche nei movimenti delle popolazioni e nella storia delle reciproche lorocontaminazioni un disegno provvidenziale, ma questa è tutt’altra cosa.
Di fatto, come avvenne in Palestina, varie popolazioni si stanziarono storicamente nelle aree geografiche dell’attuale Unione Europea venendo a confitto tra di loro e con le popolazioni preesistenti, in genere poi integrandosi sotto più profili e comunque cambiando a seguito di relazioni e interazioni fra loro di vario genere.
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Ricerca ChatGPT di OpenAI 22AG24
Quando due popolazioni diverse vengono a contatto e si mescolano, il fenomeno viene comunemente descritto con termini come **"meticciato"**, **"sincretismo"** e **"ibridazione culturale"**.
- **Meticciato**: Questo termine si riferisce specificamente al mescolamento biologico e culturale tra gruppi etnici diversi, spesso utilizzato in contesti dove ci si concentra sull'aspetto razziale o etnico della fusione di popolazioni.
- **Sincretismo**: Questo termine si applica principalmente alla fusione di elementi culturali, religiosi o ideologici di due o più culture diverse. Ad esempio, il sincretismo religioso è molto comune in regioni dove diverse tradizioni religiose convivono e si influenzano reciprocamente.
- **Ibridazione culturale**: Questo termine è usato per descrivere la combinazione di elementi culturali da diverse origini, risultando in una nuova cultura che incorpora aspetti di entrambe le culture originarie.
Questi termini descrivono fenomeni simili ma con sfumature diverse a seconda del contesto in cui si verificano i contatti tra popolazioni e culture diverse.
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L’attuale ordinamento politico e sociale dell’Italia di oggi, con lo stato nazionale costituito nel 1861 come Regno, sotto la dinastia sovrana dei Savoia ed evolutosi nel 1946 nella nostra Repubblica e dal 2001 in una Repubblica dello stato e delle autonomie locali, è totalmente una costruzione culturale organizzata dall’Ottocento, e la cultura unificante assimilata dalle attuali popolazioni italiane non preesisteva ma si è formata a seguito dell’unificazione politica e, in molti elementi rilevantissimi, ad esempio nella lingua oggi prevalentemente parlata e nella mentalità sociale e familiare, solo dagli scorsi anni Cinquanta, principalmente per influsso del servizio televisivo nazionale e dell’istruzione pubblica.
Manzoni, nell’ode Marzo 1821, cita un episodio biblico che ho sempre trovato atroce:
quel che in pugno alla maschia Giaele
pose il maglio ed il colpo guidò:
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L'episodio citato da Alessandro Manzoni nell'ode *Marzo 1821*, dove si menziona "quel che in pugno alla maschia Giaele pose il maglio ed il colpo guidò," si trova nel **Libro dei Giudici** (Capitolo 4, versetti 17-22) dell'Antico Testamento.
In questo episodio, Giaele, moglie di Heber il Kenita, uccide il generale cananeo Sisara. Dopo che Sisara, in fuga dalla battaglia, cerca rifugio nella tenda di Giaele, lei lo invita a riposare e, mentre dorme, lo uccide piantandogli un piolo della tenda nella tempia con un martello. Questo atto coraggioso di Giaele è visto come un intervento provvidenziale che contribuisce alla vittoria degli Israeliti sui Cananei.
Manzoni fa riferimento a questo episodio per evocare l'immagine di un atto di coraggio e giustizia guidato dalla provvidenza.
Dalla Bibbia Cei 2008
Intanto Sìsara era fuggito a piedi verso la tenda di Giaele, moglie di Cheber il Kenita, perché vi era pace fra Iabin, re di Asor, e la casa di Cheber il Kenita. Giaele uscì incontro a Sìsara e gli disse: "Férmati, mio signore, férmati da me: non temere". Egli entrò da lei nella sua tenda ed ella lo nascose con una coperta. Egli,le disse: "Dammi da bere un po' d'acqua, perché ho sete". Ella aprì l'otre del latte, gli diede da bere e poi lo ricoprì. Egli le disse: "Sta' all'ingresso della tenda; se viene qualcuno a interrogarti dicendo: "C'è qui un uomo?", dirai: "Nessuno"". Allora Giaele, moglie di Cheber, prese un picchetto della tenda, impugnò il martello, venne pian piano accanto a lui e gli conficcò il picchetto nella tempia, fino a farlo penetrare in terra. Egli era profondamente addormentato e sfinito; così morì. Ed ecco sopraggiungere Barak, che inseguiva Sìsara; Giaele gli uscì incontro e gli disse: "Vieni e ti mostrerò l'uomo che cerchi". Egli entrò da lei ed ecco Sìsara era steso morto, con il picchetto nella tempia.
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Da cattolici democratici occorre essere consapevoli che il mito sacrale del legame di un popolo con un territorio costruito sulla base di quello biblico riguardante il dominio degli israeliti sulla Palestina, inevitabilmente comporta la sacralizzazione di una violenza molto intensa, che, ad esempio, non faceva problema a un cattolico democratico come Manzoni ma lo fa, evidentemente, ad un cattolico democratico dell’Unione Europea di oggi.
Ho letto su giornale, qualche giorno fa, che i militari di uno degli eserciti in guerra in Ucraina vanno all’assalto recitando il Padre nostro e altre preghiere cristiane. Sono animati da un nazionalismo analogo a quello espresso dal Manzoni nell’ode Marzo 1821.
Lascio le questioni qui trattate alla vostra riflessione personale, senza esprimere il mio parere.
Mario Ardigò – Azione Cattolica in San Clemente papa – Roma, Monte Sacro, Valli