Cattolicesimo democratico -1-
Alessandro Manzoni cattolico democratico
Anch’io, come i miei coetanei, studiai alcune pagine di Alessandro Manzoni a scuola fin dalle medie.
Non mi venne però mai ben evidenziato il suo pensiero politico, il quale, pure, è particolarmente significativo e anche piuttosto palese, come nell’ode Marzo 1821 il cui testo ho trascritto ieri, addirittura un incitamento alla sovversione armata contro le autorità statali legittime che all’epoca governavano Lombardia e Veneto, sotto il dominio dell’Impero austriaco e all’invasione militare di quel territorio da parte del confinante Regno di Sardegna.
Quel pensiero politico è cattolicesimo democratico.
Il cattolicesimo può essere definito anche come un movimento religioso e politico di fede cristiana che si propone di costituire un’unica organizzazione politica ecclesiastica per tutte le persone cristiane per pensare, diffondere, insegnare, disciplinare il cristianesimo, ideandone e celebrandone i riti, governandone le sue strutture ecclesiastiche. Storicamente il cattolicesimo si sviluppò, distinguendosi da altre denominazioni (=Confessioni nel lessico della sociologia) cristiane, con l’affermarsi della progressiva pretesa del Papato romano di accentrare in esclusiva, tra le sue attribuzioni, il ministero, insieme religioso e civile di “Vicario di Cristo”, che si tradusse nella grandiosa riforma istituzionale ecclesiastica progettata e attuata a partire dall’Undicesimo secolo, sotto il preminente influsso culturale di alcuni ordini monastici, dalla quale uscì il “Papato imperiale” che tuttora è al vertice della gerarchia cattolica secondo il suo diritto, il diritto canonico.
Il ruolo di “Vicario di Cristo” fu storicamente sempre espressione del governo ecclesiastico.
Fu concepito dal Secondo secolo nell’organizzazione dell’episcopato monarchico, dal quale si svilupparono il Papato Romano e gli altri antichi Patriarcati (Antiochia di Siria, Gerusalemme, Alessandria in Egitto e successivamente Costantinopoli).
Dal Quarto secolo, nel quadro della eccezionale riforma della struttura di governo dell’Impero romano che ne trasferì il centro a Bisanzio – Costantinopoli in Tracia e inglobò un cristianesimo nella sua costituzione imperiale, il ruolo di Vicario di Cristo fu riconosciuto anche, e in posizione preminente, all’Imperatore romano (il quale convocò tutti i Concili ecumenici del Primo millennio della nostra era) e quindi poi ai sovrani delle dinastie europee sacralizzate secondo la nostra fede, delle quali si diceva che regnavano per Grazia di Dio (da cui liturgie di incoronazione che richiamavano quelle sacramentali).
Le pretese di autorità universale nel governo di tutte le Chiese della cristianità che il Papato di Roma manifestò dal Nono secolo fu tra le questioni controverse che condussero nell’Undicesimo alla separazione della Chiesa di Roma e di quelle che accettavano di essere ad essa sottomesse dalle Chiese orientali, tra le quali aveva un ruolo preminente il Patriarcato di Costantinopoli. Da quest’epoca il Papato romano riuscì ad affermare nella cristianità la propria Chiesa come quella cattolica (dalla parola greca che significa universale”. Tuttavia anche le Chiese orientali, e quella anglicana, che non adottano più il termine “cattolico” nelle loro denominazioni rivendicano la loro cattolicità in senso religioso.
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Alcune chiese cristiane che si separarono dalla Chiesa di Roma hanno rivendicato e continuano a rivendicare la propria "cattolicità". Ecco alcune delle principali:
1. **Chiesa ortodossa orientale**: Dopo il Grande Scisma del 1054, la Chiesa ortodossa, che comprende varie chiese autocefale (come il Patriarcato di Costantinopoli, il Patriarcato di Mosca, ecc.), ha sempre rivendicato di essere la vera erede della Chiesa cattolica primitiva. Gli ortodossi si considerano "cattolici" nel senso originale del termine, che significa "universale". Nonostante il termine "cattolico" sia più comunemente associato alla Chiesa di Roma, gli ortodossi ritengono di essere la vera Chiesa universale in continuità con la tradizione apostolica.
2. **Chiesa cattolica vetero-cattolica**: Questa è una comunione di chiese che si separarono dalla Chiesa di Roma nel XIX secolo in seguito al Concilio Vaticano I (1869-1870), che definì il dogma dell'infallibilità papale. I vetero-cattolici rifiutarono questo dogma e altre innovazioni, ma continuano a considerarsi cattolici in senso tradizionale, mantenendo gran parte della dottrina e della liturgia pre-conciliare.
3. **Chiese anglicane**: La Comunione anglicana, nata dalla Riforma inglese nel XVI secolo, ha sempre mantenuto una comprensione della propria identità come cattolica e riformata. Gli anglicani affermano di essere parte della Chiesa cattolica e apostolica, ma senza riconoscere l'autorità papale. Molte chiese anglicane utilizzano il termine "cattolico" nei loro credi (come nel Credo niceno), e alcuni anglicani (in particolare quelli della corrente anglo-cattolica) enfatizzano fortemente il loro legame con la tradizione cattolica.
Queste chiese, pur essendosi separate, rivendicano una continuità con la tradizione cattolica e, in diversi modi, il titolo di "cattoliche".
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Il cattolicesimo democratico italiano iniziò a manifestarsi dalla fine del Settecento, in particolare nel cosiddetto Triennio rivoluzionario, dal 1796 al 1799.
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Il "Triennio rivoluzionario" italiano si riferisce al periodo compreso tra il 1796 e il 1799, durante il quale una serie di movimenti rivoluzionari ispirati agli ideali della Rivoluzione francese ebbero luogo in varie parti della penisola italiana. Questo periodo vide la nascita di repubbliche filo-francesi, spesso sotto la protezione dell'esercito di Napoleone Bonaparte, che stava conducendo la sua campagna in Italia.
### Contesto storico
Nel 1796, Napoleone Bonaparte intraprese la sua prima campagna militare in Italia, sconfiggendo gli eserciti austriaci e i loro alleati. Il successo delle forze francesi portò alla caduta di molti stati italiani preesistenti e all'instaurazione di nuovi governi repubblicani.
### Repubbliche rivoluzionarie
Durante il Triennio rivoluzionario, furono create diverse repubbliche, tra cui:
1. **Repubblica Cispadana**: Fondata nel 1796, comprendeva territori che oggi fanno parte dell'Emilia-Romagna e parte della Lombardia.
2. **Repubblica Cisalpina**: Creata nel 1797, unificava la Repubblica Cispadana e altre regioni, diventando uno degli stati più importanti tra quelli nati in questo periodo.
3. **Repubblica Ligure**: Dichiarata nel 1797, comprendeva l'attuale regione della Liguria, con Genova come capitale.
4. **Repubblica Romana**: Proclamata nel 1798, questa repubblica sostituì lo Stato Pontificio, con Roma come capitale [fino all’anno successivo, in cui l’esercito napoletano lo restaurò, dopo il ritiro dei framcesi - nota mia]..
5. **Repubblica Partenopea**: Fondata nel 1799 nel Regno di Napoli, fu uno degli ultimi esperimenti repubblicani di questo periodo.
### Caratteristiche e ideali
Queste repubbliche erano ispirate ai principi rivoluzionari francesi di libertà, uguaglianza e fraternità. Le costituzioni di queste repubbliche cercavano di introdurre riforme politiche, sociali ed economiche, come l'abolizione dei privilegi feudali, la promozione della laicità dello Stato e l'introduzione di nuovi codici legali.
### Fine del Triennio rivoluzionario
Il Triennio rivoluzionario terminò con il ritorno delle forze monarchiche e delle coalizioni antifrancesi. Nel 1799, con la sconfitta delle forze francesi e la restaurazione degli antichi regimi, le repubbliche caddero una dopo l'altra. Questo segnò la fine del tentativo rivoluzionario di trasformare la penisola italiana secondo i principi dell'Illuminismo e della Rivoluzione francese.
Il Triennio rivoluzionario ebbe un impatto duraturo sulla storia italiana, gettando i semi per i futuri movimenti risorgimentali che avrebbero portato all'unificazione italiana nel XIX secolo.
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In questo periodo numerose pubblicazioni evidenziarono la conformità ai principi evangelici di amore verso il prossimo e dell’esercizio dell’autorità come servizio dell’ideologia democratica repubblicana seguita in Francia dalle forze rivoluzionarie che avevano deposto la dinastia sovrana dei Borbone (se ne legga una interessante antologia nel libro di Vittorio Emanuele Giuntella, La religione amica della democrazia. I cattolici del triennio rivoluzionario (1796-1799), Studium 1990).
Il movimento cattolico democratico si sviluppò in due campi di impegno: quello ecclesiale, per un esercizio del potere ecclesiastico più vicino alle comuni persone di fede; quello civile, per l’inculturazione dei principi di fraternità evangelica e di potere pubblico come servizio nell’organizzazione ed esercizio delle democrazie, cercando di proporle per questo come il regime politico preferibile. In questo quadro i cattolici democratici italiani presero posizione anche verso l’irredentismo nazionalista italiano, il quale fatalmente finì in rotta di collisione del Papato romano, assolutamente determinato a conservare il proprio stato nell’Italia centrale, dominio politico territoriale riconosciutogli come legittimo dal Congresso di Vienna (1814-1815), nel corso del quale fu restaurato l’ordine politico europeo dopo l’abbattimento del regime imperiale di Napoleone Bonaparte.
Dagli scorsi anni ’50, il movimento cattolico democratico cominciò a premere anche per la riforma della struttura molto accentrata della Chiesa cattolica e per una maggiore corresponsabilità di tutta la gente di fede in tutti i suoi campi di attività. Effettivamente, a seguito del Concilio Vaticano 2º (Roma, 1962-1965), fu attuata una certa deconcentrazione del potere ecclesiastico e molto più recentemente, dall’ottobre 2021, si sta lavorando, per volontà di papa Francesco, a una riforma sinodale, vale a dire più partecipata, della struttura ecclesiastica.
L’opera popolarmente più nota di Alessandro Manzoni, il romanzo I promessi sposi, può essere considerata il primo manifesto del cattolicesimo democratico italiano, e può essere ancora utilmente utilizzata per introdurvi la gente. Ma anche le altre sue opere sono dense di pensiero propriamente politico, e tra esse l’ode Marzo 1821, pubblicata nel 1848 (il suo contenuto apertamente sovversivo avrebbe verosimilmente condotto in carcere l’autore, in vita suddito dell’Impero austroungarico, in quanto residente a Milano, all’epoca capitale del Regno Lombardo-Veneto, parte di quell’impero).
Mario Ardigò – Azione Cattolica in San Clemente papa – Roma, Monte Sacro, Valli