Tavolini rotondi
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Jean-Claude Card. Hollerich
Relatore generale
Congregazione Generale del 4 ottobre 2023
Relazione introduttiva
Santo Padre,
Beatitudini, Eminenze, Eccellenze, cari fratelli e sorelle,
La disposizione di quest’aula probabilmente risulta strana per molti di voi. Per questo comincio proprio con una riflessione su questo luogo.
Non siamo seduti in ordine gerarchico, ma attorno a tavoli rotondi, così da favorire la vera condivisione e l’autentico discernimento. L’aula non è disposta in questo modo per ragioni pratiche o per una decisione della Segreteria del Sinodo, ma per rispecchiare l’esperienza del popolo di Dio nel cammino sinodale iniziato nel 2021. Sia la disposizione dei posti a sedere sia l’Instrumentum laboris sono il frutto di questa esperienza sinodale e ci aiutano a discernere la strada che Dio ci chiede di percorrere.
Il processo sinodale che tutta la Chiesa ha attraversato dal 2021 è il punto di riferimento costante per il nostro lavoro durante questa Assemblea. I vescovi che non sono stati molto attivi nel processo, ma che sono stati eletti dalle loro Conferenze a questa 16a Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, probabilmente dovranno fare un po’ di fatica all’inizio. Tuttavia ci sono anche i membri non vescovi. Molti di loro sono stati particolarmente coinvolti nella tappa continentale del Sinodo e sono chiamati a testimoniare la loro esperienza.
I tavoli rotondi ci ricordano anche che nessuno di noi è protagonista del Sinodo. Lo Spirito Santo è il protagonista e solo con un cuore pienamente disponibile a essere guidato dallo Spirito potremo rispondere alla chiamata che abbiamo ricevuto come membri del Sinodo. Parlare dello Spirito Santo non significa dimenticare che i nostri occhi sono puntati su Cristo. Al contrario, lo Spirito Santo rende Cristo presente qui tra noi, come ha fatto nell’Eucaristia che abbiamo celebrato insieme. Dio Padre, attraverso lo Spirito Santo, ci mette in comunione con il Signore crocifisso e risorto.
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Ai lavori dell’Assemblea sinodale partecipano anche dei vescovi. Quando ci si riunirà tutti insieme, nelle Congregazioni, anche loro dovranno accomodarsi intorno a tavolini rotondi. Come fare a capire chi comanda? Ma ci si riunirà anche in gruppi più piccoli, i Circoli minori.
Si seguirà il metodo della conversazione nello spirito, vale a dire che non si consentiranno polarizzazioni e polemiche, che quindi ci saranno ma solo dove ci si riunirà informalmente. La nostra infatti è una Chiesa profondamente divisa. Ciò che non viene a galla, rimarrà sotto, come il magma ai Campi Flegrei di questi tempi.
L’obiettivo di questa sessione dell’assemblea sinodale è di elaborare una road map, vale a dire un programma per il lavoro da fare fino alla Seconda sessione, l’anno prossimo di questi tempi. Lo si sottoporrà al Papa, indicandogli i punti in cui è stato raggiunto il consenso.
I lavori saranno divisi in cinque parti o moduli. Nell’ultimo si approverà una relazione finale.
All’Assemblea sinodale partecipano alcune persone libere, quindici se ho capito bene, tratte dalla vita sociale. Non rappresentano nessuno, perché non sono state elette. «Nessuna delegazione potrebbe mai rappresentare la totalità del Popolo di Dio», ha detto ieri Mario Grech, Segretario Generale del Sinodo. Penso che abbia inteso dire che questo principio valga per tutte le altre persone che partecipano all’Assemblea.
Tuttavia la gran parte dei vescovi che partecipano sono stati eletti dalle rispettive Conferenze episcopali e dunque si può dire che le rappresentino, nel senso che le rendono presenti. Per altre parti della gente di fede non si è proceduto così e si tratta praticamente di tutta la gente libera. Su un miliardo e trecento milioni ce ne saranno quindici. Anche per questo l’Assemblea sinodale non è sicuramente un parlamento.
Ci sono persone non libere nella Chiesa? Sì, sono tutte quelle persone che non sono libere di pensare, dire e scrivere ciò che ritengono giusto e che per farlo devono ottenere l’incarico o il nulla osta dall’alto, e senza questo non possono. Che possono essere tacitate a discrezione. Un aspetto che certamente differenzia molto l’ambiente di questa Assemblea sinodale da quello di un parlamento. Il parlamento è presidio di libertà.
Quelle persone libere, un piccolo gruppetto, anche se non rappresentano che sé stesse, potranno comunque fare la differenza rispetto al passato, se solo avranno cuore di farlo, appunto perché libere. Potranno votare, ma con il voto conteranno poco perché sono per statuto dell’Assemblea esigua minoranza. Potrebbero avere però un’influenza culturale significativa.
Mario Ardigó – Azione Cattolica in San Clemente papa – Roma, Monte Sacro, Valli