Ascolto
Nei
cammini sinodali che sono in corso dall’ottobre 2021, per organizzare un modo
sinodale di essere, fare e manifestarsi Chiesa cristiana, si dà molta importanza
all’ascolto.
L’ascolto richiede tempo e pazienza e in genere
siamo poveri dell’uno e dell’altra, in particolare nelle attività di formazione
alla fede e alla liturgia che si fanno nelle parrocchie.
Qualche volta, formatori improvvisati
immaginano che lo scopo di quel lavoro sia quello di costruire nelle altre persone
delle repliche del modello di umanità religiosa al quale sono legati. Ma non si
tratta di questo. Usando la terminologia esplicitamente religiosa, si tratta di
aprire i cuori allo Spirito. Ma può essere detto in modo diverso: la fede deve
essere posta a contatto ravvicinato con la gente perché ne dia un’interpretazione
originale. Non si tratta di escogitare nuove definizioni, ma di rinnovarsi
interiormente. La fede, è scritto, fa nuove tutte le cose, ma anche le
persone. Si opera una trasfigurazione.
Non si tratta di riversare nelle altre
persone nozioni e prassi. Questo lascia il tempo che trova: se ne prese
conoscenza negli anni ’70, il tempo esaltante del rinnovamento della catechesi.
Di questo mi pare si sia persa la tradizione.
Così può accadere che chi si avvicina per
esporsi alla formazione religiosa, in particolare quella di base, che purtroppo
per molti rimane l’unica della loro vita, sia disprezzato e addirittura
insultato, perché, ad esempio, è un bimbo che non sa ancora fare il segno della
Croce o recitare le preghiere usuali. Così si comincia male.
Fatalmente da questa mentalità può scaturire
la proposta di creare classi differenziali, per gli eletti, quelli
che già sanno l’ABC religioso per averlo imparato in famiglia, e gli altri,
destinati a ricadere nel paganesimo. E’ il modo di pensare degli integralisti,
che temono il pluralismo perché pensano di poterne uscire contaminati.
Che brutta parola “pagani”! Traduce
male il greco evangelico che significava “genti” e che traduce fedelmente
un’espressione dell’aramaico e dell’ebraico del Primo secolo con cui si intendeva
le persone che non erano di stirpe giudaica. Pagani ci viene dal latino e deriva dal
pregiudizio, che ad un certo punto si formò intorno al Quarto secolo da noi,
che le persone non cristiane fossero incolte: la parola “pagani” vale “burini”.
Ma i cosiddetti pagani furono tutt’altro che incolti: era anche molto
religiosi, come testimoniato dai resti dei grandiosi templi che costruirono.
Chi disprezza la persona in formazione pone
pessime basi del progetto educativo. Lo dicono gli specialisti. C’è un
complesso di scienze che se ne occupa: le scienze dell’educazione, tra quali la
pedagogia.
L’ascolto ci consente di capire chi sono le
altre persone, uscendo dagli stereotipi su di loro. Non si educa per stereotipi.
Quindi penso che la strategia giusta per il
primo contatto con le persone che si vorrebbe formare e, nel caso di bimbi e
ragazzi, con i loro genitori, è appunto iniziare ascoltandole. Invece non di
rado si comincia con quelli che tecnicamente sono definiti “pipponi” a
sfondo religioso, infarciti di rimproveri e di messe in guardia, come se si
volesse dire, e a volte è proprio questo che si vuole dire, che si farà quel che
si potrà, ma, insomma, si parte da un punto molto basso e questo dipende dal
fatto chi viene per la formazione o chi ci porta i suoi ragazzi per la formazioni
ha lavorato male. Sono stato un genitore
di bimbe che poi sono diventate ragazze, quindi so bene di che cosa parlo. All’epoca
dovetti rimediare alle conseguenze di quella pessima impostazione, ma, per quieto
vivere, mi astenni dal prendere di petto chi faceva quei discorsi, e feci male.
Penso che, se in parrocchia si dispone di insegnanti
di professione, sarebbe meglio rivolgersi a loro per organizzare gli aspetti
metodologici della formazione. Ad insegnare si impara, e lo si impara
soprattutto facendone esperienza.
Tuttavia la formazione religiosa è insita in
ogni contatto tra persone religiose: si impara da queste relazioni sociali.
Quindi anche un gruppo come il nostro, e
ciascuna delle persone che lo animano, può far pratica di queste cose, impegnandosi.
I nostri incontri infrasettimanali possono essere una fonte preziosa di idee e
un tirocinio di prassi più virtuose.
Mario
Ardigò - Azione Cattolica in San Clemente papa - Roma, Monte Sacro, Valli