Scheda di lettura / Reading tip - 1 -
WEBER Max, “La politica come
professione” / “Politik als Beruf, testo di una
conferenza svolta il 28 gennaio 1919, pubblicato nel 2001 da Edizioni di Comunità, Torino, nel 2004
da Giulio Einaudi Editore, Torino e
dal 2018 dal medesimo editore nella
collana Piccola Biblioteca Einaudi -
Scienze sociali, €18,00
WEBER Max, "Politics as a profession" / "Politik als
Beruf, text of a conference held on January 28th 1919, published in 2001 by
Edizioni di Comunità, Turin, in 2004 by Giulio Einaudi Editore, Turin and from
2018 by the same publisher in the Piccola Biblioteca Einaudi series - Social
sciences, € 18.00
appunti di lettura di Mario
Ardigò - Azione Cattolica in San Clemente papa - Roma, Monte Sacro, Valli
reading notes by Mario Ardigò - Catholic Action
group in the Catholic parish named
"Saint Clemente pope" - Rome, Monte Sacro - Valli district
Note: after the text in Italian, I insert the translation in English,
made with the help of Google Translate
1. L’autore non vuole occuparsi di quali contenuti si debbano dare
all’agire politico, ma di ciò che significa fare
politica. Egli ritiene che la politica sia l’influenza
esercitata sulla direzione di un gruppo politico e anche di uno stato. Che cosa
è un gruppo politico, che cosa è uno stato. Non è possibile definirli in base
al contenuto del loro agire. Per Weber lo stato moderno, da un punto di vista
sociologico, può essere definito soltanto in base a uno specifico mezzo che
appartiene ad esso così come a ogni altro gruppo politico: l’uso della forza
fisica. L’uso della forza non costituisce il mezzo normale e nemmeno l’unico di
cui disponga lo stato: esso rappresenta piuttosto il suo mezzo specifico.
L’autore ricorda che nel passato i più diversi gruppi sociali hanno utilizzato
la forza fisica come mezzo del tutto normale. Ma, nell’era contemporanea, «lo stato è quella comunità di uomini
che, all’interno di un determinato territorio pretende per sé (con successo) il
monopolio dell’uso legittimo della forza».
Gli altri gruppi sociali sono autorizzati all’uso della forza fisica solo nella
misura in cui lo stato la consenta.
L’autore precisa che politica, secondo questa concezione, è l’aspirazione a
partecipare al potere o a esercitare una qualche influenza sulla distribuzione
del potere, sia tra gli stati, sia, all’interno di uno stato, tra i gruppi di
uomini che esso comprende entro i suoi confini. E «Chi fa politica aspira al potere, o come mezzo al servizio di
altri fini - ideali o egoistici-, o ‘per il potere in se stesso’, per godere
del senso di prestigio che esso procura […] lo stato consiste in una relazione
di potere di alcuni uomini su altri uomini fondata sul mezzo dell’uso legittimo
della forza. Affinché esso sussista, i dominati devono comunque sottomettersi
all’autorità cui pretendono coloro che di volta in volta detengono il potere. Quando
è perché fanno ciò?».
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Reading card
WEBER Max, "Politics as a profession" / "Politik als
Beruf, text of a conference held on January 28th 1919, published in 2001 by
Edizioni di Comunità, Turin, in 2004 by Giulio Einaudi Editore, Turin and from
2018 by the same publisher in the Piccola Biblioteca Einaudi series - Social
sciences, € 18.00
reading notes by Mario Ardigò - Catholic Action
group in the Catholic parish named
"Saint Clemente pope" - Rome, Monte Sacro - Valli district
1. The author does not want to deal with what content should be
given to political action, but with what it means to do politics. He believes
that politics is the influence exercised over the management of a political
group and even of a state. What is a political group, what is a state. It is
not possible to define them based on the content of their actions. For Weber
the modern state, from a sociological point of view, can only be defined on the
basis of a specific medium that belongs to it as well as to any other political
group: the use of physical force. The use of force does not constitute the
normal means nor the only one the state has of it: it rather represents its
specific means. The author recalls that in the past the most diverse social
groups used physical force as a completely normal means. But, in the contemporary
era, "the state is that community of men who, within a given territory,
claim for themselves (successfully) the monopoly of the legitimate use of
force". The other social groups are authorized to use physical force only
to the extent that the state allows it. The author specifies that politics,
according to this conception, is the aspiration to participate in power or to
exercise some influence on the distribution of power, both between states, and,
within a state, between groups of men that it includes within its borders. And
"Whoever does politics aspires to power, or as a means to the service of
other goals - ideal or selfish - or 'for power in itself', to enjoy the sense
of prestige that it procures [...] the state consists of a power relationship
of some men over other men based on the legitimate use of force. In order for
it to exist, the dominated must in any case submit to the authority to which
those who hold power from time to time demand. Why and when they do it? "
