Bene pubblico e bene comune - 7 -
Ad un lettore negli Stati Uniti d’America
può forse sembrare strano che in una parrocchia della periferia romana ci si
occupi di politica di governo e di politica internazionale. Dovrà però tenere
conto che la politica italiana è stata egemonizzata da un partito cattolico dal
1946 al 1994 e che questo è stato reso
possibile da un capillare ed esteso lavoro di formazione alla politica che il
Papato ha organizzato a partire dal 1905. Ma già in precedenza, dalla metà dell’Ottocento,
le masse popolari italiane erano state organizzate, e progressivamente si erano
manifestate politicamente, seguendo
fondamentalmente due ideologie, il socialismo e la dottrina sociale della
Chiesa cattolica, il sistema di principi di azione sociale che si era formato
in relazione dialettica con il socialismo. Fino agli anni Venti del secolo
scorso la dottrina sociale ebbe, come il socialismo, carattere rivoluzionario
rispetto al regime liberale democratico che dominava nel Regno d’Italia. Alle
pretese politiche del Papato, che rivendicava un proprio regno territoriale
sulla città di Roma, del quale era stato privato nel 1870 a seguito di
conquista militare da parte del Regno d’Italia, si erano aggiunti i propositi
di riforma sociale, con finalità di giustizia sociale, espressi dai movimenti
del laicato cattolico italiano, complessivamente riassunti nell’intenzione di
stabilire una democrazia cristiana. Nel corso degli anni
Venti del Novecento il Papato, anche sotto la grande impressione prodotta dalla
rivoluzione sovietica in Russia, fortemente antireligiosa, giunse ad un’intesa
con il fascismo mussoliniano, stipulata formalmente nel 1929 con i Patti Lateranensi, dai quali il Papato
ebbe la Città del Vaticano, la minuscola entità territoriale indipendente sul
colle Vaticano a Roma, ingenti risarcimenti economici, forti garanzie di
libertà di azione religiosa per il Papa, i cardinali, i vescovi, i preti e i
religiosi, l’inserimento della religione cattolica tra le materie dell’insegnamento
pubblico di base, in cambio della cessazione della polemica politica e della
collaborazione dei laicato cattolico nelle nuove istituzioni sociali introdotte
in Italia dal fascismo: in questo consistette ciò che va sotto il nome di conciliazione. Negli anni ’30, il Papato,
in quell’ottica, promosse la formazione di una nuova classe dirigente
cattolica, a partire dall’organizzazione degli universitari cattolica, fondata
alla fine dell’Ottocento, e ad una nuova formazione di Laureati Cattolici. Verso la fine degli anni Trenta il Papato entrò
in conflitto ideologico con il fascismo mussoliniano su tre temi: il razzismo biologico, di sangue,
con l’idea di razze superiori e di razze inferiori, tra le quali il popolo da
cui era nato il Maestro, le pretese di
accentrare totalmente la formazione culturale e ideologica, l’idea della guerra
come strumento di miglioramento della razza e della società italiane. Dopo l’entrata in
guerra dell’Italia, decisa da Mussolini, all’epoca capo del governo italiano,
nel 1940, il Papato l’anno seguente commissionò alla nuova classe dirigente
cattolica italiana, egemonizzata dai cattolico democratici di ideologia
demoratico cristiana, con una serie di radiomessaggi che ebbero il valore di
encicliche, la riforma dello stato, prevedendo con lungimiranza il disastro
bellico. Ed è appunto il partito della Democrazia Cristiana che, dopo aver
raccolto consensi politici maggioritari con l’attiva propaganda dell’Azione
Cattolica e per l’influsso determinante del voto femminile (le donne votarano
per la prima volta in Italia nel 1946 e ad esse l’Azione Cattolica aveva
dedicata un’intensa attività di formazione sociale), diede un contributo
determinante nell’approvazione di una nuova Costituzione repubblicana, in
sostituzione dello Statuto monarchico del Regno d’Italia, e diresse la politica
nazionale fino al 1994.
Certo la storia italiana può sembrare strana vista dall’altra parte dell’Oceano,
ma in realtà è possibile che questo
riguardi l’intera storia europea. Ma è anche vero che gli europei, in genere,
conoscono poco l’America e prevalentemente attraverso film e sceneggiati
televisivi prodotto negli Stati Uniti. Si tratta, ormai, di due civilità
diverse. Una persona che conosce gli europei sicuramente molto meglio dei suoi
connazionali è l’attuale presidente statunitense Donald Trump, che ha sposato
due europee dell’Europa orientale, una di originaria cecoslovacca e l’altra slovena. Sposò la prima nel 1977,
quando la Cecoslovacchia era ancora dominata da un regime comunista di tipo sovietico.
Le cronache narrano che la conobbe negli Stati Uniti d’America, dove la donna
si era da poco trasferita, dal Canada dove era emigrata qualche anno prima.
Negli Stati Uniti d’America c’è gente di tante nazionalità, in Europa ci
sono tante nazioni. Gli statunitensi che vengono in Europa faticano a
familiarizzarsi con questa realtà. Ma è un’esperienza che riguarda un po’ tutti
gli americani, le cui culture nazionali possono ridursi a quattro:
angloamericana, francoamericana, spagnola
e portoghese, a fronte delle varie decine di culture nazionali europee.
Dal
1945 gli europei hanno vissuto un lunghissimo periodo di pace, sia nella parte
Occidentale che in quella Orientale. Una nazione come gli Stati Uniti d’America,
invece, non ha mai finito di combattere. La pace è un valore molto importante
in particolare per gli europei occidentali, meno per gli altri europei. L’Unione
europea, l’entità che sta unificando i popoli europei a livello continentale, è
stata organizzata dagli europei occidentali. In questa costruzione politica a
livello continentale hanno avuto un ruolo molto importante i democratici
cristiani. Con l’allargamento dell’Unione Europea agli europei orientali questa
impostazione sta mutando, ma non sta portando ad un nuovo modello europeo,
bensì alla dissoluzione dell’Unione continentale e alla nuova formazione degli
stati nazionali, che dal Seicento avevano prodotto una serie continua di
guerre, fino all’ultima, catastrofica, la Seconda Guerra Mondiale (1939-1945).
Attualmente l’Unione Europea comprende circa mezzo miliardo di persone e 28
stati, in gran parte plurinazionali, ciascuno dei quali con una propria lingua
nazionale, alcuni con più lingue nazionali. Con la separazione della Gran
Bretagna, programmata per quest’anno, ce ne saranno circa sessanta milioni in
meno.
Gli
europei di mezz’età in genere non si pensano ancora come Unione
continentale, ma prevalentemente come
nazione, i giovani invece lo fanno, perché a loro sono stati offerte intense
attività formative che prevedono periodi più o meno lunghi in altti stati
europei. In Europa ci sono forti correnti migratorie interne: gli italiani che
migrano in altri stati europei sono tra i centocinquanta e i duecentomila ogni anno, molti di più, ad
esempio, degli stranieri asiatici e
africani che arrivano in Italia. Poiché l’età media degli europei si è alzata l’impostazione
per ora prevalente è quella nazionalista. Un nazionalista pensa di vivere nella
nazione migliore del mondo. Questa è più o meno l’idea che noi europei notiamo
negli statunitensi. I Latino Americani, che in Italia abbiamo cominciato a
conoscere meglio mediante con papa Francesco, che viene dall’Argentina, e i
Canadesi sembrano avere una visione più realistica. Gli statunitensi, ad
esempio, pensano a New York come ad una città bella, ed è invece, vista con gli
occhi degli europei, una città molto brutta, con molte cose belle dentro. Gli
europei, invece, sono in genere insoddisfatti delle loro città, per le cose
brutte che hanno dentro, ma in media vivono in città d’arte, molto belle,
specialmente quelle di medie dimensioni, come la mia Bologna, in Emilia
Romagna, nel centro-nord d’italia, e anche la stessa Roma, che è piccola
rispetto a metropoli come Parigi e Londra. In Europa si vive bene: questo non sempre
viene capito dagli statunitensi e, in particolare, in una condizione di
sicurazza sociale che nonh eguali nel mondo. Questo dipende dagli elementi di
socialismo che sono stati introdotti anche nei sistemi sociali di impostazione
capitalista. Ad esempio, in Italia le cure sanitarie sono quasi completamente
gratuite, e completamente gratuite per le malattie più gravi. Non in ogni stato
europeo è ancora così, ma l’Unione Europea sta spingendo in quella direzione.
Già oggi il cittadino europeo ha diritto di accesso all’assistenza sanitaria
pubblica in ogni stato europeo alle stesse condizioni dei cittadini di quello
stato. La cittadinanza europea, che si sta arricchendo di tanti nuovi diritti,
è stata introdotta nel 1992 ed è stata la base fondamentale per l’integrazione
degli stati dell’Europa orientale che erano usciti dal dominio dei loro regimi
comunisti. In Russia, ad esempio, si è seguita un’altra strada, sotto l’influsso
degli Stati Uniti d’America e il risultato è quello di una civiltà molto
distante da quella degli altri europei.
La realizzazione di un sistema di
sicurezza sociale universale, in particolare per le fasce di popolazione meno
ricche, è uno dei principali obiettivi politici indicati dalla moderna dottrina
sociale della Chiesa cattolica romana.
Mario Ardigò - Azione Cattolica in San
Clemente papa - Roma, Monte Sacro, Valli
Translation in English made with the help of Google Translator
Public good and common good -7-
It may perhaps seem strange to a reader in
the United States of America that in a parish on the outskirts of Rome there is
a policy of government and international politics. However, it will have to
take into account that Italian politics has been hegemonized by a Catholic
party from 1946 to 1994 and that this has been made possible by a widespread
and extensive work of training in politics that the Papacy has organized since
1905. But previously From the mid-nineteenth century, the Italian popular
masses had been organized, and progressively had manifested themselves
politically, basically following two ideologies, socialism and the social
doctrine of the Catholic Church, the system of principles of social action that
was formed in relation dialectics with socialism. Until the 1920s, social
doctrine, like socialism, had a revolutionary character compared to the liberal
democratic regime that dominated the Kingdom of Italy. To the political
pretensions of the Papacy, which claimed its own territorial kingdom over the
city of Rome, of which it had been deprived in 1870 following the military
conquest by the Kingdom of Italy, had been added the aims of social reform,
with the purpose of justice social, expressed by the movements of the Italian
Catholic laity, summarized overall in the intention to establish a Christian
democracy. During the twenties of the twentieth century the Papacy, even under
the great impression produced by the Soviet revolution in Russia, strongly
anti-religious, came to an agreement with Mussolini's fascism, formally
stipulated in 1929 with the Lateran Pacts, from which the Papacy had the
Vatican City, the miniscule independent territorial entity on the Vatican hill
in Rome, huge economic reparations, strong guarantees of freedom of religious
action for the Pope, cardinals, bishops, priests and religious, the insertion
of the Catholic religion among the subjects of basic public education, in
exchange for the end of political polemics and the collaboration of Catholic
laity in the new social institutions introduced in Italy by fascism: this
consisted of what goes under the name of conciliation. In the 1930s, the Papacy
promoted the formation of a new Catholic ruling class, starting from the
organization of Catholic university students, founded at the end of the
nineteenth century, and a new formation of Catholic graduates. Towards the end
of the Thirties, the Papacy entered into an ideological conflict with
Mussolini's fascism on three themes: biological racism, of blood, with the idea
of superior races and inferior races, among which the people from whom the
Master was born. , the claims to totally concentrate the cultural and
ideological formation, the idea of war as an instrument to improve the
Italian race and society. After the entry into the war of Italy, decided by
Mussolini, then head of the Italian government, in 1940, the Papacy the
following year commissioned the new Italian Catholic ruling class, hegemonized
by the democratic Catholics of Christian demo- cratic ideology, with a series
of radio messages that had the value of encyclicals, the reform of the state,
foreseeing with foresight the war disaster. And it is precisely the Christian
Democratic party that, after having gathered majority political consensus with
the active propaganda of the Catholic Action and for the decisive influence of
the female vote (the women voted for the first time in Italy in 1946 and
Catholic Action had dedicated an intense activity of social formation), made a
decisive contribution in the approval of a new republican Constitution,
replacing the monarchical Statute of the Kingdom of Italy, and directed
national politics until 1994.
Of course Italian history may seem strange on
the other side of the ocean, but in reality it is possible that this concerns
the whole of European history. But it is also true that Europeans, in general,
know little about America and mainly through film and television productions
produced in the United States. It is now a matter of two different civilizations.
A person who knows the Europeans certainly much better than his compatriots is
the current US president Donald Trump, who has married two Europeans from
Eastern Europe, one from Czechoslovak and the other from Slovenia. He married
the first in 1977, when Czechoslovakia was still dominated by a Soviet-style
communist regime. The chronicles tell that he met her in the United States of
America, where she had recently moved from Canada where she had emigrated a few
years earlier.
In
the United States of America there are people of many nationalities, in Europe
there are many nations. Americans who come to Europe are struggling to become
familiar with this reality. But it is an experience that affects a little 'all
Americans, whose national cultures can be reduced to four: Anglo American,
French, Spanish and Portuguese, in the face of the various dozens of European
national cultures.
Since 1945 the Europeans have lived a very
long period of peace, both in the Western and in the Eastern part. A nation
like the United States of America, however, has never finished fighting. Peace
is a very important value especially for Western Europeans, less for other
Europeans. The European Union, the entity that is unifying the European peoples
on a continental level, was organized by Western Europeans. Christian democrats
played a very important role in this continental political construction. With
the enlargement of the European Union to Eastern Europeans this approach is
changing, but it is not leading to a new European model, but to the dissolution
of the continental union and the new formation of national states, which had
produced a continuous series of wars, until the last, catastrophic, the Second
World War (1939-1945). At present, the European Union comprises about half a
billion people and 28 states, mostly multinationals, each with its own national
language, some with more national languages. With the separation of Great
Britain, scheduled for this year, there will be about sixty million less.
Middle-aged
Europeans generally do not yet think of themselves as a continental Union, but
predominantly as a nation, young people do so, because they have been offered
intense training activities that involve more or less long periods in high
European states. In Europe there are strong internal migratory flows: Italians
who migrate to other European countries are between one hundred and fifty and
two hundred thousand each year, many more, for example, of Asian and African
foreigners arriving in Italy. Since the average age of Europeans has risen, the
prevailing setting for now is the nationalist one. A nationalist thinks of
living in the best country in the world. This is more or less the idea that we
Europeans see in the Americans. The Latin Americans, which in Italy we began to
know better through with Pope Francis, who comes from Argentina, and the
Canadians seem to have a more realistic vision. The Americans, for example,
think of New York as a beautiful city, and instead, seen with the eyes of
Europeans, a very ugly city, with many beautiful things inside. Europeans, on
the other hand, are generally dissatisfied with their cities, for the bad
things they have inside, but on average they live in art cities, very
beautiful, especially those of medium size, like my Bologna, in Emilia Romagna,
in center-north of Italy, and also Rome itself, which is small compared to
metropolises like Paris and London. In Europe we live well: this is not always
understood by the Americans and, in particular, in a condition of social
security that is not equal in the world. This depends on the elements of
socialism that have been introduced also in social systems of capitalist
approach. For example, in Italy health care is almost completely free, and
completely free for the most serious diseases. Not every European state is
still like this, but the European Union is pushing in that direction. Even
today, the European citizen has the right to access public health care in every
European state on the same conditions as the citizens of that state. The European
citizenship, which is enriching itself with so many new rights, was introduced
in 1992 and was the fundamental basis for the integration of the Eastern
European states that had emerged from the domination of their communist
regimes. In Russia, for example, another path followed, under the influence of
the United States of America and the result is that of a civilization far
removed from that of other Europeans.
The
realization of a universal social security system, especially for the less
wealthy sections of the population, is one of the main political objectives
indicated by the modern social doctrine of the Roman Catholic Church.
Mario
Ardigò - Catholic Action in San Clemente pope - Rome, Monte Sacro, Valli