INFORMAZIONI UTILI SU QUESTO BLOG

  Questo blog è stato aperto da Mario Ardigò per consentire il dialogo fra gli associati dell'associazione parrocchiale di Azione Cattolica della Parrocchia di San Clemente Papa, a Roma, quartiere Roma - Montesacro - Valli, un gruppo cattolico, e fra essi e altre persone interessate a capire il senso dell'associarsi in Azione Cattolica, palestra di libertà e democrazia nello sforzo di proporre alla società del nostro tempo i principi di fede, secondo lo Statuto approvato nel 1969, sotto la presidenza nazionale di Vittorio Bachelet, e aggiornato nel 2003.

  This blog was opened by Mario Ardigò to allow dialogue between the members of the parish association of Catholic Action of the Parish of San Clemente Papa, in Rome, the Roma - Montesacro - Valli district, a Catholic group, and between them and other interested persons to understand the meaning of joining in Catholic Action, a center of freedom and democracy in the effort to propose the principles of faith to the society of our time, according to the Statute approved in 1969, under the national presidency of Vittorio Bachelet, and updated in 2003.

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L’Azione Cattolica Italiana è un’associazione di laici nella chiesa cattolica che si impegnano liberamente per realizzare, nella comunità cristiana e nella società civile, una specifica esperienza, ecclesiale e laicale, comunitaria e organica, popolare e democratica. (dallo Statuto)

Italian Catholic Action is an association of lay people in the Catholic Church who are freely committed to creating a specific ecclesial and lay, community and organic, popular and democratic experience in the Christian community and in civil society. (from the Statute)

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  Scrivo per dare motivazioni ragionevoli all’impegno sociale. Lo faccio secondo l’ideologia corrente dell’Azione Cattolica, che opera principalmente in quel campo, e secondo la mia ormai lunga esperienza di vita sociale. Quindi nell’ordine di idee di una fede religiosa, dalla quale l’Azione Cattolica trae i suoi più importanti principi sociali, ma senza fare un discorso teologico, non sono un teologo, e nemmeno catechistico, di introduzione a quella fede. Secondo il metodo dell’Azione Cattolica cerco di dare argomenti per una migliore consapevolezza storica e sociale, perché per agire in società occorre conoscerla in maniera affidabile. Penso ai miei interlocutori come a persone che hanno finito le scuole superiori, o hanno raggiunto un livello di cultura corrispondente a quel livello scolastico, e che hanno il tempo e l’esigenza di ragionare su quei temi. Non do per scontato che intendano il senso della terminologia religiosa, per cui ne adotto una neutra, non esplicitamente religiosa, e, se mi capita di usare le parole della religione, ne spiego il senso. Tengo fuori la spiritualità, perché essa richiede relazioni personali molto più forti di quelle che si possono sviluppare sul WEB, cresce nella preghiera e nella liturgia: chi sente il desiderio di esservi introdotto deve raggiungere una comunità di fede. Può essere studiata nelle sue manifestazioni esteriori e sociali, come fanno gli antropologi, ma così si rimane al suo esterno e non la si conosce veramente.

  Cerco di sviluppare un discorso colto, non superficiale, fatto di ragionamenti compiuti e con precisi riferimenti culturali, sui quali chi vuole può discutere. Il mio però non è un discorso scientifico, perché di quei temi non tratto da specialista, come sono i teologi, gli storici, i sociologi, gli antropologi e gli psicologi: non ne conosco abbastanza e, soprattutto, non so tutto quello che è necessario sapere per essere un specialista. Del resto questa è la condizione di ogni specialista riguardo alle altre specializzazioni. Le scienze evolvono anche nelle relazioni tra varie specializzazioni, in un rapporto interdisciplinare, e allora il discorso colto costituisce la base per una comune comprensione. E, comunque, per gli scopi del mio discorso, non occorre una precisione specialistica, ma semmai una certa affidabilità nei riferimento, ad esempio nella ricostruzione sommaria dei fenomeni storici. Per raggiungerla, nelle relazioni intellettuali, ci si aiuta a vicenda, formulando obiezioni e proposte di correzioni: in questo consiste il dialogo intellettuale. Anch’io mi valgo di questo lavoro, ma non appare qui, è fatto nei miei ambienti sociali di riferimento.

  Un cordiale benvenuto a tutti e un vivo ringraziamento a tutti coloro che vorranno interloquire.

  Dall’anno associativo 2020/2021 il gruppo di AC di San Clemente Papa si riunisce abitualmente due martedì e due sabati al mese, alle 17, e anima la Messa domenicale delle 9. Durante la pandemia da Covid 19 ci siamo riuniti in videoconferenza Google Meet. Anche dopo che la situazione sanitaria sarà tornata alla normalità, organizzeremo riunioni dedicate a temi specifici e aperte ai non soci con questa modalità.

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Mario Ardigò, dell'associazione di AC S. Clemente Papa - Roma

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domenica 24 febbraio 2019

Bene pubblico e bene comune -14 - Public good and common good - 14 -



Una delle scene finali del film Mezzogiorno di Fuoco - One of the final scenes of the movie High Noon


Bene pubblico e bene comune  -14 - 

1.  Per farsi un’idea immediata sulla divergenza tra gli orientamenti sociali e politici insegnati dalla dottrina sociale della Chiesa cattolica e alcuni di quelli correnti nei capitalismi occidentali può essere utile guardare sul sito www.youtube.com il filmato con una delle introduzioni della serie di televisiva di successo  L'Apprendista - The Apprentice  che trovate a questo indirizzo sul WEB:
https://www.youtube.com/watch?v=sODZ3Jb14Jk
 E’ significativo perché la voce che commenta le immagini è di Donald Trump, che poi è stato eletto Presidente degli Stati Uniti d’America, uno dei maggiori stati del mondo e quello che fino a qualche anno fa ha guidato le politiche degli Occidentali e che tuttora costituisce uno dei più importanti modelli di organizzazione politica del mondo, insieme a quelli europeo, russo e cinese.
  Nel filmato si vedono immagini di New York e Trump dice che quella è la sua città, dove girano le ruote dei meccanismi dell’economia mondiale. Per un europeo quelle immagini ritraggono però uno degli inferni urbani del mondo, nel quale è assente la belllezza. Per gli statunitensi però evidentemente non è così. Dopo immagini di una sala borsa cittadina con gente indaffarate nelle contrattazioni, si vede un senza tetto dormire su una panchina. Dunque, in mezzo a tanta apparente ricchezza, c’è anche la povertà; tuttavia questo non viene presentato come un lato negativo del sistema, ma come un incentivo per impegnarsi, per lavorare duro. La spiegazione della povertà che viene suggerita è quindi che le persone diventano povere perché non si impegnano abbastanza. Infine viene presentato un castello, come esempio di residenza che chi si impegna può conquistare. Al confronto con alcune splendide dimore dei ricchi europei, ad esempio con alcuni palazzi gentilizi romani o con le ville progettate dall’architetto Andrea Palladio in Veneto, appare però poca cosa e, soprattutto, dozzinale, un po’ come i palazzi di  Zio Paperone - Scrooge Mc Duck nei fumetti di Topolino - Mickey Mouse. In genere un europeo non sogna, da ricco, di vivere in una città come New York, ma di andarci per diventare ricco e poi di vivere altrove, in un posto più bello. In tutto il mondo negli ultimi trent’anni sono molto aumentati i centri urbani progettati sul modello di New York. In questo modo gli stati cercano di dare un’immagine di sé stessi come di posti ricchi. E tuttavia essi in genere non sono  per  ricchi, perché quando si diventa ricchi si cerca di vivere, meglio, altrove. Allora ci si fa costruire un ambiente migliore, dove però, a parte i propri familiari, vivono e lavorano solo servitori: gli altri sono esclusi. Questo non soddisfa l’animo. Si comincia a girare il mondo per trovare qualcos’altro e può accadere di trovarlo in certi posti in Europa, in città molto più piccole, con tanta bellezza intorno e società ancora solidali, dove quando esci da casa tua e giri per le strade pubbliche è come se stessi sempre a casa tua, senza necessità di proteggerti con mura e guardie private, come accade in alcuni quartieri residenziali per ricchi immersi in ambienti sociali in cui c’è molta povertà.
 In quel programma televisivo statunitense chi perde nel fare affari è licenziato “Fired!”,  quindi scartato. Nei giochi televisivi accade spesso. Ma quel programma dichiara di simulare la vita reale, nella quale appunto ci sono i licenziati. Alcuni stati hanno politiche per soccorrere chi  è licenziato e aiutarlo a inserirsi nuovamente nel mondo del lavoro. In alcuni di questi stati c’è chi pensa che siano soldi sprecati, perché chi è licenziato può, e deve, riuscire a trovare un nuovo lavoro impegnandosi più duramente. In altri stati quelle politiche mancano del tutto, in genere perché non ci sono risorse sufficienti. La dottrina sociale, riferendosi alla vita reale non a quella messa in scena nei programmi televisivi, obbliga tutti, non solo chi governa o chi comunque ha potere di decidere in altri ruoli, come i parlamentari, ad attuare politiche attive  che limitino gli scarti umani del processo economico e aiutino chi perde il lavoro a trovarne un altro.  Una prospettiva radicamente diversa.
  C’è un bel film statunitense del 1941, diretto e interpretato da Orson Wells, Quarto Potere  - Citizen Kane, che descrive la fine solitaria e disperata di un grande ricco nella sua immensa dimora, dove ha affastellato disordinatamente opere d’arte acquistate in tutto il mondo che ha percorso alla ricerca di ciò che il regista italiano Paolo Sorrentino ha definito  la Grande Bellezza. Muore triste e solo, sognando lo slittino che da ragazzo gli aveva dato tanta gioia e che era andato perso, quando, a quell’età,  era stato costretto a lasciare la famiglia in cui era cresciuto per entrare nel gran mondo, nel mondo dei ricchi, dopo aver ottenuto una grande eredità. E’ stato scritto che il regista non lavorò solo di fantasia, ma prese spunto da figure reali di ricchi statunitensi del suo tempo. Nel film, il progonista, Charles Foster Kane, si candida alle elezioni presidenziali statunitensi, ma perde per uno scandalo per una sua relazione extraconiugale. Può essere interessante immaginare come il regista avrebbe svolto la storia del film  ipotizzando che Kane fosse stato eletto. In un certo senso ai tempi nostri stiamo vivendo quel film alternativo.
  Nella competizione economica all’interno di uno stato, l’avidità aggressiva che provoca l’esclusione di altre persone viene limitata dalle norme giuridiche e dall’attività delle forze di polizia. Nel contesto internazionale è diverso. Se non si creano e si mantengono efficaci accordi che la limitino, ogni stato deve difendersi da sé, sia quelli che aggrediscono sia quelli che sono aggrediti. Attuare politiche aggressive che mirano a far grande di nuovo  il proprio stato ritirandosi da queli accordi internazionali comporta quindi il riarmo. Ai tempi nostri, in cui quelle politiche hanno di nuovo un certo consenso, si assiste effettivamente a un riarmo da parte degli stati più potenti della Terra, ma anche di altri. L’altro giorno, ad esempio, un ministro britannico ha dichiarato che, dopo che la Gran Bretagna sarà uscita dall’Unione Europea, della quale faceva parte dal 1973, il Regno Unito dovrà programmare un imponente riarmo.
 Politiche aggressive di quel tipo non sono una novità nella storia del mondo, tutt’altro: si può dire che si è sempre fatto così fino alla fine della Seconda Guerra Mondiale, nel 1945. Con l’istituzione dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, appunto  nel 1945, si volle cambiare profondamente il metodo seguito per le relazioni internazionali, creando un sistema esteso a tutto il mondo per prevenire la guerra. Non sempre questo obiettivo fu realizzato. Conflitti continuarono a scoppiare, ma nessuno ebbe mai le caratteristiche di una distruttiva  guerra mondiale. Si acquisì consapevolezza, inoltre, che l’impiego delle armi nucleari, per la massima parte costruite e detenuto dagli Stati Uniti d’America e dall’Unione Sovietica, la quale nel 1991 si trasformò nella Federazione Russa, la distruzione sarebbe stata globale, annientando anche coloro che avessero utilizzato quelle armi. Ai tempi nostri questo timore appare meno diffuso, in particolare tra le popolazioni occidentali che vivono in regimi democratici che possono essere influenzati dall’opinione pubblica. La consapevolezza del rischio è invece ancora molto viva nella dottrina sociale, che considera il riarmo al fine di  fare di nuovo grande  uno stato in danno degli altri come una struttura sociale di peccato.
 L’attuale presidente statunitense Donald Trump ha scritto vari libri esponendo la sua concezione di vita, ad esempio How to get rich - Come diventare ricco, Think like a champion - Pensare come un campione, Think like a billionaire - Pensare come un miliardario. Si tratta di un vero e proprio magistero,  un complesso di insegnamenti di vita. Esso appare come l’antitesi della dottrina sociale ed ha molto successo nel mondo. E’ possibile che, al termine del suo mandato, che negli Stati Uniti d’America, dal 1951, non può andare oltre gli otto anni dalla prima elezione, Trump scriva un altro libro insegnando come si governa uno degli stati più ricchi e potenti del mondo. Speriamo che in quel testo non debba raccontare anche di come vinse la Terza guerra mondiale. 
2. Ho scritto di politica internazionale, ma non bisogna pensare che la dottrina sociale riguardi solo quel livello di impegno, o solo quello del governo delle grandi entità pubbliche, come gli stati, le regioni, i comuni. In realtà riguarda uno stile di vita che va praticato in ogni comunità, a partire dalla famiglia. Ho scritto “praticato” perché non basta impararne i principi, ma occorre farne tirocinio, attuandolo nelle diverse collettività a cui si partecipa, per trasformarle da semplici aggregati di persone in “comunità”. Questo accade anche quando si tiene conto del bene degli altri, oltre che del proprio. Non significa solo ripartire “equamente” o disciplinare equamente l’uso di risorse di proprietà comune, come accade riguardo all’amministrazione degli edifici condominiali. Si tratta innanzi tutto di condividere le risorse di proprietà pubblica e di proprietà privata in modo che tutti ne beneficino, innanzi tutto creando un ambiente favorevole a relazioni da amici, e addirittura fraterne. E’ questo, infatti, che dà senso alla vita. Ciascuno può fare esperienza, fin da piccolo, di questa verità, della quale tendiamo a scordarci quando siamo immersi nel flusso delle attività quotidiane dalle quali ricaviamo di che vivere. Quello che è vero per gli individui è vero anche per le collettività e anche per gli stati e le relazioni tra gli stati. In un mondo in cui molti soffronto e solo alcuni stati sono “grandi” di vive male. Ma c’è di più: in un mondo divenuto molto interdipendente come il nostro, questo squilibrio tende a ritorcersi contro quello che sono divenuti o rimasti “grandi”.
  Lo stiamo constatando di questi tempi nel mondo. Le politiche economiche aggressive statunitensi volte a “far grandi di nuovo” gli Stati Uniti d’America stanno provocando dinamiche recessive in Europa e in Cina: esse però fatalmente, in un’economia ormai globalizzata e interdipendente, non tarderanno a coinvolgere gli stessi Stati Uniti d’America che le hanno attuate. Infatti fasi recessive in Europa e Cina priveranno i produttori statunitensi di importanti mercati in quei continenti, con, rispettivamente, mezzo miliardo e oltre un miliardo di persone.  Ne erano ben consapevoli gli Stati Uniti d’America al termine della Seconda Guerra Mondiale, quando decisero di risollevare le economie delle potenze vinte, la Germania e l’Italia, con un imponente programma di aiuti economici e limitando anche gli obblighi di risarcire i danni di guerra che di solito gravano sui vinti a beneficio dei vincitori, e quindi evitando quell’estrema umiliazione dei vinti che, nel primo dopoguerra, vent’anni prima, aveva aperto la via al nazismo tedesco. Gli Stati Uniti d’America, a differenza ad esempio dell’Impero Britannico, sono divenuti “grandi” grazie ad un’estesa rete di alleanze, basata non solo sulla convenienza o sulla sottomissione forzata, o su entrambe, ma anche su una grande simpatia. Quest’ultima sta progressivamente venendo meno, ad esempio tra gli europei che sono stati recentemente   e disinvoltamente  dichiarati addirittura nemici.
 Per me, europeo nato nei passati anni Cinquanta, il modello di americano  di riferimento non è il tycoon  spietato ed egoista della finanza globale ma il personaggio impersonato da Gary Cooper nel film Mezzogiorno di fuoco - High Noon, lo sceriffo che, potendo legittimamente sottrarsi al suo dovere morale e andarsene al sicuro con la moglie avendo cessato il suo servizio, rimane a fronteggiare i malvagi che arrivano da lontano, anche a costo di farlo da solo perché la comunità lo abbandona, con il solo aiuto, alla fine, della giovane sposa e di un ragazzo. La ragazza era impersonata da Grace Kelly, che poi divenne una principessa europea.
https://www.youtube.com/watch?v=qZil728hUy0
 E’, ancora, il nemico che, vittorioso, non infierisce, ma soccorre i vinti e i sofferenti e sa riconoscere, in mezzo ai suoi nemici, coloro che come lui combattono per una società più giusta, contro i despoti della terra.
  Non va sottovalutato il ruolo del cinema nel creare quel clima di simpatia che ha sempre circondato gli  americani in gran parte del mondo, e in particolare in Europa, e che ha resistito, finora, a molte dure disillusioni. Spesso preferiamo credere che gli altri siano all’altezza degli ideali proclamati e dei nostri sogni.  Talvolta i più grandi attori cinematografici e registi statunitensi, come Orson Wells il quale parlava un ottimo italiano, hanno conosciuto l’Europa molto meglio dei più importanti politici del loro stato e sono stati i migliori suoi ambasciatori.
   Un diverso stile di vita quale quello insegnato dalla dottrina sociale cattolica non solo è giusto dal punto di vista religioso, ma anche conveniente, perché consente una migliore sopravvivenza, innanzi tutto semplicemente la sopravvivenza,  e il raggiungimento di quella felicità che è impossibile ottenere isolandosi, aggredendo ed escludendo.
 Leggiamo nell’enciclica Laudato si’ - Praise be to you,  diffusa nel 2015 sotto l’autorità di papa Francesco:
«I. PUNTARE SU UN ALTRO STILE DI VITA
203. Dal momento che il mercato tende a creare un meccanismo consumistico compulsivo per piazzare i suoi prodotti, le persone finiscono con l’essere travolte dal vortice degli acquisti e delle spese superflue. Il consumismo ossessivo è il riflesso soggettivo del paradigma tecno-economico. Accade ciò che già segnalava Romano Guardini: l’essere umano «accetta gli oggetti ordinari e le forme consuete della vita così come gli sono imposte dai piani razionali e dalle macchine normalizzate e, nel complesso, lo fa con l’impressione che tutto questo sia ragionevole e giusto». Tale paradigma fa credere a tutti che sono liberi finché conservano una pretesa libertà di consumare, quando in realtà coloro che possiedono la libertà sono quelli che fanno parte della minoranza che detiene il potere economico e finanziario. In questa confusione, l’umanità postmoderna non ha trovato una nuova comprensione di sé stessa che possa orientarla, e questa mancanza di identità si vive con angoscia. Abbiamo troppi mezzi per scarsi e rachitici fini.
204. La situazione attuale del mondo «provoca un senso di precarietà e di insicurezza, che a sua volta favorisce forme di egoismo collettivo». Quando le persone diventano autoreferenziali e si isolano nella loro coscienza, accrescono la propria avidità. Più il cuore della persona è vuoto, più ha bisogno di oggetti da comprare, possedere e consumare. In tale contesto non sembra possibile che qualcuno accetti che la realtà gli ponga un limite. In questo orizzonte non esiste nemmeno un vero bene comune. Se tale è il tipo di soggetto che tende a predominare in una società, le norme saranno rispettate solo nella misura in cui non contraddicano le proprie necessità. Perciò non pensiamo solo alla possibilità di terribili fenomeni climatici o grandi disastri naturali, ma anche a catastrofi derivate da crisi sociali, perché l’ossessione per uno stile di vita consumistico, soprattutto quando solo pochi possono sostenerlo, potrà provocare soltanto violenza e distruzione reciproca.
205. Eppure, non tutto è perduto, perché gli esseri umani, capaci di degradarsi fino all’estremo, possono anche superarsi, ritornare a scegliere il bene e rigenerarsi, al di là di qualsiasi condizionamento psicologico e sociale che venga loro imposto. Sono capaci di guardare a sé stessi con onestà, di far emergere il proprio disgusto e di intraprendere nuove strade verso la vera libertà. Non esistono sistemi che annullino completamente l’apertura al bene, alla verità e alla bellezza, né la capacità di reagire, che Dio continua ad incoraggiare dal profondo dei nostri cuori. Ad ogni persona di questo mondo chiedo di non dimenticare questa sua dignità che nessuno ha diritto di toglierle.»

 Si tratta di educarci e di educare a quel nuovo stile di vita, innanzi tutto cominciando a metterlo in pratica nella realtà di prossimità, come la famiglia e la parrocchia, ma anche la scuola:

«209. La coscienza della gravità della crisi culturale ed ecologica deve tradursi in nuove abitudini. Molti sanno che il progresso attuale e il semplice accumulo di oggetti o piaceri non bastano per dare senso e gioia al cuore umano, ma non si sentono capaci di rinunciare a quanto il mercato offre loro. Nei Paesi che dovrebbero produrre i maggiori cambiamenti di abitudini di consumo, i giovani hanno una nuova sensibilità ecologica e uno spirito generoso, e alcuni di loro lottano in modo ammirevole per la difesa dell’ambiente, ma sono cresciuti in un contesto di altissimo consumo e di benessere che rende difficile la maturazione di altre abitudini. Per questo ci troviamo davanti ad una sfida educativa.
[…]
212. Non bisogna pensare che questi sforzi non cambieranno il mondo. Tali azioni diffondono un bene nella società che sempre produce frutti al di là di quanto si possa constatare, perché provocano in seno a questa terra un bene che tende sempre a diffondersi, a volte invisibilmente. Inoltre, l’esercizio di questi comportamenti ci restituisce il senso della nostra dignità, ci conduce ad una maggiore profondità esistenziale, ci permette di sperimentare che vale la pena passare per questo mondo.»

  E’ necessario che tutta la società si senta impegnata non solo nel lavoro educativo, ma anche nel controllo democratico. Quella di cui abbiamo bisogno non  è infatti  una cultura che funziona se scende semplicemente dall’alto, ma deve sorgere, vivere, irrobustirsi nella base sociale, in modo che tutta la società sia capace di influire sull’orientamento generale. Accade che invece la politica di governo cerchi di semplicemente controllare il consenso della gente con le stesse tecnologie di persuasione di massa che vengono utilizzate nella pubblicità commerciale e in questo quadro suscitare una paura basata sull’ignoranza irrazionale ed emotiva funziona meglio del paziente lavoro di formazione delle coscienze. L’Organizzazone della Nazioni Unite degli stati non funziona se non si crea un’Organizzazione delle Coscienze Unite a livello mondiale.  

«214.  Alla politica e alle varie associazioni compete uno sforzo di formazione delle coscienze. Compete anche alla Chiesa. Tutte le comunità cristiane hanno un ruolo importante da compiere in questa educazione. Spero altresì che nei nostri seminari e nelle case religiose di formazione si educhi ad una austerità responsabile, alla contemplazione riconoscente del mondo, alla cura per la fragilità dei poveri e dell’ambiente. Poiché grande è la posta in gioco, così come occorrono istituzioni dotate di potere per sanzionare gli attacchi all’ambiente, altrettanto abbiamo bisogno di controllarci e di educarci l’un l’altro.»

  Questo significa anche che occorre una formazione alla politica democratica fin da piccoli e a cominciare dalle realtà di base, dove si inizia a esercitare un’influenza sulla società intorno, anche semplicemente con le proprie consuetudini di vita.   

«217. Se «i deserti esteriori si moltiplicano nel mondo, perché i deserti interiori sono diventati così ampi», [papa Benedetto 16°, 2015], la crisi ecologica è un appello a una profonda conversione interiore. 
[…]
219. Tuttavia, non basta che ognuno sia migliore per risolvere una situazione tanto complessa come quella che affronta il mondo attuale. I singoli individui possono perdere la capacità e la libertà di vincere la logica della ragione strumentale e finiscono per soccombere a un consumismo senza etica e senza senso sociale e ambientale. Ai problemi sociali si risponde con reti comunitarie, non con la mera somma di beni individuali: «Le esigenze di quest’opera saranno così immense che le possibilità delle iniziative individuali e la cooperazione dei singoli, individualisticamente formati, non saranno in grado di rispondervi. Sarà necessaria una unione di forze e una unità di contribuzioni». La conversione ecologica che si richiede per creare un dinamismo di cambiamento duraturo è anche una conversione comunitaria.
[…]
232.  Non tutti sono chiamati a lavorare in maniera diretta nella politica, ma in seno alla società fiorisce una innumerevole varietà di associazioni che intervengono a favore del bene comune, difendendo l’ambiente naturale e urbano. Per esempio, si preoccupano di un luogo pubblico (un edificio, una fontana, un monumento abbandonato, un paesaggio, una piazza), per proteggere, risanare, migliorare o abbellire qualcosa che è di tutti. Intorno a loro si sviluppano o si recuperano legami e sorge un nuovo tessuto sociale locale. Così una comunità si libera dall’indifferenza consumistica. Questo vuol dire anche coltivare un’identità comune, una storia che si conserva e si trasmette. In tal modo ci si prende cura del mondo e della qualità della vita dei più poveri, con un senso di solidarietà che è allo stesso tempo consapevolezza di abitare una casa comune che Dio ci ha affidato. Queste azioni comunitarie, quando esprimono un amore che si dona, possono trasformarsi in intense esperienze spirituali.

  Nella dottrina sociale confluisce il frutto di una saggezza antica e una considerazione realistica di ciò che accade nei nostri tempi, ma gli orientamenti che insegna non possono affermarsi nella società se le popolazioni non si convincono della loro giustezza delle argomentazioni che sono alla loro base, a partire dall’esperienza pesonale di ciascuan persona. Non basta l’autorità di chi li proclama, anche se è quella di un Papa. Non è sufficiente insegnare, occorre convincere e, innanzi tutto, far sperimentare che, cambiando stile di vita, viviamo meglio e più felici.

«222. La spiritualità cristiana propone un modo alternativo di intendere la qualità della vita, e incoraggia uno stile di vita profetico e contemplativo, capace di gioire profondamente senza essere ossessionati dal consumo. È importante accogliere un antico insegnamento, presente in diverse tradizioni religiose, e anche nella Bibbia. Si tratta della convinzione che “meno è di più”. Infatti il costante cumulo di possibilità di consumare distrae il cuore e impedisce di apprezzare ogni cosa e ogni momento. Al contrario, rendersi presenti serenamente davanti ad ogni realtà, per quanto piccola possa essere, ci apre molte più possibilità di comprensione e di realizzazione personale. La spiritualità cristiana propone una crescita nella sobrietà e una capacità di godere con poco. È un ritorno alla semplicità che ci permette di fermarci a gustare le piccole cose, di ringraziare delle possibilità che offre la vita senza attaccarci a ciò che abbiamo né rattristarci per ciò che non possediamo. Questo richiede di evitare la dinamica del dominio e della mera accumulazione di piaceri.
223. La sobrietà, vissuta con libertà e consapevolezza, è liberante. Non è meno vita, non è bassa intensità, ma tutto il contrario. Infatti quelli che gustano di più e vivono meglio ogni momento sono coloro che smettono di beccare qua e là, cercando sempre quello che non hanno, e sperimentano ciò che significa apprezzare ogni persona e ad ogni cosa, imparano a familiarizzare con le realtà più semplici e ne sanno godere. In questo modo riescono a ridurre i bisogni insoddisfatti e diminuiscono la stanchezza e l’ansia. Si può aver bisogno di poco e vivere molto, soprattutto quando si è capaci di dare spazio ad altri piaceri e si trova soddisfazione negli incontri fraterni, nel servizio, nel mettere a frutto i propri carismi, nella musica e nell’arte, nel contatto con la natura, nella preghiera. La felicità richiede di saper limitare alcune necessità che ci stordiscono, restando così disponibili per le molteplici possibilità che offre la vita.
[…]
228. La cura per la natura è parte di uno stile di vita che implica capacità di vivere insieme e di comunione. Gesù ci ha ricordato che abbiamo Dio come nostro Padre comune e che questo ci rende fratelli. L’amore fraterno può solo essere gratuito, non può mai essere un compenso per ciò che un altro realizza, né un anticipo per quanto speriamo che faccia. Per questo è possibile amare i nemici. Questa stessa gratuità ci porta ad amare e accettare il vento, il sole o le nubi, benché non si sottomettano al nostro controllo. Per questo possiamo parlare di una fraternità universale.
229. Occorre sentire nuovamente che abbiamo bisogno gli uni degli altri, che abbiamo una responsabilità verso gli altri e verso il mondo, che vale la pena di essere buoni e onesti. Già troppo a lungo siamo stati nel degrado morale, prendendoci gioco dell’etica, della bontà, della fede, dell’onestà, ed è arrivato il momento di riconoscere che questa allegra superficialità ci è servita a poco. Tale distruzione di ogni fondamento della vita sociale finisce col metterci l’uno contro l’altro per difendere i propri interessi, provoca il sorgere di nuove forme di violenza e crudeltà e impedisce lo sviluppo di una vera cultura della cura dell’ambiente.»

  Di fronte ai problemi dei nostri tempi, alcuni politici di governo non trovano migliore soluzione che abbandonare gli obiettivi di pace mondiale che gli stati si erano dati, per la prima volta nella storia dell’umanità, alla metà del secolo scorso e di riprendere a fare come si era sempre fatto nei millenni precedenti: la lunga serie di guerre di supremazia e rapina per far grandi alcuni in danno degli altri. Naturalmente lo fanno proponendo argomentazione che liberano dal senso di colpa. In particolare, gli Occidentali, la parte più ricca del mondo, sostengono di non avere altra scelta: non possono mantenere il loro livello di benessere che ritengono irrinunciabile se non aggredendo ed escludendo gli altri. E’ questione, sostengono, di vita o di morte. Difficile crederlo. E c’è effettivamente qualcosa che non va se nella parte più ricca del mondo si vive male e c’è tanta gente che soffre, ma non dipende da quelli che sono ancora più poveri. La sofferenza sociale è frutto di un’organizzazione sociale che crea scarti umani.  «Questi problemi sono intimamente legati alla cultura dello scarto, che colpisce tanto gli esseri umani esclusi quanto le cose che si trasformano velocemente in spazzatura.», si legge nell’enciclica Laudato si’ - Praise be to you.  Quella cultura che a chi resta indietro grida “Licenziato! - Fired!” come nella serie  L’Apprendista - The Apprentice. “Niente di personale, sono solo affari!”, è lo slogan che si legge nella sigla di appertura del programma televisivo. La dottrina sociale ci ammonisce che non ci salvereremo se non inizieremo a dare più valore alle persone che ci circondano e meno alla nostra avidità affaristica. «Percepire ogni creatura che canta l’inno della sua esistenza è vivere con gioia nell’amore di Dio e nella speranza» è una delle citazioni  che si leggono nell’enciclica Laudato si’ - Praise be to you, tratta dalla Lettera pastorale “You Love All That Exists… All Things Are Yours, God, Lover of Life” diffusa nel 2001 dalla Commissione affari sociali dei Vescovi del Canada.
 L’enciclica Laudato si’ - Praise be to you si conclude con una bella preghiera che ne costituisce la sintesi:
Preghiera per la nostra terra
Dio Onnipotente,

che sei presente in tutto l’universo

e nella più piccola delle tue creature,

Tu che circondi con la tua tenerezza 
tutto quanto esiste,
riversa in noi la forza del tuo amore
affinché ci prendiamo cura 
della vita e della bellezza.
Inondaci di pace, perché viviamo come fratelli e sorelle
senza nuocere a nessuno.
O Dio dei poveri,
aiutaci a riscattare gli abbandonati 
e i dimenticati di questa terra
che tanto valgono ai tuoi occhi.
Risana la nostra vita,
affinché proteggiamo il mondo e non lo deprediamo,
affinché seminiamo bellezza
e non inquinamento e distruzione.
Tocca i cuori
di quanti cercano solo vantaggi
a spese dei poveri e della terra.
Insegnaci a scoprire il valore di ogni cosa,
a contemplare con stupore,
a riconoscere che siamo profondamente uniti
con tutte le creature
nel nostro cammino verso la tua luce infinita.
Grazie perché sei con noi tutti i giorni.
Sostienici, per favore, nella nostra lotta
per la giustizia, l’amore e la pace.

Preghiera cristiana con il creato
Ti lodiamo, Padre, con tutte le tue creature,

che sono uscite dalla tua mano potente.

Sono tue, e sono colme della tua presenza 

e della tua tenerezza.
Laudato si’!

Figlio di Dio, Gesù,

da te sono state create tutte le cose.

Hai preso forma nel seno materno di Maria,

ti sei fatto parte di questa terra,
e hai guardato questo mondo con occhi umani.
Oggi sei vivo in ogni creatura
con la tua gloria di risorto.
Laudato si’!

Spirito Santo, che con la tua luce

orienti questo mondo verso l’amore del Padre

e accompagni il gemito della creazione,

tu pure vivi nei nostri cuori
per spingerci al bene.
Laudato si’!

Signore Dio, Uno e Trino, 

comunità stupenda di amore infinito,

insegnaci a contemplarti

nella bellezza dell’universo,
dove tutto ci parla di te.
Risveglia la nostra lode e la nostra gratitudine
per ogni essere che hai creato.
Donaci la grazia di sentirci intimamente uniti
con tutto ciò che esiste.
Dio d’amore, mostraci il nostro posto in questo mondo
come strumenti del tuo affetto
per tutti gli esseri di questa terra,
perché nemmeno uno di essi è dimenticato da te.
Illumina i padroni del potere e del denaro
perché non cadano nel peccato dell’indifferenza,
amino il bene comune, promuovano i deboli,
e abbiano cura di questo mondo che abitiamo.
I poveri e la terra stanno gridando:
Signore, prendi noi col tuo potere e la tua luce,
per proteggere ogni vita,
per preparare un futuro migliore,
affinché venga il tuo Regno 
di giustizia, di pace, di amore e di bellezza.
Laudato si’!
Amen.


Mario Ardigò - Azione Cattolica nella parrocchia di  San Clemente papa - Roma, Monte Sacro, Valli

Translation in English language made with the help of Google Translator

Public good and common good - 14 -
1. To get an immediate idea of ​​the divergence between the social and political orientations taught by the social doctrine of the Catholic Church and some of the current ones in Western capitalism, it may be useful to watch the movie with one of the introductions of the series on the site www.youtube.com of successful television The Apprentice that you find at this address on the WEB:
https://www.youtube.com/watch?v=sODZ3Jb14Jk
 It is significant because the voice commenting on the images is Donald Trump, who was then elected President of the United States of America, one of the world's major states and that until a few years ago led the policies of Westerners and it is still one of the most important models of political organization in the world, along with European, Russian and Chinese.
  In the movie you see images of New York and Trump says that is his city, where the wheels of the mechanisms of the world economy are spinning. For a European, however, those images depict one of the urban hollows of the world, in which the beauty is absent. For the Americans, however, obviously this is not the case. After images of a city stock exchange room with people busy in the bargaining, we see a homeless man sleeping on a bench. Therefore, in the midst of so much apparent wealth, there is also poverty; however this is not presented as a negative side of the system, but as an incentive to get involved, to work hard. The explanation of the poverty that is suggested is therefore that people become poor because they do not commit enough. Finally, a castle is presented, as an example of residence that those who commit themselves can conquer. In comparison with some splendid mansions of the rich Europeans, for example with some Roman noble buildings or with the villas designed by the architect Andrea Palladio in Veneto, it appears however little and, above all, cheap, a bit like the buildings of Uncle Scrooge Mc Duck in Mickey Mouse comics. In general, a European does not dream, as a rich man, to live in a city like New York, but to go there to become rich and then to live elsewhere, in a more beautiful place. Urban centers designed on the New York model have increased greatly in the last thirty years. In this way the states try to give an image of themselves as rich places. And yet they are generally not for the rich, because when one becomes rich one tries to live, better, elsewhere. Then we build a better environment, where, however, apart from our family members, only servants live and work: the others are excluded. This does not satisfy the soul. You start to travel the world to find something else and it can happen to find it in certain places in Europe, in much smaller cities, with so much beauty around and still supportive societies, where when you leave your house and go around the public streets it is as if you were always at home, without the need to protect yourself with walls and private guards, as happens in some residential neighborhoods for the rich in social environments where there is a lot of poverty.
 In that US television program, whoever loses in doing business is fired "Fired!", Then discarded. In TV games it happens often. But that program claims to simulate real life, in which precisely there are fired. Some states have policies to help those who are fired and help them to enter the world of work again. In some of these states there are those who think that they are money wasted, because who is fired can, and must, be able to find a new job by engaging more hard. In other states, policies are completely lacking, usually because there are not enough resources. The social doctrine, referring to real life not to that staged in television programs, obliges everyone, not only those who govern or those who have the power to decide in other roles, such as parliamentarians, to implement active policies that limit the human waste of economic process and help those who lose their jobs to find another one. A radically different perspective.
 There is a nice  American movie of 1941, directed and performed by Orson Wells, Citizen Kane, which describes the solitary and desperate end of a great rich man in his immense dwelling, where he messily bundled works of art bought in all the world that has traveled in search of what the Italian director Paolo Sorrentino has called the Great Beauty. He died sad and alone, dreaming of the sled that as a boy had given him so much joy and that he had been lost, when, at that age, he had been forced to leave the family where he had grown up to enter the great world, in the world of the rich , after having obtained a great legacy. It was written that the director did not work only in fantasy, but was inspired by real figures of wealthy Americans of his time. In the film, the progonist, Charles Foster Kane, is a candidate in the US presidential elections, but loses a scandal for his extramarital affair. It may be interesting to imagine how the director would play the story of the film assuming that Kane had been elected. In a certain sense in our times we are living that alternative film.
  In the economic competition within a state, aggressive greed that causes the exclusion of other people is limited by legal regulations and police activity. In the international context it is different. If you do not create and maintain agreements that limit it, each state must defend itself, both those who attack and those who are attacked. Implementing aggressive policies that aim to make one's state of the world again by withdrawing from international agreements leads to rearmament. In our times, when those policies have again a certain consensus, we are effectively witnessing a rearmament from the most powerful states on Earth, but also from others. The other day, for example, a British minister declared that, after Britain has left the European Union, which he had been part of since 1973, the United Kingdom will have to plan an impressive rearmament.
 Aggressive policies of that kind are not new in the history of the world, on the contrary: it can be said that it was always done until the end of the Second World War, in 1945. With the establishment of the United Nations Organization, in fact in 1945, the method followed for international relations was profoundly changed, creating a system extended to the whole world to prevent war. This goal was not always achieved. Conflicts continued to burst, but none ever had the characteristics of a destructive world war. Moreover, it became aware that the use of nuclear weapons, mostly built and held by the United States of America and the Soviet Union, which in 1991 was transformed into the Russian Federation, would have been global destruction, annihilating even those who used those weapons. In our time this fear appears less widespread, especially among the Western populations living in democratic regimes that can be influenced by public opinion. Risk awareness, on the other hand, is still very much alive in the social doctrine, which considers the rearmament in order to make a great state again to the detriment of others as a social structure of sin.
 The current US president Donald Trump has written several books exposing his concept of life, for example How to get rich , Think like a champion, Think like a billionaire. It is a real magisterium, a complex of life teachings. It appears as the antithesis of social doctrine and is very successful in the world. It is possible that, at the end of his mandate, that in the United States of America, from 1951, he can not go beyond eight years from the first election, Trump writes another book teaching how one of the richest and most powerful states of the government is governed world. We hope that in that text it should not even tell how the Third World War he won.
2. I wrote about international politics, but we should not think that the social doctrine concerns only that level of commitment, or only that of the government of large public entities, such as states, regions, municipalities. In reality it concerns a style of life that must be practiced in every community, starting from the family. I wrote "practiced" because it is not enough to learn the principles, but it is necessary to do some practical training, implementing it in the different collectivities to which one participates, to transform them from simple aggregates of people into "community". This also happens when one takes into account the good of others, as well as one's own. It does not mean just sharing "equally" or fairly regulating the use of common property resources, as happens with the administration of condominium buildings. Above all, it is a matter of sharing public and private property resources so that everyone benefits, above all, by creating an environment conducive to relationships between friends and even fraternal ones. Indeed, this is what gives meaning to life. Everyone can experience this truth from an early age, of which we tend to forget when we are immersed in the flow of daily activities from which we derive what to live. What is true for individuals is also true for communities and also for states and relations between states. In a world where many suffering and only some states are "big" of bad lives. But there is more: in a world that has become very interdependent like ours, this imbalance tends to reign against what has become or remains "great".
  We are witnessing these times in the world. The US aggressive economic policies aimed at "making big again" the United States of America are causing recessive dynamics in Europe and in China: however, fatally, in a now globalized and interdependent economy, they will not delay to involve the United States itself of America that have implemented them. In fact, recessionary phases in Europe and China will deprive US producers of important markets on those continents, with, respectively, half a billion and over a billion people. They were well aware of the United States of America at the end of the Second World War, when they decided to revive the economies of the vanished powers, Germany and Italy, with an impressive program of economic aid and also limiting the obligations to pay damages. of war that usually burden the vanquished for the benefit of the winners, and thus avoiding that extreme humiliation of the vanquished who, in the first post-war period, twenty years earlier, had opened the way to German Nazism. The United States of America, unlike for example the British Empire, has become "big" thanks to an extensive network of alliances, based not only on convenience or forced submission, or on both, but also on a great sympathy . The latter is progressively failing, for example among the Europeans who have recently and quite simply declared themselves enemies.
 For me, a European born in the late fifties, the model of American reference is not the ruthless and selfish tycoon of global finance but the character played by Gary Cooper in the movie High Noon, the sheriff who, legitimately can escape the his moral duty and to go safely with his wife having ceased his service, remains to face the evil who come from afar, even at the cost of doing it alone because the community abandons him, with only the help, in the end, of the young bride and a boyfriend. The girl was played by Grace Kelly, who later became a European princess.
https://www.youtube.com/watch?v=qZil728hUy0
 It is, again, the enemy who, victorious, does not rage, but succor the vanquisheds and the suffering ones and knows how to recognize, among his enemies, those who, like him, fight for a more just society, against the despots of the earth.
  The role of cinema should not be underestimated in creating the atmosphere of sympathy that has always surrounded the Americans in most of the world, and in particular in Europe, and which has so far resisted many harsh disappointments. We often prefer to believe that others are up to the ideals proclaimed and our dreams. Sometimes the greatest American actors and directors, like Orson Wells who spoke excellent Italian, knew Europe much better than the most important politicians of their state and were the best ambassadors of its kind.
   A different style of life such as that taught by Catholic social doctrine is not only religiously right, but also convenient, because it allows a better survival, first of all simply survival, and the achievement of that happiness that is impossible to obtain by isolating oneself, attacking and excluding.
 We read in the encyclical Laudato si '- Praise be to you, released in 2015 under the authority of Pope Francis:
«I. TOWARDS A NEW LIFESTYLE
203. Since the market tends to promote extreme consumerism in an effort to sell its products, people can easily get caught up in a whirlwind of needless buying and spending. Compulsive consumerism is one example of how the techno-economic paradigm affects individuals. Romano Guardini had already foreseen this: “The gadgets and technics forced upon him by the patterns of machine production and of abstract planning mass man accepts quite simply; they are the forms of life itself. To either a greater or lesser degree mass man is convinced that his conformity is both reasonable and just”. This paradigm leads people to believe that they are free as long as they have the supposed freedom to consume. But those really free are the minority who wield economic and financial power. Amid this confusion, postmodern humanity has not yet achieved a new self-awareness capable of offering guidance and direction, and this lack of identity is a source of anxiety. We have too many means and only a few insubstantial ends.
204. The current global situation engenders a feeling of instability and uncertainty, which in turn becomes “a seedbed for collective selfishness”. When people become self-centred and self-enclosed, their greed increases. The emptier a person’s heart is, the more he or she needs things to buy, own and consume. It becomes almost impossible to accept the limits imposed by reality. In this horizon, a genuine sense of the common good also disappears. As these attitudes become more widespread, social norms are respected only to the extent that they do not clash with personal needs. So our concern cannot be limited merely to the threat of extreme weather events, but must also extend to the catastrophic consequences of social unrest. Obsession with a consumerist lifestyle, above all when few people are capable of maintaining it, can only lead to violence and mutual destruction.
205. Yet all is not lost. Human beings, while capable of the worst, are also capable of rising above themselves, choosing again what is good, and making a new start, despite their mental and social conditioning. We are able to take an honest look at ourselves, to acknowledge our deep dissatisfaction, and to embark on new paths to authentic freedom. No system can completely suppress our openness to what is good, true and beautiful, or our God-given ability to respond to his grace at work deep in our hearts. I appeal to everyone throughout the world not to forget this dignity which is ours. No one has the right to take it from us.»

 It is a matter of educating ourselves and of educating ourselves to that new way of life, first of all beginning to put it into practice in the reality of proximity, such as the family and the parish, but also the school:

«209. An awareness of the gravity of today’s cultural and ecological crisis must be translated into new habits. Many people know that our current progress and the mere amassing of things and pleasures are not enough to give meaning and joy to the human heart, yet they feel unable to give up what the market sets before them. In those countries which should be making the greatest changes in consumer habits, young people have a new ecological sensitivity and a generous spirit, and some of them are making admirable efforts to protect the environment. At the same time, they have grown up in a milieu of extreme consumerism and affluence which makes it difficult to develop other habits. We are faced with an educational challenge.
[…]
212. We must not think that these efforts are not going to change the world. They benefit society, often unbeknown to us, for they call forth a goodness which, albeit unseen, inevitably tends to spread. Furthermore, such actions can restore our sense of self-esteem; they can enable us to live more fully and to feel that life on earth is worthwhile.»

It is necessary that the whole society feels engaged not only in educational work, but also in democratic control. What we need is not, in fact, a culture that works if it simply descends from above, but must arise, live, grow stronger in the social base, so that the whole society is able to influence the general orientation. It happens that instead the government policy tries to simply control the consent of the people with the same mass persuasion technologies that are used in commercial advertising and in this context arouse fear based on irrational and emotional ignorance works better than the patient training work of consciences. The United Nations Organization of the States does not work unless a United Consciences Organization is created worldwide.

«214. Political institutions and various other social groups are also entrusted with helping to raise people’s awareness. So too is the Church. All Christian communities have an important role to play in ecological education. It is my hope that our seminaries and houses of formation will provide an education in responsible simplicity of life, in grateful contemplation of God’s world, and in concern for the needs of the poor and the protection of the environment. Because the stakes are so high, we need institutions empowered to impose penalties for damage inflicted on the environment. But we also need the personal qualities of self-control and willingness to learn from one another.»

This also means that we need a training in democratic politics from an early age and starting from the basic realities, where we start to exert an influence on the surrounding society, even simply with our own habits of life.

«217. “The external deserts in the world are growing, because the internal deserts have become so vast”.[pope Benedetto 16^] For this reason, the ecological crisis is also a summons to profound interior conversion.
[…]
219. Nevertheless, self-improvement on the part of individuals will not by itself remedy the extremely complex situation facing our world today. Isolated individuals can lose their ability and freedom to escape the utilitarian mindset, and end up prey to an unethical consumerism bereft of social or ecological awareness. Social problems must be addressed by community networks and not simply by the sum of individual good deeds. This task “will make such tremendous demands of man that he could never achieve it by individual initiative or even by the united effort of men bred in an individualistic way. The work of dominating the world calls for a union of skills and a unity of achievement that can only grow from quite a different attitude”.  The ecological conversion needed to bring about lasting change is also a community conversion.
[…]
231. Not everyone is called to engage directly in political life. Society is also enriched by a countless array of organizations which work to promote the common good and to defend the environment, whether natural or urban. Some, for example, show concern for a public place (a building, a fountain, an abandoned monument, a landscape, a square), and strive to protect, restore, improve or beautify it as something belonging to everyone. Around these community actions, relationships develop or are recovered and a new social fabric emerges. Thus, a community can break out of the indifference induced by consumerism. These actions cultivate a shared identity, with a story which can be remembered and handed on. In this way, the world, and the quality of life of the poorest, are cared for, with a sense of solidarity which is at the same time aware that we live in a common home which God has entrusted to us. These community actions, when they express self-giving love, can also become intense spiritual experiences.»

In the social doctrine flows the fruit of an ancient wisdom and a realistic consideration of what happens in our times, but the orientations it teaches can not be affirmed in society if the populations are not convinced of their rightness of the arguments that are at their base, starting from the pesonal experience of each person. It is not enough the authority of those who proclaim them, even if it is that of a Pope. It is not enough to teach, it is necessary to convince and, first of all, to experiment that, by changing lifestyle, we live better and happier.


«222. Christian spirituality proposes an alternative understanding of the quality of life, and encourages a prophetic and contemplative lifestyle, one capable of deep enjoyment free of the obsession with consumption. We need to take up an ancient lesson, found in different religious traditions and also in the Bible. It is the conviction that “less is more”. A constant flood of new consumer goods can baffle the heart and prevent us from cherishing each thing and each moment. To be serenely present to each reality, however small it may be, opens us to much greater horizons of understanding and personal fulfilment. Christian spirituality proposes a growth marked by moderation and the capacity to be happy with little. It is a return to that simplicity which allows us to stop and appreciate the small things, to be grateful for the opportunities which life affords us, to be spiritually detached from what we possess, and not to succumb to sadness for what we lack. This implies avoiding the dynamic of dominion and the mere accumulation of pleasures.
223. Such sobriety, when lived freely and consciously, is liberating. It is not a lesser life or one lived with less intensity. On the contrary, it is a way of living life to the full. In reality, those who enjoy more and live better each moment are those who have given up dipping here and there, always on the look-out for what they do not have. They experience what it means to appreciate each person and each thing, learning familiarity with the simplest things and how to enjoy them. So they are able to shed unsatisfied needs, reducing their obsessiveness and weariness. Even living on little, they can live a lot, above all when they cultivate other pleasures and find satisfaction in fraternal encounters, in service, in developing their gifts, in music and art, in contact with nature, in prayer. Happiness means knowing how to limit some needs which only diminish us, and being open to the many different possibilities which life can offer.
[…]
228. Care for nature is part of a lifestyle which includes the capacity for living together and communion. Jesus reminded us that we have God as our common Father and that this makes us brothers and sisters. Fraternal love can only be gratuitous; it can never be a means of repaying others for what they have done or will do for us. That is why it is possible to love our enemies. This same gratuitousness inspires us to love and accept the wind, the sun and the clouds, even though we cannot control them. In this sense, we can speak of a “universal fraternity”.
229. We must regain the conviction that we need one another, that we have a shared responsibility for others and the world, and that being good and decent are worth it. We have had enough of immorality and the mockery of ethics, goodness, faith and honesty. It is time to acknowledge that light-hearted superficiality has done us no good. When the foundations of social life are corroded, what ensues are battles over conflicting interests, new forms of violence and brutality, and obstacles to the growth of a genuine culture of care for the environment.»

Faced with the problems of our time, some government politicians find no better solution than to abandon the world peace objectives that the states had set themselves, for the first time in the history of humanity, in the middle of the last century and to resume as it had always done in the previous millennia: the long series of wars of supremacy and robbery to make some big to the detriment of others. Of course they do this by proposing arguments that free from guilt. In particular, Westerners, the richest part of the world, claim they have no other choice: they can not maintain their level of well-being that they consider indispensable if not attacking and excluding others. It is a question, they claim, of life or death. Hard to believe it. And there is indeed something wrong if the richest part of the world lives badly and there are so many people suffering, but it does not depend on those who are even poorer. Social suffering is the result of a social organization that creates human waste. "These problems are intimately linked to the culture of waste, which affects both the excluded human beings and the things that are quickly transformed into garbage.", Reads the encyclical Laudato si '- Praise be to you. That culture that to those who remain behind shouts "Fired!" as in the The Apprentice series. "Nothing personal, it's just business!", Is the slogan that is read in the opening theme of the television program. The social doctrine warns us that we will not save ourselves if we do not begin to give more value to the people around us and less to our business greed. «"To sense each creature singing the hymn of its existence is to live joyfully in God's love and hope"» is one of the quotations that you can read in the encyclical Laudato si '- Praise be to you, taken from the Pastoral Letter "You Love All That Exists ... All Things Are Yours, God, Lover of Life" released in 2001 by the Social Affairs Commission of the Bishops of Canada .
 The encyclical Laudato si '- Praise be to you ends with a beautiful prayer which is its synthesis:

A prayer for our earth
All-powerful God, you are present in the whole universe
and in the smallest of your creatures.
You embrace with your tenderness all that exists.
Pour out upon us the power of your love,
that we may protect life and beauty.
Fill us with peace, that we may live
as brothers and sisters, harming no one.
O God of the poor,
help us to rescue the abandoned and forgotten of this earth,
so precious in your eyes.
Bring healing to our lives,
that we may protect the world and not prey on it,
that we may sow beauty, not pollution and destruction.
Touch the hearts
of those who look only for gain
at the expense of the poor and the earth.
Teach us to discover the worth of each thing,
to be filled with awe and contemplation,
to recognize that we are profoundly united
with every creature
as we journey towards your infinite light.
We thank you for being with us each day.
Encourage us, we pray, in our struggle
for justice, love and peace.
A Christian prayer in union with creation
Father, we praise you with all your creatures.
They came forth from your all-powerful hand;
they are yours, filled with your presence and your tender love.
Praise be to you!
Son of God, Jesus,
through you all things were made.
You were formed in the womb of Mary our Mother,
you became part of this earth,
and you gazed upon this world with human eyes.
Today you are alive in every creature
in your risen glory.
Praise be to you!
Holy Spirit, by your light
you guide this world towards the Father’s love
and accompany creation as it groans in travail.
You also dwell in our hearts
and you inspire us to do what is good.
Praise be to you!
Triune Lord, wondrous community of infinite love,
teach us to contemplate you
in the beauty of the universe,
for all things speak of you.
Awaken our praise and thankfulness
for every being that you have made.
Give us the grace to feel profoundly joined
to everything that is.
God of love, show us our place in this world
as channels of your love
for all the creatures of this earth,
for not one of them is forgotten in your sight.
Enlighten those who possess power and money
that they may avoid the sin of indifference,
that they may love the common good, advance the weak,
and care for this world in which we live.
The poor and the earth are crying out.
O Lord, seize us with your power and light,
help us to protect all life,
to prepare for a better future,
for the coming of your Kingdom
of justice, peace, love and beauty.
Praise be to you!
Amen.

Mario Ardigò - Catholic Action in the parish of San Clemente pope - Rome, Monte Sacro, Valli district