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Una delle scene finali del film Mezzogiorno di Fuoco - One of the final scenes of the movie High Noon |
Bene pubblico e bene
comune -14 -
1. Per
farsi un’idea immediata sulla divergenza tra gli orientamenti sociali e
politici insegnati dalla dottrina sociale della Chiesa cattolica e alcuni di
quelli correnti nei capitalismi occidentali può essere utile guardare sul sito
www.youtube.com il filmato con una delle introduzioni della serie di televisiva
di successo L'Apprendista - The Apprentice che trovate a questo indirizzo sul WEB:
https://www.youtube.com/watch?v=sODZ3Jb14Jk
E’
significativo perché la voce che commenta le immagini è di Donald Trump, che
poi è stato eletto Presidente degli Stati Uniti d’America, uno dei maggiori
stati del mondo e quello che fino a qualche anno fa ha guidato le politiche
degli Occidentali e che tuttora costituisce uno dei più importanti modelli di
organizzazione politica del mondo, insieme a quelli europeo, russo e cinese.
Nel filmato si vedono immagini di New York e Trump dice che quella è la
sua città, dove girano le ruote dei meccanismi dell’economia mondiale. Per un
europeo quelle immagini ritraggono però uno degli inferni urbani del mondo, nel
quale è assente la belllezza. Per gli statunitensi però evidentemente non è
così. Dopo immagini di una sala borsa cittadina con gente indaffarate nelle
contrattazioni, si vede un senza tetto dormire su una panchina. Dunque, in
mezzo a tanta apparente ricchezza, c’è anche la povertà; tuttavia questo non
viene presentato come un lato negativo del sistema, ma come un incentivo per
impegnarsi, per lavorare duro. La spiegazione della povertà che viene suggerita
è quindi che le persone diventano povere perché non si impegnano abbastanza.
Infine viene presentato un castello, come esempio di residenza che chi si
impegna può conquistare. Al confronto con alcune splendide dimore dei ricchi
europei, ad esempio con alcuni palazzi gentilizi romani o con le ville
progettate dall’architetto Andrea Palladio in Veneto, appare però poca cosa e,
soprattutto, dozzinale, un po’ come i palazzi di Zio Paperone - Scrooge Mc Duck nei
fumetti di Topolino - Mickey Mouse. In
genere un europeo non sogna, da ricco, di vivere in una città come New York, ma
di andarci per diventare ricco e poi di vivere altrove, in un posto più bello.
In tutto il mondo negli ultimi trent’anni sono molto aumentati i centri urbani
progettati sul modello di New York. In questo modo gli stati cercano di dare
un’immagine di sé stessi come di posti ricchi. E tuttavia essi in genere non
sono per ricchi, perché quando si diventa ricchi si cerca
di vivere, meglio, altrove. Allora ci si fa costruire un ambiente migliore,
dove però, a parte i propri familiari, vivono e lavorano solo servitori: gli
altri sono esclusi. Questo non soddisfa l’animo. Si comincia a girare il mondo
per trovare qualcos’altro e può accadere di trovarlo in certi posti in Europa,
in città molto più piccole, con tanta bellezza intorno e società ancora
solidali, dove quando esci da casa tua e giri per le strade pubbliche è come se
stessi sempre a casa tua, senza necessità di proteggerti con mura e guardie
private, come accade in alcuni quartieri residenziali per ricchi immersi in
ambienti sociali in cui c’è molta povertà.
In quel programma televisivo statunitense chi
perde nel fare affari è licenziato “Fired!”,
quindi scartato. Nei giochi
televisivi accade spesso. Ma quel programma dichiara di simulare la vita reale,
nella quale appunto ci sono i licenziati. Alcuni stati hanno politiche per
soccorrere chi è licenziato e aiutarlo a
inserirsi nuovamente nel mondo del lavoro. In alcuni di questi stati c’è chi
pensa che siano soldi sprecati, perché chi è licenziato può, e deve, riuscire a
trovare un nuovo lavoro impegnandosi più duramente. In altri stati quelle
politiche mancano del tutto, in genere perché non ci sono risorse sufficienti.
La dottrina sociale, riferendosi alla vita reale non a quella messa in scena
nei programmi televisivi, obbliga tutti, non solo chi governa o chi comunque ha
potere di decidere in altri ruoli, come i parlamentari, ad attuare politiche
attive che limitino gli scarti umani del
processo economico e aiutino chi perde il lavoro a trovarne un altro. Una prospettiva radicamente diversa.
C’è un bel film statunitense del 1941, diretto e interpretato da Orson
Wells, Quarto Potere -
Citizen Kane, che descrive la fine solitaria e disperata di un grande ricco
nella sua immensa dimora, dove ha affastellato disordinatamente opere d’arte
acquistate in tutto il mondo che ha percorso alla ricerca di ciò che il regista
italiano Paolo Sorrentino ha definito la Grande Bellezza. Muore triste e solo,
sognando lo slittino che da ragazzo gli aveva dato tanta gioia e che era andato
perso, quando, a quell’età, era stato
costretto a lasciare la famiglia in cui era cresciuto per entrare nel gran
mondo, nel mondo dei ricchi, dopo aver ottenuto una grande eredità. E’ stato
scritto che il regista non lavorò solo di fantasia, ma prese spunto da figure
reali di ricchi statunitensi del suo tempo. Nel film, il progonista, Charles
Foster Kane, si candida alle elezioni presidenziali statunitensi, ma perde per
uno scandalo per una sua relazione extraconiugale. Può essere interessante
immaginare come il regista avrebbe svolto la storia del film ipotizzando che Kane fosse stato eletto. In
un certo senso ai tempi nostri stiamo vivendo quel film alternativo.
Nella competizione economica all’interno di uno stato, l’avidità
aggressiva che provoca l’esclusione di altre persone viene limitata dalle norme
giuridiche e dall’attività delle forze di polizia. Nel contesto internazionale
è diverso. Se non si creano e si mantengono efficaci accordi che la limitino,
ogni stato deve difendersi da sé, sia quelli che aggrediscono sia quelli che
sono aggrediti. Attuare politiche aggressive che mirano a far grande di nuovo il
proprio stato ritirandosi da queli accordi internazionali comporta quindi il
riarmo. Ai tempi nostri, in cui quelle politiche hanno di nuovo un certo
consenso, si assiste effettivamente a un riarmo da parte degli stati più
potenti della Terra, ma anche di altri. L’altro giorno, ad esempio, un ministro
britannico ha dichiarato che, dopo che la Gran Bretagna sarà uscita dall’Unione
Europea, della quale faceva parte dal 1973, il Regno Unito dovrà programmare un
imponente riarmo.
Politiche aggressive di quel tipo non sono una
novità nella storia del mondo, tutt’altro: si può dire che si è sempre fatto
così fino alla fine della Seconda Guerra Mondiale, nel 1945. Con l’istituzione
dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, appunto nel 1945, si volle cambiare profondamente il
metodo seguito per le relazioni internazionali, creando un sistema esteso a
tutto il mondo per prevenire la guerra. Non sempre questo obiettivo fu
realizzato. Conflitti continuarono a scoppiare, ma nessuno ebbe mai le
caratteristiche di una distruttiva guerra mondiale. Si acquisì
consapevolezza, inoltre, che l’impiego delle armi nucleari, per la massima
parte costruite e detenuto dagli Stati Uniti d’America e dall’Unione Sovietica,
la quale nel 1991 si trasformò nella Federazione Russa, la distruzione sarebbe
stata globale, annientando anche coloro che avessero utilizzato quelle armi. Ai
tempi nostri questo timore appare meno diffuso, in particolare tra le
popolazioni occidentali che vivono in regimi democratici che possono essere
influenzati dall’opinione pubblica. La consapevolezza del rischio è invece
ancora molto viva nella dottrina sociale, che considera il riarmo al fine di fare
di nuovo grande uno stato in danno
degli altri come una struttura sociale di peccato.
L’attuale presidente statunitense Donald Trump
ha scritto vari libri esponendo la sua concezione di vita, ad esempio How to get rich - Come diventare ricco,
Think like a champion - Pensare come un campione, Think like a billionaire -
Pensare come un miliardario. Si tratta di un vero e proprio magistero, un complesso di insegnamenti di vita. Esso
appare come l’antitesi della dottrina sociale ed ha molto successo nel mondo.
E’ possibile che, al termine del suo mandato, che negli Stati Uniti d’America,
dal 1951, non può andare oltre gli otto anni dalla prima elezione, Trump scriva
un altro libro insegnando come si governa uno degli stati più ricchi e potenti
del mondo. Speriamo che in quel testo non debba raccontare anche di come vinse
la Terza guerra mondiale.
2. Ho scritto di politica internazionale, ma non
bisogna pensare che la dottrina sociale riguardi solo quel livello di impegno,
o solo quello del governo delle grandi entità pubbliche, come gli stati, le
regioni, i comuni. In realtà riguarda uno stile di vita che va praticato in
ogni comunità, a partire dalla famiglia. Ho scritto “praticato” perché non
basta impararne i principi, ma occorre farne tirocinio, attuandolo nelle
diverse collettività a cui si partecipa, per trasformarle da semplici aggregati
di persone in “comunità”. Questo accade anche quando si tiene conto del bene
degli altri, oltre che del proprio. Non significa solo ripartire “equamente” o
disciplinare equamente l’uso di risorse di proprietà comune, come accade
riguardo all’amministrazione degli edifici condominiali. Si tratta innanzi
tutto di condividere le risorse di proprietà pubblica e di proprietà privata in
modo che tutti ne beneficino, innanzi tutto creando un ambiente favorevole a
relazioni da amici, e addirittura fraterne. E’ questo, infatti, che dà senso
alla vita. Ciascuno può fare esperienza, fin da piccolo, di questa verità,
della quale tendiamo a scordarci quando siamo immersi nel flusso delle attività
quotidiane dalle quali ricaviamo di che vivere. Quello che è vero per gli
individui è vero anche per le collettività e anche per gli stati e le relazioni
tra gli stati. In un mondo in cui molti soffronto e solo alcuni stati sono
“grandi” di vive male. Ma c’è di più: in un mondo divenuto molto
interdipendente come il nostro, questo squilibrio tende a ritorcersi contro
quello che sono divenuti o rimasti “grandi”.
Lo stiamo constatando di questi tempi nel mondo. Le politiche economiche
aggressive statunitensi volte a “far grandi di nuovo” gli Stati Uniti d’America
stanno provocando dinamiche recessive in Europa e in Cina: esse però fatalmente,
in un’economia ormai globalizzata e interdipendente, non tarderanno a
coinvolgere gli stessi Stati Uniti d’America che le hanno attuate. Infatti fasi
recessive in Europa e Cina priveranno i produttori statunitensi di importanti
mercati in quei continenti, con, rispettivamente, mezzo miliardo e oltre un
miliardo di persone. Ne erano ben
consapevoli gli Stati Uniti d’America al termine della Seconda Guerra Mondiale,
quando decisero di risollevare le economie delle potenze vinte, la Germania e
l’Italia, con un imponente programma di aiuti economici e limitando anche gli
obblighi di risarcire i danni di guerra che di solito gravano sui vinti a
beneficio dei vincitori, e quindi evitando quell’estrema umiliazione dei vinti
che, nel primo dopoguerra, vent’anni prima, aveva aperto la via al nazismo
tedesco. Gli Stati Uniti d’America, a differenza ad esempio dell’Impero
Britannico, sono divenuti “grandi”
grazie ad un’estesa rete di alleanze, basata non solo sulla convenienza o sulla
sottomissione forzata, o su entrambe, ma anche su una grande simpatia.
Quest’ultima sta progressivamente venendo meno, ad esempio tra gli europei che
sono stati recentemente e
disinvoltamente dichiarati addirittura nemici.
Per me, europeo nato nei passati anni Cinquanta,
il modello di americano di riferimento non è il tycoon spietato ed egoista
della finanza globale ma il personaggio impersonato da Gary Cooper nel film Mezzogiorno di fuoco - High Noon, lo
sceriffo che, potendo legittimamente sottrarsi al suo dovere morale e andarsene
al sicuro con la moglie avendo cessato il suo servizio, rimane a fronteggiare i
malvagi che arrivano da lontano, anche a costo di farlo da solo perché la
comunità lo abbandona, con il solo aiuto, alla fine, della giovane sposa e di un
ragazzo. La ragazza era impersonata da Grace Kelly, che poi divenne una
principessa europea.
https://www.youtube.com/watch?v=qZil728hUy0
E’, ancora, il nemico che, vittorioso, non
infierisce, ma soccorre i vinti e i sofferenti e sa riconoscere, in mezzo ai suoi
nemici, coloro che come lui combattono per una società più giusta, contro i
despoti della terra.
Non va sottovalutato il ruolo del cinema nel creare quel clima di
simpatia che ha sempre circondato gli americani in gran parte del mondo, e in
particolare in Europa, e che ha resistito, finora, a molte dure disillusioni.
Spesso preferiamo credere che gli altri siano all’altezza degli ideali
proclamati e dei nostri sogni. Talvolta
i più grandi attori cinematografici e registi statunitensi, come Orson Wells il
quale parlava un ottimo italiano, hanno conosciuto l’Europa molto meglio dei
più importanti politici del loro stato e sono stati i migliori suoi
ambasciatori.
Un diverso stile di vita quale quello insegnato dalla dottrina sociale
cattolica non solo è giusto dal punto di vista religioso, ma anche conveniente,
perché consente una migliore sopravvivenza, innanzi tutto semplicemente la
sopravvivenza, e il raggiungimento di
quella felicità che è impossibile ottenere isolandosi, aggredendo ed escludendo.
Leggiamo nell’enciclica Laudato si’ - Praise be to
you, diffusa nel 2015 sotto l’autorità di papa
Francesco:
«I. PUNTARE SU UN ALTRO STILE
DI VITA
203. Dal momento che il
mercato tende a creare un meccanismo consumistico compulsivo per piazzare i
suoi prodotti, le persone finiscono con l’essere travolte dal vortice degli
acquisti e delle spese superflue. Il consumismo ossessivo è il riflesso
soggettivo del paradigma tecno-economico. Accade ciò che già segnalava Romano
Guardini: l’essere umano «accetta gli oggetti ordinari e le forme consuete
della vita così come gli sono imposte dai piani razionali e dalle macchine
normalizzate e, nel complesso, lo fa con l’impressione che tutto questo sia
ragionevole e giusto». Tale paradigma fa credere a tutti che sono liberi
finché conservano una pretesa libertà di consumare, quando in realtà coloro che
possiedono la libertà sono quelli che fanno parte della minoranza che detiene
il potere economico e finanziario. In questa confusione, l’umanità postmoderna
non ha trovato una nuova comprensione di sé stessa che possa orientarla, e questa
mancanza di identità si vive con angoscia. Abbiamo troppi mezzi per scarsi e
rachitici fini.
204. La situazione attuale
del mondo «provoca un senso di precarietà e di insicurezza, che a sua volta
favorisce forme di egoismo collettivo». Quando le persone diventano
autoreferenziali e si isolano nella loro coscienza, accrescono la propria
avidità. Più il cuore della persona è vuoto, più ha bisogno di oggetti da
comprare, possedere e consumare. In tale contesto non sembra possibile che
qualcuno accetti che la realtà gli ponga un limite. In questo orizzonte non
esiste nemmeno un vero bene comune. Se tale è il tipo di soggetto che tende a
predominare in una società, le norme saranno rispettate solo nella misura in
cui non contraddicano le proprie necessità. Perciò non pensiamo solo alla
possibilità di terribili fenomeni climatici o grandi disastri naturali, ma
anche a catastrofi derivate da crisi sociali, perché l’ossessione per uno stile
di vita consumistico, soprattutto quando solo pochi possono sostenerlo, potrà
provocare soltanto violenza e distruzione reciproca.
205. Eppure, non tutto è
perduto, perché gli esseri umani, capaci di degradarsi fino all’estremo,
possono anche superarsi, ritornare a scegliere il bene e rigenerarsi, al di là
di qualsiasi condizionamento psicologico e sociale che venga loro imposto. Sono
capaci di guardare a sé stessi con onestà, di far emergere il proprio disgusto
e di intraprendere nuove strade verso la vera libertà. Non esistono sistemi che
annullino completamente l’apertura al bene, alla verità e alla bellezza, né la
capacità di reagire, che Dio continua ad incoraggiare dal profondo dei nostri
cuori. Ad ogni persona di questo mondo chiedo di non dimenticare questa sua
dignità che nessuno ha diritto di toglierle.»
Si tratta di educarci e di educare a quel
nuovo stile di vita, innanzi tutto cominciando a metterlo in pratica nella
realtà di prossimità, come la famiglia e la parrocchia, ma anche la scuola:
«209. La
coscienza della gravità della crisi culturale ed ecologica deve tradursi in
nuove abitudini. Molti sanno che il progresso attuale e il semplice accumulo di
oggetti o piaceri non bastano per dare senso e gioia al cuore umano, ma non si
sentono capaci di rinunciare a quanto il mercato offre loro. Nei Paesi che
dovrebbero produrre i maggiori cambiamenti di abitudini di consumo, i giovani
hanno una nuova sensibilità ecologica e uno spirito generoso, e alcuni di loro
lottano in modo ammirevole per la difesa dell’ambiente, ma sono cresciuti in un
contesto di altissimo consumo e di benessere che rende difficile la maturazione
di altre abitudini. Per questo ci troviamo davanti ad una sfida educativa.
[…]
212. Non
bisogna pensare che questi sforzi non cambieranno il mondo. Tali azioni
diffondono un bene nella società che sempre produce frutti al di là di quanto
si possa constatare, perché provocano in seno a questa terra un bene che tende
sempre a diffondersi, a volte invisibilmente. Inoltre, l’esercizio di questi
comportamenti ci restituisce il senso della nostra dignità, ci conduce ad una
maggiore profondità esistenziale, ci permette di sperimentare che vale la pena
passare per questo mondo.»
E’ necessario che tutta la
società si senta impegnata non solo nel lavoro educativo, ma anche nel
controllo democratico. Quella di cui abbiamo bisogno non è infatti una cultura che funziona se scende
semplicemente dall’alto, ma deve sorgere, vivere, irrobustirsi nella base
sociale, in modo che tutta la società sia capace di influire sull’orientamento
generale. Accade che invece la politica di governo cerchi di semplicemente controllare
il consenso della gente con le stesse tecnologie di persuasione di massa che
vengono utilizzate nella pubblicità commerciale e in questo quadro suscitare
una paura basata sull’ignoranza irrazionale ed emotiva funziona meglio del
paziente lavoro di formazione delle coscienze. L’Organizzazone della Nazioni
Unite degli stati non funziona se non si crea un’Organizzazione delle Coscienze
Unite a livello mondiale.
«214. Alla politica e alle varie associazioni compete uno sforzo
di formazione delle coscienze. Compete anche alla Chiesa. Tutte le comunità
cristiane hanno un ruolo importante da compiere in questa educazione. Spero
altresì che nei nostri seminari e nelle case religiose di formazione si educhi
ad una austerità responsabile, alla contemplazione riconoscente del mondo, alla
cura per la fragilità dei poveri e dell’ambiente. Poiché grande è la posta in
gioco, così come occorrono istituzioni dotate di potere per sanzionare gli
attacchi all’ambiente, altrettanto abbiamo bisogno di controllarci e di
educarci l’un l’altro.»
Questo significa anche che
occorre una formazione alla politica democratica fin da piccoli e a cominciare
dalle realtà di base, dove si inizia a esercitare un’influenza sulla società
intorno, anche semplicemente con le proprie consuetudini di vita.
«217. Se «i deserti
esteriori si moltiplicano nel mondo, perché i deserti interiori sono diventati
così ampi», [papa Benedetto 16°, 2015], la crisi ecologica è un
appello a una profonda conversione interiore.
[…]
219. Tuttavia, non basta che ognuno sia migliore per
risolvere una situazione tanto complessa come quella che affronta il mondo
attuale. I singoli individui possono perdere la capacità e la libertà di
vincere la logica della ragione strumentale e finiscono per soccombere a un
consumismo senza etica e senza senso sociale e ambientale. Ai problemi sociali
si risponde con reti comunitarie, non con la mera somma di beni individuali:
«Le esigenze di quest’opera saranno così immense che le possibilità delle
iniziative individuali e la cooperazione dei singoli, individualisticamente
formati, non saranno in grado di rispondervi. Sarà necessaria una unione di
forze e una unità di contribuzioni». La conversione ecologica che
si richiede per creare un dinamismo di cambiamento duraturo è anche una
conversione comunitaria.
[…]
232. Non tutti sono chiamati a lavorare in maniera diretta nella
politica, ma in seno alla società fiorisce una innumerevole varietà di
associazioni che intervengono a favore del bene comune, difendendo l’ambiente
naturale e urbano. Per esempio, si preoccupano di un luogo pubblico (un
edificio, una fontana, un monumento abbandonato, un paesaggio, una piazza), per
proteggere, risanare, migliorare o abbellire qualcosa che è di tutti. Intorno a
loro si sviluppano o si recuperano legami e sorge un nuovo tessuto sociale
locale. Così una comunità si libera dall’indifferenza consumistica. Questo vuol
dire anche coltivare un’identità comune, una storia che si conserva e si
trasmette. In tal modo ci si prende cura del mondo e della qualità della vita
dei più poveri, con un senso di solidarietà che è allo stesso tempo
consapevolezza di abitare una casa comune che Dio ci ha affidato. Queste azioni
comunitarie, quando esprimono un amore che si dona, possono trasformarsi in
intense esperienze spirituali.
Nella dottrina sociale confluisce il frutto di una saggezza antica e una
considerazione realistica di ciò che accade nei nostri tempi, ma gli
orientamenti che insegna non possono affermarsi nella società se le popolazioni
non si convincono della loro giustezza delle argomentazioni che sono alla loro
base, a partire dall’esperienza pesonale di ciascuan persona. Non basta l’autorità
di chi li proclama, anche se è quella di un Papa. Non è sufficiente insegnare,
occorre convincere e, innanzi tutto, far sperimentare che, cambiando stile di
vita, viviamo meglio e più felici.
«222. La
spiritualità cristiana propone un modo alternativo di intendere la qualità
della vita, e incoraggia uno stile di vita profetico e contemplativo, capace di
gioire profondamente senza essere ossessionati dal consumo. È importante
accogliere un antico insegnamento, presente in diverse tradizioni religiose, e
anche nella Bibbia. Si tratta della convinzione che “meno è di più”. Infatti il
costante cumulo di possibilità di consumare distrae il cuore e impedisce di
apprezzare ogni cosa e ogni momento. Al contrario, rendersi presenti
serenamente davanti ad ogni realtà, per quanto piccola possa essere, ci apre
molte più possibilità di comprensione e di realizzazione personale. La
spiritualità cristiana propone una crescita nella sobrietà e una capacità di
godere con poco. È un ritorno alla semplicità che ci permette di fermarci a
gustare le piccole cose, di ringraziare delle possibilità che offre la vita
senza attaccarci a ciò che abbiamo né rattristarci per ciò che non possediamo.
Questo richiede di evitare la dinamica del dominio e della mera accumulazione
di piaceri.
223. La
sobrietà, vissuta con libertà e consapevolezza, è liberante. Non è meno vita,
non è bassa intensità, ma tutto il contrario. Infatti quelli che gustano di più
e vivono meglio ogni momento sono coloro che smettono di beccare qua e là,
cercando sempre quello che non hanno, e sperimentano ciò che significa
apprezzare ogni persona e ad ogni cosa, imparano a familiarizzare con le realtà
più semplici e ne sanno godere. In questo modo riescono a ridurre i bisogni
insoddisfatti e diminuiscono la stanchezza e l’ansia. Si può aver bisogno di
poco e vivere molto, soprattutto quando si è capaci di dare spazio ad altri
piaceri e si trova soddisfazione negli incontri fraterni, nel servizio, nel
mettere a frutto i propri carismi, nella musica e nell’arte, nel contatto con
la natura, nella preghiera. La felicità richiede di saper limitare alcune
necessità che ci stordiscono, restando così disponibili per le molteplici
possibilità che offre la vita.
[…]
228. La cura per la natura è parte di uno stile di vita che
implica capacità di vivere insieme e di comunione. Gesù ci ha ricordato che
abbiamo Dio come nostro Padre comune e che questo ci rende fratelli. L’amore
fraterno può solo essere gratuito, non può mai essere un compenso per ciò che
un altro realizza, né un anticipo per quanto speriamo che faccia. Per questo è
possibile amare i nemici. Questa stessa gratuità ci porta ad amare e accettare
il vento, il sole o le nubi, benché non si sottomettano al nostro controllo.
Per questo possiamo parlare di una fraternità universale.
229. Occorre sentire nuovamente che abbiamo bisogno gli uni
degli altri, che abbiamo una responsabilità verso gli altri e verso il mondo,
che vale la pena di essere buoni e onesti. Già troppo a lungo siamo stati nel
degrado morale, prendendoci gioco dell’etica, della bontà, della fede,
dell’onestà, ed è arrivato il momento di riconoscere che questa allegra
superficialità ci è servita a poco. Tale distruzione di ogni fondamento della
vita sociale finisce col metterci l’uno contro l’altro per difendere i propri
interessi, provoca il sorgere di nuove forme di violenza e crudeltà e impedisce
lo sviluppo di una vera cultura della cura dell’ambiente.»
Di fronte ai problemi dei nostri tempi, alcuni politici di governo non
trovano migliore soluzione che abbandonare gli obiettivi di pace mondiale che gli
stati si erano dati, per la prima volta nella storia dell’umanità, alla metà
del secolo scorso e di riprendere a fare come si era sempre fatto nei millenni
precedenti: la lunga serie di guerre di supremazia e rapina per far grandi
alcuni in danno degli altri. Naturalmente lo fanno proponendo argomentazione
che liberano dal senso di colpa. In particolare, gli Occidentali, la parte più
ricca del mondo, sostengono di non avere altra scelta: non possono mantenere il
loro livello di benessere che ritengono irrinunciabile se non aggredendo ed
escludendo gli altri. E’ questione, sostengono, di vita o di morte. Difficile
crederlo. E c’è effettivamente qualcosa che non va se nella parte più ricca del
mondo si vive male e c’è tanta gente che soffre, ma non dipende da quelli che
sono ancora più poveri. La sofferenza sociale è frutto di un’organizzazione
sociale che crea scarti umani. «Questi problemi sono intimamente legati alla cultura
dello scarto, che colpisce tanto gli esseri umani esclusi quanto le cose che si
trasformano velocemente in spazzatura.», si legge nell’enciclica Laudato si’ - Praise be to you. Quella cultura che a chi resta indietro grida “Licenziato!
- Fired!” come nella serie L’Apprendista
- The Apprentice. “Niente di personale, sono solo affari!”, è lo
slogan che si legge nella sigla di appertura del programma televisivo. La
dottrina sociale ci ammonisce che non ci salvereremo se non inizieremo a dare
più valore alle persone che ci circondano e meno alla nostra avidità
affaristica. «Percepire ogni creatura che
canta l’inno della sua esistenza è vivere con gioia nell’amore di Dio e nella
speranza» è una delle citazioni
che si leggono nell’enciclica Laudato
si’ - Praise
be to you,
tratta dalla Lettera pastorale “You Love All That Exists… All
Things Are Yours, God, Lover of Life” diffusa nel 2001 dalla Commissione affari sociali dei
Vescovi del Canada.
L’enciclica Laudato si’ - Praise be to
you si
conclude con una bella preghiera che ne costituisce la sintesi:
Preghiera per la nostra terra
Dio Onnipotente,
che sei presente in tutto l’universo
e nella più piccola delle tue creature,
Tu che circondi con la tua tenerezza
tutto quanto esiste,
riversa in noi la forza del tuo amore
affinché ci prendiamo cura
della vita e della bellezza.
Inondaci di pace, perché viviamo come fratelli e sorelle
senza nuocere a nessuno.
O Dio dei poveri,
aiutaci a riscattare gli abbandonati
e i dimenticati di questa terra
che tanto valgono ai tuoi occhi.
Risana la nostra vita,
affinché proteggiamo il mondo e non lo deprediamo,
affinché seminiamo bellezza
e non inquinamento e distruzione.
Tocca i cuori
di quanti cercano solo vantaggi
a spese dei poveri e della terra.
Insegnaci a scoprire il valore di ogni cosa,
a contemplare con stupore,
a riconoscere che siamo profondamente uniti
con tutte le creature
nel nostro cammino verso la tua luce infinita.
Grazie perché sei con noi tutti i giorni.
Sostienici, per favore, nella nostra lotta
per la giustizia, l’amore e la pace.
Preghiera cristiana con il creato
Ti lodiamo, Padre, con tutte le tue creature,
che sono uscite dalla tua mano potente.
Sono tue, e sono colme della tua presenza
e della tua tenerezza.
Laudato si’!
Figlio di Dio, Gesù,
da te sono state create tutte le cose.
Hai preso forma nel seno materno di Maria,
ti sei fatto parte di questa terra,
e hai guardato questo mondo con occhi umani.
Oggi sei vivo in ogni creatura
con la tua gloria di risorto.
Laudato si’!
Spirito Santo, che con la tua luce
orienti questo mondo verso l’amore del Padre
e accompagni il gemito della creazione,
tu pure vivi nei nostri cuori
per spingerci al bene.
Laudato si’!
Signore Dio, Uno e Trino,
comunità stupenda di amore infinito,
insegnaci a contemplarti
nella bellezza dell’universo,
dove tutto ci parla di te.
Risveglia la nostra lode e la nostra gratitudine
per ogni essere che hai creato.
Donaci la grazia di sentirci intimamente uniti
con tutto ciò che esiste.
Dio d’amore, mostraci il nostro posto in questo mondo
come strumenti del tuo affetto
per tutti gli esseri di questa terra,
perché nemmeno uno di essi è dimenticato da te.
Illumina i padroni del potere e del denaro
perché non cadano nel peccato dell’indifferenza,
amino il bene comune, promuovano i deboli,
e abbiano cura di questo mondo che abitiamo.
I poveri e la terra stanno gridando:
Signore, prendi noi col tuo potere e la tua luce,
per proteggere ogni vita,
per preparare un futuro migliore,
affinché venga il tuo Regno
di giustizia, di pace, di amore e di bellezza.
Laudato si’!
Amen.
Mario Ardigò - Azione Cattolica
nella parrocchia di San Clemente papa -
Roma, Monte Sacro, Valli
Translation in English
language made with the help of Google Translator
Public good and common good -
14 -
1. To get an immediate idea of the divergence between the
social and political orientations taught by the social doctrine of the Catholic
Church and some of the current ones in Western capitalism, it may be useful to
watch the movie with one of the introductions of the series on the site
www.youtube.com of successful television The Apprentice that you find at this
address on the WEB:
https://www.youtube.com/watch?v=sODZ3Jb14Jk
It is significant because the voice commenting on the
images is Donald Trump, who was then elected President of the United States of
America, one of the world's major states and that until a few years ago led the
policies of Westerners and it is still one of the most important models of
political organization in the world, along with European, Russian and Chinese.
In the movie you see images of New York and
Trump says that is his city, where the wheels of the mechanisms of the world
economy are spinning. For a European, however, those images depict one of the
urban hollows of the world, in which the beauty is absent. For the Americans,
however, obviously this is not the case. After images of a city stock exchange room with
people busy in the bargaining, we see a homeless man sleeping on a bench.
Therefore, in the midst of so much apparent wealth, there is also poverty;
however this is not presented as a negative side of the system, but as an
incentive to get involved, to work hard. The explanation of the poverty that is
suggested is therefore that people become poor because they do not commit
enough. Finally, a castle is presented, as an example of residence that those
who commit themselves can conquer. In comparison with some splendid mansions of
the rich Europeans, for example with some Roman noble buildings or with the
villas designed by the architect Andrea Palladio in Veneto, it appears however
little and, above all, cheap, a bit like the buildings of Uncle Scrooge Mc Duck
in Mickey Mouse comics. In general, a European does not dream, as a rich man,
to live in a city like New York, but to go there to become rich and then to
live elsewhere, in a more beautiful place. Urban centers designed on the New
York model have increased greatly in the last thirty years. In this way the
states try to give an image of themselves as rich places. And yet they are
generally not for the rich, because when one becomes rich one tries to live,
better, elsewhere. Then we build a better environment, where, however, apart
from our family members, only servants live and work: the others are excluded.
This does not satisfy the soul. You start to travel the world to find something
else and it can happen to find it in certain places in Europe, in much smaller
cities, with so much beauty around and still supportive societies, where when
you leave your house and go around the public streets it is as if you were
always at home, without the need to protect yourself with walls and private
guards, as happens in some residential neighborhoods for the rich in social
environments where there is a lot of poverty.
In that US television program, whoever loses in doing
business is fired "Fired!", Then discarded. In TV games it happens
often. But that program claims to simulate real life, in which precisely there
are fired. Some states have policies to help those who are fired and help them
to enter the world of work again. In some of these states there are those who
think that they are money wasted, because who is fired can, and must, be able
to find a new job by engaging more hard. In other states, policies are
completely lacking, usually because there are not enough resources. The social doctrine,
referring to real life not to that staged in television programs, obliges
everyone, not only those who govern or those who have the power to decide in
other roles, such as parliamentarians, to implement active policies that limit
the human waste of economic process and help those who lose their jobs to find
another one. A radically different perspective.
There is a nice American movie of 1941, directed and performed
by Orson Wells, Citizen Kane, which
describes the solitary and desperate end of a great rich man in his immense
dwelling, where he messily bundled works of art bought in all the world that
has traveled in search of what the Italian director Paolo Sorrentino has called
the Great Beauty. He died sad and alone, dreaming of the sled that as a boy had
given him so much joy and that he had been lost, when, at that age, he had been
forced to leave the family where he had grown up to enter the great world, in
the world of the rich , after having obtained a great legacy. It was written
that the director did not work only in fantasy, but was inspired by real
figures of wealthy Americans of his time. In the film, the progonist, Charles
Foster Kane, is a candidate in the US presidential elections, but loses a
scandal for his extramarital affair. It may be interesting to imagine how the
director would play the story of the film assuming that Kane had been elected.
In a certain sense in our times we are living that alternative film.
In the economic competition within a state,
aggressive greed that causes the exclusion of other people is limited by legal
regulations and police activity. In the international context it is different.
If you do not create and maintain agreements that limit it, each state must
defend itself, both those who attack and those who are attacked. Implementing
aggressive policies that aim to make one's state of the world again by
withdrawing from international agreements leads to rearmament. In our times,
when those policies have again a certain consensus, we are effectively
witnessing a rearmament from the most powerful states on Earth, but also from
others. The other day, for example, a British minister declared that, after
Britain has left the European Union, which he had been part of since 1973, the
United Kingdom will have to plan an impressive rearmament.
Aggressive policies
of that kind are not new in the history of the world, on the contrary: it can
be said that it was always done until the end of the Second World War, in 1945.
With the establishment of the United Nations Organization, in fact in 1945, the
method followed for international relations was profoundly changed, creating a
system extended to the whole world to prevent war. This goal was not always
achieved. Conflicts continued to burst, but none ever had the characteristics
of a destructive world war. Moreover, it became aware that the use of nuclear
weapons, mostly built and held by the United States of America and the Soviet
Union, which in 1991 was transformed into the Russian Federation, would have been
global destruction, annihilating even those who used those weapons. In our time
this fear appears less widespread, especially among the Western populations
living in democratic regimes that can be influenced by public opinion. Risk
awareness, on the other hand, is still very much alive in the social doctrine,
which considers the rearmament in order to make a great state again to the
detriment of others as a social structure of sin.
The current US president Donald Trump has written
several books exposing his concept of life, for example How to get rich , Think like a champion, Think like a billionaire. It is a real magisterium, a complex of
life teachings. It appears as the antithesis of social doctrine and is very
successful in the world. It is possible that, at the end of his mandate, that
in the United States of America, from 1951, he can not go beyond eight years
from the first election, Trump writes another book teaching how one of the
richest and most powerful states of the government is governed world. We hope
that in that text it should not even tell how the Third World War he won.
2. I wrote about international politics, but we should not
think that the social doctrine concerns only that level of commitment, or only
that of the government of large public entities, such as states, regions,
municipalities. In reality it concerns a style of life that must be practiced
in every community, starting from the family. I wrote "practiced"
because it is not enough to learn the principles, but it is necessary to do
some practical training, implementing it in the different collectivities to
which one participates, to transform them from simple aggregates of people into
"community". This also happens when one takes into account the good
of others, as well as one's own. It does not mean just sharing
"equally" or fairly regulating the use of common property resources,
as happens with the administration of condominium buildings. Above all, it is a
matter of sharing public and private property resources so that everyone
benefits, above all, by creating an environment conducive to relationships
between friends and even fraternal ones. Indeed, this is what gives meaning to
life. Everyone can experience this truth from an early age, of which we tend to
forget when we are immersed in the flow of daily activities from which we
derive what to live. What is true for individuals is also true for communities
and also for states and relations between states. In a world where many
suffering and only some states are "big" of bad lives. But there is
more: in a world that has become very interdependent like ours, this imbalance
tends to reign against what has become or remains "great".
We are witnessing these times in the world. The
US aggressive economic policies aimed at "making big again" the
United States of America are causing recessive dynamics in Europe and in China:
however, fatally, in a now globalized and interdependent economy, they will not
delay to involve the United States itself of America that have implemented
them. In fact, recessionary phases in Europe and China will deprive US
producers of important markets on those continents, with, respectively, half a
billion and over a billion people. They were well aware of the United States of
America at the end of the Second World War, when they decided to revive the
economies of the vanished powers, Germany and Italy, with an impressive program
of economic aid and also limiting the obligations to pay damages. of war that
usually burden the vanquished for the benefit of the winners, and thus avoiding
that extreme humiliation of the vanquished who, in the first post-war period,
twenty years earlier, had opened the way to German Nazism. The United States of
America, unlike for example the British Empire, has become "big"
thanks to an extensive network of alliances, based not only on convenience or
forced submission, or on both, but also on a great sympathy . The latter is
progressively failing, for example among the Europeans who have recently and
quite simply declared themselves enemies.
For me, a European born in the late fifties, the model
of American reference is not the ruthless and selfish tycoon of global finance
but the character played by Gary Cooper in the movie High Noon, the sheriff who, legitimately can escape the his moral
duty and to go safely with his wife having ceased his service, remains to face
the evil who come from afar, even at the cost of doing it alone because the
community abandons him, with only the help, in the end, of the young bride and
a boyfriend. The girl was played by Grace Kelly, who later became a European
princess.
https://www.youtube.com/watch?v=qZil728hUy0
It is, again, the
enemy who, victorious, does not rage, but succor the vanquisheds and the
suffering ones and knows how to recognize, among his enemies, those who, like
him, fight for a more just society, against the despots of the earth.
The role of cinema should not be underestimated
in creating the atmosphere of sympathy that has always surrounded the Americans
in most of the world, and in particular in Europe, and which has so far
resisted many harsh disappointments. We often prefer to believe that others are
up to the ideals proclaimed and our dreams. Sometimes the greatest American
actors and directors, like Orson Wells who spoke excellent Italian, knew Europe
much better than the most important politicians of their state and were the
best ambassadors of its kind.
A different style of life such as that
taught by Catholic social doctrine is not only religiously right, but also
convenient, because it allows a better survival, first of all simply survival,
and the achievement of that happiness that is impossible to obtain by isolating
oneself, attacking and excluding.
We read in the encyclical Laudato si '- Praise be to
you, released in 2015 under the authority of Pope Francis:
«I. TOWARDS A NEW LIFESTYLE
203. Since the market tends to promote extreme consumerism
in an effort to sell its products, people can easily get caught up in a
whirlwind of needless buying and spending. Compulsive consumerism is one
example of how the techno-economic paradigm affects individuals. Romano
Guardini had already foreseen this: “The gadgets and technics forced upon him
by the patterns of machine production and of abstract planning mass man accepts
quite simply; they are the forms of life itself. To either a greater or lesser
degree mass man is convinced that his conformity is both reasonable and
just”. This paradigm leads people to believe that they are free as long as
they have the supposed freedom to consume. But those really free are the
minority who wield economic and financial power. Amid this confusion,
postmodern humanity has not yet achieved a new self-awareness capable of
offering guidance and direction, and this lack of identity is a source of
anxiety. We have too many means and only a few insubstantial ends.
204. The current global situation engenders a feeling of
instability and uncertainty, which in turn becomes “a seedbed for collective
selfishness”. When people become self-centred and self-enclosed, their
greed increases. The emptier a person’s heart is, the more he or she needs
things to buy, own and consume. It becomes almost impossible to accept the
limits imposed by reality. In this horizon, a genuine sense of the common good
also disappears. As these attitudes become more widespread, social norms are
respected only to the extent that they do not clash with personal needs. So our
concern cannot be limited merely to the threat of extreme weather events, but
must also extend to the catastrophic consequences of social unrest. Obsession
with a consumerist lifestyle, above all when few people are capable of
maintaining it, can only lead to violence and mutual destruction.
205. Yet all is not lost. Human beings, while capable of the
worst, are also capable of rising above themselves, choosing again what is
good, and making a new start, despite their mental and social conditioning. We
are able to take an honest look at ourselves, to acknowledge our deep
dissatisfaction, and to embark on new paths to authentic freedom. No system can
completely suppress our openness to what is good, true and beautiful, or our
God-given ability to respond to his grace at work deep in our hearts. I appeal
to everyone throughout the world not to forget this dignity which is ours. No
one has the right to take it from us.»
It is a matter of
educating ourselves and of educating ourselves to that new way of life, first
of all beginning to put it into practice in the reality of proximity, such as
the family and the parish, but also the school:
«209. An awareness of the gravity of today’s cultural and ecological
crisis must be translated into new habits. Many people know that our current
progress and the mere amassing of things and pleasures are not enough to give
meaning and joy to the human heart, yet they feel unable to give up what the
market sets before them. In those countries which should be making the greatest
changes in consumer habits, young people have a new ecological sensitivity and
a generous spirit, and some of them are making admirable efforts to protect the
environment. At the same time, they have grown up in a milieu of extreme
consumerism and affluence which makes it difficult to develop other habits. We
are faced with an educational challenge.
[…]
212. We must not think that these efforts are not going to change the
world. They benefit society, often unbeknown to us, for they call forth a
goodness which, albeit unseen, inevitably tends to spread. Furthermore, such
actions can restore our sense of self-esteem; they can enable us to live more
fully and to feel that life on earth is worthwhile.»
It is necessary that the whole society feels engaged not
only in educational work, but also in democratic control. What we need is not,
in fact, a culture that works if it simply descends from above, but must arise,
live, grow stronger in the social base, so that the whole society is able to
influence the general orientation. It happens that instead the government
policy tries to simply control the consent of the people with the same mass
persuasion technologies that are used in commercial advertising and in this
context arouse fear based on irrational and emotional ignorance works better
than the patient training work of consciences. The United Nations Organization
of the States does not work unless a United Consciences Organization is created
worldwide.
«214. Political institutions and various other social groups are also
entrusted with helping to raise people’s awareness. So too is the Church. All
Christian communities have an important role to play in ecological education. It
is my hope that our seminaries and houses of formation will provide an
education in responsible simplicity of life, in grateful contemplation of God’s
world, and in concern for the needs of the poor and the protection of the
environment. Because the stakes are so high, we need institutions empowered to
impose penalties for damage inflicted on the environment. But we also need the
personal qualities of self-control and willingness to learn from one another.»
This also means that we need a training in democratic politics from an
early age and starting from the basic realities, where we start to exert an
influence on the surrounding society, even simply with our own habits of life.
«217. “The external deserts in the
world are growing, because the internal deserts have become so vast”.[pope
Benedetto 16^] For this reason, the ecological crisis is also a summons to
profound interior conversion.
[…]
219. Nevertheless,
self-improvement on the part of individuals will not by itself remedy the
extremely complex situation facing our world today. Isolated individuals can
lose their ability and freedom to escape the utilitarian mindset, and end up
prey to an unethical consumerism bereft of social or ecological awareness.
Social problems must be addressed by community networks and not simply by the
sum of individual good deeds. This task “will make such tremendous demands of
man that he could never achieve it by individual initiative or even by the
united effort of men bred in an individualistic way. The work of dominating the
world calls for a union of skills and a unity of achievement that can only grow
from quite a different attitude”. The
ecological conversion needed to bring about lasting change is also a community
conversion.
[…]
231. Not everyone is called to engage directly in political life.
Society is also enriched by a countless array of organizations which work to
promote the common good and to defend the environment, whether natural or
urban. Some, for example, show concern for a public place (a building, a
fountain, an abandoned monument, a landscape, a square), and strive to protect,
restore, improve or beautify it as something belonging to everyone. Around these
community actions, relationships develop or are recovered and a new social
fabric emerges. Thus, a community can break out of the indifference induced by
consumerism. These actions cultivate a shared identity, with a story which can
be remembered and handed on. In this way, the world, and the quality of life of
the poorest, are cared for, with a sense of solidarity which is at the same
time aware that we live in a common home which God has entrusted to us. These
community actions, when they express self-giving love, can also become intense
spiritual experiences.»
In the social doctrine flows the fruit of an ancient wisdom and a
realistic consideration of what happens in our times, but the orientations it
teaches can not be affirmed in society if the populations are not convinced of
their rightness of the arguments that are at their base, starting from the
pesonal experience of each person. It is not enough the authority of those who
proclaim them, even if it is that of a Pope. It is not enough to teach, it is
necessary to convince and, first of all, to experiment that, by changing
lifestyle, we live better and happier.
«222. Christian spirituality proposes an alternative
understanding of the quality of life, and encourages a prophetic and
contemplative lifestyle, one capable of deep enjoyment free of the obsession
with consumption. We need to take up an ancient lesson, found in different religious
traditions and also in the Bible. It is the conviction that “less is more”. A
constant flood of new consumer goods can baffle the heart and prevent us from
cherishing each thing and each moment. To be serenely present to each reality,
however small it may be, opens us to much greater horizons of understanding and
personal fulfilment. Christian spirituality proposes a growth marked by
moderation and the capacity to be happy with little. It is a return to that
simplicity which allows us to stop and appreciate the small things, to be
grateful for the opportunities which life affords us, to be spiritually
detached from what we possess, and not to succumb to sadness for what we lack.
This implies avoiding the dynamic of dominion and the mere accumulation of
pleasures.
223. Such sobriety, when lived freely and consciously, is
liberating. It is not a lesser life or one lived with less intensity. On the
contrary, it is a way of living life to the full. In reality, those who enjoy
more and live better each moment are those who have given up dipping here and
there, always on the look-out for what they do not have. They experience what
it means to appreciate each person and each thing, learning familiarity with
the simplest things and how to enjoy them. So they are able to shed unsatisfied
needs, reducing their obsessiveness and weariness. Even living on little, they
can live a lot, above all when they cultivate other pleasures and find
satisfaction in fraternal encounters, in service, in developing their gifts, in
music and art, in contact with nature, in prayer. Happiness means knowing how
to limit some needs which only diminish us, and being open to the many
different possibilities which life can offer.
[…]
228. Care for nature is part of a lifestyle which includes
the capacity for living together and communion. Jesus reminded us that we have
God as our common Father and that this makes us brothers and sisters. Fraternal
love can only be gratuitous; it can never be a means of repaying others for
what they have done or will do for us. That is why it is possible to love our
enemies. This same gratuitousness inspires us to love and accept the wind, the
sun and the clouds, even though we cannot control them. In this sense, we can
speak of a “universal fraternity”.
229. We must regain the conviction that we need one another,
that we have a shared responsibility for others and the world, and that being
good and decent are worth it. We have had enough of immorality and the mockery
of ethics, goodness, faith and honesty. It is time to acknowledge that
light-hearted superficiality has done us no good. When the foundations of
social life are corroded, what ensues are battles over conflicting interests,
new forms of violence and brutality, and obstacles to the growth of a genuine
culture of care for the environment.»
Faced with the problems of our time, some government
politicians find no better solution than to abandon the world peace objectives
that the states had set themselves, for the first time in the history of
humanity, in the middle of the last century and to resume as it had always done
in the previous millennia: the long series of wars of supremacy and robbery to
make some big to the detriment of others. Of course they do this by proposing
arguments that free from guilt. In particular, Westerners, the richest part of
the world, claim they have no other choice: they can not maintain their level
of well-being that they consider indispensable if not attacking and excluding
others. It is a question, they claim, of life or death. Hard to believe it. And
there is indeed something wrong if the richest part of the world lives badly
and there are so many people suffering, but it does not depend on those who are
even poorer. Social suffering is the result of a social organization that
creates human waste. "These problems are intimately linked to the culture
of waste, which affects both the excluded human beings and the things that are
quickly transformed into garbage.", Reads the encyclical Laudato si '-
Praise be to you. That culture that to those who remain behind shouts
"Fired!" as in the The
Apprentice series. "Nothing personal, it's just business!", Is
the slogan that is read in the opening theme of the television program. The
social doctrine warns us that we will not save ourselves if we do not begin to
give more value to the people around us and less to our business greed. «"To
sense each creature singing the hymn of its existence is to live joyfully in
God's love and hope"» is one of the quotations that you can read in the
encyclical Laudato si '- Praise be to you,
taken from the Pastoral Letter "You
Love All That Exists ... All Things Are Yours, God, Lover of Life"
released in 2001 by the Social Affairs Commission of the Bishops of Canada .
The encyclical Laudato si '- Praise be to you ends
with a beautiful prayer which is its synthesis:
A prayer for our earth
All-powerful God, you are present in the whole universe
and in the smallest of your creatures.
You embrace with your tenderness all that exists.
Pour out upon us the power of your love,
that we may protect life and beauty.
Fill us with peace, that we may live
as brothers and sisters, harming no one.
O God of the poor,
help us to rescue the abandoned and forgotten of this earth,
so precious in your eyes.
Bring healing to our lives,
that we may protect the world and not prey on it,
that we may sow beauty, not pollution and destruction.
Touch the hearts
of those who look only for gain
at the expense of the poor and the earth.
Teach us to discover the worth of each thing,
to be filled with awe and contemplation,
to recognize that we are profoundly united
with every creature
as we journey towards your infinite light.
We thank you for being with us each day.
Encourage us, we pray, in our struggle
for justice, love and peace.
A Christian prayer in union with creation
Father, we praise you with all your creatures.
They came forth from your all-powerful hand;
they are yours, filled with your presence and your tender love.
Praise be to you!
Son of God, Jesus,
through you all things were made.
You were formed in the womb of Mary our Mother,
you became part of this earth,
and you gazed upon this world with human eyes.
Today you are alive in every creature
in your risen glory.
Praise be to you!
Holy Spirit, by your light
you guide this world towards the Father’s love
and accompany creation as it groans in travail.
You also dwell in our hearts
and you inspire us to do what is good.
Praise be to you!
Triune Lord, wondrous community of infinite love,
teach us to contemplate you
in the beauty of the universe,
for all things speak of you.
Awaken our praise and thankfulness
for every being that you have made.
Give us the grace to feel profoundly joined
to everything that is.
God of love, show us our place in this world
as channels of your love
for all the creatures of this earth,
for not one of them is forgotten in your sight.
Enlighten those who possess power and money
that they may avoid the sin of indifference,
that they may love the common good, advance the weak,
and care for this world in which we live.
The poor and the earth are crying out.
O Lord, seize us with your power and light,
help us to protect all life,
to prepare for a better future,
for the coming of your Kingdom
of justice, peace, love and beauty.
Praise be to you!
Amen.
Mario Ardigò - Catholic Action in the parish of San Clemente
pope - Rome, Monte Sacro, Valli district